9 Febbraio 2015 - Con un bacio tradisci

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9 Febbraio 2015 - Con un bacio tradisci
“CON UN BACIO TRADISCI”
di Don Salvatore Rinaldi
articolo pubblicato su “Primo Piano” di Lunedì 9 Febbraio 2015
Si può comunicare senza dire parole, è sufficiente fare oppure non fare qualcosa per comunicare un
sentimento, una reazione, un’attitudine. Quando cerchiamo di dimostrare amore o disprezzo per una
persona lo facciamo misurando la distanza corporea in un gioco di avvicinamento e allontanamento
(dimensione prossemica del linguaggio); quando vogliamo dare rilievo e importanza a un evento o a una
persona mettiamo dei vestiti che dicono l’apprezzamento che abbiamo per quell’evento o le aspettative
dell’incontro con quella determinata persona collocando l’accento sulla dimensione estetica del linguaggio.
Quando davanti a una situazione particolare di grande gioia oppure di profonda tristezza tacciamo oppure
esprimiamo il disagio o la contentezza con il mutamento facciale esprimiamo in modo mimetico il nostro
sentimento. Il bacio sembra essere il gesto umano pieno di comunicazione che riunisce in sé le diverse
dimensioni della comunicazione non verbale; esso nasce appunto dall’avvicinamento tra due corpi, due
bocche, una bocca e una guancia: gioca con la prossemica. Non è di minor importanza la dimensione
estetica del bacio, anzi sembra essere fondamentale per comunicare i sentimenti che si nascondono nel
gesto; così l’intensità, la durata, il luogo (la bocca, il collo, le gote, il seno, la pancia, le spalle, ecc.) e
l’espressione facciale che si sviluppa in chi bacia e in chi si lascia baciare – dimensione mimetica – sono
componenti fondamentali per dire il livello di piacere oppure di dispiacere che si esperimenta all’atto del
bacio. Il baciare sulla bocca sarebbe un’espressione del desiderio di ritornare alle sorgenti della parola, un
desiderio di scoprire cosa l’altro potrebbe dire se avesse parole giuste per farlo. Lo stesso bacio può anche
rivelare la paura dell’ascolto dell’altro, può funzionare come modo di silenziare la parola in grado di ricreare
ma anche di abbattere, di guarire e aprire profonde cavità nell’animo. G. Lapoint, nel 1981 diceva:
«L’esistenza dell’individuo è corporea”. Passa attraverso il corpo. E l’analisi sociale e culturale di cui è
oggetto, le immagini che ne rivelano le profondità nascoste, i valori che lo distinguono, ci forniscono
informazioni anche sulla persona e sui cambiamenti sperimentali dalla sua definizione e dai suoi modi di
esistere, da una struttura sociale a un’altra. In virtù del fatto di essere al centro dell’azione individuale e
collettiva, al cuore del simbolismo sociale, il corpo rappresenta un indicatore cruciale per una migliore
comprensione del presente». Si potrebbe dire che tutto comincia e finisce con un bacio. Questo appartiene
a precisi rituali e esprime sentimenti vari, che contemplano non solo l’amore, ma anche l’affetto materno e
filiale, la tenerezza, la simpatia, l’attaccamento, la cortesia, la gratitudine, la compassione, la gioia, il dolore,
la supplica, l’accordo sociale e il tradimento; per esempio, uno dei baci più conosciuti della storia è appunto
quello di Giuda: «…con un bacio tradisci…?» (Lc 22,47 – 48). Il saluto con il bacio esprime una serie molto
ampia di situazioni e relazioni sociali: dalla sottomissione davanti a un potente del quale si baciano i piedi
oppure la mano, al saluto tra parenti e amici; dallo scambio di intimità tra due amanti alla cerimonia di
ingresso in una categoria o in una società particolare. Nella struttura sociale lo troviamo ancora scambiato
tra grossi esponenti della politica, i capi di stato, o tra capi religiosi; senza dimenticare che negli ambienti
nobili e raffinati c’è tutt’ora l’usanza del «baciamano» consistente nello sfiorare appena con le labbra (di un
uomo) il dorso della mano di una donna. E’ conveniente osservare che per baciare una persona sulla
guancia oppure annusarla, indipendentemente dall’intenzione che vogliamo dare a questo gesto, si rende
necessario entrare nel suo «spazio personale», bussare alla porta della riservatezza, suscitare un certo
livello di fiducia. Ricevere un bacio da un amico è un sicurissimo gesto di accettazione, è aprire lo spazio
personale a uno che spira fiducia. In questo caso il bacio rubato oppure forzato sarebbe una violenza
profonda alla persona implicata. R. Firth diceva, in un suo studio del 1977, «genitori e figli possono baciarsi
sulle labbra, ma altri parenti e amici stretti, di solito, si salutano con un bacio sulle gote – di norma su una
gota sola, ma a volte su ambedue se mossi da affetto o per influsso continentale. Ma, mentre tra membri
della famiglia elementare e tra parenti stretti o amici intimi le implicazioni erotiche di un bacio sono
considerate assenti e subliminali, esse possono essere interpretate altrimenti tra persone legate da un
rapporto meno diretto». Nel mondo religioso il bacio assume un posto di rilievo ed è sicuramente legato
all’adorazione, alla venerazione di luoghi e persone. Il bacio rituale è particolarmente diffuso.
Tradizionalmente si baciano le reliquie, le pietre tombali e altari, potenti depositari del sacro. Lacroix, ne Il
corpo di carne, diceva: «Il bacio non è soltanto la scoperta di una voluttà tattile. Rianima i miti inconsci che
identificano il soffio che esce dalla bocca con l’anima; simboleggia così una comunione o una simbiosi
dell’anima. Il bacio non è soltanto il condimento che condisce tutti i films occidentali. E’ l’espressione
profonda di un amore che erotizza l’anima e rende mistico il corpo». Nel silenzio delle parole il bacio
s’insinua come elemento protagonista di una comunicazione che dice tenerezza, amore e compassione. Tre
livelli esperienziali imprescindibili per ogni relazione di amore tra Dio e l’uomo e tra l’uomo e la donna.