la rivista tecnica per essere sempre informati sulle

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la rivista tecnica per essere sempre informati sulle
LA PALESTRA - N°45 - marzo/aprile 2013 - Tariffa a regime libero - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Milano
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EDITORIALE
La primavera
del fitness
N
ei cicli della natura, la primavera
rappresenta il preludio alla bella
stagione e anche nel fitness questo
periodo simboleggia la preparazione
per eccellenza sia da un punto di vista fisico
che gestionale. I trainer sono impegnati con
allenamenti efficaci e intensi, che producono
risultati veloci; gli imprenditori analizzano e
prendono in esame le proposte innovative che
vengono presentate nelle fiere di tutto il mondo...
dall'IHRSA di Las Vegas al FIBO di Colonia,
aspettando RiminiWellness. Si valutano i pro
e i contro di nuovi corsi e nuove attrezzature
da offrire ai soci.
La nostra rivista in questo numero fa il punto
della situazione, cercando di trovare un equilibrio
tra le esigenze di novità del settore e l’altrettanto
necessario ricorso ad attività e strategie
consolidate nel corso del tempo. Con l’intervista
a Les Mills abbiamo voluto capire meglio la forza
dell'indoor cycling e la sua presa, mai scemata
negli anni, su un nutrito gruppo di sportivi a tutti
i livelli. Abbiamo poi approfondito la conoscenza
di un metodo molto apprezzato negli Stati Uniti,
e che arriva in Italia per la prima volta, il Booty
Barre. Tornando a programmi più universalmente
noti e affermati, abbiamo dedicato uno speciale
al Pilates, con un'intervista multipla agli
esponenti più qualificati per capire quale sia
la richiesta effettiva del mercato ai giorni nostri.
Con il focus sulle nuove metodologie agevolate
di pagamento proponiamo ai gestori un ottimo
strumento per andare incontro ai clienti in questo
momento critico dei consumi. Nell’articolo
firmato da Carmine Preziosi svisceriamo l'utilizzo
dei social network affinché si possano
massimizzare i risultati economici per ottenere
un concreto guadagno e non solo una
promozione del marchio. L'importanza di trovare
un terreno di incontro comune tra la vecchia
generazione di manager e quella emergente
è il tema del pezzo scritto da Fabio Swich,
in cui l’autore propone uno scambio di idee ed
esperienze che possa giovare a tutti e soprattutto
al futuro del business. Infine, passando dalla teoria
alla pratica del fitness, pongo in evidenza un
interessante articolo sulla respirazione per
prendere consapevolezza delle nostre azioni con
l'aiuto della mente ed affrontare ogni stagione
con maggiore serenità e calma, in attesa dell'estate!
Veronica Telleschi
SOMMARIO
SALA ATTREZZI
P. 12 Le lesioni muscolari: conoscere per prevenire
P. 16 Osteoporosi: come affrontarla in palestra
SALA CORSI
P. 20 RPM di Les Mills
P. 22 Il metodo Booty Barre®
P. 26 Le tante facce del Pilates
ALLENAMENTO FUNZIONALE
P. 30 La giusta respirazione
NOVITà & CURIOSITà
ALLENAMENTO INTENSO
P. 34 Nuovo Altair Sport Club:
powered by Panatta Sport
P. 34 Revolution Fitness: Approccio scientifico
SPORT EMOZIONALE
all’allenamento
P. 36 Fatturare di più in tempo di crisi?
IDEALE PER GRUPPI
Con Gympay sI può!
ALIMENTAZIONE
P. 38 La stevia
P. 42 La crescita muscolare
FOCUS
P. 46 Torna RiminiWellness, la fiera dei record
GESTIONE
P. 48 Quando il fitness perde il suo know-how
P. 50 Il tempo dei tour “digitali”
Acqua & Beauty
P. 52 Il ricambio di acqua in piscina
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P. 54 Consulenza in pillole
P. 55 VETRINA DELLE OCCASIONI
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scalda - indossa - modella.
La scarpa viene posizionata a 10 centimetri da una fonte
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per circa 10 minuti nella zona della tomaia. Quando
il riscaldamento è completo, il logo Reebok sul retro
della scarpa cambia colore, da nero a rosso acceso.
A questo punto basta indossare la scarpa, aspettare
qualche minuto e la speciale tecnologia U-Form+
permetterà che la tomaia si modelli adattandosi
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dal tallone alla punta del piede. Gli elementi indipendenti
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posizionati in modo da flettersi e adattarsi ad ogni terreno,
favorendo il natural motion e proteggendo il piede anche
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Le lesioni muscolari
conoscere per prevenire
Non devono essere sottovalutate, ma al contrario vanno tenute
nella massima considerazione, poiché da un trattamento idoneo
può dipendere il proseguimento della disciplina sportiva
D
Le lesioni
delle fibre
muscolari
hanno
un'incidenza
compresa tra
il 10 e il 30% di
tutti i traumi
da sport
12 LA PALESTRA
urante lo svolgimento di una
disciplina sportiva, specie se
particolarmente impegnativa, si può
andare incontro ad episodi dolorosi
a carico dei muscoli, provocati da una lesione
delle fibre muscolari. Questo tipo di danno
rappresenta l'evento traumatico acuto di più
comune osservazione in ambito
podoposturologico e medico-sportivo, con una
incidenza compresa tra il 10 e il 30% di tutti i
traumi da sport. Tali patologie non devono
essere sottovalutate, ma al contrario vanno
tenute nella massima considerazione, poiché dal
loro corretto inquadramento e da un
trattamento idoneo può dipendere il
proseguimento della disciplina sportiva non solo
negli atleti di alto livello, ma in attività
amatoriali. Risulta molto importante
sottolineare che la classificazione delle lesioni
muscolari è rappresentata dalla natura diretta o
indiretta del trauma. In tal senso si possono
distinguere:
 Lesioni muscolari da trauma diretto
(contusione muscolare) in cui l’agente che
produce la lesione è esterno, colpisce il muscolo
con particolare violenza; il danno solitamente
è maggiore se l’urto avviene quando il muscolo
è contratto.
 Lesioni muscolari da trauma indiretto, in cui
la lesione della muscolatura è legata ad una
contrazione troppo rapida del muscolo
e da una fase di completo rilasciamento;
fattori predisponenti possono essere lo scarso
allenamento, l’eccessiva fatica muscolare,
la scorrettezza del gesto atletico, fattori
ambientali climatici (il freddo) o terreni di gioco
che non consentano la perfetta aderenza
provocando movimenti scoordinati.
Le lesioni da trauma indiretto possono essere:
- contrattura;
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• Lesioni 1° grado
(contrattura muscolare)
Terapia
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- ultrasuoni (se necessario)
- massaggi
- stretching
• Lesioni 2°grado
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Terapia
- Riposo 15/3O gg
- ghiaccio 3 gg
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(cause: trattamento non corretto o eseguito in
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Calcificazioni intramuscolari
Terapia
- Ultrasuoni
- mesoterapia con EDTA.
Falde fluide intramuscolari
Terapia
- Mesoterapia anti-infiammatoria;
- bendaggio compressivo.
Si termina con la valutazione podologica
e posturale per il ripetersi delle lesioni.
- stiramento;
- strappo;
- strappo di primo, secondo o terzo grado.
Prof. Dr. Antonio
Pacilio
Podologo, Master in
Posturologia, Master in
Podologia dello sport. Presidente
Nazionale Società Italiana di
Podologia (S.I.Po), Dir. scientifico
Centro Podologico Pacilio (NA)
www.centropodologicopacilio.it
[email protected]
14 LA PALESTRA
Classificando in modo semplice e chiaro possiamo
dunque distinguere i seguenti tipi di traumi:
 Contrattura: si manifesta con dolore muscolare
che insorge quasi sempre a distanza dall'attività
sportiva, mal localizzato, dovuto ad un'alterazione
diffusa del tono muscolare, imputabile ad uno
stato di affaticamento del muscolo, in assenza di
lesioni anatomiche evidenziabili
macroscopicamente o al microscopio ottico.
 Stiramento: è sempre conseguenza di un
episodio doloroso acuto, insorto durante l'attività
sportiva, ben localizzato, per cui il soggetto
è costretto ad interrompere l'attività, pur non
comportando necessariamente un'impotenza
funzionale immediata e del quale conserva un
preciso ricordo anamnestico. La conseguenza sul
piano clinico è rappresentata da maggiore tonicità
del muscolo, accompagnato da dolore.
 Lo strappo muscolare: o distrazione,
si manifesta con dolore acuto, violento che
compare durante l'attività sportiva attribuibile
alla lacerazione di un numero variabile di fibre
muscolari. Lo strappo muscolare è sempre
accompagnato da uno stravaso ematico più
o meno evidente a seconda dell'entità e della
localizzazione della lesione e dall'integrità o meno
delle fasce. Si valuta in relazione ad una scala
di gravità riferita alla quantità di tessuto muscolare
lacerato composta da tre gradi.
Cosa fare in caso di lesione
muscolare?
L'aspetto più importante è quello di individuare
sin dalle prime fasi la gravità della lesione, perché
da questa dipende il tipo di trattamento; è di
fondamentale importanza, quindi, effettuare una
ecografia e rivolgersi subito allo specialista.
L'applicazione locale di ghiaccio per i primi due
giorni consente, inoltre, da un lato di ridurre il
dolore e dall'altro di bloccare l'emorragia presente.
Naturalmente occorre considerare, trattandosi
di atleti, che le condizioni di partenza di trofismo
muscolare sono notevoli e quindi il lavoro
di recupero deve essere più intenso con numero
di contrazioni elevatissime (1000-2000 al dì).
Le sedute devono essere suddivise nella giornata
per evitare un eccesso di fatica ai muscoli
sollecitati e quindi la conseguente impossibilità
a svolgere gli esercizi successivi. Per il recupero
della forza, che si ottiene attraverso il carico in
isometrica (6 secondi di contrattura massimale
seguiti da 9 secondi di rilasciamento per 10 volte
consecutive per 8-10 sedute al giorno) si
collaborerà strettamente con il preparatore in
modo da pianificare la preparazione all'agonismo.
Oltre al trofismo e alla forza muscolare è
necessario che l'atleta recuperi lo schema motorio,
in pratica l'esecuzione di massima coordinazione
del gesto sportivo. Per questo fine sono indicati
esercizi di recupero articolare assistiti (attivi e
passivi), da svolgere contemporaneamente agli
esercizi per il trofismo muscolare. Questi indirizzi
di trattamento permettono il recupero dell'atleta
in tempi brevi, con minimo rischio, mentre solo
l'osservazione dell'atleta sul campo permette di
giudicarne l'avvenuta completa guarigione.
Al classico iter-terapeutico (terapia farmacologica,
fisiokinesiterapica, t. infiltrativa) si aggiunge, inoltre,
“il Kinesiotaping” che viene utilizzato in ambito
sportivo prima, durante e dopo il gesto atletico;
prima per preparare/prevenire e dopo per defaticare.
È importante sottolineare che, a scopo preventivo,
e comunque nel trattamento della sintomatologia
dolorosa, risulta importante valutare lo sportivo,
dal punto di vista sia podologico/biomeccanico che
posturale con l’eventuale ausilio di apparecchiature
elettroniche all’avanguardia come la pedana
baropodometrica e stabilometrica o mediante
l’utilizzo di solette elettroniche, al fine di ottimizzare
con un plantare neurobiomeccanico l’appoggio
plantare, migliorare quindi la deambulazione
e di conseguenza la corsa evitando delle recidive
e migliorando la performance.
Prof. Dr. Antonio Pacilio
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Osteoporosi
come affrontarla
in palestra
Oggi si assiste ad una
rivalutazione del periodo della
terza età da parte delle figure
impegnate a promuovere il
fitness e il benessere delle
persone, nel segno
dell’invecchiamento attivo
L'
L'esame che
consente di
monitorare
l'osteoporosi
è il T-score,
che fornisce
alcune
indicazioni
fondamentali
16 LA PALESTRA
osteoporosi possiamo definirla
come “perdita di consistenza
del tessuto osseo”.
Il tessuto viene distrutto da
osteoclasti e costruito da osteoblasti: la presenza
di osteoporosi vede un’alta prevalenza
di osteoclasti.
L’osteoporosi colpisce maggiormente le donne
e tende a comparire in combinazione con la
menopausa a causa della diminuzione di
produzione di ormoni estrogeni da parte
dell’organismo. Questa malattia vede uno
sconvolgimento del tessuto dello scheletro:
insorge una perdita di massa rispetto al volume,
l’osso rimane invariato nella forma ma pesa
meno a causa di perdita di materia interna.
La prima conseguenza del soggetto
osteoporotico riguarda l’alterazione delle curve
fisiologiche del rachide con modificazione
del tono dei muscoli posturali. Frequentemente
presentano stati dolorosi a carico di L4-L5
e L5-S1.
L’esame specifico
Per monitorare questa malattia l’esame da
eseguire è la densitometria ossea. Un dato
importante di questo esame è il T-score che
ci può dare indicazioni fondamentali:
T – score >= a -1: NORMALE
T – score tra -1.0 e -2.5: OSTEOPENIA, una
condizione ossea per cui vi è una densità
minerale al di sotto dei valori di normalità, ma
che ancora non può considerarsi osteoporosi
manifesta.
T – score <= a -2.5: OSTEOPOROSI.
Muoversi fa bene
Fare attività fisica aiuta i soggetti colpiti da
osteoporosi. Il livello di fitness può essere
inizialmente paragonato a 45’ al giorno di
camminata, ma in seguito l’intensità deve
aumentare se non si vuole che cessi l’effetto
osteogenico positivo (abilità di sintetizzare nuovo
tessuto osseo attraverso cellule ossee vive). Anche
l’attività con i pesi, soprattutto quella che mira
all’incremento della forza, ha effetti positivi sulla
conservazione e incremento della massa ossea.
È quindi utile non allenare solo le componenti
“rosse” con carichi leggeri e alto numero
di ripetizioni ma bisogna inserire lavori anche
con carichi pesanti.
Prima di entrare nel dettaglio vediamo alcuni
consigli generali:
- Potenziare i muscoli posturali
- Aumentare la mobilità articolare
- Lavorare sulla propriocettività: diminuisce
la possibilità di cadute e quindi di fratture
- Esercizi base e movimenti semplici: poche
macchine per lavoro isotonico
- Aumentare progressivamente il carico
- Camminare all’aperto su diverse superfici
- Se l’attività fisica viene sospesa, dopo poco tempo
cessa l’effetto osteogenico.
