scheda 1 - Santi Vito e Modesto Spinea
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scheda 1 - Santi Vito e Modesto Spinea
B 1 G. Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. D • Se ripenso la mia storia personale, o anche quella comunitaria, ricordo alcuni fa in cui ho sperimentato che l’inizia va del Signore aveva preceduto il mio o il nostro agire? • In quest’anno della Misericordia, che cosa potrebbe diventare “il sicomoro” di Zaccheo per aiutare le persone a incontrare la misericordia di Dio? A Gesù, tu vieni a rivelare agli uomini la gioia del perdono: Benediciamo il tuo santo nome. Gesù, tu fai conoscere il tuo amore a chi si credeva escluso: Benediciamo il tuo santo nome. Gesù, tu vuoi che il vangelo della misericordia sia proclamato ovunque: Benediciamo il tuo santo nome. Gesù, tu fai fiorire i deserti e ci conduci verso terre di gioia: Benediciamo il tuo santo nome. Gesù, tu sei la porta spalancata della misericordia del Padre: Benediciamo il tuo santo nome. M I Dal Vangelo secondo Luca (19,1-10) Primo incontro M Dopo aver esposto la croce al centro dell’assemblea (è l’albero di... ogni Zaccheo!), a ogni partecipante viene consegnato un biglie o (forato ad un lato) sul quale scrivere il nome di una persona, di una situazione, di una realtà... bisognosa di misericordia. Depositare i biglie" a orno alla croce, al termine degli incontri i biglie" di tu" i GdA verranno raccol% e uni% da un cordone per essere appesi ad una croce che, dopo la messa del Giovedì Santo, verrà portata come segno . T. Amen. I O Maria, Madre della Misericordia! La dolcezza del tuo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tu possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Nessuno come te ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fa,o uomo. Tu,o nella tua vita è stato plasmato dalla presenza della misericordia fa,a carne. Nel Magnificat hai proclamato che la misericordia di Dio si estende di generazione in generazione. Tu a,es che essa non conosce confini e raggiunge tu senza escludere nessuno. Non stancar di rivolgere a noi i tuoi occhi misericordiosi e rendici degni di contemplare il volto della misericordia, tuo Figlio Gesù. F M Entrato in Gerico, [Gesù] attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È andato ad alloggiare da un peccatore!”. Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”. P R 1. «Gesù entrò nella ci,à di Gerico e la stava a,raversando... quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, ». Nel vangelo di Luca è l’ul%mo episodio del viaggio di Gesù a Gerusalemme, verso la sua passione e morte. Prima ancora di Zaccheo è Gesù stesso che si me e in cammino verso di lui. È sempre il Signore che prende l’inizia%va, è il suo amore che ci precede . Gerico, le cui mura la rendevano ci à inespugnabile dell’An%co Testamento, ora è visitata dall’amore misericordioso di Gesù e da esso viene espugnata. L’Anno santo della Misericordia è un tempo di grazia per riscoprire Gesù che sempre “entra ...a raversando” ogni miseria umana, anche le più resisten%. Gesù sa che incontrerà Zaccheo, “l’insalvabile per eccellenza”, perché collaborazionista con il nemico invasore, per il quale riscuote il “pubblicum”, la tassa imposta dai romani; ladro, perché chiede più del dovuto e capo di tu" i “pubblicani”. Zaccheo è irrecuperabile per la mentalità religiosa del tempo. Ma Zaccheo, «l’insalvabile, ha l’unica preroga%va richiesta per la salvezza: vede la propria miseria e “cerca di vedere” la misericordia del Signore che passa» (S. Faus%). 