Riproduciamo in chiave moderna l`apparato che nel

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Riproduciamo in chiave moderna l`apparato che nel
Riproduciamo in chiave
moderna l’apparato che nel
film RITORNO AL FUTURO
permetteva di viaggiare
nel tempo.
C
hi ha qualche “decade” sulle spalle (ma anche
i più giovani, che lo hanno conosciuto e visto
grazie allo streaming su YouTube) conosce Ritorno al futuro, il famoso film che è poi diventato una
saga... con tre episodi. Il grande fascino del film
-diretto da Robert Zemekis e prodotto nientemeno
che da Steven Spielberg- stava nella bizzarra e avveniristica avventura di un giovane, Marty McFly
(interpretato da Michael J. Fox), che con l’aiuto di
uno scienziato dall’aria strampalata -tale “Doc”
Emmett L. Brown (al secolo Christopher Lloyd)- riusciva a proiettarsi nel futuro ed anche nel passato
usando come macchina del tempo un accrocchio
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Ottobre 2015 ~ Elettronica In
di BORIS LANDONI
realizzato da Doc e viaggiando a bordo di un’automobile divenuta un cult: la DeLorean DMC-12,
scelta dal professore, convinto che: “Dovendo
trasformare un’automobile in una macchina del
tempo perché non usare una bella automobile?”.
Quest’auto, novella capsula del tempo, per poter
effettuare il salto doveva ricevere una potenza
elettrica di 1,21 Gigawatt: un’enormità che veniva
poi utilizzata dal “flusso canalizzatore” (nel film
originale flux capacitor), situato dietro i sedili della DeLorean. Originariamente , il flusso canalizzatore veniva alimentato da del plutonio, mentre nei
film successivi occorreva semplicemente intro-
Gadget
durre della comune spazzatura nel dispositivo
di conversione Mr. Fusion per attivare la fusione
nucleare e sviluppare la potenza necessaria.
Nel film, dopo aver attivato i circuiti temporali
(anche detti tempo-circuiti) ed aver impostato
data e ora destinazione, McFly doveva accendere
il motore e accelerare fino a 88 miglia orarie (141,6
km/h), finché il flusso canalizzatore non si attivava. La DeLorean, una volta effettuato il salto nel
tempo, si trovava nella stessa posizione fisica sulla
Terra al momento della partenza.
I cultori di Ritorno al futuro ricorderanno che il
pannello visualizzatore dello stato del flusso ca-
nalizzatore era composto da una stella a tre punte
formata da lampade, cui erano applicati tre cavi
con le classiche pipe isolanti in gomma. Ricorderanno pure che nel primo episodio, la data scelta
per il viaggio sperimentale nel futuro -dal destino
incerto per i due protagonisti- era il 21 ottobre
2015; sì, proprio un giorno di questo mese.
Ritorno al futuro ha stimolato la curiosità e la
creatività di molti cultori, tanto che per questa
data sono stati organizzati addirittura degli eventi
commemorativi, alcuni dei quali favoriscono suggestivi confronti con quello che il film proponeva
come scenario all’arrivo nel futuro di Marty McFly
Elettronica In ~ Ottobre 2015
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Fig. 1 – L’originale pannello del Flusso
Canalizzatore di Ritorno al futuro.
[schema ELETTRICO]
e Doc: per esempio la videocomunicazione (che se vogliamo,
oggi si traduce in Skype) e le auto
volanti -tra l’altro ipotizzate anche
in film come Minority Report- che
purtroppo per gli sceneggiatori e
per fortuna per noi, ancora non
esistono...
Ma del resto negli anni ’80 del
secolo scorso, come anche prima,
il progresso aveva spinto i più
ottimisti registi e sceneggiatori
a sognare un’evoluzione ben
più rapida di quella che le leggi
della Fisica imponevano ed hanno
imposto; d’altra parte Ritorno al
futuro non fu la sola evasione futuristica, perché la conquista della
Luna e dello Spazio in generale
spinsero il cinema e la televisio-
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Ottobre 2015 ~ Elettronica In
ne a proporre serie come Spazio
1999 (dove si teorizzava una Luna,
ormai deposito di scorie radioattive prodotte dalle centrali nucleari sulla Terra e popolata da 300
persone abitanti la futuristica Base
lunare Alpha, strappata all’orbita
terrestre e proiettata in un viaggio
interminabile nello Spazio) e Star
Trek o Guerre Stellari.
Il fatto che in Ritorno al futuro il
primo viaggio nel tempo avesse
come destinazione il 21 ottobre
2015, ci ha fatto scivolare nell’entusiasmo che sta travolgendo
i cultori della trilogia e che ha
stimolato la parte Maker che
ognuno di noi porta dentro di sè.
Dalla passione all’idea il passo è
stato breve, come rapida è stata
la traduzione nella pratica: un po’
di ore in laboratorio ed è nato il
progetto proposto in queste pagine, che è una rivisitazione della
macchina per il flusso canalizzatore in chiave moderna, con la quale
anche noi vogliamo omaggiare il
grande sogno che Robert Zemekis
ha condiviso con i fan di Ritorno
al futuro e la passione suscitata da
una versione di macchina del tempo più realistica di quelle proposte
in altri film, decisamente improbabili, sicuramente perché in quegli
anni l’elettronica ci avrebbe fatto
credere quel che un po’ poi è stato,
cioè che fosse la tecnologia per
realizzare ciò che un tempo era
impossibile.
E in un certo senso il fascino
dell’elettronica è un po’ questo,
perché diversamente da altre
discipline, essendo qualcosa che
non si vede e che non è immediato
spiegare, noi umani siamo portati
ad affidarle i nostri sogni e le nostre speranze (diversamente dalla
meccanica, per esempio, la quale
è visibile e più immediata e perciò
si presta meno a immaginare con
essa creazioni fantascientifiche).
IL NOSTRO PROGETTO
Per simulare il macchinario del
flusso canalizzatore che proiettava
nel tempo la DeLorean, abbiamo
fatto uso dell’ormai immancabile
Arduino Uno, che con caricato un
apposito sketch, e questa volta
senza bisogno di alcuno shield, pilota tre strip, ciascuna con 8 LED
Neopixel. Le strip vengono gestite
in parallelo con una sola linea
di Arduino, che nel nostro caso è
facilmente modificabile a piacimento specificandola nello sketch;
la comunicazione è unidirezionale
e gestisce un gruppo di LED, che
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