Esercizi aerobici
- Frequenza: 3-5 giorni a settimana. Gli esercizi
aerobici devono essere eseguiti in aggiunta
all’attività fisica giornaliera ed in modo
complementare rispetto agli esercizi di forza.
- Intensità: 75-85% della FCmax, iniziando con
percentuali inferiori per le prime 4-6 settimane
e progredendo gradualmente.
- Tempo: idealmente non meno di 30’. Le persone
significativamente fuori forma possono iniziare
con soli 5’ e aumentare gradualmente la durata
di circa 10% a settimana.
- Tipo: esercizi in carico di peso corporeo come
OSTEOPOROSI GLOBALE
ESEMPIO 1
L'attività coi
pesi che mira
all'incremento
della forza
ha effetti
positivi sulla
conservazione
e incremento
della massa
ossea
18 LA PALESTRA
SCHEDA A
SCHEDA A
RUN o WALKING 20’
- OGNI 5’ FERMARSI ED ESEGUIRE I
SEGUENTI ESERCIZI:
- LENTO MANUBRI
1X10
- REMATORE 2 MANUBRI
1X10
- ALZATE LATERALI 1X10
- TIRATE AL PETTO CON MANUBRI 1X10
- ESTENSIONI SULLE PUNTE 1X10
OGNI 5’ FERMARSI ED ESEGUIRE
I SEGUENTI ESERCIZI :
- ESTENSIONI PUNTE
1X10
- LENTO MANUBRI 1X10
- PIEGAMENTI GAMBE LARGHE 1X10
- TIRATE AL PETTO CON MANUBRI 1X10
- ESTENSIONE PUNTE
1X10
- REMATORE MANUBRI
1X10
RECUPERARE 1’/2’
E RIMETTERSI IN MARCIA
RECUPERARE 1’-2’
E RIMETTERSI IN MARCIA
RUN6’
LEG PRESS 1X15
SHOULDER PRESS 1X15
CHEST PRESS
1X15
2’ RECUPERO E RIPETERE 3 VOLTE
LEG EXTENSION
1X10/12
LAT MACHINE
1X15
CALF IN PIEDI
1X15
PULLEY1X15
2’ RECUPERO E RIPETERE 3 VOLTE
RUN6’
Movimenti lenti e controllati
Ogni 10 giorni incrementare di 5’
- Passo lento ma costante
- Scarpe con tomaia non spessa: max 2 cm
- 3 allenamenti per settimana
- Durata 2 mesi
- Ogni 2 settimane incrementare di 5’
Inserire nei giorni di recupero esercizi di
equilibrio, coordinazione e propriocettività
SCHEDA B
SCHEDA B
RUN camminata pendenza 3% 10’
CRUNCH3X10-15
PANCA ORIZZONTALE
3X10-12
LAT MACHINE AVANTI 3X10-12
LENTO AVANTI MANUBRI IN PIEDI 3X10-12
LEG PRESS 3X10-12
STEP UP
3X10-12
RUN10’
BIKE o RUN 5’
CRUNCH 3X10-15
PANCA ORIZZONTALE
3X10-12
LAT MACHINE
3X10-12
LENTO AVANTI MANUBRI IN PIEDI 3X10-12
LEG PRESS
3X10-12
LEG EXTENSION
3X10-12
RUN 6’
la camminata e la corsa su tapis roulant o stepper.
Prescrivere esercizi di corsa con cautela trattandosi
di un’attività molto intensa sia dal punto di vista
cardiovascolare che dello sforzo articolare.
La camminata in salita all’intensità appropriata
alla condizione del soggetto rappresenta
solitamente l’opzione migliore. L’uso del tapis
roulant è sconsigliato con gravi lesioni ad anche,
ginocchia, caviglie e piedi. Gli esercizi alla cyclette
o il nuoto possono migliorare la condizione
aerobica ma non sono ideali per la conservazione
della densità minerale ossea.
Esercizi di forza
Manuele Mazza
è diplomato ISEF, istruttore
BodyBuilding&Fitness 2° livello
FIF, tecnico di allenamenti al
femminile, Top Trainer FIF e
preparatore atletico,
[email protected]
OSTEOPOROSI FRAZIONATO
ESEMPIO 3
RUN o WALKING 20’: puoi eseguire la
camminata con due pesetti da 500 g in mano.
Dal Web
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OSTEOPOROSI FRAZIONATO
ESEMPIO 2
- Frequenza: almeno 2 giorni a settimana in giorni
non consecutivi. Rappresenta un elemento
fondamentale del programma di esercizi strutturati
per l’osteoporosi.
- Intensità: 2-3 serie da 10-15. Iniziare con
attrezzature isotoniche piuttosto che con pesi
liberi. Successivamente al raggiungimento del
livello minimo di forza, è possibile utilizzare pesi
liberi. Il programma di allenamento dovrebbe
infatti contribuire a migliorare anche la funzione
motoria (equilibrio, coordinazione, agilità ecc.),
obiettivo raggiungibile più facilmente con l’uso dei
pesi liberi piuttosto che con macchine isotoniche.
- Tempo: quello necessario all’esecuzione di
almeno 2-3 serie da 10-15 ripetizioni con un
minuto di riposo tra le singole serie. Per migliorare
la forza resistente, ridurre l’intensità e aumentare
la durata. Evidenze suggeriscono che alternando
Esecuzione lenta e controllata
Recupero completo tra le serie
Frequenza 2 volte per settimana
Abbinare esercizi di equilibrio,
coordinazione e propriocettività
due modalità di allenamento (forza massima e
forza resistente) si ottengono i risultati migliori.
- Tipo: esercizi dinamici (concentrici ed
eccentrici) eseguiti con metodo standard di serie/
ripetizioni e riposo o in modalità a circuito.
Utilizzare inizialmente macchine preferendo
esercizi in catena cinetica chiusa. Prescrivere i pesi
liberi solo in seconda istanza.
Esercizi di flessibilità
- Frequenza: idealmente tutti i giorni. Devono
interessare i principali gruppi muscolari con
particolare attenzione ai muscoli attivati durante
gli esercizi aerobici e di forza.
- Tempo: stretching statico mantenuto per 10”-30”.
Le tecniche PNF prevedono contrazioni di 6”
seguite da allungamenti assistiti per 10”-30”. Le
posture possono essere mantenute per vari minuti.
Ricordate sempre una cosa: ogni volta che si
entra in contatto con una persona che presenta
un problema è fondamentale aiutare ed
ascoltare la persona che porta il problema e non
il solo problema.
Manuele Mazza
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RPM
DI LES MILLS
ridisegnato delle gambe, delle anche e delle
natiche dopo la sessione? Sì, a tutto questo
ovviamente, ma non solo…
Caratteristiche dell’RPM
Un programma
di bici indoor
molto apprezzato
che si basa su
pedalate intense a
ritmo di musiche
super motivanti
R
PM è il termine generico anglosassone
per definire l’attività legata alla bici
(RPM sta per “rotazione al minuto”
o “giro al minuto”). È anche il nome
dell’attività di bici indoor più praticata nel
mondo: l’RPM di Les MILLS.
Al giorno d’oggi si tratta del terzo programma
Les MILLS più diffuso. A cosa si deve un tale
successo in così tanti paesi? Al numero di
calorie bruciate durante ogni corso (620 in
media)? Al miglioramento delle capacità cardio
respiratorie dei partecipanti? Alle incidenze
positive sulla salute dei membri? Al profilo
L’RPM è una pratica di bici indoor che simula
tutti i profili di una vera uscita in bici, con il
relativo riscaldamento progressivo, i terreni piatti
e collinari, l’inevitabile prova a cronometro, le
ripide salite in alta montagna ed il ritorno a casa
sempre benvenuto dopo un tale sforzo.
L’RPM consente di oltrepassare i propri limiti e
di "sfidarsi" su 50 minuti: un tempo relativamente
corto per non arrivare distrutti alla fine,
sufficientemente intenso per ottenere veri
risultati.
Quali sono le particolarità tecniche di questo
allenamento? Far pedalare assieme persone
di qualsiasi livello sportivo, di ogni sesso ed età,
con i "rilievi" della musica: ad ogni accelerazione
della musica corrisponde un aumento del ritmo
di pedalata, ad ogni rallentamento musicale una
pedalata più moderata. Mai sforzo fisico e
piacere del suono si sono uniti fino a tal punto.
La grande esperienza generata dall’RPM deriva
da questi due parametri esclusivi. La simulazione
di una vera uscita in bici su ritmi di pedalata
basati sulle musiche motivanti che spingono
letteralmente la sessione ed i partecipanti. E tutti
i praticanti ne vanno matti! Gli adepti dell’RPM
crescono di giorno in giorno nel mondo. Perché
la dipendenza nasce dal piacere, è ben noto!
Oggi oltre 11.000 club in tutto il mondo
propongono l’RPM come alternativa propizia al
raggiungimento di eccezionali risultati fisici.
Il killer delle calorie
Questo approccio allo sport e in particolare al
dimagrimento è rivoluzionario perché si basa
sulla resistenza invisibile: i pezzi (e quindi gli
esercizi) si susseguono con una grande fluidità e
provocano un tale piacere agli RPM Players che
mai 50 minuti vi saranno sembrati così brevi.
Il soprannome di “killer delle calorie” si adatta
perfettamente all’RPM.
Allora lasciate che il vostro corpo si liberi delle
endorfine, modellate delle natiche che i vostri
pantaloncini saranno fieri di coprire e guadagnate
in resistenza senza prendere troppo volume,
raggiungendo la movenza RPM di LES MILLS.
20 LA PALESTRA
Prima c’era l’aquagym... e adesso c’è Planet Aqua!
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per i vostri corsi in piscina:
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2013
09/12 maggio
8A EDIZIONE
sala CORSI
Il metodo
Booty Barre
®
Grazie alla sua esperienza ventennale nel
campo della danza e del fitness, Tracey è quindi
riuscita a mettere a punto una formula efficace,
versatile ed originale per migliorare la propria
forma fisica senza annoiarsi e minimizzando il
rischio di infortuni. Nonostante vi sia il chiaro
riferimento al “booty”, ovvero al
fondoschiena, le lezioni di Booty Barre®
offrono in realtà un lavoro total-body. Tuttavia,
il core, che ricopre un ruolo fondamentale sia
nella postura che nell’equilibrio, ma anche
gambe e glutei, punto critico del sesso
femminile, possono essere considerate le zone
target di Booty Barre®.
I plus della disciplina
Conosciamo
questa nuova
disciplina, già
affermata in
America, che
rappresenta una
sintesi ottenuta
dall’unione
di danza, pilates
e yoga
B
ooty Barre® già dal nome richiama
la sbarra per la danza, un elemento
che è sempre presente e rappresenta
un vero e proprio “attrezzo” con cui
svolgere i diversi workout. La disciplina
rappresenta la perfetta combinazione tra
condizionamento muscolare, flessibilità
e lavoro cardiovascolare.
Tracey Mallet, personaggio noto nel mondo
del fitness, soprattutto nell’ambiente delle
celebrities, ex ballerina professionista, Pilates
Master Trainer ed autrice di alcuni best seller
di successo, ha messo a punto il metodo Booty
Barre® ispirandosi ai principi fondamentali di
discipline fortemente consolidate, come danza,
yoga e pilates, ma reinterpretandole in una
nuova veste attraverso una profonda analisi
della biomeccanica dei movimenti.
Dal Web
Al successo di Booty Barre® hanno contribuito anche i vari DVD dedicati alle
diverse tipologie di workout, semplici da eseguire per tutti, anche tra le mura
domestiche (infatti, se non si ha una sbarra per la danza, basta utilizzare una
normale sedia), acquistabili on-line direttamente sul sito ufficiale
(http://thebootybarre.com). Per chi desidera muovere i primi passi e far entrare nel suo linguaggio quotidiano termini come arabesque e pliè, i video della
serie The Beginners and Beyond Series (http://thebootybarre.com/product/
the-booty-barre-beginners-and-beyond-dvd/) sono perfetti grazie alla presenza di un tutorial che spiega i principi del metodo ed una lezione di 35 minuti
per un intenso allenamento total body.
22 LA PALESTRA
L’attività fisica del metodo Booty Barre® è
completa e comprende tutti gli elementi
indispensabili per sentirsi in forma: una
componente di lavoro cardiovascolare, per
bruciare grassi e calorie; esercizi per la
flessibilità, indispensabile per ritrovare il
benessere ed allentare le tensioni che spesso
sono la causa di una postura scorretta; attività
di tonificazione muscolare per avere un fisico
snello e scolpito. Il metodo Booty Barre® offre
lezioni con una struttura ben precisa, articolata
in una fase di riscaldamento, lavoro per le
braccia, esercizi alla sbarra, core training
e defaticamento, e prevede soprattutto
l’esecuzione di esercizi alla sbarra della danza,
a corpo libero o con piccoli attrezzi come
manubri, small ball e bande elastiche. Booty
Barre® è un’attività dinamica e versatile che
comprende diversi protocolli di lavoro, ognuno
costruito intorno ad un obiettivo specifico (ad
esempio, Plus per un lavoro di interval training,
Flex e Flow per migliorare forza e flessibilità) ed
una serie di sequenze precoreografate. In questo
modo, si garantisce l’uniformità del metodo e la
sicurezza nell’esecuzione degli esercizi, ma agli
istruttori viene lasciata la libertà di
personalizzare le lezioni modificando e
sostituendo le sequenze grazie ai numerosi
spunti offerti dal ricco programma di continuing
education. Durante una lezione di Booty Barre®,
che dura solitamente dai 60 a 75 minuti,
è difficile annoiarsi sia per la varietà di esercizi e
la possibilità di incrementare il livello di sfida
di ogni esecuzione, ma anche per la presenza
Trigger Point Performance, tecniche di
compressione miofasciale autogestite.
La nuova metodologia che sta spopolando
negli USA, consente un auto massaggio
miofasciale tramite specifici attrezzi e
protocolli di lavoro.
