centro d`eccellenza mondiale della grafite

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centro d`eccellenza mondiale della grafite
CONOSCERE L’INDUSTRIA:
TIMCAL, BODIO
dal 1908 a Bodio Timcal ha scalato passo dopo passo le classifiche internazionali
CENTRO D’ECCELLENZA MONDIALE DELLA GRAFITE
Nei riquadri in alto Davide Cattaneo (a sin.) e Edo Rossetti.
NOME
Timcal Graphite &
Carbon
ANNO DI FONDAZIONE
1908
SEDE PRINCIPALE
Bodio
SUCCURSALI
Germania, Giappone,
Cina, Belgio, Canada,
Inghilterra
NUMERO DI DIPENDENTI
400 di cui 215 a Bodio
TIPO DI ATTIVITÀ
Ricerca, produzione,
commercializzazione di
grafite sintetica e naturale,
nerofumo conduttivo,
granulati di coke di
petrolio calcinato,
dispersioni grafitiche,
carburo di silicio
Senza di lei non
funzionerebbero automobili,
telefoni cellulari, computer, ipad,
ipod, batterie, pile, lavatrici,
frigoriferi, aspirapolveri. Eppure
non sono pochi quelli che non
sanno neanche della sua
esistenza. È questa la strana
"sorte" della grafite, un minerale
- presente allo stato naturale o
creato in modo artificiale - che,
al contrario di altri minerali con
ben altra notorietà, come ad
esempio il diamante, è rimasto
pressoché nell'ombra, lontano
anni luce dalla ribalta e dalla
popolarità. Se ad esempio
sappiamo che Anversa (Belgio) è
la capitale del diamante, molti di
noi ignorano che oggi in tutte le
batterie ricaricabili dei telefoni
cellulari del mondo e in
moltissime pile alcaline c'è la
grafite prodotta da un'azienda
di Bodio, la Timcal SA, che dal
1908 a oggi ha scalato, passo
dopo passo, le classifiche
internazionali, diventando una
delle migliori in assoluto nel suo
campo. "In effetti, anche se i
cinesi sono i primi produttori
mondiali di grafite, siamo noi a
vendergliela, la grafite".
Davide Cattaneo, general
manager del gruppo Timcal, è
soddisfatto e cauto allo stesso
tempo. Pur con tutte le incertezze
del caso legate al franco forte e
alle crisi dei debiti pubblici
nazionali, "se leggo i giornali,
c'è poco stare allegri", la
ricerca, la produzione e la
commercializzazione di polveri
di grafite sintetica e naturale, di
nerofumo conduttivo, di granulati
di coke di petrolio calcinato, di
dispersioni grafitiche in acqua e
di carburo di silicio della Timcal
SA, sembrano ultimamente
"tenere". Merito certo dell'alta
qualità dei prodotti offerti, "frutto
delle nostre conoscenze sulla
grafite e sulle applicazioni finali
acquisite nel corso degli anni ",
ma anche di una strategia di
ricerca e sviluppo che ha
trasformato la sede di Bodio
della Timcal in "un centro di
competenze sulla grafite tra i
pochi a livello mondiale". Il
segreto, avendo a che fare con
un minerale che si adatta
benissimo alla sostenibilità
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ambientale e alle più moderne tecnologie, non è infatti
quello di pensare al domani, "ma al dopodomani".
Oltre a essere già presente con le batterie agli ioni di
litio sul mercato delle automobili ecologiche e ibride,
oggi la Timcal sta infatti già lavorando pensando "alle
auto elettriche di domani", alle auto, detto altrimenti,
che prenderanno il posto dei già moderni veicoli ibridi
attuali. Per fare ciò, per essere cioè sempre un passo
davanti alla concorrenza, occorrono però anche
ingenti investimenti. Come quelli, nell'ordine di decine
di milioni di franchi, portati a termine da Timcal negli
ultimi 10 anni proprio nel campo delle batterie agli
ioni di litio. "È dal 1995 - ci dice il direttore dello
stabilimento di Bodio Edo Rossetti - che in Timcal
siamo operativi nel settore delle batterio litio-ione.
Oggi, dopo oltre 15 anni di sforzi, stiamo entrando in
questo mercato in modo deciso anche in termini di
volumi".
Telefoni cellulari, pile, batterie,
ma anche computer, componenti
per auto e aspirapolveri. La
versatilità della grafite, Cattaneo,
lascia davvero impressionati.
