Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598-1680) Papa
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Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598-1680) Papa
Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598-1680) Papa Urbano VIII Barberini bronzo in parte dorato, altezza 101,5 cm; larghezza 78 cm circa Firenze, collezione Corsini Questo busto in bronzo appare dorato nel peduccio e nella piccola ape, allusione araldica ai Barberini, posta immeditamente al di sopra; la qualità della fusione, benchè non rifinita meticolosamente a freddo in ogni dettaglio, è però notevolissima e la scultura conserva intatta la forza espressiva di una terracotta. Condotto con una sprezzatura mirata soprattutto a far risaltare anche nel bronzo ogni sia pur minima modulazione cromatica, il busto mescola sottigliezze descrittive come le piccole vene rilevate al di sotto degli occhi con dettagli resi in modo compendiario ma assai efficace quali le sopracciglia, appena abbozzate, o il bordo di pelliccia della mozzetta e del camauro, trattato in modo quasi impressionistico. Il ritratto si trova a Firenze presso i principi Corsini dove è giunto nella seconda metà del XIX secolo per via matrimoniale, in seguito alle nozze di Anna Barberini e Tommaso Corsini (1835-1919). Segnalato una prima volta da Von Pastor nella Storia dei Papi1, non ha suscitato attenzioni significative negli studi berniniani. Per Valentino Martinelli, era soltanto una “replica mediocre” del busto in bronzo e porfido della collezione Barberini2, mentre Wittkower lo classificava, insieme a quello perduto e noto attraverso una copia in gesso di Santa Maria di Monte Santo a Roma, come “casts from Bernini’s model corresponding to the Louvre bust”3. Quest’ultimo, ricordiamolo, venne richiesto allo scultore nel 1656 da Antonio Barberini che ne fece quindi 1 Von Pastor, XIII, 195x, p.253. Martinelli 1956, p.31 n.57. 3 Wittkower 1955, p.xx 2 dono al re di Francia: “la prego...di farmi fondere l’altra testa della Serenissima Memoria di Urbano”4. Il bronzo qui esposto, in origine presso i Barberini, può essere messo in relazione con il pagamento ordinato dallo stesso Bernini, nel luglio 1658, in favore di “Jacomo Erman Ebanista...per fatture et ebano d’un Scabello fatto per serv.o dell’Em.mo Sig.re Card.le Antonio Barberini...per porvi sop.a una mezza Statua di bronzo rapresentante l’effigie della glo.med’Urbano 8.o”5. Nell’inventario dei beni del cardinale Antonio Barberini nel Palazzo ai Giubbonari presso Campo dei Fiori, redatto nel 1671, troviamo quindi una “Testa e Busto e Peduccio di Metallo di Ritratto della Felice Memoria di Urbano VIII con suo Sgabellone di Ebano Scannellato, con tre Ape di rilevo di Metallo...Mano del Cavaliere Bernino”6. Marilyn Aronberg Lavin ipotizza che si tratti dello stesso busto presente nel 1692 nel Palazzo alle Quattro Fontane, nella Prima Stanza dell’Audienza, “un Ritratto di Urbano VIII: in metallo con suo pieduccio di metallo dorato con apetta di metallo in mezzo con suo piedistallo di ebano Scanellato, e dorato con tre apette di metallo dorato sotto la base nel busto”7. La presenza della piccola ape nel peduccio sembra confermare che si tratti proprio del bronzo oggi presso i Corsini; questo dettaglio infatti non ricorre ne nella versione del Louvre, ne in quella oggi a Blenheim, identificata da Avery come quella già in Santa Maria in Montesanto8. Il bronzo menzionato nell’inventario del 1692 è poi senza dubbio identificabile con quello visto solo pochi anni prima nel Palazzo alle Quattro Fontane (nella “sala d’audienza dei cavallieri e prelati”), da Nicodemus Tessin, durante il suo soggiorno romano del 1687-1688: “vom Cav: Bernini... Urbano VIII in brontz”9. Il busto era collocato accanto a quello in marmo del fratello del pontefice, Carlo Barberini, creduto sempre di Gian Lorenzo dallo svedese ma in realtà di Mochi (cfr. cat.xx). 4 La lettera del Barberini, segnalata da Bandera 2000, p.60, è stata trascritta da Anne Lise Desmas. Aronberg Lavin 1975, doc. 118, p.15. 6 Aronberg Lavin 1975, IV.Inv.71 n.875, p.331. 7 Aronberg Lavin 1975, VI inv. 92-04. 529, pp.449, 662-663. 8 Avery 1997, pp.90, 281. 9 Tessin 2002, p.305. 5 La circostanza che il piedistallo, eseguito per ordine di Bernini, sia stato realizzato nel 1658 può indurre a pensare che anche il busto (con ogni verosimiglianza riconoscibile dunque in quello oggi a Firenze) spetti a questo stesso momento e segua quindi di poco quello ordinato per la Francia dallo stesso Antonio nel 1656. La versione per Santa Maria in Montesanto sarebbe stata fusa solo nel 1678. Nondimeno non vi è dubbio che il modello di tale composizione si doveva collegare ai ritratti del ponteficie realizzati da Gian Lorenzo intorno al 1630. La struttura del busto, con la mozzetta decorata dalla stola si lega, senza peraltro riprenderla puntualmente a quella dell marmo oggi a Palazzo Barberini (checklist n.xx). Il volto del pontefice invece può essere accostato a quello del busto oggi nella Biblioteca Vaticana (probabilmente collegabile a un documento del 1632; cfr. checklist n. xx) e a quello con il busto in porfido (cat. xx) per cui qui si ipotizza una datazione ugualmente alta. Ancora nel 1681, nella casa di Bernini, si conservavano due busti del pontefice in terracotta, uno ricordato genericamente, l’altro così descritto: “un ritratto di Papa Urbano Ottavo fatto di creta cotta con il suo busto, e piede indorato”10. Forse uno di questi era proprio il modello da cui Bernini aveva potuto trarre varie versioni in bronzo nel corso degli anni. Bibliografia Von Pastor 195x, p.253; Martinelli 1956, p.31; Wittkower 1955, p.xx; Zitzlsperger 2002, p.170. Provenienza: 1671, Roma, cardinale Antonio Barberini, Palazzo Barberini ai Giubbonari; 1688, Roma, cardinal Carlo Barberini, Palazzo Barberini alle quattro fontane; seconda metà del XIX secolo, Firenze, Palazzo Corsini 10 Martinelli, a cura di, 1996, pp. 254, 256.