Una bomba d`acqua su Senigallia

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Una bomba d`acqua su Senigallia
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Una bomba
d’acqua su Senigallia
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Tredici milioni di metri cubi
d’acqua in appena sei ore.
Tre vittime, 2.700 abitazioni
danneggiate, molte le imprese colpite. Abbiamo incontrato Maurizio Ferretti,
responsabile del Centro
Funzionale regionale e della Sala operativa, per farci
illustrare le dinamiche di
questo evento meteo
estremo e la risposta operativa del Sistema regionale di Protezione civile
Veduta aerea dell’alluvione
che ha colpito Senigallia
lo scorso 3 maggio
di Francesca Serra - Foto: Donatella Graciotti Luigino Patrignanelli, Associazione E. Mattei
Fano - Coord. Prov. PC Rimini
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Senigallia (AN), lo scorso 3 maggio, è stata colpita dall’alluvione, sotto una quantità di pioggia tale da determinare l’innalzamento del Misa di oltre sei metri e da provocarne l’esondazione che ha allagato gran
parte del territorio comunale colpendo, in particolare, la zona del centro e le frazioni a monte del corso del fiume. Danni da cui la città ha
cercato velocemente di riprendersi per essere
pronta ad affrontare la nuova stagione estiva
che, per la città di velluto, vuol dire economia,
lavoro, reddito. Come ha riferito, in Parlamento,
il sottosegretario alla presidenza del Consiglio
dei Ministri, Graziano Delrio, un primo dato da
considerare è che sulle Marche e, in particolare, nel senigalliese, si sono registrati eventi intensi non tanto per i quantitativi di pioggia
complessivamente caduti ma per la concentrazione degli stessi in poco tempo. I valori pluviometrici registrati dalle stazioni meteorologiche
situate nel bacino del Misa riportano, ad esempio, per l’intera giornata del 3 maggio, picchi di
precipitazione di 89 millimetri a Corinaldo (AN)
e 79 millimetri a Barbara (AN). Tutto il sistema
della Protezione civile della Regione Marche
era pronto per l’emergenza ed è intervenuto
sotto il coordinamento del Centro funzionale
regionale e Sala operativa Protezione civile. “Il
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primo avviso di condizioni meteo avverse,
emesso il 30 aprile – spiega Maurizio Ferretti,
responsabile del Centro funzionale, che fin dalle prime ore del giorno era a Senigallia -, parlava di 50 millimetri di picco fino alle 12 di sabato 3 maggio, al quale vanno aggiunti i 50
mm riportati nel secondo avviso, dalle 12 dello
stesso giorno. Nell'intero evento, il picco previsto è stato, pertanto, dell’ordine dei 100 mm,
superiore a quanto effettivamente registrato
dalle stazioni del bacino del fiume Misa”. Il
Centro ha anche emesso un avviso di criticità
idrogeologica regionale, valido dalla mezzanotte di sabato 3 maggio, a seguito della com-
pleta saturazione dei suoli, aggravata dalle
piogge cadute nelle settimane precedenti e
dalla natura argillosa di molti terreni.
“L’allertamento indicato era di terzo livello, su
una scala massima di quattro – aggiunge
Ferretti -, quindi elevato e, secondo gli scenari
codificati della Protezione civile nazionale, con
possibili allagamenti e danni ai locali interrati,
alle opere di contenimento, argini, alle attività
produttive fino ad occasionali perdite di vite
umane. Nonostante la difficoltà oggettiva di
prevedere fenomeni su scale spaziali molto
piccole e la loro esatta localizzazione, il Centro
funzionale regionale abbia correttamente in-
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La Protezione civile ITALIANA
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Un’immagine del fiume Misa in piena, esondato nell’area artigianale di Borgo Bicchia dove l’acqua
ha raggiunto un’altezza di due metri e mezzo
quadrato la situazione in evoluzione”. Il
Dipartimento regionale di Protezione civile ha
raddoppiato il personale turnista nella Sala
operativa unificata permanente e ad integrarlo
con la presenza dei Vigili del fuoco. Nella SOUP
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sono stati presenti rappresentanti della prefettura di Ancona, della Centrale Operativa 118,
dell’ANPAS. Sono state subito allertate le Sale
operative integrate delle Province e il sistema
di volontariato. Alle 7, la Protezione civile di
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Uomini e mezzi della Protezione civile regionale
all’opera
Senigallia ha ricevuto la prima telefonata della
Soup che annunciava un primo ingrossamento
del fiume Nevola. Subito è stato attivato il
Centro operativo comunale ed è stato attivato
il preallarme con sms nella zona a rischio esondazione con la mobilitazione dei volontari. Il
preallarme ha interessato anche le zone di
Bettolelle e di Cannella dove si è proceduto all’evacuazione delle abitazioni e dei negozi. Alle
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l’esondazione, si sono subito interrotte le comunicazioni, è saltata l’energia elettrica, le linee di telefonia fissa e la maggior parte di
quella mobile, con un blocco di circa 34 ore superato soltanto grazie ai mezzi e agli strumenti della Protezione civile e che ha reso più difficile il coordinamento della gestione dell’emergenza. Le prime operazioni di soccorso
sono state rivolte a salvare le persone e a mettere in salvo gli studenti rimasti nelle scuole. A
questo scenario va aggiunto che le sedi dei
Vigili del fuoco e della Polizia sono stata anch’esse colpite dall’alluvione ma sono comunque riuscite a raccordarsi con le altre Forze dell’ordine, Carabinieri, Corpo Forestale dello
Stato, Polizia municipale, grazie al sistema radio. “E’ stata preziosa la collaborazione con
tutta la popolazione e con tutti i volontari –
sottolinea Ferretti -, che ringraziamo di cuore,
ed è stato molto efficace raccordare le attività
dei Vigili del fuoco e della Protezione civile con
quelle della Caritas dove i volontari si sono occupati della distribuzione dei pasti, anche a do-
La Protezione civile ITALIANA
8.30 il fiume Misa era ancora nella norma, la
circolazione era possibile. Si è poi velocemente
ingrossato e alle 9.30 circa ha scavalcato l’argine nell’area artigianale di Borgo Bicchia, dove l’altezza dell’acqua ha raggiunto due metri
e mezzo di altezza, e si è indirizzato verso la
città. L’acqua ha investito la zona del campus
scolastico, dove le lezioni erano già iniziate. Il
Comune di Senigallia ha dato disposizione di
non far uscire gli studenti, che si sono messi in
sicurezza nei piani superiori evitando il peggio.
