31.01.2015 Emigrare! quando i giovani talenti lasciano l
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31.01.2015 Emigrare! quando i giovani talenti lasciano l
Emigrare! Quando i giovani talenti lasciano l’Italia. di Ettore Minniti Così titolava recentemente il giornale Afenposton, uno dei maggiori quotidiani di Oslo: in un anno è diventato norvegese. Ha imparato la lingua leggendo “Gente e briganti della città di Kardemumme” (un libro per bambini famoso in Norvegia come Pinocchio in Italia). Edizione del sabato - parte 1 pagine 15-20. Emanuele Lombardo e la sua famiglia hanno dovuto lasciare l’Italia sferzata dalla crisi. Sulla metropolitana, questa settimana, Emanuele Lombardo mostra al piccolo Anders (norvegese, 4 anni) come ha imparato a parlare in norvegese mentre viaggiava avanti e indietro dal lavoro dopo essere venuto in Norvegia. Adesso Lombardo conosce quel libro a memoria. Il giornalista Robert Veiåker racconta del giovane siciliano emigrato dalla sua terra natia per cercare fortuna in Norvegia. “Lui è venuto da solo in questa fredda terra alla fine di febbraio di quest’anno, mentre la moglie e i due figli di tre e sei anni restavano in Sicilia. Emanuele Lombardo (41 anni), alto 173 cm, con capelli scuri e ricci e con un largo sorriso, ha ottenuto un primo lavoro presso un caseificio nella cittadina di Ås. Un lavoro duro, decisamente, una soluzione temporanea, ma pur sempre un lavoro: qualcosa da mettere sul CV e la possibilità di ottenere un codice fiscale norvegese. Ogni giorno viaggiava per due ore con bus e treno per compiere il proprio lavoro, con il libro “Gente e Briganti della città di Kardemumme” su una gamba e un vocabolario elettronico sull’altra. Sul vocabolario, Emanuele ha dovuto carcare ogni singola parola di quel libro: “ Sono... il polizziotto... Bastian... e sono gentile... con tutti...”. Nel pomeriggio viaggiava in senso inverso: altre due ora su treno e bus con libro e vocabolario: “Perché... è così che, io credo,... ognuno... debba comportarsi...”. È così che Emanuele Lombardo ha imparato la lingua. Quando l’Aftenposten lo ha incontrato, alla fine di giugno, era già abbastanza bravo da poter sostenere quasi tutta l’intervista in norvegese”. Non un giovane qualunque dunque, ma una persona con delle qualità straordinarie. Ci si chiede come mai l’Italia, la Sicilia, Siracusa si siano fatti sfuggire un tale talento? Emanuele Lombardo aveva fatto tanti lavori nella sua terra natia: umili lavori, precariato, consulente per ditte di agroalimentari. Malpagato e sfruttato, ai limiti della dignità umana. Nel 2010 la crisi economica ha colpito anche lui e sua moglie Oriana. “Apprezziamo molto il lavoro che hai fatto per noi” si è sentito dire dal suo datore di lavoro di quel tempo, Emanuele Lombardo, che sul curriculum annovera un dottorato di ricerca in Biotecnologie degli alimenti e un master in comunicazione, “ma da oggi in poi dovrai accontentarti di metà dello stipendio che hai percepito fino ad oggi”. E’ questa l’Italia fondata sul lavoro? L’Italia che produce? Quella del Job Act? Della riforma del lavoro? Che ne pensa la deputazione nazionale e regionale del caso Lombardo Emanuele? È così che lui (Lombardo) ha deciso di aprire una propria impresa. Alcuni mesi il guadagno era buono. In altre occasioni era troppo poco. L’anno scorso anche alla moglie, biologa genetista, è stato offerto un contratto a stipendio dimezzato. È stato allora che la coppia non è più riuscita a vedere buone prospettive all’orizzonte e ha preso la difficile decisione: emigrare! A novembre di quest’anno l’Aftenposten aveva scritto: “La condizione economica del Sud Italia va di male in peggio. I giovani partono. L’economia va a picco”. Tutta l’Europa del Sud si trova in queste condizioni ormai da tempo. Dal 2010 sono circa 11.000 le persone registrate come residenti in Norvegia per ragioni di lavoro con provenienza da Italia, Spagna e Portogallo. Le organizzazioni di aiuto sociale dichiarano che i numeri sono in aumento”. Ed è naturale che la destinazione fosse la Norvegia. Emanuele Lombardo aveva già due fratelli qui. Per i primi due mesi è stato ospite del fratello più giovane, poi del fratello maggiore, fino a quando ha pensato “non posso più stare sulle spalle dei miei fratelli”.