Il chiodo ad espansione «Fixion» nel trattamento chirurgico delle

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Il chiodo ad espansione «Fixion» nel trattamento chirurgico delle
Cappelli editore, Bologna 2003
Chir. Organi Mov., LXXXVIII, 57-64, 2003
Il chiodo ad espansione «Fixion» nel trattamento chirurgico delle
fratture diafisarie di omero e tibia
The Fixion expansion nail in the surgical treatment of diaphyseal
fractures of the humerus and tibia. Our experience
R.M. Capelli, V. Galmarini, G.P. Molinari, A. De Amicis
S.C. di Ortopedia e Traumatologia
Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico, Milano
Sommario
Gli Autori presentano la loro esperienza nell’applicazione del chiodo endomidollare ad espansione «Fixion» nelle fratture diafisarie d’omero e tibia
per un totale di 40 interventi. I vantaggi peculiari
di questo chiodo sono: stabilità ed elasticità della
sintesi, rapidità di esecuzione dell’intervento chirurgico, scarsa esposizione alle radiazioni. I risultati ottenuti sono finora incoraggianti; non si sono
riscontrati problemi di rilievo né peri- né post-operatori, con tempi di consolidazione medi di 3 mesi
per le fratture d’omero e di 4 mesi per le fratture
tibiali. Il chiodo «Fixion» è un mezzo di sintesi versatile, di facile applicazione.
Parole chiave: Inchiodamento endomidollare;
frattura di omero; frattura di tibia; Fixion.
Abstract
The authors present their experience in the application of a Fixion expansion intramedullary nail
for the treatment of diaphyseal fractures of the
humerus and tibia, in a total of 40 surgeries. The
features of the nail are: stability and flexibility of
the instrumentation, speed of surgery, minimal
exposure to ra
diation. The results obtained up to now are encouraging; there are no significant problems either
during or after surgery, and mean consolidation
time is 3 months for fractures of the humerus,
and 4 months for those of the tibia. The Fixion
nail is a versatile type of instrumentation that is
easy to use.
Key words: intramedullary nailing, fracture of the
humerus; fracture of the tibia, Fixion.
L’osteosintesi endomidollare a cielo chiuso, rispettando
le strutture muscolari non ostacola la formazione di callo
osseo periostale, ma fornisce la consolidazione delle
fratture diafisarie delle ossa lunghe. L’osteosintesi endomidollare da noi più usata in passato, è stata il chiodo di
Kuntscher.11 Questo chiodo viene introdotto all’interno
del canale diafisario di un osso lungo con un intervento
semplice, tuttavia, per neutralizzare le forze di rotazione
occorre che il chiodo sia di grosso calibro dopo l’alesaggio del canale midollare; secondo alcuni Autori questo è
motivo di danno della circolazione midollare con riduzione della formazione del callo endostale.1,13 L’alesaggio del canale midollare permette di impiantare un chiodo di diametro maggiore, con una più elevata superficie
di contatto, aumentando di conseguenza la rigidità strutturale della sintesi. L’aumento della temperatura locale
legato alla fresatura del canale diafisario è un altro fattore che danneggia la vascolarizzazione endomidollare ritardando i processi di consolidazione della frattura.16
L’inchiodamento endomidollare possiede diverse caratteristiche biomeccaniche positive.
