322 NUBE NUVOLA NUBILE NUBE Nùbe (adottato dal

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322 NUBE NUVOLA NUBILE NUBE Nùbe (adottato dal
NUBE NUVOLA NUBILE
NUBE
Nùbe (adottato dal XIV sec), dal lat class NUBES, volg NUBA, con rad SNEUDH coprire attestata nelle aree
iran e celt. Da Nube, gli aggettivi Nùbilo, Nubilòso i composti Nubìfero, Nubifràgio dalla composizione di
NUBE - FRAGIUM (rottura di nube), questo da FRANGERE rompere, sul ricalco di NAVIS-FRAGIUM cui
Naufràgio con Nàufrago.
\ La meteorologia definisce, per convenzione, Nubifragio la caduta di 45 millimetri di pioggia per metro quadrato.\
Dalla variazione lat NEBULA nebbia, dal gr NEPHELE, rad NEBH, attestatasi in area ind, ittica e slava,
derivano i complanari Nèbbia (già dal XII sec) con Nebbiàio o Nebbiòne questo anche fig “fannullone”
attraverso il lat NEBULO, il composto Nebbiògeno, il fig Nebbiòlo o Nebiòlo “sorta di vitigno” snm di Spanna,
Nebbiòso con Nebbiosità, eppoi il fedele al lat Nèbula (ancora dal XII sec) con Nebulàre (anche riferito a Nube),
Nebulizzàre con Nebulizzàto, Nebulizzatòre e Nebulizzaziòne, Nebulòne, Nebulòsa, questo un aggettivo
sostantivato, Nebulosità e Nebulòso eppoi Nubècola o Nubìcola con Nubeculàre dal dim lat NUBECULA.
Nèmbo (dal XIV sec) è dal lat NIMBUM nube minacciosa con Nembòso, il prefissato fig Obnubilare (ved OB in
Obiettivo…) e il composto Nembìfero. In connessione indoeur, il ted conta NEBEL nube, mentre in franc sia
NUE cui il glb Nuance nel valore di “fumatura” sia FRIMAS nebbia cui Frimàio il terzo mese rivoluzionario (21
novembre / 20 dicembre).
Nubiàno è invece il termine alieno relativo alla Nubìa, la regione suddivisa tra l’Egitto 1 e il Sudan.
Egìtto è dal gr ALGYPTOS ellittico del sacrario di Menfi HWT-KA-PTAH a devozione del dio Ptah, cui Egizìaco, Egiziàno, Egìzio, il
composto Egittologìa con Egittòlogo.
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NUVOLA
Il snm Nùvola (letterario) viene dal lat class NUBILIA, semant immutato. Da Nuvola, invece, derivano i vari
Nuvolàglia, il dim Nuvolètta, Nuvolàre, Nùvolo questo sia sostantivo sia aggettivo, e Nuvolòso con Nuvolosità,.
Nuvolàto è per accezione la carta da parati a chiazze simili a nuvole, i prefissati Annuvolàre (AD allativo) con
Annuvolamènto, Rannuvolàre (doppio pref RI iterativo e AD allativo) con Rannuvolamènto e Rannuvolàta, e
Riannuvolàre (RI iterativo). Da Nuvola-Nuvolo discende anche Nùgolo, con la mutazione sett della v in g,
ritoccando finanche il significato originale e semant in “gran numero di..”. fig ispirandosi al polverone-nuvolone
alzato da una moltitudine di soldati a cavallo. Dal celt ARTVA nuvola si vorrebbe far discendere l’onomastico
Arturo ma che altre fonti vorrebbero di genuina italicità dall’etrusco ARTORIUS.
\ Nubi Nuvole
Le nubi, contenitori di vapore acqueo, fluttuano nell’aria, sul nostro capo, sorrette dalle correnti ascensionali; per questo, in
proporzione al loro peso ed alla forza dei venti, si stabilizzano a varie altezze. Orientativamente, iniziando dalle più vicine
alla superficie terrestre, innalzandole gradualmente, si hanno il Cumulonèmbo (ghiaccio, correnti impetuose e carichi
d’energia elettrica, pericoloso per la navigazione aerea, ma fortunatamente visibile ai radar), Cùmulo, Nembostràto, Stràto,
Stratocùmulo, Cirrocùmulo, Cirrostràto e Cìrro. Nello spazio interstellare si chiamano Nubi cosmiche, quelle costituite,
appunto, con materiale cosmico.
NUBILE
Si suppone che non sia spontaneo andare ad immaginare la connessione di Nùbile con Nuvola-Nube, eppure, la
rad SNEUDH è la loro madre comune e - sebbene abbiano seguito percorsi semantici diversi - occorre risalire ai
tempi quando la “non sposata” era coperta, velata, celata agli sguardi, giusto come una nube copre il sole. Il
“coprire la sposa” aveva anche il simbolismo primitivo di “sottrarla alla patria potestà”. Inoltre, il lemma, pur
originato da un’espressione figurata, s’è saldamente semant, grazie alla tradizione della sposa di coprirsi con
veli, poeticamente come una nube. Nubilàto indica lo stato di chi è nubile. Nòzze è il termine inc tra Notte e
NUPTIAE, questo il devb lat dal Pp di NUBERE sposare; linguisticamente elegante l’attinenza con “prima
notte”, cui Binùbo da BINUBUS “al secondo matrimonio”. Il percorso conta ancora Nubèndo e Nubènda “che
sta per sposarsi” dal gerundivo lat NUBENDUS e Connùbio dal lat CONNUBIUM che è l’inc di CONIUGIUM
coniugio (matrimonio) e NUBERE sposare, eppoi Bìnubo con il pref BIS due volte e che vale “che ha contratto
matrimonio per due volte”, Innùba col pref IN negativo inv dal lat INNUBA non sposata.
Il termine Spòso, al fem Spòsa, in complanare con Spònso e Spònsa, non è altro che il Pp SPONSUS del verbo
lat SPONDERE promettere, cui Sposalìzio o Sponsalìzio, Sposàre, Sposàto, Sposerèccio, i dim Sposìna e
Sposìno, eppoi Sponsàle con Sponsàli e, col pref, Rispòndere e Rispòsta, Responsàbile e Responsabilità,
Responsìvo con Respònso e Responsòrio, dal lat RE SPONDERE che sta per ricambiare la promessa. Il termine
Spònsor, contrariamente a quanto si creda, è un falso esot, poiché è dal lat SPONSOR padrino-garante, così
adottato in ingl e riflesso in ital, cui Sponsorizzàre, Sponsorizzàto, Sponsorizzatòre, Sponsorizzaziòne.
Il gr conta NYMPHE per sposa o fanciulla, cui il lat NYMPHA svoltosi nell’ital Nìnfa donde l’aggettivo e
sostantivo Ninfàle dal lat NYMPHALIS, Ninfàggio (che varrebbe Pedofilia) attraverso l’ingl NYMPHAGE con
Ninfeggiàre “atteggiamento smorfioso, eppoi Ninfàlidi, questo Famiglia d’insetti alla quale appartiene Atalànta
sorta di farfalla il cui mome è a ricordo della mitica ninfa Atalanta; Atalanta è anche il nome della squadra
calcistica di Bergamo, cui Atalantìno.
Il percorso prosegue con Ninfòsi (processo d’insetti), fig Ninfèa (pianta acquatica) dal lat NYMPHAEA già gr
NYMPHAIA con Ninfeàcee (la Famiglia); alle Ninfeacee appartiene il Nenùfero o Nenùfaro con le varianti
Nanùfero, Nannùfaro e Nannùfero omologismo dall’ar NINUFAR già persiano NILUFAR, ma vrs connessi alla
rad con il gr-lat NYMPHE-NYMPHA.
Il percorso prosegue con Ninfèo dal lat NYMPHAEUM già gr NYMPHAION sacrario delle Ninfe, il fig
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Ninfètta attraverso l’ingl NYMPHET (adottato dal 1959 grazie al successo del romanzo “Lolita” di V. Nabokov
1899\1977), Ninfomanìa “stato morboso della donna di ricerca sessuale” con Ninfòmane.
Il lemma Nòtte discende dall’ant rad NEGH svoltosi nel gr NYKS NYKTOS, nel lat NOX cui l’accusativo
NOCTEM (da questo, Notte), e la coesistenza dell’omn rad NEG H collegare farebbe pensare alla Notte quale
tramite (collegamento) tra i giorni, donde i derivati quali Nottànte, Nottàre, Nottàta, Notteggiàre, Nòttola,
Nottolàta (di bagordi), Nòttua, Nottùrno questo dal lat NOCTURNUS da tema NOKT-R\N, e le composizioni
quali Acronìttico col gr AKRON estremità, vale “del principio della notte”, Mezzanòtte che sta anche per “parte
del nord” in opposizione a Mezzogiorno, Nottàmbulo con suff AMBULO, Nottetèmpo con suff TEMPO,
Nottilùca o Noctilùca “protozoi dei Flagellati, luminiscenti” e Nottilucènte, Nottìvago, lo strumento Notturlàbio
su calco di Astrolabio, i verbi prefissati Annottàre (pref AD), Pernottàre con Pernottamènto (pref PER
attraverso)
In gr, dal suo termine NYKS notte, il Pipistrello è NYKTERIS il notturno, differenziandosi dal lat
VESPERTILIO (Ved Nord Sud in Ruota…).
Dal gr NYKS NYKTOS l’ital conta il pref NICTO o NITTO adattati cui le composizioni Nictaginàcee o
Nittaginàcee (Famiglia di piante, con AGO che vale Piantaggine), Nictàlopo o Nictàlope o ancora Nittàlopo o
Nittàlope dal gr NYKTALOPOS (con OPS OPOS vista) con Nictalopìa o Nittalopìa1 in opposizione a
Emeralopia, Nictofòbìa, Nictògrafo “apparecchio per ciechi”, ed altre elencati nei rispettivi percorsi, Nictùria
(col gr URON urina) vale “esigenza di minzione notturna”, Nitterìbia o Nitteròlbia (con BIOS vita) vale “uccello
notturno” ma più frequentemente “insetto parassita dei pipistrelli”.
Il termine composto Nictemeràle o Nittemeràle (con EMERA giorno) si riferisce a un fenomeno che presenta
variazioni durante le 24 ore.
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Esempio di Enantiosemia poiché il NYKTALOPOS vale “cieco di notte” ma s’è attestato in “chi vede meglio di notte” vrs da una metaf.
\ Illibata Vergine Pura
La sposa, tradizionalmente, dovrà essere Illibata, Vergine, Pura.
Illibàta, nella sua accezione, non può che essere, termine poeticamente maschilistico, esclusivamente di genere fem - con
pref negativo IN - del termine lat ILLIBATUS, dal verbo LIBARE, inv in ital Libàre “versare-degustare” (omn di Libare
“alleviare”) cui il sostantivo ed aggettivo Libatòrio, Libagiòne o Libaziòne, vrs dal gr LEIBO io verso a goccia a goccia, in
connessione con un supposto rad LEI linimento-fregare (massaggiare), di cui si sarebbero persi i legami, ma rimane fig il
fatto che Libare è un “piacevole linimento alla sete e che massaggia la gola ” , infatti, il lat conta il connesso LIBERE
piacere cui Libènte dal Ppres LIBENS LIBENTIS e un LIBUM che vale “pane addolcito con miele”. Illibata, allora, metaf
sta per “non sorseggiata, non strofinata, non consumata, non goduta (in termini maschilistici)…” . Il percorso prefissato conta
ancora Prelibàre (pref PRE “prima”) cui Prelibatèzza e Prelibàto, Quòdlibet o Quolibet dal lat QUODLIBET ciò che piace
con l’aggettivo Quodlibetàle.
Vèrgine era un elegante qualificativo per una giovane donna, derivante dal lat VIRGO VIRGINIS (Ved Virgola in Segni
ortografici) “fiorente come una giovane pianta, un virgulto”. Questa metaf s’è poi semant in “intatta, inviolata dal maschio”,
subendo una cattiva forma maschilistica. In percorso Vergine quale segno zodiacale, l’aggettivo Verginàle, questo con la
variante Virginàle più fedele al lat e omn di Virginàle “spinetta” le cui sonate erano indirizzate alle vergini, con Virginalìsta;
eppoi Virgìneo o Vergìneo, Virginità o Virginitàde o ancora Virginitàte, infine Vìrgo, fedele al lat, snm di Vergine.
L’onomastica contempla Virginia e l’ipocoristico Virna questo in concorrenza con il gaelico Virna “grandi virtù”, ma il senso
non cambia, eppoi Virgìnio “elemento chimico” relativo allo Stato americano della Virgìnia.
Dopo il nubilàto si è Mòglie, lemma questo dal lat MULIER donna, da ant MULIES, cui l’obsoleto Moglièra, Mulièbre. I
triestini hanno volg Mula per “ragazza”, ma è il termine svolto al fem da un precedente Mùlo “bastardo”, poi passato a
definire “ragazzo” nella forma più mondata.
\ Mulo Asino
Il termine Mùlo, infatti, dal lat MULUS di tema med MULU, è assegnato all’equino ibrido, nato dall’incontro asino-cavalla;
in percorso, Mulàre, Mulattièra con Mulattière, Mulattièro, e Mulàtto questo riversatosi fig nell’uomo (incrocio di pelle
bianca e nera) svoltosi nel snm di Bastardo. Mùlo vale anche fig Testardo cui Mulàggine. Eppoi i fig Mulètto “termine
tecnico”, la locuzione militare Mulo meccanico e il glb sp Muleta “termine da Torero”. Il termine pseudoetim Mulàcchia
“cornacchia”, nasce dall’inc lemmatico di Mulo con Monàcchia questo dal lat volg MONACULA, che vale anora
“cornacchia”, a sua volta il prodotto lemmatico tra il lat MONEDULA gazza con un altro lat volg CORNACULA
cornacchia.
Asino-àsino ò dal lat ASINUS d’origine da tema med ASINO, connesso al gr ONOS, il cui verso Ragliàre-Ràglio è dal lat
volg RAGULARE dalla serie onomatopeica R G R C 1 cui Raganèlla. In percorso Nasèllo “sorta di pesce” (adottato dal XVII
sec) dal dim lat ASELLUS asinello inc fig con Naso, snm di Merluzzo (questo dal XV sec) ed omn del dim Nasello di Naso.
Il lemma Onàgro dal lat ONAGER dal gr ONAGROS è la composizione ONOS AGRIOS asino selvatico questo connesso
con il rad di AK di AKRI acre-agro.
L’ital conta un percorso prefissato con ONO asino, quali Onocèfalo “testa d’asino”, Onoterapìa questo da accostare a
Ippoterapìa “rieducazione fisico-psicologica attraverso l’esercizio dell’equitazione; fuori percorso Onònide “suffrutice delle
Papilionacee” dal gr-lat ONONIS “sorta di leguminosa”.
La locuzione Bellezza dell’asino, rivolta ad una ragazza giovane e bella, pare si sia incredibilmente attestata da un errore di
traduzione dal franc BEAUTE DE L’AGE bellezza dell’età, fraintendendo DE L’ANE dell’asino.
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La serie onomatopeica da R continua con R B Ribòbolo. R MB Ròmbo (lat RHOMBUS, gr RHOMBOS trottola, attestatosi fig in “figura
geometrica”, “sorta di pesce” e “rumore cupo”) cui derivati Ròmba, Rombàre-Rombànte, Rombàzzo, Ròmbico, Rombòide con Romboidàle,
Rombòide con Romboidèo, Ròmbola, i composti Rombencèfalo, Rombododecaèdro (a dodici facce, dal gr DODEKA dodici e HEDRA
base), Romboèdro; Rombare è vrs connesso con Arrembàre, Arrembàggio e Arrembàta dal lat volg RHEMBARI già class REMBARE
appoggiare alla maniera degli sciancati.
R N Ràna (lat inv RANA) con Ranòcchia, Ranùncolo (lat RANUCULA) e Ranuncolàcee (Famiglia di piante cui Aconito-àconito dal lat
ACONITUM già gr AKONITON) e i fig Ranèlla o Rànula, Ranàtra questo composto con il lat ATRAM scura ed indica una sorta di insetto
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emittero che si comporta come una rana sia nel suono simile al gracidare sia perché staziona sugli stagni. R NG Rignàre con Ringhiàre e
Rìnghio (lat volg RINGULARE). R NT Ràntolo con Rantolàre (lat RAGULARE) e Arrantolàto. R NZ Ronzàre con Ronzìo e Ronzòne;
l’omn Ronzòne, quale variante di Ronciòne dal franc RONCIN, vale Stallone non di razza cui anche Ronzìno, vrs sovrapposti a Rozzo, cui
Ronzinante il cavallo di Don Chisciotte della Mancia (romanzo di M. de Cervantes Saavedra (1547/1616) donde un Donchisciòtte con
Donchisciotterìa e Donchisciottìsmo in complanare nel percorso di Spavaldo.
Il lemma glb Zoom è dall’ingl TO ZOOM ronzare svoltosi nel senso di puntare (rapidamente verso un qualcosa) e fig congegno che
avvicina l’oggetto da fotografare cui gli adattamenti ital Zoomàre con Zoomàta o gli omologismi puri Zumàre e Zumàta.
La serie da R, infine, prosegue con R T Ràtto (topo) per l’azione del rodere cui Derattizzàre e Ratticìda questo snm di Topicida e
Rodenticida.
\ \...\ Difatti, il nostro giovanotto possedeva un cavallo così strano, che fu subito notato da tutti; era un ronzino del Bearn, dell’età di dodici o
quattordici anni, dal mantello giallo, con la coda senza crine, ma non senza nocche alle gambe \...\ da “I tre moschettieri” di A. Dumas, Edito
da Carroccio nella prima metà del Novecento.
Il protagonista, D’Artagnan è un GASCON in ital Guascòne, ossia della regione della Guascogna, termine rintracciabile nell’onomastico
Gastone \
\ Celibe Scapolo Marìto Vedovo.
Lo Sposo passa dallo stato di Celibe o Scapolo a Marìto e può diventare un Vedovo.
Cèlibe, dal lat CAELEBS, cui Celibàto, d’ignota etim, a meno che, riflessione d’autore, non ci sia stata un’originale
connessione fig col gr KELES cavallo da corsa (fig che ha le gambe lunghe connesso con SKELOS gamba), cui il termine
Cèlere dal lat CELER con Celerìno e Celerità, Celòce da CELOX nave romana, il superlativo Celerìssimo da
CELERRIMUS, i composti Celerimensùra questo con il lat MENSURA misura, Celerìmetro con Celerimètrico, il prefissato
Acceleràre cui Acceleramènto, Acceleràndo, Accelerànte, Acceleràta, Acceleratìvo, Acceleràto, Acceleratòre, Acceleratòrio,
Acceleraziòne, il chimico Accelerìna (suff chimico INA) i composti Acceleròmetro con Acceleromètrico.
Scàpolo, cui Scapolàggine, è il devb fig dal lat SCAPULARE (EX CAPULARE) liberare dal CAPULUM, questo in ital
Càppio, pertanto, Accappiàre (AD allativo) con Accappiatùra e Accappiettàre dal dim Cappiètto, Incappiàre (IN illativo) e il
verbo Scapolàre vale fig “liberarsi dal cappio”. Termini connessi col gr SKAPOS passato nel lat SCAPUS assicella e il suo
dim SCAPULA, omologati nell’ital Scàpo “fusto di colonna” e termine botanico e zoologico, con Scàpola, o Scàpula, snm di
Omoplata, attestatosi in “osso piatto” cui la composizione anatomica Scapolo-omerale e nel suo aggettvo Scapolàre omn del
sostantivo Scapolàre o Scapulàre (nell’abbigliamento religioso) da SCAPULA e del succitato Scapolare da CAPULUM
cappio.
Marìto, dal lat MARITUS da MAS maschio, nella terminologia agricola, in origine, stava per adolescente e la forma indicava
provvisto di un compagno giovane per i lavori nei campo, in riferimento sia all’uomo sia alla donna. Successivamente s’è
semant nell’attuale ruolo matrimoniale, escusivamente quale compagno della donna, cui Maritàle, Maritàre con Malmaritàrsi
e Malmaritàta. Nel volg romano esiste Maritòzzo (col suff ironico OZZO), un panino dolce, quale simbolo della cerimonia
nuziale, presumibilmente per la forma che ricorda il membro virile; infatti, nel medievo veniva tradizionalmente donato dai
giovani romani alle promesse spose.
\ Un marito si trova per strada, un figlio no (detto dsa Emma, una centenaria. Dicembre 2007). \
Moglie e Marito possono ritrovarsi vedovi. In origine, lo stato di vedovanza spettava unicamente alla donna, pertanto il
termine Vèdovo (corretta accentazione védovo), dal lat VIDUUS, nasce svoltosi dal fem VIDUA cui Vèdova (védova) dalla
rad WIDHE-WA che, ancora più anticamente, stava per la sfornita, in parallelo semantico (Eteronimìa) con Celibe. Lungo il
percorso WIDHE-WA, allora, il termine VIDUA sfornita, priva di… ha assunto il significato luttuoso di rimasta sfornita,
privata, divisa di marito, insomma vittima, passato poi anche al maschio rimasto sfornito, privato della moglie; pertanto,
fedeli alla rad e non, Vedovàggio, Vedovàle o Veduàle o ancora Viduàle, Vedovànza, o Vedovària o ancora Vedovèzza,
Vedovàre, Vedovàtico, il dim Vedovèlla, Vedovìle o Vidovìle o ancora Viduìle, il dim Vedovìna (anche termine botanico
snm di Scabiosa), Vedovità con le varianti Vedovitàte, Vedovitàte, Veduità, Vidovità, Viduità
La rad, a ogni modo, è la stessa di Divìdere dal lat DI VIDERE vedere (pref DI) cui Dividèndo, l’intensivo Divisàre con
Divisamènto e Divisàto, Divisìbile con Divisibilità, Divisionàle, Divisionàrio, Divisiòne, Divisionìsmo (tecnica artistica,
adottato nel 1908, snm di Puntinismo o Neoimpressionismo) con Divisionìsta e Divisionìstico, Divisìsmo, Divìso, Divisòre e
Divisòrio, i prefissati (doppi) Condivìdere con Condivisiòne e Condivìso (pref COM associativo), Indivisìbile questo dal lat
INDIVIDUUS e Indivìso questo dal lat INDIVISUS (pref IN negativo), Suddivìdere e Suddivìso; il tema è del rad WIDWEIDH, cui anche Indivìduo svoltosi dal lat INDIVIDUUS indivisibile cui Individuàre con Individuàbile, Individualìsmo,
Individualìstico questo opposto di Solidaristico, Individualìsta, Individualità, Individualizzàre, Individuaziòne. Il termine
Divìsa è dal franc DEVISE insegna, segno, iscrizione, ma è vrs la connessione con il lat DI VIDERE per il fatto che la divisa
separa (divide) dal resto dei cittadini in comuni abiti civili; pertanto Divisa è il snm di Uniforme.
Il gr conta ATOMOS per indivisibile, quale composizione del pref A privativo con TEMNO taglio, cui il lat ATOMUS e
l’ital Atomo-àtomo con Atòmico, Atomìsmo, Atomìstica e Atomizzàre, con il prefissato Diatòmico (pref DI di DIS due) e la
variante temporale Attimo-àttimo dal lat ATOMUM; pertanto questo cancella l’idea di una connessione rad di ATOMOS
indivisibile con ATMOS vapore cui Atmosfèra.
