Il gran maestro chiama i fratelli a raccolta

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Il gran maestro chiama i fratelli a raccolta
Periodico informativo culturale
Anno VI, Numero 19-20, 15-30 novembre 2004
Bollettino
d’informazione
del Grande
Oriente d’Italia
http://www.grandeoriente.it
http://www.goiradio.it
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via di San Pancrazio 8 - 00152 Roma - Tel. 065899344 - Fax 065818096 - Email [email protected]
sommario
2
speciale bicentenario
grande oriente d’italia
è pronto il programma
di massima per le grandi
celebrazioni del
prossimo anno
il gran maestro
chiama i fratelli a
raccolta
3
speciale mostra
a milano
il grande oriente
d’italia collabora con il
“da ponte institut”
e sponsorizza
l’esposizione
massoneria e musica
per la riapertura della
scala
3
speciale convegno
del gris a treviso
per il grande oriente
d’italia ha partecipato
il gran maestro
onorario franco rasi
chiesa e massoneria:
prove tecniche
di dialogo
4
attività grande
oriente d’italia
goi international
lussemburgo
notizie dalla comunione
carbonia, catania,
cremona, firenze,
lecce, montefiore
conca, taranto
servizio biblioteca:
incontri con l’autore
6
rassegna stampa
cronache da san
marino / i cento anni
della loggia “liberi e
coscienti” di lecce /
convegno della loggia
“leonida bissolati” di
cremona / concorso
del collegio del friuli
venezia giulia / incontro
a catania / convegno a
montefiore conca / il
grande oriente
risponde a “marsala
c’è” / convegno a
genova / convegno del
gris a treviso /
secondo emulation
day a venezia
8
storia e cultura
dan brown: e ora vi
svelo i segreti della
massoneria (il
corriere della sera)
massoni 17 su 43 i
presidenti degli stati
uniti d’america
(l’opinione)
storia della
massoneria veneta
(l’opinione)
un medico porta in
città la massoneria (il
tirreno)
20 accade fuori
abd-el-kader (1808-1883)
patriota algerino ed emiro di
mascara/ resistette per 13
anni alla conquista francese
dell’algeria/difese i cristiani
di damasco dagli attacchi
dei musulmani/fu iniziato in
egitto nella loggia “les
pyramides d’alexandrie” il
18 giugno 1864
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Erasmo Notizie 19-20/2004
bicentenario del grande oriente d’italia
speciale
E’ pronto il programma di massima per le grandi celebrazioni del prossimo anno
Il gran maestro chiama i fratelli a raccolta
on una lettera aperta a tutti i fratelli il gran maestro Gustavo Raffi
ha annunciato l’imminente avvio delle iniziative pubbliche per il
bicentenario del Grande Oriente d’Italia che si celebrerà il prossimo anno. Un annuncio che è anche un invito a partecipare alla realizzazione del nutrito palinsesto culturale in programma.
Pubblichiamo integralmente il documento che è datato 22 novembre 2004.
Cari fratelli, è da tempo a Voi tutti ben noto che la nostra Comunione
si accinge a celebrare il bicentenario della sua esistenza. Tale occa sione di gioia comporta, altresì, un impegno straordinario
da parte del nostro Ordine, affinché essa possa
degnamente rappresentare presso la società
civile i valori ed il senso storico espressi
dalla cultura massonica in Italia ed in
Europa in questo lungo periodo».
Si tratta di un impegno che vede il
Grande Oriente d’Italia sotto gli
occhi di tutta la Nazione e, per
molti versi, anche di tutte le
Obbedienze massoniche euro pee, che con grande interesse
seguono ed in diversi casi cer cano di imitare la straordinaria
efficacia del rigore e del corag gio assunti da parte del nostro
Ordine in questa epoca di dram matica crisi morale e spirituale.
Abbiamo per questa ragione program mato un numero significativo di iniziati ve pubbliche, la cui organizzazione si sta
rivelando complessa e certamente onerosa, ma
che sono dovute non solo alla dignità dei Fratelli pre senti, ma anche alla memoria di coloro che hanno onorato in due
secoli la nostra Obbedienza ed i suoi Principi.
Per queste ragioni la Giunta ha deliberato di proporre al Consiglio
dell’Ordine di fissare un contributo “una tantum” a carico di ogni
Fratello della Comunione»
Confido nel fatto che lo sforzo straordinario, ma tutto sommato
modesto, che viene richiesto a ciascuno di Voi, possa essere accolto
con quell’entusiasmo che tra le Colonne abbiamo conosciuto insieme.
Per tale comprensione e condivisione Vi ringrazio sin d’ora.
Il gran maestro Gustavo Raffi
Il programma di massima
Per tutto il 2005 sono in cantiere convegni culturali di grande respiro, che prevedono, per ogni incontro, la partecipazione di nove studiosi di fama nazionale e internazionale, italiani e non, che ripercorreranno la nostra storia bicentenaria, approfondendone anche gli
aspetti etici, filosofici, sociali ed esoterici, sì da individuare il ruolo
della massoneria, quale agente della trasformazione delle coscienze e
della Società, momento di crescita e di riscatto dell’Umanità.
La presentazione del palinsesto culturale avverrà a Milano il 5 marzo, in
quanto in tale data fu fondato a Milano il Grande Oriente d’Italia. Seguirà
Napoli il 19 successivo, che ospiterà, nella cornice di Castel Dell’Ovo, la
prima giornata di studi, dedicata ai prodromi. Il convegno si incentrerà
sulla massoneria settecentesca, quella caratterizzata dall’Illuminismo italico e dell’esoterismo di Raimondo di Sangro, Principe di San Severo.
Gli altri appuntamenti si terranno a Milano (periodo napoleonico, giacobino e carbonaro), a Torino (la rifondazione nel 1859, con particolare
riferimento alla libera muratoria dei moderati), a Palermo (la massoneria dei democratici e la questione sociale), a Roma (la massoneria
dell’Unità d’Italia, artefice della costruzione dello Stato unitario e delle
grandi trasformazioni), a Firenze (la massoneria di fronte al
fascismo; il Grande Oriente in esilio) e, infine, a
Bologna (la massoneria dall’avvento della
Repubblica i giorni nostri).
In prosieguo verranno forniti dettagli,
significandovi fin d’ora che anche la
Gran Loggia dedicherà i suoi incontri
culturali al bicentenario e segnatamente all’influenza della massoneria nella cultura (arte, letteratura,
poesie, musica, architettura, scienza, diritti umani, ecc.).