È stato allora che Lombardo ha fatto il suo avvento in Norvegia. Il fratello maggiore lo aveva aiutato a scrivere e a spedire 70 candidature ad altrettanti colloqui di lavoro. I primi 69 riceventi avevano risposto che lui, purtroppo, in quella occasione non era stato considerato il candidato adatto alla posizione. Il Comune di Oslo, invece, ha risposto: “Venga a incontrarci! Abbiamo voglia di ascoltare che cosa ha da dirci”. Emanuele Lombardo sapeva di non poter bruciare quella occasione. Era quella la possibilità per la quale era stato lontano dalla moglie e dai due figli per tutto quel tempo. In un colloquio di tre quarti d’ora Emanuele ha venduto le sue capacità, le sue idee e le sue soluzioni in un norvegese che aveva imparato sul treno leggendo un libro per bambini. Se non avesse sostenuto il colloquio in norvegese non sarebbe stato selezionato. Invece Emanuele ha ottenuto un contratto per un anno nella posizione di leader del Centro Multiculturale per l’Impresa del quartiere di Grorud”. Lombardo sostiene che i norvegesi sono gente per bene, disponibili e accoglienti. Ma c’è una cosa che dovete sapere di Lombardo: se voi gli date un suggerimento, lui ve ne da in cambio tre. Le sue idee non hanno limiti, e lui le espone con un linguaggio corporeo estremamente convincente. È stato assunto a lavorare al comune di Oslo perché ha affrontato il colloquio in un norvegese più che comprensibile, ma soprattutto perché si è presentato all’intervista con la proposta di un piano dettagliato per lo sviluppo futuro del Centro Multiculturale per l’Impresa del quartiere di Grorud”. “È la prima volta che mi capita una cosa simile!” dice l’uomo che lo ha assunto, il caposezione Jarle Stave Botnen. Il lavoro di Lombardo è tenere corsi di formazione per coloro che intendono aprire un’impresa in Norvegia. Il caposezione del quartiere di Grorud, Jarle Stave Botnen è impressionato da quanto rapidamente e bene Emanuele Lombardo abbia imparato a parlare il norvegese. A proposito del lavoro di Emanuele nell’istruire coloro che hanno avviato un’impresa in Norvegia o che hanno intenzione di farlo dice: - Emanuele è estremamente creativo e riflessivo. Oltre a ciò ha una robusta esperienza personale come imprenditore e una preparazione universitaria davvero rara. A tutti gli effetti rappresenta una risorsa preziosa per il nostro progetto. - Lui è il leader di un progetto orientato al futuro, un lavoro su cui il Comune di Oslo investe molte energie. Il progetto porta ottimi risultati all’interno di un’area d’intervento che riguarda l’intera area della capitale. Grazie a questa iniziativa molte persone comuni hanno l’opportunità di provare a fondare un’impresa solida e a porre le premesse per soddisfare in maniera autonoma le proprie esigenze sotto il profilo economico. Esiste una grande richiesta di mercato per questo servizio, nel tessuto economico del quartiere di Grorud, e c’è un ottimo potenziale di crescita. Il progetto, sotto la guida di Emanuele, da un contributo significativo alla città”. Anche la moglie Oriana, che nel frattempo l’ha raggiunto in Norvegia con i due figli, ha trovato un lavoro a tempo determinato presso l’ Ospedale come biologa per le diagnosi prenatali. I figli fanno passi da giganti nell’apprendimento della lingua, ben inserendosi nel mondo scolastico, come solo i bambini sanno fare; e quando gli chiedono se dovranno tornare presto a casa in Italia, Emanuele Lombardo risponde: “Adesso è la Norvegia la nostra casa”. Intanto, i nonni, in Sicilia, nello scorrere inesorabile del tempo, da una parte sono contenti per quanto realizzato da Oriana ed Emanuele, dall’altra parte si vede solcare sul loro viso una lacrima perché in un solo colpo la loro casa si è svuotata di figli e nipoti e, nel silenzio di quei luoghi, imprecano verso coloro che sono abili venditori di chiacchiere, incapaci di creare migliori condizioni di vita per i figli di questa martoriata terra di Sicilia.