DIARIO DI VIAGGIO Lunedì 16 marzo La parola del giorno è

Transcript

DIARIO DI VIAGGIO Lunedì 16 marzo La parola del giorno è
DIARIO DI VIAGGIO
Lunedì 16 marzo
La parola del giorno è REALIZZAZIONE.
Questa giornata è iniziata decisamente bene, siamo partiti molto presto la mattina
circa alle 5.15. Il viaggio è stato molto lungo, sembrava non volesse finire mai,
durante il tragitto mi sono divertita moltissimo soprattutto a chiacchierare con i miei
amici Diego e Alessio e con la mia amica Giusy. Quando siamo arrivati a Monaco ci
siamo recati a pranzare in un grande parco al cui centro c’era un laghetto nel quale
nuotavano le anatre. Qui ho parlato con un simpatico ragazzino della mia età, peccato
solo che fosse tedesco e le uniche parole che sapeva dire erano “ciao” e “buongiorno”.
Dopo questa breve sosta ci siamo avviati verso il centro di Monaco, dove abbiamo
avuto il piacere di osservare la Marienplatz dominata dalla Chiesa di Nostra Signora.
Dopodiché le professoresse ci hanno lasciato un po’ di tempo per fare un giro del
centro da soli, questo è stato il momento in cui ho scelto la parola del giorno, infatti,
solo quando io e le mie amiche siamo entrate in un negozio per chiedere delle
indicazioni mi sono resa conto di non essere più in Italia.
Alla sera tutti insieme siamo andati a mangiare alla birreria Hofbrauhaus, dove
abbiamo cenato consumando una cena tipica bavarese. Questa birreria è una delle più
famose al mondo proprio perché qui Hitler ha pronunciato uno dei suoi più famosi
discorsi. La birreria aveva sale molto spaziose e molto decorate soprattutto di colore
oro, nella sala, dove abbiamo cenato c’era anche un piccolo palchetto di legno dove
abbiamo avuto il piacere di assistere a un tipico ballo bavarese.
La sera ero in camera con le mie amiche e insieme abbiamo fatto il bilancio della
giornata, quella era stata una delle più belle giornate vissute insieme, ma… il bello
doveva ancora arrivare!
Martedì 17 marzo
La parola del giorno è: SCOPERTE.
Dopo una breve colazione ci siamo rimessi in viaggio verso Praga, durante il tragitto
ho avuto il piacere di conoscere molte persone nuove soprattutto Povigliesi. Tutti
insieme abbiamo ascoltato la musica e abbiamo giocato a “obbligo o verità” a volte
anche facendo brutte figure con le professoresse. Grazie a queste sei ore di viaggio ho
conosciuto una persona molto importante per me, lui è soprannominato da tutti Lollo,
è n ragazzo molto dolce e simpatico che ha reso questi giorni ancora più belli e vivaci.
Arrivati a Praga, abbiamo visitato il castello Hradcany cioè l’attuale residenza del
Presidente della Repubblica Ceca, dopo aver attraversato il cancello, si arriva in un
piccolo cortile cementato, dove si possono osservare il Palazzo del Presidente e una
Basilica. Attraversando un piccolo portichetto, siamo arrivati davanti al Duomo di
Praga in cui siamo entrati, qui abbiamo potuto osservare uno splendido rosone e delle
vetrate colorate. Dopo queste due visite la guida ci ha fatto vedere la facciata del
palazzo in cui avvenne la defenestrazione di Praga del 1618, il fatto fu causato dagli
scontri tra cattolici imperiali e aristocratici protestanti, a essere defenestrati furono i
cattolici che però atterrarono sul letame, messo sotto la loro finestra da un contadino.
Questa non fu che la terza defenestrazione avvenuta a Praga, la prima risale al 1419 e
la seconda al 1483. Finita questa visita ci siamo recati alla Città Piccola, dove abbiamo
visto la casa dello scrittore Kafka. La sera abbiamo cenato in hotel e successivamente
abbiamo ammirato la piazza di Praga illuminata. Questa è stata la giornata più
interessante di tutte, infatti, mi sono arricchita molto dal punto di vista storico e
culturale.
Mercoledì 18 marzo
La parola del giorno è CONSAPEVOLEZZA
In questa giornata ho scoperto cosa significava essere Ebrei.