Una adeguata tecnica chirurgica, con un corretto punto
d’inserzione del chiodo ed un’esecuzione corretta dell’alesaggio al centro del canale midollare, fa corrispondere
l’asse neutro del sistema osso-chiodo con l’asse anato-
Closed intramedullary osteosynthesis leaves the muscle
structures intact and does not obstruct the formation of
periosteal bone callus; rather, it favors consolidation of
diaphyseal fracture of the long bones. The type of intramedullary osteosynthesis used by us in the past was
Kuntschner nailing.11
A simple technique is used to insert the nail inside the diaphyseal canal in the long bone; to neutralize the forces
of rotation, the nail must be of large caliber after reaming of the medullary canal; according to some authors,
this is the reason for injury to the medullary circulation,
with a considerable reduction in the formation of endosteal callus.1,13 Reaming of the medullary canal makes
it possible to implant a larger nail, with a higher surface
contact area, thus increasing the structural rigidity of the
instrumentation. The increase in local temperature because of drilling in the diaphyseal canal is another factor
that damages intramedullary vascularization, delaying the
process of consolidation of the fracture.16
Intramedullary nailing possesses several positive biomechanical features. Correct surgical method, with correct
nail insertion and correct reaming at the center of the
medulla
ry canal allows for complete correspondance between
the neutral axis and the bone-nail system with the
Lavoro accettato per la pubblicazione il 12-01-2003
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R.M. Capelli, V. Galmarini, G.P. Molinari, A. De Amicis
mico del segmento scheletrico.18 Nelle fratture diafisarie
delle ossa lunghe, l’allineamento assiale ottenuto con un
chiodo endomidollare di misura adeguata, impiantato
dopo alesaggio, ripristina la capacità del segmento
scheletrico di sopportare i carichi fisiologici mantenendo la riduzione e consentendo uno stimolo meccanico
assiale, positivo ai fini della guarigione della frattura.2
Nelle fratture che interessano le regioni metafisarie l’inchiodamento convenzionale non consente un’adeguata
rigidità in torsione a causa dell’allargamento della cavità
midollare. Nelle fratture comminute, questa tecnica non
previene il possibile collasso assiale dei frammenti.4 I
chiodi endomidollari bloccati sono stati introdotti per superare questi limiti bio-meccanici.
A seconda del disegno e della tecnica chirurgica i chiodi endomidollari bloccati possono essere distinti in
chiodi con o senza alesaggio. Entrambi si affidano agli
stessi concetti biomeccanici, realizzando una sintesi
statica o dinamica a seconda del grado di bloccaggio.
La staticità dell’impianto è legata al bloccaggio prossimale e distale rispetto alla frattura.9,10 In questa configurazione bio-meccanica le forze sono trasmesse, attraverso le viti prossimali, dall’osso al chiodo, risparmiando la zona della frattura e ritornano quindi all’osso
corticale distalmente alla frattura tramite le viti distali.9
Nelle fratture instabili questo mezzo di sintesi non permette il carico immediato a causa del rischio che il sistema ceda sotto sforzo. 9 Nelle fratture trasverse ed
oblique prossimali e distali all’istmo è possibile una sintesi dinamica e si impiantano viti di bloccaggio solo nel
frammento più corto. Dopo l’iniziale comparsa di callo
osseo che conferisce una maggiore rigidità strutturale
al sistema osso-chiodo, l’inchiodamento bloccato statico comprendeva sempre la procedura di dinamizzazione (rimozione delle viti di bloccaggio prossimali e distali) per permettere una completa compressione assiale
dinamica a livello del focolaio di frattura. Recenti esperienze cliniche non hanno però confermato la necessità di tale procedura che rimane indicata solo nei ritardi di consolidazione.3
L’inchiodamento bloccato senza alesaggio è stato introdotto per ovviare ai presupposti svantaggi dell’alesaggio: danno del circolo endomidollare e complicanze
tromboemboliche. Studi sperimentali hanno confermato
che l’alesaggio altera il circolo endomidollare.16 Questo
viene però rapidamente ripristinato grazie all’inversione
del flusso ematico corticale ed alla rigenerazione di vasi
nella zona adiacente al chiodo.16 Altri studi hanno confermato che nei chiodi con alesaggio vi è una maggiore
immissione in circolo di materiale midollare.17 Gli effetti
clinici di questa embolizzazione non appaiono comunque rilevanti se non in pazienti politraumatizzati, con o
senza trauma toracico associato, in stato di shock o con
gravi deficit del volume circolante.17
Da quando sono stati introdotti i chiodi endomidollari
bloccati, questi rappresentano la nostra prima scelta nel
trattamento delle fratture diafisarie delle ossa lunghe.
Raramente ci avvaliamo dei fissatori esterni nelle fratture diafisarie chiuse di omero e tibia; li riserviamo al trattamento delle fratture esposte.
