Le Donne nell`Islam

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Le Donne nell`Islam
Le Donne nell’Islam
di “Kevin” analista indipendente d’Intelligence
Sempre seguendo una key issue sugli sviluppi che potrebbero evincersi
dall’analisi geopolitica utilizzando il Complex Networks (già qui
descritto in un precedente mio articolo), nella presente analisi
porgo alla cortese attenzione di questa intelligence community
un’altra prospettiva per osservare l’attualità dell’Islam: le Donne
nell’Islam
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Come la precedente analisi su “i pilastri dell’Islam”, anche la
presente analisi è breve, ma non priva di quei contenuti necessari
per potenziare il nostro campo ottico al fine di raggiungere
un’analisi tout court certamente più complessa, pertanto più utile ed
ottenere quei “fini pratici” nell’analisi strategica d’Intelligence.
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L’atteggiamento dell’Islam nei confronti della Donna è sicuramente
discriminatorio. Ontologicamente, è un essere umano di secondo piano,
che viene dopo l’uomo nella gerarchia delle creature divine,
sottomessa ai suoi doveri, limitata nei poteri non avendo voce in
capitolo sul suo divenire né su quello del suo corpo. Tutto ciò che
la riguarda è ritenuto un tabù. La Donna vale la metà dell’Uomo:
− quando si tratta di testimonianza;
− in caso di eredità la porzione che spetta ad una Donna è, in
generale, la metà di quella di un uomo dello stesso livello di
successione;
− nel matrimonio la donna non figura, ma compare suo tutore.
Il ripudio è un diritto assoluto riservato allo sposo che lo può
attuare semplicemente pronunciando per tre volte la frase “ti
ripudio” in presenza di un testimone 1.
Tuttavia è indubbio che il Corano abbia migliorato lo status delle
Donne rispetto all’epoca preislamica: prima della predicazione sia in
ambiente nomadico sia in ambito urbano predominava il principio del
patriarcato a discendenza maschile che attribuiva al maschio il
possesso della donna. Era diffusa la pratica dell’infanticidio,
limitato alle figlie femmine. Ciononostante nell’Arabia preislamica
le Donne partecipavano attivamente alla vita pubblica, compresa la
guerra e la religione. Di fatto se paragonata alla situazione
preislamica la condizione delle Donne migliorò con l’Islam.
Ai tempi del profeta uomini e donne potevano pregare insieme e si
parla addirittura dell’ esistenza di “imama” (donne imam), che
1
Nel corano tali problemi sono affrontati nelle sure dedicate alle donne (IV) al divorzio (LXV) ed in altri versetti che
trattano problemi quali l'adulterio, il pudore o l'eredità (II; V; VII; XXIV; 31, 60; XXXIII, 30-33, 55, 59; XLIX, 11).
potevano guidare la preghiera. La situazione per la donna si aggrava
dopo la morte del profeta, in particolare con il Califfo Amar
(accusato di misoginia) che inizia a concepire la donna quale “seme
della discordia” oppure ad associare l’idea della “donna corpo” in
grado di suscitare passioni negative.
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All’inizio del XIX secolo le società del Medio Oriente subiscono
profondi mutamenti. L’Occidente penetra economicamente l’Oriente,
nascono i primi stati moderni e si assiste al dominio del
colonialismo delle potenze occidentali. Finalmente la questione
femminile diventa argomento di pubblico dibattito. Per la prima volta
i costumi popolari e i precetti islamici vengono messi in
discussione. La questione femminile acquista importanza e viene
affrontata principalmente dai riformisti egiziani e turchi. L’Egitto
è il primo tra i Paesi arabo musulmani a muovere i primi passi nei
confronti della Donna. Una delle date fondamentali è il 1798 che
segna lo sbarco di Napoleone in Egitto. Avvengono Primi contatti con
l’Occidente che sono soprattutto di natura culturale. Ma il vero
processo di mutamento sociale avviene con Muhammad Ali che nel 1805
diviene Governatore d’Egitto.
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Il suo obiettivo è quello di modernizzare il Paese attraverso riforme
sociali, educative ed industriali. Tuttavia, il merito di un vero
programma di riforma a favore della donna va attribuito all’Imam Al Tahtawi (1801-1873), che dopo un viaggio a Parigi, si rese conto
dell’importanza dell’istruzione femminile e fondò nel 1832 la prima
scuola di medicina per Donne. In un suo libro sulla società francese
raccomandava che le Donne ricevessero la stessa educazione dei
maschi, spiegando che questo era il costume delle nazioni europee. Fu
il primo a porre in connessione la condizione femminile e le
innovazioni tecnologiche e sociali. Muhammad Ali amava molto il libro
di Tahtawi e nel 1870 lo incaricò di scrivere un libro per ragazzi di
entrambi i sessi: “guida sicura per ragazzi e ragazze”. Nel 1873 si
ha l’apertura di una prima scuola elementare femminile. Nel 1974
viene istituita una scuola secondaria.
Uno dei più grandi teologi del mondo musulmano è Muhammad Abduh, che
fu anche uno dei principali teorici della riforma della condizione
femminile: propugna il cambiamento degli usi matrimoniali, di vincere
l’ignoranza e i pregiudizi sull’Islam. Fu probabilmente il primo a
sostenere la tesi, ancora oggi condivisa dalle femministe musulmane,
che fu l’Islam e non l’Occidente a riconoscere la piena e pari
dignità delle donne. Secondo Abduh le regole concernenti le Donne,
come quelle sul divorzio e la poligamia, e altri usi degradanti che
avevano portato le nazioni islamiche a un deplorevole stato di
ignoranza, avevano la loro origine non nell’islam bensì nelle
distorsioni e nelle errate interpretazioni che hanno deformato
l’Islam nel corso dei secoli. Il rinnovamento risiedeva nel ritornare
agli elementi essenziali dell’Islam. Un tale ritorno avrebbe reso
chiaro che il ripudio, la poligamia e la schiavitù non sono
essenziali dell’Islam. La poligamia fu permessa a causa delle
condizioni dell’epoca sebbene la monogamia fosse sicuramente l’ideale
coranico.
Abduh aveva il carisma e l’autorevolezza per proporre tali idee.
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Il vero passo in avanti nella questione femminile si avrà con
l’avvocato Qasim Amin (1865) che pubblica nel 1899 un testo
rivoluzionario “La liberazione della donna”.
Tra le riforme sociali indispensabili e urgenti per garantire il
progresso
dell’Egitto
egli
mette
al
primo
posto
quella
dell’emancipazione femminile e vi si dedica con zelo e determinazione
raccogliendo qualche consenso, ma soprattutto critiche e reazioni
violente da parte degli ambienti tradizionalisti coi quali lotterà
sino alla sua morte avvenuta nel 1908.
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Al giorno d’oggi, il Paese che risulta più all’avanguardia nei
confronti della condizione femminile è la Tunisia ove, a partire
dall’agosto 1956, è in vigore uno “statuto speciale tunisino” ove
vengono
negati
i
condizionamenti
tradizionali
dell’Islam.
In
particolare, la poligamia è vietata, il ripudio è stato abolito (è il
Tribunale a sancire il divorzio che deve essere concesso dietro
richiesta di uno dei coniugi), nel matrimonio ciascuno dei due
coniugi deve trattare l’altro con benevolenza.
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Di rilievo, il fatto che nonostante le timide forme di
confronti delle Donne, si assiste oggigiorno ad un
consuetudini islamiche quali, ad esempio, la tradizione
Egitto, in particolare, sono in aumento le donne che
velo nei luoghi pubblici.
apertura nei
ritorno alle
del velo. In
indossano il