vino e vasi vinari DDDDDDD
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DD DD • vino e vasi vinari DDDDDDD Vasi vinari in acciaio inossidabile G. Di Caprio Centro Inox - P.zza Velasca 10 - 20122 Milano - Italia Cuves à vin en acier inoxydable Stainless steel tanks for wine Résumé Le rapport commence avec quelques considérations métallurgiques sur les aciers inoxydables entendus corame alliages ferreux capables d'offrir d'une facon intrinsèque une résistance élevée à la corrosion au moyen d'un mécanisme d'autopassivation dynamiquement stable. Parmi les types multiples, aujourd'hui disponibles (plus d'une centaine si l'on tient seulement compte de.ceux recensés dans I'édition 1981 du tableau de correspondance approximative parrai les divers types d'inox de production italienne), deux seulement sont essentiellement utilisés dans la construction des cuves à vin. Ces derniers sont les types au chrome-nickel AISI 304 et au chromenickel-molihàène AISI 316, chacun dans les deux versions à contenu de carbone normal et bas. En fonction de leur emploi en oenologie, on presente leurs caractèristiques physiques, mécaniques, technologiques, hygièniques, etc. Ces dernières sont traitées aussi bien du point de vue des cessions que du point de vue de la détersion et de la sanitisation. Des indica tions opera ti ves sont également reportées en ce qui concerne la manutention des cuves à vin en inox. Les critères de choix des r,éservoirs en acier inoxydables sont aflrontés aussi bien du point de vue de l'utilisation des types d'aciers inoxydables au chrome-nickel et au chrome-nickel-molìbdène en fonction des quantités d'anhydride sulfureux présentes dans le vin que du point de vue dimentionnel ainsi que du point de vue des finitions superficielles adoptées. Les considérations au sujet des critères de choix des dìfEérents types de réservoìrs oenologiques en inox sont documentés par des exemples de réalisations effectuées dans les caves italiennes. Enfin, un paragraphe est consacré à l'utilisation des accessoires technologiques tei que les tubes, les soupapes, les pompes, et aux accessoires complémentaires commes les échelles et les passerelles, etc. Riassunto La relazione inizia con alcune considerazioni metallurgiche sugli acciai inossidabili intesi quali leghe ferrose capaci di offrire intrinsecamente una elevata resistenza alla corrosione mediante un meccanismo di autopassivazione dinamicamente stabile. Tra i molteplici tipi oggi disponibili (oltre un centinaio se si tiene conto solamente di quelli censiti nell'edizione 1981 della tabella di corrispondenza approssimata tra Ì diversi tipi inox di produzione italiana) solo essenzialmente due sono utilizzati nella costruzione dei vasi vinari. Essi sono Ì tipi al cromo-nichel AISI 304 e al cromo-nichel-molibdeno AISI 316, ciascuno nelle due versioni a normale e a basso contenuto di carbonio. Sono presentate, in funzione del loro impiego in enologia, le loro caratteristiche fisiche, meccaniche, tecnologiche, igieniche, ecc. Queste ultime sono trattate sia dal punto di vista delle cessioni, sia dal punto di vista della detersione e della sani tizzazione. Sono riportate anche indicazioni operative riguardanti la manutenzione dei vasi vinari inox. I criteri di scelta dei serbatoi di acciaio inossidabile sono affrontati sia dal punto di vista dell'utilizzazione dei tipi di acciai inossidabili al cromonichel e al cromo-nichel-molibdeno in funzione della quantità di anidride solforosa presente nel vino, sia dal punto di vista dimensionale, sia dal punto di vista delle finitore superficiali adottate. Le considerazioni circa i criteri di scelta dei differenti tipi di serbatoi enologici inox sono corredate da esempi dì realizzazioni effettuate in cantine italiane. Un paragrafo è dedicato infine all'utilizzazione di accessori tecnologici quali tubazioni, valvole, pompe, e degli accessori complementari quali scalette, passerelle, ecc. vino e vasi vinari 1) COSA SONO GLI ACCIAI INOSSIDABILI La definizione degli acciai inossidabili poiché, in effetti, si tratta di alcune centinaia di tipi diversi, è, allo stato attuale della normativa, ricondudbile alle norme della Comunità Europea che li indica, secondo Euronorm 88-71, come quegli acciai (cioè leghe a base di ferro) che si distinguono « per la loro speciale resistenza all'attacco dei prodotti chimici, in particolare gli agenti ossidanti. Il loro tenore di cromo è almeno dell'I 1% ». Una lega ferrosa che, con opportune limitazioni per il carbonio presente, contenga almeno l'I 196 di cromo è in grado di autopassivarsi. Ciò significa che è in grado di adsorbire ossigeno dall'ambiente che la circonda, quando questo sia sufficientemente ossidante, per esempio l'aria. Mediante tale meccanismo viene a formarsi, sulla superficie della lega, in modo dinamicamente stabile, uno strato protettivo di spessore molecolare (film passivo) che protegge la lega stessa da quella tipica degradazione elettrochimica che