L’utilizzo del chiodo «Fixion» nasce dall’esigenza di rag-
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anatomical axis of the skeletal segment.18 In diaphyseal
fractures of the long bones, the axial alignment obtained using an intramedullary nail of the right size, implanted after reaming, restores the capacity of the
skeletal segment to support physiological loading, maintaining reduction and allowing for axial mechanical
stimulus, positively aiding fracture healing.2
In fractures that involve the metaphyseal regions, conventional nailing does not allow for adequate stiffness in
torsion because of widening of the medullary canal. In
comminuted fractures, however, this method does not
prevent the possible axial collapse of the fragments.4
Locked intramedullary nails were introduced to overcome these biomechanical limits. Depending on design
and surgical method, locked intramedullary nails can be
divided into nails with or without reaming. Both are
based on the same biomechanical concepts, obtaining
static or dynamic synthesis depending on the degree of
locking. The statisticity of the implant is related to proximal and distal locking in relation to the fracture.9,10 In
this biomechanical configuration, the forces are transmitted through the proximal screws from the bone to
the nail, saving the fracture zone; they thus return to
the cortical bone distal to the fracture via the distal
screws.9 In unstable fractures, this instrumentation does
not allow for immediate loading because of the risk of
the system giving in under stress.9 In proximal and distal
transverse and oblique fractures of the isthmus, there
may be dynamic synthesis and locking screws are implanted in the shorter fragment alone. After the intial
appearance of bone callus that confers greater structural
rigidity to the bone-nail system, static locked nailing always included dynamization (removal of the proximal
and distal locking screws) to allow for complete axial dynamic compression at the fracture center. Recent clinical experiences have not, however, confirmed the need
for this procedure to remain indicated only in delays in
consolidation.3
Locked nailing without reaming was introduced to avoid
the disadvantages of reaming: damage to the intramedullary circulation and thromboembolic complications; Experimental studies have confirmed that reaming alters the intramedullary circulation.16 This is, however, rapidly restored thanks to the inversion of cortical
blood flow and to the regeneration of vessels in the area
adjacent to the nail.16 Other studies have confirmed that
in reamed nails there is a higher concentration of
medullary material in the circulation.17 The clinical effects of this embolization do not, however, appear to be
significant if not in patients with multiple trauma, with
or without associated thoracic trauma, in a state of
shock, or with severe deficit in the circulating volume.17
Since locked intramedullary nails were introduced, they
represent our first choice in the treatment of diaphyseal
fractures of the long bones.
We rarely use external fixators in closed diaphyseal fractures of the humerus and tibia; rather, we reserve them
for treatment of exposed fractures.
The use of the Fixion nail derives from the need to
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giungere e mantenere in un’unica soluzione i vantaggi
dell’osteosintesi statica e di quella dinamica, di abbreviare i tempi chirurgici e di limitare al massimo il tempo di
esposizione ai raggi dei chirurghi.
Le indicazioni all’uso di questo chiodo sono molto precise: per l’omero fratture nell’area fra 5 cm sotto il collo
chirurgico e 5 cm prossimali all’estremità distale del canale midollare; per la tibia fratture fra 5 cm sotto la tuberosità anteriore e 5 cm prossimali all’estremità distale
del canale midollare. Possono essere utilizzati i chiodi
«Fixion» anche nel trattamento dei vizi di consolidazione, nella profilassi di lesioni patologiche (secondarismi
neoplastici) e nelle revisioni, laddove altri trattamenti
hanno fallito (pseudoartrosi).
achieve and maintain in a single solution the advantages
of static and dynamic osteosynthesis , to shorten the
amount of time required for surgery, and to limit the
amount of time that the surgeon is exposed to radiation.
Indications for the use of this nail are very precise: for
the humerus fractures in the area 5 cm under the surgical neck and 5 cm proximal to the distal end of the
medullary canal; for the tibia fractures 5 cm under the
anterior tuberosity and 5 cm proximal to the distal end
of the intramedullary canal. Fixion nails may also be
used in the treatment of poor consolidation, in the prevention of pathologic injuries (neoplastic secondary lesions) and in revisions, where other types of treatment
have failed (nonunion).