Si tratta di un programma ambizioso,
che verrà ulteriormente arricchito.
A sinistra il logo del 1805 del
Grande Oriente d’Italia
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mostra a milano
speciale
Massoneria e musica perla riapertura della Scala
Il Grande Oriente d’Italia collabora con il “Da Ponte Institut” e sponsorizza l’esposizione
l 7 dicembre 2004 con “Europa riconosciuta” di Antonio Salieri,
diretta da Riccardo Muti, il Teatro alla Scala di Milano si apre al
pubblico e alla musica. La storica sede del Piermarini, dopo due
anni di lavori tra restauro e rinnovo, è restituita all’ammirazione di
tutto il mondo grazie alla preziosa e sapiente opera di progettisti, architetti, ingegneri, artigiani, tecnici artisti, operai, che si sono impegnati
in una sfida contro il tempo.
Il contributo del Grande Oriente d’Italia all’avvenimento non riguarda l’opera di ristrutturazione, ma s’inserisce nella copiosissima attività culturale che ne fa da cornice fino a febbraio del prossimo anno e
che propone iniziative di vario genere. Attraverso mostre e convegni,
si spazia dall’arte alla tecnologia, dalla documentaristica alla letteratura e via discorrendo. “Salieri sulle tracce di Mozart” è una delle
attività. Si tratta di una mostra documentaria che dal 2 dicembre
al 30 gennaio del 2005 rimarrà allestita al Palazzo Reale di
Milano grazie anche al contributo del Grande Oriente d’Italia che
collabora perquesto evento con il “Da Ponte Institut”, prestigiosa
associazione internazionale di ricerca, con sede a Vienna, che curerà
nel 2006 le grandi celebrazioni dell’anno mozartiano per i 250 anni
della nascita di Wolfgang Amadeus Mozart.
Scopo della mostra “Salieri sulle tracce di Mozart” è quello di presentare il celebre compositore e le sue opere nel contesto politico-cul-
turale dell’epoca. La prima sala, delle sei riservate all’esposizione,
sarà dedicata alla massoneria milanese dalla fine del regno di Maria
Teresa d’Austria all’inizio di quello di Giuseppina Bonaparte.
Orari della mostra: 9,30 - 17,30 (chiuso il lunedì)
Infoline: 02 54917
convegno del gris a treviso
Chiesa e massoneria: prove tecniche di dialogo
Per il Grande Oriente d’Italia ha partecipato il gran maestro onorario Franco Rasi
n un periodo così acceso di discussione tra i significati di “laicismo” e “laicità”, il dialogo tra chiesa e massoneria non può che
essere proficuo. Lo chiede adesso la chiesa cattolica dopo anni di
chiusura o almeno, ultimamente, di timida partecipazione.
“Massoneria e Chiesa Cattolica - Tra passato e presente, tra dialogo e
comprensione” è infatti il titolo della giornata di studio organizzata dal
Gris (Gruppo di Ricerca ed Informazione Socio-religiosa) lo scorso 21
novembre presso l’Istituto Emiliani di Treviso. E’il secondo dopo pochi
mesi. L’altro si era svolto a giugno a Ravenna, nel quale aveva preso la
parola, fuori programma, il direttore di “Hiram”, il fratello Antonio
Panaino, davanti ad una platea quasi totalmente costituita da prelati.
ATreviso è intervenuto il gran maestro onorario Franco Rasi e questa
volta a pieno titolo - in rappresentaza del Grande Oriente d’Italia - a
seguito della richiesta dello stesso Gris di avere in dibattito anche un
esponente della massoneria italiana.
Le prove tecniche di dialogo tra chiesa e massoneria quindi continuano
e sembrano intenzionate ad andare avanti anche nel prossimo futuro.
Ad un nostro incaricato Franco Rasi ha comunicato di aver colto nel
corso del convegno «un preciso segnale di disponibilità al dialogo sui
temi ove chiesa e massoneria convergono». «Esponendo la posizione
dell’attuale gran maestranza ho precisato - spiega Rasi - che i massoni
del Grande Oriente saranno lieti di poter incontrare esponenti ecclesia-
stici per confrontare idee, alla luce del percorso evolutivo sui temi che
la libera muratoria ha svolto nell’ultimi anni. Confronto sui rituali, sul
problema dell’interpretazione del concetto esoterico, che tanto turba il
mondo cattolico, e quant’altro di reciproco interesse».
«Questa disponibilità - ha aggiunto - ha riscosso interesse e sincero
entusiasmo».
Nello stesso giorno un gruppo di estremisti di destra di “Forza Nuova”
ha manifestato contro la massoneria diffondendo in città volantini dal
titolo “Nessuna mano tesa alla massoneria”. Il gran maestro Gustavo
Raffi non ha voluto commentare il fatto, mentre si è espresso favorevolmente sul convegno. «Iniziative simili sono importanti, perché promuovono la mutua conoscenza tra chiesa e massoneria», ha comunicato alla nostra redazione. «Non è che quest’ultima non ci conosca:
sono quasi trecento anni che ci studia, ma solo nell’ultimi anni ha
avviato una “politica” di distensione nei nostri confronti».
«Mi auguro che questa attenzione porti a chiarire definitivamente che
non esistono ostacoli al dialogo: la massoneria non è una religione e
già questo dovrebbe rimuovere qualsiasi riserva.
«Dobbiamo incontrarci e confrontarci sui principi», ha concluso il
gran maestro. «Proprio Giovanni Paolo II ha affermato che si deve
lavorare a favore della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità.
Guarda caso il nostro trinomio universale».
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ualsiasi comunicazione relativa al notiziario “Erasmo
Notizie”(informazioni, richieste di pubblicazione, arti-
attività
grande oriente
d’italia
coli ed altro) dovranno essere inviate agli indirizzi di posta
elettronica: [email protected] e/o
[email protected]; oppure direttamente al direttore
responsabile del periodico, il fratello Pasquale Santamaria, ai recapiti: Grande Oriente d’Italia, via di San Pancrazio, 8 - 00152 Roma:
email: [email protected] .
Si rammenta, inoltre, che le variazioni di indirizzo dei fratelli, vanno
comunicate esclusivamente alla gran segreteria che, istituzionalmente, tiene i dati anagrafici degli iscritti da cui sono tratti gli indirizzi
per le spedizioni di “Erasmo Notizie” e di “Hiram”. Preghiamo, pertanto, i fratelli di non inviare alle redazioni le variazioni di indirizzo.
giunta in redazione la notizia dell'improvviso passaggio
all’Oriente Eterno del fratello Roberto Formigli. Siamo vicini
ai familiari ed ai fratelli della loggia “Lando Conti” (884) di
Firenze per il grave lutto che li ha colpiti.
