“ Correre nella leggenda “ – La Targa Florio Miti ed Eroi popolari

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“ Correre nella leggenda “ – La Targa Florio Miti ed Eroi popolari
“ Correre nella leggenda “ – La Targa Florio Miti ed Eroi popolari dell’automobilismo siciliano
E’ indubbio che la Targa Florio è parte importante ed unica di un immaginario collettivo che trova
particolare radicamento nella identità storica culturale ed antropologica delle Madonie e della Sicilia in
generale.
Anche se le Tribune di Floriopoli sono l’unica cosa rimasta è stata una corsa del tutto particolare nata nel
1906 da una idea geniale di un uomo straordinario , Vincenzo Florio.
Al contrario di molte gare automobilistiche nate agli inizi del secolo la Targa è durata nel tempo, fino al
1973.
The Course of Gentlman –
La gara ha resistito nel tempo sino ai giorni nostri . Nata come una autentica avventura dal sapore
pioneristico, nel cuore stesso della Sicilia nelle Madonie, sulle sue tormentate e tortuose strade, lì
generazioni e generazioni di piloti si sono cimentati ed hanno avuto modo di mostrare tutto il loro valore ed
ardimento a caccia di una vittoria esaltante da ricordare , perché non una sola edizione è sfuggita alla
regola che le voleva memorabili.
La sua unicità è stata da sempre l’unicità e difficoltà del suo percorso che all’inizio misurava ben 148 Km e
poi sarebbe stato diminuito a 108 ed infine a 72 : Un tracciato per uomini coraggiosi e per vetture dalla
eccezionale resistenza meccanica.
Ad inventarla e farla divenire una classica dell’automobilismo mondiale è stato un uomo che ha dedicato
tutta la sua vita alla corsa e a cui aveva dato il suo nome.
Vincenzo Florio erede di un immenso impero economico .
Non saranno infatti ne le guerre ne i dissesti finanziari della sua famiglia a fermare l’intraprendenza di
Vincenzo che alla sua gara si dedicherà sino alla sua morte avvenuta nel 1959.
Vincenzo Florio, gentiluomo a suo agio nei salotti di tutta europa ma soprattutto in quelli di Parigi, aveva
avuto la possibilità di vedere la nascente industria automobilistica francese affermarsi e intuire le
potenzialità di questo nuovo mezzo , non a caso le prime corse da lui organizzate si svolgono a Parigi e
vengono dotate della Coppa Florio.
Nei paesi della Madonie la gente semplice attendeva con allegria l’ingresso di quei mostri rombanti, ma
anche con apprensione lo svolgimento annuale della Targa Florio.
I piloti erano eroi immortali e tali verranno sempre considerati.
A quell’epoca la Sicilia era considerata terra di pastori e briganti ma il cosmopolita Vincenzo decise di
organizzare nelle vicinanze della sua Palermo una corsa dalle mille insidie.
La prima edizione del 1906 aveva un montepremi di 40 mila lire.
A vincere Alessandro Cagno su Itala.
Poi verrà Nazzaro su Fiat ed altri celebrati campioni.
Nei “ ruggenti “ anni venti la Targa diventa terra di conquista della Bugatti. Ma oramai l’avventura si è
trasformata in una vera corsa e… che corsa!.
In prossimità di Cerda fa costruire tribune e servizi all’avanguardia, si chiamerà Floriopoli ed era lì che il
gentiluomo palermitano da splendido anfitrione faceva conoscere ai suoi ospiti l’aspetto migliore della
Sicilia.
Ma è Donna Franca Florio, moglie di Ignazio, suo fratello, che regnerà incontrastata in tutti quegli anni.
Celebrata per la sua bellezza ed eleganza sarà l’impeccabile padrona di casa di un avvenimento sportivo e
mondano che per circa tre lustri vivrà anni di eccezionale fulgore in una atmosfera incredibile e dove i piloti
migliori e le vetture più prestigiose stavano facendo della Targa un evento unico.
