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16 Cronaca L'ARENA Martedì 18 Novembre 2014 GIORNATAADIFESADELLADONNA. Laricorrenzail 25 novembre Madrecoraggio «Miafigliasalvata dallaviolenza» Pariopportunità ORDINEDEGLIAVVOCATI. Ancheil comitato Pari opportunitàdell’Ordine degliavvocatiorganizza unincontronella Giornata controlaviolenza alle donne.Martedì 25alle 12,30si parlerà di «Lezero opportunità»insala Montanari,allaSocietà Letteraria.Interverranno NicolettaFerrari, coordinatricedel ComitatoPari Opportunità,Federica Panizzo,avvocatodel Foro diVerona,GabriellaDe Strobel,avvocato, SusannaPisano, avvocato delForodi Cagliarie consiglieredel Cnf,Maria Geneth,ginecologodel consultorioAied. «Martinase neèandata dicasaa 18anni,persette èrimasta conun uomochelapicchiava.Non ho maismesso dicrederein lei,edèuscita dal tunnel» Alessandra Galetto Una madre non smette mai di avere fiducia. E con il suo amore caparbio, che si ostina a non cedere anche quando per la ragione diventa difficile rintracciare un senso, può salvare un figlio. È in questo amore che è nata la salvezza di Martina, una ragazza che, sette anni fa, quando era solo diciottenne, si è innamorata dell’uomo sbagliato e ha vissuto sofferenza e violenze, convinta suo malgrado che tutto quel male potesse essere amore. Questa è una storia delle tante, troppe, che la cronaca ci racconta ogni giorno: donne vittime del loro compagno, che le ferisce nel corpo e nell’anima. È una storia veronese. Ed è una storia a lieto fine: oggi Martina sta bene, e sta costruendo una sua nuova vita. A raccontare gli anni bui è Sara Suriano, madre di Martina, che ha deciso di trasformare il dolore più personale, vedere una figlia accettare la sopraffazione, in pagine da affidare ai lettori perchè «la violenza è spesso nascosta, siamo una famiglia normalissima, mia figlia una brava ragazza, ma il male può capitare a tutti». Sara ha accettato ora, nella ricorrenza del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza alle donne, di farsi testimone. Parteciperà, venerdì, 21 novembre, all’incontro organizzato da Telefono Rosa al Centro Santa Toscana, alle 20,30, affiancata dalla presidente di Telefono Rosa, Sara Gini, e dalla psicologa Veronica Speri, per presentare «Il silenzio è rotto. Diario di una madre coraggio» (Delmiglio editore), in cui ha raccolto tutti i pensieri, le riflessioni, le paure, le speranze provate durante quei sette anni in cui ha visto sua figlia allontanarsi e perdersi. «In realtà non pensavo a scrivere un libro, questa è una raccolta dei miei pensieri durante quegli anni», spiega Sara. «Per vincere il senso di impotenza e di irrealtà, tenevo un diario: scrivevo i miei pensieri, quello che accadeva e quello che speravo potesse accadere. La storia di mia figlia è molto semplice, una storia "normale" di una ragazzina che fin da giovanissima si era innamorata di un ragazzo difficile. Era un compagno di scuola di sua sorella, si conoscevano e si frequentano come accade tra i ragazzi nel quartiere. Lui però aveva dei problemi di tossicodipendenza e per questo io non avevo mai visto con favore quella storia. Ma nessuno im- maginava cosa sarebbe accaduto». Quando ha compiuto 18 anni, Martina ha deciso di uscire di casa. Forse, come capita a tante ragazze innamorate, pensava di poter «salvare» con la forza del suo amore quel giovane uomo che già viveva una situazione difficile di dipendenza. Invece è stata lei a diventare dipendente da quel legame distorto fino ad accettare violenze, ricoveri, dolore. «La casa senza nostra figlia era diventata una tomba, non sapevamo cosa dire tanto eravamo sconcertati per quello che stava succedendo e per quello che sarebbe successo», prosegue Sara. «Quando leggi di queste cose ti pare che siano storie di altri, lontane dal tuo nido, quando capita a te resti senza fiato. L’aiuto delle psicologhe che sono state vicine a Martina è stato fondamentale: ho capito che una donna che accetta la violenza ha bisogno di recuperare la stima in se stessa, quella consapevolezza del suo valore che le impedirà di scambiare per amore una dipendenza». Una consapevolezza che la ragione ha conquistato con l’aiuto di medici e