\ Enterite Meningite
Prefisso LIO Suffisso LISI
Elettricità
I termini Celènteron e Celenteràti (sorta di Invertebrati), sono composti dal gr KOLLOS vuoto e ENTERO intestino,
rintracciabile in Enteràle, Entèrico, Enterìte, Enteròsi, nei composti Enteralgìa, Enterectasìa (col gr EKTASIS distensione),
Enterectomìa, Enterobatteriàcee (Famiglia di batteri), Enterocèle, Enterocettòre con Enteroceziòne, Enterocìto (col suff CITA
cellula), Enterocòlico con Enterocolìte, Enteroepàtico, Enterolitiàsi con Enterolìto, Enterologìa con Enteròlogo, Enteropatìa,
Enteropneùsti (Gruppo di animali marini, col gr PNEIN respirare), Enteroptòsi (col gr PTOSIS caduta), Enterorragìa (col
suff da rad REIK rompere su modello di Emorragia), Enteroscopìa, Enterostenòsi, Enterostomìa, Enterotomìa con
Enteròtomo, Enterotossìna, Enterozòo, nei prefissati quali Dissenterìa con Dissentèrico (pref DYS male), Mesentère o
Mesentèrio (col gr MESOS medio). Da includere la locuzione Cervello enterico, che, secondo studiosi, dovrebbe trovarsi nei
pressi dell’intestino; una sorta di groviglio di nervi che risuona alle emozioni dell’individuo.
ENTERO quale intestino è il derivato di ENTOS dentro, connesso col lat INTERUM, cui Entamèba (con AMOIBE
cambiamento, sta per Genere di protozoi) Entolòma (col gr LOMA frangia), Entòtico (col gr OUS OTOS orecchio e suff
aggettivale ICO), Entòttico (col franc OPTIQUE ottico), Entozòo.
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Enterocele è composto col gr KELE ernia (anche tumefazione) ma che è generico per tumore cui il suff CELE nelle
composizioni quale Meningocèle questo col gr MENINKS MENINGOS cui Menìnge e Meningìte eppoi il metaplasmo
Mirìnge attestatosi quale “membrana dell’orecchio” cui Miringìte, quale Varicocèle questo con il lat VARIX varice.
ENTERO intestino è ancora rintracciabile in Enteròclisi con Enteroclìsma, questo in composizione col gr KLYSIS lavaggio,
connesso con LYSIS da LYO sciolgo cui Lièo “che scioglie”, Lisìna (amminoacido con suff chimico INA),il pref LIO LITO
in composizioni quali Liòfilo, Liofilizzàre e Liofilizzàto, Liòfobo questo in complanare con Idrofobo, Litoceràtidi (fossili, col
gr KERAS KERATOS corno); ancora un suff LITO o LITA dal gr LYTOS solubile-sciolto (omn di LITO pietra) cui Idròlito
(col gr HYDOR acqua), Analìta (composto con Analisi). Eppoi Lìsi con Lìtico (omn di Litico “di pietra”) e un suff LISI per
composizioni quali Anàlisi “scomposizione” con Analìsta con Analìtica, Analiticamènte, Analiticità, Analìtico, Analizzàre
cui Analizzàbile e Analizzatòre, Diàlisi “separazione” (pref DIA), cui Dialìtico, Dializzànte e la composizione medica
Emodiàlisi; Dialisi oltre ad essere un termine medico è anche una figura retorica che indica l’interruzione di un enunciato
mediante un inciso. Il percorso prosegue ancora con le composizioni Elettròlisi o Elettrolìsi (scioglimento chimico mediante
elettricità) cui Elettròlita o Elettròlito, Elettrolìtico, Elettrolizzàre, Elettrolizzatòre e Elettrolizzaziòne, eppoi Idròlisi con
Idrolàsi (suff ASI), Idrolìtico, Idròlito e Idrolizzàre, cui ancora Lisèrgico questo una composizione di Idrolisi ed il franc
ERGOT “fungo della segale” col suff chimico ICO. In connessione il gr conta ancora un LITHRON macchia di sangue cui
l’ital Litràcee (Famiglia di piante) alle quali appartiene la Alcànna omologismi dall’ar AL HINNA attraverso il lat medv
ALCHANNA o Hènna o Enna-ènna direttamente dall’ar.
Paràlisi e Paralìtico con le varianti Parlasìa e Parlètico, cui Paralizzàre e Paralizzàto attraverso il franc PARALYSER, è col
pref PARA che sta per “contrapposizione” allo scioglimento dei muscoli.
Il primo membro di Elettrolisi è da Elettricità, inserito in un ricco percorso lemmatico che vede in testa Elèttro dal gr
ELEKTRON ambra tradotto in lat ELECTRUM, la resina che ha proprietà magnetica se strofinata, cui Elèttrico con
Elettricamènte, Elettricìsta, Elettricità, Elettrizzàre (anche in senso fig “rendere euforico”) con Elettrizzàbile, Elettrizzànte,
Elettrizzàto, Elettrizzatòre ed Eletrizzaziòne, Elettròne (suff fisico ONE) cui Elettrònico, Elettrònica, Elettronicamènte,
Elettro-volt o Elettronvòlt dalla locuzione Elettrone volt (dove Volt è unità di misura elettrica), eppoi l’onomastico Elettra e il
pref ELETTRO adattato per una ricca serie di composizioni quali Elettràuto, Elettrète attraverso l’ingl ELECTRET (con
MAGNET magnete), Elettrificàre con Elettrificaziòne, Elettroacùstica con Elettroacùstico, Elettroaffinità, Elettroanalgesìa,
Elettroanàlisi, Elettrobioscopìa (col gr BIOS vita e SKOPEO osservo-vedo), Elettrobìsturi, Elettrocalamìta, Elettrocapillarità.
Eppoi Elettrocardiografìa con Elettrocardiògrafo e Elettrocardiogràmma, il cui acronimo è ECG, questo evolutosi dal
prototipo del 1868 di J. Bernstein che già era un perefezionamento di precedenti esperimenti, un Galvanometro del 1794 e un
Reotomo del 1849.
Elettrochìmica con Elettrochìmico, Elettrochirurgìa, Elettrochòc (pron sciòc) o Elettroshòck (adottato dal 1942) attraverso
l’ngl SHOCK scossa 1, Elettrocinemàtica, Elettrocinètica con Elettrocinètico, Elettrocoagulaziòne, Elettrocomandàto,
Elettroconvulsìvo, Elettrocuziòne attraverso l’ingl ELETTROEXECUTION in ital Elettroesecuziòne, Elettrodèbole cui la
locuzione Forza elettrodebole, Elettrodeposiziòne in correlazione con Elettroformatura, Elettrodiàgnosi con
Elettrodiagnòstica, Elettrodiàlisi, Elettrodiàpason, Elettrodinàmica con Elettrodinàmico e Elettrodinamòmetro, Elèttrodo (con
suff gr HODOS Via) con Elettròdico, Elettrodomèstico, Elettrodòtto, Elettroencefalografìa con Elettroencefalogràmma,
Elettroerosiòne, Elettròfilo (con Elettrone e il gr PHILOS) in correlazione con Nucleòfilo, Elettrofìltro, Elettrofìsica,
Elettrofisiologìa con Elettrofisiològico, Elettrofluorescènza, Elettrofonìa, Elettroforèsi con Eletrrofoètico (col gr PHORESIS
trasporto), Elettroformatùra in correlazione con Elettrodeposizione, Elettrofòrno, Elettròforo sia “macchina elettrostatica” sia
“Pesce dei Gimnotidi” (col gr PHERO io porto), Elettrofusiòne, Elettrògeno, il geofisico Elettrogètto, Elettrogravimetrìa,
Elettrogrìll (con l’ingl TO GRILL arrostire), Elettrologìa con Elettrològico e Elettròlogo, Elettroluminescènza,
Elettromagnète con Elettromagnètico ed Elettromagnetìsmo, Elettromeccànica con Elettromeccànico, Elettromedicìna con
Elettromedicàle, Elettrometallurgìa con Elettrometallùrgico, Elettrometrìa con Elettròmetro, Elettromiografìa, Elettromotòre
con Elettromotrìce, Elettronarcòsi, Elettronegatìvo con Elettronegatività in correlazione con Elettropositìvo e
Elettropositività, Elettronucleàre, Elettroosmòsi con Elettroosmòtico o Elettrosmòsi con Elettrosmòtico, Elettroòttica (una
variante Elettrottica pare non abbia risposta perché il suono risulta cacofonico), Elettropneumàtico, Elettripòmpa, il biologico
Elettroporaziòne, Elettroretinogràmma, Elettroscòpio, Elettrosiderurgìa, Elettrosincrotòne, il semiomologismo Elettrosmòg,
Elettrostàtica con Elettrostàtico, Elettrostimolaziòne, Elettrostriziòne con Elettrostrittìvo, Elettrotècnica con Elettrotècnico,
Elettroterapìa con Elettroteràpico, Elettrotermìa con Elettrotèrmica e Elettrotèrmico, Elettrotraziòne, Elettrotrèno,
Elettrovalènte con Elettrovalènza, Elettrovàlvola.
Dall’ingl SHOCK scossa, l’ital conta oltre ai glb Shock e Shocking, gli omologismi Scioccàre e Scioccànte o i semiomologismi Shockàre,
Shockànte, Shockizzànte e Shockterapìa, eppoi Elettroshòck o Elettrochòc.con Elettroshockterapìa,
1
\ Anniversari matrimonio
1 anno Nozze di carta
2 anni di cotone
3 anni di cuoio
4 anni di seta
5 anni di legno
6 anni di ferro (o di zucchero)
7 anni di rame (o di lana)
8 anni di bronzo (o di sale)
9 anni di ceramica
10 anni di stagno (o di alluminio)
11 anni di acciaio
12 anni di lino
13 anni di pizzo
14 anni d’avorio
15 anni di cristallo
20 anni di porcellana
25 anni d'argento
30 anni di perle
325
35 anni di corallo
40 anni di rubino
45 anni di zaffiro
50 anni d'oro
55 anni di smeraldo
60 anni di diamante
70 anni di grazia
INCISO ACCIDENTE UCCISO
INCISO
Incìsoè dal lat INCISUM, dal gr KOMMA-KOPTO, Pp di INCIDERE prefissato con l’illativo-intensivo IN e
CAEDERE tagliare - produrre un taglio in... cui Incisiòne, Incisività, Incisìvo, Incisòre, Incisorìa e Incisòrio,
eppoi, col pref CIRCUM Circoncìdere con Circoncisiòne, Circoncìso e l’opposto Incirconcìso (IN negativo). Dal
gr KOMMA l’ital conta Còmma che sta per “virgola” oltre al corrente significato di “parte di un articolo di
legge-capoverso”.
Strumento specifico per incidere artisticamente, familiare a Benvenuto Cellini, è il Bulìno questo un omologismo
dal long BORO cui Bulinàre, Bulinatòre, Bulinatùra e Bulinìsta; da non equivocare con Bolìna o Borìna o,
ancora, Bulina e Burìna, con Bolinàre, omologismo attraverso il franc BOLINE, già ingl BOWLINE, termine
marinaresco composto da BOW prua e LINE linea-cavo; vrs in connessione rad con il glb ingl BOWLING
questo dal verbo TO BOWL far rotolare la palla, dal movimento rotante della prua.
Tornando al lat CAEDERE, il cui gruppo vocalico ae si muta in i per normale passaggio cui CIDERE e si ha col
pref COM Concìdere, Concìso, Concisiòne e col pref DE ablativo Decìdere dal lat DE CIDERE “togliere via”
con Decidìbile e l’opposto Indecidìbile (IN negativo), Decidibilità con Indecidibilità, Decidimènto, Decisiòne
con Indecisiòne, Indecisionìsmo e Indecisionìsta, Decìso con Indecìso e Decìduo “che cade giù” (come il dente
da latte) cui Decìdua (snm di Caduca) con Deciduàle, col pref PRE Precisiòne e Precìso questo con un opposto
Sprecìso (pref S sottrattivo), col pref RE Recìdere o un Ricìdere, Recidìvo, Recisiòne e Recìso, col pref SUB
Succìdere.
Senza i pref, il verbo CAEDERE ha prodotto Cèduo “adatto al taglio” cui Ceduaziòne, Càsso “tagliato”,
Cemènto (rottame da impastare) da CAEMENTUM “pietra grezza” eppoi il fig Cimènto “impasto per saggiare i
metalli preziosi” attestatosi genericamente in “prova” cui il denm Cimentàre e Cimentòso. Il percorso continua
con Cesèllo da CAESELLUM col denm Cesellàre, Cesellamènto, Cesellàto, Cesellatòre e Cesellatùra, il termine
per associazione Cesàrie “capigliatura”, l’aggettivo Cesàreo snm-omn di Cesareo “imperiale”, Cesùra con
Cesuràle da CAESURA taglio cui CAESORIA e l’ital Cesòia con Cesoiàta, Cesoiatòre o Cesoìsta e Cesoiatrìce;
il termine Cesura “taglio” che sta per una decisa pausa all’nterno di un verso, tale da sembrare tagliato in due,
appare sovente snm di Censura relativamente al significato di “valutazione negativa-stroncatura” se non
sovrapposti nell’etim.
Si potrebbero includere Cèspo, dal lat CAESPES CAESPETIS zolla, cui Cèspite “zolla” svoltosi fig in “fonte
di reddito”, Cespitòso e Cespicàre o il prefissato Incespicàre dal lat CAESPITARE, considerando questa, la
zolla, una parte tagliata dalla terra, con il suo collettivo Cespùglio (suff collettivo, dal lat ALIA- ALIAE
traducibile in diversi, tanti), simile a Mischio-Miscuglio, con Cespugliàme (pref AME che estende il già
collettivo), Cespugliàto, Cespugliòso e Cespogliùto. Sematicamente, Incìso è tutto ciò che produce una soluzione
di continuità; in letteratura è la frase indipendente dal costrutto, di norma racchiusa tra parentesi. Nella musica,
Inciso è lo spunto melodico ritmico inserito in una composizione, ma che ne costituisce il nucleo fondamentale.
Incidènte, sia aggettivo sia sostantivo, è dal Ppres INCIDENS del prefissato INCIDERE cui Incìdere “tagliare”
ma anche fig “produrre effetti” cui Incidentàle ossia “ciò che produce una grave soluzione di continuità al
normale svolgimento dell’azione”. Incidente può contenere valore geometrico cui Raggio incidente, di Diritto
cui Dolo incidente e infine rappresenta l’interruzione dell’azione in maniera definitiva e insanabile. Incidente è
quindi una parentesi temporale, che può condurre a conseguenze cui la locuzione giuridica Incidente probatorio,
questo basilare per i successivi dibattimenti, diversamente dell’Interrogatorio questo utile per le indagini.
Accìsa ci ritorna dal franc ACCISE, sortito dal lat medv ACCISIA imposta, derivato dal lat AD-CIDERE
tagliare e stava per Tàglia, oggi Imposta di fabbricazione.
\ Roncare Tagliare Crepare Fendere Lesionare Incrinare Spaccare
Dal rad REUG incidere, ampliato in REUKH, nell’ital pervengono Rònca, Roncàre, Roncatùra, Ronchètto, il dim Ròncola e
Roncolàre, l’accr Roncòne, Rùga (scavo) cui Rugosità con Rugòso e Corrugàre cui la locuzione Corrugare le sopracciglia, il
glb ingl pubblicitario Rough “grezzo”, etim i toponimi di Roncade, cittadina del trevigiano, e di Ronciglione nel viterbese. In
connessione il termine Ràgade dal gr RHAGAS screpolatura. In ingl, quale patrimonio indoeur, ritroviamo il termine
ROUGH ruvido-rozzo cui ROUGHY squamoso.
Vrs in connessione etim, l’ital conta ancora Roncinàto questo dal lat RUNCINA pialla, Rònchio con Ronchiòso del valore di
“sporgenza”, Roncìglio o Runcìglio e Roncigliàre con valore di “uncino”. Rùvido è da RUIDUS questo da un ant RUGIDUS
pieno di rughe, con lenizione totale della g, cui Arruvidìre con Arruvidimènto (AD allativo) e Irruvidìre con Irruvidimènto
(pref IN illativo). Il termine Rònco dal lat RONCHUM già gr RONCHOS vale “rumore di chi russa” cui Roncopatìa; altri
omonimi, d’etim incerta, Rònco “strada cieca” e Rònco “Spinarello, sorta di pesce d’acqua dolce”, vrs coniati da ant
metafore, sarebbero però in riferimento alla forma ricurva della Roncola. L’omn Rùga “bruco” è dal tema med E-RUKA
bruco, vrs connessi con la rad REUG, appunto per il lavorio del bruco. Dal long GRIMM rugoso, connesso col ger GRIM
iracondo (fig dalla mimica grinzosa del viso durante una crisi d’ira), l’ital avrebbe coniato l’omologismo Grìnza, un devb
tratto dal long GRIMMISON corrugare, cui Grinzòso, Aggrinzàre o Aggrinzìre e un volg Grimo che vale Padre o Vecchio
326
dunque “grinzoso”.
In snm o in associazione ad Incidere, troviamo Taglio, Crepa, Fessura, Lesione, Incrinatura, Ferita, Spaccatura, Squarcio.
Tàglio è il devb da Tagliàre, dal lat TALIARE, denm da TALEA getto, punta, dal gr THALLOS fioritura, entrambi dal tema
med TALEA radice, cui Tàlea, Tàllio, Tallìre, Tàllo,
Da Tagliare l’ital conta Tàglia “costituzione fisica”, Tagliàbile, Tagliàndo, Tagliarèllo, Tagliàta, Tagliatèlla, Tagliàto,
Tagliatòre, Tagliatrìce, Tagliatùra, Taglieggiàre con Taglieggiatòre, Tagliènte, Taglière, Taglierìna e Taglierìno, Tagliètto,
Tàglio, Tagliòla, Tagliolìno, Tagliòlo e Tagliòne questo omn dello pseudoetim Tagliòne che è dal lat TALIO, a sua volta
derivato da TALIS tale, e vale come soprannome lat Talione (Taglione) come Marco Porcio Catone (234-149 dC) da
CATUS appuntito e Ovidio Publio Nasone da NASUS naso; questo Taglione sta per “pena” cui la locuzione La legge del
Taglione da assimilare ad Occhio per occhio.
Il percorso continua con Tagliuzzàre e Tagliuzzamènto (col suff di riduzione IZZARE) e i pref, Dettagliàre con Dettàglio,
questi inc con Dètto, ritornato dal franc DETAILLER, Intagliàre con Intàglio, Ritagliàre con Ritaglière e Ritàglio, ol
composto plur Maltagliàti “sorta di pasta”. Il franc conta MORTAISE intaglio attraverso l’ar MURTAZZA, omologato in ital
dal XIX sec con Mortàsa o Mortèsa o ancora Mortìsa cui il denm Mortasàre o Mortesàre con i sostantivi Mortasatòre o
Mortesatòre, Mortasatrìce o Mortesatrìce; Mortasa è sovente associato a Tenone.
Dal franc, ancora, l’ital conta Tàglia da TAILLE quale misura, il glb Tailleur che sta per “(abito da donna) tagliato dal sarto
(uomo)” con un forzato omologismo Tailleurìno.
L’ital conta un serie di composizioni con TAGLIA cui Tagliabòrdi, Tagliabòrse, Tagliabòschi, Tagliacàlli, Tagliacàrte,
Tagliàcque, Tagliacùce, la locuzione Taglia e incolla, Tagliafèrro, Tagliafièno, Tagliafuòco, Tagliafuòri, Taglialègna o
Taglialègne, il marinaresco Tagliamàre, Tagliamènto, Tagliapàsta, Tagliapatàte, Tagliapiètre, Tagliapòggio; Tagliasfòglia,
Tagliasièpi, Tagliasìgari, Tagliastràcci, Tagliatartùfi, Tagliaùnghie, Tagliauòva, Tagliavènto, Tagliazòlle. Il Tagliacàrte ha
avuto la sua popolarità quando i libri erano in vendita con le pagine ancora ripiegate.
Metaf, Tagliare è anche “impedire o censurare”. Tagliare in volg siciliano assume il significato di “guardare”, vrs perché vale
“ritagliare l’immagine dal contesto”; in lingua, corrisponderebbe a Stagliàre con S intensivo-durativo, che semant vale
“tagliare in forma grossolana” ma fig sta per “stralciare l’immagine dal contesto, farla risaltare” con Stagliàto, Stàglio, eppoi
il doppio prefissato (FRA–S) Frastagliàre “tagliare in maniera irregolare” con Frastagliamènto, Frastaglàto con
Frastagliatamènte, Frastagliatùra, Frastàglio cui Frastagliàme (suff AME per collettivi).
Dal franc TRANCHER tagliare deriva il termine TRANCHEE cui gli omologismi Tranciàre e Trància, eppoi Trincèa con le
varianti Trincèra e Trincièra, Trinceramènto, Trinceràto, Trincerìsta e Trinceròne tutti da Trinceràre o Trincieràre inc con
Trinciàre questo però dal lat TRINICARE dividere in tre parti da TRINI a tre a tre, cui Trincettàta, Trincètto, Trinciamènto
o Trinciatùra, Trinciànte, Trinciàta, Trinciàto, Trinciatòio, Trinciatòre, Trinciatrìce e i composti Trinciafòglia, Trinciaforàggi,
Trinciapòllo o Trinciapòlli, Trinciatùberi. Il percorso prosegue con Trìnca attraverso lo sp TRINCA riunione di tre cose cui
l’attestatzione Trincàre attraverso il ted TRINKEN che vale “bere” (per accezione, vino, alcol in genere) vrs in compagnia e
non essenzialmente in tre, cui Trincàta, il fig Trincàto “furbo” attraverso il franc ant TRINCAT, Trincatòre, vrs in
connessione indoeur con l’ingl TO DRINK bere.Nel gergo marinaresco s’è attestato un Trincàre col devb Trìnca che vale
“legare” e “legatura”, vrs in origine “a tre lacci”, cui Trincarìno, Trincatùra.
Crèpa è il devb dal lat CREPARE 1 strepitare attestatosi in scoppiare, spaccarsi, fendere. Nel percorso di CREPARE, l’ital
conta Crepàre con Crepàccio e Crepacciàre, Crepàto, Crepatùra, Crèpo, il prefissato Discrepàre con Discrepànte,
Discrepànza, i composti Crepacuòre col volg Crepacore, Crepapància e Crepapèlle; eppoi Scaraventàre questo da una voce
lat popolare CREPANTARE, il prefissato Screpolàre (S intensivo) con Screpolàto e Screpolatùra dall’incoativo
CREPOLARE cui Crepolàre, Crepitàre da CREPITARE con Crepitaziòne, Crepitìo, Crèpito, Crepitàcolo, Crepùnde, eppoi
Crettàre e Crètto con presunta lenizione in Grètto (fig). L’ital conta ancora un Crepàta, considerato d’etimo incerto, che vale
“operazione abusiva per colorare il vino” ma potrebbe essere un termine volg fig da CREPARE nel senso di “rompere la
genuinità”. Crepùscolo ha un percorso particolare: è il dim lat di CREPUSCUS, aggettivo di CREPUS oscurità, dubbio, cui
Crepuscolàre, Crepuscolarìsmo; vrs il termine è connesso fig con CREPARE nel senso di “rottura, interruzione della luce”
(oscurità) o “interruzione della ragione” (dubbio). Decisamente pseudoetim è Crèpida “sorta di sandalo con altissime suole”
dal gr KREPIS scarpa, cui il fig Crepìdine con Crepidòma (in architettura) attraverso il lat CREPIDO CREPIDINIS orlo,
sporgenza.
