Grand hotel risparmio i 5 stelle tagliano sul lusso

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Grand hotel risparmio i 5 stelle tagliano sul lusso
la Repubblica
MERCOLEDÌ 4 MARZO 2009
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STILI DI VITA
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Calano i viaggi d’affari e i pernottamenti, le grandi catene corrono ai ripari e riducono i generi di cortesia
Addio ai fiori e alle creme di bellezza, le pantofole solo su richiesta. Ma per il viaggiatore vip è uno shock
CINZIA SASSO
C
ominciamo da
qui, dal fastoso
Shangri La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40
per cento del suo tempo-lavoro.
Racconta che l’ultima volta è stato uno shock: «Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure
un valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva:
spegni le luci, non usare tutti gli
asciugamani, tieni la temperatura più alta. In bagno il deserto,
con il barattolino dello shampoo
che tiene solo una dose, spariti il
cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe
come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti
di carta bianca». Non è che l’hotel ha cambiato gestione; è che è
arrivata la crisi. E da Singapore a
Roma, da Londra a Parigi, ovunque le catene alberghiere stanno lavorando di fantasia per ri-
Spariscono il kit
per il cucito e il
sigillo del water
Un consiglio a tutti:
spegnete la luce
durre i costi di gestione.
In Italia i numeri sono drammatici: dopo un 2008 chiuso pericolosamente, con 7,8 milioni
di pernottamenti in meno, gennaio (nel confronto col gennaio
di un anno fa secondo i dati dell’Aica) ha registrato la diminuzione record del 24,53%. Mancano i turisti - quasi il 20% di
americani, degli inglesi si aspetta un meno 40% - e scendono anche i businessman, con le multinazionali che diramano direttive rigidissime affinché viaggino il meno possibile. E dunque
il settore alberghiero deve adeguarsi: bisogna abbassare i costi, e cominciare a tagliare da
dove si può senza che il calo delle spese colpisca troppo direttamente il sempre più prezioso
cliente. Ridurre il personale
(che incide, secondo Federalberghi, per il 40%) sarebbe,
guardando al bilancio, la strada
maestra, ma a parte i riflessi sociali avrebbe un grave impatto
sulla qualità del servizio.
Poi ci sono le spese delle utenze: luce, acqua, gas, energia; e già
su questo qualcuno si muove.
Una primaria catena ha deciso,
ad esempio, di ridurre l’irrigazione dei giardini e delle fioriere
al minimo indispensabile, «non
più di tre volte la settimana».
Un’altra raccomanda di cambiare le lenzuola «solo ed esclusivamente ogni tre notti». Tutti,
aiutati in questo dalla nuova sensibilità ambientalista, pregano
di usare gli asciugamani per più
di un giorno e tarano i termostati delle camere in modo che la
temperatura sia meno alta d’inverno per risparmiare sul riscal-
Grand hotel risparmio
i 5 stelle tagliano sul lusso
damento e meno bassa d’estate
per non esagerare con i condizionatori. Tagli anche alle prime
colazioni: basta prosciutto crudo, yogurt economici, marmellata a consumo invece che nelle
mini confezioni di vetro.
Ma il grande bacino del risparmio, non in termini assoluti, solo
quello più semplice da aggredire,
è il settore delle amenities. Basta
accappatoi; stop alle pantofole;
addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per shampoo,
balsamo e bagnoschiuma, gene-
ri da sostituire, nel caso di presenze che si prolunghino, «solo
dopo che siano stati utilizzati del
tutto»; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il
cioccolatino della buona notte.
Per fortuna nell’era di internet, a
parte i maniaci delle collezioni,
non si accorgerà nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così
come le scatoline dei fiammiferi
con il logo degli hotel.
«Quello che abbiamo davanti
- dice Elena David, presidente
dell’Associazione italiana catene alberghiere - è un panorama
drammatico e i gruppi sono costretti a fronteggiare in qualche
modo la situazione. Ben venga,
dunque, la politica di tagliare i
generi di cortesia cercando di
salvaguardare il personale». Anche perché spesso si trattava di
sprechi: «Indurre un atteggiamento più responsabile e sobrio
è in linea con la sensibilità attuale». Bernabò Bocca, presidente
di Federalberghi, aggiunge: «I
dati sono di un’assoluta gravità,
c’è il rischio licenziamento per
150mila persone e fallimento
per 13mila imprese». E chiede al
governo lo slittamento degli
oneri contributivi e di prevedere la detrazione delle spese delle vacanze dalla denuncia dei
redditi. Il manager Pavolini,
però, non si rassegna: «Adesso
quando entri in un hotel ti prende la depressione e corri a vedere se, insieme al comfort è sceso
anche il prezzo».
La curiosità
NATIONAL GEOGRAPHIC DI MARZO
RISPARMIARE SI PUÒ
In un sito la hit dei viaggiatori. A Londra vince il Cromwell Crown
Ecco gli alberghi peggiori
nelle recensioni dei turisti
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA
I SOLITO si compilano le classifiche dei migliori alberghi, così come quelle dei migliori ristoranti o dei migliori locali notturni.
Ma un sito Internet inglese, ww.TripAdvisor.com, ha messo insieme, accanto alle preferenze
di viaggiatori e turisti, anche le loro esperienze più
deludenti, stilando la graduatoria degli hotel peggiori del Regno Unito. Quelli che, nel giudizio dei recensori del sito, più di cento per ciascun hotel, ricevono
meno stelle e i giudizi più impietosi. Come questo:
«La prima stanza che mi hanno offerto aveva un lavandino pieno fino all’orlo di vomito». L’albergo in
questione, il Cromwell Crown, nel quartiere di Earl’s
Court, a Londra, è risultato per l’appunto il peggiore
hotel britannico, sebbene il suo manager, interpellato dal quotidiano Daily Telegraph, abbia smentito:
«Siamo un albergo economico, per chi vuole risparmiare, ma pulito. I nostri tappeti sono vecchi, ma ci
passiamo l’aspirapolvere», dice Nabil Khan, affermando comunque che l’albergo verrà presto restaurato. La lista dei dieci peggiori hotel britannici ne contiene altri sei situati a Londra: il Corbigoe, l’Eden Plaza, l’Hanover, il Rose Court, il Gresham, il Park Hotel,
la Nanford Guest House di Oxford, il Cosmopolitan
Hotel di Brighton e l’Imperial Hotel di Manchester.
D
I GIUDIZI
dei clienti alla
base della
hit degli
alberghi
peggiori
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