Il fratello Formigli è stato il fornitore ufficiale del Grande Oriente
d’Italia di paramenti, gioielli ed oggettistica massonica. Vogliamo onorare la sua memoria ricordandolo con fraterno affetto, assieme a
quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e di averlo accanto come
apprezzato compagno di viaggio lungo la via iniziatica.
GOI INTERNATIONAL
USSEMBURGO - Dal 21 al 24 ottobre la loggia “Europa” (765) di
Riccione si è incontrata nella capitale del Granducato con la loggia locale “Les Enfants de la Concorde Fortifièe” (1).
L’incontro, organizzato su invito dei fratelli lussemburghesi, si è svolto in
tornata rituale lo scorso 22 ottobre. Nel corso dei lavori è stata tracciata
un’interessante tavola intitolata “Dante Alighieri et la commedie esoterique”.
Il maestro venerabile Costantin Carabatos, nel prendere la parola, ha ringraziato i rappresentanti della “Europa” per la visita, evidenziando i profondi legami esistenti tra il Grande Oriente d’Italia e la Gran Loggia del Lussemburgo.
Erano presenti ai lavori anche il gran maestro Ivan Bouvy e i grandi ufficiali della Comunione del Granducato.
Significativo è stato l’intervento dell’ex gran maestro Victor Gillen, il
quale ha voluto ancora sottolineare i profondi legami tra le due
Obbedienze manifestando l’alta considerazione per tutti quegli italiani
che per tanti anni hanno contribuito allo sviluppo del Lussemburgo.
Il maestro venerabile della loggia “Europa”, Nunzio Giulini, e l’oratore
Liborius Ceran, gran rappresentante della Gran Loggia di Lussemburgo
per il Grande Oriente d’Italia, hanno portato ai presenti il saluto del gran
maestro Gustavo Raffi, ringraziando tutti i fratelli lussemburghesi per la
calorosa ospitalità, e li hanno invitati a ricambiare la visita nel segno di
un sempre maggior legame fraterno tra i due paesi.
NOTIZIE DALLA COMUNIONE
ARBONIA - Lo scorso 25 settembre si è celebrato il gemellaggio
tra le logge “Giovanni Mori” (533) di Carbonia e “Makedonska
Zora” (24) di Blagoevgrad in Bulgaria. Ha condotto i lavori rituali nella casa massonica carboniense il presidente del Collegio circoscri-
zionale dei maestri venerabili della Sardegna, Andrea Allieri.
L’incontro, fortemente desiderato e voluto dai fratelli delle due
Officine - in particolare dai due rispettivi maestri venerabili, i fratelli Fausto Congiu e Plamen Genkev - è stata la realizzazione di
un’avventura, iniziata un anno e mezzo fa, che vuole essere fondamento
di un lavoro comune tra le due logge intendono svolgere per il bene e il
progresso dell’umanità, e questo grazie all’universalità che contraddistingue la nostra istituzione.
Il gemellaggio, infatti, suggella amicizia, affinità di tradizioni e di realizzazioni, e rappresenta l’arricchimento reciproco di quelli che sono i capisaldi che stanno alla base della libera muratoria. Sono le esperienze e i
valori che si consolidano arricchendo il tempio interiore di ognuno di noi,
che divenendo pietra angolare, potrà essere partecipe della costruzione
della cattedrale dell’Umanità.
Ai lavori erano presenti, oltre i membri delle logge gemellate, numerosi
fratelli cagliaritani, in particolare delle logge “Giorgio Asproni” (1055),
“Concordia” (1124), “Nuova Cavour” (598) “W. A. Mozart” (1147),
“Giordano Bruno” (1217).
La tornata si è conclusa con l’augurio, da parte di tutti i fratelli, di festeggiare in armonia secondo la tradizione massonica e di raggiungere le finalità del gemellaggio operando come anelli di quella catena ideale che non
conosce limiti di spazio e di tempo.
ATANIA - Ennesima presentazione del libro di Fulvio Conti
“Storia della Massoneria in Italia”. Sede dell’avvenimento è stata
questa volta Catania grazie all’organizzazione della loggia locale
“Giuseppe Garibaldi (315) e, in particolare, al grande ufficiale Salvo
Pulvirenti, membro dell’officina. All’incontro, svoltosi il 5 novembre
presso il refettorio piccolo del monastero dei benedettini, sono intervenuti, oltre all’autore, gli storici Santi Fedele e Antonino Coco (che ha
letto la relazione di Giuseppe Giarrizzo, Accademico dei Lincei, impossibilitato a partecipare), lo scrittore e saggista Bent Parodi e il presidente del Collegio circoscrizionale siciliano Nicola Gitto (foto).
Seconfo Santi Fedele, il saggio di Conti ripercorre la storia della libera
muratoria italiana dall’Unità al periodo fascista, durante il quale il regime mise fuori legge l’Istituzione e ne perseguitò i suoi affiliati.
Bent Parodi ha, invece, sottolineato l’indirizzo progressista assunto dal
Grande Oriente d’Italia e come le idee liberali, da questo sostenute,
abbiano avuto un peso determinante nel consolidare il neonato Stato italiano. Le premesse filosofico-funzionali della massoneria - ossia grandezza, forza, operatività - hanno superato i confini delle logge per formare l’Italia in un delicato momento di crescita e sviluppo.