Il termine Crepare è usato in alcune espressioni metaf, quale “crepare dalle risate o dalla rabbia” svoltosi volg “morire” e, in
tale configurazione, Crepare vale anche Schiattàre dal lat volg SCLAPPITARE dalla serie onomatopeica SL PP cui Schiattìre
“emettere gridi intensi”, Schiappàre e il devb Schiàppa o Scàppia “scheggia lignea” transitato nel germanico SLAITAN
strappare, questo in macchinosa conessione col got SLAHATA di poco conto-semplice cui Schiètto e Schiàtta questo semant
in ital “stirpe (semplicemente) pura”. Schiàppa vale fig “individuo di poco conto” snm di Sbèrcia devb di Sberciàre
“sbagliare il bersaglio” questo col pref S ”fuori” quale cambio di pref da Imberciàre (IN illativo) “colpire nel segno”;
Sberciàre vale ancora “urlare” cui il mas Sbèrcio “urlo” con il pref intensivo S da Berciàre e Bèrcio con Berciòne che
valgono “urlare-urlo-chi urla” dal lat BERBEX pecora vrs in riferimento agli strilli del pastore per radunare il gregge.
Il termine Prètto, snm di Schietto, è coniato invece dall’inc di Puro con Schietto, oppure ellittico del dim Purètto di Puro. Il
termine Schiantàre nasce dall’inc di Schiattare con Spiantare, cui il devb Schiànto.
Fessùra dal lat FISSURA astratto di FINDERE spaccare, in origine il legno, cui Fèndere, Fenditùra; il long conta SPALT
fenditura eppoi attestatosi in bastione (dalle tante fenditure), svoltosi nell’omologismo ital Spàlto o nel non usato Spaldo,
ricorrente Spàlti “cumulo di terra, gradinate”.
Il percorso prosegue con Fèsso dal Pp FISSUS (o in alternativa Fendùto) n’è il Pp e Fissiòne il nome d’azione cui
Fissionàbile; eppoi i composti Fissìparo (col suff PARO dal lat PARUS di PARERE partorire, vale “riproduzione per
scissione”) e Fissìpedi (col lat PES PEDIS vale Sottordine di mammiferi).
Con i pref, Difèndere, Difènsa con Difensìva e Difensòre, Difèsa, Offèndere ed Offensìvo con Offensìva e Offèsa questi da
OB-FENDERE urtare contro, eppoi Bìfido (BIFIDUS diviso in due parti) in linea con Trìfido (lat TRIFIDUS diviso in
tre sezioni) o Trèfolo (dal volg TRIFILUS); termine glb è OMBUDSMAN difensore civico direttamente dall’ingl, ma di
origine svedese. Nelle lingue ger è passato semant BEISSEN mordere, infatti la rad in comune con FINDERE è l’indoeur
BHEID. Con l’associazione “lavorare sino a crepare (fendersi)” sono stati coniati termini quali Fatiscènte, Fatìca (lat FATIS),
Faticàre (lat FATIGARE)... in correlazione al lat FATISCI che sta per Fendersi; ed è allora pleonastico pronunciare la frase
327
“crepare di fatica” perché basterebbe semant “faticare”. Il prvz ci aveva consegnato AFANAR durar fatica e l’ital si è
ispirato per coniare Affannàre, Affànno con Affannòso e un Anfanàre con Anfaneggiàre coniato con la sovrapposizione di
Affannarsi e Ansare. Il lat conta lo specifico AERUMNA peso-carico in senso fisico cui Erùmna e Erumnòso “Affanno e
Afflitto”
Da FATISCI, ancora, è derivato il prefissato DEFETISCI spossarsi dal cui Pp DEFESSUS spossato, l’ital conta Indefèsso
con l’aggiunta del pref IN privativo e un desueto Defèsso.
Da una primitiva rad LE-I lasciare, l’ital conta Làsso dal lat LAXUS allentato sovrapposto al snm-omn LASSUS stanco, gr
LAPSUS scorrimento (Ved Prefisso IN in Macchia…) e Lène o Lèno (rilasciato e lieve) da LENIS leggero con il rad ridotto
in LE cui Lenìre dal lat LINERE con Lenimènto, Lenità, Leniziòne e il composto Lenificàre; la rad LE-I diversificata in LED ha prodotto il lat LAEDERE colpire cui Lèdere con Lesiòne dal lat LAESIO LAESIONIS cui Lesionàle, Lesionàre, Lesìvo
con Lesività, Lèso e on l’opposto Illèso (IN negativo), la locuzione Lesa maestà dalla locuzione lat CRIMEN LAESAE
MAIESTATIS crimine di lesa maestà, il prefissato Collìdere con Collisiòne. Litùra, infine, sta per cancellazione (lenizione
totale), quale sostantivo astratto del lat LINERE. Il termine gr LENOS sta per torchio e pare l’anello di congiunzione tra la
rad LE-I lasciare e LE-D colpire cui Lenèo questo epiteto di Bacco dio dell’ebbrezza. In area indoeur, con tali rad è connesso
il termine ingl TO SLICE svoltosi in tagliare, cui il glb sportivo Slice “colpo tagliato”nel tennis.
Languìre è dal lat LANGUERE da LAXARE lasciare di rad SLEG ampliata da LE, cui Lànguido da LANGUIDUS con
Languidèzza, Languòre con Languoròso, Lasciàre con Làscito o Lasciamènto, Lasciàta, Lasciàto, Lasciatùra, Làscio, Lascità,
i composti Lasciamistàre, Lasciapassàre, Lasciapodère, e i prefissati Rilasciàre con Rilàscio, Tralasciàre, Làssa attrraverso il
franc LAISSER lasciare, questo anche componimento poetico che abbia una stessa assonanza di rima, Lassàre questo
variante di Lasciare da LAXARE con il Pp LAXATUS cui Lassatìvo, Làsso “allentato” e fig “indulgente” da LAXUS cui
Lassìsmo con Lassìsta, Làsso “stanco” e fig “infelice” da LASSUS cui Lassèzza e Lassitùdine, Lassità da LAXITAS
larghezza, il prefissato Rilassàre da RELAXARE, che vale Rilasciare, con Rilassamènto, cui il glb ingl Relax.
Ulteriormente ampliata in LE-GHU, avrebbe dato Leggèro con Leggièro o ant Leggière e Leggièri, in locuzione sportiva
Peso leggeri, Peso superleggeri o Peso Welter questo in termine glb ingl la cui etim non è rintracciabile; eppoi Leggerèzza,
Leggiadrìa con Leggiàdro transitato dal prvz LEUJAIRIA, eppoi il prefissato Alleggerìre (AD allativo) con Alleggerimènto,
Alleggerìto, Allèggio o Alèggio (snm di Allibo da Lieve) attraverso il franc ALLEGE cui ancora Alleggiàre da ALEGIER
alleggerire con Alleggiamènto. Ancòra, Elevàre (EX fuori) con Elevamènto, Elevatèzza, Elevàto, Elevatòre, Elevaziòne,
Elevòne “sorta di alettone” esot attraverso l’ingl ELEVON da ELEVATOR.
Dalla rad LE(I), ancora, il lat LEVARE alzare, cui Levàre, con Lèva o l’obsoleto Lièva e ancora il fig Lèva “arruolamento”
cui, in locuzione militare, Leva di mare, Leva di terra, Leva dell’aria e un generico Nuova leva “nuova generazione”,
Levàbile, Levàta o Levamènto, Levatàccia, Levatrìce, Levatùra (questo anche fig nel senso di grado o livello), Levànte (dove
si leva il sole) con Levantàra, Levantìna e Levantìno, Levatòio (ponte), Lièvito, questo inc con Lieve, di cui si ha
documentazione già con gli egizi nel 2600 aC con il Lievito madre.
Eppoi l’esot ingl Leverage italianizzato Leveràggio, e i prefissati fig o meno Allevàre (pref AD allativo) con Allevamènto,
Allevàta e Allevatòre con Allevatrìce. Rilevàre da RELEVARE (pref RE uguale a RI iterativo) con Rilevamènto, Rilevànte,
Rilevatàrio, Rilevatòre, Rilevatùra, Rilevaziòne e Rilièvo con Rilievografìa. Sollevàre con Sollevatòre, Sollevamènto,
Sollevaziòne e Sollièvo dal lat SUBLEVARE (pref SUB); Lèva ha assunto fig una seconda attestazione militare
(arruolamento obbligatorio), artistico, culturale e sportivo (affermazione giovanile).La composizione MANUM LEVARE
alzare la mano ha dato origine ai termini ital Mallevàre, Mallevadòre, Malleverìa. L’ital ne ha tratto ancora un pref LEVA
per composizioni quali Levacàpsule, Levafògli, Levanòccioli, Levapùnti, Levatòrsoli.
Incrinatùra, Incrinàto, da Incrinàre, che sarebbe stato il verbo denm da un tardo lat CRENA “fessura, intaglio” sopravvissuto
nel nostro Crèna “tacca”; nulla con l’etim di Crìna, Crinàle, Crìne o Crìno, Crinièra, Crinìto, tutti derivati dal lat CRINIS
testa del monte, metaf i capelli, la chioma CRISNIS, la cui variante avrebbe condotto a CRISTA-Crèsta, cui Crestàia,
Crestàto. IL gr conta LOPHOS per cresta-pennacchio-ciuffo cui il percorso ital Lòfidi (Famiglia di pesci) con Lofifòrmi
(l’Ordine) e Lofobrànchi (altro Ordine) snm di Singnatifòrmi, Lofòcero (sorta di uccello africano, col gr KERAS corno),
Lofòforo (coil gr PHOROS che porta), Lofòte dal gr LOPHOTOS crestato, Lofòtrico (col gr THRIKS TRIKHOS pelo.
Il lat conta IUBA per criniera, svoltosi nel volg JUBBA, cui l’ital Giùba o Giùbba con Giubbàto. L’ital Giùbba quale capo di
vestiario, con Giubbètto, Giubbìno e Giubbòtto, è invece inv dall’ar GIUBBA sottoveste.
Spaccàre è l’omologismo di genesi long, da SPAHHAN fendere, quindi non conterrebbe il pref lat-ital sottrattivo S, cui
Spaccàta snm di Scoscio nella danza, Spaccàto, Spaccatùra, il fig Spaccòne con Spacconàta, in complanare con l’omologismo
franc Guascòne (dal XIV sec) da GASCON, cui Guasconàta da GASCONNADE, eppoi Guasconàggine o Guasconerìa, in
senso fig da Guascone relativo al toponimo franc Guascogna, glb da A. Dumas nel romanzo “I tre moschettieri” in
riferimento a D’Artagnan originario della Guascogna; il perf S sottrattivo è contenuto invece nell’evitabile omn Spaccàre
“disfare il pacco”, ispirato da Impaccàre col pref IN illativo, con ancora Spacchettàre da Pacchetto. Denm da QUARTUS
quarto, i latini coniarono EX-QUARTARE ridurre in quattro pezzi con pref EX estrattivo, cui Squartàre e Squatràre (con
metatesi), Squartamènto, Squartatòio, Squartatòre, Squartatùra, il devb Squàrto, il composto Squarciafògli (ant termine per
“relazione”); dal lat volg EX-QUARTIARE, e questa volta con pref EX dispersivo, l’ital ha aggiunto Squarciàre cui
Squarciamènto, Squarciatùra, Squarcìna “coltellaccio”, il devb Squàrcio, i composti Squarciagòla e Squarciasàcco solo nella
locuzione A squarciasacco “sguardo iroso”.
L’assonanate Squarquòlo, invece, è connesso con l’onomatopeico Scaracchiare.
1
Il percorso di CREPARE avrebbe origine dalla serie onomatopeica KR KR-CR C-CR P-CR V, donde Cric cui Crìcca, Criccàre e Crìcchio
con Cricchiàre, Scricchiàre e Scricchiolàre questo con le varianti Sgrigiolàre e Sgrigliolàre, Crosciàre e Scrosciàre cui Scrosciànte e Scròscio
o la variante toscana Stròscia o Stròscio con Strosciàre, il verso del gallo Chicchirichì. Cornàcchia (snm Gràcula), cui Cornacchiàia e il fig
Cornàcchio “proiettile rumoroso”, dal lat volg CORNACULA, già gr KORONE, con il snm in Cornìce o Còrnice dal class CORNIX già gr
KORONE cornacchia, questo, con accento piano Cornìce, curiosamente tradotto nel XIV sec anche nel significato corrente cui Corniciàre
meglio Incorniciàre (pref IN illativo), Corniciàio, Corniciàme (suff AME collettivizzante), Corniciatùra meglio Incornicitùra, Cornicìna e
Corniciòne. Cornice è fig parte letteraria inquadrata da collegare ad altra o altre; quali le Cornici del Purgatorio.
Il percorso onomatopeico prosegue con Còrvo dal lat CORAX già gr KORAKS, con la variante Còrbo (la cui vita media è di 69 anni) donde
Corbàccio o Corbàcchio con i fig Corbacchiòne o Corvacciòne eppoi Scorbacchiàre con Scorbacchiamènto e Scorbacchiatùra. Da CORAXCorvo si ha Coracifòrmi (l’Ordine degli uccelli) al quale appartengono i Momòtidi questo attraverso lo sp MOMOTO ma di genesi indigena
sudamericana, Còrvidi (la Famiglia cui la Gazza e la Cornacchia), Crocidàre, Crocidìo e Nictìcora o Nittìcora “corvo notturno” col gr NYKS
NYKTOS notte; dalla serie onomatopeica lenita GR C, ci vengono ancora Gràcchia o Gràia (snm di corvo) con Gràcchio (uccello al mas)
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attraverso il prvz GRALHA cui Gracchiàre con Gracchiamènto, Gracchiàta, Gracchiatòre e Gràcchio o Gracchìo, Gracidàre con
Gracidamènto e Gracidìo dal lat GRACITARE (verso dell’oca), Gracilàre (verso della gallina, snm dell’onomatopeico Croccolare altrimenti
detto Chiocciare o Crocchiare o Gorgogliare per i liquidi) connesso col gr KRAZO grido. Il termine Gràcula è dal lat inv GRACULA snm di
Cornacchia.
Il lemma Cricèto, cui Cricètidi (la Famiglia), non entrerebbe nei derivati onomatopeici, poiché è dal lat CRICETUS attinto al boemo
KRECEK, pertanto è un omologismo indiretto; però, nulla vieta di credere ad un’origine della serie KR. Tra i Cricetidi si conta il Gerbìllo,
omologismo dallo sp GERBILLO; fuori percorso Gerbèra “sorta di pianta” il cui none è ispirato al naturalista T. Gerber (XVIII sec).In area
glb, si conta l’ingl Hamster che sta per Criceto dorato e, in estensione, per la sua pelliccia; termine questo però di genesi slava già iran e che
pare risalga all’avestico HAMASESTAR in connessione fig.
ACCIDENTE
Accidènte, Accidentàccio e Accidentàle, l’interiezione Accidènti! con la variante tabuistica Accipìcchia! sono i
composti di AD e CADERE, variante volg di AD CIDERE, donde Accadère, il cui pref allativo AD imprime il
senso di “avvenimento improvviso e spiacevole”; seguono Accidentalità, Accidentàrio, Accidentàto, Accìdere
(volg di Uccidere) e le imprecazioni Accidèrba! Accidèmpoli! il primo composto eufemisticamente con Erba, il
secondo addirittura con la città di Empoli, questo vrs dai tempi delle rivalità comunali, similmente alla frase
“Meglio avere un morto in casa che un marchigiano (o pisano o altro) alle porte”. Occidènte “cadente contro
l’orizzonte”, il punto dove tramonta il sole, deriva dalla composizione lat OB-CADERE, cui Occàso e Occìduo.
Nella teologia medv CAEDIA era lo stato di malinconia e di decadimento sprirituale. Con il prefissato
OCCIDERE (OB CIDERE), cui il supino OCCASUM, l’ital ha ricavato Occasionàle, Occasionalìsmo e
Occasiòne da OCCASIO OCCASIONIS nel senso di “opportunità” (che cade all’improvviso), cui Cagionàre,
Cagiòne, Cagionèvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, e Cagionevolèzza (anche nel
senso fig di colpa o malattia) con attestazione sett del gruppo sio in gio. Con il prefissato PROCIDERE (PRO
CIDERE) cadere innanzi l’ital conta Procidènza (adottato dalla metà del XVI sec) snm di Prolasso (dal XVIII
sec).
\ In termini filosofici, Accidente è l’opposto di Sostanza, questo da intendere “ciò che è in sé e per sé”.\
Altri prefissati Decadère o Dicadère dal lat DE CADERE con Decadènte, Decadentìsmo, Decadentìsta,
Decadentìstico, Decadènza, Decadimènto o Dicadimènto e Decadùto o Dicadùto, Scadère dal lat EX CADERE
con Scadènte, Scadènza, Scadenzàre, Scadenzàrio, Scadimènto, Scadùto.
Il percorso semplice conta quindi Cadère con Cadùta e Cadùto, Cadènza e Cadenzàto, Caditòia, Cadùca (snm di
Decidua) con Cadùco da CADUCUS cui Caducàre, Caducaziòne, e Caducità, i composti Caducicòrni (snm di
Plenicorni), Caducifòglio; il gr conta lo specifico PIPTO io cado cui il linguistico Diptòto dal gr DIPTOTOS
“sostantivo con una terminazione che vale per due casi” (col pref DIS due volte) e vrs il volg mer Pipito “peto”
con l’accr Pipitone in senso fig “far cadere un peto”.
Il lat CADERE, nel significato di cadere, s’è svolto nel volg CASARE cui CASUS caduta e l’ital Càso “ciò che
cade” (in circostanza fortuita) con Casàccio e la locuzione A casaccio, Casìsta o Casuìsta attraverso il franc
CASUISTE gia sp CASUISTA con Casìstica o Casuìstica, Casuàle cin Casualìsmo, Casualità, Casualizzàre e
Casualizzaziòne, e il glb Casual, la locuzione lat corrente Casus belli “caso di guerra” ossia “il motivo”; termine
alieno Casoàrio o Casuàrio “sorta di uccello” dei Ratiti cui Casuarifòrmi (l’Ordine) al quale appartiene Emù
uccello simile allo struzzo, di voce australiana attraverso il franc EMEU. Da CASARE poi, il lat conia
CASICARE, donde l’ital Cascàre col prefissato Ricascàre ed un sostantivo fig Ricàsco (pref RI iterativo), eppoi
Cascàggine “rilassamento”, Cascàme (suff AME per collettivi), il composto fig Cascamòrto, Cascànte,
Cascatìccio, Cascàto con Cascàta; la più spettacolare cascata al mondo è la Cascata del Niagara ripartita in
Cascata americana, Cascata a ferro di cavallo e, la minore, Cascata a velo nuziale.
Il percorso prosegue con Cascatòre, Cascatùra con il suo devb Càsco “caduta” questo anche nel senso
peggiorativo di “caduto e rotto” come un vaso, e fig la cascata di una infruttescenza di banane. Il Càsco quale
“elmo” è dallo sp CASCO, certamente connesso con il lat CASICARE in odore d’enantiosemia; il Casco, infatti,
protegge dalle cadute, cui i dim Caschètto questo anche fig e Cascherìno, questo il ragazzo romano che porta il
cesto di pane fig “sul capo come un casco”. Cascavèl “serpente a sonagli” dallo sp CASCAVEL sonaglio è in
presumibile connessione col lat CASICARE cascare nel senso di “pendaglio”. Il gr conta PIPTEIN cadere cui
PTOSIS caduta rintracciabile nel suff PTOSI per composizioni quali Isteroptòsi “abbassamento dell’utero” o
Metroptòsi, eppoi il termine linguistico Triptòto perfissato Tri tre e PTOSIS con valore fig di “desinenza-caso”.
Lo sp conta CASCARA corteccia, vrs in connessione fig con il lat CASICARE cascare (la corteccia infatto
casca al ricambio), cui gli esot Cascarìlla “sorta d’albero delle Euforbiacee” e la locuzione Cascara sagrada (
corteccia santa) “arbusto delle Ramnacee” vrs per le sue credute proprietà guaritrici.
Snm di Casco è Elmo-èlmo, con Elmètto, l’omologismo dal got HILMS. Il lat, comunque, conta lo specifico
CASSIS elmo metallico, di derivazione etrusca, cui Càssida o Càsside, Cassìdidi “Famiglia di molluschi”, nel
senso di “vuoto” attraverso il rad KAS mancare donde il lat CASSUS vuoto. Fuori percorso l’omologismo
Cassidìsmo dall’ebraico HASID pio cui Cassìdico, riadattati da Hasidìsmo e Hasìdico.
\ Erba
Erba-èrba è dal lat HERBA, cui Erbàceo, Erbànza, Erbàrio, Erbivèndolo (suff VENDOLO), Erbìvoro, Erboràre, Erboraziòne,
Erborinàto “sorta di formaggio” attraverso il milanese Erborin “prezzemolo” con Erborinatùra, Erboristerìa con Erborìsta ed
Erborìstico, Erborizzàre con Erborizzatòre e Erborizzaziòne, Erbòso, il dim Erbùccia e i prefissati Aderbàre (AD allativo),
Diserbàre (pref DIS sottrattivo) con Diserbàggio, Diserbànte, Diserbatùra e Disèrbo, Inerbàre con Inerbìre e Inerbimènto.
Erba, dal lat HERBA, è dal tema med GHERBA erba, cui Ghèrba, Gèrbido e Zerbìno questo dall’ar ZIRBI tappeto, a
conferma della mediterraneità di una termine, vrs connesso con Zerìba omologismo dall’ar ZARIBA. Zerbino è anche un
personaggio dell’Orlando Furioso dell’Ariosto, cui Zerbinèsco e Zerbinòtto.
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Zerbino (adottato dal 1841) è in snm con Stoìno o Storìno da Stuòia o Stòia (già dal XIII sec) dal lat STOREA cui Stuoiàre o
Stoiàre.
Dalla definizione lat HERBA BETA erba bietola inc con Barba ha dato Barbabiètola; Bièta o meglio Biètola, dunque, è dal
lat BETA cui Bietìcolo con Bieticoltòre e Bieticoltùra, il fig Bietolàggine snm di Insulsaggine, Bietolàio, Bietolòne questo
snm di Atriplice. Il gr conta BOTANE erba, cui BOTANIKOS dal quale l’ital ha assunto il termine Botànica con Botànico
attraverso il lat BOTANICUS, eppoi Botanìsta, il composto Botanomanzìa.
Il gr conta POA erba cui il composto Poèfago “sorta di mammifero” snm del glb ingl Yak di genesi tibetana.
Un campo d’erba equivale a Pràto, questo dal lat PRATUM d’etim ignota, cui i desueti plur Pràta o Pratòra, Pratàglia,
Prataiòlo o Prataiuòlo, Pratellìna, Pratènse, Praterìa, Pratìcolo (col suff lat COLO come in Agricolo) e Praticoltùra, Pratìle dal
franc PRAIRIAL (il nono mese del calendario rivioluzionario), Pratìo o Pratìvo, Pratìsta (termine sportivo), Pratìto, Pratolìna
ssm di Margherita, Pratolìno e Pratòso; Pratèse è l’abitante di Prato, toponimo connesso con questo percorso.
\ Accidia
Accìdia, infine, termine alieno nel percorso AD CIDERE, deriva direttamente dal gr AKEDIA (medv ACIDIA sopravvissuto
nel snm Acèdia) ed indica l’indolenza nell'operare, snm di indifferenza ed apatia traducibili in “comportamento che favorisce
del male al prossimo”. Nello stesso percorso, Accidiàre, Accidiosàggine, Accidiòso.
