Testo - Vittimologia
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Testo - Vittimologia
Recensioni Recensione di Roberta Bisi• esamina in questo interessante volume i rapporti tra i fenomeni di dipendenza e la creatività e questo numero monografico della Rivista, dedicato alle “Vittime del fuoco” rappresenta un’ottima occasione per riproporlo. Come il giocatore, che non riesce a staccarsi dal tavolo della roulette, eccitato dal rischio, così l’autrice fu trascinata a scrivere questo Schierse Leonard L., Testimone del fuoco. Creatività e dipendenza, Astrolabio, Roma, 1991, 406 p., 22,72€. libro il cui titolo nasce proprio a partire da un sogno: “Sognai che un incendiario, un ribelle dai capelli rossi minacciava di dar fuoco al Alcuni dei più importanti artisti hanno mio rifugio, una capanna di tronchi d’albero evidenziato che la creatività e i fenomeni di nascosta nella quiete ombrosa del bosco. Ero dipendenza strettamente correlati: in preda alla rabbia anch’io e reagivo con Tennessee Williams asprezza dicendogli che la bruciasse pure. dall’alcool, Jack London e Fassbinder dalla L’insolente vi buttava dentro un fiammifero e droga, Dostoevskij dal gioco d’azzardo, solo l’incendio divampava. Mi rendevo conto che per analista avrebbero dato la colpa a me perché avevo in junghiana, che ha alle spalle problemi di mano un libro che implicava la mia dipendenza dall’alcol, sostanza questa che le responsabilità. Poi dalla casa usciva un uomo fece compiere il suo “viaggio nel mare affabile che mi mostrava una copertina sulla notturno”, riuscendo poi, attraverso una lotta quale spiccava la parola Testimone. Fu lui che per sopportare la fiamma purificatrice della poi salvò la capanna dal fuoco. Di qui il titolo rinascita spirituale, a passare dalla schiavitù di questo libro”. Hemingway citarne sono e alcuni. L’autrice, dell’”Amante Demonio” alla guarigione, • Professore ordinario di “Sociologia giuridica, della devianza e del mutamento sociale”, Facoltà di Scienze politiche “R. Ruffilli” di Forlì - Università di Bologna. Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza Anno 2 - N. 1 – Gennaio-Aprile 2008 1 Linda Schierse Leonard ritrae magistralmente Spaziando nei territori della psicologia junghiana, il rapporto che il dell’analisi soggetto dipendente stabilisce con il mondo, una relazione fortemente oggetti o caratterizzata da da determinate determinati idee, che rappresentano poi il nucleo da cui potranno svilupparsi impianti ossessivi o monomaniacali. letteraria e della filosofia esistenzialista, Linda Leonard indaga la relazione tra dipendenza e creatività nella vita e nelle opere degli artisti così come nei vissuti di donne e uomini comuni che si sono liberati da varie forme di dipendenza. Il loro cammino è, per così dire, caratterizzato da due estremi: da un lato una sorta di autoesaltazione e, dall’altro, l’inevitabile Il tema della creatività viene spesso correlato a frustrazione che, a fasi alterne, alimentano il entità dotate di grande forza attrattiva, che processo creativo che, al pari della dipendenza, suscitano stupore e che offrono una possibilità di chiama in causa tutti i processi di valutazione e di distinzione a coloro che sono coinvolti nel valorizzazione del Sé, di autostima e di progetto processo creativo. Il desiderio è sempre quello di esistenziale con le inevitabili problematiche legate riuscire a far emergere l’insieme dei problemi e alla sfera relazionale e affettiva. Nell’esplorare la delle relazioni, impercettibili allo sguardo, sottesi propria esperienza di dipendenza, l’autrice pone in al processo creativo. D’altro canto tra la fine evidenza come proprio l’abisso, dal quale deriva dell’Ottocento e il primo Novecento, molti uomini la disperazione e la sofferenza, può divenire il di interessanti punto di partenza per trasformare la schiavitù riflessioni sulla singolare coincidenza esistente tra della dipendenza in una vita densa di significato. la sofferenza vissuta da alcuni personaggi A tal fine viene proposto il “programma dei dodici all’apice del travaglio creativo e gli episodi acuti passi”, riportato nell’appendice del libro, in cui i di alcune gravi patologie mentali. primi tre comportano un salto nell’ignoto, nella A questo proposito, basti ricordare Cesare speranza di pervenire ad un modello creativo che Lombroso che nel suo Uomo di genio non esita ad oltrepassi il controllo dell’Io, mentre dal quarto al affermare che: “Come i giganti della statura nono passo, vi è l’impegno a rivedere la propria pagano il fio della loro grandezza colla sterilità e vita che trova una sua concretezza nel decimo e colla relativa debolezza intellettuale e muscolare, undicesimo passo, definiti del “rinnovamento così i giganti del genio pagano il fio della loro quotidiano”, della capacità pertanto di saper potenza intellettuale colla degenerazione e colla mantenere un delicato equilibrio, proprio come follia”. avviene nel processo creativo, tra il desiderio di Genio-pazzia: uno stereotipo frutto di una non smarrire i valori acquisiti e il fermo proposito concezione peculiare del creativo che si ricollega di giungere a forme innovative di pensiero e di alla figura del Romantico, descritta dalla Leonard azione. Il dodicesimo passo è definito del ritorno come una delle più avvincenti, ma pericolose, ed è quello che mostra che anche il buio della della psiche del dipendente. Egli, infatti, nel dipendenza può essere trasformato in vita tentativo di possedere e di perpetuare il senso creativa. scienza avevano condotto della sua unicità lo perde completamente. Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza Anno 2 - N. 1 – Gennaio-Aprile 2008 138