psicoterapeuti, ma che il cuore deve avere avvertito grazie all’amore tenace di una madre. • Un’immagineemblematicadi violenza sulledonne L’INIZIATIVA. Il consigliereKatia Forte lancial’appello: portareun regalo perledonneassistite Maglia,guantio bijoux purchérossi Idonideicittadini aTelefonoRosa Venerdì dalle 19 alle 21 a The Gentleman of Verona di via Cattaneo chiunque può portare un indumento Un gesto di generosità e vicinanza per riaccendere la fiducia. È questo il senso dell’iniziativa «Dona qualcosa di rosso per dire stop alla violenza sulle donne» ideata dal consigliere comunale Katia Forte, affiancata dai colleghi Giorgio Pasetto, Ansel Davoli e Marco Bacchini, e sostenuta dal sindaco Tosi, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza alle donne. «Abbiamo pensato ad un gesto concreto, ed insieme a un momento di festa, nella convinzione che questo possa con- tribuire a restituire autostima e speranza alle donne in difficoltà», ha spiegato la Forte, presentando l’iniziativa a Palazzo Barbieri. «Chiediamo a tutti i cittadini di partecipare portando qualcosa di colore rosso nuovo o in ottimo stato: un maglione, una sciarpa, insomma indumenti vari, ma anche asciugamani, bijoux, accessori, che saranno donati a Telefono Rosa, l’associazione storicamente impegnata nell’aiuto alle donne vittime di violenza. Saranno un regalo anche in vista delle festività natalizie». L’appuntamento è per venerdì 21 dalle 19 alle 21 al Gentleman of Verona Relais, in via Cattaneo 26. I titolari, Angelo Spinalbelli e Patrizia Valbusa, hanno subito colto l’invito, «fe- ANNIVERSARIO. LaCarta internazionaledei diritti deiminori compiemezzo secolo:spettacolo eletture percelebrarla Infanzia,la Convenzione ha 25anni mal’Italia nonè un Paeseper bimbi IlBelpaeseè al22˚postosulle 29nazionipiù ricche l’11%deiragazzinon vaascuola e il17% èpovero Giorgia Cozzolino La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia compie mezzo secolo di vita, ma l’Italia, nonostante sia tra le nazioni più ricche al mondo, non è «un Paese per bambini». Verona dedica quindi un reading e uno spettacolo teatrale, il primo mercoledì alla biblioteca Capitolare e il secondo giovedì al Teatro Santissima Trinità, per riflettere sul lavoro ancora da fare per rendere l’Italia e Verona un po’ più a misura di bambino. I dati nazionali sull’infanzia e sull’adolescenza sono infatti sconfortanti. A sostenerlo sono due ricerche: il 7˚ Rapporto sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, curato dal gruppo Crc (Convention of the rights of Child), e la graduatoria complessiva del benessere dell'infanzia nei Paesi ricchi, stilata dal Centro di Ricerca Irc dell’Unicef. Quest’ul- tima classifica piazza l’Italia al 22˚ posto sui 29 più ricchi del mondo. In particolare, i bambini italiani si trovano al 23˚ posto per benessere materiale; a 17˚ per salute e sicurezza; al 21˚ per le condizioni abitative e ambientali e al 25˚ posto per l’istruzione. A tal proposito, come precisa Adele Bertoldi di Unicef Verona, ben l’11 per cento dei giovani tra 15 e 19 anni non è iscritto a scuola, non lavora e non frequenta corsi di formazione. Inoltre gli studenti italiani sono al 24˚ posto su 29 per il rendimento scolastico. E non è tutto, meno di un ragazzo su 10 fa esercizio fisico. Numeri preoccupanti che riguardano anche i più piccoli: il 17 per cento dei bambini vive sotto la soglia di povertà. E solo il 13,5 per cento dei piccoli sotto i 3 anni può usufruire di servizi dedicati e asili nido. Aumentano anche i bambini dichiarati adottabili (11,4%) e, pur crescendo le coppie dispo- nibili all’adozione, aumentano anche i casi i bambini che non vengono accettati da nessuna famiglia e restano in comunità. Ai piccoli, quindi, il nostro Paese pensa poco, secondo Francesca Arzone, referente di Save the children, questa è una tendenza confermata dal fatto che il Piano nazionale infanzia è adottato con discontinuità. Di questo e di molto altro si potrà riflettere giovedì alle 20.30 al teatro Santissima Trinità dove andrà in scena lo spettacolo a ingresso gratuito, «Coccodrilli» di Michele Fiocchi tratto dal libro di Fabio Geda, promosso dall’assessorato alla Famiglia