\ Secondo Dante, gli accidiosi meritano l’Inferno \
UCCISO
Uccìso, Pp di Uccidere dal lat OB-CAEDERE. L’accezione “tagliare per uccidere” è comprensibile dal fatto che
un’arma da taglio pur primordiale procura profonde ferite letali; simile all’accezione “mazza per ammazzare”, il
cui strumento risulta ben più micidiale del bastone. La lingua ital ne ha tratto Uccìdere da OCCIDERE con un
ant Occìdere fedele al lat, con un prefissato Trauccìdersi “uccidersi a vicenda”, eppoi Uccidimènto e Ucciditòre
quest’ultimi due in via d’estinzione. Uccidimènto, in un’immagine collettiva, è sostituito dall’anomalo Eccìdio,
composto di EX e SCINDERE lacerazione inc con Uccidere. Eppoi Uccisiòne da OCCISIO OCCISIONIS col
fedele Occisiòne, Uccisòre da OCCISOR OCCISORIS. Dalla composizione con AMB e CAEDERE erano nati i
termini Ancìdere (letterario per uccidere) e Ancìle da AMB CID SLIS scudo romano divino, questo ancora con
suff aggettivale SLIS, italianizzato in ILE. Dal lat CAEDERE uccidere, tagliare a pezzi, è nato il secondo
membro CIDA-CIDIO per composizioni lemmatiche, quali Femminicìdio questo un triste “neologismo” di
recrudescenza sociale, Fratricidio e Fratricìda (uccisione-uccisore del fratello, ma il termine è stato esteso anche
alla sorella e a chiunque abbia un rapporto di consanguineità, di amicizia, di cittadinanza, di patria...),
Infanticidio e Infanticìda, Matricidio e Matricìda, Parricidio e Parricìda o Patricìdio e Patricìda, etim riferiti al
padre, ma la semant lo ha esteso ad ogni ascendente o discendente stretto, madre inclusa, riferito al termine
Parente, che da genitore è passato ad indicare i famigliari, eppoi Regicidio e Regicìda, il generico Omicìdio con
il lat HOMO uomo, Omicìda, Omicidiàle o il desueto Umicidiàle (in assonanza con Uomo poiché questo è
connesso con HUMUS terra) con Micidiàle, questo con aferesi lungo il vecchio percorso Micìda, Micidiàro,
Micìdio, infine Suicìda con Suicidio, Suicidàre, Suicidàrsi 1 e il composto Suicidògeno, Liberticìdio e
Liberticìda, Uxoricidi e Uxoricìda (uccisione della moglie, ma il termine è stato esteso anche all’altro coniuge).
In termini botanici, il secondo membro Cida sta per che si apre, si fende.
\ Deicìda è chi si è macchiato del sangue di Gesù. Era un’accusa generazionale, bimillenaria, rivolta al popolo degli Ebrei, ma che, per onore
di giustizia, sarebbe spettato, almeno in correità, anche ai Romani, i colonizzatori della Palestina d’allora. Le colpe storiche, si sa, ricadono
tradizionalmente sui più deboli... e i bianchi di stirpe europea sono da troppo tempo i più forti.\
1
Suicidare è il transitivo dal sapore ironico, che vale “provocare la morte simulandone il suicidio”. Il riflessivo Suicidàrsi, invece, da Suicìda
attraverso il franc SUICIDE è una “forzatura linguistica” poiché il verbo già contiene SUI questo genitivo lat del pronome riflessivo.\
\ Trucidare Troncare Truciolare
Trucidàre, denm da TRUX Trùce, è uno di quei lemmi che hanno subito un’inversione semant (enantiosemìa) come
Mondizia per Immondizia. Inv graficamente dal lat, verbo denm da TRUX-CIDA (come Omicida) stava ad indicare
uccisione di un truce (violento). Un’inversione di marcia nel percorso semantico lo ha svolto in “uccidere in maniera truce,
violenta”, trasferendo quindi il qualificativo di truce nell’uccisore, il Trucidatòre; in percorso, Trucibàldo (composto con
Baldo) e Trucidità.
Altro derivato di TRUX è Truculènto o Tucolènto “terrificante” con Trucolènza, ma la semant l’ha moderato nel senso che
non riesce a spaventare per la sua ingenuità, allora, può anche rivelarsi un brano di narrativa, un film, una sceneggiatura, una
scenografia, il cui autore dice sia spaventevole.
Dalla famiglia TRUX si farebbero discendere pure i termini, reali o fig, Trònco, Troncòne, Troncàre con Troncamènto,
Troncàto, Troncatùra, l’accr Tronchèse dal franc TRICOISES tenaglie inc con Troncare cui il dim Tronchesìna, il fig
Tronchètti “sorta di stivali”, il dim Tronchètto, Troncòne cui Tronconatùra, l’aggettivo Tronculàre, il composto
Troncocònico, il prefissato Stroncàre (S durativo Stroncatùra) anche con valore fig, cui Stroncamènto, Stroncàto o Strònco,
Stroncatòre, Stroncatòrio e Stroncatùra, Stroncòne.
Il Troncamento, in linguistica, è snm di Apocope ed è la caduta di uno o più fonemi finali di una parola innanzi ad una
seconda che inizi o per vocale o per consonante, cui Qual è e non Qual’è. Sono tutti dal lat TRUNCUS-TRUNCARE cui un
obsoleto Truncàre, ma occorre analizzarne il percorso.
Nella lingua lat, gli aggettivi terminanti in CUS rivelano un’imperfezione fisica, pertanto si è supposto TRUNCUS quale inc
di MANCUS monco, tronco con TRUX (Troncone è infatti snm di Moncone), e quindi anche nel significato di tagliare,
amputare, metaf censurare. Il termine Trùcia “miseria, aspetto di trascuratezza” non pare inserito nel tema di TRUX, ma lo si
considera tratto dal franc ant TRUCHER vagabondare, cui forse il lat volg EXTRUDERE cacciare fuori e Strusciàre questo
con pref S intensivo da rad TREUD battere vale “logorare” riferito agli abiti, sovrapposto a Strisciare da Striscia.
\ Nel volg d’oggi, localizzato al Sud della penisola, ma in rapida comprensione altrove, grazie alle emigrazioni, esiste il termine Strùscio che
vale per lunga passeggiata collettiva sul corso principale. Lo Struscio per accezione avviene la sera dei Sepolcri, il Giovedì Santo, per recarsi
in pellegrinaggio nelle chiese, dove appunto è allestito simbolicamente il Sepolcro (Repositorio), e venerare il corpo di Cristo morto. \
Strìscia è da un onomatopeico STR C con riferimento vrs agli animali che si muovono rasenti al terreno e sibilanti (lasciando
tracce a strisce), cui il denm Strisciàre, Strisciamènto, il sostantivo Strisciàndo (termine musicale), Strisciànte, Strisciàta,
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Strisciatùra, Strìscio, l’accr Strisciòne, l’avverbio Strisciòne meglio Strisciòni. Il volg napoletano conta Strascìno
nell’indicare l’azione di trascinare qualcuno per capelli, sia semant che fig.
Il long conta STRIHHA striscia cui Strìcco “termine navale” e vrs in connessione con Stricàre cui Stricatùra “termine
tessile”. In ambito indoeur, l’onomatomeico STR riappare nell’ingl STRIP striscia, cui il glb Strip per “striscia di fumetti” e
“striscia sulla quale si riportano i dati di un aereo in volo” (terminologia del Controllo del Traffico Aereo). L’ingl STRIP vale
ancora asportazione-rimozione cui il glb Streaptease “asportazione degli abiti”, Stripping “staccare” con l’omologismo
Strippàggio, Stripapèlle snm di Crepapelle. L’ingl conta ancora TO CRAWL strisciare cui il glb sportivo Crawl “stile di
nuoto” con Crawler e il semiomologismo Crawlìsta.
Il lemma Strubbiàre è l’inc di Strusciare con Strebbiare. Dal verbo lat TRUDERE spingere perviene direttamente Trùdere e,
in composizione, Astrùso (Pp) col pref AB cui Astrusàggine, Astruserìa e Astrusità, Detrùdere e Detrusòre con il pref DE,
Intrùdere con Intrusiòne e Intrùso col pref illativo IN, Protrùdere con Protrusiòne e Protrùso col pref PRO innanzi.
Dal verbo lat volg TRUDICARE, iterativo di TRUDERE spingere, deriva Truccàre, con i desueti Trucchiàre e Trucciàre, cui
Truccàbile, Truccàto, Truccatòre e Truccatùra, Truccòne, il prefissato Struccàre con Struccàto, Struccatùra e Strùcco; eppoi,
il fig Truccàre con Trùcco (ingannare e inganno-artificio) riferito anche ad un ant gioco del biliardo transitando dal franc
TRUC abilità svoltosi dal prvz TRUC colpo da TRUCAR. Da Trucciàre nel senso di “sfregare” l’ital conta Trucciamènto.
Nel Veneto, Struccare vale “stropicciarsi amorevolmente” ovvero “Pomiciare”, vrs da un primitivo riferimento alla donna
che ci rimetteva il trucco; il termime s’è attestato nell’azione generica di toccare e premere (spingere), ad esempio un
pulsante.
Con il gr TROKHOS ruota, cui il lat TROCHUS cerchio di ferro, l’ingl TRUCK autocarro, appare in connessione il
percorso lat TORQUERE-TORTIARE-TORTIOLARE-TORCULARE, da rad TERKW TREKW, cui Tòrcere e Attòrto (Pp),
Tòrchio da TORCULUM cui Torchiàre con Torchiatòre, Torchiatùra e Torchiòtto, il glb franc Torchon, Tarchiàto (inc
Torchio-Marchiato) che non ha niente del termine nautico Tàrchia “vela aurica trapezoidale” cui la locuzione Vela a tarchia,
d’etim non rintracciato; il percorso continua con Torcimènto, Torcitòio, Torcitòre con Torcitrìce, Torcitùra, Tòrcolo
(parasnm di Torchio) con Torcolière Torsiòne con il prefissato Detorsiòne (pref DE) e con i composti Torcicòllo questo
anche fig “sorta di uccello” snm di Capotorto, Torcìmetro e il fig Torcinàso “odore piccante” questo dal composto lat
NASTURTIUM cui Nastùrzio snm di Cresciòne ed anche di Cappuccina nella locuzione Nasturzio indiano o Nasturzio del
Perù; eppoi Tòrta con Tortèllo e Tortellìno (pasta ravvolta), Tortèzza, Tortìccio, Tortièra, Tòrtile da TORTILIS del Pp
TORTUS di TORQUERE cui Tortìglia, Tortigliàre, Tortigliòni “sorta di pasta alimentare” e Torcigliàre con Torcigliòne dal
volg TORTILIARE sovrapposto a Torcere, eppoi l’esot dallo sp Tortìlla, Tortìre con Tortuòso e Tortuosità, il popolare
Tròccoli (pasta fatta in casa), Trùciolo meglio Trùcioli attraverso una forma fig dal gr TROKHOS ruota con Truciolàre,
Truciolàto, Truciolatòre, Truciolatrìce e Truciolatùra.
Con i pref, Attòrcere (AD allativo) con Attòrto o Intòrto (IN illativo), Attorcigliàre, Attortigliàre con Attortigliamènto,
Contòrcere con Contorsiòne, Contorsionìsmo, Contorsionìsta, Contorsionìstico e Contòrto cui Cortortamènte, Distòrcere con
Distorcimènto, Distorsiòne, Distorsìvo, Distorsòre e Distòrto, Estòrcere con Estorsiòne, Estorsìvo, Estorsòre ed Estòrto,
Intortigliàre questo inc di Intorto e Tortigliare, Rattòrcere (con doppio prefisso RA(D) Intensivo), Ritòrcere (RI iterativo) con
Ritorcimènto, Ritorcitòio, Ritorcitòre, Ritorcitrìce, Ritorcitùra, Ritorsiòne dal lat RETORSIO RETORSIONIS, Ritorsìvo, il
sostantivo Ritòrta e l’aggettivo Ritòrto, Scontòrcere (doppio pref S intensivo con Contorcere) cui Scontorcimènto e
Scontòrto, Stòrcere con Stòrto e Bistòrto. Dal Pp Storto l’ital conta Stortèzza, ilo volg Stortignàccolo, Stortùra e il sostantivo
al fem Stòrta con valore di “distorsione-svolta tortuosa-recipiente per distillazione cui Carbone di storta- contenitore per
urinare (Pappagallo)-arma da taglio”.
iI volg Intorcinàre con Rintorcinàre, Intorcolàre e Torcinèllo, questo altrimenti detto fig Marro dal lat MARRO ciottolo,
meglio al plur Torcinèlli dal volg mer Turcinieddi, sorta di polpette, più comune di involtini a base di fegato e altre interiora
d’agnello o capretto, raggomitolati, riavvolti, con rete (omento) delle budella, diffusi nell’ital Fegattèllo, meglio Fegatèlli,
questi però conosciuti con fegato di maiale; Fegatèllo è anche fig lo spezzone che raccorda due scene di un film . Altro snm
mer di Torcinello è Gnummariello o Gnummarieddo, meglio Gnummarielli o Gnummarieddi, il dim di un volg che sta per
“gomitolo” fig attestatosi dal lat GLOMUS viluppo-intreccio (Ricerca etimologica in vernacolo grottagliese di Cosimo
Occhibianchi); infatti, ad accreditare questa tesi etim, l’ital conta un non gutturale Gliòmmero che vale “gomitolo” metaf
“intrigo”, da GLOMUS. Si potrebbe però condividere di connettere questo termine volg Gnummariello con il lat NUMMUS
unità monetaria attraverso il fenomeno dell’attestazione fonetica della consonante N in GN, come Cane e Cagna, Niuno e
Gnuno, Nero e Gnuru (volg mer), Nudo e Ignudo, SENIOR (lat) e Signore, SOMNIUM (lat) e Sogno… e come dal tema med
KLANA acqua stagnante pare sia derivato il Làgno fossato attraverso il percorso (K)LANA-LANA-LAGNA-LAGNO;
allora, Gnummariello corrisponderebbe a “piccolo gnummo” attraverso la mutazione fonetica Nummus-Gnummo ed avrebbe
un significato metonimico, ovvero traslato dal corrispettivo in denaro per questo ant Piatto povero, al costo di un nummus
svoltosi in gnummo.
Il percorso continua con Tormèntare, cui Tormènto, Tormentòne, Tormentòso e Tormènta attraverso il franc TOURMENTE,
deriva dal lat TORMENTUM già TORCMENTON questo nome di strumento da TORQUERE torcere.
Snm di Tormentare è Travagliàre dal lat TRIPALIARE “torturare col TRIPALIUM” questo sorta di strumento di tortura di
“tre pali”. Il lemma però è pervenuto attraverso il franc TRAVAILLER cui Travàglia, Travagliamèpnto, Travagliatìvo,
Travagliàto, Travagliatòre, Travagliòso e Travàglio questo snm sia di Fatica, attraverso il significato franc di TRAVAILLE
lavoro e TRAVAILLER lavorare, sia di Tortura; eppoi, rifacendosi allo strumento di tortura, vale “attrezzatura per
immobilizzare i cavalli”. Il volg mer conta Travagghiare “faticare”.
Dal lat TORQUERE, connesso col celt TORQUES collana, e attraverso questo, l’ital conta Intòrto da INTORTUS quale Pp
del prefissato INTORQUERE (IN illativo) e nell’onomastica Torquato da TORQUATUS ornato di collana. Il lemma Torta,
assume un significato fig in locuzione quali Grafico a torta (esempio, la composizione delle componenti nel Parlamento),
Fetta della torta (del malloppo) e il verbo Intortàre nell’intendere “involgere, coinvolgere”. Il lat conta lo specifico
TORULUS funicella connesso con il lat TORQUERE torcere cui il fig Tòrula (Genere di funghi) con il patologico Torilòsi.
Il percorso continua con Tòrto da TORTUM quale Pp di TORQUERE, sia sostantivato che aggettivato con l’accr Tortòne,
Tortòre (omn di Tortore “tortora”) che vale “persecutore”, e fig “bastone” con Tortoràta, dal TORQUERE torcere, Tortùra
dal tardo TORTURA cui Torturatòre, Torturatrìce o Totrìce con Tortrìcidi (Famiglia d’insetti); termini sovente associati a
Masochìsmo e Masochìsta, Sadìsmo e Sàdico, unificati in Sadomasochìsmo con Sadomasochìstico e nell’ellittico Sadomàso,
i quali contengono un etimo cognomastico, ossia, rispettivamente da L. Sacher Masoch e da D.A.F. de Sade, i cui scritti
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trattano tali perversioni.
Il percorso dovrebbe infine includere Tòrvo “sguardo torto” (dal XI sec) dal lat TORVUS cui Protèrvo e Protèrvia, ma la
connessione non è certa, snm di Bieco (questo già prima del 1313).
\ La cognomastica pare talvolta il marchio dell’individuo; Tomas de Torquemada (1420/1498) è passato alla storia per essere stato il grande
inquisitore spagnolo, responsabile di circa 2000 condannati al rogo per bigamia, eresia, stregoneria ed usura.\
\ Komma Kopto
KOMMA pare connesso al gr KOMMI già egiziano KEMAI cui il lat CUMMI svoltosi nel volg GUMMA e nell’ital Gòmma
cui il glb franc Gommàge che sta per Gommatùra, Gommagùtta transitato dal franc GOMME-GUTTE (composto con il
medv KUTTA goccia), Gommàio, Gommàre, Gommàre con Gommàto e Gommatòre, Gommìno, Gommìsta, Gommòne
“imbarcazione” con Gommonàuta, Gommòsi (in botanica, col suff OSI), Gommòso con Gommosità, i composti
Gommalàcca, Gommapiùma, Gommarèsia o Gommorèsina, Gommaspùgna, Gommìfero, Gommifìcio; la connessione
KOMMA-GUMMA-Gomma con KOPTO appare chiara per la proprietà della gomma di poter essere facilmente incisa.
L’ital conta l’omologismo Guttapèrca “gomma naturale” dal malese GETAH PERCHA albero della gomma attraverso l’ingl
GUTTAPERCHA.
Tessuto gommoso è il Caucciù con la variante Catù, termine questo importato dal franc CAOUTCHOUSE già carabico
KAHUCHU.
Il gr KOPTO sembrerebbe connesso al Còpto che indica il cristiano d’Egitto e dell’Etiopia, dall’omonima lingua parlata in
Egitto sino al XVI sec e sopravvissuta nella liturgia, similmente al lat cattolico. COPTO nasce nell’ar-egiziano in QUFT,
QUBT, cui il gr AIGYPTIOS egiziano. Nulla vieta di pensare che il COPTO, lingua, sia connesso al KOPTO taglio di
“incidere per scrivere”. In connessione, il gr conta SKOLYPTO tagliare per scavare cui Scolìtidi “Famiglia
d’insetti”. Da una corruzione di AIGYPTIOS l’ital conta un Ghèzzo (già nel 1294) con valore di “nericcio (come
un moro)”.
\ Condanne capitali
Uccidere, per antica convenzione sociale, è un reato punibile dalle leggi divine e terrene solo se perpretato in maniera
autonoma; infatti, le guerre e le sentenze capitali avevano sempre esonerato gli uomini dai reati di strage e d’omicidio.
Guerre e condanne a morte storicamente accolte finanche nelle religioni. Ma si starebbe facendo strada il principio che
nemmeno in guerra è lecito uccidere se non in frangenti d’accertata contrapposizione bellica. Ci sono stati processi e
condanne per i crimini nazisti, sentenze punitive per politici e generali dell’Ex Jugoslavia e si pretendeva giustamente di
chiedere a Pinochet il conto per le troppe giustizie sommarie in Cile. È del primo giorno di dicembre 1998 la sentenza della
Cassazione Italiana, che conferma l’ergastolo per l’ufficiale tedesco Erich Priebke, tra i massacratori dei 335 civili a Roma,
nelle Fosse Ardeatine, in rappresaglia per l’attentato di Via Rasella. “Si imponeva la disobbedienza gerarchica “ citano i
giudici, per quel “barbaro eccidio”. Certo, che se la logica umana e civile della disobbedienza gerarchica (disobbedire ove
l’ordine sia contrario alle norme del diritto internazionale), finalmente scalzante quella infame e militaristica dell’obbedienza
pronta e cieca, diventasse patrimonio di tutti gli eserciti, l’umanità andrebbe veramente incontro alla pacificazione. Non
entrerebbero più esclusivamente le corti dei vincitori (i più forti) a giudicare i vinti, non ci sarebbero più politici e militari
impuniti per i genocidi simili ai 150.000 atomizzati di Hiroshima, per i neonati dal cranio vuoto; per quelle donne e per quei
bambini trucidati nei propri villaggi, come nel conflitto vietnamita. Il Cattolicesimo aveva superato la fase storica delle
sentenze di morte in nome di Dio (24 agosto 1572, la strage degli Ugonotti nella Notte di S. Bartolomeo) e ricorre sempre
meno alle scomuniche. Ritorna il pensiero cristiano del divieto assoluto di procurare la morte del prossimo, in qualsiasi
frangente (Non uccidere - Ama il prossimo tuo come te stesso). Come per le Tavole dei Comandamenti, non possono esistere
deroghe, nemmeno per intervento papale (Un grande papa ha avuto ragione quando affermava che la chiesa non può essere
democratica, appunto perché le leggi fondamentali non possono essere modificate, sospese, abrogate dalla base), così per la
Legge Musulmana, la sentenza di morte per lo scrittore Salam Rushdie è FATWA che in ar vale consultazione, attestatosi in
“vincolo religioso ermanato da una autorità religiosa in risposta ad un quesito, pertanto non abrogabile dagli uomini.
Duemila anni d’esecuzioni capitali nella nostra penisola, dall’Antica Roma alla Prima Repubblica Italiana.
Nell’Antica Roma repubblicana si condannano a morte gli schiavi ed i traditori; in quella imperiale, anche gli uomini liberi
accusati di lesa maestà. La condanna prevede la decapitazione, il rogo, l’essere divorato da belve affamate; quest’ultima
pratica è stata in verità un breve inciso della storia romana e al tempo dei protocristiani, considerati ebrei sobillatori
dell’ordine costituito. I parricidi sono invece chiusi in un sacco in compagnia di un cane famelico, di una vipera o d’altro. C’è
da aggiungere che l’imperatore aveva il dovere di ratificare le esecuzioni e non poteva sottrarsene anche al cospetto di un
congiunto colpevole, genitore, moglie, figlio che fossero; diversamente sarebbe stato accusato di grave parzialità.
Nel Medioevo, la condanna a morte rappresenta una vendetta del signore feudatario e la scelta pratica viene lasciata al boia, il
quale escogita delle scervellanti novità che vanno dal bollimento in olio, al trascinamento o allo smembramento tramite
cavalli e allo scuoiamento (o scoiamento come vuol dirsi). La condanna peggiore, logicamente, è prevista per l’assassinio del
proprio signore “benefattore”.
Ai tempi delle Signorie si alzano le forche e quella più decisa è la milanese. I Visconti e gli Sforza la utilizzano anche per i
reati non contemplati dal codice, ma considerati tali da un qualsiasi giudice (di parte). La Santa Inquisizione, il cui eccidio
pare abbia statisticamente superato quello dei lager nazisti, contempla una vasta gamma di strumenti “cattolici”:
decapitazione, impiccagione, rogo (Giordano Bruno il 17 febbraio 1600), soffocamento nel fango; gli ecclesiastici rei, poi,
allo scopo di non far sgorgare il loro sangue “viola”, vengono lasciati morire in gabbie penzolanti dai campanili. Sui roghi
accesi in permanenza bruciano streghe ed eretici, vale a dire donne non in linea con le convenzioni cristiano-moralistiche e
fallocratiche, sovente malate nella psiche o rese tali, studiosi, ricercatori e liberi pensatori. L’ultima condanna a morte per
stregoneria in Europa è eseguita nel 1782; la disgraziata ha nome Anna Goeldi, oggi riabilitata grazie alle ricerche di Eveline
Hasler e di Walter Hauser, un tentativo di riscatto pet tutte le vittime.