è la corrosione. Se mi è consentito un paragone « agricolo » dirò che gli acciai inossidabili possono essere considerati degli « innesti » che sono stati praticati nel XX secolo sul tronco rugginoso di quell'albero plurimillenario che è l'acciaio per conferirgli, oltre alla tradizionale resistenza meccanica che gli è tipica, anche la resistenza alla corrosione propria dei metalli nobili. Questi innesti l'hanno rinvigorito permettendo oggi applicazioni e tecnologie non pensabili prima (fig. 1). La fondamentale conseguenza del modo di autoproteggersi degli acciai inossidabili è che essi, d'eguale composizione in superficie e nella massa, non necessitano di alcun rivestimento protettivo, proprio perché sono in grado di proteggersi da soli, quando siano messi in opera allo stato passivo e in modo da permanere in tale stato. Da un punto di vista generale ricorderò che gli acciai inossidabili si •• possono suddividere in tre grandi famiglie: — gli acciai inossidabili martensitici, ferromagnetici, induribili mediante tempra (ferro con reticolo cristallino a corpo centrato); — gli acciai inossidabili ferritici, ferromagnetici, ma non induribili per tempra (ferro con reticolo cristallino a corpo centrato); — gli acciai inossidabili austenitid, non ferromagnetici e non induribili per tempra (ferro con reticolo cristallino a facce centrate). I diversi tipi sono unificati sia in Italia dalTUNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) sia da ACCIAI NON LEGATI E LEGATI ACCIAI INOX INOX MARTENSITICI Fè+Cr(1H18%) +C(0,08-H,2%) INOX FERRITICI Fe+Cr(13-30%) f f INOX AUSTENITICI Fe+Cr(17*26X)+Ni(7*22% +C (0,03 -0,25%) Fig. 1. - Rappresentazione schematica della suddivisione per famiglie degli acciai inossidabili, martensitici, ferritici e austenitid vino e vasi vinari Organismi di altri Paesi e anche internazionali. In tal modo si è assolutamente certi della costanza delle loro analisi e caratteristiche, indipendentemente dal Paese di provenienza. In Italia è correntemente adottata, oltre alla designazione UNI, anche la classificazione AISI (American Iron and Steel Institute), molto diffusa sia a livello tecnico che commerciale. Per questo fatto ci atterremo ad essa nella citazione dei diversi tipi di inossidabili. La produzione italiana di acciai inossidabili ha registrato nell'ultimo quarto di secolo un innalzamento molto rapido, sia per quantità che per livello qualitativo, che certamente ha influito sul diffondersi dell'uso di questi acciai nel settore alimentare in generale e in quello enologico in particolare. . . Siamo infatti al terzo posto tra i produttori di acciaio inossidabile della CEE, dopo la Germania Federale e la Francia e al quarto posto assoluto nel mondo come trasformatori di prodotti siderurgici di acciaio inossidabile prò capite, dietro a Svezia, Giappone, Germania Federale e davanti a USA, Francia e Gran Bretagna. D'altronde, solo per riferirci al settore dei vasi vinari di cui trattiamo oggi la produzione italiana di serbatoi enologici inox nella dozzina di anni che va tra il 1971, data che possiamo considerare a un dipresso l'inizio della loro produzione su scala industriale in Italia, anche se sono note realizzazioni ed esperienze in tempi precedenti, e il 1982 è stata pari a una capacità complessiva di non meno di 25 milioni di ettolitri con una utilizzazione di non meno di 50.000 ton di acciaio inox (stime prudenziali per difetto). La maggior quota di capacità costruita rispetto a quella installata, citata dal prof. O. Colagrande nella sua relazione (19) corrisponde alla esportazione. Giova notare che il trend è stato sempre positivo con la cadenza: Periodo Capacità costruita Gli acciai inossidabili utilizzati in questo settore sono a struttura austenitica. Essi sono riconducibili a due tipi fondamentali, più due varianti: — AISI 304 al cromo - nichel; — AISI 304 L al cromo-nichel a basso tenore di carbonio (C S 0,0396) (variante del precedente); — AISI 316 al cromo - nichel - molibdeno; — AISI 316 L al cromo - nichel - molibdeno a basso tenore eli carbonio (G ^ 0,03%) (variante del precedente). La tab. 1 raduna le analisi indicative di questi acciai. I tipi al cromo-nichel sono facilmente distinguibili dai tipi al cromo-nichel-molibdeno mediante opportuni reattivi, di facile impiego.e di reperimento corrente, che sfruttano il viraggio di colore in presenza di percentuali di molibdeno dell'ordine di quelle contenute negli AISI 316 e 316 L. A volte, in special modo all'estero, sono applicati, in alternativa ai tipi a basso tenore di carbonio, anche acciai inossidabili stabilizzati al titanio e al niobio. - . . L'esperienza sulla scelta di questi materiali è recepita ormai anche nei progetti di normazipne di Enti Internazionali ( 1 ) ( 2 ) ( 3 ) oppure in prescrizioni di Associazioni di costruttori (4). I tipi sopra riportati sono contemplati in particolare anche nella legislazione italiana riguardante i materiali a contatto con sostanze alimentari (5) (6). 