Il laboratorio di Cittadella: l`intervento di restauro delle
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Il laboratorio di Cittadella: l`intervento di restauro delle
ARCHITETTI - Numero 1-2 | Gennaio-Aprile 2013 14 recupero Il laboratorio di Cittadella La città medievale valorizzata dall’attenzione materiale e simbolica dell’intervento di Patrizia Valle – Architetto [email protected] Veduta dall’interno della cinta muraria settore sud-est: particolare del torresino Cittadella, città murata in provincia di Padova, è stata negli ultimi anni un importante laboratorio di restauro, conservazione e valorizzazione di una città medievale. Questo progetto di restauro ha segnato alcuni fondamentali principi attraverso cui intervenire sui beni culturali, attraverso un’attività di “cura” e valorizzazione dell’opera, che ha presupposto un’attenzione non solo materiale, ma anche simbolica, per fare in modo che il monumento sia idoneo al suo ruolo nella società contemporanea. La prima parte dei lavori di restauro del sistema fortificato di Cittadella, partiti tra il 1994 e 1995, è stata completata nell’ottobre 2011 con il recupero dei settori delle mura, posti a sud ovest e nord ovest, da Porta Padova (si veda il n.1/2012 di Architetti) fino a Porta Bassano, e del settore nord-est fino a Porta Treviso, con il restauro delle quattro porte di accesso alla città murata. È stato ultimato di recente il recupero degli edifici pubblici relazionati alle mura: palazzo Mantegna, la chiesa del Torresino, la casa del Capitano, il teatro all’aperto in campo della Marta e il restauro del quadrante sud-est delle mura. Il progetto di restauro ha una valenza urbana, che parte dalla conservazione delle mura per affrontare diversi temi funzionali, legati al recupero degli edifici pubblici, che diventano parte del sistema fortificato. Questo ha permesso di definire nel sistema urbano di Cittadella una musealità diffusa, che attraverso il recupero del cammino di ronda, relaziona molteplici spazi recuperati per scopi sociali ed espositivi, come un filo di Arianna di collegamento in quota di tutta la città. Il recupero del cammino di ronda completamente restaurato su tutti i quadranti, per una lunghezza complessiva di 1460 metri, ha un duplice significato: permette al visitatore di toccare con mano, percorrere un monumento fino a pochi anni fa irraggiungibile, relegato al ruolo di spartitraffico nel caos della città contemporanea, ed è strumento indispensabile per la cura, per la manutenzione e la diagnosi delle patologie, che sono state affrontate nel progetto di restauro, in maniera sistematica, per rallentare il degrado del monumento e che devono essere costantemente monitorate Veduta del paramento dopo l’intervento di ricostruzione della parte sommitale della cortina muraria, settore sud-est Il cammino di ronda restaurato PROGETTO Località: Cittadella – Padova Committente: Comune di Cittadella Progettazione e direzione lavori: Arch. Patrizia Valle Collaboratori: Arch. Anna Cipone Supervisione tecnico-scientifica: Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Ve Bl Pd Tv Analisi: R&C Scientifica S.r.l. HD System S.r.l. Studi statici e strutturali: Ing. Claudio Modena e Ing. Marcello Rosa Imprese esecutrici restauri 2009-2012 settore sud-est: Lares S.r.l., Steda S.p.a. Formulazione e fornitura materiale restauro: HD System, SanMarco Terreal Italia S.r.l., S. Anselmo S.p.a. Foto: Studio Valle nel tempo. Nel quadrante sudest esisteva il problema di dare continuità al percorso a livello del cammino di ronda anche nel tratto di paramento murario crollato, dove quindi la discontinuità muraria risultava molto accentuata. Una situazione diversa rispetto al quadrante nord-ovest, dove l’assenza dell’intera cortina muraria fino alle fondazioni, ha portato all’idea di costruire, alcuni anni fa, una scala Veduta della cinta muraria dal cammino di ronda verso Porta Bassano e la Casa del Capitano Numero 1-2 | Gennaio-Aprile 2013 - ARCHITETTI 15 in legno e acciaio, che definiva di nuovo il limite tra interno ed esterno della città murata e contemporaneamente costituiva un nuovo punto di risalita. In questo caso invece il limite esisteva ancora, e la procedura d’intervento, concordata con la Soprintendenza, prevedeva la sopraelevazione della cortina muraria in laterizio, con mattoni nuovi, con le stesse caratteristiche cromatiche dell’esistente, all’interno della quale è stata realizzata una sottile passerella in grigliato di acciaio corten, sospesa dentro il nucleo, a una quota inferiore, che si raccorda al cammino di ronda tramite dei gradini di discesa e risalita verso la torre e il torresino confinanti. Nel caso della ricostruzione del paramento murario parzialmente demolito la finalità è quella dell’integrazione dell’immagine del monumento, anche se la chiusura della lacuna risponde a esigenze statiche di consolidamento e nel caso specifico di deformabilità del monumento e miglioramento sismico, rispetto alle aspettative di vita del bene culturale. Come per il cammino di ronda, la risarcitura della lacuna è riconoscibile per la tecnica costruttiva Particolare della passerella: vista dell’accesso alla passerella dalla torre adottata e per l’utilizzo di mattoni nuovi posti leggermente sotto livello rispetto all’esistente. Sulla nuova cortina muraria, neutra e volutamente semplificata, per far emergere il rapporto con la parte antica dell’opera, sono stati realizzati una serie di tagli modulari che consentono al visitatore di avere, dall’interno, punti di vista privilegiati orientati sulle principali emergenze urbane e del paesaggio, che rimandano senza cadere in mimesi, alla scansione dell’antico apparato sommitale merlato, riprendendo l’allineamento del cammino di ronda. Si ottiene così effetto gerarchico e di neutralità e leggerezza. Alla gravità delle mura medievali si contrappone la leggerezza della sottile struttura in acciaio a corrosione controllata, semi trasparente, nata per connettere come un ponte, per unire e ancora una volta limens. Questo è l’ ambito del restauro dove “orizzonti di comprensione” (Gadamer) si uniscono, quello in cui l’opera è stata originariamente realizzata e l’orizzonte del progetto, del nostro operare. È così che le vecchie ferite, i punti deboli dell’antica fortezza, che le vicissitudini storiche avevano aperto, diventano i punti di forza della città contemporanea, che ritrova nuova vitalità e energia attraverso la messa in funzione delle sue mura, nella composizione tra antico e moderno. Quello che affascina maggiormente nell’architettura dei castelli e delle fortificazioni è di essere architettura in potenza. Le mura sono un’ architettura latente come una trappola. La trappola è l’archetipo dell’architettura, come la capanna primitiva; essa diventa architettura nel momento in cui scatta per imprigionare la preda. La fortificazione appare nella sua latenza di macchina da guerra, che può diventare architettura. Cittadella possiede il fascino di questa architettura latente in cui non conta se qualche elemento è stato aggiunto o modificato, conta l’unità del sistema, evitando che le mura perdano questa possibilità di essere architettura. Progettare il restauro quindi, intervento che si iscrive nella storia dell’opera, nel suo divenire, nei suoi significanti tutti degni di essere preservati a condizione di poterli interpretare come momenti consecutivi della storia dell’opera. Per informazioni www.vallearchitettura.it Particolare del cammino di ronda: parapetto e integrazione del paramento murario