L’intelligenza cristiana del Santo Padre polacco gli ha ispirato la richiesta di perdono, in nome di tutto il cattolicesimo, per i
fattacci delle Crociate, dell’Inquisizione, delle Missioni... ma ancora una volta è l’uomo in sé che deve chiedere storicamente
perdono agli altri uomini, al di fuori della sua veste religiosa, politica, militare...
L’Illuminismo è il viatico al ripensamento cristiano e civile e le condanne calano sensibilmente di numero, mantenute
generalmente per traditori e spie. Il primo stato ad abolire le condanne a morte è il Granducato di Toscana nel 1786, poco più
di un ventennio dalla pubblicazione di Beccaria “Dei delitti e delle pene”.
L’Italia dei Savoia è indecisa: in ottanta anni di monarchia, la condanna a morte viene sospesa e ripristinata per almeno
332
cinque volte, finché non è del tutto accantonata nel 1899 dal codice Zanardelli.
L’Italia fascista la reintegra quale difesa di stato, deterrente alle opposizioni, ma viene estesa anche ai reati comuni,
dimostrando l’eclatante debolezza (e paura) di regime.
L’Italia Repubblicana la elimina per via costituzionale nel 1947, anche se permane teoricamente sino al 1993 per reati
previsti dal codice delle leggi marziali.
All’alba del terzo millennio, la pena di morte esiste ancora diffusissima nel mondo; è stata cancellata, esclusa l’Ex URSS,
dalle legislazioni in Europa e negli stati del Centro-Sud America, in Oceania, nella punta estrema del continente africano.
Il Cile la sopprime a Pasqua del 2001 e l’Ucraina a settembre. La Turchia, gennaio 2004, quale referenza per entrare nell’UE,
firma il protocollo della Convenzione europea dei diritti sull’abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza, compresi
tempi bellici o d’imminente pericolo.
Gli ultimi governi abolizionisti sono il Messico e la Liberia, portando ad ottantasei gli stati al mondo che nel 2006 non
praticano la pena di morte
Tutto il resto, salvi gli aggiornamenti, o la mantiene o la utilizza in casi eccezionali o non intende sopprimerla pur
evitandola. Lo stato di Singapore, addirittura, nel 2004, detiene il primato delle esecuzioni in proporzione al numero degli
abitanti; dal 1991 al 2003, infatti, se ne contano 408. Il Libano, dopo cinque anni di sospensione, nel 2004 riprende le pena di
morte con tre esecuzioni.
Tra i personaggi che al mondo combattono o hanno combattuto per l’abolizione assoluta della pena di morte, ritroviamo i
nomi di Sister Helen Prejean (religiosa), Pierre Sanè (Amnesty International), Anatolij Pristavkin (scrittore), Francesco
Cossiga e Roberto Bobbio (senatori a vita, quest’ultimo scomparso nel gennaio del 2004), Patrizia Tola (rappresentante
italiana nelle sedi internazionali ove se ne discuta). Da citare Pannella che, agli inizi del 2007, prosegue una personale
protesta contro la pena di morte ricorrendo allo sciopero della fame e della sete.
La storica recrudescenza del terrorismo, a scapito degli Usa e dei suoi alleati - la paura internazionale diffusasi
immediatamente dopo il gravissimo attentato al Pentagono e alle torri gemelle di Manhattan del settembre 01, con migliaia di
morti - ha già verosimilmente piantato dei paletti d’attrito alle buone intenzioni, anche se per i kamikaze la morte eroica è
sempre un dono divino, sia prima, durante o dopo la missione.
C’è da sottilizzare, infine, per quanto riguarda l’Italia, che la legge approvata sulla liceità di difendersi a colpi d’arma da
fuoco, per proteggere vita e beni, non sia altro che una ben congegnata pena capitale con delega ai cittadini, pertanto, lo stato
viene così ad aggirare la declamata etica ufficiale di negazione delle condanne a morte.
Una flebile speranza, tuttavia, ci arriva da una statistica stilata nel 2006 relativa ai 54 paesi, dopo i 60 del 2004, che ancora
mantengono le condanne a morte: 5494 esecuzioni nel 2005 contro i 5530 del 2004 ed è la Cina al primo posto, in pratica
avvengono nella stragrande maggioranza tutte lì; seguono l’USA con 60, l’Iran con 94, l’Arabia Saudita con 86 e la
Bielorussia con 2.
In riepilogo, ancora riferito al 2005, nei 54 paesi che applicano la pena capitali, si contano 5186 condannati in attesa del
patibolo.
Il 2006 si chiude in Iraq con la condanna a morte per impiccagione dell’ex rais Saddam Hussein, il 30 dicembre alle 4 ora
italiana, scortato da ben sei boia. Era stato processato per la strage di 148 sciiti nel villaggio di Dujail il 1982.
Una esecuzione che pinge l’Italia, membro d’alternanza appena insediatosi nel Consiglio di Sicurezza all’Onu, a promuovere
una decisa mozione per la moratoria della pena capitale al mondo, finalmente confortato dall’UE, nella sua intierezza.
Il 18 gennaio 2007, infine, l’Assemblea plenaria dell’ONU, 192 Stati, approva la moratoria con 104 si, 54 no e 29 astenuti;
fra gli stati dissidenti Cina, Iran, Iraq, Pakistan, Sudan e i soliti USA. Grande apporto dell’Italia, attivatasi da oltre un
decennio. Il 2007 si chiude con 3347.
Per tutta risposta, il 27 luglio del 2008, alle ore 02.30, tradizionalmente all’alba, nel carcere di Evin a Teheran, in Iran, sono
giustiziati per impiccagione 29 detenuti, tutti assieme. L’Iran è il secondo paese, dopo la Cina nella classifica per numero di
condanne, ai quali seguono Arabia Saudita, Pakista, e USA, partecipe del totale di 355 esecuzioni nel 2007.
Nel 2008 erano state 8864 condanne a morte, un’impennata straordinaria rispetto al 2007, il 72% nella sola Cina con 346,
seguita dall’Arabia Saudita, Iran, Usa, Pakistan, Giappone, Botswana e Sudan. In riepilogo, tra i paesi dove vige la pena di
morte, gli USA, con i suoi 50 stati, sono senza meno i più monitorati.
Siamo del 2009, dopo l’abolizione del New Mexico, dell’Argentina, dell’Uzbekistan, del Burundi e del Togo, se ne contano
ancora 57 che la mantengono in aumento rispetto al biennio 2005-2006 (54) ma in calo al 2004 (60); la Liberia l’ha
reintrodotta. I numero dei paesi abolizionisti si attesta così a 95. L’anno in cui le esecuzioni raggiungono il numero di 714 in
18 paesi, tra i quali l’Iran con 388, l’Iraq con 120, l’Arabia Saudita con 69 e gli USA con 52.
La Tortura, al mondo, da un rapporto di Amnesty Internationale del 2010, è adottata da 111 paesi. Il rapporto elenca anche i
52 paesi ove si svolgono processi iniqui e i 96 in cui la libertà di parola è espressa con restrizioni.
L’apposito Tribunale penale internazionale al quale aderiscono 91 paesi non conta però la presenza degli USA, della Cina,
Turchia e Arabia Saudita.
Giusto in queste nazioni, USA con Cina, Arabia Saudita e l’Iran nella precisione, si distinguono nel 2010 come le maggiori
esecutrici di condanne a morte nel 2010; in Iran 136 sino a ottobre.
\ Boia
Bòia c’è giunto dal prvz BOIA ceppi, derivato dal lat BOIAE “strumenti di tortura e di supplizio” o “gogna”, attinto al gr
BOELAI, che indicava le corregge bovine.
Dal lat volg CUNGULA cinghia del giogo, invece, è pervenuto Gùnghia, che, inc con Vergogna, ha prodotto Gògna.
Dal long BREDEL asse-tavola, invece, ci è pervenuta la traduzione in Berlìna (snm di Gogna) quale suo dim, un termine
long la cui rad è ancora l’origine dell’ital Predèlla sia “basamento” sia “briglia”. L’assonante lemma Bretèlla, invece, è un
ricalco dal franc BRETELLE dal ted ant BRITTIL redine, cui Brèttine.
333
LATRIA LATRICE LATRATA
LATRIA
Dal lat tardo LATRIA, ricopiato dal gr LATREIA servitù, culto, collegato a LATREUO io servo. Derivato
l’aggettivo Latrèutico. Da Latrìa “culto” sono tratti i suff LATRIA-LATRA che stanno per adorazione (culto)
di... adoratore di… cui la forma aggettivante LATRICO. Idolatrìa “adorazione degli idoli”, con Idolàtra e
Idolàtrico, ha assunto fig il significato di amore sviscerato, ammirazione fanatica, non essenzialmente per una
divinità. Ofiolatrìa (col gr OPHIS zserpente” è appunto il culto degli idoli-serpenti. Statolatrìa, con Statolàtra,
poi, ha assunto il significato di una eccessiva laicità, ovvero di ubbidienza esclusivamente alle leggi di stato, pur
diverse o contrarie ai precetti della chiesa.
Nel Cattolicesimo, il lemma Latria s’è attestato quale adorazione riservata a Dio, in complanare con Dulìa quale
adorazione riservata alla Madonna, ai santi ed agli angeli, dal gr DULEIA da DULOS servo, cui Iperdulìa (alta
adorazione per Maria), eppoi Angelodulìa come quella per l’Arcangelo Michele che pare risalga ai tempi di
Costantino, importata da Bisanzio.
Dall’inc lat di LATREUO io servo con PRAEDO-ONIS preda-predone, ci è pervenuto Làdro-Ladròne, da
LATRO-ONIS e Latròcinio da LATROCINIUM, aggiornato in Ladrocìnio; le locuzioni i Due ladroni sul
Golgota e i Quaranta ladroni di Ali Baba nelle favole arabe.
LATRICE
Latrìce è il fem di Latòre, nome d’agente del verbo lat FERRE portare, già gr PHERO io porto, il cui Pp è
LATUM, donde il prefissato Dilàto da DILATUS differito, con Dilatòrio da DILATORIUM che porta a
differire, ed ancora Dilaziòne da DILATIONEM cui Dilazionàre e Dilazionatòrio (pref DI); eppoi Illatìvo dal lat
ILLATIVUS verso il dentro del luogo con IN d’entrata, appunto In illativo.
LATUM è l’erede di un ant TLATOS da rad TELA sollevare portante di Tògliere o Tòllere o ancora un ant
Tòrre, con il Pp Tòlto, dal lat TOLLERE levare con la variante TOLERARE cui Tolleràbile e Tollerabilità,
Tolleràre, il Ppres sostantivato Tollerànte con Tollerànza, Tolleraziòne, Tollètta o Tollètto “ruberia” e, con i
pref, Attòllere, Distògliere o l’ant Distòrre con Distòlto e un snm Stògliere, Estòllere con Estògliere ed
Estollènza (Pref S ES privativi), Ritògliere con l’ant Ritòrre (RI iterativo), da un raro Intolleràre i correnti
Intolleràbile e Intollerabilità, il gerundivo sostantivato Intolleràndo, il Ppres sostantivato Intollerànte e
Intollerànza (IN negativo), eppoi i composti Maltollerànte e Maltòlto, Tollerògeno.
In assonanza, l’omologismo chimico Tolù estratto da una sorta di pianta colombiana che prende il none da un
toponimo locale cui Toluène con Toluidìna o Toluòlo e la locuzione Balsamo di tolù.
Ablatìvo sia aggettivo sia sostantivo e nella declinazione è dalla locuzione lat ABLATIVUS CASUS;
ABLATIVUS, è da ABLATUS il Pp del prefissato AB FERRE portare via-sollevare-togliere, cui Ablatòre con
Ablatòrio e Ablaziòne.
FERRE ha condotto a Fèrtile con Fertilità da FERTILIS e il prefissato Infèrtile cui Infertilìre, Infertilità questo
anche relativo alla femmina quale anomalia che, pur fecondata, non conduce a termine la gestazione, diverso
dalla Sterilità “incapacità di fecondare”; in etrusco, Bologna era indicata con Fèlsina “terra fertile” cui Felsineo
con valore di Bolognesi. Il lat conta LAETUM per fertile, poi svoltosi nel snm di felice, differenziandolo da
FERTILIS fertile, cui Letificàre (con il lat FACERE fare, da notare il possibile equivoco con Letifero “portatore
di morte” con il lat FERRE portare), Letìzia da LAETITIA, Lièto col derivato Lietèzza , e l’onomastico Letizia.
Da FERRE, con i pref, si ha Afferìre da AFFERRE apportare con Afferènte, Afferènza e il prefissato
Deafferentaziòne, Conferìre da CONFERRE con Conferimènto, Conferitòre e Conferènza, Deferìre da
DEFERRE con Deferènte, il patologico Deferentìte dalla locuzione anatomica Canale deferente, Deferènza e
Deferimènto, Differìre da DIFFERRE con Differènte, Differènza con l’obsoleto Differènzia, Differenziàbile con
Differenziabilità, Differenziàle, Differenziamènto, Differenziàre o Disferenziàre, Differenziàto, Differenziatòre,
Differenzaziòne, la locuzione Rifiuti differenziati eppoi Differire da DIFFERERE variante di DIFFERRE cui
Differìbile, Differimènto, Differìta, Differìto, Differitòre. Il percoso continua nei prefissati Indifferènte con
Indifferènza, Inferìre da INFERRE con Inferènza, Inferenziàle, Inferimènto, Inferìto, Inferitòio, Inferitòre e
Inferitùra, Interferìre da INTERFERRE attraverso il franc INTERFERER con Interferènza, il biologico
Interferòne attraverso l’ingl INTERFERON e il composto Interferometrìa con Interferomètrico e Interferòmetro;
eppoi Offrìre con Offerère o Offerìre da OFFERRE svoltosi nel volg OFFERIRE con Offerènte, Offèrta (Pp al
fem) cui l’acronimo OPA di Offerta Pubblica d’Acquisto, Offertoriàle ed Offertòrio. Eppoi Preferìre da
PRAEFERRE con Preferènza o Preferimènto e Preferenziàle, Preferìbile e Preferibilità, il sostantivo Preferìcolo
da PRAE e FERCULUM piatto da portata; il verbo Preferire s’è attestato nel valore di “amare di più” ed è
pertanto pleonastica un’espressione tipo “Lo preferisco di più”.
Infine, Proferìre da PROFERRE “mostrare” con la variante Profferìre cui Proferìbile, Proferimènto, Proferitòre o
Profferitòre, Proffèrlo (tipica scalinata medv) dal dim lat PROFERULUM da PROPHERES posto innanzi,
Profèrta o Proffèrta, eppoi Soffrìre o Sofferère o Sofferìre da SUFFERRE portare su di sé svoltosi nel volg
SUFFERIRE con Soffrìbile o Sofferìbile, Soffrimènto o Sofferimènto, Sofferènte o Soffrènte, Sofferènza o
Soffrènza o Sofrènza, Soffritòre o Sofferitòre e Soffèrto.
Dilaziòne dal lat DILATIO DILATIONIS è da DILATUS Pp di DIFFERRE differire cui Dilazionàre,
Dilazionàbile, Dilazionàto.
Il Pp di FERRE è dunque LATUM, cui, con i pref, Colaziòne, questo tramite il franc COLATION il
raccogliersi relativo ai monaci, e Collaziòne (lat COLLATIO conferimento) con Collatìvo e Collazionàre con
334
Collazionamènto; Traslatàre, Traslatìvo, Traslatìzio o Tralatìzio, Traslàto cui il neologismo Traslàre “portare da
un luogo all’altro (per accezione una salma), Traslatòre, Traslatòrio (per accezione, la Terra in orbita del Sole),
Traslaziòne, già Tralaziòne con Traslazionàle, questi tutti con il pref TRANS adattato foneticamente, pertanto
esistono in complanare i termini desueti quali Translatàre (già “volgere in un’altra lingua”, ossia tradurre),
Translatìvo Translàto, Translatòre e Translaziòne. LATUM ed il pref PRE hanno conformato Prelaziòne e
Prelàto “colui che è messo davanti” in subordine a Episcopo-Vescovo “colui che osserva da sopra”. Col suff
SUPER è nato il termine Superlatìvo.
Esiste ancora un Pp in percorso esplicito FERTUM, che ha condotto a Refèrto “riportato” con il pref reiterativo,
quindi anche Riferìre con Riferìbile, Riferimènto, Riferìto e ancora Referendàrio, Referèndum quale calco lat,
Referènte, Referènza, in complanare con il percorso LATUM di Relatìvo con Relativìsmo, Relativìstico e
Relatività, Relàto, Relatòre, Relazionàle, Relazionàre, Relaziòne, eppoi Correlatìvo, Correlàto, Correlatòre,
Correlaziòne col pref associativo COM, Interrelaziòne con Interrelàto col pref INTER tra.
FERT, la terza persona del presente indicativo di FERRE, è il motto di Casa Savoia con valore di Sopporta.
/ Il referendum Monarchia o Repubblica del 1945 in Italia, raccolse la più alta percentuale di partecipazione, circa il 90% degli aventi diritto.
Un dato storico rimasto ancora insuperato. /
LATRATA
Latràta, Pp al fem di Latràre, immutato dal lat LATRARE gridare, con Latràto, e Latratòre, vrs connesso col gr
YLAO abbaiare, risalente ad una rad (ind, slava, bal, alb) LA gridare, cui il poetico Lài, Lamènto con
Lamentàre, Lamentàbile, Lamentànza, Lamentatìvo, Lamentatòre, Lamentatòrio, Lamentaziòne, Lamentèla,
Lamentèvole, Lamentìo, il fig Lamentòne, Lamentòso, eppoi Lamantìno snm di Manàto, questo mammifero
acquatico dei Sireni, una sorta di tricheco, volg “vacca marina”, attraverso il franc LAMANTIN, già sp
MANAT, sovrapposto a LAMENTER lamentare per i suoni che emette, considerato dall’immaginazione quale
discendente delle sirene. Il gr conta KOMMOS lamento, cui Còmmo che nulla ha di Commodòro, questo
dall’ingl COMMODORE dal franc COMMANDEUR comandante.
Oggi, Latrare è posto in relazione ad uno dei versi del cane. È individuabile una connessione d’immagine tra
Latrìa (servitù, adorazione) e Latrare “gridare, lamentarsi” nel pensare ai servi, ai seguaci, ai fedeli che invocano
l’intercessione con grida e lamenti; accade ancora oggi, entrando nel terzo millennio, a Napoli, per bocca delle
Prefiche di S.Gennaro.
Dalla sovrapposizione di un onomatopeico BLATIRE con LATRARE, il lat ha coniato BLATERARE, con
BLASIUS balbuziente cui l’onomastico Biagio 1, passato inv nell’ital Blateràre con Blateramènto, Blateraziòne,
Blateròne e una moderna forma onomatopeica Bla bla (1964) cui Blabàre.
Ironia delle imposiioni onomastiche, può accadere, ed è accaduto, che un individuo al quale era stato imposto dalla nascita il nome Biagio si
sia rivelato un inguaribile balbuziente.
1
\ Prefica Prefetto
Prèfica, meglio Prèfiche, donna della tradizione romana antica, che piangeva e si lamentava nelle veglie funebri, durante i
funerali, dietro compenso. Dal lat PRAE-FICERE fare da guida, nello specifico, al pianto della servitù (ancelle). Il retaggio
della prefica è stato colto nella tradizione mer dai famigliari più intimi del defunto, i quali tra grida e lamenti narrano gli
episodi indicativi della sua vita. Da un canto funebre delle prefiche è nata l’ispirazione per comporre la nota canzone
“Maramao perché se morto”.
La composizione del termine Prefica è simile a Prefètto, Pp dal lat PRAE-FACERE fare da capo. Senza ironia, accade che il
prefetto debba fare da tramite nel raccogliere le lamentele dei cittadini e riportarle nelle sedi competenti. Da Prefetto ci
verrebbero Prefettizzàre e Prefettizzaziòne “azione ed atto di accentrare localmente alcuni poteri in stato d’emergenza”.
PELAGO PEGOLA PERGOLA
PELAGO
Pèlago, dal lat PELAGUS riscritto dal gr PELAGOS mare. Derivati Palàia “sogliola” (omn di Palaia da Pala) dal
gr PALAGIKOS marino attraverso il catalno PALAYA,Pelàgia “sorta di Celenterati”, Pelagiàle, Pelàgico, i
prefissati Arcipèlago dal gbz ARKHPELAGOS col gr ARKHO principale, vrs per l’importanza data alla
proliferazione d’isole), e Impelagàre (IN PELAGO) trovarsi nelle acque, metaf in una situazione dalla quale
occorre uscire, riemergere. Impelagare si richiama a “insabbiare”, ma quest’ultima espressione ha valore di un
illecito occultamento. Dal termine Pelagheggiàre è nato il devb Pelèggio o Pìlèggio o Pulèggio con Pulèzzo
“mare aperto, rotta o viaggio di mare” cui la locuzione Dare il puleggio o Pigliar puleggio “andarsene”; vrs in
connessione la voce volg mer Pilone che vale “vasca per lavare gli ortaggi”. Il demotico Pelasgi cui il derivato
Pelàsgico, indica una popolazione pregreca poi considerata protogreca, che con altre stirpi avrebbe raggiunto via
mare (PELAGOS) l’occidente (la futura Magna Grecia). In connessione ancora il toponimo Pelagie imposto alle
tre isole dell’arcipelago italiano situate all’estremo sud dell’Europa (Lampedusa, Lampione e Linosa), il
toponimo ancora insulare Pelagosa (piccolo arcipelago) dal lat PELAGUS, oggi croato con PELACRUZA.
In connessione rad ancora il termine Palamìta o Palàmita o Palàmito (Specie di pesci Tunnidi) attraverso il gbz
PALAMIS PALMIDOS già class PELOS fango e AMYS tartaruga d’acqua dolce, con la variante veneziana
Palàmida cui il fig Palmidòne; termine omn Palàmito o Palàmite dal lat PALAMITUS in metaplasmo dal
prefissato gr POLYMITOS tanti fili con POLYS molto e MITOS filo. Da PELOS fango, l’ital conta Pelòide
“prodotto naturale” (suff OIDE simile) cui Peloidoterapìa, il suff PELO per composizioni quali Pelàbate “sorta
d’anfibio” (col gr BATES che cammina) con Pelobàtidi (la Famiglia), Pelòbio o Pelòfilo “organismo acquatico”
(col gr BIOS vita o col gr PHILOS che ama nel senso che preferisce), Pelodìte “sorta di anfibio” (col gr DYTES
che s’immerge).
335
Peloponneso, cui l’aggettivo Peloponnesìaco, è il coronimo gr Pelomonnisos connesso con PELAGOS mare.
Termini assonanti ed omografi, quindi pseudoetim, Pulèggia o Polèggia dal gr POLOS perno, eppoi Pulègio o
Pulèggio “sorta di erba perenne” dal lat PULEIUM, cui Pùliga “bolla nel vetro”, dal veneziano Pùlega, connesso
con il lat PULEX di Pùlce cui Pulciàio, Pulciòso, il fig Pulcesècca e la locuzione fig Pulce d’acqua “sorta di
crostaceo”. Dal franc CABESTRE puleggia, l’ital conta l’omologismo Cabestàno.
In ingl BUG vale piccolo insetto-pulce cui il glb fig Bug “errore” col prefissato Debbugging “correzione” (DE
sottrattivo) adottato in informatica.