3) LE CARATTERISTICHE MECCANICHE, FISICHE E TECNOLOGICHE • DEGLI ACCIAI INOSSIDABILI UTILIZZATI NELLA COSTRUZIONE DI VASI VINARI Le caratteristiche meccaniche dei quattro tipi non sonò molto dissimili tra loro, come evidenzia il carico di rottura, quello di snervamento, l'allungamento a rottura e la durezza (tab. 2). 6 8,5 X IO hi 17 X IO6 hi 25 X IO6 hi 1971 -i- 1975 1971-*- 1979 1971-1982 2) GLI ACCIAI INOSSIDABILI IMPIEGATI NELLA COSTRUZIONE DEI VASI VINARI TAB. 1. - Acciai inossidabili impiegati in enologia, classificati secondo AISI e UNI (American Iron and Steel Institute e Ente Italiano di Unificazione). Designazione secondo AISI 304 304 L 316 316 L Designazione secondo UNI 6900-71 X5 X2 X5 X2 CrNi 18 CrNi 18 CrNiMo CrNiMo 10 11 17 12 17 12 Analisi indicativa dei principali elementi in lega C max. Cr Ni 0,08 0,03 0,08 0,03 18 -:- 20 20 16-:- 18 16 -i- 18 8 -=-10,5 8 -=-12 10 -=-14 10 -:-14 (%) • Mo • 2-J-3 2H-3 • vino e vasi vinari TAB. 2. - Alcune caratteristiche indicative (meccaniche, fisiche e tecnologiche) degli acciai inossidabili impiegati nei vasi vinari. Parametri Struttura Carico dì rottura (kg/mm1) Carico di snervamento (kg/rrnn1) Allungamento a rottura (%) Durezza HRB Peso specifico Coefficiente di conducibilità termica (cal/cm °C s) Coefficiente di dilatazione termica (X 10-* "C-1) . Saldabilità . . AISI 304 AISI 304 L AISI 316 AISI 316 L austenitica 58 (1) 70+120 (2) 29 (1) 35+105 (2) 55 (1) 70+90 8,0 0,038 17,3 ottima austenitica 53(1) austenitica 63 (1) 70+105 (2) 28(1) 35+85 (2) 50(1) 70+85 8,0 0,038 16,0 ottima austenitica 55 (1), — 28(1) — 50(1) 70+85 8,0 0,038 16,0 ottima 28 (1) — 55(1) 70+85 8,0 0,038 17,3 ottima (1) Allo stato non incrudito. (2) A seconda del grado di incrudimento. £ opportuno evidenziare due fatti: — il primo è che questi materiali, come testimonia l'elevato allungamento a rottura, doppio di quello dei comuni acciai, consente loro di essere particolarmente adatti alle lavora2Ìoni per deformazione plastica (curvatura, piegatura e profilatura di lamiere e di nastri, di tubi e di altri elementi costruttivi); — il secondo è che la deformazione loro impressa innalza in modo notevole le caratteristiche resistenziali (il fenomeno dell'incrudimento è noto in tutti i materiali metallici, ma è più evidente nel caso degli inossidabili), consentendo di sfruttare questo fatto per realizzare strutture a guscio alleggerite, di limitati spessori, ma di elevata resistenza. Il peso specifico è non molto differente da quello dei comuni acciai da costruzione. Il coefficiente di conducibilità termica è relativamente inferiore rispetto a quello dell'acciaio comune tal quale, ma molto più elevato di altri materiali non metallici, ragione per la quale, tenuto conto dello spessore limitato delle membrature realizzate con gli acciai inossidabili e dell'assenza di qualsiasi rivestimento protettivo (necessario invece per l'acciaio comune), essi permettono di realizzare apparecchiature di scambio termico di elevato rendimento (per esempio serbatoi refrigerati). Il coefficiente di dilatazione termica è superiore a quello dei comuni acciai da costruzione e risulta leggermente maggiore per i tipi austenitici al cromo-nichel rispetto a quelli al cromo-nichel-molibdeno. La saldabilità è ottima e consente di realizzare giunti particolarmente tenaci con tutti i mezzi attualmente adottati per questa tecnologia: saldatura con elettrodi rivestiti, saldatura in atmosfera protetta TIG e MIG, saldatura al plasma. L'ottima saldabilità, unita alla mancanza di rivestimento protettivo, consentono evidentemente di praticare su un impianto facili modifiche (bocchettoni da saldare o aperture da chiudere, ecc.) senza dover ripristinare costosamente il rivestimento protettivo stesso. Per quanto riguarda infine la formabilità, essa è ottima, come abbiamo già avuto modo di considerare parlando dell'allungamento a rottura e consente di realizzare piegature, curvature e in generale formature anche di tipo molto severo. 4) LE FINITORE SUPERFICIALI UTILIZZATE NEI VASI VINARI Anche in questo caso il buon esito dell'esperienza pratica è stato recepito sia da prescrizioni ministeriali estere (7) (8), sia da progetti di normativa internazionale (1) (2) (3), sia da prescrizioni di Associazioni di fabbricanti (4). Evidentemente, data la peculiare caratteristica degli inossidabili di autopassivarsi, essi non abbisognano di ricoprimenti protettivi (pitturazioni, plastificazioni, smaltature, ecc). Ciò permette di utilizzare nella maggioranza dei casi il materiale nelle condizioni di finitura superficiale di fornitura d'acciaieria. Per le lamiere e i nastri laminati a freddo è utilizzata correntemente sia per l'interno che per l'esterno del serbatoio di acciaio inossidabile la finitura denominata 2B, secondo le designazioni AISI e UNI (fig. 2) o, molto più raramente, la finitura 2D. Nel caso delle lamiere laminate a caldo, utilizzate solo per pareti di spessori molto rilevanti, dell'ordine di diversi millimetri, la finitura dell'interno del serbatoio è ottenuta per abrasione (finiture 3 e vino e vasi vmari smerigliatura, ecc.) pervenendo anche a utilizzare in fase finale, se l'operazione richiede più fasi, abrasivi di grana 120. mesh(l){2)(3)(7)(8), oppure con mezzi di decapaggio e di passivazione chimica. All'esterno del serbatoio parimenti si eliminano gli ossidi delle saldature con mezzi del tipo di quelli già descritti. Questa finitura ha un'importanza non cosi funzionale e determinante per il corretto impiego del serbatoio come quella delle saldature interne al serbatoio. 