oro, incenso e mirra - think! - 23/12/2010

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oro, incenso e mirra - think! - 23/12/2010
THINK! di Giacomo B. Contri
ORO, INCENSO E MIRRA
Anche questo Natale “vedrà” ripetersi l’infamia infantile “Gesù bambino, divino misterioso
marmocchio che ‘scende dalle stelle’ ”:
terminavo così l’articolo di ieri, cioè sul solito ancien régime in una delle sue incidenze neppure
avvertite.
E’ finita così con il racconto consegnato alla pagina, mentre questa non comincia affatto così:
i doni portati non sono doni sostanziali (orsetti di péluche), bensì omaggi formali a una
costituzione individuale anticipatoriamente riconosciuta già adulta:
diciamo il principio di piacere già integrato nel principio di realtà.
Alcuni della SAP stanno preparando un libro a proposito del “bambino” (virgolette) intitolato
appunto Oro, incenso e mirra, l’unica accoglienza degna per un neo-nato.
Un’accoglienza meritata, se è vero come è vero che un “bambino” a due anni di vita ha superato
Mozart due volte:
infatti in metà tempo ha appreso la “musica” del linguaggio (grammatica e sintassi, fonetica e
fonologia con qualche lacuna fonetica), inoltre si è fabbricato artigianalmente il clavicembalo da
solo (una buona solitudine), il tutto senza istruzione né educazione.
(Osservo tra parentesi, solo per amore di giustizia e non per sentimenti cristianucci - ricordate
“ucci-ucci” ? -, che abbiamo sempre trattato Gesù come un imbecille con buoni sentimenti verso i
“cari bambini” e la loro “bella semplicità”).
Tutto ciò viene subito offensivamente disconosciuto, senza amicizia per il pensiero implicato nel
bambino, e così ha inizio l’ancien régime in cui versiamo tutti.
Ho appena detto tre impossibili (amore, libertà, fede), e che il canale di Panama dell’amore è
l’amicizia del pensiero, nouveau régime che resta impossibile ossia che non cessa di non …
In quella che abbiamo chiamato “Società Amici del Pensiero”, regime dell’impossibile o del
desiderabile, continua a insistere l’ancien régime:
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era già successo ad altri e io non ne faccio una … malattia, perché la malattia è ancien régime.
Non ne faccio una malattia, ma non sono neutrale anzi partigiano, e dunque:
auguri!
Riprenderò lunedì 10 gennaio 2011, dopo che l’anno nuovo 1 sarà stato il solito ancien régime,
ecco perché non ho mai voluto celebrarlo.
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Il Capodanno che meglio ricordo è quello dei miei quattordici anni. Vagabondavo per la città, ormai antica abitudine,
allorché dall’alto, data la consuetudine di gettare dalla finestra cose vecchie, cadde a un soffio dalla mia testa una
vecchia radio (all’epoca pesavano molto). Solo per quel soffio sono qui a raccontarlo.
Ne ho ricavato due morali: 1° attenzione a ciò che viene dall’“alto”, alla ripartizione alto/basso (ancora Platone)!; 2°
attenzione a come si ritiene di farla finita con il vecchio o l’ancien!: almeno due o tre celebri Rivoluzioni hanno finito
facendola finita con molte teste.
La perversione è uno dei modi di farla finita.
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THINK! di Giacomo B. Contri
NATALE 25 dicembre 2011, EPIFANIA 6 gennaio 2012
in anno 155 post Freud amicum natum
Oro incenso e mirra prima del Bar Mitzwah
Il mito, o racconto, di oro incenso e mirra inaugurava, senza alcun successo, l’era della non più
umiliazione dell’umanità, della non più umiliazione del pensiero:
esso annunciava che un bambino è accoglibile con oro incenso e mirra, come adulto sovrano.
Ma non è un mito, è l’enunciazione di un principio, identico al principio di piacere poi di realtà:
che nel bambino si saluti un adulto anticipato:
in greco “vangelo” significa buona notizia, e in effetti questa opportunità è una buona notizia, duramente
disattesa.