\ Pelagiàno è l’aggettivo di conformità alla dottrina del Pelagianìsmo, che in nome del monaco britannico, Pelagio, nega il peccato originale e
la necessità della grazia, lasciando all’uomo la possibilità di salvarsi dal male per il tramite della propria natura.\
PEGOLA
L'assonante Pègola - con Pèlago - dal tardo lat PICULA, dim di PIX - CIS pece, ha affiancato Impegolàre a
Impelagare, provocando dubbi sulla corretta grafia. Impegolàre e Impelagare sono perfettamente snm;
comunque, per sottigliezza semant, potrebbe essere più avventuroso liberarsi dalla pece PICULA che dalle acque
PELAGUS. Qualcuno, nell'usare l'uno può credere di aver commesso uno strafalcione considerando corretto
l’altro, e viceversa.
Come accade per Palude-Padule, Storpiare-Storpio e Stroppiare-Stroppio, Interpretàre-Interpetrare e
Interpretaziòne-Interpetraziòne, tutti corretti merito della metatesi.
\ Storpio Zoppo
Tornando al lemma Stòrpio, questo, dal lat EXTURPIARE cui Storpiàre e in metatesi Stròppio con Stroppiàre, è la
composizione del pref EX estrattivo col denm da TURPIS cui Tùrpe, Turpitùdine ed il composto Turpilòquio (composto con
il lat LOQUI parlare); in percorso il prefissato Deturpàre con Deturpamènto, Deturpatòre e Deturpaziòne. Deturpare ha il suo
snm in Defedàre dal lat prefissato DEFOEDARE cui Defedamènto, Defedàto attestatosi nel xx sec.
Chi è storpio cammina zoppicando, Zòppo dal lat CLOPPUS, d’origine onomatopeica C P quale risonanza del passo
dissimetrico, cui Zoppàggine, Zoppàre, Zoppeggiàre meglio Zoppicàre, Zoppìa, Zoppicamènto, Zoppicànte, Zoppicatùra,
l’avverbio Zoppicòni o Zoppicòne, Zoppìna (patologia animale).
Sul Sacro Romano Impero (XIV sec circa) regnò un Carlo II il cui epiteto era lo Zoppo.
Il lat CLOPPUS è connesso col gr KHOLOS zoppo e con SKAZON SKAZONTOS zoppicante tradotto in Scazònte e
Scazòntico (snm di Coliambico e di Ipponatteo). Attraverso il franc CLOCHER zoppicare connesso con il lat volg
CLOPPICARE, l’ital conta il glb Clochard fig “barbone-senzatetto-vagabondo”; vrs una connessione fig o in
sovrapposizione con Cloche questo di genesi onomatopeica che del valore onomatopeico di “campana” e fig di “cappello
floscio” vale ancora fig “barra di comando”.
Zoppicàre vale anche Arrancàre, con Arrancàta, da Rancàre col pref AD, in derivazione da Rànco dal prvz RANC già got
WRANKS storpio; non attendibili le connessioni con il lat RANCERE sapere di rancido, che avrebbe portato a RANCIDUS
cui Ràncido ed a RANCOR “odore di rancido” cui Rancòre in risvolto figurato, ovvero, da una metaf.
Fuori percorso l’omologismo Ràncio “pasto dei soldati” svoltosi in metonimia dallo sp RANCHO camerata per i soldati,
questo dal valore di recinto, rintracciabile nel glb ingl RANCH (pron renc), reso orecchiabile dai film western.
PERGOLA
Pèrgola dal lat PERGULA loggetta variato dai temi med BARKA, BARGA, PARGA, PERGA capanna inc con
TEGULA tegola. Temi dal quale è derivato fig Bàrca inv dal lat BARCA con Bàrco “bastimento”, (entrambi
omn-snm di Barca o Barco ”cumulo”), con Barcàccia, Barcherèccio o Barcarèccio e Barcherìzzo attraverso il
veneziano Barcarezo, Barcàro sempre dal veneziano, Barcaiòlo o Barcaiuòlo con il volg Barcarolo, la
composizione musicale Barcaròla, il veneto Barcaro, Barcàta, Barchèggio con Barcheggiàre, i dim Barchìno e
Barchètta con Barchètto cui Barchettòne e Barchettàta, il fig Barcollàre, o un desueto Barcullàre, con
Barcollamènto, Barcollànte, Barcollìo e l’avverbio Barcollòne o Barcollòni, l’accr Barcòne (omn-snm di
Barcone “cumulo”, i prefissati Abbarcàre incurvare le tavole per lo scafo omn di Abbarcare “ammucchiare”,
Imbarcàre con Imbarcamènto, Imbarcàta questo sia fig “frotta” sia “evoluzione aerea” o ancora “presa da lotta
libera” e “bandata-cotta”, Imbaqrcàto, Imbarcatòio, Imbarcatòre, Imbarcatùra, Imbarcaziòne e Imbàrco, eppoi
Sbarcàre con Sbàrco e i fig Sobbarcàre e Barcamenàrsi; ancora, Baràcca con Baraccamènto, Baraccàto,
Baracchìno (fig l’apparecchio dei radioamatori), l’accr Baraccòne con Baracconìsta, Baraccòpoli (fig col gr
POLIS città) e Sbaraccàre.
Da Pergola, cui Pergolàta, Pergolàto, Pergolèse e Pergolòna, il verbo Impergolàre (con IN illativo) dona
un’immagine ben più poetica e romantica delle precedenti assonanze, Impelagare e Impegolare; vrs una
connessione cognomastica con G. B. Pergolesi (1710/1736), il musicista di Jesi autore di uno Stabat Mater.
Pergolàto ha il suo snm in Bersò questo omologismo dal franc BERCEAU “volta a botte”.
Pergola in franc è LOGE capanna, donde l’omologismo Lòggia con Loggìsta e la locuzione Loggia massonica ;
eppoi il percorso con Loggètta, Loggiamènto, Loggiàto, Loggiòne e Loggionìsta, che, sovrapposto ad Allogare,
ha dato Alloggiàre cui Alloggiamènto, con un aferetico Loggiamènto, ed Allòggio, con Disloggiàre (cambio di
pref in DIS privativo-dispersivo) snm di Sloggiàre (S sottrattivo), quindi degli omologismi. Un simile fenomeno
per l’attestazione ital di Lubbiòne dal lombardo LUBION, ma questo attinto al got LAUBJA pergola.
Dal tema med che avrebbe originato Pergola, pare sia anche derivato Bàrba (ted BART), per l’allusione semant
che essa copre il mento “facendo da pergola”, donde Sbarbàre (S sottrattivo) con Sbarbatèllo, Sbarbàto, il fig
Sbarbatòre (operaio del feltro per cappelli) con il snm-omn Sbarbàre e Sbarbatùra, il dim Barbètta adottato in
senso fig in agricoltura nel senso di “radice” Sbarbettàre con Sbarbettatùra e con ancora Barbicèlla o Barbìcola
eppoi Barbicàia (gruppo di radici), il composto Barbificàre eppoi Barbicàre che col pref AD allativo compone
Abbarbicàre con Abbarbicamènto e Abbarbicànte, poi col pref S sottrattivo Sbarbicàre con Sbarbicamènto
infine. Il percorso conta derivati e cimposti quali Barbafòrte (pianta erbacea snm di Santoreggia), Barbalàcchio,
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Barbanèra (il noto lunario dall’immagine di un barbuto astrologo), Barbastèllo (sovrapposto a Pipistrello),
Barbàta o Barbatèlla (botanica) snm di Talèa inv dal lat TALEA di rad prelatina) con Barbatellàio, Barbàto,
Barbazzàle o Barbozzàle snm di Tèttola, Barberìa con Barbière, Barbìgi (baffi e basette), Barbìglio “appendice
cutanea dei pesci” o fig appendice della punta di freccia e dell’amo snm di Ardiglione, i fig Barbìna e Barbìno
questo con valore di “gretto”, vrs iniquamente ispirato allo stereotipo dell’ebreo (con la barba) con un Bagìtto
“ebreo livornese”, Bàrbo o Bàrbio col dim Barbàtula “sorta di pesce fornito di barbigli”, Barbitonsòre snm medv
di Barbiere, Barbòcchio (fig rad, in botanica), Barbògio questo una sovvrapposizione di Barba con Balogio cui
Imbarbogìre (IN illativo), il dim Bàrbola o Bàrbula (sorta di penna degli uccelli), l’accr Barbòne questo fig anche
“straccione”) cui Barbonìsmo (neologismo del XXI sec), Barbòso questo anche nel senso fig “noioso”, il fig
Barbòtta (sorta di nave, fornita di sprone fig “barba”), Barbòtto, Barbòzza o Barbòzzo, il glb cubano Barbudo, il
fig Barbùsa “muschio”, Barbùta “sorta di elmo” e per esteso “il soldato che lo indossa” (con Barba che qui, in
estensione, vale “mento”), Barbùto.
In alcune contrade sett, Barba sta per “zio”, quale uomo anziano “con la barba” discriminandolo da “padre”, cui
Barbàno; infatti, Barbètto è anche tradizionalmente chiamato il pastore della Chiesa Valdese. In connessione figscherzosa con Barba “zio” pare ci sia Bargìglio (appendice dei galli sotto il becco, dal XIII sec), con Bargigliàto,
Bargigliòne (relativo ai maiali) e Bargigliùto, talvolta trattato quale snm di Barbìglio, questo però correttamente
“appendice dei pesci (sotto la bocca)” in diretta connessione semantica con Barba, cui Bàrbo “sorta di pesce” dal
lat BARBUS, appunto per la proprietà di avere il Barbiglio.
\ Valdèse, meglio Valdèsi, con Valdìsmo, dal nome del fondatore Pietro Valdo (1140\1217), di Lione; furono perseguitati e dispersi, ma
alcuni seguaci sopravvivono ancora oggi, in comunità evangelica di tipo calvinista.Calvinìsta, meglio Calvinìsti, con Calvinìsmo e
Calvinìstico, è dal nome del fondatore G. Calvino (1509\1564).\
Il termine Barbagiànni, con la variante Barbachèppio (vrs composto fig con un termine tratto da Cheppia) e con
Barbagiannerìa e Barbagiannèsco, è ancora in riferimento al significato di “zio” umoristicamente con
l’onomastico Gianni; così pare anche per il nome del vino pavese Barbacàrlo.
Fuori percorso, lo strumento musicale Bàrbito o Bàrbitos dal gr BARBITOS O BARBITON “sorta di Lira”, il
farmaco Barbitùrico, con Barbiturìsmo, questo omologismo attraverso il franc ACIDE BARBITURIQUE con
suff URIQUE urico, l’omologismo Barbotìn “sorta di argano” dal nome del suo inventore il francese Barbotin
(XIX sec).
Barbacàne, che non è una composizione, è ancora fuori percorso, poiché è l’omologismo dall’ar B-ALBAQARA ingresso per le vacche.
\ Nell’arcipelago delle Antille, l’isola Barbados è così stata battezzata dagli occidentali perchè ricca di piante dalle tipiche radici che
ricordano barbe fluenti.\
\ Ciambella Ciambellano Camarlengo
Il lat conta CYMBULAM per barchetta, cui fig sembra sia derivato il termine Ciambèlla con Ciambellàio e il prefissato
Acciambellàre, in associazione a barchetta (da pesca) un volg Ciambòtta o Ciambòtto che vale Piatto povero, ovvero un
misto di pesci e frutti di mare accantonato dal padrone dopo una scelta della varietà commerciabile, a disposizione del
pescatore dipendente; il termine s’è esteso tra i contadini nell’entroterra quale “piatto di verdure miste”composto con lo
stesso criterio, cui le varianti Ciammotta e Cianfotta.
Pseudoetim è invece l’omologismo assonante Ciambellàno dal franc CHAMBELLAN già ted KAMARLING addetto alla
camera del re, cui Camarlìngo o Camarlèngo o Camerlèngo o Camerlìngo.
\ Canoa Canova Canapa Conopeo
Canòa è dal caribico CANAUA attraverso lo sp CANOA (ingl CANOE), cui Canoìno, Canoìsmo con Canoìsta e Canoìstico;
eppoi Canòtto attraverso il franc CANOT canoa con i derivati Canòtta, Canottàggio, Canottièra, Canottière e Canottièro.
Cànova, volg Càneva, dal lat CANABA è baracca, cantina, cui Canovàio, Canovière connessi col gr KANUN tenda. A
Treviso, in Piazza S. Vito, ancora oggi, l’insegna “Al Canevon” indirizza verso una delle più antiche cantine della città.
Il lemma Cànapa o Cànape, fuori percorso, è dal gr KANNABIS, lat CANNABIS svoltosi nel volg CANAPA, cui, derivati e
composti, Canapàccio o Canapòne, con Canapacciàia e Canapacciàre, Canapàia e Canapàio, Canapèto, Canapìcolo con
Canapicoltòre e Canapicoltùra, Canapière, Canapièro, Canapifìcio, il fig Canapìglia (sorta di uccello degli Anatini, per il
colore delle penne), il sostantivo Canapìna o Canapìno o Canapaiòla “sorta d’ùccello (varietà di Beccafico) che dimora nel
canapai” eppoi l’aggettivo e sostantivo Canapìno “prodotto dalla canapa” col sostantivo fem Canapìna “ripieno di canapa”,
eppoi Cànapo, Canapùccia “seme di canapa quale mangime”, Canapùle o Canapùlo il cui suff ULE vale “stelo”, Canovàccio
(nel senso di “canapaccio”, accr sett con lenizione della p in v); eppoi, fedeli all’origine KANNABIS, Cannabìna (pref INA),
Cannabinàcee (la famiglia botanica), Cannabinòide (suff OIDE “somiglianza”), Cannabinòlo (suff OLO), Cannabìsmo
“tossicodipendenza” dalla droga estratta dalla Canapa indiana. Per la misurazione di lunghezza nei paesi anglosassoni dei
filati di Canapa, si conta il glb ingl Bundle “fascio” già in uso nel 1955.
Termine alieno Canapè “divanetto imbottito” e fig “fetta di pane ben guarnita” così attestatosi dal lat CANAPEUM, class
CONOPEUM, già gr KANOPEION zanzariera; il termine ital Conopèo da CONOPEUM è traducibile in che difende dalle
zanzare, dal lat KONOPS zanzara ed è appunto il velo che copre il tabernacolo e la pisside.
Altro alieno nel percorso è Canapìcchio questo una corruzione fig di Camepìzio “pianta erbacea” composto dal gr KHAMAI
in basso (verso terra) e PYTIS pino.
\ Prefissi Suffissi ARCHI ARCI ARCA ACRO
Membri di parole composte derivate dal gr o moderne. ARCHI è utilizzato quale secondo membro in ARCHIA dal gr
ARKHO sono a capo, cui ARKHOS comandante, in termini quali Anarchìa “senza governo” col pref gr AN privativo, cui
Anàrchico, Anarchìsmo, Anarcòide e il primo membro ANARCO in composizioni quali Anarcobrigatìsta,
Anarcoinsurrezionalìsta (neologismo XXI sec) e Anarcolibertàrio, Eparchìa dal gr EPARKHIA distretto eppoi diocesi cui
Epàrca “vescovo” e Epàrco “comandante” (pref EPI “sopra” quale autorità); Monarchìa “uno solo a governare” cui Monàrca
e Monàrchico con il gr MONOS solo, Polemàrco “amministratore (arconte) militare” con il gr POLEMOS guerra. Nègus è
l’appellativo eriopico di monarca in amarico, cui l’omologismo Negussìta.
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Il Trieràrca o Trieràrco, termine dal gr composto con TRIERES trireme e ARKHOS vale “comandante del trireme” cui
Trierarchìa
Dal gr ARCHEIN principale, il pref ARCHI sta per comandare-incominciare, rintracciabile anche in suff vedi Menarca, ed
ha permesso una numerosa proliferazione lemmatica con vari adattamenti fonetici, da Archiàtra “medico principale di corte”
alla forma secondaria da Arcibasìlica ad Arcivèscovo con Arcònte cui Arcontàto e Arcosàuro questo parasnm di Dinosauro.
Archètipo è la composizione di incominciare con TYPOS modello, per cui si traduce “ciò che è stato all'inizio e funge da
modello”. Il termine gr, nel senso “che incomincia”, assume ancora il significato di vecchio, antico da ARKHAIOS, cui il
pref ARCHEO in composizioni quali Archeologìa, Archeòlogo, Archeosofìa (col gr SOPHIA conoscenza).
Da non scambiare con la traslitterazione dal fiammingo HAKE uncino, arco in ARCHI di Archibugio che vale con l’uncino e
di Archipèndolo che è lo strumento di comparazione per il piano orizzontale. Nel lemma Architràve, cui Architravàto e
Architravatùra, poi, si è inc HAKE arco con ARCHEIN principale, assimilandone i significati. ARCI è la mutazione di
ARCHI attestatasi da un linguaggio non dotto, l’identico meccanismo fonetico che ha mutato in Braccio il lat BRACHIUM.
Con ARCI, impiegato come pref superlativo, l’ital conta Arcàngelo o Arcàngiolo con Arcangèlica e Arcirìcco, questo talvolta
con una sfumatura ironica…
Il pref ARCA, ancora, è dal lat ARCA custodia-raccolta e ARCERE proteggere da rad ARK proteggere, cui Arca-àrca, il
nautici Arcàccia, Arcàme, Arcàno “il contenuto dell’arca” e Arcèlla, Arce-àrce “rocca di difesa”, Arcìle (coniato sul tipo di
Ovile da OVIS con suff sostantivante), Arsèlla “astuccio” dim di Arca foneticamente attestatosi dal genovese; eppoi i
prefissati Anarcàsmo “comportamento ossessivo-compulsivo (che sfugge all’auto-controllo, alla propria protezione) col pref
AN privativo, Coercìbile CUM ARCERE, Esercènte, Esercère, Esercìre, Esercitàre, Esercitàto, Esercitaziòne, Esèrcito, con la
variante Essèrcito, da EX ARCERE questo traducibile tra l’altro in “mandato fuori (le mura) per la difesa della città”,
Esercìzio con Eserciziàrio.
Infine, con il pref ACRO, direttamente dal gr AKROS alto-estremo si contano Acrotèrio dal lat ACROTERIUM già gr
AKROTERION (termine architettonico, con un suff fig da THERION animale), Acroamàtico (con il lat ACROAMATICUS
già gr AKROAMATIKOS connesso a MANTHANO imparo, e vale “ascolto dalla viva voce del maestro” fig dall’alto) da
non equivocare con Acromàtico, Acrobazìa con Acròbata, Acrobàtica, Acrobàtico, Acrobatìsmo e Acròbazìa che col gr
BAINO vado vale che cammina con l’estremità dei piedi, Acrocefalìa con Acrocèfalo “malformazione del cranio”,
Acrocèntrico (termine della biologia), Acrocianòsi (termine medico che vale “colorito bluastro nelle regioni estreme del
corpo”), Acrocòro o Acròcoro “altopiano” (col gr KHOROS regione), Acrofàse (termine in biologia), Acrofonìa 1 con
Acrofònico (termine linguistico), Acroleìna (con il lat OLERE odorare e suff INA), Acròlito (col gr LITHOS pietra, vale
sorta di statua), (Acròpoli “città alta”, Acròmio (col gr OMOS spalla), Acrònimo, cui Acronimòlogo, (col gr ONOMA nome
vale “un nome” formato dalle iniziali di altri) parasnm di Acròstico (col gr STIKHOS verso) questo tecnica poetica le cui
iniziali di ogni verso racchiudono un nome, Acrostòlio (col gr STOLION ornamento, termine navale), Acrotèrio “ornamento
d’apice archiettonico”, Acrotònico (linguistica) 2. La Trinàcria è l’attuale Sicilia, dal gr TRINAKRIA (isola) a tre punte cui
Trinàrico “siciliano” dove il pref è dal gr TRINA tre.
Nella pittografia semitico-egizia, il suono iniziale della parola rappresentata è aggiudicato al segno corrispondente.
Si definisce Acrotònica una parola ove l’accento cade sulla prima sillaba (sdrucciola, bisdrucciola…), oppure sull’ultima (tronca), insomma
sull’estremità.
1
2
\ Trabiccolo Trabucco Trabacca
Del lemma composto Architrave, il secondo membro Tràve – lenito dal già Tràbe - deriva dal lat TRABEM accusativo di
TRABS, cui Travètto, Travicèllo con Travicellàto; termini alieni Travertìno “sorta di marmo” dalla locuzione lat LAPIS
TIBURTINUS pietra di Tivoli, eppoi Travet “impiegato di basso ceto” cui Travettìstico dal personaggio monsù Travet del
commediografo V. Bersezio (1863).
Il percorso fedele all’origine TRABEM continua con Trabeaziòne (termine architettonico), Trabìccolo e Trabècola, con
Trabecolàre, che col dim lat valgono “piccola trave”, Trabùcco “rete verticale”, con Trabucchìsta e Trabuccolànte, e
Trabocchètto “piccolo trabucco” attestatosi nel significato corrente, Trabattèllo “impalcatura”, un Trèvo o Trèo con
Trevière nella terminologia marinaresca; il tema è da TREBO che in area celt, bal e ger sta per “costruzione di legno”,
cui un osco-umbro TREBULA casale, collettivo di TREBO casa (di legno); in un certo percorso fig (osssia in riferimento
scenografico), si può contare Tràbea dal lat TRABEAM “commedia equestre” con Trabeàta dalla locuzione lat FABULA
TRABEATA. L’omn Trabùcco è una variazione di Trabòcco da Traboccare e questo, a sua volta, ha l’omn in Trabòcco dal
prvz TRABUC “sorta di arma da guerra” cui Traboccàre omn di Traboccare “straripare”.
Il lemma Trabàcca con Trabàccolo, attraverso l’ar TRABAQA tettoia, è vrs connesso con TRABS-TREBO, inc con Baracca;
in connessione il volg mer Trasanna che vale “tettoia” vrs in metaplasmo da Trabacca.
Termini alieni, ovvero non appartenenti al percorso TRABS, si conta Traboccàre “straripare” questo, diversamente a quanto
si creda composto con Boccare da Bocca, è dal prvz TRABUCAR da BUC tronco nel senso di “rompere gli argini, la diga”;
eppoi Trèbbia, con Trebbiàre, Trebbiatrìce il cui inventore pare sia stato A.Meikle nel 1786.
Il percorso conta il prefissato Strebbiàre (pref S durativo), dalla rad TERE fregare cui Tritàre da TRITARE intensivo di
TERERE col Pp TRITUS cui Trìto, Trituzzàre (sovrapposto a Sminuzzare), Trituràre inv dal lat TRITURARE denm da
TRITURA trebbiatura cui Trituramènto, Trituratòre, Trituraziòne, eppoi i prefissati Attrìto dal lat ATTRITUS Pp di
ATTERERE sfregare (sia sostantivo “sfregamento” sia fig aggettivo “logoro”) e Attriziòne, i fig Contrìre, Contrìto e
Contriziòne. Iterativo del lat TRITARE è TRITOLARE cui Stritolàre con Stritolamènto. L’omn Trèbbia vale “residuo di
ammostatura” omologismo attraverso il ted TREBER vinacce, vrs connesso con Trebbiàno “sorta di vitigno” da un diffuso
ant toponimo ital Trebula.
\ Bracciale Brachiale
Bràccio è dal BRACHIUM già gr BRAKHION cui i derivati e prefissati in linea lat quali Abbracciàre, Bràccia plur di
Bràccio 1, Bracciàle, Bracciànte con Bracciantìle, Bracciàre, il militaresco Bracciàrmi (Bracciàrm!), Bracciatèlla (focaccia),
Bracciòlo o Bracciuòlo, Imbracciàre, Sbracciàre, i composti Abbracciabòsco (caprifoglio), Abbracciafùsto snm di
Abbracciànte; derivati in linea gr, Brachiàle o Bràchico cui la locuzione anatomica Muscolo brachiale. In area glb si conta il
franc Embrassons-nous “abbracciamoci” ipirato ad un’opera di E. Labiche (1815/1888).
