Dipiazza scatta con l`iPad tra fiori, ex e filetti di orata
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Dipiazza scatta con l`iPad tra fiori, ex e filetti di orata
14 MAG 2013 Il Piccolo Nazionale Regionale pagina 16 In senso orario, Mara Piccin si congratula con Franco Iacop, i triestini Franco Codega e Bruno Marini, Franco Rotelli, Luca Ciriani, e i Cittadini Emiliano Edera con Pietro Paviotti Dipiazza scatta con l’iPad tra fiori, ex e filetti di orata In aula l’emozione dei neofiti con parenti al seguito e la nostalgia degli uscenti Riccardi sorride. Ciriani intrattiene i giornalisti. Marini vaga urlando “viva la Dc” le curiosità Ziberna in aula già alle otto, Panontin resta fuori e tra il pubblico spunta Galluccio L’assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin è stato messo educatamente alla porta. I commessi l’hanno bloccato in quanto esterno: «Scusi lei non è un consigliere e oggi non può entrare». Sui banchi delle nove consigliere (in foto Silvana Cremaschi del Pd) sono stati posizionati mazzi di rose colorate. Un identico bouquet è stato sistemato anche sul banco di Debora Serracchiani Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Tanti i volti noti presenti in aula. Dagli ex consiglieri come Franco Brussa e Alessandro Corazza, ai “quasi” consiglieri, come il candidato governatore del M5S Saverio Galluccio. Il primo ad arrivare a Palazzo è stato il consigliere goriziano Rodolfo Ziberna. Il pidiellino ha battuto il record di puntualità varcando l’ingresso del Consiglio addirittura prima delle otto. Apertura 14 MAG 2013 di Gianpaolo Sarti ◗ TRIESTE Le rose sui banchi delle donne. L’appassionata chiacchierata tra Debora Serracchiani e Riccardo Riccardi con lui che sorride e lei che l’afferra per il braccio. La notizia è che l’assessore uscente sorride. La sfilata degli ex: Luigi Ferone, in fondo, non si è mai sentito un Pensionato. I ravioli alla cernia e i filetti di orata al forno per pranzo. Luca Ciriani che parla con i giornalisti. Bruno Marini puntuale. Tu chiamale se vuoi, emozioni. Molti sono perfetti sconosciuti che vestono l’abito bello del primo giorno di scuola. «Nome e cognome», scandiscono le impiegate all’ingresso. Sembra la lista degli invitati a una festa e molti non si sono portati appresso il badge di riconoscimento. «Ma non ce l’hanno nemmeno dato», fa notare Franco Codega. Il primo ad arrivare è il pidiellino goriziano Roberto Ziberna. Batte tutti. Si presenta prima delle otto e quasi esita a varcare l’uscio così presto. Sua pure l’interpellanza lampo che approda negli uffici un minuto dopo il giuramento. Ziberna chiede a Serracchiani di fermare il trasferimento della Briga- Il Piccolo Nazionale Regionale ta Pozzuolo a Bologna. Ne ha già pronta un’altra sull’annosa vicenda dei punti nascita. Non si batte la fiacca, par di capire. In atrio, lungo i “passi perduti” è un incrocio di volti nuovi e meno nuovi. Per qualcuno, forse, si tratta di nostalgia. Ecco Brussa, Santin, Corazza, Baiutti, Menis. E Sasco, che sfoggia una cravatta marroncina in tinta con la poltrona, persa. Nella folla si scorge pure l’ex assessore alle Finanze Pietro Arduini. In platea si fa largo l’ex candidato grillino Saverio Galluccio, giacca e scarpe da ginnastica, prossimo - si dice a entrare nella segreteria del gruppo. “Din-din”. Suona il campanello di Franco Rotelli, il “nonno” dell’aula che dall’alto dei suoi 71 anni si trova a indossare la casacca di presidente pro-tempore di un emiciclo che, nel giro di un paio d’ore, dovrà eleggere presidenti, vice e segretari. Sono le 11 e 09, la prima seduta può cominciare. Senza Paolo Panontin, però. Voleva entrare anche lui sulla moquette verde del parlamentino. «Scusi, non può...», lo respinge una commessa. È la giornata dei consiglieri, non degli assessori esterni. Gli obiettivi dei fotografi e dei cameraman sono pronti a immortalare il momento. Parenti, amici e intere famiglie con bimbi a seguito assistono dagli spalti. L’arena è pienissima. Ognuno degli eletti poteva farsi accompagnare da due persone, non di più, ma qualcuno, vista l’occasione, deve aver chiuso un occhio. Si parte con il giuramento dei 49, dieci in meno della scorsa legislatura, come si nota osservando tra gli scranni del parlamentino: tutta la prima bancata è sparita. Si comincia, dunque, e già ci si aspettava il primo show di Roberto Dipiazza, presente ieri con la compagna, l’architetto Rossella Gerbini. L’ex sindaco di Trieste, 5.768 voti sul groppone, è seduto a fianco a Renzo Tondo e Valter Santarossa. Al bar aveva promesso che avrebbe giurato anche in sloveno, tedesco e friulano. Invece l’imprevisto arriva dal collega di Autonomia responsabile Giuseppe Sibau che vorrebbe usare la lingua della Valli del Natisone per recitare la formula di rito. «Non è consentito», pagina 16 lo stoppa Rotelli. Il giuramento si consuma veloce: chi in italiano, chi ci aggiunge anche il friulano o lo sloveno, come il consigliere della minoranza Igor Gabrovec. «Mi sono emozionato», confessa un grillino. «Mah, io no» irrompe ancora Dipiazza, che chiede una foto ricordo con l’Ipad a Roberto Novelli. «Ho tanta voglia di lavorare perché la situazione è complicata - riprende l’ex sindaco - guardate il Comune di Trieste che ha tagliato il biologico ai bambini... anche se i ritmi non sono quelli che piacciono a me. Non amavo il Consiglio comunale e non amerò quello regionale. Ma ora diamoci da fare». Ieri hanno allestito il Palazzo in tanti pit stop: prima si doveva passare nella stanza delle foto, poi in quella del “trattamento indennitario”, quindi in quella preparata appositamente per verificare eventuali incompatibilità di carica e, infine, nella sala “informatica” per ritirare password e indirizzi e-mail. «Tutto è filato per il verso giusto», sospira a fine mattinata il segretario generale Mauro Vigini. A parte il siparietto di un gruppo di esponenti del “Comitato per la Vita del Friuli Rurale” che, in piena seduta, ha inscenato una piccola protesta con tanto di striscioni, subito ritirati dai commessi». E che dire del burlone Bruno Marini? Andreottiano fino al midollo, è uno dei sopravvissuti all’inchiesta sui rimborsi. Si aggirava per l’aula urlando «Viva la Dc! Viva la Dc!». ©RIPRODUZIONERISERVATA Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Apertura