Materiali e metodi
Nel Gennaio 2000 presso la Divisione di Ortopedia e
Traumatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, abbiamo iniziato ad utilizzare il sistema di
inchiodamento endomidollare ad espansione ed autobloccaggio «Fixion» (Disc-o-Tech, Herzliya, Israel) nel
trattamento delle fratture diafisarie chiuse di omero e di
tibia. Le caratteristiche del chiodo «Fixion» sono le seguenti: si tratta di un chiodo espansibile, necessita di
una procedura mini-invasiva nell’impianto, non necessità di viti di bloccaggio, l’alesaggio del canale midollare
è facoltativo. La fissazione viene raggiunta lungo tutta le
lunghezza del chiodo; il chiodo infatti si adatta alle pareti interne del canale midollare. Le controindicazioni all’uso del chiodo «Fixion» sono rappresentate dalle fratture molto prossimali o molto distali, fratture comminute,
fratture longitudinali; infezioni latenti o attive; insufficiente quantità o qualità dell’osso; la chiusura del canale
midollare.
Material and method
In January 2000, at the Division of Orthopaedics and
Traumatology at the Ospedale Fatebenefratelli and Oftalmico in Milan, we began to use the Fixion intramedullary expansion and self-locking nailing system
(Disc-o-Tech, Herzliya, Israel) for the treatment of
closed diaphyseal fractures of the humerus and tibia.
The features of the Fixion nail are as follows: it is an expandable nail, that requires a mini-invasive procedure in
the implant, that does not require locking screws, and in
which reaming of the medullary canal is not mandatory.
Stabilization is achieved along the entire length of the
nail; in fact, the nail adapts to the internal walls of the
medullary canal. Contraindications to the use of the Fixion nail are represented by very proximal or very distal
fractures, comminuted fractures, longitudinal fractures;
latent or active infections; insufficient quantity or quality
of the bone; closing of the medullary canal.
Fratture di Omero
Dal Gennaio 2000 al Dicembre 2001 presso la U.O. di
Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli ed Oftalmico di Milano sono stati trattati chirurgicamente con Fixion IM Nail 18 pazienti affetti da frattura
diafisaria di omero (10 maschi e 8 femmine) di età compresa tra i 35 ed i 75 anni (media 56 anni). Secondo la
classificazione AO abbiamo trattato 18 fratture di omero tipo A, (2 di tipo A1, 6 di tipo A2, 12 di tipo A3).
Tutte le fratture trattate erano chiuse.
Fratture di Tibia
Dal Gennaio 2000 al Dicembre 2001 presso la U.O. di
Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli ed Oftalmico di Milano sono state trattate chirurgicamente con Fixion IM Nail 22 pazienti affetti da frattura diafisaria di tibia (12 maschi e 10 femmine), di età
compresa tra i 18 anni ed i 68 anni (media 48 anni).
Sono state trattate secondo la classificazione AO 22
fratture di tibia A, (2 di tipo A1, 4 di tipo A2, 16 di tipo
A3). Tutte le fratture trattate erano chiuse.
Gli interventi sono stati eseguiti tutti entro 48 ore dal
trauma, su letto di trazione. È stata praticata a tutti i
pazienti una profilassi antibiotica (short shot) con Cefalosporine ed una profilassi anti-tromboembolica (Epari-
Fractures of the humerus
Between January 2000 and December 2001 at the
U.O. of Orthopaedics and Traumatology of the Ospedale Fatebenefratelli and Oftalmico in Milan, the Fixion IM nail was used in the surgical treatment of 18 patients affected with diaphyseal fracture of the humerus
(10 males and 8 females) aged from 35 to 75 years
(mean age 56 years). According to the AO classification
system the fractures were type A in 18 cases (A1: 2;
A2: 6; A3: 12). All of the fractures were closed.