5) LE CARATTERISTICHE IGIENICHE DEGLI ACCIAI INOSSIDABILI . Fig. 2. - Serbatoi di AISI 304 costruiti con lamiere di finltura 2 B. Notare che non è stata praticata nessuna altra finitura superficiale, salvo la molatura e la satinatura delle saldature. 4 secondo le designazioni sopra menzionate), mentre la finitura esterna rimane quella originale della lamiera laminata a caldo (finitura 1 secondo le designazioni AISI e UNI). Vale la pena di sottolineare che eventuali finiture esterne del serbatoio, quali per esempio quelle « damascate » o « fiorettate » hanno solamente un effetto estetico e non hanno alcun interesse tecnologico o igienico ai fini dell'uso dell'impianto (fig.f3). L'assenza di un rivestimento protettivo consente evidentemente il facile ripristino della finitura superficiale desiderata, dopo eventuali interventi operativi sull'impianto, come la saldatura dei bocchettoni, ecc. Sempre l'assenza del rivestimento protettivo permette di sottoporre gli impianti a shocks termici, come eventualmente la sanitizzazione a mezzo di vapore e di non temere in generale urti anche di elevata entità. La finitura superficiale è legata anche alla rimozione del tartaro dall'impianto. L'esperienza ha ampiamente dimostrato che tutte le finlture sopra menzionate si prestano bene a tale rimozione. Per quanto concerne la finitura delle saldature, anche in questo caso ormai la normativa ha dato delle chiare prescrizioni (1)(2)(3)(4)(7)(8) e in ogni caso ci si regola come segue, premesso, che le saldature debbono essere a totale penetrazione, oppure debbono essere riprese dall'interno. All'interno dei serbatoi debbono essere eliminati gli ossidi e le scaglie o con sistemi abrasivi (molatura, Non essendomi nota una definizione quantitativa dell 'igienicità di un materiale, ho tentato di darne almeno qualitativamente una definizione parametrica. Un materiale igienico dovrebbe presentare, a iiro avviso, opportunamente coordinate tra loro, le fcguenti caratteristiche: -— compattezza superficiale priva di porosità; —- elevata resistenza agli urti e alle sollecitazioiu meccaniche; Fig. 3. - Serbatoi inox con finitura «fiorettata» o «damascata ». l serbatoi sono di AISI 316 per vini con elevato tenore di anidride solforosa. vino e vasi vìnari — elevata resistenza alle brusche variazioni termiche; — assenza di rivestimenti protettivi fragili e deteriorabili; — elevata resistenza alla corrosione; — ottima.pulibilità che si protragga nel tempo (cioè sia sulle supenfici nuove che su quelle usate), estrinsecantesi come elevata rimovibilità batterica e bassa ritentività batterica. Se consideriamo gli acciai inossidabili non solo in generale, ma nello specifico caso dei vasi vinari, ci accorgiamo che essi presentano armonicamente collegate le proprietà sopra menzionate. Per quanto riguarda infatti la compattezza superficiale, la resistenza meccanica, la resistenza alle brusche variazioni termiche, essi sono leghe ferrose di particolari caratteristiche resistenziali sia come materiali tal quale che come materiali messi in opera saldati, curvati, imbutiti, ecc. Circa la mancanza di rivestimento protettivo fragile e deteriorabile, ricordiamo quanto è già stato detto in occasione delle finiture superficiali dei vasi vinari, sottolineando che la finitura deriva al più, quando non venga utilizzata quella originale di acciaieria, da una « sottrazione » di uno strato esterno contenente le discontinuità (per esempio nel caso delle saldature) piuttosto che da una « addizione » di un ricoprimento che le mascheri. Questa caratteristica, in particolare, permette di disporre nel serbatoio di una finitura stabile, resistente e facilmente ripristinabile qualora il manufatto subisca ingiurie o modifiche. Per quanto concerne la resistenza alla corrosione, tipica di questi materiali, essa agisce in due modi differenti: — da un lato fa sì che gli acciai inossidabili non si corrodano in presenza delle sostanze contenute nel serbatoio, il vino nel nostro caso, presentando quindi valori di cessione praticamente irrilevanti, largamente al di sotto dei valori limite indicati dalla normativa e quindi in grado di garantire anche tutte le caratteristiche organolettiche; — dall'altro fa sì che si possano impiegare su di essi mezzi di lavaggio e di sanitizzazione anche particolarmente vigorosi. Per quanto riguarda in particolare la