Prossimi corsi:
9 Mar - Ultimate 6+ - Roma
23 Mar - SMRT-CORE - Milano
24 Mar - Ultimate 6+ - Milano
24 Mar - SMRT-CORE - Città di Castello
20 Apr - Ultimate 6+ - Milano
20 Apr - Ultimate 6+ - Roma
21 Apr - SMRT-CORE - Milano
21 Apr - SMRT-CORE - Roma
18 Mag - Ultimate 6+ - Milano
19 Mag - SMRT-CORE - Milano
25 Mag - Ultimate 6+ - Roma
26 Mag - SMRT-CORE - Roma
15 Giu - Ultimate 6+ - Città di Castello
26 Giu - SMRT-CORE - Città di Castello
22 Giu - Ultimate 6+ - Milano
23 Giu - SMRT-CORE - Milano
Info sui corsi:
Distribuito in Italia da:
Tel. 06.90400836
[email protected]
www.theglobalfitness.com
sala CORSI
LA FORMAZIONE BOOTY BARRE®
Booty Barre® è un metodo di allenamento divertente, sicuro, efficace e davvero originale ed è
apprezzato sia dai clienti che dagli istruttori. Le lezioni di Booty Barre®, infatti, possono essere
facilmente inserite nella programmazione di uno studio Pilates, una scuola di danza o di un centro
fitness aggiungendo un tocco di novità alla propria offerta.
Come diventare istruttore certificato Booty Barre®?
Per diventare istruttore di Booty Barre® è necessario frequentare il corso di formazione di base.
Durante i due giorni di corso, solitamente un week end, verranno illustrati i principi del metodo e
due tipologie di lezione. Dopo aver frequentato il corso è necessario inviare un breve video in cui si
insegna una lezione di Booty Barre® per superare l’esame, ottenere la certificazione, poter accedere ai
livelli successivi del programma di formazione ed utilizzare il marchio Booty Barre®. Per mantenere
valida la propria certificazione è necessario acquisire un certo numero di crediti attraverso la
continuing education, ovvero seminari, workshop, masterclass, ma anche aggiornamenti con DVD e
manuali. La formazione Booty Barre® è riconosciuta dalla PMA (Pilates Method Alliance).
Per accedere ai programmi di formazione Booty Barre® è necessario essere in possesso di una
qualifica nel settore del fitness (ad esempio, avere un certificato di Istruttore di Fitness, Personal
Trainer, Pilates o danza).
A Maggio si terrà il primo corso di formazione in Italia, per informazioni ed approfondimenti puoi
consultare il sito ufficiale (http://thebootybarre.com/italy) o contattare l’autore.
Dal Web
Per approfondimenti su questa disciplina collegati al sito
http://thebootybarre.com/
italy
Piera Bellelli
Phd Marketing, istruttrice di
Fitness e Pilates, collabora con
Up&Down Fitness e scrive per
alcuni blog di settore.
24 LA PALESTRA
di un coinvolgente accompagnamento musicale
che non supera i 130 BPM, il ritmo giusto per
mantenere costante la frequenza cardiaca e
svolgere un’azione bruciagrassi.
Non bisogna pensare al Booty Barre® come
un’attività adatta solo a chi ha già una certa
familiarità con la danza ed il fitness: anzi, si
tratta di un workout volutamente low-impact
ed ideato appositamente per essere adattato
ad ogni età e livello di allenamento. La stessa
Tracey ha dichiarato su Pilates Style (Gennaio
2012), la rivista di riferimento per il Pilates, di
avere nelle sue classi alcuni baby-allievi, ma
anche signore over 70.
Il metodo Booty Barre non è l’unico “barre
workout”, ma sicuramente il più conosciuto
ed apprezzato.
Cosa rende Booty Barre®
così speciale?
A conferire al metodo questa sua unicità è
sicuramente il perfetto remix dei gesti tecnici
presi da ogni disciplina. Ad esempio, anche se
si concentra l’attenzione principalmente sulle
braccia, attraverso i classici esercizi come
biceps curl, shoulder presses e push-ups svolti
con i manubri, stando sulle punte, ovvero
assumendo una posizione tipica della danza, si
coinvolgono anche i muscoli delle gambe,
mentre la fascia addominale viene reclutata
per rispondere alla destabilizzazione. Alla
sbarra, invece, i piedi in 1a e 2a posizione
permettono di incrementare
il lavoro di gambe e glutei e bastano poche
ripetizioni controllate, proprio come nel
Pilates, per sentir “bruciare” i muscoli.
Sempre ispirandosi alla disciplina inventata da
J.Pilates, Booty Barre® basa gran parte dei suoi
movimenti sul core: non solo attraverso gli
esercizi di isolamento muscolare, ma anche
durante tutta la lezione è fondamentale
l’attivazione dell’addome per migliorare la
stabilità ed assumere una perfetta postura.
Booty Barre®, così come lo Yoga, è una
disciplina altamente versatile e sono tantissime
le variazioni di ogni esercizio che possono
essere inserite nel workout per renderlo più
impegnativo, ma anche per facilitarne
l’esecuzione, ad esempio per i soggetti speciali.
Questa caratteristica, insieme all’assenza di
carichi elevati ed i movimenti dolci, precisi
e controllati, rende Booty Barre® un workout
adatto anche dopo la gravidanza.
Piera Bellelli
sala CORSI
LE TANTE FACCE DEL
PILATES
MARCO GRACI
I
l Pilates continua a richiamare interesse e
partecipazione nel nostro Paese, ma in
maniera meno invadente e clamorosa rispetto
agli anni del grande boom. Per farci spiegare il
cambiamento in corso e le linee guida seguite dalle
varie scuole di formazione, abbiamo posto ai
maggiori trainer in circolazione due domande.
Il Pilates
necessita di
un ambiente
specializzato
e di una
formazione
professionale
molto
qualificata
26 LA PALESTRA
Com'è cambiato il Pilates
rispetto al passato?
Qual è il riscontro attuale
del mercato? E come sono
strutturati i corsi di
formazione delle varie
scuole presenti in Italia?
Lo abbiamo chiesto a sette
esperti della disciplina
crescita della diffusione e dell'apprezzamento del
metodo Pilates. Sarebbe opportuno precisare che si
è trattato piuttosto di una riscoperta di una disciplina
negli Stati Uniti e di una vera e propria scoperta in
Italia. Nel nostro Paese il metodo è stato proposto
spesso in una forma riduttiva, ovvero come corpo
libero, anche in ambienti di fitness. A mio giudizio
questo è stato inizialmente un volano, in quanto ha
consentito a tutti e non solo ad una élite di VIP di
provarlo, ma al tempo stesso ne ha parzialmente
pregiudicato la vera pratica e conoscenza, che
corrisponde all'ambiente dello 'Studio Pilates', dove
ci si avvale dell'utilizzo dei macchinari specifici.
Oggi la crisi del fitness può limitare un'ulteriore
1) Qualche anno fa c'è stato il boom del Pilates,
con la proposta di innumerevoli corsi, insegnanti,
scuole ecc. Com'è cambiato oggi il mercato della
disciplina e come giudica il suo andamento?
Anna Maria Cova - CovaTech - Studio Pilates
“Rispetto a vent'anni fa il mercato del Pilates si è
diversificato: Pilates per palestre, Pilates per
fisioterapia, Pilates per la piscina. In palestra,
essendo la necessità quella di divertire e seguire più
persone, l'inserimento di piccoli attrezzi nelle
lezioni le rende più varie e interessanti. Per i
fisioterapisti il Pilates rappresenta con i suoi principi
ed esercizi un solido sostegno alla riabilitazione, e
attraverso lo sviluppo di protocolli specifici per le
patologie migliora il recupero del paziente.
Attualmente uno dei mercati in maggior espansione
è quello della salute e del benessere e il Pilates, con
la sua versatilità e il suo potenziale, si colloca tra le
discipline che godono di buona salute”.
Anna Maria Vitali - ASD Fisicamente
“Gli ultimi dieci anni hanno visto una costante
Anna Maria Vitali
sala CORSI
crescita di questo aspetto, ma sono convinta che ora
stia iniziando la vera diffusione del metodo Pilates.
Questa necessita però di un ambiente più
specializzato e deve essere affiancata da una
formazione professionale molto qualificata che non
può essere evidentemente la stessa dell'ambiente
fitness, dove l'istruttore non è
completamente dedicato e inserisce l'insegnamento
saltuario di una lezione di mat, spesso sovraffollata
peraltro, in un programma di allenamento
improntato sul fitness tradizionale”.
Claudia Fink - Pilates Italia - Stott Pilates
“Il Boom c’è stato almeno una decina di anni fa;
quello che succede adesso è l’arrembaggio ad un
metodo che ha funzionato, e che tutti vogliono
proporre con soluzioni veloci e a buon mercato.
Purtroppo molti addetti ai lavori imparano qualche
esercizio velocemente da riproporre così com’è al
cliente finale, senza riflettere sulla tipologia di
persona che si ha di fronte, e se effettivamente
quell’esercizio è adeguato. Molti esercizi di Pilates
non sono indicati per chi ha varie patologie e/o
disfunzioni. Allo stesso tempo, ad atleti infortunati
spesso non vengono suggeriti alcuni esercizi di
Pilates che potrebbero velocizzare il loro recupero e
il ritorno alla competizione. Il problema principale
è la mancanza di conoscenza del corpo umano e di
come funziona. Inoltre ci sono centinaia di persone
che comprano libri e dvd e fanno il 'fai da te' del
Pilates, anziché una formazione profonda e seria.
I titolari di palestre rimangono sbalorditi quando mi
chiedono quante ore durano le nostre formazioni
base (40 o 50 ore), mentre per me sono addirittura
troppo poche”.
Maximilian Stohr - Fletcher Pilates Faculty
“Da quando il termine Pilates è diventato una
parola generica, e chiunque lo può utilizzare per
descrivere ciò che fa, il mercato è stato inondato di
classi di Pilates, combinazioni e versioni annacquate
di ogni tipo. Molte persone vogliono fare Pilates
nelle loro palestre a prezzi bassi. Sono comparsi
insegnanti di ogni tipo certificati attraverso
'formazioni' in weekend e/o online. Il risultato non
combacia con i requisiti che il Pilates richiede:
studio, pratica ed insegnamento corretto ed
efficiente. Se insegnato da chi è competente e ben
eseguito è una delle forme di condizionamento
fisico più efficaci”.
Jolita Trahan - Studio Touch Pilates - Pilates
International Network
“Forse il cambiamento più evidente è un pubblico
più informato, sia per quanto riguarda gli istruttori
che cercano una scuola di formazione, sia per
quanto riguarda l'utente che cerca un vero istruttore
di Pilates. Per quanto riguarda gli istruttori, vorrei
sperare che siano diventati più esigenti e che non si
accontentino più dei corsi brevi e dei contenuti di
scarsa profondità. La tecnica Pilates offre agli
istruttori degli strumenti preziosi per fare un lavoro
altamente qualitativo sul corpo umano. La tecnica
può essere applicata sia per un lavoro di
riallineamento della postura che di rafforzamento
della muscolatura profonda (la nostra famosa
"power house"). In ciascuna applicazione otteniamo
risultati che possono migliorare la qualità della vita.
Per questo motivo i clienti si rendono conto che
Pilates non è solo una moda, ma un modo
intelligente di allenarsi”.
Marco Graci - PeakPilates®
"Negli ultimi anni si è verificato un ampliamento
della proposta formativa inerente lo studio di questa
disciplina, promuovendone non solo la diffusione,
ma aprendo le porte di una vera e propria
professione. Molte sono le scuole classiche in Italia
che, pur conservando il proprio quartier generale
negli Stati Uniti, hanno fatto sì che il Pilates
conoscesse un’affermazione sul mercato e venissero
raggiunti standard qualitativi decisamente più alti.
Oltre agli attrezzi piccoli e tradizionali
comunemente più diffusi (il Reformer, il tappetino
con le palle, palline ed elastici) la Chair ed il
Cadillac sono divenuti sempre più popolari
riscontrando un notevole successo, grazie
all’ampliamento in termini di offerta di programmi
di allenamento".
Serafino Ambrosio - Polestar Pilates
“Avendo iniziato a studiare il Pilates dal 1989 in
Australia e poi continuando con i più grandi maestri
del mondo, ho avuto l'onore di scoprire il loro
modo di insegnare, cambiare, modificare e
'reinventare' la tecnica. Il Pilates oggi è Orgoglioso
del Passato ma Entusiasta del Futuro!' Il Pilates
all'inizio nacque come allenamento fisco con J. e
C. Pilates, poi tramite la scuola Polestar negli anni
2000 si trasformò in una tecnica scientifica
fondendo i principi della biomeccanica e della
riabilitazione. Nel 2013 Polestar sta andando oltre
l'anatomia funzionale verso l'anatomia emozionale
utilizzando la Medicina Energetica, il Ruolo della
Fascia e la Chinesiologia. Il Programma
Accademico Formativo della scuola Polestar ha una
base scientifica sviluppata, rispetta il
lavoro originale di Joe e Clara Pilates,
dando importanza anche ad altri
elementi di Feldenkrais, PNL,
Ideokinesis, Motor Control e
BioEnergica”.
ANNA MARIA COVA
Se insegnato
da chi è
competente e
ben eseguito,
il Pilates è una
delle forme di
esercizio fisico
più efficaci
Dal Web
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www.lapalestra.net/
archivio-articoli/
Jolita trahan
2) Qual è l'offerta formativa della
vostra scuola e in cosa si differenzia
rispetto alla concorrenza?
Anna Maria Cova “La CovaTech
Pilates School è inserita nel PMA
LA PALESTRA 27
sala CORSI
CINZIA GALLETTO
Tra le scuole
c'è una
stimolante
competizione
volta a offrire
il meglio
Register of Schools, albo
professionale delle migliori scuole
nel mondo. Offre una formazione
completa per tutto il programma
Pilates e l'iter formativo è
riconosciuto dalla Pilates Method
Alliance, associazione internazionale
che regola gli standard qualitativi
degli insegnanti. Non posso definire
concorrenti colleghi che, come me,
perseguono il meglio della didattica,
informazione ed aggiornamento:
penso che tra le scuole ci sia una
stimolante competizione volta a
offrire il meglio. Piuttosto ci
distinguiamo dalle altre discipline
perseguendo i nostri principi cardine
‘consapevolezza, respirazione, controllo, baricentro,
fluidità, pensando all’innovazione senza
dimenticare bio meccanica e fisiologia del corpo
umano. Solidi principi, risultati duraturi”.