Gli assi di quei tempi eroici, esaltati dalle mille insidie del percorso e dal carattere mitico della corsa non
mancavano una edizione della Targa come Tazio Nuvolari o il suo irriducibile rivale Achille Varzi.
Vincenzo Florio capisce che nella sua Sicilia c’è un incredibile scenario naturale che è il circuito delle
Madonie ed ha il coraggio di portarvi queste sue macchine invitando a sue spese gli amici di tutta europa
approfittando delle sue linee di navigazione per portarle a Palermo.
Con il trionfo di Nuvolari proprio nel 1932 si chiude un ciclo irripetibile quella Targa Florio è all’epilogo.
Dopo verrà il triste crac finanziario della famiglia e la corsa trasferita nel Parco della Favorita a Palermo. Ma
non è la Targa.
Anche la gara verrà dimenticata nel turbine del secondo conflitto mondiale. Sembra la fine !!! ma una volta
sbarcati gli alleati e liberata la Sicilia, dalla polvere della guerra risorgono tante speranze fra cui quella di un
gruppo di giovani aristocratici palermitani che si adoperano per rifare la Targa Florio.
Negli anni ’50 La Targa Florio riscopre gli antichi splendori e Vincenzo Florio ritorna protagonista. E’ ormai
un anziano signore capace di vivere senza rimpianti, con l’entusiasmo di sempre riesce a fare ancora una
volta della sua corsa un grande evento sportivo e mondano.
La Targa è ancora sinonimo di eleganza che apre la primavera siciliana.
Nel 1959 si spegne Vincenzo Florio ma non la sua Targa che conoscerà ancora il suo ultimo esaltante
periodo.
E’ la Porsch,e che sulle strade delle Madonie vince e costruisce buona parte della sua leggenda sportiva e
del suo successo commerciale. Solo la Ferrari riesce parzialmente a contrastarla.
Prova del Mondiale Marche diventa ancora più popolare del mondiale F1 allora agli inizi.
Nel giorno della gara oltre 400 mila spettatori si riverseranno lungo i suoi 72 Km .
Gente che arriva da ogni dove . E’ il primo happening sportivo di massa e il pubblico trova i suoi campioni su
cui riversare il proprio affetto.
Il pubblico gia’ ! è il protagonista della Targa con le sue passioni irriducibili e irrefrenabili. Seduti a scrutare
l’orizzonte lontano e percepire le vibrazioni di quei mostri incredibili che mordevano l’asfalto delle
Madonie.
Il primo siciliano protagonista della Targa è stato il barone Antonio Pucci, “Gattopardo della velocità”,
classico Gentlman driver che ha legato il suo nome alla casa di Stoccarda che vince a sorpresa nel 1964.
Ma il vero eroe popolare della Targa Florio è stato Nino Vaccarella il “ Preside Volante “ ad incarnare lo
spirito indomito dei siciliani, che davanti al suo pubblico s’impose per la prima volta nel 1965 in una delle
edizioni più entusiasmanti della corsa siciliana.
Era al volante di una Ferrari 275 P2 in coppia con l’indimenticato Lorenzo Bandini, uniti in un amore cieco
per la Ferrari.
Verranno in seguito i successi della Porsche e saranno ben dieci ma il pubblico continuerà a seguire la gara
con la passione di sempre.
L’Alfa Romeo dell’Ing. Chiti e l’eroe della gente di Sicilia Nino Vaccarella riscalderà ancora il cuore dei
siciliani con due vittorie nel 1971 e nel 1975.
Ma ormai la gara è considerata troppo pericolosa e nelle edizioni finali perderà anche la validità per il titolo
mondiale Marche. Il pubblico però e sempre lì al fianco dei suoi eroi.
A Nino Vaccarella le considerazioni finali : La Targa Florio era un mito, una festa, una leggenda, penso sia
una pagina dell’automobilismo internazionale, basta aprire il libro della Targa Florio, c’è tutta una
enciclopedia automobilistica, dalle case più prestigiose alle macchine più belle ai piloti più importanti in
quella cornice siciliana tipica, al paesaggio agreste unico, con quella passione dei siciliani.
Carlo Ciacomarra