cessione di elementi metallici presenti in lega, l'argomento è stato specificatamente studiato sia a livello di prove ài laboratorio (9) sia, nel caso specifico della conservazione del vino, in laboratorio (10) e anche su scala industriale(11)(12). Le risultanze sono state puntualmente convalidate da studi recenti su concentrati di agrumi (13). Rimandando agli studi specifici sull'argomento (11) (12) ricorderemo in particolare che le ces- sioni rilevate su conservazioni di 6 mesi in serbatoi di AISI 304 da 150 hi, quindi con un elevato rapporto superficie/volume, non hanno mai superato valori dell'ordine di l-*-2 mg/1 per il ferro e di poco più di una decina di ug/1 per cromo e nichel. Vale la pena di sottolineare che anche ad esame organolettico il vino non ha denunciato alcuna variazione rispetto allo stesso vino contenuto in altri serbatoi tradizionali. Orca infine la pulibilità, sono note da un trentennio (14) prove di ritentività e di rimovibilità batterica che hanno posto in luce come questi materiali presentino una ritentività bassa e una elevata rimovibilità (dell'ordine di quelle del vetro e della porcellana) che si riscontrano sia su superficì nuove che su sùperfìci usate. 6) CRITERI DI SCELTA E DI DIMENSIONAMENTO DEI SERBATOI DI ACCIAIO INOSSIDABILE Un primo criterio è legato alla scelta del tipo di acciaio inossidabile utilizzato in funzione del prodotto contenuto ed è legato alla quantità di anidride solforosa presente nel vino. Nel caso della conservazione di vini con quantità contenute di SO2 libera dell'ordine di quella normalmente adottate in Italia (15), l'AISI 304 è normalmente impiegato, anche nel caso di climi caldi e per tempi prolungati. È illuminante al proposito l'esperienza riportata da Leone ed altri (12) condotta in condizioni eccezionali di temperatura su un serbatoio di AISI 304 da 150 hi montato all'aperto, senza ripari, con temperature esterne che raggiunsero i 52°C al sole (13-15 agosto 1972), con temperature del vino a contatto della parete pari a 47°C Quando la percentuale di SO2 libera contenuta nel vino è più elevata (superiore a 65-*-75 mg/1) è necessario utilizzare l'AISI 316, contenente molibdeno (16), maggiormente resistente alla corrosione del precedente, soprattutto quando siano in gioco temperature d'esercizio elevate. Una soluzione intermedia, a volte adottata nella costruzione dì serbatoi che possono contenere sia vini a basso tenore di SO:, sia vini fortemente addizionati con SO2, è quella di costruire il tetto del serbatoio e la o le virole superiori con AISI 316, mentre il resto della membratura e il fondo sono costruiti con AISI 304. La ragione va ricercata nel fatto che l'aggressione della SO2 si sviluppa, come è noto, nella zona di bagnasciuga. Va notato che la compatibilita dei due tipi di acciai inossidabili della serie austenitica, con e vino e vasi vinan senza molibdeno, è totale, anche per giunzioni saldate. L'utilizzazione dei tipi a basso carbonio 304 L e 316 L o degli stabilizzati è richiesta quando siano presentì forti spessori di parete [superiori a 4 mm, secondo le prescrizioni ANCSEI (4)] in condizioni non buone di raffreddamento delle saldature durante la loro esecuzione. Ciò evita la precipitazione di carburi di cromo al contorno dei grani austenitid, causa di una possibile corrosione intergranulare. Circa l'installazione all'aperto di serbatoi inox, è sempre possibile utilizzare PAISI 304 salvo che nel caso di installazioni in vicinanza del mare, dove è necessario impiegare l'AISI 316, in grado di resistere all'attacco dell'atmosfera marina. Da un punto di vista geometrico i vasi vinari inox oggi impiegati sono essenzialmente: — cilindrici ad asse verticale poggiati su gambe, per capacità fino a circa 1.500 hi; — cilindrici ad asse verticale poggiati su fondazioni in calcestruzzo, per capacità fino a circa 10.000 hi, anche se si conoscono esperienze con capacità superiori; — cilindrici ad asse orizzontale, per capacità limitate; — parallelepipedi, per capacità limitate. Evidentemente la migliore utilizzazione dello spazio sarebbe a favore dei serbatoi parallelepipedi oppure cilindrici con asse orizzontale. La pratica dimostra però che questa geometria impone realizzazioni più costose per cui, qualora non vi siano strette limitazioni di spazio, è invalso l'uso di vasi cilindrici verticali per gli indubbi vantaggi che presentano sia dal punto di vista costruttivo che da quello del dimensionamento e dell'installazione. Dal punto di vista dell'impiego specifico, sono disponibili vasi vinari inox per differenti usi, che elenchiamo indicativamente: — serbatoi di stoccaggio; — serbatoi di stoccaggio coibentati; — serbatoi termocondizionati e refrigerati per fermentazione controllata e per refrigerazione vini; — serbatoi per fermentazione e stoccaggio; — fermentini; — vinificatori; — autoclavi per spumantizzazione. Data una così ampia varietà di tipi e di utilizzazione dei vasi vinari, è praticamente impossibile dare