Non trovo più strano l’essere considerato un tipo strano:
per il fatto di constatare nei primi inizi del cristianesimo un pensiero nuovo, “buona notizia” perché tale,
subito disattesa:
in ciò la mia stranezza è semplicemente normalità, che si è fatta attendere.
L’idea-base della normalità o buona notizia connessa con l’età anagrafica, era già presente nell’ebraismo:
infatti il Bar Mitzwah significa che a dodici anni per le femmine e tredici per i maschi è ufficialmente
iniziata l’età adulta, senza il medio-evo dell’adolescenza:
Gesù per esempio lo ha celebrato con inaudita chiarezza verso i suoi genitori.
Parlo della patologia del tempo perso adolescenziale (Dostoevskij) sul quale crimine psicologico, come su
altri (capofila l’amore come innamoramento), noi sciagurati cristiani ci siamo buttati con cupo entusiasmo.
Riprenderò lunedì 9 gennaio 2012.
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THINK! di Giacomo B. Contri
ORO, INCENSO E MIRRA (ter)
Eterogenesi dei figli 1
Con il medesimo titolo, ho scritto il primo a Natale 2010 e il secondo a Natale 2011.
Oro incenso e mirra non sono doni, esborsi per il bisogno di un altro che vive di bisogni ciò veicola l’errore della Teoria o credenza che si vive sulla guida del bisogno, o Teoria
dell’uomo-animale -, bensì atti formali di riconoscimento dell’autonoma sovranità di qualcuno
che non abbisogna di doni:
i celebri “Re Magi” non regalano orsetti di peluche, insomma niente Babbo Natale:
Enrico V si è molto arrabbiato quando gli hanno regalato palle da tennis.
Se ci risolviamo a trattare l’uomo (a partire dall’uomo neonato) come figlio, il che io
faccio in seguito a Freud, significa che distinguiamo tra fonti, o tra fonte e causa:
la causa è quella designata dall’espressione “dalla carne e dal sangue”, fusione di due
gameti tradizionalmente per congiunzione sessuale o fecondazione altrettanto tradizionalmente
eterologa2, ossia la causalità naturale (“animale umano”);
la fonte è quella designata dall’espressione “il verbo si è fatto carne”, applicabile al
bambino se solo lo osserviamo nei primi due anni di vita, in cui non deve nulla alla Cultura e
all’educazione se non per le materie fornite dall’esterno, anzitutto fonetiche subito elaborate
autonomamente, coerentemente e consistentemente, come materie prime (chiamo “verbo”
questa facoltà primaria di elaborazione intellettuale e motoria):
e la lingua fu in intellectu e in lingua oris (nel bambino non c’è “problema” mente/corpo):
il figlio è eterogenetico rispetto alla causalità naturale, e lo resterà (anche nella patologia).
Preso come racconto della verità psicologica e non della verità storica, il racconto di Gesù
parla dell’eterogenesi degli uomini-figli:
l’assumerlo come racconto della verità storica ha conseguenze.
I figli hanno sempre parlato del “Padre”, di solito malissimo per il tradizionale equivoco
lessicale tra il papà (con implicazione dei sessi) e il Padre della Legge:
presto vorrei parlare del possesso legittimo – e della sua fonte, ma se ha una fonte si tratta
di eredità –, distinguendolo dalla proprietà.
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“Eterogenesi dei fini” è una felice espressione di successo che dobbiamo a Wilhelm Wundt (1832-1920).
Rammento che in sé l’eterologa è antica come il mondo, o almeno come l’infedeltà coniugale.
Nel caso di Gesù si tratta di eterologa taumaturgica, e incestuosa.
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“Come nascono i bambini?” è la questione di cui Freud ha sostenuto la dignità scientifica:
vorrei rinnovarla a ripartire da quanto precede.
Riprenderò appena dopo l’Epifania, mercoledì 7 gennaio 2015.
Natale 2014 (oggi 22 dicembre)
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