2. «Allora corse avan e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, ». Zaccheo non può salire sul terrazzo delle case vicine al passaggio di Gesù, perché nessuno avrebbe accolto in casa sua un peccatore così riprovevole. A Zaccheo non resta che sfidare il ridicolo, per una persona potente e ricca come lui, salendo su di un albero. È una decisione che rivela il profondo e forse ancora oscuro bisogno che Zaccheo ha di incontrare qualcuno che sappia vederlo con uno sguardo di compassione e di fiducia. L’Anno santo della Misericordia potrebbe essere questo “sicomoro” che la Chiesa offre a tu a l’umanità. È quanto il papa suggerisce quando ricorda che «nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimen%, insomma, dovunque vi sono dei cris%ani, chiunque deve potervi trovare un’oasi di misericordia» (MV 12). Noi per primi siamo chiama% a salire su quest’albero del Giubileo, che non può non richiamare quell’albero della misericordia che è la croce di Gesù. Nello stesso tempo lo s%le della nostra vita personale e comunitaria dovrebbe trasformarsi in occasioni per far incontrare il volto misericordioso di Gesù. 3. «“Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua” Il primo “dovere” non è quello nostro nei confron% di Dio, ma quello di Dio nei nostri confron%. È il Signore che “deve” fermarsi a casa nostra. Questo s%le di Gesù ci rivela che Dio non è mosso da secondi fini, ma da una grande compassione per noi. I cosidde" “doveri verso Dio” possono risultare fuorvian% se ci inducono a pensare che tutto dipende da ciò che noi facciamo per Dio. «Invece, centrale nel cris%anesimo è avver%re e accogliere tu o quello che Dio fa per noi. Invece di cercare di dare qualcosa a Dio, è più importante disporsi a ricevere ciò che Lui vuole darci» (Dom Jacques Dupont). Siamo perciò chiama% a vivere il tempo del Giubileo della misericordia come auten%co tempo di “grazia”, in cui diventare atten% ai passaggi di Dio nella nostra vita, per poter accogliere con gioia il suo V ’ ’ ! " Madeleine Delbrêl (1904–1964), conver%tasi in giovane età, scelse di andare a vivere il Vangelo nel quo%diano a Ivry, alla periferia di Parigi. Qui in stre o conta o con i militan% comunis% locali, Madeleine vive l’amore di Dio nelle strade, nei caffè, nei metrò e tra la folla parigina. Il cardinale Mar%ni l’ha definita “una delle più grandi mis%che del XX secolo”. È in corso il suo processo di bea%ficazione. Madeleine avver%va quanto fosse importante acce are d’essere noi stessi i primi bisognosi di misericordia, per poterla a nostra volta ridonare. Ha sempre conservato il ricordo sconvolgente di un gesto di bontà di cui aveva beneficiato. Racconta che si trovava lontana da casa, senza denaro, in uno stato di indigenza. Era stanca e vagava da diverse ore in a esa del treno. “Non mi vergogno di dire – confessa – che mi veniva da piangere, ero straniera e sconosciuta. Si mise a piovere. Avevo fame. Le monete che mi restavano mi facevano capire che cosa avrei potuto ordinare. Entrai in un minuscolo caffè che dava anche da mangiare. La mia scelta cadde su ciò che potevo pagare: un pia o di verdure crude. Le ho mangiate lentamente per renderle più nutri%ve e per dare alla invito a introdurlo nella “nostra” casa. Se ciò avverrà non saremo più quelli di prima. Come Zaccheo diventeremo capaci di trasformare la nostra vita in dono. pioggia il tempo di finire. Di tanto in tanto, i miei occhi si riempivano di lacrime. Ma, ad un tra o, le mie spalle sono state stre e da un abbraccio consolatorio e cordiale. E una voce mi ha de o: “Signora, lei caffè: io pagare”. Ho pensato spesso a questa persona e ho pregato per lei, con una riconoscenza indistru"bile, e oggi quando vado cercando la bontà in carne e ossa, è lei che si impone a me. Infa", ciò che conferisce a questa donna il valore di segno cris%ano e di immagine fedele alla bontà di Dio, è il fa o che è stata buona perché era abitata dalla bontà e non perché ero una dei suoi a livello sociale, poli%co, nazionale, religioso. Ero la straniera, senza un indizio di iden%tà. Avevo bisogno di bontà. Avevo bisogno anche di quella bontà che diventa misericordia e che mi è stata data da questa donna. Per me rimane ancora oggi l’esempio assoluto della bontà, perché io non ero non importa chi e non importa che cosa: ciò che ha fa o è stato de ato dalla bontà che era in lei e che si è riversata su di me. Nel suo a o c’era tu o ciò che la bontà deve essere per essere la bontà, uno dei tra" più importan% della misericordia infinita di Dio”.