\ Pare che da una ricerca, l’abbracciarsi è un gesto altamente erotico.\
\ Caprifoglio Nibbio
Caprifòglio, snm di Vincibosco, è dal lat CAPRIFOLIUM questo una composizione con CAPER capro e FOLIUM foglia,
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pianta ricercata appunto dalle capre, con Caprifogliàcee (la Famiglia). Un suo snm è ancora Ebbio-èbbio con la variante in
Nìbbio questo da EBULUM mentre l’omn uccello Nìbbio è dal lat volg NIBULUM variante del class MILVUS.
Alle Caprifogliacee appartiene il Sambùco dal lat SAMBUCUS donde la Sambùca “liquore”: termini alieni, Sambùca “ant
strumento musicale” dal gr SAMBYKE di genesi orientale, Sambùco “sorta di barca” omologismo dall’ar SAMBUQ.
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Come il Cubito, Braccio era una unità di misura di lunghezza che assumeva a riferimento il corpo umano e corrispondeva alla lunghezza
media di un braccio, ma variabile secondo la località, la “stazza del venditore”, i limiti imposti da regolamenti; a Treviso, infatti, nella
centralissima Piazza S. Vito, l’antico mercato delle stoffe, una colonna riporta ancora una riga scanalata, stabilita dalle autorità quale
campione standard di un Braccio. Oggi, il termine Braccio è omologato in ital dal glb ingl Fathom pari a 1,8288 mt quale unità di profondità
marina da riportare sulle carte idrografiche. Il termine Fathom, tuttavia, pur di provenienza ger, è connesso, in ambito rad indoeur, con il lat
PATERE stendere-aprire in riferimento alle braccia.
\ Arco Iride
Il lat aveva il suo termine ARCUS per Arco-àrco, cui Arcuàre inv da ARCUARE, Arcuàto con Arcuatùra, eppoi Arcàle,
Arcarèccio snm di Terzera, Arcàta col dim Arcatèlla, Arcière-Arcièro tradotto in franc ARCHIER, Arcìgno (in relazione
all’arco sopraccigliare), Arciòne con Arcionàto e il pref Disarcionàto, Arcolàio (riferito all’arco della matassa) da un ant plur
Arcora-àrcora cui Arcoràio e un ipocoristico veneto Corlo con un Corleta “Filatoio”, Arcuàto, il prefissato Inarcàre (IN
illativo) cui Inarcamènto, Inarcatùra (adottato già dal 1681) questo, nella tecnica poetica è snm del glb franc Enjambement
(XX sec), eppoi Inarcocchiàto vrs sovrapposto a Inginocchiato. I composti Arcobalèno “arco che si balena”, Arcobalèstro,
Arcosòlio o Arcosòglio (con il lat SOLIUM sepolcro, vale “nicchia ad arco”), con i trigonometrici Arcosecànte e
Arcocosecànte, Arcosèno e Acocosèno, Arcotangènte e Arcocotangènte, Arcoscènico, Arcosèno, Arcotangènte; vrs il dim
volg mer Arciolo o Arciuolo, rintracciabile nella cognomastica con la variante Urcioli.
Snm di Arcobaleno (adottato dal 1483) è Iride-ìride (dal XVI sec) dal gr-lat IRIS; Iris, infatti era la messaggera degli dei che
soleva incamminarsi lungo l’arcobaleno. Il percorso conta Iridàcee (Famiglia di piante), Iridèo e Iridescènza con Iridescènte,
l’elemento chimico Irìdio (Ir), il cristallo iridescente Iris-ìris (omn-snm del Giaggiolo) cui il minerale Irìte (composto con
Cromite), il patologico Irìte (suff medico ITE); termine alieno Irizzàre questo tratto dalla sigla IRI che vale “Istituto per la
Ricostruzione Industriale”. L’onomastico Iride è anche in richiamo alla dea della mitologia, in assonanza con Iside, ma
questo alla memoria della divinità lunare egizia, cui, attraverso il gr, l’aggettivo Isìaco da ISIAKOS e il composto Isidoro da
ISIDOROS “dono di Iside”.
Iride è anche parte dell’occhio, cui Iridociclìte che, col gr KYKLOS circolo (orbita oculare) e il pref medico ITE, vale
malattia acuta dell’occhio, eppoi Iridologìa, Iridoscòpio.
Snm di Arcolaio è Guìndolo (entrambi dal XIV sec) dal lat medv GUINDOLUS questo attinto al ted WINDEN avvolgere.
Il tiro con l’arco prevede un Bersàglio, questo omologismo dal franc ant BERSAIL dal verbo BERSER, cui Bersagliàre,
Bersaglière, il composto Radiobersàglio.
\ Trapezio
Trapèzio, l’attrezzo per esercizi acrobatici, cui Trapezista, è dal gr TRAPEZA tavola a quattro piedi, donde il dim
TRAPEZION che ha condotto al lat TRAPEZIUM, all’ital Trapezìta “banchiere”, eppoi Trapezòide con Trapezoidàle; una
connessione dovrebbe pur esserci tra i rad TRAB trave e TRAP tavola.
\ Archibugio Fucile Carabina
BUS buco, questo d’origine ol e sta per scatola o buco (nessuna connessione con il lat BUS bue), diventa Buz nella
tradizione padana, Bucio in quella mer e Bugio, la predominante, in quella toscana che va a confermare la vincente lenizione
di c in g nella lingua italiana. Nel settentrione esiste ancora il termine Bùsa “pancia”, originario da Bùsa “buca”, cui
l’attestazione Bùzzo con l’accrescitivo Buzzòne e il fig Buzzùrro “rozzo e ignorante”, snm di Tanghero, da Buz “buco”; la
pancia, infatti è allocata nell’incavo centrale dello scheletro. Il termine toscano Bùgio per Foro è l’adattamento dell’inc lat di
BUCCA con PERTUSUM forato, cui Pertùgio e il volg mer Pertuso. Ne deriva la composizione Bugigàttolo, con il dim lat,
che sta per “piccolo buco nel cui spazio può stare solo un gatto”. Pertuso del monaco è la storica gradinata attraverso una
porticina delle antiche mura di Manfredonia, che scendeva direttamente a mare, oggi nel lungomare.
Nasce così nel XIV sec Archibùgio o Archibùso, dalla composizione fiamminga HAKE uncino dal tema del rad AK essere
appuntito (assimilando HAKE ad Arco) e BUS, attraverso il ted HAKENBCHSE arma ad uncino; in percorso il glb franc
Arquebuse che vale letteralmente “acqua d’archibugio” e serviva a curare le ferite inferte da quest’arma; oggi indica metaf un
liquore digestivo.
La locuzione Archibugio focile ha dato origine dallo stesso sec XIV alla sintesi lemmatica Fòcile, subito attestatosi in Fucìle
cui Fucilàta, Fùcilatòre, Fucilaziòne, Fucilerìa, Fucilièra, la locuzione Fucile a ripetizione, la composizione musicale
Escopetarra, uno strumento a corde da pacifisti coniato aovrapponendo Fucile e Chitarra.
Focìle, derivato da FOCUS focolare vale Acciarìno questo il dim di Acciàro dal lat tardo ACIARIUM cui la locuzione
FERRUM ACIARIUM da ACIES filo della spada di rad AK essere appuntito, dalla quale si ha Acciàio (dal XIII sec) con
Acciaiàre, Acciaiàto o Acciarìto, Acciaiatùra, Acciaierìa, Acciaìno, Acciaiòlo o Acciaiuòlo e Acciaiòso, il composto Acciaiocemento. L’Acciaio sebbene si producesse inconsapevolmente fin dall’antichità, fu considerato tale dopo gli studi di T. O.
Bergman nel 1750, il quale ne scoprì le proprietà evidenziando le funzioni del Carbonio; l’Acciaio, infatti, è Ferro
contenente Carbonio dallo 0,3 all’1,7 %.
La storia del fucile incomincia a metà del XV sec con l’adozione di un Cannone portatile, alleggerito nell’Archibugio e poi
nel Moschetto (dal XVI sec). Sorta di fucile a ripetizione è il glb ingl Winchester, l’arma resa famosa dai film western, dal
nome dell’inventore O. F. Winchester (1810/1880).
Restando in ambito, Carabìna (coniato nel XVI sec), con Carabinàta e Carabinètta, è dal franc CARABINE derivato da
CARABIN soldato di cavalleria (XVII sec) e CARABINIER armato di carabina cui Carabinière (adottato dal XVII sec),
questo anche snm di Gendarme, con deformazione in Caràmba o Caràbba e metaf in Cerbero, omologismi che non pare
abbiano progenitori rad lat; comunque dal gr KARABOS ci viene Càrabo “coleottero” e dal lat CARABUS ci viene
Carabottìno “graticolato d’imbarcazione”, dal lat GRABATUM lettuccio ci viene la corruzione in Carabàttola “masserizia” o
Garabàttola e Scarabàttola o Scarabàttolo “credenza”, tra i quali non si vedono connessioni eccetto che per l’associazione
degli ultimi tre lemmi a “mobili di casa”.
Secondo un diverso esame etim, Carabattola contiene il pref peggiorativo CA pertanto conterrebbe il valore di peggior
baratto (dim in metatesi).
Dal lat CARABUS, inoltre, il ptg ha tratto CARAVELA “sorta di piccola nave” cui l’esot Caravèlla, termine adottato nel
339
XIV sec e immortalato da C. Colombo per le sue tre caravelle, Nina, Pinta e Santa Maria, con le quali raggiunse il Nuovo
Mondo, oggi America, ma che nuovo non era affattto, ma dimenticato per colpa di falsi teoremi che non sapevano di
trasmigrazioni di popoli europei attraverso lo Stretto di Bering e di incursioni vichinghe, o che non ne volevano sapere.
Da Caravella “nave”, cui l’accr Caravellòne, l’ital conta il fig Caravèlla 1 “colla resistente per carpenteria”, con un omn
Caravèlla “sorta di mela o di pera” questo omologismo dal franc CALVILLE tratto dal toponimo franc Calleville, altrimenti
Calvèlla, Calvìlla o ancora Calvìlle ma in unico riferimento alla mela. Termine alieno Caravaggèsco, relativo all’artista
Caravaggio (1573/1610) pseudonimo di Michelangelo Merisi (da Caravaggio).
I termini quali Caccavella e Caravella possono far pensare ad un suff VELLA per diminutivi; in realtà è solo una coincidenza lemmatica, che
rintracciamo in Manovella, Pedivella, Tavella, Vedovella… ognuno con un propri derivazione etim.
1
\ Rad AK
Dalla rad AK essere appuntito, il lat conta ACUM ago donde il composto Acucettòre (con RECEPTOR di RECEPIRE),
ACUERE rendere aguzzo cui Acuìre e Acuità, ACULEUS cui Acùleo, Aculeàto, Aculeàti (Sezione d’insetti), ACUMEN cui
Acùme con Acuminàre e Acuminàto, ACUTUS cui Acùto con Acutamènte, Acutànza, Acutèzza, Acutizzàre con
Acutizzaziòne, Acùzie dal lat medv ACUTIES, la composizione Acutàngolo e i leniti Agùto e Agùtoli (snm di Inchiodacristi,
arbusto dai rami spinosi). In vers connesione, il lat CACUMEN punta-sommità-vetta-cima cui Cacuminàle. Termine alieno
Agùti “nome generico dei Mammiferi Roditori” dei Dasiproctidi.
Di rad AK si conta ancora il lemma fem Acme-àcme erronemante tradotto ed attestatosi in Acne-àcne cui Acnèico; fuori
percorso il termine Acmòtital o Acmonitàl l’ipocoristico della lega di Acciaio, Cromo, Nichel e di Vanadio, questo elemento
chimico dal nome della divinità scandinava Vanadis (smbolo V) cui Vanadàto e Vanàdico.
Dal lat ACUM, dunque, deriva il lenito Ago-àgo con le composizioni Agoaspiràto e Agoaspiraiòne, poi Aghètto “cordellinauncinetto”, il composto botanico Aghifòglio e i vari Acìcula “sorta di pianta” dal dim ACICULA piccolo ago cui Aciculàre
o Acicolàre snm di Aghiforme, Agùcchia dal dim volg ACUCULA piccolo ago cui Agucchiàre, Agùzzo con Aguzzàre dal lat
volg ACUTIARE intensivo di ACUERE da ACUTUS; altro termine in percorso è Agùglia “ago-pinnacolo” e fig “sorta di
pesce dei Beloniformi”, con Gùglia (aferesi) e Agugliàta con l’aferetico Gugliàta “quantità di filo introdotto nell’ago” cui la
locuzione Gugliata di refe, transitato dal prvz AGULHA, cui il glb franc Aiguille “monolito (guglia) naturale”, eppoi i tessili
Agugliàto e Aguglierìa, il marinaresco Agugliòtto. Dall’ingl STEEPLE guglia si conta il composto glb Steeplechasse “gara
ippica” con Chasse caccia. La locuzione Ago di Buffon è di competenza matematica quale teorema.
L’omn Agùglia vale Aquila-àquila dal lat class AQUILA, volg ACULA, attestatosi in Aquila-àquila, cui Aquilàstro,
Aquilìno, il fig Aquilòne “termine marinaresco-vento di tramontana cui anche con valore di settentrione” e snm di Cervo
volante cui Aquilonàre, Aquilòtto, il glb ingl Eagle “aquila” questo attestatosi in terminologia sportiva (golf). Termini alieni
Aquilàno “relativo al toponimo L’Aquila, Aquiliàno relativo alla Legge aquilia proposta a Roma mdal tribuno Aquilio (III
sec aC), in assonanza con Aquinàte che è il relativo del toiponimo Aquino.
Aguzzìno, invece, è l’omologismo dall’ar AL WAZIR luogotenente, cui lo sp ALGOZIR, comunque inc con Aguzzare.
\ Dal Duomo milanese s’innalzano ben 135 guglie.\
La rad AK s’era gà svolta nel gr KARKHAROS aguzzo, cui Carcarìno “sorta di squalo” con Carcàridi “la Famiglia” e
Carcarìnidi (altra Famiglia, col gr RHIS RHINOS naso) appartenente agli Euselaci, eppoi Carcarodònte “sorta di squalo, col
gr ODUS ODONTOS dente”.
Il rad AK (acuto in senso fig, relativo al gusto), estesosi in AKRI, ha condotto al percorso ACER ACRIS talvolta adattato cui
Acèrbo dal lat ACERBUM con Acerbamènte, Acerbèzza e Acerbità. Ha condotto al copioso percorso di Acèto da ACETUM
cui Acescènte e Acescènte da ACESCERE inacidire, Acetàto, Acètico con Acetàle, Acetièra o Acetabolo, Acetìle con
Acetìlico, Acetilàre e Acetilùro (suff URO chimico), Acetilàto e Acetilaziòne, Acetilène attraverso il franc ACETHYLENE
con Acetilènico composto con ETHYLE e il pref AC che vale acido e un suff chimico ENE, Acetòne con Acetònico e
Acetonùria (patologia, col suff gr URON urina), Acetòsa, Acetòso con Acetosèlla “sorta di erba” e Acetosità, Acetìre,
Acetìno, Acetùme (col pref UME vale”troppo aceto”); i composti Acetàbolo (col suff dal gr BOLOS metto) o Acetiera con
Acetabolàre e il fig Acetabulària (botanica), Acetammìde (Acido acetico col suff Ammide), Acetificàre con Acetificànte,
Acetificatòre e Acetificaziòne, Acetìmetro, infine i prefissati con ACETIL (Acetile) quali Acetaldèide, Acetilcellulòsa,
Acetilcolìna (doppio suff da KHOLE bile e INA per elemento chimico), Acetilsalicìlico, e con ACETO sovente adattato quali
Acesulfàme (con Solfo e Lattame), Acetacetàto con Acetacètico, Acetobattèrio, Acetofenòne, Acetonemìa. Attravreso l’ingl
ALKYD acido, l’ital conta Alchìdico. Eppoi, più fedele al gr, Ossirìna o Ossirìno (con OKSYS acuto e RHINOS naso) sorta
di squalo dell’Ordine Lamnifòrmi (col gr LAMNA pesce vorace) della Famiglia Isùridi (col gr ISOS uguale e URA coda);
eppoi Ossiùro (gr OKSYS acuto e URA coda) “verme intestinale” cui Ossiurìasi o Ossiuràsi (doppio suff patologico IASI),
i composti Ossiacetilènico (cannello) cui Ossitàglio “taglio col cannello”, Ossiàcido, Ossibenzène,
Termini alieni Ossianèsco e Ossiànico relativi al poeta bardo Ossian del III sec dC.
Eppoi Acido-àcido sia “sapore” sia “sostanza” da ACIDUS, già gr OKSYS, con, derivati e composti, Acidità, Acidificàre con
Acidificaziòne, Acidimetrìa con Acidìmetro, Acidità, la locuzione fig glb Acid music “musica elettronica ritmata”, la
locuzione Acido acetico, Acidofilìa con Acidòfilo o Ossìfilo o ancora Oxìfilo (che ama terreni acidi), Acidòlisi (sol gr LYSIS
scioglimento), Acidòlo (suff chimico OLO), Acidòsi (suff OSI), Acìdulo dal dim lat ACIDULUS con Acidolàre,
Acidoresistènza, Acidùme (suff UME vale “troppo acido”), Acidùria (suff tratto dal gr URON urina), Acìle questo un
radicale (monovalente) derivato da Acido con sostituzione del gruppo finale do con le cui Acilàre, Acilaziòne e Acìlico.
Gli Acidi grassi essenziali costituiscono la Vitamina F presente negli oli vegetali, oli di pesce e latte.
Dal rad AK, si conta ancora l’aggettivo Acre-àcre dal ACRIS cui Acrèdine o Acrimònia con Acrimoniòso, la lenizione sett
Agro-àgro già Acro-àcro (omn di Agro “campagna”) cui il sostantivo Agra-àgra, Agrètto, Agrèzza o il sostantivo Agro-àgro,
Agrìgno, Agriòtto e Agriòtta “sorta di ciliegio-ciliegia” snm di Visciolo-Visciola, Agròre da ACROR, Agrùme cui
l’aggettivo Agrumàrio, Agrumèto, Agumicoltùra con Agrumicoltòre e Agrumicultùra con Agrumicultòre, eppoi i composti
Agrocòtto, Agrodòlce, infatti, il comune superlativo di Acre-Agro è Acèrrimo. Agrifòglio è dal lat ACRIFOLIUM pianta
dalle foglie aguzze; in percorso il prefissato Disagrìre con Disagrimènto per accezione relativo ad una operazione vinicola.
Il termine Crespìno (sorta di arbusto), cui la variante Trespìno, che pare connesso a Crespo, è invece la composizione lat
ACRISPINUM dalle spine acute del genitivo ACRIS con SPINA spina, ricalcando il gr OKSYAKANTHA questo con
AKANTHA spina rintracciabile ancora in Triacànto “sorta di albero americano”.
Il lemma Agrimònia non è affatto il snm lenito di Acrimonia; il termine è un’attestazione dal lat AGRIMONIA “sorta di
pianta” metaplasmo dal gr ARGEMON leucoma oculare poiché si credeva che tale pianta curasse questa patologia.
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Termini pseudoetim il glb Agreement “accordo” dall’ingl TO AGREE accordarsi, l’omologismo Agremà o Agremàno o
ancora Agrimàno “sorta di passamano artistico” dal franc AGREMENT ornamento.
Il lemma Agripnìa, poi, è dal gr AGRYPNIA insonnia composto da AGREO desidero e HYPNOS sonno.
Agrìppa, infine, è composto da AGRO nel senso di punta “parte terminale” e PED piede, questo in forma espressiva PPA, e
vale “nato per i piedi”, cui Agrippina nell’onomastica. Il termine Agrippìna “sorta di divano” adottato ndal 1832 è così
indicato poiché è ispirato al gruppo statuario che raffigura Elena, consorte dell’imperatore Costantino, semisdraiata sul
divano, erroneamente creduta Agrippina questa moglie di Germanico.
MIGLIO MIGLIORE MULTA
MIGLIO
\ Miglio, che per i romani valeva MILLE PASSUUM (1478 metri), è l’unità tradizionale di misura itineraria terrestre incalzata dal
chilometro, successivamente omologata in marina ed in aviazione (qui in senso orizzontale, diversificandosi dal Piede, 30,48 cm, in senso
verticale), che muta genere al plur: 1 miglio, 2 miglia (come migliaio e migliaia). Il miglio ha diversi valori dipendenti dai luoghi in cui è
determinato; ma anche dai tempi, incominciando dagli antichi romani. Il miglio terrestre adottato nei paesi anglosassoni corrisponde a mt
1609,3 mentre il miglio marino, ormai universalizzato ed accolto, come si è detto, anche dalla navigazione aerea, a mt 1852. Il Nodo, unità di
misura delle velocità marine ed aeronautiche, equivale infatti ad 1 miglio l’ora, pari alla distanza di mt 1852 coperta in un’ora.
Molti toponimi indicano ancora la distanza storica in miglia dal centro importante più vicino, quali Quarto d’Altino nel Veneto e Tricesimo
nel Friuli, ovvero 30 miglia da Aquileia; ancora, Quinto di Treviso e Quinto Vicentino.\
Mìglio, cui il plur Mìglia con la storica corsa automobilistica Millemìglia e Centomìglia questa la regata velica
sul Garda, dal lat MILIA migliaia da MILIARIUM, ed i suoi derivati sono rimasti ottemperanti al lat, rifiutando
il gruppo GL, quali Miliàre, Miliòne con Biliòne “miliardo” (pref BIS due volte) attrraverso il franc BILLION,
Triliòne “milione di bilione” attraverso l’ingl TRILLION cui la variante Trilliòne, Miliàrdo... in connessione con
il gr MYRIAS diecimila, cui Mirìade e il pref MIRIA in termini quali Miriagràmmo, Miriàmetro.
Migliàio e il plur Migliàia si sono attestati nel gruppo GL, anche grazie a Dante “Quanto di qua per un migliaio
si conta” dal Purg XIII v.22.
L’uso improprio di Millànta, al posto di Migliaio o Migliaia, ne ha attestato il significato in “falsità, bugia”, dal
verso di Boccacio “Hàccene più di millanta” che ne ha sostituito il corretto suff etim del lemma lat
MILIARIU(M) imponendovi l’anta delle decine (quaranta... novanta); pertanto, l’ital conta Millantàre con
Millantamènto, Millantàto, Millantatòre, Millantatùta e Millanterìa.