In effetti, una delle componenti più
affascinanti della grafite è la sua
versatilità e il fatto di essere molto
legata allo sviluppo delle tecnologie e
della sostenibilità ambientale. Il
successo della grafite di Bodio è del
resto nato con la pila alcalina, quando
negli anni '70, i produttori mondiali di
pile alcaline rinunciarono all’impiego
del mercurio nelle loro formulazioni per
motivi ambientali. Questo fu possibile
solo grazie all’impiego della grafite ad
alta purezza e l'unica a realizzarla
secondo le esigenze dei produttori era proprio la
fabbrica di Bodio. Alla stessa stregua, sempre cioè
per motivi ambientali, i produttori di automobili hanno
potuto eliminare l'amianto presente nei freni
impiegando grafite ad alte prestazioni, così come le
acciaierie specializzate nella realizzazione di tubi
hanno scelto la grafite in sostituzione di olii lubrificanti
con molte più emissioni. L'ultimo esempio in questo
senso è rappresentato dalle pompe geotermiche:
essendo la grafite anche un conduttore termico oltre
che elettrico potrebbe trovare applicazione anche in
alcuni materiali conduttivi quali appunto le sonde che
fungono da scambiatori di calore e che vengono
inserite nel terreno.
Insomma, Rossetti, quasi un imbarazzo della
scelta.
Un altro esempio della versatilità della grafite è
rappresentato dall'uso che se ne fa nell'automobile,
dove trova impiego in almeno un centinaio di
applicazioni, tanto che per ogni automobile possiamo
avere dai 10 ai 20 chili di grafite. Grafite è presente
nei freni, per dissipare il calore e non fare rumore,
nella frizione, nella vernice, per ottenere l'effetto
metallizzante, nel motore, nel motorino degli
alzacristalli, nel cambio e addirittura nei sedili, per
scaricare l'elettricità statica del conducente.
Una versatilità così ampia presuppone un
team di sviluppo prodotti non irrilevante.
Signor Cattaneo, può dirci come è composto
il vostro "reparto" di ricerca e sviluppo?
Nel reparto ricerca e sviluppo di Bodio lavorano 35
persone, i cui profili professionali spaziano dalla
fisica all'elettrochimica, dalla meccanica alla
conoscenza dei materiali, passando per una struttura
di supporto composta da laboratoristi in chimica e
biologia. Occorre inoltre sottolineare che quella che
noi definiamo ricerca si compone di
almeno 4 elementi fondamentali che
devono convivere e collaborare. Il
primo è quello della ricerca di
mercato, ovvero, capire quali sono
le necessità o i problemi dei clienti,
cercando di captare i futuri bisogni
del mercato. Il secondo elemento è
composto da una ricerca più
applicata che viene fatta a livello di
laboratorio, ma con un orientamento
d'applicazione delle grafiti. Nel
caso delle batterie ioni-litio,
avremmo bisogno di esperti di
batterie e quindi di elettrochimici. A
seguire c'è una terza fase che è lo
sviluppo del prodotto, dove al posto
delle competenze elettrochimiche
sono richieste conoscenze dei nostri
prodotti, quindi della grafite e del
carbone. Terminata questa terza fase, c'è l'ultimo
tassello, quello che noi definiamo ricerca industriale,
ovvero chi si occupa di sviluppare i processi e gli
impianti per produrre i prodotti definiti, così da
presentarsi come si conviene dai clienti.
Avete difficoltà a trovare gli specialisti che vi
servono? Da dove provengono?
Chi si occupa di ricerca e sviluppo necessita di una
formazione accademica specifica. Se restiamo sempre
all'esempio delle batterie, deve per forza avere una
laurea in elettrochimica o aver fatto esperienze
equivalenti. Andiamo a prenderli dove ci sono con
tutto quello che il processo di reclutamento comporta
dal punto di vista logistico. Il più delle volte sono
profili che si trovano con il contagocce a livello
mondiale. Perciò abbiamo ed abbiamo avuto
specialisti spagnoli, statunitensi, canadesi, tedeschi,
slovacchi, belgi, italiani, francesi e a volte alcune
nostre candidature rimangono aperte per diversi mesi,
se non anni.
Qual è, Rossetti, la motivazione più
forte che porta queste persone a venire
a lavorare a Bodio dalla Germania o
dal Canada?