Fractures of the tibia
Between January 2000 and December 2001 at the
U.O. in Orthopaedics and Traumatology at the Ospedale Fatebenefratelli and Oftalmico in Milan, the Fixion IM nail was used to surgically treat 22 patients affected with diaphyseal fracture of the tibia (12 males
and 10 females) aged from 8 to 68 years (mean age 48
years). According to the AO classification the fractures
of the tibia were type A in 22 cases (type A1: 2; type
A2: 4; type A3: 16). All of the fractures were closed.
The operations were all performed within 48 hours of
trauma on a traction bed. Antibiotic prophylaxis (short
shot) with cephalosporin and antithromboembolic prophy-
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R.M. Capelli, V. Galmarini, G.P. Molinari, A. De Amicis
Fig. 1a
Fig. 1b
b-sin
Fig. 1c
b-dx
c-sin
c-dx
Fig. 1
A) frattura diafisaria di omero; B) controllo dopo osteosintesi con chiodo Fixion; C) guarigione della frattura con ottimo callo osseo.
A) Diaphyseal fracture of the humerus; B) follow-up after osteosynthesis with a Fixion nail; C) fracture healing with excellent bone
callus.
na a BPM) per 3 settimane. Intra-operatoriamente,
non è mai stata eseguita alesatura del canale midollare,
non è mai stata necessaria l’apertura del focolaio di
frattura (sia per l’omero che per la tibia), non è mai stato confezionato alcun gesso di immobilizzazione postoperatoria. La riduzione delle fratture è stata sempre
ottenuta con trazione manuale, sotto controllo ampliscopico.
Nel post-operatorio è stata eseguita una mobilizzazione
precoce (attiva e passiva) della caviglia e del ginocchio
per le fratture tibiali, mentre in tutte le fratture di omero
è stato posizionato ai pazienti, a scopo antalgico, un tutore di tipo Gilchrist, mantenuto per 2 settimane. Nelle
fratture tibiali è stata consentita la deambulazione tutelata da 2 stampelle con carico sfiorato (10-15 kg) sin dalla IIª giornata post-operatoria; con successivo incremento dopo 45-50 gg. previo controllo clinico ed Rx-grafico. Nelle fratture di omero dopo il primo periodo di tutorizzazione dell’arto superiore è stata consentita la mobilizzazione attiva e passiva della spalla, del gomito, del
polso e delle dita della mano.
Non abbiamo finora eseguito alcuna rimozione degli impianti.
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laxis (heparin at LMW) were carried out in all of the patients for 3 weeks. Intraoperatively, reaming of the
medullary canal was never carried out, opening of the
fracture site (for the humerus or for the tibia) was never
required, postoperative immobilization in plaster was never necessary. Reduction of the fracture was always obtained by manual traction, under amplioscopic monitoring. Postoperatively, early mobilization (active and passive)
of the ankle and knee was carried out for tibial fractures,
while in all of the fractures of the humerus a Gilchrist type
bandage worn for 2 weeks was positioned for anthalgic
purposes. Walking with the help of 2 crutches and partial
weight-bearing (10 to 15 kg.) was allowed in tibial fractures beginning on day 2 postsurgery, with subsequent increase in loading after 45-50 days following cli
nical and X-ray follow-up. In fractures of the humerus,
after the first period in an bandage of the upper limb
active and passive mobilization of the shoulder, elbow,
wrist and fingers of the hand was allowed.
Up unti now we have not had to remove any of the implants.
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Fig. 2a
a-sin
Fig. 2b
a-dx
b-sin
Fig. 2c
b-dx
c-sin
c-dx
Fig. 2
A) frattura biossea di gamba; B) sintesi cn chiodo Fixion; C) guarigione della frattura.
A) Biosseous fracture of the leg; B) synthesis with a Fixion nail; C) fracture healing.
Risultati
Abbiamo controllato, con un follow-up minimo di 4 mesi, 35 dei 40 pazienti operati (19 fratture tibiali e 16
fratture omerali). Nella nostra casistica non abbiamo osservato alcuna lesione neurovascolare post-operatoria.
Non si è mai verificata un’estensione intra-operatoria
della frattura, nessuna sindrome compartimentale, né
alcuna embolia grassosa. Abbiamo riscontrato un solo
caso di infezione superficiale post-operatoria in una frattura tibiale (con abrasione cutanea superficiale in sede di
ferita chirurgica), operata dopo 4 giorni dal trauma.