Il cardinale Mìlle, dal lat immutato MILLLE, parte dalla base tematica SMI-GHZ-LI, vrs paragonato al sct
SAHASRA, che deriva da SM-GHEZ-LO, e al gr KHILIOI, questo derivato da GHEZ-LYO. Nel percorso
semantico di Mille, troviamo Millenàrio con Millenarìsmo, Millenarìsta e Millenarìstico, Millènne, l’ordinale
Millèsimo 1 o Millèsmo, da MILLESIMUS, Millècuplo, il prefissato Immillàre o Imillàre e tutti i composti col
primo membro Milli (millesima parte), Millìmetro, Millimìcron e alcuni sostantivi d’immagine quali Millefiòri,
Millerìghe, ma troviamo anche i diretti discendenti dal gr KHILIOI mille, cui il pref CHILO (omn del pref
CHILO da KHEILOS labbro) o KILO nei composti in complanare, ma preferibile il gruppo letterale puramente
ital Ch, quali Chilocalorìa o Kilocalorìa, Kilobyte, Chilogràmmetro o Kilogràmmetro, Chilohèrtz o Kilohèrtz o il
snm Kilocìclo, Chilòmetro o Kilòmetro con Chilometràggio, Chilometràre, Chilomètrico o Kilometràggio,
Kilometràre e Kilomètrico, Chilomicròne (col gr MIKRON piccolo), Chilòpodi (centopiedi), il semiomologismo
Chìloton o Chilotòne con Kìloton o Kilotòne (con l’ingl TON tonnellata), in ambito elettrico Chilovòlt o
Kilovòlt con Chiloampère o Kiloampère, Chilovoltampère o Kilovoltampère, Chilowàtt e Chilowattòra o
Kilowàtt e Kilowattòra questo composto con l’unità di misura di potenza Watt e del tempo Ora.
Il Millenarìsmo è affine al Chiliàsmo, cui Chiliàsta e Chiliàstico, dal gr KHILIOI mille, ed è la dottrina che ha
mitizzato il ritorno di Cristo dopo mille anni, ma il termine non è nato in epoca cristiana: l’idea di un qualche
ritorno millenario si ritrova in epoche precedenti come nel giudaico, eppoi omologato nell’islamico. Chiliàrca è
il condottiero di mille militi, lemma composto col gr ARKHOS comandante.
L’omn sostantivo Chìlo è dal lat CHYLUS già gr KHYLOS e vale succo-linfa intestinale cui Chilòsi (suff
medico OSI), Chilòso, il prefissato Achilìa (pref A privativo), il composto Chilìfero con Chilificàre e
Chilificazione (la trasfornazione del Chimo in Chilo) o Chilòsi.
In assonanza, e null’altro, l’esot messicano Chili “sorta di peperoncino- condimento”, di genesi Nahuati.
L’omn Mìglio, dal lat MILIUM, con tema indoeur M(E)LI (questo solo omn del gr MELI miele, la cui
connessione non appare possibile), è la pianta erbacea i cui minuti frutti gialli sono usati come becchime per
uccelli, cui il fig Migliàccio con Migliacciàre, un Migliaccìno, Miglialsòle dalla locuzione Miglio al sole snm di
Migliarìno “sorta di pianta e d’uccello”, il fig Migliaròla “pallini da caccia”; è ragionevole pensare che
l’assonanza rad con MILIA sia la prova di una correlazione, mercè la grande quantità (migliaia) dei frutti; il gr
conta KENKHROS grano di miglio cui Cèncro svoltosi fig ad indicare una varietà microcristallina di diamante
altrimenti detto Bort e addirittura una sorta di serpente, vrs per il ventre screziato di piccole macchie.
\ La Capsula del Tempo del Millennio è d’idea britannica: ognuno - dietro regolare ricevuta d’attestazione di proprietà - potrà depositarvi un
apposito scrigno di sicurezza racchiudente un’importante ricordistica da tramandare ai posteri. La capsula, sigillata, sarà sotterrata in un
bunker nel 2001.\
1
L’omn Millesimo indica la data di nascita di un ottimo vino prodotto da una vendemmia particolarmente feconda; il termine nasce dalla
tradizione di indicare un determinato anno secondo l’era volgare.
\ Giudaico Islamico
Dal lat IUDA, inv dal gr, già ebraico YEHUDAH, l’onomastico Giuda cui Giudèo adottato dal XIII sec assimilato ad
“ebreo” con il ted JUDISCH giudeo svoltosi nel glb YIDDISH o JIDDISCH, questo un termine diffuso dal 1932 che da
“dialetto degli ebrei europei” (Europa centro-orientale) è finito per indicare tale cultura, il cui maggiore esponente d’oggi è
Moni Ovadia; la melodia nel noto coro canto corale Bella ciao è vrs di genesi yiddish, attraverso un riadattamento nei canti
delle mondine. L’onomastico Giuda ha avviato il percorso di Giudàico (dal XIV sec), Giudaìsmo, il toponimo Giudecca
341
(quartiere “ghetto” di Venezia o d’altre città, adottato dal XVII sec) dal lat IUDAICA quale fem di IUDAICUS,
Ebrèo, lemma contemporaneo di Giudeo, è dal lat HEBRAEUS già gr HEBRAIOS da IBRI in originale del popolo, cui
Ebràico con Ebraicìsta, Ebraicità, Ebraicizzàre ed Ebraicizzaziòne, Ebraìsmo con Ebraìsta, Ebraizzàre ed il prefissato in
contrapposizione Antiebraìsmo, questo neologismo del XXI sec. Ebreo s’è svolto in snm di “usuraio, avaro”, grazie ad una
universale politica antisemita che è riuscita storicamente a plagiare purtroppo i popoli. Il nome dato agli ebrei dell’Europa
centro-orientale è Ashkenazìta o Askenazìta dall’ebraico ASHKENAZ che identificherebbe l’attuale Germania. Israele è lo
stato fondato dagli ebrei nel secondo dopoguerra, cui Israeliàno adottato dal 1948, eppoi Israelìta (già dal XIV sec) con
Israelìtico in riferimento alla tradizione, cultura e religione, dall’originale YSRA’EL svoltosi nel gr ISRAEL con
ISRAELITES. Sionìsmo (dal 1899) è il movimento politico che condusse alla costituzione di una patria in Palestina 1 per gli
ebrei dispersi nel mondo (Diàspora), termine in riferimento al colle Sion, in ebraico Iyyon, di Gerusalemme, cui Sionìsta e
Sionìstico. Semìta (coniato nel XIX sec) identifica il gruppo etnologico, storico e culturale, che racchiude storicamente i
babilonesi, gli assiri, l’ebraico, l’aramaico e l’etiopico, cui Semìtico, Semitìsta, Semitìstica e Semitizzàre, ma è finito per
identificare comunemente gli ebrei, specie nell’accezione Antisemìta, Antisemìtico, Antisemitìsmo. Il termine omn Semìta
(coniato nel XIV sec) vale anche “sentiero” inv dal lat SEMITA. Gli ebrei, poi, indicano il prossimo non appartenente alla
loro identità GOY col plur GOYIM cui l’omologismo Gòi adottato dal 1892. Il cibo ritualmente puro, in base agli
insegnamenti religiosi, è definito KASHER cui il glb Kashèr o Koshèr e l’omologismo Cascèr. Da TORAH “istruzione” si
conta lomologismo Torà. Ancora dall’ebraico, in area glb si conta Shalòm quale formula di saluto” da SHALOM pace,
Dall’ar-persiano MUSLIM fedele dell’Islam, l’ital ha ricalcato l’omologismo Musulmàno o Mussulmàno adottato dal XVI
sec. Il termine Islam (pron i slàm o ì slam) diffuso dal 1879 è inv dall’ar ISLAM abbandono (alla volontà di Allah “Dio”),
cui gli omologismi Islamicità, Islàmico, Islamìsmo, Islamìsta, Islamìstica, Islamìta, Islamìtico, Islamizzàre e Islamizzaziòne.
Fondatore dell’Islam è il profeta Muhammad o Mohammed italianizzato Maometto (570\632) cui Maomettàno questo
adottato dal XIV sec sostituendosi al preecedente Saraceno, con Maomettanìsmo o Maomettìsmo; ai suoi continuatori è
assegnato il titolo di HAIFA successore cui l’omologismo Calìffo con Califfàto.
Nella terminologoa islamica si conta l’omologismo Alcoràno (già dal 1292) dall’ar AL QU’RAN lettura o semplicemente
QURAN cui il corrente Coràno (adottato dal XVIII sec) con il suo relativo Corànico; in associazione a questo, il termine
Sùra, esot inv dall’ar SURA, cosi definito ognuno dei 14 capitoli del Corano, omn dell’omologismo Sùra “tipo di stoffa”dal
toponimo ind SURAT, attraverso l’ingl SURAH.
L’insieme della Legge sacra islamica, ossia il Corano, la Sunna, il Consenso della comunità e la Deduzione analogica,
racchiusi nei quattro fondamenti del diritto, è indicata con l’ar SARI ‘A strada battuta, cui l’omologismo Sharìa.
L’espositore della legge giuridica e religiosa è indicato con Muftì, inv dall’ar MUFTI. Colui che pronuncia l’ADHAN, ossia
che invita alla preghiera, è indicato invece con MU’ADHDHIN attestatosi dal turco MUEZZIN cui Muezzìn o l’omologismo
Muezzìno adottato dal XVIII e che è andato a sostituire Talacimànno omologismo dal persiano DANISMAND dotto già
diffuso dal XV sec.
La comunità dei fedeli è detta Umma-ùmma. Infine, Ulma-ùlama o Ulema-ùlema teologo da ULAMA questo plur di ALIM
dotto, e Imàm inv dall’ar IMAM, con l’addattamento ital in Imàn o ancora in Imàno, che è il lettore dei testi sacri, in
estensione “sapiente”; IMAM, storicamente, è per gli sciiti tra i dodici eredi del Profeta mentre per i sunniti corrisponde al
califfo, cui Imamìta e Imanàto. Il Salafìta è un membro di una setta che ha adottato la lotta santa e armata contro gli
occidentali, dall’ar SALAFI devoto-pio. Salàm è l’omologismo inv dall’ar SALAM saluto-pace, con Salamelècco o
Salamelècche dalla locuzione SALAM ALAYK pace su di te.
Storicamente, Palestina, cui il demotico Palestinèse (diffuso dal 1953), in lingua semitica sta per “Terra degli stranieri” in connessione rad
con Filistèo meglio Filistèi (termine già diffuso nel 1374) che sta per “popolo della Terra Promessa” antecedente agli ebrei, attrraverso il lat
PHILISTAEUS; Palestina, poi, per gli Ebrei guidati da Mosè s’è svolta in Terra promessa (da togliere agli stranieri). Dal XVII sec, poi,
Filisteo s’è svolto nel snm di “borghese gretto” attraverso il gergo studentesco in Germania, eppoi Filisteìsmo dal 1908 snm di Misoneismo.
1
MIGLIORE
Mèglio, dal lat MELIUS, è il neutro di MELIOR cui Migliòre, da un rad MEL meglio, cui Mòlto da MULTUS
(aggettivo) e da MULTUM (avverbio), che ritroviamo nel gr MALA molto; Migliòre, allora, vale
“abbondantemente buono” da MIGLIOREM comparativo di Buomo. In percorso, Miglioràre o il toscano
Meglioràre da MELIORARE cui Miglioràbile, Miglioramènto, Miglioràndo, Miglioratìvo, Miglioratòre,
Miglioraziòne, Migliorìa questo anche lo stato d’improvviso o inatteso benessere che precede la morte, in tal
senso molto diffuso a livello popolare cui la locuzione Miglioria della morte, Migliorìsmo (idea intermedia tra
pessimismo ed ottimismo) dalla teoria del Migliorìsmo attraverso l’ingl MELIORISM cui il termine politico
Migliorìsta che indicherebbe chi è propenso ad accogliere un miglioramento dello stato, rinunciando alle
rivoluzioni, il prefissato Immegliàrsi (IN illativo).
Da MULTUS l’ital ha ricavato Moltitùdine eppoi il pref MULTI adattato per una nutrita serie di composizioni da
Multànime a Multizonàle, compresi Moltèplice e Molteplicità col lat PLICARE piegare vale “che si piega più
volte” su calco di Duplice, Triplice… e Moltìplica con Moltiplicàre, Moltiplicatìvo, Moltiplicatòre e
Moltiplicaziòne. Il gr conta il pref intensivo ZA molto cui l’ital Zalòfo “leone marino” con LOPHOS cespopennacchio.
Il rad MEL meglio, svoltosi nella forma espressiva lat MEL MELLIS miele (ossia il meglio tra gli alimenti), già
gr MELI ha dato Mièle, con la vaiente Mèle, ma del valore di non inebriante, cui Melàrio, Melàta (omn di
Melata da Mela) con Melàto, Melilìte “sorta di roccia, con suff ITE per minerali), Mèlleo, Mielàto, Mièlico,
Mielòso, il prefissato Smielàre con Smielatòre e Smielatùra, l’onomastico Pamela “tutta miele” (col suff PAN
tutto), eppoi, attraverso il gr MELI, Melifàgidi (Famiglia di uccelli, col gr PHAGEIN mangiare), il botanico
Melilòto (composto con Loto). Da recenti studi, oltre alle sue proprietà note sin dall’antichità, cui l’assimilazione
alla rad di meglio, il miele, oltremodo quello cosiddetto Miele di manuka (di una sorta d’arbusto esotico),
contiene una accertata azione antibiotica e cicatrizzante.
Dalla correlazione MULSUM miele con vino, si ha Mùlso, il prefissato Emulsionàre con Emulsionàbile,
Emulsinànte, Emulsionatòre, Emulsiòne, Emulsìvo e il composto Emulsiòmetro. Nel volg mer esiste il termine
342
Miero o Mieru per Vino, considerato una sovrapposizione del lat MEL miele con il lat TEMETUM vino; la
presente ricerca ritiene più realistica la sovrapposizione di MEL col dialettale Gnuru “nero” (o Niru e simili) del
valore di Vino nero questo affine allo sp TINTO vino rosso. La sovrapposizione con MEL, a ogni modo, è
accertata poiché era ricorrente bere il vino addolcito col miele, questo, almeno nelle consuetudini
strategicamente importate dai romani, i quali, non dimentichiamolo, erano gli americani d’allora, vedi oggi per la
Coca Cola.
Relativi al vino, il lat conta PASSUM “vino prodotto con uva secca (passa)” eppoi le locuzioni VINUM
ATRUM vino nero e VINUM CANDIDUM vino bianco.
Sempre da MELI, il lat conta MELLACEUS dolciastro-mosto (recuperando la doppia lettera l), ma che inc con
un franc MINCE sottile, è nato l’ital Melènso, forse influenzato da MEL miele, cui Melensàggine e il prefissato
Immelensìre (IN illativo). Lo stesso per Melàssa, su calco franc MELASSE, questo dallo sp MELAZA, ma
sempre dal lat MELLACEUS, cui la variante Melàsso o Melàzzo, eppoi Melassàre, Melassatùra, un forzato
Melassòso.
Il gr conta MALASSO rammollisco, vrs in connessione con Miele, cui MALAGMA svoltosi nel lat medv
AMALGAMA così entrato in ital, cui Malassàre con Malassatùra, il prefissato Amalgamàre con Amalgamànte e
Amalgamaziòne.
Si hanno ancora le composizioni col pref MELLI dal genitivo MELLIS quali il fig Mellìfero, snm di Sdolcinato,
con il lat FER porto, Mellificàre e Mellificaziòne con il lat FACERE fare, Mellìfluo con Mellifluità con il lat
FLUERE scorrere, Mellìsuga “sorta di uccello” con il suff tratto dal lat SUGERE succhiare, fig (per il colore) il
minerale Mellìte, il chimico Mellìtico, il patologico fig Mellìto cui la locuzione Diabete mellito, Mellìvora “sorta
di carnivoro”, eppoi il pref MIELE MIELO, il suff MIELIA da MYELOS fig midollo, cui Mielìna (suff chimico
INA) con Mielìnico, il patologico Mielìte snm di Spinite (suff medico ITE) con Mielìtico, il patologico Mielòide
(suff OIDE somiglianza), Mielòma (suff medico OMA), Mielòsi (suff medico OSI), il prefissato
Demielinizzànte con Demielinizzaziòne, i composti Mielencèfalo, Mieloblàsto, Mielocìta e Mielocìto (suff che
vale “cellula”) con Mielocitòma (doppio suff medico OMA), Mielografìa, Mielomalacìa, Mielomeningìte,
Mielopatìa, Mielopuntùra, Mieloscleròsi o Mielosclèrosi (pron gr), Mielotomìa; infine Idromielìa (con IDRO
acqua) e Nanomielìa (col gr NANOS con valore di micro).
Termini alieni Melìna nella locuzione sportiva Gioco della melina legato in modo fig al gioco infantile dello
scambiarsi lanciando una piccola mela, la miscela esplosiva Melinìte (col gr LITHOS pietra) dal nome del
ministro franc F. J. Meline (1838)1925), Melitèa “sorta di farfalla” dei Ninfalidi a ricordo della mitologica
Melite una delle cinquanta figlie di Nero, citate in Nerèidi, eppoi Melitènse relativo al toponimo insulare Malta
già Melita.
\ Proprietà terapeutiche del miele
Il Miele d’Acacia disintossica ed è lassativo, d’Arancio è sedativo, di Castagno disinfetta le vie urinarie e favorisce la
circolazione del sangue, d’Erica è un ricostituente, d’Eucalipto combatte la tosse e l’asma, di Girasole rinforza le ossa e
contrasta il colesterolo cattivo, di Rododendro allevia l’artrite, di Tiglio è diuretico ed è contro l’insonnia, di Timo, infine, è
tonificante.
\ Neutro
In lat c’erano nomi di genere ibrido, in altre parole, che s’opponevano sia al mas sia al fem, definiti Neutri. Nella nostra
lingua, se ne sente talvolta la mancanza. Prendendo ad esempio i termini Sentinella, Guardia… questi sono considerati di
genere fem anche se i ruoli sono tradizionalmente svolti da un uomo; oppure i termini Avvocato, Deputato, Ministro…
considerati di genere mas pur ricoperti da donne, a meno che non vogliamo volgerli nei linguisticamente ineleganti
Avvocata-Avvocatessa, Deputatessa, Ministra-Ministressa… meglio accettabile andrebbe per Deputata.
Nèutro, quindi, dal lat NEUTER nessuno dei due, composto della particella di negazione NE e UTER, questo dal tema di
KWOTERO quale dei due. Da Neutro parte un percorso esplicito e composto, cui Neutràle, Neutralìsmo con Neutralìsta e
Neutralìstico, Neutralità, Neutralizzàre con Neutralizzàbile, Neutralizzànte, Neutralizzàto e Neutralizzaziòne, Neutrìno cui il
prefissato Antineutrìno, Neutròfilo (termine medico), Neutròne con Neutrònico.
MULTA
La semant ha irradiato, dalla stessa rad MEL di Meglio, il lemma Mùlta “pena pecuniaria”, cui Multàre, già lat
inv MULTA per indicare “abbondantemente buono” ma per chi ne beneficia; infatti, le multe vanno a totale
interesse dei comuni, dello stato.
Snm di Multa (adottato dal XIV sec) è Contravvenziòne (dal XVI sec) dal lat CONTRAVENTIO da CONTRA
VENIRE andare contro la legge, cui Contravvenìre. Venìre è inv dal lat VENIRE cui Veniènte e Venùto, i glb
franc Avenue da AVENIR venire e Parvenue dal prefissato PARVENIR arrivare, è inv dal lat VENIRE da rad
GWEM nel significato originale di andare, passato poi in enantiosemia, cui il sostantivo Ventùra dal Pf
VENTURUS da venire (quindi fig rischio) con i prefissati Sventùra e Sventuràto (S sottrattivo), la locuzione glb
ingl Venture capital “capitale a rischio”, Venturière o Venturièro, l’esot Venturina o meglio Avventurìna
(minerale) attraverso il franc AVENTURE, Ventùro “futuro”, vrs Venturòne (sorta di uccello) e Venturòso.
Il percorso prosegue con i prefissati Avvenènte ed Avvenènza questo dal prvz AVINEN che vien bene,
Avvenimènto e Avvenìre questo anche sostantivato cui Avvenirìstico, Conciòne “assemblea o discorso solenne”
con Concionàre, Concionatòre, Concionatòrio e Concionèsco dal lat CONTIO da COM VENTO di COM
VENIRE cui Convenìre con Convègno, Convenènte, Conventìcola, Convenènza Convenèvole, meglio
Convenèvoli, con Convenevolèzza, il glb ingl Convention, Conveniènte e Conveniènza, Convènto con
Conventuàle, Convenziòne con Convenzionàle, Convenzionàre e Convenzionàto; i prefissati Sconvenìre (S
sottrattivo), Sconveniènte e Sconveniènza, con Sconvenèvole o un desueto Sconvenèbole, con suff ital di
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aggettivo verbale attivo EVOLE, e Sconvenevolèzza, e il doppio prefissato Disconvenìre. Eppoi Divenìre sia
aggettivo sia sostantivo cui il doppio prefissato Addivenìre (AD allativo, dal XIII sec) questo sia con valore di
“arrivare” sia di “accadere” snm di Avvenire, e il frequentativo Diventàre cui il toscano Doventàre; ancora,
Eveniènza con Evènto, Eventuàle e Eventualità dal lat EX VENIRE, Inconveniènte con Inconveniènza (pref IN
negativo), Intervenìre con Interveniènte, Interventìsmo con Interventìsta e Interventìstico, Intervènto,
Intervenùto, Intervenziòne, e Intervenzionìsmo (pref INTER tra), Pervenìre con Pervenùto (pref PER
attraverso), Prevenìre con Preveniènte, Prevenùto, Preventìvo, Preventivàre, Preventòrio, Prevenziòne e
Prevenzionìstico (pref dal lat PRAE prima), Provenìre con Proveniènza e l’astratto Provènto (col pref PRO
davanti-fuori), Rinvenìre (omn-snm di Rinvenire “riprendere i sensi”) con Rinvenimènto e Rinvenùto nel senso
di “ritrovare-ritrovarsi” col doppio pref RI IN (iterativo-illativo), Sovvenìre con Sovvenèvole, Sovvenitòre,
Sovventòre, Sovvenziòne, Sovvenzionàre, Sovvenzionamènto e Sovvenzionatòre da SUB VENIRE
“soccorrere”; dal franc si conta il glb Souvenir dal lat SUB VENIRE sovvenire, traducibile ancora nel sostantivo
ital Sovvenìre nel senso di “ricordo” omn-snm del verbo. Il percorso prefissato conta ancora Svenìre con
Svenimènto e Svenùto (S sottrattivo) nel senso di “perdere i sensi” cui Rinvenìre con Rinvenimènto, Rinvenitòre
e Rinvenùto nel senso di “riprendere i sensi” mutando il pref S con il doppio RI iterativo e IN illativo, cui ancora
il fig Svenèvole con Svenevolèzza, Rivenire (RI iterativo) con il glb franc Reverant, infine Vademècum dalla
locuzione VADE MECUM vieni con me, la locuzione Vai e vieni o Va’ e vieni.
Il gr conta ELY venire, che col pref gr PROS a-verso diventa PROSELITOS sopraggiunto, cui il lat
PROSELITUS e l’ital Prosèlite o Prosèlito, meglio al plur Prosèliti, con Proselitìsmo e Proselitìsta.
\ Avventura Invenzione
Con l’intensivo ADVENTARE di ADVENIRE, l’ital conta il percorso di Avventìzio (che viene fuori) con Avventiziàto,
Avvènto (arrivo) con Avventìsta, Avventòre (che arriva), Avventùra (Pf lat per “ciò che accadrà” svoltosi in “ciò che è
accaduto” Ved Facere in Beneficiato…) con Avventuràre, Avventuràto, Avventurière, Avventurièro, Avventurìsmo,
Avventurìsta e Avventurìstico, Avventuròso. Inventàre è dal lat volg INVENTARE trovare dentro di sé (un’idea), questo
l’intensivo di IN-VENIRE trovare, con Inventàto, Inventìva, Inventività, Inventìvo, Invènto sostantivo da INVENTUS
ritrovato, Inventòre da INVENTOR, Invenziòne da INVENTIO INVENTIONIS “capacità di trovare (un’idea)”, eppoi
Inventàrio da INVENIRE trovare con Inventariàre, Inventariàbile e Inventariaziòne.
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