01 Frontiere Gli affari sulla via della seta: fashion
Transcript
01 Frontiere Gli affari sulla via della seta: fashion
Estratto da pag. Lunedì 14/11/2016 16 Direttore Responsabile Diffusione Testata Luciano Fontana 539.000 01 Frontiere Gli affari sulla via della seta: fashion, mobili, design e hotel L'Iran chiama, l'Italia risponde Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress |( futuro dei commerci internazionali di Teheran dipenderà molto dai mesi a venire, dal nuovo scenario globale. Senza contare che nel 2017 la Repubblica islamica andrà alle urne e solo allora si saprà se l'attuale presidente, il centrista Hassan Rouhani arrivato in visita di Stato in Italia un anno fa sull'onda del «disgelo» internazionale con Teheran, sarà ridetto. Ma il mondo dell'arredo made in Italy, non ha perso tempo. Deciso a giocare d'anticipo. Così Federlegno Arredo, per la prima volta, porta in Italia una delegazione di architetti, costruttori e interior decorator iraniani. Per farli incontrare con aziende come Tecno e Fratelli Boffi, Meridiani, Laura Meroni, Manerba, Massimo Maggi, forni/tota, Tosconova, Elledue. «Sono più di 4 anni che abbiamo contatti con Teheran — conferma Marco Predar!, vicepresidente FederlegnoArredo —. Abbiamo accompagnato più di cento aziende, per oltre 2.000 incontri con 400 operatori locali». Secondo le stime di Sace, il nuovo mercato iraniano può valere per l'Italia tre miliardi di export in più in quattro anni. «C'è una forte richiesta di made in Italy», spiego o Corriere Economia Meysam Firoozmand del nuovo ufficio lce a Teheran. I concorrenti? «Cinesi e turchi, ma il prodotto italiano è percepito come alto di gamma. Guardando ai numeri siamo al terzo posto dopo Cina e Turchia e, per una volta, prima dei tedeschi». Le forniture di arredamento valgono 17 milioni di euro, una quota pari al 3,2% dell'import (era dell'1% nel biennio 2013-U). Bene le esportazioni: +48,5% nel 2015, con un picco del +419,6% nelle cucine. «Per gli iraniani, casa e arredamento sono importanti e sono disposti a spendere per avere la qualità. I prodotti cinesi sono percepiti come alternativa economica, quelli turchi come una soluzione intermedia», nota Ali Sakhi, general manager di Nobico design studio a Teheran, che sta lavorando anche al grande progetto del nuovo exhibition center della capitale, il Sun City, che conterà 120 mila metri quadri di parco espositivo, adatto anche a fiere internazionali. I mobili made in Italy sono richiesti anche per uffici e hotel. Sono circo mille le strutture alberghiere che holding come Rah Shahr, aggregato di 25 società, andranno a ristrutturare. «I nostri 5 stelle oggi sono equiparabili ai 3-4 stelle occidentali: prevediamo di aggiornare e migliorare mille strutture in 5 anni», spiego Behrouz Alibakhshi, managing director e presidente data holding. Poi ci sono le torri residenziali in costruzione specie a Teheran, spesso con vasti mall al loro interno. Pure la moda ha imboccato la «via della seta»: nel 2016 si sono moltipllcate le missioni governative e imprenditoriali. « Versace ha inaugurato vetrine a Teheran con il partner Kelid— conclude Firoozmand—. E novembre porterà in Iran una nuova delegazione di operatori dello modo, pmi mo anche griffe». Intanto, anche in /folio si lavora molto sulla rotta che porta all'Iran: «II 29 novembre l'Ufficio lce di Milano ha in programma, con Confimprese, il workshop "Retail Business Iran". E per il 2017 stiamo lavorando a un seminario sulle rinnovabili con l'Anie», anticipa Marinella Loddo, direttore dell'ufficio milanese di lce che dal 22 al 26 novembre sarà partner dell'Iran Expo 2016 a Roma ENRICARODDOLO Si parla di noi Pag. 1