Secondo Parodi, la massoneria, dopo oltre centotrenta anni dall’Unità,
dovrebbe oggi concentrarsi maggiormente sullo sforzo di realizzare una
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forma di religiosità laica di cui la nostra società avverte forte“uomini del dubbio”, ma non nichilisti. Un nuovo Umanesimo
attività
oriente
mente il bisogno. Sviluppare tale concetto sarà negli anni futuri grande
infatti può sorgere soltanto dalla libera ricerca della verità e della
d’italia
la vera sfida dei liberi muratori del nostro tempo.
scienza, senza divieti ne dogmatismi, ma seguendo l'etica della
Successivamente Fulvio Conti ha evidenziato la necessità assoluta per
responsabilità. La filosofia del dialogo non è imbelle passività, ma lo
gli storici di contestualizzare gli anni presi in analisi nel suo saggio, afferstrumento più efficace per costruire la comunità umana del futuro, nella
mazione ripresa da Giuseppe Giarrizzo nella sua relazione al Convegno che
quale i diritti e la dignità di tutti saranno un patrimonio intangibile. Il
ha dimostrato di concordare con l’autore del saggio su vari aspetti. vibrante discorso ha suscitato l’entusiasmo dell’uditorio. Acaldo, un intelEntrambi infatti definiscono la massoneria post-unitaria estremamente
lettuale profano presente tra il pubblico, ha commentato: «In un mondo di
diversa da quella settecentesca e da quella odierna in quanto più portata
confusione, finalmente una voce chiara. Senza bla-bla, né sicumere».
all’agire politico che al lavoro esoterico-iniziatico, e ciò perché figlia di un
IRENZE - La loggia “Lino Salvini” (1125) di Firenze, ha vissuto lo
contesto particolare che imponeva di puntellare in tutti i modi possibili l’enscorso 8 ottobre una tornata di lavori molto esaltante con il fratelli
tità statale appena creatasi, esile dal punto di vista democratico e sottoposta
al completo per festeggiare il novantesimo compleanno del fratello
a feroci attacchi interni ed esterni. Da qui i tentativi, che oggi potrebbero
Tanino Tucci fondatore e già maestro venerabile dell’officina, nonché la
certo apparire insensati, di far accettare la guida dell’Ordine a non iniziati
recente elezione a gran maestro onorario del fratello Aldo Chiarle.
del calibro di Cavour, Mazzini e Cattaneo, che però rifiutarono.
Il maestro venerabile Claudio Delli si è rivolto con parole di elogio e
L’intervento di Nicola Gitto ha invece esaminato il nucleo spirituale ed
incoraggiamento ai due fratelli festeggiati, esaltando l’assiduo e imporesoterico dell’esperienza massonica che non può certo essere ridotta al
tante lavoro svolto nella loro vita di massoni. Al fratello Tucci, l’affetmero impegno storico-politico. I lavori sono stati conclusi dal maestro
tuoso augurio di poterlo avere sempre fra le Colonne, in quanto la sua
venerabile della “Giuseppe Garibaldi”, Massimo Lello.
lunga esperienza è fonte di ricchezza e di armonia fondamento vitale per
REMONA - Il salone delle Cariatidi di Palazzo Cattaneo Ala
una loggia massonica. Le parole rivolte al fratello Aldo Chiarle sono
Ponzone di Cremona, sabato 23 ottobre, era affollatissimo. Il pubstate di esaltazione per il suo instancabile lavoro di “massone in trincea”
blico era formato sia da fratelli che da molti profani. Erano presene di patriota che grazie alla sua attività giornalistica da sempre fa conoti anche i rappresentanti del Comune, l’Assessore alla cultura Gianfranco
scere tramite articoli, rubriche e pubblicazioni la vita della massoneria,
Berneri, e dell’Amministrazione provinciale, professoressa Denis
che non può essere contraffatta da dolose denigrazioni.
Spingardi, che hanno espresso fervidi saluti augurali ai partecipanti al conNumerosi fratelli, appartenenti anche ad altre officine, hanno preso la parovegno “Cultura e crescita civile. Il ruolo storico della massoneria italiana”,
la per manifestare il loro augurio e il loro vivo apprezzamento.
organizzato per celebrare il XXX anniversario della fondazione della locaParticolarmente commovente è stato poi il segno compiuto dal fratello
le loggia “Leonida Bissolati” (911), e coordinato dal Paolo Gastaldi, presiTucci che ha cinto il suo maestro venerabile con il grembiule di maestro
dente del Collegio circoscrizionale dei maestri venerabili della Lombardia.
che fu del gran maestro Lino Salvini.
La prima relazione, tenuta dal professor Ezio Vaccari dell’Università
Il gran maestro Gustavo Raffi ha manifestato il suo apprezzamento al fradell’Insubria, ha affrontato il tema della circolazione delle idee e dei
tello Tucci inviando un telegramma di auguri per la gioiosa ricorrenza.
saperi nel Settecento, promossa e favorita dalla nuova sociabilità massoIRENZE (2) - Il Caffè Letterario “Giubbe Rosse” ospiterà a dicemnica. Le applicazioni pratiche delle nuove conoscenze scientifiche avrebbre due incontri nell’ambito delle rassegne culturali curate dal frabero in breve tempo rivoluzionato le società nell’economia, nell’orgatello Guido D’Andrea. Per la serie “Lettere e Simboli”, giovedì 9
nizzazione politica, nel modo di pensare e vivere.
dicembre alle ore 21,30, Rosalynd Pio e Rolando Fusi affronteranno il
Uno dei momenti topici della modernizzazione in Italia è stato il periodo
tema “Petrarca e Simone Martini - Le Carte ed i Tarocchi”. Per quanto
napoleonico. In tale contesto il professor Franco Della Peruta
riguarda invece gli Incontri del Grande Oriente, il musicista e musicologo
dell’Università di Milano ha illustrato sia il ruolo, sia la strumentalizzaAlessio Di Benedetto terrà lunedì 13 dicembre, sempre alle ore 21,30, una
zione della massoneria attuata da Napoleone per consolidare le istituzioconferenza su “Musica e numerologia: dagli antichi egizi ad oggi”.
ni pubbliche e civili da lui fondate.
La vitalità della massoneria del Grande Oriente d’Italia, durante gli anni
IRENZE (3) - Le logge fiorentine “Avvenire” (666), “Plinio Citi”
di formazione del nuovo Stato Italiano, ha costituito l’oggetto dell’inter(675), “Costantino Nigra” (714) e quella di Massa Marittima
vento del professor Fulvio Conti, dell’Università di Firenze, che ha sot“Giustizia e Libertà” (823) celebrano la tradizionale ricorrenza
tolineato anche l’importanza del Goi nel suscitare una nuova coscienza
del Solstizio d'Inverno con la particolare cerimonia della “Festa della
di cittadinanza comune fra tutti gli italiani.
Luce”. L’appuntamento è previsto per il prossimo 11 dicembre (ore
Cremona, nella seconda metà dell’Ottocento, è stata una specie di labora18,00) presso il Grand Hotel di Piazza Ognissanti 1.
torio politico. Qui, infatti, sono rintracciabili le radici del socialismo umaIl Rituale del Solstizio d’Inverno o “Festa delle Luce” è di origine nornitario e del movimento repubblicano rinnovato dopo la morte di Mazzini.
dica ed è oggi praticato soprattutto dalla massoneria tedesca e in qualche
La professoressa Marina Tesoro, dell’Università di Pavia, ha tracciato il panologgia settentrionale del Grande Oriente d’Italia. L’evento coinvolge
rama dei vivaci cenacoli laici e riformisti lombardi di fine Ottocento, mettenanche i non massoni che possono così conoscerne almeno una parte,
do in luce le molteplici iniziative culturali ed editoriali da essi animate.
quella prevista dal rituale, del lavoro iniziatico.