Essere Ebrei, durante la Seconda guerra mondiale, significava vivere nella paura. La
mattina ci siamo recati al campo di concentramento di Terezin: questo campo ha una
storia un po’ particolare, era stato inizialmente costruito come una fortezza a scopo
difensivo, ma durante la Seconda guerra mondiale, fu trasformato in campo di
transito, infatti, qui non ci sono camere a gas e le persone che morivano, morivano
per sfinimento e per maltrattamenti inflitti loro dalle SS. Le camere erano piccole e noi
che eravamo in settanta non stavamo in una stanza dove nel 1940-45 stavano più
cento persone. Nella fortezza ho visto numerose piccole stanze ognuna delle quali
aveva un suo scopo, alcune servivano per far cambiare gli ebrei, altre per interrogarli,
altre ancora erano semplicemente gli uffici delle SS. La guida ci ha fatti scendere in un
piccolo condotto sotterraneo, dove venivano buttati i corpi degli Ebrei, usciti, abbiamo
visto il muro con la collinetta, dove avvenivano le fucilazioni dei prigionieri e a fianco
la struttura usata per impiccarli. In seguito abbiamo visitato una piccola stanza nella
quale erano stati messi dei piattini che contenevano terra presa dal suolo di alcuni
campi di concentramento, simbolo di tutti coloro che sono morti a causa delle
persecuzioni naziste. Usciti dalla fortezza, siamo entrati nel cimitero di Terezin, dove il
Parroco di Poviglio ha creato una simulazione di ciò che accadeva nel campo quando
gli Ebrei arrivavano. Ha disposto noi ragazzi in dieci colonne da sette persone poi è
passato tra noi urlando: ” RAUS” e chi veniva toccato dalla sua mano doveva correre e
inginocchiarsi su una lapide del cimitero in cui è sepolto un ebreo. In quei momenti ho
provato un tale senso di paura che i miei occhi non vedevano più la bella mattina
soleggiata, ma vedevano solamente un cielo blu, scuro e gli accompagnatori non
erano più le mie professoresse, ma erano soldati delle SS pronti a spararmi se non
fossi corsa abbastanza veloce verso la lapide. Le mie orecchie non udivano il fruscio
delle foglie al vento, ma udivano solamente le urla del nostro prete e il mio respiro. In
quel momento c’ero solo io e la paura.
Finita, la rievocazione ci siamo avviati verso l’unico forno crematorio, lì ho capito cosa
doveva voler dire entrare nel campo e non uscirne mai più. In seguito siamo tornati a
Praga, dove abbiamo visitato parte della città e alla sera, siamo andati in crociera
sulla Moldava.
Giovedì 19 marzo
La parola del giorno è BELLEZZA
Questa giornata non è stata una delle più entusiasmanti, infatti, dopo aver visitato
Stare Mesto e la piazza di Praga con l’Orologio Astronomico, siamo partiti per
Salisburgo, dove siamo arrivati alla sera tardi. Sull’autobus non mi sono divertita
molto, infatti, non ho parlato poco con i miei amici poiché tutti ci siamo poi
addormentati. La parola di questa giornata è “bellezza” la prima parte della mattinata
l’abbiamo dedicata a visitare chiese meravigliose come la Chiesa di San Nicola oppure
il Quartiere Ebraico dove abbiamo visto due sinagoghe molto belle e il famoso
Cimitero Ebraico. Quest’ultimo ha numerose particolarità, innanzitutto è molto antico
e le lapidi sono una vicino all’altra, perché questo cimitero si trova al centro della città
e, a causa dello scarso spazio, gli Ebrei venivano seppelliti molto vicini tra loro,
quando la superficie a disposizione per la sepoltura terminava, si aggiungeva uno
strato di terra, così si è formato un cimitero su una collinetta.
Venerdì 20 marzo
La parola del giorno è DIVERTIMENTO
Questa giornata è stata una delle più divertenti, infatti, mi sono divertita molto
assieme ad un mio caro amico povigliese con il quale ho visitato la miniera di sale. Lui
è riuscito a calmarmi nonostante avessi un po’ paura di stare sottoterra così a lungo.
Le miniere di sale mi sono piaciute moltissimo soprattutto la traversata con il battello
del piccolo laghetto salato. Mi è piaciuta un po’ meno la parte in cui ci hanno mostrato
un minatore imbalsamato, morto nella miniera, ancora nella posizione in cui era stato
sorpreso dalla frana.
Questa gita mi è piaciuta moltissimo ed è stata un grande passo in avanti per me e
per molti altri miei compagni o compagne che non avevano ancora provato
l’esperienza di viaggiare fuori dall’Italia.
Paterlini Giulia classe 3^ B Brescello.
DUOMO DI PRAGA
CASTELLO HRADCANY
INGRESSO DEL CASTELLO