usa, scariche di bonta

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usa, scariche di bonta
USA, SCARICHE DI BONTA’
Lunedì 23 Ottobre 2006 01:05
di Bianca Cerri
Il sole autunnale illumina l’istituto Rotenberg, fondato da Matthew Israel, laurea ad Harvard e
una passione sconfinata per gli abiti di taglio inglese. L’istituto funziona come scuola per 280
ragazzi affetti da ritardi mentali, autismo, leggere forme di schizofrenia e disturbi del
comportamento, per i quali Israel ha scelto metodi educativi “duri” o “adversi stimuli”, come
dicono i colti. Lo strumento disciplinante per eccellenza è il cosiddetto GED 4, acronimo di Gra
duated Electronic Accelerator
, elaborato dall’industria detentiva, in grado di emettere scariche elettriche attraverso un
telecomando gestito dall’insegnante. Ogni dispositivo è dotato di un codice che viene
selezionato sul telecomando in modo che la scarica elettrica vada a colpire proprio il soggetto
recalcitrante. Per Israel, il dolore intenso che si avverte con la scarica è sufficiente a rimettere in
riga gli allievi “incapaci di valutare la pericolosità delle proprie azioni”. Fino a qualche tempo fa
si serviva di spray liquidi a base di ammoniaca diluita e di pastiglie dal sapore sgradevole per
controllare gli allievi problematici ma le scariche elettriche lo hanno affascinato al punto da
abbandonare tutto il resto. Quando un ragazzo dà segni di “miglioramento” il GED 4 potrà
essere rimosso, ma solo per un’ora al giorno. Israel ha fatto sistemare telecamere in ogni
angolo del Rotenberg. Sono occultate dietro i grandi specchi a forma di fiore che adornano le
pareti color verde cedro dell’edificio. I soggetti particolarmente “difficili” vengono monitorati
ventiquattro ore al giorno. In tutte le aule c’è una telecamera che resta sempre accesa durante
lo svolgimento delle lezioni ma le lavagne sono state abolite. Il consiglio scolastico ritiene che i
ragazzi abbiano una capacità di apprendimento troppo limitata per imparare formule a memoria,
solo sulla disciplina non sono ammesse trasgressioni. I nuovi iscritti hanno l’obbligo di
indossare tre diversi GED 4, in modo che non possano prevedere da quale proverranno le
scariche elettriche che per qualcuno saranno più di quindici nel corso di una sola settimana.
Ogni classe ha in dotazione la “scatola dei premi” e un proiettore con relative pellicole di cartoni
animati riservati ai ragazzi che si dimostreranno obbedienti.
Il metodo “educativo” di Israel ha già fatto cinque vittime e per non correre il rischio di una
denuncia per omicidio ai genitori viene chiesto di firmare una liberatoria che deresponsabilizza
la direzione. Non ci sono psicologi. Ad ogni allievo viene assegnato un piano di studio elaborato
sulla base delle specifiche carenze intellettive. Nelle aule è stato affisso un cartello con una
frase attribuita allo psicologo B.F. Skinner: “Nessun essere è mai solo buono o solo cattivo”.
Skinner sosteneva che i topi reagivano “bene” alle scariche elettriche che ne modificavano il
comportamento. Con l’arrivo degli anni ’60, altri “scienziati” testarono per la prima volta il
metodo su cavie umane al fine di sfruttarlo in seguito per “correggere” gli omosessuali. L’idea di
applicarlo su giovani affetti da problemi intellettivi risale invece agli anni ’70, ma ha sempre
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lasciato perplessi gli esperti di psicologia infantile ed adolescenziale, prima di tutto perché non è
una terapia e, secondo, perché nessuno ha mai stabilito che funzioni veramente. In molti casi,
come avviene anche al Rotenberg, le scariche elettriche vengono somministrate anche da
ausiliari e bidelli con una scolarizzazione molto bassa e un’idea molto vaga del problema
mentale del ragazzo.
La corrente elettrica per modificare comportamenti “sbagliati” è già in uso anche in alcune
accademie militari, guarda caso le sole che rifiutano a priori di accettare i disabili mentali in
quanto “condannati ad un’esistenza limitata e senza dignità”. Non esiste un’autorità preposta a
fissare i parametri per le terapie da somministrare a soggetti autistici e anche l’etica medica è
molto vaga in proposito. Solo lo stato di New York vieta l’imposizione del GED 4 ai malati di
mente, ammessa invece in tutto il resto del territorio americano.
In un’intervista rilasciata alcuni mesi fa alla rivista Psychology Network, la dottoressa Jennifer
Harris ha dichiarato che esiste anche un’altra faccia del problema e cioè la somministrazione
troppo frequente di trattamenti farmaceutici a destinati a controllare la mente di bambini e
adolescenti. A suo parere, molti psicologi etichettano ormai come “alterazioni” anche i normali
atti di ribellione degli adolescenti, spesso dovuti ad ambienti famigliari problematici. E
un’indagine dell’università di Leeds ha stabilito che molti problemi giovanili sono frutto di
un’infanzia negata e dell’eccessiva tendenza a controllare gli impulsi naturali dei bambini
destinati così a diventare dei frustrati.
Ma perché avviene tutto ciò? A chi conviene che un ragazzo non abbia uno sviluppo armonico
e diventi schiavo di terapie elettriche astruse o di medicazioni improprie? Ovviamente a tutti
meno che al paziente, dice Jennifer Harris. Le industrie farmaceutiche hanno registrato un
aumento del 500% nella vendita di farmaci psico-tropici destinati all’età pediatrica e questo in
soli nove anni. Le scuole con alunni svantaggiati hanno preso molti più fondi delle altre, gli
insegnanti non hanno dovuto affannarsi dietro agli alunni difficili, già sedati dalle medicine.
Infine, tutti quei genitori non in grado di gestire i problemi del figlio si sono auto-assolti
attribuendo la colpa del suo disagio ad uno “squilibrio”. Gli unici che per tutta la vita porteranno
il peso di questa tragica situazione sono i ragazzi. A meno che le autorità non decidano
finalmente di volersi occupare di loro. Magari con metodi civili.
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