indicazioni precise circa la scelta della capacità dei singoli serbatoi. Vale solo la pena di ricordare che è utilizzabile, a seconda delle necessità, tutta la vasta gamma di capacità per singolo serbatoio, compresa tra alcuni ettolitri e alcune migliaia di ettolitri. Va rilevato, nel caso più frequente dei serbatoi di stoccaggio, che l'orientamento verso serbatoi di capacità di alcune decine di migliaia di ettolitri oggi non è più attuale, per ovvie considerazioni di flessibilità di utilizzazione e di manutenzione. Le taglie massime non superano oggi orientativamente i 10.000 hi, mentre per il passato si sono registrati esempi di capacità anche di 30.000 hi. Circa il dimensionamento e conseguentemente la scelta degli spessori dei fondi e delle pareti, il discorso è differente a seconda che si tratti di serbatoi non in pressione (pressione del serbatoio inferiore a 50 mbar) oppure che si tratti di serbatoi in pressione. Il dimensionamento segue le normali regole dei serbatoi metallici. Sarebbe auspicabile che in Italia fosse prevista una normativa apposita per l'acciaio inossidabile che consentisse di sfruttare appieno le caratteristiche meccaniche particolarmente elevate di questo materiale, soprattutto nell'utilizzazione di lamiere e nastri laminati a freddo di spessore limitato, dove l'effetto della laminazione eleva particolarmente il carico di snervamento. Orientativamente possiamo ricordare che per serbatoi di stoccaggio cilindrici ad asse verticale, non in pressione, oggi sono utilizzati i seguenti spessori indicativi delle membrature, validi sia per l'AISI 304, sìa per l'AISI 316: per serbatoi fino a 2,000 hi — tetto: 1,5 mm; 2 mm (lo spessore 1,5 mm è utilizzato per le capacità minori); — fondo: 2 mm; 2,5 mm (lo spessore 2,5 mm è utilizzato di solito per capacità superiori a 500 hi); — virole: 1,5 mm; 2 mm; 2,5 mm (le virole di maggiore spessore sono quelle inferiori, lo spessore 2,5 mm è utilizzato di solito per capacità superiori a 500 hi); per serbatoi oltre 2,000 hi — tetto: 2 mm; — fondo: 3 mm; 3,5 mm; 4 mm (lo spessore 3 mm è utilizzato di solito per capacità fino a 4.000 hi; lo spessore 3,5 mm è impiegato di solito per capacità fino a 6.000 hi; lo spessore 4 mm è utilizzato orientativamente per capacità da 10.000 hi); — virole: 2 mm; 2,5 mm; 3 mm; 4 mm; 5 mm (le virole di maggiore spessore sono quelle inferiori; lo spessore 4 mm è utilizzato solitamente a partire da capacità di 4.500 hi e quello di 5 mm per capacità da 10.000 hi). Gli spessori sopra riportati sono semplicemente indicativi in quanto la loro scelta deve tenere conto del disegno completo del contenitore. In queste condizioni, ovviamente, il rapporto < 1 ovil ilisan il E u ed C/3 I-I 4 —' >. t/5 5 !-• E •M -M .? ~ co U , , ìli e " 3 *" • s __ "o U Ji pi3 "9 ci u 22 5 ? X U C >-l Q ^ ta '3 *« .S .> % w o 0 _O E. 2 •j è•a ^5 3. 3« 7) MESSA IN OPERA, CONTROLLO E MANUTENZIONE DEI VASI VINARI DI ACCIAI INOSSIDABILI (2 Si a ti Q u •o .1 u 2 b U ••£ U « in o "2 3 ite, e u n 4J Q _*2 „• Ì.Ab "s u O Hi a. U ti e 2 o n. o E 1 0 \ :t vi •V C9 C O *5 o .2 à « ù5 . S u e o _ Jj P ^J ì ^ e < co 8 •il •3 .o So 5S U O LI U •3 g < 1 "Tj 2 •- a O 2 13 •* 3 U Q à C O 'j — i f « i n o <; r^ ^ t^ "Sa tu I criteri di messa in opera dei serbatoi di acciaio inossidabile si riconducono, in definitiva, a evitare, semplicemente, alcuni errori fondamentali. Nel caso di utilizzazione di supporti di acciaio non inossidabile, qualora si scelga la soluzione di operare una saldatura al serbatoio, è necessario che essa avvenga non direttamente sulla membratura del serbatoio, ma su un rinforzo di acciaio inossidabile che viene a sua volta saldato al serbatoio. Si eviteranno così possibili contaminazioni della membratura del serbatoio da parte di un acciaio non inossidabile. Parimenti sarà opportuno evitare il contatto diretto con parti di acrìaìn non inossidabile senza un corretto isolamento di quest'ultimo. II serbatoio di acciaio inossidabile è infatti un catodo di grande superficie che potrebbe provocare, in presenza di elettroliti quali l'umidità, la corrosione galvanica dell'elemento meno nobile, che di solito è anche di minore superficie. Nel montaggio del serbatoio sarà opportuno evitare interstizi non chiusi o non drenati onde non metterli nella condizione di attivare eventuali corrosioni interstiziali. Questo, ovviamente, vale anche per il montaggio delle guarnizioni di tenuta dei collegamenti a flangia. Per quanto riguarda il controllo del vaso vinario, deve essere sottolineato che la prova di tenuta mediante prova idraulica deve essere effettuata dopo la pulizia del serbatoio, per la quale deve essere tassativamente bandito l'uso di acido cloridrico, con acque idonee e atte a non causare corrosioni nel serbatoio. Va evitata in particolare l'utilizzazione di acque ferruginose o che abbiano in sospensione particelle di ruggine o di ferro (anche eventuali residui di precedenti lavorazioni). Deve essere inoltre limitata