Sicuramente ci deve essere una prerogativa
personale, una predisposizione a viaggiare e
stabilirsi all’estero. In seconda battuta c'è la
sfida tecnica, anche se a volte capita di trovare
"capital junior" interessati solo a due anni di
esperienza per impreziosire i loro curriculum. In
questi casi si tratta di chiarire subito cosa si sta
cercando per trovare così la persona giusta per
la posizione giusta. È chiaro che Bodio agli
occhi di queste persone non risulta in se attrattivo.
Nonostante il territorio offra molto, l'opera di
convincimento a volte non è sempre facile. In questo
senso il lavoro di reclutamento di risorse umane
implica molto marketing. Se durante un colloquio non
spieghiamo l'attrattività del territorio o che Bodio si
trova vicino a Milano, rischiamo seriamente di
perdere la persona che stiamo cercando. C'è
insomma uno sforzo da fare, ad esempio, i colloqui di
assunzione qui a Bodio, facendo conoscere la realtà,
sia aziendale che locale.
Facciamo però ora un piccolo passo indietro.
Cattaneo, quando è stata fondata la Timcal?
Come è composta la sua struttura aziendale?
Fondata con il nome di "Officine del Gottardo" a
Bodio nel 1908 da un'azienda svizzero-tedesca, la
Motor SA e da due imprese germaniche, la
Weil&Reinhard e la Süddeutsche Diskont Gesellschaft,
oggi la Timcal SA può contare su una "potenza di
fuoco" di oltre 400 collaboratori sparsi in ogni angolo
del globo, di cui 215 a Bodio. Dopo essere entrata
nel 1994 nell'orbita della Imerys SA, multinazionale
francese specializzata nella valorizzazione dei
minerali industriali, nel 1999 lo stabilimento di Bodio
è stato trasformato nella sede manageriale, di ricerca,
di sviluppo e di marketing di tutta la divisione
‘Graphite & Carbon’ di Imerys. Evento cui ha fatto
seguito l'apertura nel 2000 di due sedi commerciali in
Germania e in Giappone; la costruzione, nel 2001, di
una fabbrica in Giappone per la produzione di
lubrificanti a base di grafite dispersa in acqua; la
realizzazione, nel 2002, di un nuovo stabilimento in
Canada, vicino a Montreal, per la lavorazione di
grafite naturale; l'acquisizione, nel 2003, di
un'impresa belga leader nel nerofumo conduttore (che
ora viene ampliata); l'apertura di due sedi
commerciali, nel 2005 a Manchester in Inghilterra e
nel 2007 a Shangai in Cina e l'acquisizione e
conseguente ammodernamento nel 2007 di
un'azienda cinese attiva nella purificazione di grafite
naturale estratta nel grande paese asiatico.
Come sono ripartite, Cattaneo, le quote di
mercato del gruppo Timcal? Quanti
concorrenti diretti ha la Timcal?
I nostri prodotti sono venduti al 30% in America, al
30% in Europa e al 35% in Asia (10% Giappone,
20% Cina, 5% Corea). Esclusi i cinesi, di concorrenti
a noi più o meno simili ce ne sono 4-5 a livello
mondiale. Ogni nostro concorrente ha però il suo
mercato ed entrare in rotta di collisione con la loro
tecnologia non è conveniente. I cinesi per il momento
non riescono a riprodurre la nostra qualità. Non a
caso, anche se sono il primo produttore mondiale,
siamo noi a vendergli la grafite.
Quali sono, Rossetti, secondo il suo punto di
vista le condizioni quadro ancora migliorabili
in Ticino?
Se devo guardare alle condizioni quadro riconducibili
all'industria, non posso non notare come oggi vi sia,
rispetto al passato, una negativa tendenza a rimettere
continuamente tutto in discussione. Mi spiego:
vent'anni fa le richieste di un'azienda come la nostra
non erano molte. Un'azienda come la nostra chiedeva
la messa a disposizione di energia elettrica a prezzi
adeguati, un sistema viario e infrastrutturale degno di
questo nome e un apparato amministrativo efficiente,
nonché la possibilità di avere manodopera.
