CRE voto alle Camere depenalizzazione-1 - UNGASS 2016-2019

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CRE voto alle Camere depenalizzazione-1 - UNGASS 2016-2019
VOTO ALLE CAMERE E AL GOVERNO DELLA REPUBBLICA N. 13
“MODIFICHE AL TESTO UNICO DI CUI AL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA 9 OTTOBRE 1990, N. 309, IN MATERIA DI DEPENALIZZAZIONE DEL
CONSUMO DI SOSTANZE STUPEFACENTI, DI MISURE ALTERNATIVE ALLA
DETENZIONE E DI PROGRAMMI DI RIDUZIONE DEL DANNO”.
CREMASCHI, TRAVANUT, LIVA, LAURI, ZECCHINON, GRATTON, DA GIAU,
CODEGA, PUSTETTO, BAGATIN, ROTELLI, MORETTI, MARTINES, PAVIOTTI
Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
PREMESSO che
− tutti i paesi europei stanno riducendo drasticamente l’area della reclusione in carcere, in
vista di alternative alla reclusione orientate alla riparazione e alla riconciliazione piuttosto
che ad una pena detentiva che in molti casi potrebbe essere vendicativa e punitiva, tanto che
solo il 24% dei condannati in Francia o in Inghilterra vive il periodo della pena con la
reclusione in carcere, mentre in Italia l’82% dei condannati è recluso, e solo il 5% usufruisce
delle pene alternative alla reclusione;
− solo il 10% delle persone che attualmente vivono la reclusione è considerata socialmente
pericolosa; che il tasso dei suicidi dentro le nostre carceri è 16, 17 volte superiore al tasso
dei suicidi all’esterno del carcere, più di un terzo delle persone recluse sono condannate per
reati connessi con l’uso di sostanze stupefacenti senza distinzione tra le diverse sostanze e
che la maggioranza di tali persone necessita di interventi terapeutico riabilitativi, oltre che di
una pena riparativa e riconciliativa;
− la Corte Europea per i Diritti Umani nel 2013 ha richiamato l’Italia per le “condizioni
inumane e degradanti”, (lesive dell’art. 3 CEDU) in cui sono costretti i detenuti. La sentenza
richiamava l’Italia a dare una risoluzione rapida ed effettiva al problema “strutturale e
sistemico” del sovraffollamento carcerario dovuto ad un malfunzionamento cronico del
sistema penitenziario italiano e rammenta la necessità di una maggiore applicazione di
misure alternative alla detenzione carceraria e della riduzione al minimo dell’uso della
custodia cautelare in carcere. La situazione di sovraffollamento era allora drammatica, nelle
206 carceri italiane erano presenti circa 66.000 persone detenute, 19.000 in più rispetto alla
capienza;
− il 12 febbraio 2014 la Corte Costituzionale con la sentenza n. 32 ha dichiarato
l’incostituzionalità di alcune parti della legge 21 febbraio 2006, n. 49 "Conversione in legge,
con modificazioni del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 272, recante misure urgenti per
garantire la sicurezza ed i finanziamenti per le prossime Olimpiadi invernali, nonché la
funzionalità dell'Amministrazione dell'interno. Disposizioni per favorire il recupero di
tossicodipendenti recidivi e modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli
stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di
tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309"
(cosiddetta Fini-Giovanardi), in particolare nella parte sanzionatoria della detenzione di
sostanze stupefacenti con alte pene uguali per tutte le sostanze senza distinzione tra droghe
leggere e droghe pesanti;
− è tornata in vigore in parte la legge 26 giugno 1990, n. 162 “Aggiornamento, modifiche ed
integrazioni della legge 22 dicembre 1975, n. 685, recante disciplina degli stupefacenti e
sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”
(cosiddetta Iervolino-Vassalli), così come modificata dal referendum popolare del 1993,
che, tuttavia, a distanza di venticinque anni, mostra una inadeguatezza rispetto alle nuove
tendenze del mercato e ai nuovi modelli di consumo, alle tipologie di interventi sociosanitari
necessari, all’organizzazione della rete dei servizi nel rapporto fra i servizi pubblici e il
privato sociale, al contenimento dell’impatto punitivo sui consumatori e al volume di
criminalizzazione droga-correlato;
− nonostante la diminuzione del numero totale dei detenuti e la conseguente riduzione del
sovraffollamento a seguito delle misure del Governo e alla sentenza della Corte
Costituzionale sulla Fini-Giovanardi la prevalenza dei reati droga correlati rimane assai
elevata: alla fine del 2014, secondo i dati ufficiali del DAP, le presenze per violazione
dell’art. 73 della legge sulle droghe (17.995) rimanevano superiori al 33%, sul totale dei
detenuti, mentre i tossicodipendenti in carcere (13.205) superavano il 24%; circa le sanzioni
amministrative, nel 2013 ci sono state 40.526 segnalazioni ai Prefetti e 16.708 sanzioni sono
state irrogate.