Lo straordinario operato etico e civile di Bissolati a Cremona, in Italia e
Il programma prevede: ore 18,00 - inizio dei lavori rituali in abito scuro e
nel contesto internazionale è stato descritto con efficacia dalla professoparamenti; ore 18,30 - sospensione lavori rituali, ricevimento dei non iscritressa Anna Maria Isastia dell’Università “La Sapienza”di Roma; mentre
ti all’Istituzione, celebrazione della “Festa della Luce”; ore 19,45 - uscita dei
Dino Fioravanti, Bibliotecario del Grande Oriente, ha spiegato la legdei non iscritti, ripresa e chiusura dei lavori rituali; ore 20,30 - agape bianca.
genda nera del complotto massonico-giudaico, che ha avuto a Cremona
La manifestazione, patrocinata dal Collegio circoscrizionale toscano, è aperuno dei suoi più feroci assertori in Farinacci.
ta ai fratelli di qualsiasi grado del Grande Oriente d’Italia accompagnati dai
Il gran maestro Gustavo Raffi, tracciando le conclusioni del Convegno, ha
loro parenti ed amici. Per informazioni: Collegio circoscrizionale della
messo in risalto la linea di continuità agli ideali plurisecolari della nostra
Toscana - Tel. 055 2340543 (dalle 9 alle 12, sabato escluso).
Istituzione e, con lucidità e fermezza, ha ricordato che i massoni sono
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ECCE - Dal 15 al 17 ottobre l’oriente leccese ha visto i
direttore del “Pensiero Mazziniano”, sono stati affrontati i princiattività
festeggiamenti per il centenario della loggia “Liberi e
pali temi che affliggono da sempre l’Africa ma stanno esplodendo
grande oriente
Coscienti” (260) la più antica in attività della Puglia .
con maggiore virulenza rispetto al passato anche perché grandi
d’italia
La celebrazione di questo importante avvenimento, cui ha concesrealtà come la Russia, l’India e la Cina stanno progredendo con rapiso il patrocinio il Comune di Lecce, si è svolto con una ricca ed artidità determinando un “gap” crescente le nazioni meno sviluppate.
colata manifestazione, che ha riscosso grande attenzione sia da parte degli
Aids, fame, carestie, miseria, conflitti bellici sono il pane quotidiano di
organi di informazione che della cittadinanza.
un’umanità dolente che Eleni Berhane ha illustrato in termini estremamenAll’incontro con la stampa e le televisioni che si è svolto venerdì 15 preste realistici con riferimento alla situazione africana. L’Africa registra ben il
so i locali della casa massonica leccese si sono succedute l’inaugurazione
70% dei malati di Aids di tutto il mondo. Afronte di ciò il mercato africadi una mostra presso il castello di Carlo Vche domina il centro storico citno dei prodotti farmaceutici contro questa malattia copre soltanto l’1% del
tadino cui ha preso parte il gran maestro aggiunto Giuseppe Anania e
mercato mondiale. Una vera e propria “apartheid sanitaria”, ha detto la
l’Assessore Angelo Tondo in rappresentanza del sindaco.
signora Berhane, la cui causa è da ricercarsi nell’egoismo del mondo induLa mostra allestita ha rivisitato i cento anni di vita della loggia in un percorso
strializzato che tiene troppo elevati i prezzi dei medicinali.
a carattere narrativo arricchito da documenti storici, dove si trasferiva anche il
E se il senatore Giampaolo Bettamio si è soffermato sulla tragedia di
ruolo svolto dalla massoneria nella città di Lecce in un secolo di storia.
Fabrizio Quattrocchi in Iraq, ostaggio di incomprensioni e di fanatismo, è
L’evento è stato solennizzato anche dalla presenza dell’Associazione di
stato il senatore Sergio Zavoli a tratteggiare, in modo eccellente, il confine
Filatelia Massonica del Grande Oriente d’Italia, che ha curato un annullo tra morale e politica. Pur dichiarandosi cattolico e credente, Zavoli ha attrispeciale per la ricorrenza leccese.
buito alla massoneria un ruolo specifico: quello di promuovere il dialogo tra
Particolarmente toccanti sono stati poi i lavori rituali, svolti nel tempio
le parti in conflitto e di fungere da elemento di moderazione, in forza della
appositamente allestito in una delle sale del castello. Fratelli provenienti da
sua vocazione illuminista e illuminata. Tra l’altro proprio Sergio Zavoli ha
tutta la Puglia hanno partecipato in massa.
sviluppato per primo il ricordo di Guido Nozzoli, giornalista, libero pensaSabato 16, al mattino, è stata la volta di un convegno pubblico promosso
tore e massone che ha svolto la sua attività di loggia a Milano e poi a Rimini,
dal Collegio circoscrizionale pugliese dal tema “Iniziazione, appartenensvolgendo un grande lavoro culturale, mai enfatico, sempre legato al tentatiza, ragion d’essere della libera Muratoria”, mentre nel pomeriggio si è
vo di porsi le grandi domande dell’esistenza. Ed è proprio sul riferimento
svolto presso lo storico teatro Paisiello un concerto di musica massonica.
all’opera discreta e profonda, connotata da mitezza, di Nozzoli è giunto punI festeggiamenti si sono conclusi domenica 17 con l’apertura al pubblico
tuale il riconoscimento di Antonio Calderisi, presidente dell’Associazione
della casa massonica dove ad accogliere i visitatori erano presenti il gran “Giovanni Venerucci” e gran segretario aggiunto del Grande Oriente d’Italia
maestro aggiunto Giuseppe Anania e naturalmente il maestro venerabile
che ha voluto ricordarlo semplice massone, incontrato sotto le colonne del
della “Liberi e Coscienti”, Mauro Giorgino, che hanno risposto alle moltempio: un fratello massone, al di là di ogni carica. In sede di conclusioni è
tissime domande scaturite naturalmente dalla curiosità dei tantissimi visiintervenuto da prima Ottavio Gallego, presidente del Rito Simbolico Italiano
tatori che denotano un bilancio entusiasmante per la massoneria leccese.
