Escursione_Antola_25settembre - Lo Scarpone

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Escursione_Antola_25settembre - Lo Scarpone
Attraversando in auto la strada che da Cabella Ligure conduce alle Capanne di Carrega si incontra,
appena prima del bivio per Cartasegna, un esempio tra i più spettacolari e rappresentativi di un
ambiente di interesse prioritario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat": si tratta delle
"Sorgenti pietrificate con formazioni di travertino". La caratteristica di questo habitat è quella di
trasformare, attraverso l'azione calcarizzante di alcune briofite - in particolare la Palustriella
commutata - il bicarbonato di calcio disciolto in acqua in carbonato di calcio; l'aspetto di queste
formazioni rocciose di origine così particolare ricorda le stalattiti tipiche di alcuni ambienti ipogei.
Quest'area dell'Appennino Piemontese ospita - unica in tutta la Regione Piemonte - due specie di
anfibi di eccezionale interesse conservazionistico e biogeografico, la Rana appenninica (Rana
italica) e la Salamadrina dagli occhiali settentrionale (Salamandrina perspicillata), entrambe specie
esclusive dell'Appennino, endemiche dell'Italia in senso stretto perché non presenti in nessun altro
stato e tutelate dalla Direttiva citata sopra come specie di interesse prioritario. Dalle Capanne di
Carrega un facile sentiero con modesto dislivello permette l'ascesa al Monte Antola - 1597 m, cima
tra le più elevate del Sito di Importanza Comunitaria omonimo (SIC IT1180011 Massiccio
dell'Antola, Monte Carmo, Monte Legnà). Lungo il percorso, che richiede meno di due ore per
raggiungere la vetta, si incontrano estese faggete dove fino a pochi decenni fa dominavo i pascoli
creati dall'uomo e ambienti aperti con vegetazione bassa e compatta: si tratta dei vaccinieti a
mirtillo nero e falso mirtillo (Vaccinium myrtillus e Vaccinium gaultherioides). Formazioni così
estese di vaccinieti sono tipiche degli ambienti propri delle Alpi e delle zone aperte (lande) delle
regioni settentrionali dell'Emisfero Boreale, sono rarissime nell'Appennino. Da queste montagne,
nei primi anni '80 del secolo scorso, si sono formati - provenienti dall'Appennino centrale - i primi
nuclei della popolazione di lupo che sta spontaneamente riconquistando le Alpi. L'aerea oggetto
dell'escursione si inserisce in un contesto di elevata naturalità, esteso centinaia di km quadrati tra le
Regioni Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Lombardia, tra Aree Protette (Parchi e Riserve
Naturali - queste ultime ancora in fase di attuazione) e Siti della Rete Natura 2000 dell'Unione
Europea (Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale). Dalla sommità del Monte
Antola, nelle giornate limpide con vento di grecale, non rare in inverno, si può osservare tutta la
catena alpina tra cui spiccano il Monviso, il Gran Paradiso e il Monte Rosa; portando lo sguardo
verso Sud, invece, si vedono le Alpi Apuane, il Golfo di Genova con al centro la Corsica e la costa
ligure
di
ponente
con
le
isole
di
Bergeggi
e
Gallinara.
Il Sito di Importanza Comunitaria nel quale si è svolta l'escursione è stato affidato dalla Regione
Piemonte, su proposta del Comune di Carrega Ligure (AL), all'Ente di Gestione delle Aree Protette
dell'Appennino Piemontese (già Ente di Gestione del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo)
nel
luglio
2016.
L'escursione è stata organizzata dal Club Alpino Italiano, CCTAM Piemonte-Valle d'Aosta e rientra
nelle giornate di formazione intitolate "Montagna che unisce: il territorio delle Quattro Province"
nei giorni 24 e 25 settembre 2016.