L’infezione è guarita con adeguata terapia medica antibiotica. Non si sono mai osservate infezioni persistenti,
fistole od osteomieliti.
Results
At minimum four-month follow-up, 35 of the 40 patients submitted to surgery (19 tibial fractures, 16
humeral fractures) were observed. We did not observe
any postoperative neurovascualar injuries. There was no
occurrence of an intraoperative extension of the fracture, no compartmental syndrome, no fat embolia. We
observed only 1 case of postoperative superficial infection in a tibial fracture (with superficial skin abrasion in
the site of the surgical wound) operated on 4 days after
trauma.
Infection healed with adequate antibiotic therapy. We
never observed persistent infections, fistulae, or osteomyelites.
Fratture di omero
Il recupero della funzionalità è stato valutato, ad uno, tre
e sei mesi, con particolare attenzione all’articolarità della spalla. Il tempo medio di consolidazione radiografica
è stato di 12 settimane (da 9 a 15 settimane).
Il risultato clinico, valutato secondo la tabella di Constant,5 è stato in 14 casi da noi giudicato eccellente, in
2 casi buono. Nessun risultato cattivo.
Fractures of the humerus
Recovery of function was evaluated after 1, 3 and 6
months, with particular attention
to range of movement of the shoulder. The mean radiographic consolidation time was 12 weeks (from 9 to
15 weeks). Clinical results, evaluated based on the Con-
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R.M. Capelli, V. Galmarini, G.P. Molinari, A. De Amicis
Fratture di tibia
Per il recupero della funzionalità abbiamo preso in esame l’assenza del dolore durante la deambulazione ed il
recupero dell’articolarità del ginocchio (flesso/estensione). Il criterio radiografico è basato sulla valutazione della comparsa di callo osseo sulla rima di frattura.
I controlli radiografici venivano eseguiti mensilmente. Il
tempo medio di consolidazione è stato di 16 settimane
(da 14 a 19 settimane). Il risultato clinico è stato giudicato eccellente in 16 casi, buono in 3 casi. Nessun risultato cattivo.
Discussione
Il sistema di osteosintesi «Fixion» rappresenta una metodica con elementi innovativi in traumatologia. L’adattamento del chiodo nel canale midollare avviene grazie all’espansione a «clessidra» di quest’ultimo, con mantenimento della stabilità rotatoria, dell’allineamento dei
frammenti e della lunghezza dell’arto. L’espansione delle barre di rinforzo aumenta di circa il 175% il diametro
del chiodo. Raggiunge un’eccellente fissazione grazie alla totale aderenza delle quattro alette longitudinali del
chiodo alle pareti interne del canale midollare. L’introduzione del chiodo è facilitata dal fatto che presenta un
diametro molto ridotto quando non è espanso; l’introduzione è simile a quella di un filo guida appena più
spesso del solito. Si può ottenere la fissazione stabile di
diversi tipi di frattura delle ossa lunghe, tenendo sempre
presenti le precise indicazioni citate prima. Il chiodo
«Fixion» si inserisce utilizzando un manipolo e, una volta
posizionato, viene espanso (pressione massima 70 atmosfere) al diametro desiderato con l’introduzione di soluzione fisiologica, utilizzando una apposita pompa. Si
raggiunge una posizione corretta nella zona della frattura, i tempi chirurgici sono molto ridotti, e l’esposizione
radioscopica è ridotta al minimo; le perdite ematiche sono moderate. Lo stock di magazzino è ridotto, in quanto l’espansione del chiodo copre l’ampiezza dei vari diametri del canale midollare. I tempi di degenza post-operatoria sono brevi.