che si è rallegrato per la qualità degli interventi, evidenziando l’alto livello
della manifestazione, e, in particolare per l’armonia degli interventi succedutisi. Di poi, il grande oratore Brunello Palma, dopo aver portato il saluto
del gran maestro Gustavo Raffi, impossibilitato ad intervenire per la contemporanea partecipazione alla trasmissione televisiva “L’infedele” con Gad
Lerner su “LA7”, ha riaffermato l’impegno della massoneria di fronte alle
inquietudini ed ai tormenti dell’umanità sofferente. Ai massoni dunque le
sorti “degli ultimi della Terra” interessano direttamente. La mancata soluzione degli annosi problemi che affliggono l’Africa rischiano, infatti, di
costituire un detonatore che può, a cagione delle condizioni internazionali,
alimentare e dare credito alle frange integraliste e fanatiche che provocano
lutti e guerre. E questo in antitesi a quanto la massoneria, come istituzione
universale, si è prefissa fin dalla sua ufficializzazione con la costituzione del
1717. Il grande oratore ha ricordato che la massoneria è nata per realizzare
un principio d’uguaglianza, non solo formale fra tutti gli uomini evidenziando, in particolare, la diversità di aspettativa di vita esistente fra i paesi ricchi
e i paesi poveri e come il principio di uguaglianza possa portare a combattere con successo l’ignoranza, il fanatismo e l’ambizione.
ONTEFIORE CONCA - L’aquila repubblicana, simbolo del
Alla manifestazione erano presenti anche i grandi ufficiali Domenico
Rito Simbolico Italiano, ha spiccato il volo, questa volta, per
Macrì e Giuseppe Seganti insieme al direttore responsabile di “Erasmo
soccorrere i fratelli e le sorelle dell’Africa. E’stato, infatti, il
Notizie” Pasquale Santamaria.
“continente nero” l’oggetto di attenzione e di studio che il collegio
ARANTO - Il 13 novembre nel tempio della casa massonica di
“Bononia” ha affidato al confronto svoltosi nella cornice del teatro
tarantina, sono state innalzate le Colonne della nuova loggia
“Malatesta” a Montefiore Conca sabato 6 novembre alle 16, dove ha
“Nazario Sauro” (1220).
assistito un folto pubblico tra cui il gran maestro Federico Micheloni e il
La tornata è stata presieduta dal secondo gran sorvegliante Ugo
gran cerimoniere e gran segretario f.f. Sergio Rabini della Serenissima
Bellantoni, presente ai lavori in rappresentanza del gran maestro Gustavo
Gran Loggia della Repubblica di San Marino.
Raffi e della giunta del Grande Oriente d’Italia. Il fratello Bellantoni
Attorno alla relazione di Eleni Berhane, di origine etiope, si sono succeduti gli
dopo aver ricevuto il maglietto dal presidente del Collegio della Puglia
interventi del senatore Giampaolo Bettamio e del senatore Sergio Zavoli.
Arturo Rossano, ha proceduto all’insediamento del fratello Nicola
Preceduti dal saluto di Giovanni Cecconi, grande oratore del Rito
Ciaccia alla carica di maestro venerabile.
Simbolico Italiano e dall’introduzione del giornalista Pietro Caruso,
Erasmo Notizie 19-20/2004
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Erano presenti fra le colonne, oltre a numerosi maestri venerabili
modelli, gli ideali, l’esempio, frutto degli architettonici lavori. Il
attività
di officine della circoscrizione pugliese; i grandi ufficiali
mondo profano, in questo particolare momento, ci sta guardangrande oriente
Antonio Criseo e Andrea Roselli, il garante d’amicizia e direttodo con grande interesse grazie alla fattiva opera di apertura, di
d’italia
re responsabile di “Erasmo Notizie” Pasquale Santamaria che ha
trasparenza e di presenza voluta dal gran maestro e che ha porfatto dono alla loggia, a nome del maestro venerabile Ugo Gentile,
tato in questi anni di reggenza del supremo maglietto, a rilevanti,
della loggia roma “Giuseppe Garibaldi” (1188), del gioiello dell’officinotevoli risultati innalzando il numero dei fratelli da poco più di 12.000
na. Il fratello Santamaria si è poi congratulato per la qualità e lo spessoa 16.000, con un serbatoio di ben 1.500 “bussanti” e una diminuzione
re dei fratelli, premesse importanti per un futuro lavoro iniziatico di sicudella media degli assonnamenti e dei depennamenti: indici significativi
ro interesse per la loggia stessa e l’Istituzione.
della “vita nova” tenacemente voluta, che attrae “uomini di desiderio”,
In chiusura della cerimonia, il secondo sorvegliante Bellantoni ha sottoanelanti di apprendere e praticare questa nostra Arte Reale nel rispetto
lineato l’importanza della nascita di nuove logge in un momento di
dei valori più alti consegnatici dalla Tradizione,
grande crescita dell’Istituzione. «Una nuova officina - ha detto - nasce
Il secondo gran sorvegliante ha concluso augurando un efficace e profisempre con stimoli fortissimi tendenti al lavoro iniziatico di perfezionacuo lavoro a questa nuova gemma, nata sul ramo pugliese dell’albero
mento dei suoi membri al fine di portare nel mondo massonico e, spedell’Ordine ed ha consegnato al fratello. Gianfranco Blasi, oratore di logcialmente, in quello profano le idee, gli impulsi, le sollecitazioni, i
gia, l'onorificenza dell’Ordine “Giordano Bruno”.
incontri con l’autore
a dicembre in libreria
496 pagine a 26,80 euro
Irène Mainguy
SIMBOLICA MASSONICA
del terzo millennio
edizione italiana di
“La Simbolique
Maçonnique
du troisième millénaire”,
Parigi, Dervy, 2001
a cura di Paolo Lucarelli
Il testo di Irène Mainguy risponde a una duplice necessità. Innanzitutto a
quella di mettere a disposizione dei Massoni uno strumento completo e
fidato, che li possa aiutare nella loro personale riflessione sui simboli e
sui rituali che li accompagnano nel progresso iniziatico. Con pacata competenza l’autrice propone le varie interpretazioni, le completa seguendo i
migliori autori che hanno meditato e arricchito questo fecondo complesso di pensiero, e ce ne dà una lettura sempre coerente e ordinata, fondata
sui più importanti documenti storici e etimologici.