la presenza di ioni eloro, bandendo l'uso di acque salmastre o di acque fortemente addizionate a eloro e il pH deve essere neutro. In caso contrario si possono innescare, specialmente per ser- 'a •n « •B mio « peso/capacità » è molto variabile e, a un dipresso; può oscillare, indicativamente, nell'intorno di: — 5 'kg/hl, per serbatoi di capacità molto limitate (dell'ordine di alcune decine di hi); — 3 kg/hl, per serbatoi di capacità dell'ordine di alcune centinaia di hi; — -2 kg/hl per serbatoi di capacità dell'ordine di alcune migliaia di hi, escludendo, ovviamente, le fondazioni, i sostegni e gli accessori vari. sem vino e vasi vmari ir >• Prodotti Tipo di sporco Prelavaggio Lavaggio Modalità d'impiego Possibilità reimpiego Risciacquo finale Alcuni nomi commerciali (****) Detergenti sintetici non ionici Sporco leggero e reccnte Opportuno Manuale o meccanico(*) (**) Sì Sì (1) Fully (2) Su 134 Detergenti sintetici Sporco leggero e re- SI Manuale (*) (**) SI Sì ca tienici: sali di ammonio quaternario cente Odori Muffe (2) (3) (4) (5) Detergenti acidi: acido fosforico acidi organici Crcmor tartaro Incrostazioni Sporco di ogni tipo Opportuno Manuale o meccani- (**) SI Sì, con aggiustamento delle concentrazioni (1) (2) (4) (5) Soda caustica Vapore vivo (*****) Sporco di ogni tipo Cremor tartaro Incrostazioni varie Cremor tartaro Odori Muffe No SI Preferibilmente meccanico (*) Meccanico l-:-3% come detergente; 5 :-10% come disinfettante e detartarizzante Le pareti del serbatoio devono restare a 100"C per alcuni minuti (cioè acqua di condensa a 85°C). Tenere aperte le valvole per evitare l'implosione del serbatoio Sì. Abbondante (specie in presenza di acque dure). Residui alcalini potrebbero modificare il pii del vino Sì. Prodotto adatto anche per sanificazioni statiche No No (1) AF.B; (2) Diversey; (3) Henkel Chimica; (4) Lever Industriale; (5) Soìlax; (6) Chimici Perdomini. (*) Nei serbatoi dì grandi dimensioni è necessario spostare lo spruzzatore in diverse zone e a varie altezze. (*'v) Per le conccntrazioni, i tempi e le temperature d'impiego si rimanda alle prescrizioni dei singoli produttori. (***) Esistono diverse presentazioni del prodotto. (****) I prodotti segnalati sono semplicemente indicativi, senza preclusione per altri prodotti non espressamente menzionati. (*****) Di minore impiego nell'industria enologica. Divoquat P3 Triquart 40 Su 321 Mikro Quat HC34 Crystal Special Di Lac (***) Su 471 Evy Diuty Or 30 - Delair (6) Dctar Acid 3 O tn 3 fu vino e vasi vinan batoi di AISI 304 montati all'aperto in climi caldi, fenomeni di corrosione per vaiolatura, tali da provocare anche la perforazione del serbatoio. Le prescrizioni in proposito sono, al solito, più d'una(l)(2)(4)(8). La manutenzione dei vasi vinari è attualmente eseguita senza difficoltà con prodotti reperibili in commercio con opportuni sistemi di lavaggio automatico sui quali esiste letteratura specializzata alla quale si rimanda(17)(18), La tab. 3, riporta a titolo orientativo alcune indicazioni di carattere generale per una corretta pulizia di vasi vinari inox. freddamento. A causa del loro posizionamento rispetto al serbatoio possono infatti causare contaminazione ferrosa sulla superficie esterna di questo. 8) GLI ACCESSORI TECNOLOGICI E COMPLEMENTARI DEI VASI VINARI DI ACCIAIO INOSSIDABILE Utilizziamo la dizione di accessori tecnologici per indicare quegli accessori necessari al funzionamento del vaso vinario, quali rubinetteria e valvolame, tubazioni, raccorderia e relativa bulloneria di collegamento, passi d'uomo, portelli, ecc. Essi debbono essere necessariamente di acciaio inossidabile(l)(2)(3)(7)(8), oppure di materiali non metallici e inerti (4). Gli acciai inossidabili, infatti, allo stato passivo, sono tra i materiali più nobili, posti verso l'estremità catodica della scala galvanica. Normalmente, inoltre, come ho già notato, rimpianto di acciaio inossidabile è di notevoli dimensioni superficiali e costituisce quindi un catodo di grande superficie rispetto agli accessori tecnologici qualora essi siano realizzati con materiali metallici meno nobili (cioè più elettropositivi). Ne scende come conseguenza che per evitare il fenomeno di corrosione galvanica su questi accessori è necessario che anche questi siano di acciaio inossidabile (fig. 4). In caso contrario essi si comporterebbero come dei veri e propri anodi sacrificali nei confronti dell'impianto di acciaio inossidabile. Vale la pena di sottolineare, soprattutto per le tubazioni di collegamento, che esse, se metalliche, debbono essere eseguite con acciaio inossidabile (fig. 5 e 6). Infatti esse non sono di facile ispezionabilità interna e quindi potrebbero riservare delle sorprese nel corso dell'esercizio dell'impianto. Per quanto riguarda gli accessori che definiamo complementari, quali scalette, passerelle, supporti, grigliati, tubazioni di irrorazione e di raffreddamento, è opportuno che, se all'aperto, essi siano eseguiti con acciaio