Anna Maria Vitali “Come Scuola di formazione
cerchiamo di differenziare la nostra offerta in
moduli di livello diversi, sempre nella logica
di creare una figura professionale molto
qualificata ma flessibile. Questa nostra proposta
continua a riscuotere successo. Riceviamo ancora
infatti moltissime richieste da parte di strutture
specializzate di istruttori provenienti dalla nostra
Scuola e constatiamo spesso con piacere che
i nostri allievi trovano immediatamente una
collocazione lavorativa professionale, o che
incrementano il numero dei loro clienti. Credo
pertanto che la crisi abbia premiato la nostra scelta
di qualità”.
Claudia Fink “La nostra scuola prevede corsi di
diversa intensità, durata e tipologia, dai moduli
base a quelli avanzati, da quelli dedicati al fitness a
quelli rehab. Il nostro metodo spiega il cosa, il
perché e il come. Significa che tutto ciò che
insegniamo ha una motivazione di base, diciamo
cos’è nel dettaglio, spieghiamo perché lo facciamo
e come lo facciamo. Il metodo è l’approccio
contemporaneo al metodo originale, rispettando
le leggi biomeccaniche di oggi
che sono sempre in continua
CLAUDIA FINK
evoluzione. Molti nostri
concorrenti utilizzano invece
il Metodo del Signor Pilates
alla lettera. Sono sicura che
Joseph Pilates stesso oggi
avrebbe modificato del tutto il
suo metodo, perché era
all’avanguardia. Inoltre molti
insegnanti si vantano di essere
ex ballerini o di venire dalla
danza. Trovo che sia un errore
28 LA PALESTRA
far credere di essere superiori perché si ha danzato.
In realtà persone polivalenti, con esperienza
atletica in vari settori, con passati infortuni, con
lavoro sodo sul proprio corpo e con conoscenze
profonde di fisiologia, anatomia e biomeccanica,
sapranno dare uno stimolo in più alle persone con
cui lavorano”.
Cinzia Galletto - Fletcher Pilates Faculty
“Il Programma di studi Fletcher Pilates eredita
direttamente dalla fonte di Joseph Pilates. Ron
Fletcher studiò con Joseph e Clara Pilates dal
1948 al 1967 ed introdusse il metodo a Los
Angeles e lungo la costa ovest degli Usa. La sua
scuola si è sviluppata nel corso di due decadi e
formata ufficialmente nel 2003. Il Programma di
studio include TUTTO il repertorio classico
assieme
a varie innovazioni Fletcher come il Fletcher
Towelwork®, Fletcher Floorwork® e Fletcher
Barrework™. È il programma più completo e
lungo esistente sul mercato”.
Jolita Trahan “La scuola di Pilates International
Network segue le normative di studio determinate
dal Pilates Method Alliance, e la scuola è elencata
sul loro registro di scuole. Per soddisfare le loro
normative, offriamo un diploma completo
(comprensivo di 450 ore di studio) che include il
percorso matwork, il percorso sui grandi attrezzi,
e vari monotematici. Il nostro punto di forza è la
didattica. Cerchiamo di dare ai partecipanti un
metodo per poter trasmettere in maniera chiara
e specifica le sensazioni profonde, quindi controllo
e qualità del movimento, che permetterà ai clienti
di interiorizzare i benefici della tecnica”. Marco Graci "PeakPilates® propone innovativi
programmi di allenamento in gruppo senza mai
scostarsi dagli insegnamenti della scuola classica
così da consentire una corretta diffusione della
disciplina e riuscendo ad incontrare le esigenze di
un pubblico eterogeneo".
Serafino Ambrosio “Polestar Pilates, presente in
Italia dal 1998, membro del PMA dal 2001,
garantisce sviluppi professionali in tutto il mondo.
I corsi di Polestar di Matwork, Reformer e Studio
nell'ambito post-riabilitazione e riabilitazione oltre
ad insegnare gli esercizi originali trasmettono un
vero e proprio metodo di allenamento che si
differenzia a seconda delle esigenze, degli obiettivi
e delle problematiche del cliente, privilegiando la
disciplina nella sua totalità e non il singolo
esercizio sulla singola macchina. Il cliente viene
valutato tramite un Postural Test, unico della
scuola Polestar, obbligatorio come requisito per le
Scuole di Pilates riconosciute dal PMA”.
Intervista a cura della Redazione
FUNZIONALE
LA GIUSTA
RESPIRAZIONE
rapidamente l’obiettivo, se consideriamo che
per FUNCTIONAL TRAINING intendiamo
equilibrio tra forza, mobilità e flessibilità.
Ma qual è il modo CORRETTO?
Dipende dalla circostanza, dalla necessità, dalla
specificità del momento. Non esiste un unico
modo di respirare, ma certamente è necessario
sapere che per permettere al nostro corpo di
compiere un gesto (con o senza sovraccarico) e
rendere liberi ed indipendenti gli arti, dobbiamo
“ingaggiare” in modo sapiente la muscolatura
profonda addominale per garantirci la stabilità
del centro. Tanto più l’allenamento sarà specifico
e più produrrà miglioramenti in base all’obiettivo
che ci prefissiamo. L’allenamento alla forza ed
alla resistenza muscolare è specifico, così come
lo è quello per la flessibilità e la mobilità.
Sarà dunque necessario individuare:
- il gruppo muscolare che si desidera allenare
- il tipo di contrazione muscolare necessario
- l’intensità dell’esercizio
- la velocità del movimento
- l’escursione dell’articolazione
Esistono modi
diversi di respirare
e quindi di
coinvolgere in
modo differente i
nostri muscoli
respiratori.
Scopriamo il tipo
di respirazione
ottimale durante
l'allenamento
functional
30 LA PALESTRA
S
ono diversi e svariati gli studi effettuati
in questi ultimi anni in relazione al
CORE Training. Molte le filosofie e
svariati gli approcci didattici, ma tutti
sempre con un unico obiettivo: rinforzare il
centro e rendere indipendenti gli arti. I
principi che caratterizzano questo concetto
ormai ampiamente diffuso sono:
- consapevolezza
- equilibrio
- attivazione muscolare cosciente
- forza statica e forza dinamica della
muscolatura di: trasverso, obliqui interni ed
esterni, retto dell’addome, multifido, quadrato
dei lombi
- elasticità e funzionalità diaframmale.
Imparare a respirare dunque nel modo più
corretto ci permette di raggiungere più
Ogni azione deve essere mirata a ricercare una
specifica condizione del corpo in modo che
questa produca l’adattamento allo stimolo,
dunque: se l’obiettivo è migliorare la stabilità
di un'articolazione o di un segmento, i carichi
di lavoro richiesti saranno intensi, il raggio
di movimento limitato o nullo ed il tipo di
contrazione isometrica. Nel caso specifico
dell’allenamento della muscolatura del CORE
avrò bisogno sia di allenamenti dinamici che
statici perché l’obiettivo sarà quello di rendere
forte l’intero corpo sia in condizioni
di dinamismo che di staticità.
Abbiamo parlato di equilibrio e di
mantenimento dell’equilibrio. Ma non può
esistere una buona organizzazione morfologica
senza equilibrio delle tensioni. Equilibrio esiste
quando le forze si annullano. Dunque diventa
necessario capire che stabilità e mobilità
devono necessariamente essere in armonia,
armonia che possiamo ottenere senza
dimenticare che spesso esistono differenze
da non sottovalutare.
ParteciPa
anche tu
alla festa Più
grande del
mondo
e osserva le tue
iscrizioni crescere
a dismisura
Unisciti al fenomeno mondiale di danza
fitness in continua crescita. Il programma
Zumba® ha scosso i fan di tutto il mondo
con i suoi ritmi contagiosi e la sua musica
coinvolgente. Ora è il tuo turno di alzare
il volume.
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che la capacità delle palestre è presto esaurita!
infatti stiamo cercando di spostare le lezioni
nel nostro campo da basket. Perché tenere
corsi per 60 persone quando in palestra ce ne
stanno 100?”
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Vicepresidente di Group Fitness, 24 Hour Fitness
*Eccetto in Cina.
Copyright © 2012 Zumba Fitness, LLC. I loghi Zumba®, Zumba Fitness® e Zumba Fitness sono marchi commerciali di Zumba Fitness, LLC
FUNZIONALE
L'allenamento specifico
Questo mese vi propongo
un allenamento mirato alla
stimolazione del CORE
chiedendovi di portare particolare
attenzione all'espirazione nelle
fasi di destabilizzazione. Tutti gli
esercizi che vi propongo potete
farli a carico naturale o con
l’utilizzo di piccoli pesi.
- Squat
- Kick in tenuta monopodalica dx
- Squat
- Kick in tenuta isometrica sx
- Squat in accosciata totale
(preparazione per plancia)
- Plancia con estensioni di un
braccio e rotazione del tronco
alternati
- Ritorno in accosciata con balzo
- Plancia con balzo
- Affondi gamba dx dietro
- Tenuta gamba dx flessa al tronco
- In appoggio monopodalico
torsioni tronco
- Affondo gamba sx dietro
(ripeto sequenza)
Manuela Zingone
Health Coaching
and Personal Training
Campionessa
del mondo di Fitness
Master Trainer e Presenter
www.human-zone.com
32 LA PALESTRA
Differenza respiratoria fra donne
e uomini
Stabilito che la respirazione è un movimento che
interessa tutto il polmone, è vero che possiamo
osservare come nei vari individui tenda a
prevalere un tipo di respirazione rispetto all'altra
e, in ogni caso, come, nella stessa persona, le due
respirazioni possano alternarsi a seconda del
particolare momento vissuto.
Per esempio, in generale, si osserva che nella
maggioranza delle donne prevale la tendenza
alla respirazione medio-alta, cioè solo con
movimento di saliscendi della parte alta del
torace, mentre negli uomini, specie dopo i
quarant'anni, la respirazione è tendenzialmente
addominale: si osserva cioè un movimento di
protrusione e rientranza della parete addominale,
mentre il torace è quasi sempre immobile.
Un tentativo di spiegazione a questo fenomeno
si è cercato nel fatto che le donne, essendo
destinate alla gravidanza, svilupperebbero il
respiro toracico per "essere pronte" quando
l'evento si manifestasse. Questa spiegazione parte
dal presupposto che, col pancione,
sia impossibile respirare addominale.
Ebbene, questo non è assolutamente vero:
personalmente, quando intrapresi la gravidanza,
praticavo già da tempo lo Yoga e quindi il
Pranayama, e posso dire che il respiro
diaframmatico o addominale mi ha
accompagnata per tutto il periodo, senza essere
minimamente influenzata dal crescere del
bambino all'interno della pancia. Uguale alla
mia è l'esperienza di altre donne: anch'esse,
essendo rientrate in possesso della loro fluidità e
capacità respiratoria prima della gravidanza,
hanno potuto constatare come essa rimanesse
tale e come, anzi, la capacità di muovere il
diaframma desse loro la sicurezza di rimanere
"padrone di se stesse", migliorando il
“radicamento” e non in balia dei vari piccoli
disagi che possono prodursi in tale periodo,
specie quando più avanzato.
Se prendiamo in esame una più recente teoria
psicosomatica, di quella parte cioè della scienza
medica che si occupa delle relazioni fra mente,
corpo ed emozioni, troviamo una spiegazione a
sfondo socio-culturale per spiegare la differenza
respiratoria fra uomini e donne. Per le donne è in
genere più importante la vita emotiva intesa in
senso sentimentale (il cuore), mentre una certa
restrizione alla sua sessualità è sempre stata in
qualche modo ritenuta necessaria: così, nelle
donne, è normale usare una respirazione
toracica, che fa circolare di più il sangue e il
Prana nella parte alta del corpo, e che ci
mantiene in uno stato di più facile eccitabilità
emotiva; per contro, un certo irrigidimento del
diaframma e una scarsissima respirazione
addominale limitano il libero fluire delle
sensazioni viscerali, cioè sessuali, e assicurano
quindi il controllo sul manifestarsi di questi
impulsi.
Per gli uomini, possiamo constatare come il ruolo
a loro richiesto implichi invece un maggiore
controllo delle emozioni legate al sentimento,
mentre, per contro, non sono mai stati soggetti a
imposizioni nel campo della sessualità, dove sono
sempre stati incoraggiati a muoversi liberamente.
Così, nel tempo, gli uomini sviluppano una
notevole rigidità nella muscolatura delle spalle,
del cingolo scapolare e del petto, facilitata anche
dal fatto che in queste zone i loro muscoli sono in
genere alquanto forti, il che limita sempre più la
mobilità toracica, relegando il respiro alla regione
addominale e assecondando così la tendenza
psichica allo "staccare" i sentimenti dalla parte
viscerale, cioè sessuale.
Per le donne, lo scarso movimento del diaframma
porta a una stasi circolatoria nei visceri
addominali, e li priva del benefico massaggio
decontratturante e stimolante che avverrebbe
naturalmente nel respiro completo. Inoltre, la
circolazione negli arti inferiori viene penalizzata
(vedi le funzioni del diaframma come aiuto del
cuore): moltissime donne soffrono di varici o
comunque di scarsa circolazione agli arti inferiori.
Per gli uomini, lo scarso movimento del respiro
toracico limita la piccola circolazione proprio in
questa zona e, in particolare, priva il cuore, ovvero
le coronarie, del benefico massaggio altrimenti
svolto dal movimento completo dei polmoni e
diminuisce l'ossigenazione a queste
importantissime parti dell'organismo, con i
risultati che tutti possono immaginare.
Per concludere, dobbiamo considerare che
esistono tre modi diversi di respirare e coinvolgere
dunque in modo diverso i nostri muscoli
respiratori.
La respirazione che dovremmo mantenere
nell’allenamento functional è quella toracica
postero-laterale. Attivare consapevolmente il
muscolo traverso durante l’espirazione ci
consente di creare una vera e propria “cintura di
sostegno” durante le fasi attive, offrendo in questo
modo un importante supporto non solo per la
bassa schiena.
Infatti il muscolo trasverso ha molteplici funzioni,
tra queste:
- funzione idraulica della bassa schiena
- antagonista sinergico del diaframma
- antagonista sinergico del grande psoas
- collabora nel corretto riposizionamento del
cingolo scapolo-omerale grazie all’interazione
con le fibre più basse del gran dorsale.