In secondo luogo quest’opera permetterà ai curiosi, che non hanno mai
frequentato le logge, di accedere a quel vasto sistema etico, filosofico e
metafisico che il lavoro massonico ha prodotto nei secoli, eliminando
forse una volta per tutte le incomprensioni e le diffidenze verso un mondo
che talvolta è apparso inquietante, proprio perché poco o mal descritto.
L’autrice ci introduce al pensiero massonico con pacate pagine di insegnamento, dove risuonano dietro le sue parole quelle di migliaia di fra-
telli che si sono chinati su segni lasciati dal tempo per trovare una
risposta ai turbamenti dell’animo. Credo che tutti i massoni possano
affermare che nel loro percorso sono partiti inevitabilmente dall’affermazione di sant’Agostino, inquietum est cor nostrum, inquietudine
che talvolta i più fortunati hanno potuto placare con serietà, senno,
benefizio e giubilo nel lavoro di loggia. Qualcuno potrà trovare anche
in queste pagine lo stesso benefizio. È il mio augurio al lettore.
Per l’edizione italiana, il curatore Paolo Lucarelli ha ritenuto opportuno premettere una sintetica descrizione delle caratteristiche principali
della libera muratoria, in modo che tutti possano apprezzare il testo nei
suoi dettagli. Per lo stesso motivo si è voluto aggiungere un breve
capitolo sulla situazione della massoneria in Italia.
Irène Mainguy è bibliotecaria-documentalista diplomata, in carica
presso la Biblioteca massonica del Grande Oriente di Francia.
In occasione della
pubblicazione di
Intervengono
sabato
18 dicembre 2004
ore 18:30
sala “Paolo Ungari”
Irène Mainguy
biblioteca-documentalista
(autrice dell’opera)
Giovanni Canonico
editore (Edizioni Mediterranee)
Paolo Lucarelli
saggista
Grande Oriente d’Italia
Via San Pancrazio 8
Roma
Gustavo Raffi
gran maestro del Grande Oriente d’Italia
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rassegna
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Erasmo Notizie 19-20/2004
SAN MARINO
Gustavo Raffi, gran maestro del Grande Oriente d’Italia, rifiuta una legge ad hoc sulla massoneria
Non tutte le logge sono “regolari”
Sul Titano potrebbero esserci associazioni non riconosciute
di Matteo Agostini
8 ottobre 2004
AN MARINO - Massoneria e politica: se la prima opera in un
clima di trasparenza, la loro unione non deve destare giudizi negativi. In Italia, dopo lo scandalo della P2, esiste una sola loggia
regolare, riconosciuta a livello internazionale, che ha fatto risorgere la
massoneria: il Grande Oriente. Gustavo Raffi, gran maestro di questa
estesa associazione, afferma che sul Titano l’unica loggia riconosciuta
dal Grande Oriente è la Serenissima Gran Loggia di San Marino.
Quest’ultima, nata nell’aprile del 2003, è presieduta dal gran maestro
Federico Micheloni (già due volte Capitano reggente della Repubblica
nel 1957 e nel 1961) e attualmente non possiede un luogo in cui riunirsi
a San Marino, quindi si appoggia ai “templi” italiani. «All’interno del
Grande Oriente d’Italia - ha spiegato Gustavo Raffi - si parlava da tempo
della necessità di insediare una loggia regolare sul Titano, proprio per evi-
Magistrati massoni: Ap chiede al Governo
se farà approfondimenti
AN MARINO - L’eventuale presenza nella magistratura sammarinese di appartenenti alla massoneria aveva fatto allarmare nei
giorni scorsi alcuni consiglieri di maggioranza e di opposizione
che attraverso alcune interpellanze hanno chiesto al Governo di fare
chiarezza. «Ma il Governo ha scelto di non rispondere e di non attivarsi - affermano Valeria Ciavatta e Mario Venturini di Alleanza popolare in un’interpellanza di ieri - adducendo l’alibi della separazione
dei poteri e dimostrando così di non avere avere né le idee chiare né
la volontà di tutelare i cittadini e l’immagine della magistratura. Lo
stesso presidente della Dc ha in pratica accusato il Governo di lati-
tare problemi legati alla proliferazione di sedicenti logge non riconosciute a livello internazionale, che possono creare inconvenienti». Per evitare
che San Marino fosse insediato da organismi operanti nell’ombra il
Grande Oriente ha proceduto “occupando il territorio”, cioé creando una
loggia riconosciuta. Il gran maestro spiega anche che la terra della libertà
sembra essere sede di alcune logge irregolari che hanno iscritti provenienti dal resto della penisola. Gustavo Raffi, infine, porta il discorso sulla
legge che, in futuro, potrà regolamentare la massoneria. «Vogliono limitare il diritto d’associazione? Va bene, ma deve valere per tutti, non solo
per la massoneria». Inoltre devono essere garantiti altri diritti come quello della privacy degli iscritti. In Italia, solo i dirigenti hanno l’obbligo di
rendere pubblici i loro nomi. Se dovessero arrivare a fare una legge che
limiti l’associazionismo si marcerebbe su una strada liberticida».
tanza sulla questione. Anche alla luce dell’amplificazione che ha
avuto la faccenda, non crede il Governo che avrebbe dovuto e
dovrebbe intervenire? L’Esecutivo ha scelto di non farsi carico della
questione, per quel che gli competerebbe, o non è stato in grado di
individuare la strada o le strade possibili? Il Governo avrebbe potuto,
infatti, e potrebbe chiedere indirizzo al Consiglio Grande e Generale,
alle Commissioni competenti, al Magistrato dirigente. Potrebbe semplicemente invitare, percorrendo i legittimi canali istituzionali, i
magistrati a dichiarare, sotto le comminatorie di legge, se appartengono o meno a logge massoniche o più in generale ad associazioni che
hanno scopi incompatibili con l’esercizio del loro ufficio. Insomma conclude Venturini - il Governo che intenzioni ha sul piano operativo,
legislativo, politico ed istituzionale?
La logga “Liberi e Coscienti” celebra i cento anni: serie di iniziative per incontrare la città
Massoneria
Si aprono a Lecce le porte del tempio
di Maria Claudia Minerva
16 ottobre 2004
il “Nosce te ipsum” (Conosci te stesso) di Socrate a campeggiare sulla porta del tempio della casa massonica, in Piazzetta
della Luce (foto), a Lecce, al civico 2b. Casa che il Goi
(Grande Oriente d’Italia) ha aperto alla città in un’occasione di un compleanno importante: la loggia leccese “Liberi e Coscienti” compie cent’anni. Si tratta di un anniversario celebrato con un programma ricco di
appuntamenti che gode, tra l’altro, del patrocinio di Palazzo Carafa.
