Lezioni americane

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Lezioni americane
Lezioni americane
A cura di Giuseppe Romaniello
insegnamento
Se vuoi costruire una barca,
non radunare uomini per tagliare legna,
dividere i compiti e impartire ordini,
ma insegna loro la nostalgia per il mare
vasto e infinito.
Antoine de Saint-Exupéry
presupposto
•
•
•
•
un numero – 90 –
un autore – Italo Calvino –
una passione – il jazz –
una necessità – individuare su quali valori
orientare il personale viaggio nel mondo –
perché Calvino
• Per le sue “Lezioni americane. Sei
proposte per il prossimo millennio”
(libro, pubblicato nel maggio del 1988, dopo la
morte dello scrittore, avvenuta nel 1985)
lezioni americane
perché il jazz
• perché è la musica del „900;
• perché è la musica della globalità, della
commistione dell'unione e dalla fusione delle
culture, dell'estemporaneità,
dell'improvvisazione creativa, della reazione alle
difficoltà della vita e della storia.
leggerezza: il volo
• Credo che sia una costante antropologica
questo nesso tra lievitazione desiderata e
privazione sofferta[1].
• [1] Cfr. Italo Calvino, Lezioni americane, Milano,
Mondadori, 1993, p.33
leggerezza: Suibokuga
• Esiste una forma d'arte giapponese che costringe l'artista ad essere
spontaneo. Deve dipingere su un foglio di pergamena sottile e teso,
con una tempera nera e un pennello speciale, tanto che basterebbe
una pennellata innaturale o discontinua per interrompere la linea o
lacerare il foglio. Correzioni e cancellazioni sono impossibili. Questi
artisti devono esercitarsi in una disciplina particolare, quella di
lasciare che l'idea si esprima da sola attraverso le mani, in modo
talmente diretto da escludere l'intervento della volontà.
• …..
• Penso che la convinzione che l’azione diretta sia il più significativo
dei riflessi abbia analogamente portato allo sviluppo di due
discipline straordinarie e rigorose come il jazz e l’improvvisazione
musicale.[1]
[1] Cfr. Bill Evans, A Kind of Blue, New York, Blue Note, 1959, note
di copertina
leggerezza: All Blues
• elementi diversi in un'unica composizione;
• il brano, in tonalità di G, incede come un valzer,
ha la sequenza di accordi che ricorda la
sequenza del blues, possiede una propulsione
ritmica tipica delle sonorità africane.
• il tema è sospeso fra la terza e la quinta
dell‟accordo identificativo (G7), mentre il cuore
della melodia sta in tre note: B, Bb, A.
Semplicità, linearità, leggerezza.
rapidità: la leggenda
• L’imperatore Carlomagno in tarda età s’innamorò d’una ragazza
tedesca. I baroni della corte erano molto preoccupati vedendo che il
sovrano, tutto preso dalla sua brama amorosa, e dimentico della
dignità regale trascurava gli affari dell’Impero. Quando
improvvisamente la ragazza morì, i dignitari trassero un sospiro di
sollievo, ma per poco: perché l’amore di Carlomagno non morì con
lei[1].
[1] Cfr. Italo Calvino, Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo
millennio, Milano, Mondadori Editore, 1993, p. 39
rapidità: l‟anello magico
• A tenere unita la storia non è il desiderio ma
l‟anello magico; l‟anello è il motore che dà ritmo
alla storia e fa passare in secondo piano gli
eventi narrati.
• Gli avvenimenti diventano puntiformi collegati da
un disegno a zig zag che corrisponde ad un
movimento senza sosta.
rapidità: Ornithology
• Il tema è costruito sulle armonie di How high the
moon;
• Al suo interno vi è tutto il mood parkeriano, il
volo dello yardbird, il suo continuo azzardo
stilistico
esattezza
• un disegno dell’opera ben definito e ben calcolato;
• l’evocazione d’immagini visuali nitide, incisive,
memorabili; in italiano abbiamo un aggettivo che non
esiste in inglese, «icastico», dal greco εικαστικόϛ;
• un linguaggio il più preciso possibile, come lessico e
come resa delle sfumature del pensiero e
dell’immaginazione[1]
[1] Cfr. Italo Calvino, Lezioni americane. Sei proposte
per il prossimo millennio, Milano, Mondadori Editore,
1993, pp. 65-66.
esattezza nel jazz
• Velocità, virtuosismo, intensità ed energia
sono gli elementi chiave attraverso i quali
misurare l‟esattezza del jazz, nonostante
l‟incombenza di dover inventare il nuovo in
ogni esecuzione o performance.
esattezza: A love Supreme
• quattro movimenti: Acknowledgement,
Resolution, Pursuance e Psalm;
• una cellula espressiva caratterizzato da una
terza minore, ossia (F – Ab – Bb) e (C – Eb – F),
ossia le note della pentatonica di Ab Maj o di F
min;
Composizione moderna ed arcaica
visibilità
•
Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di
desideri, di segni, d’un linguaggio; le città sono luoghi di
scambio, come spiegano tutti i libri di storia
dell’economia, ma questi scambi non sono soltanto
scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di
ricordi.[1]
•
[1] Cfr. Italo Calvino, Le città invisibili felici ed infelici, in
<<Vogue Italia>>. N.253, dicembre 1972, p.150
Visibilità: Mullingan e Baker
• E’ il gioco di assieme, è il delizioso
contrappunto, sono gli impasti saporosissimi, la
grazia geniale di certi passaggi e di certe
soluzioni, il peculiare e raffinato gusto melodico,
armonico e ritmico, la relaxation insinuante ma
urgente di ogni esecuzione, la squisita
musicalità, insomma, di ogni arrangiamento, che
incantano l’intenditore ed il profano.[1]
[1] Cfr. Arrigo Polillo, Il jazz moderno, Milano, Ricordi, 1958, p.182
molteplicità
• la rete dei possibili;
• in “Se una notte d‟inverno un viaggiatore”
Calvino prova a dare un esempio di quello che
con sorprendente anticipazione sui tempi e sulla
diffusione degli iper-testi –chiama l‟«iperromanzo».
molteplicità del jazz
• Chi abbia fatto una qualche esperienza nel
mondo del jazz lo sa bene. I due parametri che
determinano la congruità di qualsivoglia scelta
stilistica di campo, nell’universo del jazz, sono il
suono e il senso dello swing.[1]
[1] Cfr. Massimo Donà, Filosofia della musica, Milano, Tascabili
Bompiani, 2006, p.177
incompletezza
•
A differenza dell’uomo del territorio che ha la sua certezza nella proprietà,
nel confine e nella legge, il viandante, infatti, non può vivere senza
elaborare la diversità dell’esperienza, cercando il centro non nel reticolato
dei confini, ma in quei due poli che Kant indicava nel “cielo stellato” e nella
“legge morale”, che per ogni viandante hanno sempre costituito gli estremi
dell’arco in cui si esprime la sua vita in tensione.[1]
[1] Cfr. Umberto Galimberti, L'ospite inquietante. Il nichilismo ed i giovani,
Milano, Feltrinelli, 2007, pag.144-145