Molti di loro, recuperati con i mezzi anfibi dei
Vigili del fuoco, si sono subito uniti ai 700 volontari dei primi giorni, 1.500 la settimana successiva all’evento, della Croce Rossa Italiana,
ANPAS, Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, organizzazioni di volontariato di
Protezione civile della Regione Marche insieme
ai gruppi arrivati da Emilia Romagna, Umbria,
Veneto, Lazio, che hanno operato in città portando il loro gioioso aiuto a chi aveva perso la
casa o aveva bisogno di qualche mano in più
per ripulire abitazioni, garage, aziende. Dopo
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Volontari del Coordinamento provinciale di Rimini accorsi in aiuto. Oltre agli emiliano-romagnoli
sono intervenuti a Senigallia anche gruppi di volontari del Lazio, dell’Umbria e del Veneto
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Un mezzo anfibio
dei Vigili del Fuoco in azione
micilio, e dell’assistenza”. Un’azione che ha permesso di lavorare con un’organizzazione su
due canali paralleli e complementari a supporto delle persone. Fondamentale è stato anche,
per il soccorso sanitario, l’intervento dell’eli-
cottero del 118 dotato di verricello e dei due
velivoli con ala rotante dei Vigili del fuoco,
mezzi che hanno permesso di soccorrere le
persone rimaste isolate. “Nell’ospedale di
Senigallia - spiega Susanna Balducci, responsabile Pianificazione speciale della Protezione
civile regionale -, che è stato sempre operativo, si è allagata la farmacia. E’ stato necessario, quindi, intervenire per recuperare il materiale farmaceutico e garantire comunque i rifornimenti necessari al territorio interessato.
Fino al 7 maggio, c’è stato, inoltre, l’isolamento delle linee telefoniche dall’esterno che abbiamo supportato anche con i nostri mezzi di
telecomunicazione. E’ stato poi organizzato un
servizio di supporto psicologico attraverso non
solo alcune organizzazioni di volontariato,
ANPAS, ARES, CRI e SIPEM, ma anche in sinergia con le strutture sanitarie territoriali preposte, l’ordine regionale degli psicologi e l’associazione Emdr”. Un’altra urgenza è stata quella
dell’accumulo dei rifiuti che hanno raggiunto
le oltre 8 mila tonnellate di cui 2 mila di fango
e terra. “E’ stato organizzato un tavolo di coordinamento a supporto del Comune di
La bomba d’acqua su Senigallia ha provocato
anche un accumulo di qualcosa
come 8.000 tonellate di rifiuti
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Senigallia – dice ancora la Balducci -, composto da Regione, Provincia di Ancona,
ARPAM, ASUR, discariche di Maiolati
Spontini e Serra de’ Conti, Corpo Forestale
dello Stato e ditte abilitate alla raccolta e
trasporto dei rifiuti. E’ stato individuato un
sito provvisorio di stoccaggio all’uscita dell’autostrada A14 dove, in una settimana
circa, sono stati accumulati i rifiuti prodotti dall’alluvione. Grazie ad atti provinciali e
ad ordinanze sindacali sono stati poi raccolti e smaltiti nelle due discariche interessate”.
A Senigallia (AN) hanno compiuto un sopralluogo il presidente del Consiglio,
Matteo Renzi, il giorno dopo l’alluvione, e il
ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina,
e dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, il 9
maggio. Il maltempo ha colpito anche altre
zone delle Marche fra il 2 e il 4 maggio, dove si sono registrati fenomeni di dissesto
idrogeologico con numerose frane e smottamenti, che hanno raggiunto una particolare gravità sulla statale 4 Salaria, fra i
Comuni di Acquasanta Terme e Arquata del
Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, oltre
ad esondazioni come quella del torrente
Triponzio che ha allagato parte del centro
abitato di Chiaravalle (AN). L’analisi dei dati pluviometrici ha evidenziato, sull’intera
regione, valori di cumulate areali massimi
di 60-70 millimetri in 3-6 ore, con valori
massimi di 140-160 millimetri sulla valle
del fiume Foglia. Il maltempo ha causato
danni per 366,1 milioni di euro di cui segnalati dai privati per 149,3 milioni, dalle
attività economiche e produttive per 60,7
milioni, fabbisogno stimato per il ripristino
del patrimonio pubblico per 149,4 milioni,
interventi degli Enti locali per l’emergenza
per 6,7 milioni. Il presidente della Regione
Marche, Gian Mario Spacca, ha comunicato il dato al capo del Dipartimento della
Protezione civile, Franco Gabrielli, con la richiesta dello stato d’emergenza. Specialisti in forniture
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