Considerato che
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un Cartello di associazioni che comprende Società della Ragione, Cnca, Antigone, Forum
Droghe, Cgil, Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, Gruppo Abele, Itaca, Itardd,
Lila, Magistratura Democratica e Unione delle Camere Penali, che si occupano di politica
delle droghe, di carcere e giustizia, ha elaborato proposte per una legge che segni un cambio
di passo in sintonia con quanto si muove nel mondo, dopo il fallimento della “war on
drugs”, seguendo un modello bilanciato elaborato in sede europea, ovvero riequilibrando
l’accento dalla repressione penale agli investimenti sociosanitari, secondo il modello dei
quattro pilastri (repressione, prevenzione, trattamento, riduzione del danno);
− nell’aprile del 2016 si svolgerà a New York una Assemblea straordinaria dell’Onu sulla
politica delle droghe (Ungass 2016) e l’Italia potrà assumere un ruolo per un dibattito
“franco e onesto”, come sollecitato da Ban Ki Moon, sulle innovazioni politiche che stanno
avvenendo in molti paesi membri, sostenendo in quella sede riforme per la
decriminalizzazione del consumo personale, per la tutela della salute dei tossicodipendenti.
Considerato inoltre in particolare che la Regione Friuli Venezia Giulia, da sempre particolarmente
sensibile ed attiva sul tema della giustizia riparativa,
− ha firmato in data 27 maggio 2014 un Protocollo con il Ministero della Giustizia ed il
Tribunale di Sorveglianza di Trieste che prevede l’adozione di Misure finalizzate al
recupero e al reinserimento di detenuti con problemi legati alla tossicodipendenza,
l’inserimento per il lavoro all’esterno e lavoro di pubblica utilità, ed il sostegno alle misure
alternative alla detenzione, ed ha istituito a questo scopo un tavolo tecnico con l’obiettivo di
condividere una programmazione degli interventi, tenendo conto dei percorsi trattamentali
interni agli Istituti penitenziari, delle opportunità di lavoro presenti all’interno e all’esterno
degli stessi e del lavoro e dei progetti di pubblica utilità, al fine di realizzare interventi mirati
e finalizzati all’umanizzazione della pena, ad aumentare le opportunità di attività all’interno
delle strutture, ad incrementare le occasioni di accesso alle misure alternative, a ridurre il
numero dei detenuti e favorire il reinserimento sociale;
− ha affrontato con continuità tale problematica sostenendo riflessioni aperte sull’argomento
con numerosi incontri e seminari internazionali anche in conseguenza del Processo
all’organizzatore del festival di musica reggae Rototom, Filippo Giunta (assolto dalle accuse
con formula piena dal Tribunale di Udine);
− ha accolto e condiviso l’invito della Conferenza Regionale Volontariato Giustizia Friuli
Venezia Giulia, che nel convegno “Ri-pensare il carcere per possibili alternative” ha inteso
ricordare con forza l’impegno della Regione verso una giustizia riparativa e conciliativa
formulando, tra le diverse richieste di intervento al Consiglio Regionale, anche quella di
farsi tramite affinché le Camere calendarizzino la discussione della Proposta di Legge in
oggetto.
Tutto ciò premesso, a norma dell’art. 133 del regolamento interno del Consiglio Regionale
FA VOTI AFFINCHÉ
il Parlamento ed il Governo della Repubblica:
1. affrontino lo scottante problema di un ripensamento globale delle pene detentive in Italia e della
definizione in particolare di misure alternative alla reclusione
2. calendarizzino la discussione della proposta di legge Fossati n. 3413 “Modifiche al Testo unico di
cui al Decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di
depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti, di misure alternative alla detenzione e di
programmi di riduzione del danno” depositata in data 10 novembre 2015.