Ancora una volta abbiamo visto quanto sia
importante la consapevolezza nel gesto motorio.
Manuela Zingone
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spazi pubbli-redazionali a cura degli inserzionisti
Nuovo Altair Sport Club:
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LTAIR SPORT CLUB è una delle più importanti realtà
fitness italiane. Una realtà siciliana in forte crescita ed
espansione, con 6 club al suo attivo. L’ultimo Club Altair
Sport Club in via Duca degli Abruzzi a Catania è stato
inaugurato lo scorso settembre e si aggiunge alle altre 4 tra palestre e
piscine Altair dislocate capillarmente nei quartieri cittadini, oltre al
grande centro con tre piscine e palestre di Acireale (CT).
Altair è equipaggiato con attrezzature Panatta Sport, dal cardiofitness
Pininfarina, al nuovissimo functional Inside. L'allenamento isotonico
è assicurato dalle linee XP.lux e Fit Evo. Il race walker Panatta Sport
è l'attività di gruppo per eccellenza idonea a tutti i target.
L'ultimo centro nato in casa Altair si estende su una superficie di
oltre 1200 metri quadri. Nel cuore di Catania a due passi da Piazza
Europa, Altair Sport Club si distingue per il suo particolare design.
Una grandissima sala attrezzi circolare di oltre 350 metri quadri è
situata al centro della struttura, chiusa da grandi vetrate che la
rendono visibile da ogni punto. Attrezzata con un ampio parco
macchine Panatta Sport di ultima generazione, offre grandi spazi per
allenarsi comodamente.
L'impianto prevede due sale corsi, una molto grande per le attività
aerobiche e le arti marziali e una più ridotta per il pilates e la
ginnastica funzionale. Anche in questa struttura è stato dedicato
ampio spazio al relax e al benessere. Completano l'offerta dei servizi
un grande bagno turco e una sauna, entrambi dotati di cromoterapia.
Particolare cura è stata rivolta agli impianti di climatizzazione e di
ricircolo dell'aria.
Un centro pensato per il benessere, la forma fisica e il relax.
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Revolution Fitness
Approccio scientifico
all’allenamento
M
olte persone sono spinte a cercare nei
centri fitness la risposta ai loro
problemi estetici: sovrappeso, atonia
muscolare, cellulite. Una scelta
istintiva che avvicina alle palestre un pubblico
eterogeneo che richiede, da parte del personal
trainer, un approccio focalizzato sulle esigenze di
ciascun soggetto.
Il metodo Revolution Fitness permette di rispondere
ai più diffusi desideri estetici grazie ad un’azione
mirata del dispositivo professionale Divina E-Fit
abbinato ad un programma di allenamento aerobico
specifico. Divina E-Fit è un dispositivo progettato per
restituire tono, potenza e volume alle fibre muscolari,
contrastare l’accumulo localizzato e diffuso di adipe e
trattare inestetismi quali la cellulite e la ritenzione
idrica, garantendo un allenamento efficace dai
risultati soddisfacenti.
Un programma di allenamento deve essere prescritto
con serietà e da personale preparato e qualificato.
Anche il miglior protocollo di allenamento potrà
infatti risultare inefficace se non rispetta la naturale
risposta fisiologica dell’organismo, o è impostato in
34 LA PALESTRA
modo inadeguato e non è finalizzato ai suoi
obiettivi. Il metodo Revolution Fitness prevede un
approccio scientifico all’allenamento che permette
di individuare, con precisione scientifica, il
somatotipo del soggetto ed impostare il programma
più adatto alle sue esigenze e all’obiettivo che
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Grazie al ricorso di elettrodi, è possibile
concentrare l’azione del dispositivo Divina E-Fit
localmente sulle aree dove si accumula l’adipe. I
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trattamento prevede una forte azione di drenaggio
per l’eliminazione dei liquidi in eccesso (questo
test è puramente illustrativo).
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NOVITà & CURIOSITà
spazi pubbli-redazionali a cura degli inserzionisti
Fatturare di più in tempo di crisi?
con
SI può!
Questo era il tema di discussione del Work Shop tenutosi al Forum
Club di Bologna. A distanza di un anno dal lancio pubblico della
piattaforma per i pagamenti rateizzati su Carta di Credito,
abbiamo voluto che fossero i nostri Clienti (le Palestre) a parlare
per noi, a condividere le loro esperienze nell'utilizzo del sistema
e soprattutto i loro risultati economici, portando la loro
testimonianza diretta.
Casi concreti riportati dai clienti
1) Giorgio Bellodi, titolare della Palestra Spazio Fitness di
Mirandola, comune che ha subito le più gravi violenze dello
scorso terremoto emiliano, ha raccontato dei danni subiti dal suo
centro e della necessità di evacuare lo spazio al coperto per la sua
messa in sicurezza. Non si è arreso e ha portato tutta l’attrezzatura
sotto una tensostruttura posizionata al posto del parcheggio per
non togliere ai suoi soci il servizio fino ad allora offerto. Vi chiederete “ma questo cosa c’entra con la rateizzazione mensile
su carta di credito?”.
Presto detto. È proprio questa modalità di pagamento rateizzato
che ha dato ai frequentatori del suo centro la possibilità di pagare
solo la quota mensile dell’abbonamento senza togliere fondi
necessari alla risoluzione di problemi più importanti. Ecco allora
che la vendita di oltre 100 abbonamenti annuali per una palestra
in grave crisi strutturale, riallestita sotto una tenda in un
parcheggio è sicuramente… UN DATO ECLATANTE.
2) Andrea Dradi – Life Sport di Ravenna – già miglior Club
d’Italia vincitore del “Club Award 2011” ha riportato che
nell’ultimo semestre agosto/gennaio il suo fatturato è aumentato
di oltre il 10%. La sua offerta commerciale proponeva la vendita
di abbonamenti annuali rateizzati in sole 6 mensilità con il sistema
Gympay Open Rate.
3) Massimo Bagnacani di Eden Sport – Reggio Emilia – già
miglior Club d’Italia vincitore del “Club Award 2012”, oltre ad
aver confermato il dato dell’aumento di fatturato del 10%, ha posto
l’accento su un altro aspetto molto importante… “il tesoretto”.
La sua offerta commerciale si è basata sul sistema “pay x use”
dove l’abbonamento annuale viene pagato in 12 rate e il cliente
corrisponde mensilmente solo la quota relativa al servizio usato.
36 LA PALESTRA
Questa modalità di rateizzazione lo ha portato ad avere inizialmente
un cash flow più basso ma, da marzo in poi, potrà usufruire delle
quote di rate ancora da incassare che gli daranno tranquillità
finanziaria nel secondo semestre della stagione, generalmente il più
ostico in termini di vendita.
4) Maurizio Taruggi del centro fitness Athlon – Roma – ha invece
portato una testimonianza unica. Ha cambiato la sua strategia di
vendita. Come la maggior parte delle palestre vendeva le mensilità
(3 / 6 / 12 mesi di abbonamento) ma, dall’inserimento di Gympay,
ha cominciato a proporre direttamente il prezzo, che nel suo club
varia dai 42 ai 56 euro/mese a seconda del servizio acquistato.
I Clienti NATURALMENTE hanno allungato il periodo di
abbonamento scegliendo l'importo mensile a loro più vantaggioso.
Inoltre, a tutti i clienti che non avendo una carta di credito non
avrebbero potuto comprare, ha proposto il pagamento tramite il
credito al consumo. Risultato? Per lo stesso periodo, agosto/gennaio,
ha aumentato le vendite anche con la finanziaria di oltre il 20%. I vantaggi di Gympay
- Gympay è lo strumento di nuovissima concezione in linea con le
nuove tendenze del “pay x use” e, oltre ad essere efficace per sua
natura, è anche sinergico ad altri sistemi di rateizzazione.
- Gympay permette ad ogni cliente di avvicinarsi sempre più alla
propria capacità di spesa e comperare abbonamenti a lungo periodo.
In automatico questo favorisce la sua fidelizzazione e il sicuro
aumento di fatturato da parte del club.
- Il vantaggio maggiore per il cliente, oltre all’ottenimento di una
rateizzazione, è l’abbattimento dei costi a suo carico. Nel caso di
accensione di una pratica di finanziamento pagherebbe il 9-11%
di interessi oltre al costo dell’abbonamento stesso.
- L’impegno del cliente è certificato e garantito dalla carta di credito
del cliente stesso che si appoggia al circuito VISA, Master Card,
American Express. Questo fa sì che gli addebiti caricati
mensilmente non possano essere stornati come potrebbe avvenire
con i RID.
- Con Gympay il lavoro di back office, a differenza dei RID, è tutto
svolto in automatico dal sistema posizionato “on-cloud” che ne
garantisce, al tempo stesso, sicurezza e continua evoluzione a costo
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alimentazione
LA
STEVIA
Si chiama Stevia la pianta
che dolcifica in modo
naturale a calorie zero,
quasi trecento volte più
dolce dello zucchero, ed ha
una storia strana, oggetto
di misteriosi divieti e di lodi
appassionate
L
Oltre che per
le proprietà
dolcificanti,
la stevia è
conosciuta
per le sue doti
curative
38 LA PALESTRA
a Stevia è una pianta arbustiva perenne
della famiglia delle Asteracee, nativa
delle montagne fra Paraguay e Brasile
e la sua descrizione (Stevia Rebaudiana
Bertoni) la si deve a un botanico paraguayano,
Moises Santiago Bertoni, che la individuò nel
1887 e la chiamò Eupatorium rabaudianum. Così
lui scriveva nel 1899: “è veramente incredibile il
potere dolcificante di questa piantina. Un
frammento di foglie di pochi millimetri è
sufficiente per tenere dolce la bocca per un’ora,
un pezzettino di foglia basta per dolcificare una
forte tazza di caffè o di tè”.
Una ventina di anni più tardi, assunse il nome che
porta ancora adesso.
Esistono molte specie di Stevia, ma solo la Stevia
Rebaudiana Bertoni sembra possedere proprietà
dolcificanti di una certa importanza. Può essere
utilizzata sotto diverse forme (foglie fresche, foglie
in polvere, capsule, estratto disidratato,
concentrato liquido, tintura di stevia e anche
tisana con effetto diuretico) a seconda degli usi
che si intende farne.
Nelle foglie sono presenti ben quattro sostanze
edulcoranti: dulcoside A, stevioside,
rebaudioside A e rebaudioside C. Il rebaudioside
A e lo stevioside hanno un notevole potere
dolcificante (rispettivamente 110-270 e 180-400
volte superiore rispetto a quello del saccarosio,
il normale zucchero da cucina). Gli estratti sono
inoltre caratterizzati da una notevole stabilità alle
alte temperature (fino a 200 °C) per cui
conservano perfettamente le loro caratteristiche
anche in prodotti da forno o in bevande calde,
diversamente da altri dolcificanti di sintesi come
l'aspartame, che subisce degradazione.
La Stevia è conosciuta da molti popoli dell'area
geografica sud-americana da diversi millenni,
oltre che per il potere dolcificante delle sue foglie,
anche per le proprietà medicinali, infatti è stata
correntemente usata da secoli dai popoli indigeni
del sud America per le sue doti curative, ed è usata
ancora oggi. Gli indigeni dell'Amazzonia ne
conoscono anche le proprietà curative e
medicamentose a beneficio del pancreas,
utilizzandola anche come antibatterico e
antifungino. Inoltre sono oggi sotto analisi le sue
proprietà contro la iperattività, l'ipertensione e le
indigestioni.
I principi dolcificanti sono in tutte le parti della
pianta, ma sono più disponibili e concentrati nelle
foglie, che quando sono seccate (disidratate),
hanno un potere dolcificante (ad effetto della
miscela dei due componenti dolcificanti) da 150
a 250 volte il comune zucchero. Contrariamente
però allo zucchero, i principi attivi non hanno
alcun potere nutrizionale (zero calorie), perché
il corpo umano non metabolizza i glucosidi.
Una pianta poco nota in Europa
Viene spontaneo chiedersi come mai in Europa
molte persone non l’hanno neanche sentita
nominare, mentre in America Latina o in
Giappone è ampiamente diffusa. Il problema
è legato al costituente chimico principale,
alimentazione
Nel luglio
2012 è stata
autorizzata la
produzione
e la vendita
di Stevia
nell'UE come
dolcificante
alimentare
responsabile della dolcezza della pianta: lo
stevioside, identificato negli anni Trenta del secolo
scorso e considerato cancerogeno. Ma forse anche
al fatto che la pianta avrebbe costo zero,
basterebbe coltivare poche piantine sul balcone di
casa per avere il dolce che serve, per cui potrebbe
metterebbe in crisi le industrie produttrici di
zucchero europee. All'estero negli anni Settanta
furono i giapponesi per primi a scoprirne le grandi
virtù. Oggi, nel paese del Sol Levante lo zucchero
della Stevia sostituisce già il 40% del mercato degli
edulcoranti: viene usato per esempio nella
produzione di bibite light come la Diet Coke,
di caramelle e alimenti secchi usati come prodotti
per la prima colazione.
Gli effetti della stevia
Dal Web
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archivio-articoli/
Iader Fabbri
Laureato in Dietistica e in Scienze
e Tecnologie del Fitness, è
preparatore atletico, esperto di
benessere a 360, collaboratore di
aziende di integrazione alimentare
e proprietario di un affermato
Poliambulatorio.
40 LA PALESTRA
Il suo uso è stato nel tempo oggetto di opinioni
discordanti sugli effetti che poteva avere sulla
salute umana e solo recentemente, più
precisamente nel luglio 2012, è stata autorizzata
la produzione e la vendita di Stevia nell'Unione
Europea come dolcificante alimentare.
La Direzione generale Salute e tutela dei
consumatori della Commissione Europea ha
approvato il regolamento degli estratti di Stevia
(glicosidi steviolici) da usare come dolcificante
a livello europeo.
Prima di questa data, la European Food Safety
Authority, la Commissione che decide della
nocività o meno degli alimenti che possono
circolare nell’Unione Europea, consentiva l’uso
della Stevia solo come Supplemento Dietetico,
ma non come dolcificante o ingrediente per le
preparazioni alimentari, anche perché alcuni suoi
componenti, alle dosi testate, come lo steviolo e lo
stevioside erano ritenuti sospetti di cancerogenicità
e non esistevano ancora studi ufficiali univoci sugli
effetti che il suo utilizzo potesse comportare.