Oggi, vent'anni dopo, dobbiamo invece investire
milioni per andare a riacquisire quello che una volta
era scontato, le condizioni quadro per poter operare
insomma. Oggi, anche se le relazioni sembrano
perfette, essendo sufficiente un'email per relazionare
rapidamente con i funzionari dell'Amministrazione
cantonale, se vogliamo ottenere la licenza edilizia per
rifare un tetto a un nostro capannone dobbiamo
aspettare 7-8 mesi. Ma noi non possiamo permetterci
di aspettare 7-8 mesi per sapere se potremo
realizzare il prodotto alle condizioni del cliente.
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Nel nome della liberalizzazione del mercato
dell’energia elettrica, della nuova legge e delle
politiche ad essa legate qualsiasi vantaggio che
scaturiva dalla prossimità alla produzione di energia e
dal fatto di avere in Ticino un’azienda cantonale con
mandato pubblico è solo un ricordo. L’aumento della
bolletta dell’energia, o per meglio dire il maggior costo
causato da tutte le posizioni che compaiono oggi sulla
fattura dell’elettricità (energia, tasse, contributi,
prestazioni di terzi, trasporti, tributi per utilizzo rete)
porta a diversi milioni all’anno il maggior costo e ci ha
obbligato ad importanti investimenti non produttivi per
limitare i danni.
Un altro esempio di quello che sto dicendo è
rappresentato dall'apertura, nel dicembre 2016, della
nuova galleria ferroviaria di base del San Gottardo.
Più volte anche con l’appoggio delle Autorità locali
abbiamo chiesto dove e da chi dovremo andare a
prendere e consegnare i nostri vagoni ferroviari con la
nuova linea di AlpTransit. In mancanza di risposte, per
avere un certo margine di manovra, abbiamo investito
500mila franchi nella realizzazione di un mini terminal
container. La questione non è delle più irrilevanti, in
quanto normalmente ogni anno su treno riceviamo
40mila tonnellate di materie prime e, sempre su treno,
all'anno spediamo 20mila-30mila tonnellate di prodotti
finiti. Ma gli esempi non finiscono qui. Noi abbiamo
bisogno di 240mila metri cubi di acqua all'anno per
raffreddare i nostri forni e nonostante ci troviamo in
mezzo alle valli, dove c'è acqua dappertutto, abbiamo
dovuto realizzare noi stessi una stazione di captazione
in casa. Stazione per la quale, tra l'altro, stiamo
aspettando da oltre 9 mesi la licenza edilizia...
Ne vuole sapere un'altra? Sono 10 anni che parte dei
nostri sedimi si trovano in zona di pericolo
alluvionamento. La nuova arginatura del fiume Ticino è
sempre e solo un progetto in divenire. Questo significa
che se un giorno dovesse esserci una piena del fiume,
molto probabilmente riusciremmo a scappare, ma i
danni sarebbero irreversibili.
È l'insieme di queste situazioni che ci portano a
pensare se investire ancora nella produzione a Bodio,
piuttosto che nella ricerca e sviluppo, visto che per
quest'ultimo settore non servono né acqua, né energia,
né trasporti.
Questo significa, Cattaneo, che la Timcal nei
suoi programmi futuri ha già preso in
considerazione l'ipotesi di non investire in
unità produttive a Bodio?
Se ci sarà uno sviluppo di questa sede, è molto
probabile che sarà nel management e nella ricerca e
sviluppo piuttosto che nella produzione. Imerys, la casa
madre, pensa che investire in nuovi impianti produttivi
in Svizzera non sia opportuno. Se un domani avremo
quindi bisogno di aumentare la capacità produttiva,
non sarà a Bodio. Se invece ci sarà da potenziare il
centro ricerca e sviluppo penso che Bodio possa essere
una buona scelta anche per Imerys.
Pur essendo apprezzata in tutto il mondo per
i suoi prodotti di punta, l'industria ticinese
sembra essere poco conosciuta dalla
popolazione locale. Qual è, Cattaneo, il suo
punto di vista?
Ad avere una visione distorta e negativa dell'industria
è in effetti un po' tutta la popolazione ticinese, inclusi i
giovani. Questo dispiace perché la realtà è diversa.
Ad esempio le industrie sono state le prime a dotarsi di
codici di condotta e attenzioni alla sicurezza. La nostra
azienda si è ad esempio dotata del divieto di fumo nei
corridoi e negli uffici molti anni prima della legge
cantonale e ha un tasso di incidenti sul lavoro fermo a
zero ormai da diversi anni.