L’uso dei chiodi bloccati ci ha consentito di estendere le
indicazioni dell’osteosintesi endomidollare a cielo chiuso
anche alle fratture che, per sede o per comminuzione
dei frammenti, erano escluse dal trattamento con chiodi
non bloccati, consentendo una precoce formazione di
callo osseo ed una veloce ripresa funzionale. La fissazione statica non consente la formazione di forze in compressione sul focolaio di frattura; viene quindi consigliato, nel caso di fratture di segmenti ossei sottoposti al carico, la rimozione della vite o delle viti ad una estremità
del chiodo in un tempo successivo alla sua infissione (dinamizzazione) per favorire la consolidazione.14
Talvolta, però, il callo osseo in formazione non è in grado di sopportare il carico assiale dopo la dinamizzazione
dell’impianto, e, si verificano casi di accorciamento e
protrusione del chiodo.
Recenti studi, hanno dimostrato che non è indispensabile la dinamizzazione del mezzo di sintesi per ottenere la
guarigione della frattura.7,8,13
Il chiodo «Fixion» di tibia consente un montaggio simile
a quello bloccato, qualora esista una diastasi interfram-
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stant table,5 was judged to be excellect in 14 cases,
good in 2. There were no poor results.
Fracture of the tibia
For recovery of function we took into consideration the
absence of pain during walking and recovery of range
of movement of the knee (flexion/extension). Radiographic criteria is based on an evaluation of the disappearance of bone callus on the fracture site. Radiographic monitoring was done on a monthly basis.
Mean consolidation time was 16 weeks (from 14 to 19
weeks). Clinical results were judged to be excellent in 16
cases, good in 3. There were no poor results.
Discussion
The Fixion system of osteosynthesis is a method with
innovative elements in traumatology. Adaptation of the
nail in the medullary canal takes place thanks to «hourglass-like» expansion of the latter, with maintenance of
rotatory stability, alignment of the fragments, and
length of the limb. Expansion of the reinforcement bars
increases by about 175% the diameter of the nail. It
achieves excellent stabilization thanks to the total adherence of the four longitudinal «wings» of the nail to the
internal walls of the medullary canal. Insertion of the
nail is facilitated by the fact that it presents a very reduced diameter when it is not expanded; insertion is
similar to that of a guide wire which is just a bit thicker
than usual. Stable fixation can be obtained in different
types of fractures of the long bones, keeping in mind th
precise indications cited before. The Fixion nail is inserted using a tool, and once it has been positioned it is
expanded (maximum pressure 70 atmospheres) to the
diameter desired with the introduction of physiological
solution, using a special pump. A correct position is
achieved in the fracture area, the time required for
surgery is very reduced and radioscopic exposure is reduced to a minumum; blood loss was moderate. Magazine stock is reduced as expansion of the nail covers the
width of various diameters of the medullary canal. Time
required for postoperative management is short.
The use of locked nails allowed us to extend indications
for closed intramedullary osteosynthesis to fractures as
well that by site or by fragment communution were excluded from treatment with non-locked nails, allowing
for the early formation of bone callus and rapid functional recovery.
Static fixation did not allow for the formation of forces in
compression on the fracture center: thus, in the case of
fractures of bone segments submitted to loading, we suggest removal of the screw or screws at one end of the
nail in a time that is subsequent to infixion (dynamization)
to favor consolidation.14 At times, however, the bone callus in formation is not capable of supporting axial loading
after dynamization of the implant, and there are cases of
shortening and protrusion of the nail. Recent studies
have shown that dynamization of the instrumentation is
not indispensable to obtain fracture healing.7,8,13
Il chiodo ad espansione «Fixion» nel trattamento chirurgico … - The Fixion expansion nail in the surgical treatment of diaphyseal …
mentaria, e simile a un montaggio di tipo dinamico, con
distribuzione delle forze lungo tutto l’asse del chiodo, in
grado quindi di accelerare i processi di guarigione. Il
chiodo «Fixion» di omero, mantenendo gli stessi principi, presenta delle caratteristiche biomeccaniche diverse
per l’assenza di forze di carico agenti sull’arto superiore.