In realtà la Stevia è normalmente consumata in
molti paesi, in alcuni di questi da molto tempo e
senza particolari problemi. In tali paesi è
considerata meno dannosa di altri dolcificanti,
come l'aspartame o l'acesulfame K, usata come
estratto secco o come infuso fresco. Nel 2004 un
gruppo di ricercatori belgi ha organizzato un
simposio internazionale sulla sicurezza dello
stevioside ed è stata accertata la sua non
cancerogenicità, anche perché non viene assorbito
direttamente dall’intestino ma viene degradato dai
batteri del colon a steviolo, in gran parte eliminato
con le urine e comunque le dosi di assunzione
alimentare sono infinitamente inferiori rispetto a
quelle utilizzate dagli studi. Esaminando i dati
disponibili dai Paesi che ne fanno uso anche come
infuso, FAO e OMS hanno fissato i limiti per il
suo consumo che stabiliscono una "dose
massima giornaliera" di 2 mg/kg peso corporeo
di steviolo.
Alcuni studi
Molti gli scienziati che in campo alimentare,
nutrizionale e sanitario in generale, ne stimano il
notevole beneficio per l'intera umanità, tale da
ridurre i problemi di diabete e obesità infantile
e ridurre i costi sanitari e sociali di diverse decine
di miliardi di euro, ma soffermiamoci su qualcuno
degli studi fatti, per analizzare le molteplici e
sorprendenti virtù di questa pianta che potrebbe
presto sostituire i prodotti dolcificanti di utilizzo
quotidiano.
Secondo uno studio del 2012 del Dipartimento
di Nutrizione applicata del Food Research
Laboratory in Mysore, India, la somministrazione
di Stevia sui ratti affetti da diabete ha determinato
una riduzione di glucosio nel sangue, una
riduzione di MDA (Malondialdeide) nel fegato
e migliorato il preesistente stato ossidativo: le
conclusioni dello studio riportano la significativa
riduzione dei danni al fegato e ai reni, oltre
l’effetto ipoglicemizzante e antiossidativo della
Stevia che fanno ben sperare per eventuali future
applicazioni su pazienti diabetici.
Un altro studio sempre dello scorso anno, a
Bogotà, presso il Dipartimento di Microbiologia
della Facoltà di Scienze della Pontificia
Universidad Javeriana, Colombia, ha indagato
sugli effetti che la Stevia poteva avere sui
microorganismi che causano le carie dentali, per
valutare la sua eventuale capacità antibatterica,
giungendo a risultati molto positivi.
Gli studi si sono intensificati negli ultimi anni e
ancora tanti ne verranno fatti per testare le
innumerevoli capacità che possiede questa piccola
piantina così ricca di proprietà. C’è da prevedere
che i risultati saranno sorprendenti e presto questo
prezioso vegetale potrà diventare una componente
consueta della nostra alimentazione.
Iader Fabbri
alimentazione
LA CRESCITA
MUSCOLARE
Un corretto
allenamento e
una corretta
alimentazione
sono la base per
poter poi passare
ad una corretta
integrazione
42 LA PALESTRA
A
l contrario di ciò che le campagne
pubblicitarie dicono, non è l’apporto
proteico che controlla l’aumento dei
muscoli, ma piuttosto la domanda
causata dall’esercizio intenso. Nessuno è mai
aumentato di un solo grammo di muscoli
ingerendo semplicemente proteine; l’ipertrofia
avviene dopo un periodo di esercizio con i pesi.
Il trucco è ottimizzare l’apporto proteico
individuale del proprio allenamento. Se, e solo
se, si stanno compiendo dei programmi di
allenamento intensi, forti o molto veloci,
vi è l’evidenza che apporti proteici molto alti
possono portare ad una maggiore crescita
muscolare. Ingurgitare 20 bianchi d’uovo,
mangiare proteine fino alla nausea, assumere
sovradosaggi di proteine in polvere credendo di
diventare “Mr Universo”, ahimè, rappresentano
solamente una mera illusione! Ricordate:
un corretto allenamento e una corretta
alimentazione sono la base per poter poi passare
ad una corretta integrazione.
Fonti proteiche e supplementi
proteici
Le fonti proteiche solite per gli atleti sono
le semplici bistecche e le costate. Il grande
problema è che in queste fonti ci si imbatte nel
grasso: una bistecca di manzo magra, ad
esempio, contiene all’incirca 28 grammi di
proteine per 100 grammi, ma anche 31 grammi
di grasso. Una cotoletta di maiale magra
possiede circa 23 grammi di proteine ogni 100
grammi, ma possiede anche 29 grammi
di lipidi. La carne di maiale, tanto amata,
contiene solo 9 grammi di proteine in 52
grammi di grasso. Equivale a mangiare il lardo.
Il petto di pollo contiene 26 grammi di
proteine ogni 100 grammi. Il pesce infine
è l’alimento che contiene una grande quantità
di proteine a discapito del grasso. Se poi non
riuscite a sopportare il pesce tutti i giorni ci
sono le fonti vegetali, verdura e frutta secca
ricoprono il fabbisogno proteico se ben
utilizzati.
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Si consiglia di associare a un regime alimentare ipocalorico ed una adeguata attività fisica.
alimentazione
La produzione
di ossido nitrico
Tutti coloro che amano allenarsi coi
pesi in modo intenso conoscono
bene la piacevole e gratificante
sensazione del pompaggio
muscolare. Pertanto, molti
bodybuilders e praticanti fitness
hanno trovato benefico l’utilizzo di
prodotti stimolanti la produzione
di ossido nitrico. I più esperti
sanno bene che i livelli di ossido
nitrico possono essere aumentati
incrementando i livelli dell’enzima
responsabile della sua sintesi:
la Ossido Nitrico Sintasi nel cui
processo è coinvolto l’aminoacido
Arginina. Ciò che invece pochi
sanno è che l’ossido nitrico può
essere elevato anche attraverso un
circuito metabolico diverso da quello
che prevede l’intervento dell’Ossido
Nitrico Sintasi. L’alimentazione
rappresenta il maggior fornitore di
nitrati per il corpo. I nitrati possono
far incrementare i livelli di ossido
nitrico nel corpo indipendentemente
dal circuito metabolico dell’ossido
sintasi arginina dipendente. Per
sfruttare al massimo le proprietà
stimolanti ed energizzanti dell’ossido
nitrico si può associare con
particolari principi attivi, quali la
Citrullina che aumenta la resistenza
aerobica. Questo significa poter
migliorare tutte quelle tipologie
di performance dove una forte
produzione di questo prodotto di
scarto pone un freno importante
(vedi ciclismo, corsa, nuoto e sport
aerobici in generale).
Angelo Mazzucato
Laureato in Chimica e Tecnologia
Farmaceutiche, è responsabile
ricerca e sviluppo presso Pro
Action di Maserà (PD). Offre
consulenze per allenamenti e
nutrizione in collaborazione con il
nutrizionista Marco Venturi.
44 LA PALESTRA
I supplementi proteici invece possono derivare
dal latte, dall’uovo o dalla soia. Quelli del latte
si presentano in tre forme: la caseina (presente
nei Blend), principale componente del latte;
gli idrolizzati (le whey e le isolate whey),
ovvero parti più piccole delle proteine (di e
tripeptidi) e gli aminoacidi (BCAA ed altri
aminoacidi non ramificati) ovvero le proteine
smontate fino al singolo mattone. I migliori
supplementi proteici per quanto riguarda
l’assorbimento sono gli idrolizzati, addirittura
anche meglio dei singoli aminoacidi perché
questi ultimi competono per lo stesso sito di
trasporto dentro le cellule. Un aminoacido
molto importante per l’ipertrofia è l’arginina:
è così valida nel rilasciare il GH (ormone della
crescita), da essere, oggi, la prediletta tra gli
integratori.
L’evidenza degli studi
Alcuni scettici sostengono che l’arginina sia un
blando stimolante del GH, ma la realtà è che
molti studi hanno dimostrato il contrario.
Uno tra questi si è svolto presso il prestigioso
Whittier Institute di San Diego California,
nel dipartimento di endocrinologia molecolare,
dove è stata dimostrata l’efficacia dell’arginina,
al punto di pubblicare lo studio sul giornale
medico Regulatory Peptides: venne
somministrata a 12 uomini sani un sale di
Arginina, con a confronto persone che
utilizzavano il farmaco L-Dopa, che è un
potente liberatore di GH. Ebbene il livello
riscontrato di ormone della crescita nelle
persone sottoposte a trattamento con L-Dopa è
stato di 14,6 mcr/l, il livello di GH nei 12
uomini che avevano assunto Arginina è stato di
15 mcr/l, quindi ancora di più. Un altro studio
positivo è stato fatto dall’Università del Texas,
a El Paso, sull’associazione Arginina-Ornitina.
Gli atleti sottoposti a somministrazione dei due
aminoacidi hanno perso più grasso ed hanno
aumentato maggiormente i muscoli. Questi
risultati danno una chiara evidenza che le
supplementazioni per via orale agiscono come
anabolizzanti. Un altro studio fatto dal Dr
Bucci presso la Biotics Research Corporation
e dalla University of Texas a Houston
riguardava la somministrazione di Ornitina a
body-builder in dosaggi diversi e crescenti.
I livelli di GH nel siero tendevano a salire con
tutti i dosaggi. Inoltre gli stessi esperimenti fatti
utilizzando Arginina e Ornitina nella forma
alfachetoglutarato ha evidenziato un ulteriore
aumento della sintesi delle proteine muscolari.
Quindi, in sintesi, la somministrazione
congiunta di Arginina e Ornitina rilascia
l’ormone della crescita in quantità molto
superiore rispetto alle singole somministrazioni
dei due aminoacidi. Somministrata poi per via
orale, prima delle performance sportive,
risparmia azoto muscolare, cioè riduce
la diminuzione del muscolo e la perdita di
aminoacidi dallo stesso. Un altro aminoacido
grandemente correlato alla sintesi proteica è la
Glutammina. Questo aminoacido è presente
nel muscolo per il 50% rispetto agli altri
aminoacidi liberi, ad esempio l’alanina è
presente per il 10%. Durante l’esercizio
(o trauma), il muscolo perde abbondantemente
glutammina, più di ogni altro aminoacido, per
cui si capisce quanto servono queste molecole
per la ricostruzione muscolare. Studi sulla
rapida reintegrazione degli aminoacidi,
durante e dopo l’esercizio, dimostrano che essi
procurano realmente i “mattoni” per la
ricostruzione. Tali risultati confermano che
le supplementazioni di aminoacidi (ramificati
e non) aiutano la crescita del muscolo e ne
impediscono il catabolismo, servendo
da substrato per i grandi quantitativi di
glutammina persi dall’organismo durante
l’esercizio fisico.
Angelo Mazzucato
FOCUS
TORNA
LA FIERA DEI RECORD
Si svolgerà dal 9 al 12 maggio l’appuntamento di riferimento
del settore fitness, benessere e sport on stage
prevede 14 padiglioni suddivisi tra le aree
Wfun e Wpro.
Fiera Internazionale
L'
ottava edizione di
RIMINIWELLNESS promette
scintille. In calendario ci sono
quattro giorni intensi dedicati da
un lato agli operatori professionali, dall’altro a
un pubblico vasto ed eterogeneo di appassionati,
grazie alla consueta formula espositiva che
46 LA PALESTRA
I brillanti risultati raggiunti nel corso degli anni
hanno fatto guadagnare alla kermesse riminese
la qualifica di Fiera Internazionale.
E non a caso il direttore di Business Unit
Patrizia Cecchi la candida per il 2013 a capitale
mondiale degli affari nel settore del benessere e
dell’attività fisica. I numeri parlano chiaro:
228.000 visitatori nel 2012, fra cui tantissimi
stranieri; ben 42 palchi dai quali 500 presenter
provenienti da tutto il mondo hanno tenuto
1.500 ore di lezione.
La formula internazionale sarà confermata
anche quest’anno con la presenza di presenter
russi, giapponesi, israeliani, americani e
brasiliani che proporranno un susseguirsi
ininterrotto di novità. Fra le tante in programma
segnaliamo il Piloxing, un mix incredibile
di pilates, boxe e danza sportiva e il Bokwa,
un originale allenamento fitness che vede i
partecipanti impegnati a disegnare con i piedi
lettere e numeri mentre si muovono
liberamente a ritmo di musica.
FOCUS
A RIMINIWELLNESS 2013 il wellness
assumerà svariate forme: un padiglione sarà
dedicato alle discipline del benessere naturale
in cui sperimentare la manipolazione del corpo
secondo tecniche esotiche antiche, con
Riabilitec, un ampio spazio alle tecnologie per
la riabilitazione e per il recupero motorio il cui
cuore è un intenso programma formativo per i
professionisti del settore, con la convention
Pilates Junction, appuntamento di riferimento
a livello nazionale, e molto, molto altro.
La rete offre sconti
Per velocizzare l'accesso a RIMINIWELLNESS
verrà dato grande impulso alla biglietteria
online. L'abbonamento ai quattro giorni di
manifestazione potrà essere acquistato sul sito
www.riminiwellness.com a soli 21€, con uno
sconto del 40% sul prezzo del biglietto intero
acquistato in loco, se acquistato entro l'8 aprile
2013 e a 24€ se acquistato dopo l'8 aprile. La
manifestazione resterà aperta dal giovedì alla
domenica dalle 9.30 alle 19.00, con accessi
dagli ingressi SUD e OVEST. Sarà inoltre
operativa la stazione ferroviaria interna di
Rimini Fiera, rendendo ancora più semplice
raggiungere il quartiere fieristico.
