la nascita della lingua italiana
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la nascita della lingua italiana
LA NASCITA DELLA LINGUA ITALIANA V – VII SECOLO. IL CROLLO DELLA CULTURA • Le città vengono saccheggiate o abbandonate: crolla l’istituzione scuola • Le poche biblioteche pubbliche e private bruciano o sono abbandonate (mancano i soldi) • Non vengono più copiati i libri classici per secoli • L’analfabetismo raggiunge il 90-95 % • Solo i preti sono costretti a imparare a leggere per consultare la Bibbia e celebrare la S. Messa Il codice di pergamena: una risorsa che sfidò i secoli • La pergamena fu inventata a Pergamo nel II-I secolo a.C. • E’ ricavata dalla pelle di una pecora (quaternione di 16 pagine): è costosissima e di difficile fabbricazione, ma dura anche 2.000 anni. • Anche il cambio di scrittura fu motivo di confusione e di perdita di libri: quelli più antichi non erano più capiti Esempio di scrittura maiuscola in onciale VII sec. d.C. Esempio di scrittura carolina IX secolo d. C. LA LINGUA NON SCRITTA: MAGMA IN CONTINUO MUTAMENTO • Difficoltà a pronunciare il latino, pigrizia o incapacità a correggersi, impossibilità a confrontarsi con il modello scritto, isolamento delle comunità parlanti: in pochi decenni le parole mutarono radicalmente Es: vespertillium e pespertillium e pepestrillium e pipistrello Domina (padrona) e domna e donna, dame (signora) IL MONACHESIMO BENEDETTINO • San Benedetto fu il primo a capire che nei monasteri bisognava insegnare a leggere e scrivere, per conservare le Sacre Scritture, ma anche per salvaguardare la cultura antica, più avanzata di quella dei barbari e celebrata da santi come Agostino o Gerolamo. Miniatura di amanuense Monastero di Subiaco Le lingue indoeuropee d’Europa Lingue neolatine o romanze (da romanice loqui) • Lingua d’oil • Lingua d’oc • Lingua di sì (italiano) • Catalano • Castigliano • Portoghese • Rumeno • Ladino Lingue germaniche • Alto e medio tedesco • Inglese • Islandese • Svedese • Norvegese • Danese • Olandese • Lingue slave PRIMO DOCUMENTO IN VOLGARE: IL GIURAMENTO DI STRASBURGO • Il 14 febbraio dell'anno 842 Carlo il Calvo e Ludovico II il Germanico si incontrarono a Strasburgo per giurarsi fedeltà reciproca, e per affermare che nessuno di loro avrebbe stretto patti di alleanza con il loro fratello Lotario. Il testo di questo giuramento è giunto fino a noi grazie allo storico Nitardo che, all'interno della sua cronaca scritta in latino, inserì le formule di giuramento nelle lingue effettivamente usate: Carlo, di lingua proto-francese, giurò in altotedesco antico, per farsi meglio comprendere dalle truppe di Ludovico; quest'ultimo, di lingua germanica, giurò nella lingua romanza del fratello. I rappresentanti dei due eserciti, poi, giurarono ognuno nella propria lingua. L’INDOVINELLO VERONESE (IX SEC.) • Se pareba boves, alba pratàlia aràba et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba Gratias tibi agimus, Domine sempiterne Deus • Boves conserva la desinenza latina • Sono riconoscibili alcuni neutri • I verbi e alcune parole hanno perso le desinenze latine • La formula di preghiera resta espressa in latino, la lingua della Chiesa • L’indovinello allude al lavoro dell’amanuense LA PRIMA FRASE IN ITALIANO E’ TURPILOQUIO! • Nella navata centrale DELLA BASILICA DI S. CLEMENTE, vicino l’accesso alla navata sinistra, si trova uno dei più famosi affreschi della basilica: nel riquadro inferiore del dipinto si trovano trascrizioni di frasi espresse in una lingua intermedia fra il latino e il volgare. Queste iscrizioni (databili tra il 1084 e l’inizio del 1100) costituiscono il primo esempio in cui il volgare italiano appare scritto ed anche usato con intento artistico. • Il dipinto rappresenta un frammento della Passio Sancti Clementis, in cui il patrizio Sisinnio è nell'atto di ordinare ai suoi servi (Gosmario, Albertello e Carboncello) di legare e trascinare san Clemente. I servi, accecati come il loro padrone, trasportano invece una colonna di marmo. Si leggono queste espressioni: • Sisinium: «Fili de le pute, traite, Gosmari, Albertel, traite. Falite dereto co lo palo, Carvoncelle!» IL PLACITO CAPUANO (XI SEC.) • « Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti. »(Capua, marzo 960) E’ una testimonianza in volgare con influenze del dialetto di Capua, riportata dal chierico o dal notaio in modo quasi letterale (il genitivo finale è sicuramente reinserito dal notaio) Quod medievale (introduce una oggettiva) è modificato in ko Sapio, latino medievale per scio, è modificato in sao, ma nel dialetto doveva essere “saccio” Le desinenze latine sono state tutte eliminate, salvo nella definizione del monastero Il De vulgari eloquentia di Dante • E’ il primo trattato di storia della lingua della cultura europea (1303-5). E’ in latino e restò incompiuto (2 libri sui 4 previsti). • Dante vi classifica i dialetti italiani (volgari municipali) e cerca di individuare quello che abbia le caratteristiche per imporsi come lingua letteraria. Nella sua rassegna egli distingue due gruppi di 7 dialetti, uno ad est e uno ad ovest degli Appennini. • Dante definisce la lingua volgare quella lingua che il bambino impara dalla balia. • Tra tutti i volgari italiani, l'autore ne cerca uno che sia illustre, cardinale, regale e curiale, degno di essere parlato dai nobili, in una corte, in tribunale, dai poeti. I primi testi letterari italiani: un siciliano e un umbro • Intorno al 1221-22 il giullare Ciullo (o Cielo) d’Alcamo compone un “contrasto”, cioè un dialogo poetico tra un personaggio maschile e uno femminile, dai toni ironici e dal tema amoroso: “Rosa fresca aulentissima”. • E’ un’opera influenzata dalla letteratura occitana, dove il contrasto fu molto usato. • Pochissimo tempo dopo (1224) Francesco d’Assisi compone il suo capolavoro, il “Cantico delle creature”.