inossidabile o con altri materiali inerti (4). Ciò è necessario in modo speciale per le scalette e le passerelle all'aperto, addossate o sovrastanti i serbatoi (fig.. 7), le tubazioni di irrorazione e di raf- Fig. 4. - Chiusini per serbatoi di acciaio inossidabile AISI 304 o AISI 316 a seconda delle applicazioni. Fig. 5. - Tubazioni dì collegamento di serbatoi di AISI 316 montati all'aperto in località marina. Anche i tubi, i raccordi, le valvole sono di acciaio inossidabile. vino e vasi vman acciaro inossidabile saldatura con acciaio inossidabile acciaio non legato saldatura con acciaio non legato Fig. 6. - Centralina di smtstamento con tubazioni rigide di ac~ ciaio inossidabile collegate con tubazioni flessibili di gomma, in primo piano. Fig. 8. - Esempio di corretta saldatura a una parete di serbatoio di acciaio inossidabile di un accessorio di acciaio comune non legato. Tra l'accessorio e la parete inox deve essere interposto un rinforzo inox saldato alla parete con saldatura pure di acciaio inossidabile. Gli altri accessori complementari quali supporti e mensole, gambe, ecc. in acciaio comune devono essere protetti con pitture idonee. Quando accessori complementari di acciaio comune vengono saldati al vaso vinario di acciaio inossidabile è necessario interporre sempre tra essi e la parete del serbatoio, saldata ad essa, una piastra di acciaio inossidabile (fig. 8). Su questa piastra verrà poi fissato, mediante saldatura, l'accessorio di acciaio comune, che verrà accuratamente protetto con pitturazioni (fino al cordone di saldatura compreso), onde evitare qualunque pericolo di corrosione galvanica dell'accessorio. Fig. 7. - Serbatoi dì capacità 1.000 hi, montati all'aperto, realizzati con il tetto e l'ultima virola di AISI 316 e il resto del mantello e il fondo di AISI 304. La scaletta e le passerelle sono realizzate con AISI 304. BIBLIOGRAFIA 1) Draft International Standard ISO/DIS 7995 « Factorymanufactured stainless steel wine-making tanks. Vertical cylindrical tanks for use under a maximum pressure o£ 50 mbar» ISO, 1982. 2) Draft International Standard ISO/DIS 7996 « Factorymanufactured, stainless steel wine-making tanks. Vertical cylindrical tanks for use under pressures greater than 50 mbar and horizontal cylindrical tanks » ISO, 1982. vino e vasi vinari 3) Draft International Standard ISO/DIS 7997 «Factorymanufactured, stainless steei wine-making tanks. Parallelepipeded tanks » ISO, 1982. 4) Serbatoi di acciaio inossidabile per enologia « Prescrizioni di conformità qualitativa » Allegato 1 allo Statuto ANCSEI, Associazione Nazionale Costruttori Serbatoi Enologici dì Acciaio Inossidabile, Inossidabile n. 49, settembre 1977, Centro- Inox. 5) Decreto Ministeriale 21 marzo 1973 « Disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili, destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari o con sostanze di uso personale ». Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 104, 20 aprile 1973. 6) Decreto 2 giugno 1982 « Aggiornamento del Decreto Ministeriale 21 marzo 1973 concernente la disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari o con sostanze d'uso personale». Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 200, 22 luglio 1982. 7) Ministère de l'Agricolture - Direction de l'amenagement rurale et des structures - Service des équipements. « Cahier des eharges générales des cuves à vin en acier fabriquées en usine » Paris-Cedex, marzo 1974. 8) Ministère de l'Agricolture - Direction de l'amenagement rural et des structures - Service des équipements. « Cahier des eharges générales des cuves à vin en acier construites sur piace » Paris-Cedex, marzo 1974. 9) A. Sampaolo, L. Rossi, G. Esposito, P. Delle Femmine « Ricerche analitiche sul comportamento degli acciai inossidabili utilizzati in contatto con gli alimenti » Rassegna Chimica, n. 6, 226-233, 1971. 10) E. Sudario « Alcune esperienze d'impiego dell'acciaio inossidabile a contatto con il vino », « Giornate dell'Enotecnico» Milano, 15 novembre 1969. 11) M. Vitagliano «Sull'impiego dei vasi vinari di .acciaio inossidabile », Convegno « L'impiego dei serbatoi di acciaio inossidabile » Vinitaly," Verona, 7 dicembre 1972. 12) AJM. Leone, E. La Notte, M, Buongiorno « Sulla qualità del vino contenuto in acciaio inox» Vini d'Italia, 16 (92), 383-387, 1974. 13) A. Di Giacomo, E. Postorino « Gli acciai inossidabili nella conservazione dei succhi di agrumi » Essenze • Derivati Agrumari, 69 (3), 183-201, 1979. 14) G.M. Redenour, É.H. Armbruster « Bacterial cleanability of various types of eatìng surfaces » American Journal of Public Healt, 43 (2), 138-149, 1953. 15) C. Cantarelli « Introduzione all'impiego dei serbatoi di aedai inossidabili ». Convegno « L'impiego dei serbatoi di acciaio inossidabile » Vinitaly, Verona, 7 dicembre 1972. 16) M. Treich « Les aciers inoxydables dans le stockage des vins», Vignes et Vìns, n. 189, 35-44, 1970. 17) M. 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