HOTEL
ROSE
DUE
Hotel
Due Rose
COLPO D'OCCHIO
SU RIMINIWELLNESS 2013
Organizzazione: Rimini Fiera Spa;
con il patrocinio di: Regione
Emilia-Romagna, Provincia di
Rimini, Comune di Rimini
Ingresso: operatori e grande
pubblico
Biglietto: 35 euro (ridotto 25 euro,
elettronico on line 21 euro) valido
tutti i 4 giorni della manifestazione,
ingresso gratuito per gli over 60,
i minori di 12 anni e i portatori
di handicap e accompagnatori;
giornaliero intero 25 euro;
orari: dalle 9.30 alle 19.00 per tutti,
tutti i giorni di manifestazione
Direttore Business Unit:
Patrizia Cecchi
Project Manager:
Andrea Ramberti
info espositori:
[email protected]
www.riminiwellness.com
Hotel Due Rose - Via Rossini, 1 - 47922 Viserba (Rn)
Tel. +39 0541/735395- Fax +39 0541/737105
www.hotelduerose.com
E-mail: [email protected]
L’Hotel Due Rose è un albergo a tre stelle gestito direttamente
e con grande entusiasmo dai proprietari che nel corso degli
anni, l’hanno valorizzato non solo dotandolo di tutti i
comfort, ma soprattutto dando quella impronta di calorosa
familiarità che gli ha reso la stima dei suoi clienti.
È situato in una posizione strategica, alle spalle dei
padiglioni fieristici a 1,5 km dall’ingresso ovest della nuova fiera
e a soli 10 mt dal mare. Collegamento con servizio navetta pubblico diretto alla fiera
e agevolmente raggiungibili a due passi dall’albergo. Ricca prima colazione a buffet.
Possibilità su richiesta di cenare.
Comodo parcheggio gratuito.
SCONTO SPECIALE
PER GLI AMICI
DE “LA PALESTRA”
IN OCCASIONE DEL
GESTIONE
Quando il fitness
perde il suo know-how
Una riflessione
sulle difficoltà del
settore e
un’esortazione a
non tirare
i remi in barca in
questo periodo di
crisi economica
generalizzata
A
nalizzando bene la storia del settore
fitness scopriamo che onestamente
nell’arco dei suoi 30 anni di vita, più o
meno, non vi è stato un grande ricambio
generazionale nelle posizioni di rilievo.
Responsabili di club che hanno fatto la scelta di
continuare ad operare nel campo, managers,
direttori, gestori e titolari di fitness club che hanno
deciso di rimanere nello stesso ambito, cercando di
dare il loro apporto attraverso riviste, convegni o
fiere, proponendo organizzazioni, consulenze,
nuovi prodotti commerciali e quant’altro. Questo
fenomeno potrebbe essere valutato dagli operatori
esistenti forse come una fortuna, con un
ragionamento del tipo “meno siamo e più
lavoriamo”. Ritengo tuttavia che questa sia
un’analisi errata, e anche un tantino presuntuosa e
poco lungimirante. Lo scarso ricambio
generazionale provoca una stasi nello sviluppo.
Trovarsi sempre gli stessi non porta nuove idee e
nuovi stimoli. Non bisogna mai temere il nuovo,
al contrario, questo va accolto con serenità e umiltà,
cercando di confrontarsi e di far valere la propria
esperienza come elemento rassicurante. A volerla
dire tutta servirebbe che “veterani” del settore e
nuove leve si incontrassero proprio per un confronto
e per trovare nuove linee guida che ci possano
aiutare ad uscire da queste sabbie mobili in cui è
caduto il settore. Sì, perché è di questo che stiamo
parlando: il forte aumento dei costi affiancato alla
crisi economica con conseguente calo delle
iscrizioni ha portato il mondo del fitness a dover
fare i conti con ardui tentativi per rimanere a galla.
L’avvento dei low-cost ha creato secondo me ancora
più confusione: perché se è vero che si può
scegliere tra “pochi soci ad alto prezzo e tanti soci a
basso prezzo”, è vero anche che occorre partire da
un business plan che copra comunque i costi fissi e
la gestione, altrimenti continua a non stare in piedi.
Puntare sulla professionalità
Fabio Swich
Ideatore di UpWell società di
servizi benessere,
pioniere del cardio-fitness dal
1986, consulente wellness,
autore di articoli su diverse riviste
sportive di settore.
48 LA PALESTRA
Credo che proprio per questo motivo le nuove
possibili leve si siano spaventate e non si siano
avvicinate più di tanto. Aggiungerei anche che,
ultimamente, i più giovani hanno perso un po’ il
senso della realtà: la carriera nel fitness è limitata
e poco remunerativa, e non si può pensare di
guadagnare cifre che non sono nemmeno
sostenibili a bilancio. Ma è proprio questo il punto,
stiamo parlando di un circolo vizioso che ci sta
trascinando in basso. I centri non guadagnano, i
manager non guadagnano e i servizi scadono, e si
ricomincia al ribasso finché toccheremo il fondo.
Ho detto all’inizio che, essendoci poco o niente
ricambio generazionale, sono pochi coloro i quali
continuano a crederci e a rimanere nel settore, ma
tra questi pochi sono numerosi gli operatori (che io
conosco) che hanno dato tantissimo, che hanno
affrontato sacrifici e investimenti e che hanno
accumulato tanta esperienza. E alcuni di loro
stanno pensando di lasciare, di cambiare attività.
C’è chi mi ha confessato che pensa di passare alla
ristorazione oppure a fare l’agente di vendita di
prodotti di qualsiasi tipo. Tutto ciò è molto triste: se
lasciamo che accada il settore ne pagherà le
conseguenze, perderà conoscenza, esperienza, idee
e indebolirà ulteriormente il mondo del fitness.
Per evitare che ciò si verifichi occorre tenere duro
sulla nostra professionalità, non svenderla! Essere in
linea con il mercato ma non puntare al ribasso,
occorre confrontarsi e credere in quello che si fa,
non farsi prendere dal panico. Bisogna controllare
gli investimenti, contenersi, perché è meglio essere
più piccoli ma con buoni servizi piuttosto che
grandi e sommersi dai debiti. Occorre rispettare i
bravi professionisti e valorizzarli anziché
pretendere solo sconti e abbattimento dei listini.
Evidentemente un professionista che opera da tanti
anni, magari con una famiglia a carico, non può
pensare di farcela se tutti i giorni deve confrontarsi
con debiti, battaglie al ribasso con la concorrenza e
personale poco professionale che pretende lo
stipendio a fine mese anche se è un lavoratore
autonomo (salvo poi mancare quando vuole lui).
Lo sconforto è più che comprensibile.
Questo articolo non vuole avere la presunzione di
indicare qual è la soluzione, ma vuole essere uno
stimolo a riflettere. Siamo in un momento
economicamente difficile per tutti e in questi
momenti credo che si debba partire o ripartire
proprio da ciò che sappiamo fare meglio: dal nostro
know-how, dalla nostra esperienza acquisita in tanti
anni. Ognuno per la propria, è necessario crederci e
sostenere questo bagaglio proponendolo e
vendendolo per il suo giusto valore, affrontando
novità tecnologiche e tecnico-sportive con la
consapevolezza di voler rinforzare il settore e di
conseguenza la propria struttura. Occorre mettere
dei paletti e stabilire delle categorie basate sulle
strutture, sui servizi e sul personale qualificato.
Apriamo un confronto leale e costruttivo che possa
far bene al settore in modo da poter ricostruire il
nostro futuro e quello delle nuove generazioni, per
realizzare programmi che possano mostrare agli
operatori la possibilità di un minimo di carriera così
che non scappino e abbandonino questo mondo
che io trovo bello, divertente e sano.
Fabio Swich
GESTIONE
IL TEMPO DEI TOUR
“DIGITALI”
I social network rappresentano una grande novità per il
mondo del fitness. Un ottimo uso di Facebook consiste nel
trasformare i fan dapprima in lead e infine in clients
La funzione
“offerta”
su Facebook
Facebook ha introdotto da qualche
mese una nuova applicazione
denominata “offerta”. Attraverso
questa funzione potete pubblicare
una vostra proposta commerciale
da condividere con i vostri fan e con
coloro che ancora non lo sono.
Una volta costruita l’offerta
commerciale ed elencate le relative
condizioni, è possibile scegliere una
duplice modalità di acquisto:
- “on line”, nel caso abbiate una
sezione di e-commerce sul vostro
sito internet consentendo all’utente
direttamente l’acquisto;
- “on site”, richiedendo l’offerta via
e-mail che, una volta ricevuta, va
mostrata presso la vostra palestra.
L’operazione ha un costo irrisorio
che va da otto euro a salire in base
al numero di utenti che si vogliono
raggiungere. E’ possibile impostare
esattamente la fascia di età del target
e la posizione geografica.
Alla funzione “offerta” Facebook
garantisce un effetto virale. L’offerta
sarà visibile a tutti gli amici di
coloro che richiederanno l’offerta
contribuendo, quindi, anche
all’accrescimento del numero dei fan
della vostra pagina.
Dal Web
Per maggiori approfondimenti
vi consiglio di consultare la
pagina http://fbrep.com/
SMB/Product%20Guide%20
Offers%20Italy.pdf
50 LA PALESTRA
L
a crisi economica ha distolto
l’attenzione dei consumatori su alcuni
settori merceologici non considerati
di primaria necessità. Anche quelle
persone non colpite direttamente dalla crisi,
in modo precauzionale, hanno posto maggiore
attenzione nell’acquisto di servizi come la
palestra. Questo è evidente dai report mensili
dei nostri “tour” che, nella maggior parte delle
realtà, sono diminuiti sensibilmente rispetto
agli anni passati.
Lo sforzo più grande è quello di attirare
l’attenzione di potenziali fruitori dei nostri
centri fitness attraverso i canali di
comunicazione tradizionali che sembrano non
essere più incisivi come nel passato. Recenti
studi condotti da illustri istituti di ricerca sia a
livello nazionale che a livello mondiale
evidenziano un numero crescente di
consumatori che frequentano il mondo del
web. La crisi economica ha incentivato questo
processo di crescita di utenti on line per due
motivi. Il primo è l’uso che spesso viene fatto
di internet come “luogo” dove trovare sconti e
coupon per acquistare a prezzi più vantaggiosi.
Questo è spesso possibile grazie al fatto che
vengono eliminati processi di intermediazione
consentendo un vantaggio di prezzo all’utente
finale. Il secondo è legato, invece, alla volontà
e alla possibilità da parte del consumatore di
confrontare on-line offerte e proposte
commerciali prima dell’acquisto.
Dalla pubblicità tradizionale
al tour digitale
Internet, con le sue molteplici applicazioni,
rappresenta una grande opportunità per il
mondo del fitness. Tra queste opportunità c’è
sicuramente quella di poter sopperire in parte
alla mancanza di tour fisici nelle nostre
palestre grazie ad una nuova tipologia di tour
che ci piace definire “digitale”.
Fino ad oggi per procacciare nuovi visitatori
effettuavamo pubblicità sui giornali, su
cartelli, attraverso volantinaggio ecc., con
l’obiettivo di incuriosire ed invogliare l’utente
finale a farci visita in palestra. Questo tipo di
approccio con mezzi di comunicazione
tradizionali è stato da sempre un’impresa non
facile condizionata dai limiti di
approfondimento della notizia, dalla difficoltà
di individuare la fonte del mezzo e dai costi
elevati.
Lo schema strategico alla base del nuovo
concetto di tour che si propone prevede tre
passaggi fondamentali che definiremo “fan”,
“lead”, “client”.
Le strategie di web marketing, ed in particolar
modo quelle di social media marketing (leggi
articoli sui social media nei numeri di novembre
2012 e gennaio 2013) devono essere
inizialmente indirizzate all’ottenimento di fan,
ossia persone a cui “piace” il nostro brand e
che mostrano un’apertura ed un interesse verso
di noi. Lo status di fan ha poca importanza ai
fini del business. Avere, ad esempio, migliaia di
fan su Facebook, oltre ad una soddisfazione
strettamente legata alla brand awareness, non è
affatto utile in termini economici. Il passaggio
successivo da effettuare è quello di tramutare
il fan in lead ossia, ottenere almeno una
informazione di contatto attraverso mirate
azioni di web marketing. Una volta ottenuto il
contatto, il passo seguente è quello di raggiungere
il lead e cercare di trasformarlo in cliente.
Per maggiore chiarezza, riporto un esempio
pratico che riguarda il social network più
GESTIONE
utilizzato al mondo, Facebook.
1) Ottenere FAN: attraverso un’inserzione
pubblicitaria su Facebook si attirano nuovi fan
alla propria fan page;
2) Trasformazione di FAN in LEAD: si
pubblica un post invitando i fan a visitare
un’apposita landing page del sito dove potranno
lasciare il loro contatto e ricevere una
particolare proposta commerciale;
3) Trasformazione di LEAD in CLIENT:
si contatta via e-mail o telefonicamente il
cliente per fissare un appuntamento presso la
palestra e proporre una offerta commerciale.
Mosse vincenti
I principali ingredienti per una operazione di
successo di questo tipo sono:
- una adeguata gestione dei profili social
dell’azienda;
- una attenta pianificazione dell’advertising on
line con individuazione dei canali adeguati
dove intercettare il target;
- un sito internet intuitivo e di facile
navigazione, accattivante dal punto di vista
grafico e con contenuti di qualità;
- organizzazione e abilità nella fase di contatto
del lead;
- adeguata offerta commerciale.
Per rendere maggiormente incisivo il
processo FAN – LEAD – CLIENT è arrivato
il momento di introdurre anche nel nostro
settore la modalità di acquisto e-commerce.
Una sezione di e-commerce all’interno del
nostro sito ci permette di chiudere in prima
battuta questo tour digitale contribuendo alla
trasformazione diretta del lead in client.
Questo tipo di modalità può servirci soprattutto
se decidiamo di proporre offerte civetta per
attirare nuovi potenziali clienti con la vendita
di abbonamenti di breve durata ad un prezzo
conveniente. Un sito internet con opportunità
di e-commerce consente anche una efficace
integrazione di attività on-line e-d off-line.
Caso pratico è la distribuzione di un volantino
con un codice promozionale che consente
una particolare agevolazione inserendolo
nell’apposito spazio dell’acquisto on-line.
Da convinto sostenitore del web marketing
applicato al settore del fitness ritengo che i
nostri siti internet aziendali, supportati da
adeguate strategie, debbano dare
l’opportunità al cliente finale di poter
acquistare anche gli abbonamenti di lunga
durata direttamente on line.
Carmine Preziosi
Carmine Preziosi
Laureato in Economia e
Commercio ed esperto di
marketing. Attualmente è direttore
commerciale e marketing presso
il network di centri
wellness fiorentini Klab
acqua & beauty
Il ricambio di acqua
in
piscina
Qual è il modo corretto
di smaltire le acque?
E come evitare di incappare
in pesanti sanzioni?