Questo mezzo di sintesi infatti, consente un montaggio
stabile, che diventa dinamico con la contrazione muscolare attiva. Con questo chiodo si ottiene sia per l’omero
che per la tibia, una formazione di callo periostale in
quanto l’espansione favorisce la migrazione degli osteoblasti dal canale midollare al periostio. La via chirurgica
per l’accesso all’omero, di solito l’antero-superiore, può
portare ad una limitazione dei movimenti della spalla ai
gradi estremi. Riguardo al danno biologico sulla cuffia
dei rotatori, non abbiamo riscontrato con studio ecografico a distanza danni oggettivi, come nella nostra precedente esperienza negli inchiodamenti con chiodo di Seidel.6 Non abbiamo mai avuto alcun genere di problema
con la via trans-tendine rotuleo per le fratture tibiali costantemente utilizzata in tutti i casi.
Un svantaggio può essere rappresentato dal costo, meno vantaggioso rispetto ad altri chiodi bloccanti tradizionali.
La nostra esperienza con il chiodo «Fixion» di omero e
di tibia ha soddisfatto le nostre aspettative, grazie a brevi tempi di consolidazione ed ad una precoce concessione del carico per la tibia ed una precoce mobilizzazione
dell’omero. I risultati ottenuti, seppur in presenza di una
casistica limitata, sono soddisfacenti: questo fatto ci incoraggia pertanto a proseguire sulla strada intrapresa.
La scelta del sistema di osteosintesi più opportuno per
le fratture di omero e di tibia deve essere basata sulla incidenza delle complicazioni, sulla valutazione dei tempi
di consolidazione, su vari fattori quali la necessità o meno di immobilizzazione post-operatoria, sui tempi di
concessione del carico, sulla tollerabilità da parte del paziente del trattamento in corso, sulla gestione post-operatoria sia in reparto che a domicilio.
Il rischio anestesiologico e chirurgico attualmente molto
ridotti non giustificano la scelta di un trattamento conservativo che richiede una lunga degenza ospedaliera,
una qualità di vita scarsa nel corso del trattamento stesso, non tutelando il paziente da possibili difetti di consolidazione. Riteniamo pertanto che la nostra scelta del
chiodo «Fixion» risponda a tutti i requisiti richiesti per la
sintesi delle fratture diafisarie di omero e di tibia.
The Fixion nail for the tibia allows for assembly that is
similar to locked assembly, when there is interfragmentary diastasis, and similar to a dynamic type assembly
with distribution of forces along the entire axis of the
nail, thus capable of accelerating the healing processes.
The Fixion nail for the humerus, maintaining the same
principles, presents biomechanical features that are different in terms of the loading forces acting on the upper
limb. In fact, this type of instrumentation allows for stable assembly, that becomes dynamic with active muscle
contraction. For both the humerus and the tibia, this
type of nail makes it possible to obtain the formation of
periosteal bone callus as expansion favors migration of
osteoblasts from the medullary canal to the periosteum.
The surgical approach to the humerus, usually anterosuperior, can lead to limitation in movement of the shoulder to extreme degrees. As for biological injury on the
rotator cuff, we have not observed in long-term ultrasound images objective injury, as in our previous experience with Seidel nailing.6 We have had no problems
with patellar transtendinous approach for tibial fractures, constantly used in all cases.
One disadvantage may be represented by cost, less advantageous as compared to other traditional locked nails.
Our experience with the Fixion nail for the humerus
and the tibia has satisfied out expectations thanks to
short consolidations times and to early weight-bearing
(for the tibia) and early mobilization of the humerus.
The results obtained, despite a small number of cases,
are satisfactory, and this fact encourages us to continue.
The choice of the osteosynthesis system which is best
for fractures of the humerus and the tibia must be based
on the incidence of complications, on an evaluation of
consolidation times, on various factors such as whether
or not to immobilize postsurgery, on weight-bearing
times, on the patient’s tolerance of treatment underway, on postsurgical management in the hospital and at
home.
The currently very reduced anaesthesiologic and surgical risk does not justify the choice of conservative treatment that requires a long period of time in the hospital,
a poor quality of life during treatment itself, an that
does not protect the patient from possible defects in
consolidation. We thus believe that our choice of the
Fixion nail responds to all of the requirements for the
synthesis of diaphyseal fractures of the humerus and of
the tibia.
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