in collaborazione con il Comitato Unicef Verona, l’associazione Save the Children e la Fondazione Rava. «Lo spettacolo rientra nell’ambito del percorso di formazione per tutori volontari legali per minori di età, realizzato dall’ufficio del Pubblico Tutore del Veneto in collaborazio- lici di collaborare con le istituzioni per iniziative come questa»: metteranno a disposizione un salone del relais. «Questa iniziativa ci conforta, in quanto è necessario che le istituzioni e l’intera società si alleino per dire basta alla violenza sulle donne, che è un dramma sociale», ha spiegato la presidente di Telefono Rosa Sara Gini. «Telefono Rosa esiste a Verona da 24 anni, è stato uno dei primi centri antiviolenza nati in Italia e come tale si occupa principalmente delle situazioni di emergenza, con ascolto, sostegno psicologico e assistenza legale gratuiti. La spirale della violenza è drammatica: intrappola coloro che hanno la sfortuna di incapparvi. Ma noi siamo testimoni del fatto che, se trovano INIZIATIVA. Firmatoil 15˚protocollod’intesa «Nati perleggere», oraanche l’ateneo entranel progetto Una serie di attività per far appassionare i bambini e i genitori alla lettura e narrazione L’assessore AnnaLeso presentaleiniziative FOTOMARCHIORI ne con il Comune e il Centro Studi Opera Don Calabria e avviato lo scorso settembre a Verona», precisa l’assessore Anna Leso sottolineando che si tratta di una occasione per festeggiare i 25 anni della Con- venzione internazionale. Lo spettacolo sarà preceduto, mercoledì alle 11 in Biblioteca Capitolare, dal «Reading 2014», una lettura collettiva e integrale degli articoli della Convenzione. • il giusto aiuto, le donne riescono a uscire dalla violenza. È necessario far capire loro che esiste un modo diverso di improntare le relazioni affettive. E questo è anche un aiuto che indirettamente viene dato ai figli. Anche in Italia si comincia a parlare di "violenza assistita" quando ci sono minori presenti agli episodi di violenza: non è un reato, ma comunque una aggravante». «Un passo avanti necessario», ha concluso l’avvocato Gini, «sta nel non pensare che la violenza sia un problema delle donne, e neppure degli uomini, la maggior parte dei quali sono persone equilibrate, addolorati quanto le donne da questi episodi. Solo insieme possiamo vincere questa battaglia». • A.G. «Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere», scrive Daniel Pennac in «Come un romanzo». E lo sanno bene a Palazzo Barbieri dove ieri è stato firmato, per il 15˚ anno, il protocollo tra Comune, Provincia, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Ulss 20, Ulss 21, Ulss 22 e - per la prima volta anche l’Università per l’adesione al progetto nazionale «Nati per leggere», attivato nel 1999 dall’Associazione Italiana Biblioteche, dall’Associazione Culturale Pediatri e dal Centro Salute del Bambino di Trieste. «L’obiettivo del progetto non è solo quello di far appassionare i bambini alla lettura, prima ancora che abbiano imparato a riconoscere l’alfabeto», spiega Antonia Pavesi, consigliere comunale incaricato alla Cultura, «ma anche quello di creare un legame tra genito- ri e figli che passa per la passione per la narrazione». E aggiunge: «Il sostegno di tanti enti pubblici è fondamentale per mantenere iniziative come questa, importanti sotto diversi aspetti: sociale, sanitario e culturale, e per questo di grande successo in tutta Italia». Grazie al primo protocollo, siglato nel 2010, sono state molteplici le iniziative realizzate in questi anni a Verona. Tra le principali: la distribuzione di un kit a tutti i nuovi nati degli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma e la spedizione a casa di tutti i bambini che compiono un anno del libro «Genitori lettori», un volumetto che fornisce preziosi suggerimenti di lettura alle neo mamme e neo papà. Tutti gli enti inoltre hanno dato il via a gruppi di lettura in biblioteca, eventi di informazione per genitori e corsi di formazione per operatori. Un percorso dedicato ai più piccoli che da quest’anno si arricchisce dell’esperienza dell’ateneo scaligero, «ultimo anello fondamentale per chiudere il cerchio dell’iniziativa». • G.COZ.