L'
acqua della piscina è un sistema che
viene continuamente modificato, dal
punto di vista chimico e
microbiologico, dall'apporto di
inquinanti da parte dei bagnanti e dal trattamento
chimico messo in atto per ridurre l'inquinamento
a livelli accettabili per la salute dei bagnanti stessi.
Come accade con i farmaci, i trattamenti
52 LA PALESTRA
indispensabili per evitare il proliferare delle
contaminazioni batteriche producono
sottoprodotti chimicamente dannosi, che vanno in
qualche modo smaltiti o quantomeno diluiti.
Il ricambio periodico di acqua nella piscina ha
soprattutto questo scopo, cioè ridurre la
concentrazione di sottoprodotti chimici dannosi
creati dall'immissione in acqua di cloro, acido,
riduttori di cloro, antialghe, e altro.
Cosa prevede la normativa
A livello nazionale è in vigore la prescrizione
contenuta nell'Allegato 1 dell'Accordo Stato
Regioni 2003 “Accordo tra il Ministro della salute,
le Regioni e le Province Autonome di Trento e di
Bolzano relativo agli aspetti igienico-sanitari per la
acqua & beauty
costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle
piscine a uso natatorio”, che prescrive: L’acqua
delle vasche deve essere completamente rinnovata,
previo svuotamento, almeno una volta l’anno e
comunque ad ogni inizio di apertura stagionale.
L'acqua di riempimento e l'acqua di rinnovo delle
piscine deve inoltre essere potabile, sempre
secondo l'Accordo, sia che provenga da pubblico
acquedotto che da pozzo privato (punto 1.2
dell'Allegato 1). Lo stesso Accordo prescrive,
seppure in via indiretta, l'obbligo della
installazione di un contatore volumetrico
sull'acqua di
approvvigionamento, poiché
prevede che venga riportata
sull'apposito registro la
lettura quotidiana del
contatore stesso (vedi punto
6.4).
In questo documento non vi
è però nessun riferimento
alla quantità di acqua
minima da ricambiare.
L’entità del rinnovo d’acqua
giornaliero di riferimento, che
include l’acqua di reintegro,
deve essere per lo meno il 5%
della somma del volume
d’acqua di vasca e del volume
convenzionale della vasca di
compenso. Qualora il
risultato del calcolo di 30 l/d per bagnante effettivo,
effettuato su periodi di tempo omogenei e
rappresentativi, si discosti significativamente dal
valore del 5% indicato sopra, il gestore in sede di
protocollo di autocontrollo può stabilire un valore
ridotto, comunque non minore del 2,5% e sempre
nel rispetto dei valori dell’acqua di vasca indicati
nel punto 5.1.3.
Tale prescrizione è stata ripresa da alcune leggi
regionali, mentre altre regioni hanno
semplicemente ripreso quanto prescritto dalla
Norma UNI, lasciando quindi aperta la possibilità
di modificare tale punto, cosa che è in atto in
questi giorni nella Commissione Piscine dell'UNI,
di cui la scrivente fa parte. La modifica, non
ancora definita, sarà comunque nell'ottica di
ridurre la parte di acqua che deve
obbligatoriamente essere ricambiata.
dimenticato che l'acqua è una risorsa
fondamentale per il pianeta, da utilizzare con
parsimonia. Ci si trova quindi di fronte a due
necessità contrastanti: ricambiare acqua per
salvaguardare la salute dei bagnanti e ridurre il
consumo di acqua per salvaguardare le risorse
ambientali e per non sprecare inutilmente denaro.
Qualunque manutentore di piscina che svolga
coscienziosamente il proprio lavoro sa quanto sia
indispensabile, per mantenere corretti i parametri
chimico- fisici e microbiologici di una piscina,
effettuare un corretto ricambio di acqua, ma la
quantità di acqua ricambiata
può variare moltissimo a
seconda delle situazioni. Vi
sono piscine piccole e molto
frequentate che necessitano
di un ricambio ben maggiore
del 5% previsto dalla
normativa, mentre altre
vasche, pensiamo ad esempio
a quelle molto grandi
destinate prevalentemente
all'attività agonistica, non ne
hanno affatto la necessità.
Il ricambio periodico
di acqua in piscina
consente di ridurre
la concentrazione
di sottoprodotti
chimici dannosi
creati da cloro,
acido, antialghe
e altro
La giusta quantità di acqua
Questo aspetto è di grande importanza per il
gestore delle piscine ad uso pubblico, poiché da
alcuni anni il costo dell'acqua potabile è
aumentato in misura considerevole, così come
quello del riscaldamento e del trattamento
chimico. Ricambiare acqua quando non è
necessario si rivela quindi un inutile spreco
economico e ambientale, poiché non va
Come risparmiare
Fermo restando l'obbligo
normativo, comunque in
evoluzione, come è possibile
evitare di spendere troppo
per effettuare il ricambio di acqua necessario?
L'unica strada percorribile è quella del recupero
di energia termica e di acqua. Per quanto
riguarda il recupero di energia termica è possibile
far transitare l'acqua da ricambiare attraverso uno
scambiatore di calore, ancor meglio una pompa di
calore, affinché l'energia termica necessaria a
riscaldare l'acqua che proviene dall'acquedotto sia
sensibilmente ridotta. Molte delle apparecchiature
oggi in commercio sono in grado di recuperare
anche fino all'80% del calore. Il calore recuperato
dall'acqua scaricata viene dato all'acqua fredda
proveniente dall'acquedotto. La stessa acqua
scaricata, una volta raffreddata, può essere stoccata
in una vasca adiacente alla vasca di compenso, o
ricavata in una parte di quest'ultima, ed utilizzata
per il controlavaggio dei filtri, per il quale
solitamente viene invece utilizzata acqua calda.
Tale accorgimento consente un notevole
risparmio, come si può vedere dal calcolo riportato
nel riquadro.
Un'altra possibilità di risparmio è quella di ottenere
dal gestore del servizio idrico la riduzione o
l'annullamento del costo di smaltimento almeno
per la quota di acqua riguardante la vasca. Si tratta
infatti di acqua pulita, che non necessita di alcun
tipo di trattamento.
Rossana Prola
Facciamo un po'
di conti
Costo medio acqua al metro cubo
(compreso smaltimento: 1,2 euro)
Costo per il riscaldamento di un metro
cubo di acqua (da 10 a 30 gradi):
Una caloria innalza di un grado
centigrado un grammo di acqua.
Q=m*C*deltaT dove
Q=calore necessario
m= peso dell'acqua in gr (equivalente al
corrispondente in volume, per l'acqua)
C=1cal/(°C*g) (calore specifico
dell'acqua)
deltaT = °C di salto termico
Quindi, per innalzare di 20 °C un metro
cubo di acqua (equivalente a 1000 litri):
Q= 1.000.000.000 x 1 x 20 =
20.000.000 calorie, pari a 20.000 Kcal
Una volta ricavate le calorie bisogna
trasformarle in metri cubi di metano e
qui entrano in gioco l'efficienza della
caldaia e il potere calorifico del metano.
Generalmente un metro cubo di
metano genera 8250 kCal, quindi per
scaldare la nostra acqua serviranno
2,4 metri cubi di metano. Se la caldaia
ha un rendimento del 70% bisognerà
ulteriormente correggere e quindi
serviranno 2,4 / 0,70 = 3,4 metri cubi,
pari a circa 1,7 euro.
Buttare un metro cubo di acqua
riscaldata, in piscina costa quindi circa
3 euro.
Rossana Prola
Laureata in Fisica e
amministratore unico di
Professione
Acqua srl, si occupa di
progettazione di impianti di
trattamento dell’acqua e di molti
altri aspetti che riguardano gli
impianti natatori.
È autore, per Flaccovio Editore,
del libro “Piscine” edito nel 2009.
LA PALESTRA 53
consulenza
Consulenza in pillole
A quesiti di natura gestionale e organizzativa, risponde
in modo breve ma pragmatico Davide Verazzani,
consulente e formatore di decennale esperienza
nel settore fitness, creatore del network www.kaleido-scopio.it
Inviate le vostre domande a: [email protected]
Come si organizza un buon open day?
Sinonimo di “porte aperte”, l’open day si caratterizza come una
giornata in cui l’accesso al club e alle sue iniziative è libero per tutti.
Nasce come un giorno di festa, diventa un’opportunità commerciale,
un giorno in cui nulla va lasciato al caso, perché tutto quel che accade
è una vetrina per il club. Sia per chi lo visita per la prima volta, sia per
i soci. Pianificare un open day non è quindi cosa di poco conto; dato il
poco spazio, ci focalizzeremo sugli aspetti principali.
Innanzitutto: quando svolgere un open day? Non ci sono vincoli.
Eviterei solo luglio e agosto (a parte i club in zone marine, che
potrebbero beneficiare del turismo), ma per il resto ogni momento è
buono. Proprio perché nasce come festa del club e dei suoi soci, però,
è meglio pianificarlo quando si hanno novità da proporre o
premiazioni da svolgere; in caso contrario, verrebbe percepito solo
come occasione commerciale e poco più. L’organizzazione delle
attività della giornata si basa sulle sale corsi, che devono privilegiare
proposte innovative, non presenti nel palinsesto (magari per
presentarle come anteprima e verificarne l’interesse), oppure varianti
di corsi già esistenti con attinenza magari al periodo in cui si svolge
l’open day (Carnevale, Natale, inizio estate, etc). Inoltre, per
sottolineare l’atmosfera di festa del club, si possono organizzare gare tra
i soci, usando gli attrezzi di sala fitness, e situazioni di intrattenimento
quali animazioni per i bambini, aperitivo in musica, degustazioni di
prodotti bio. Infine, non vanno dimenticati gli addobbi: il club deve
essere perfetto e fornire un’immagine di serenità e cura dei particolari.
Per far sì che le aule e le gare siano piene, vanno prese le iscrizioni fra i
soci. Per questo, l’open day va pianificato e comunicato almeno un
mese prima, usando comunicazione interna e via web. Una soluzione
on line può essere quella di creare l’evento su Facebook e invitare
amici, monitorando la viralizzazione della news. Una possibilità off
line, invece, potrebbe essere quella di creare un mega-cartellone
all’ingresso del club, in cui siano riassunte le attività della giornata, e
invitare i soci a iscriversi ad esse. Commercialmente, la giornata deve
prevedere un’offerta notevole sul piano del risparmio, relativa
all’abbonamento più costoso e open, e riservata a chi, mai iscritto al
club, si iscrive in quella giornata o, al limite, nei tre giorni successivi.
Anche per questo motivo, all’ingresso, chiunque non sia socio è tenuto
a lasciare i suoi dati e a seguire un tour del club, al termine del quale il
consulente può effettuare la sua proposta di iscrizione. Se vi sono
sponsor, si può ipotizzare di distribuire all’ingresso un piccolo regalo a
tutti i partecipanti. In ogni caso, è bene che nei giorni
immediatamente seguenti l’open day, chi non è socio e non si è iscritto
sia contattato, magari anche solo via web, dal club, per rispondere a
due/tre domande relative alla sua esperienza e fornire quindi un
fondamentale feedback ai titolari.
54 LA PALESTRA
Ho problemi con i pagamenti dei miei clienti: come limitarli?
In una situazione di crisi economica e stagnazione, diventa sempre più
difficile per i consumatori far fronte agli impegni economici. Anche
nel nostro settore gli insoluti stanno aumentando. Il fitness è l’unico
settore dei servizi dove i clienti si sono sempre permessi di procrastinare
il pagamento, usando le scuse più opinabili (“frequento tutti i giorni, te
li posso dare anche domani no?” “tanto mi conosci, mica scappo!”). Se
permettiamo ai clienti di pagare quando vogliono in tempi di vacche
grasse, figuriamoci cosa può accadere in momenti di depressione
economica! Quando il mancato incasso diventa un problema?
Dipende dalla struttura finanziaria del club, ma in generale se supera
il 5% del fatturato dovrebbe scattare un campanello d’allarme, e se va
oltre il 10% la sirena dovrebbe suonare ininterrottamente. Poiché è da
escludere l’esecuzione coattiva del credito nei confronti del cliente
(presupporrebbe l’attività di un avvocato, e per somme modeste il gioco
non vale la candela), e va lentamente scemando la fiducia nei clienti
che dicono di continuo che pagheranno la prossima volta, la soluzione
va cercata alla base. Per abbonamenti a lungo termine, il pagamento
attraverso società di credito al consumo mostra i suoi limiti perché
sottoposto a vincoli burocratici e finanziari che a volte lo frenano (basti
pensare alle richieste di buste paga o di contratti di assunzione, o alle
garanzie da chiedere a terzi). Si sono fatte avanti, ultimamente,
proposte di pagamenti parcellizzati con carta di credito ma, nonostante
ciò risolva il problema del finanziamento, ne provoca un altro
derivante dall’incasso mensile, anziché immediato, della somma. Per
chi possiede una carta di credito, forse la soluzione migliore sarebbe
dividere in due parti uguali il totale da pagare, incassare la prima metà
immediatamente attraverso contanti, assegni o bancomat, e assicurarsi
l’incasso della seconda metà digitando subito con la carta di credito
l’importo: tale incasso avverrà il giorno 15 del mese successivo. Infine,
da qualche mese, una nota società di controllo della solvenza dei titoli
di credito eroga l’intera somma subito, come fa la finanziaria, senza
richieste di dati o di buste paga ma solo attraverso il controllo di un
assegno vuoto del cliente; il rovescio della medaglia è che il costo
dell’operazione, per abbonamenti a lungo termine, si avvicina
pericolosamente al 10%, e quindi va bene solo per chi già attuava il
tasso zero oppure se si alzano preventivamente i prezzi per rovesciarne
almeno una parte sul cliente. Qual è il segreto? Possedere tutti i mezzi
di pagamento possibili, e presentarli al cliente facendogli scegliere
quello che lo soddisfa maggiormente. E per concludere, non va
scordata la qualità della trattativa, che in momenti come questi deve
essere altissima. Se non c’è accordo sulla proposta, non ha senso
parlare di pagamenti. Se c’è l’accordo, la scelta è fatta. La felicità di
una scelta fa passare in secondo piano altre problematiche.
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Les Mills Italia Tel. 0174.551277 www.lesmills.it
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Hanno collaborato:
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Direttore Responsabile:
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