Nella sala del tempio, visitabile solo questi giorni dei festeggiamenti (in
realtà, si tratta di un evento rarissimo che si è verificato solo in casi eccezionali), è tutto un tripudio di simboli, alla luce fioca delle lampade. In
cima al seggio del gran maestro, ben visibili le lettere: “AGDGADU”
(Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo), e sotto di esse la scritta “Libertà, Eguaglianza, Fratellanza”.
Il “tempio muratorio”, come ben sanno gli studiosi e gli esperti, è una rappresentazione del cosmo e si estende in lunghezza dall’Occidente all’Oriente; in
larghezza dal Settentrione al Meridione; in altezza va dallo zenit al nadir. Di fatto
il tempio è un locale rettangolare: lungo le pareti sono distribuite dodici colonne o semi-colonne intervallate con i segni dello zodiaco. Sulla parete orientale,
ai lati del trono del maestro venerabile, sono riprodotti il Sole e la Luna.
«Abbiamo voluto che i cento anni della nascita della loggia non fossero
giocati tutti all’interno dell’associazione, ma che si celebrassero con una
proiezione verso la città - ha voluto sottolineare Mauro Giorgino, maestro
venerabile della loggia leccese - per far intendere quanto questo organismo
sia stato importante, a cominciare dal fatto che, nel tempo, tra i suoi iscritti ci siano stati più di dieci consiglieri comunali e numerosi personaggi di
famiglie prestigiose. Dunque, volevamo, dare il senso di un’istituzione
ancora attuale e presente, che conserva tutta una sua ragion d’essere».
«Abbiamo avuto - continua Giorgino - il patrocinio del Comune che per
noi è molto significativo, perché testimonia il riconoscimento di un ruolo».
Lunga la storia sulla Massoneria che, soggettivamente, si richiama ad
Erasmo Notizie 19-20/2004
una tradizione iniziatica, trasmessa da uomo a
uomo, fin da epoche immemorabili. «Le origini
della libera muratoria, infatti
rimangono tuttora avvolte in
un fitto mistero - spiega il
maestro venerabile - benché sia stata ipotizzata una continuità tra i “collegia fabrorum
romani”, o corporazioni di mestiere istituite
già nella Roma arcaica e le corporazioni
medievali di muratori, per il tramite di maestranze bizantine o italiche operanti nell’Alto
Medioevo, nessuna prova documentaria è
ancora emersa al riguardo».
Nei quasi tre secoli di trascorsi dalla fondazione
della Gran Loggia di Londra (1717), che segnò
formalmente o convenzionalmente l’atto di trapasso dell’antica massoneria di mestiere o ope rativa, a quella moderna o speculativa, sono state
proposte varie teorie a spiegazione della specificità di essa rispetto a tutte le altre organizzazioni
di mestiere, consistente nel suo patrimonio simbolico ed esoterico. L’organizzazione della massoneria si fonda sull’unità di base costituita dalla
loggia. Si tratta di un gruppo (almeno sette individui) e strutturato su base gerarchico-funzionale, relativamente autosufficiente e idoneo a lavorare in modo rituale nei tre gradi riconosciuti in
rassegna
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tutto il mondo: “apprendista”, “compagno d’arte” e “maestro”. La loggia,
il cui sinonimo è quello di “officina”, ha la funzione di ammettere nuovi
liberi muratori e di trasmettere loro, a tempo
debito, i contenuti iniziatici di ciascuno dei tre
tre gradi, nonché di svolgere i lavori rituali propri della massoneria. Essa è diretta da un
“maestro venerabile” e dagli altri dignitari e
ufficiali previsti dalla tradizione.
«Se un’istituzione come la nostra ha resistito cento
anni a Lecce, evidentemente, è ancora attuale e
presente e, oggi come oggi, vuole sorattutto contribuire a creare un mondo migliore, vuole farsi
portavoce di ideali importanti e mettersi al passo
coi tempi. Anche il nostro nome “Liberi e
Coscienti” coniato nel corso di un periodo storico
in cui non vi era libertà, continua ad essere attuale, perché vogliamo continuare ad essere liberi e
coscienti nella nostra speculazione».
Concetti che saranno spiegati anche questa
mattina, nel corso del convegno intitolato,
appunto, “Iniziazione, appartenenza, ragion
d’essere della libera muratoria”. Intanto, per
celebrare il centenario, è stato anche realizzato
un annullo filatelico. «In questo modo - ha
spiegato Massimo Morgante, responsabile per la loggia del settore filatelico - porteremo in tutta italia questo eccezionale evento.
Il gran maestro aggiunto Giuseppe Anania attualizza l’istituzione
«La massoneria oggi? Una scuola di pensiero»
17 ottobre 2004
a Massoneria oggi è una scuola di pensiero fatta di valori
morali che la società civile sta perdendo». Il gran maestro
aggiunto del Grande Oriente d’Italia, Giuseppe Anania,
parla così dell’istituzione che a Lecce festeggia il centenario della fondazione della loggia “Liberi e Coscienti”. Libertà, solidarietà e tolleranza sono, oggi come ieri, i principi generali sui quali si basano le dottrine
esoteriche e le “conversazioni” sui temi d’attualità. Ed è proprio nell’interesse per i fatti e per i problemi di oggi che la massoneria viene contestualizzata e storicizzata. Inoltre è ormai consuetudine l’apertura alla
società. «Dopo la vicenda P2 - sottolinea Anania - c’è stata la voglia di
farci conoscere, superare il luogo comune della segretezza che fino ad
ora è stata più che altro riservatezza legata a motivi storici. Non c’è pre-
clusione nei confronti di nessuno e l’apertura ha portato ad una partecipazione forte e all’avvicinamento anche di tanti giovani».
Lecce ha celebrato ieri un secolo di attività di un’organizzazione che annovera 250 iscritti, con un convegno patrocinato dall’amministrazione comunale. L’ordine nazionale regolare Grande Oriente d’Italia nel 2005, festeggerà il bicentenario della nascita. E in questi giorni si sta svolgendo un convegno internazionale in Austria. Una rete di rapporti attiva che mantiene il
rapporto con la realtà «educando ai principi fondamentali - ribadisce il gran
maestro aggiunto - partecipando a dibattiti generali che non scendano nelle
discussioni partitiche o religiose e mantenendo saldo il legame con la tradizione, attualizzando nei temi la ritualità del passato». Oggi alle 10, visita
guidata nel tempio della casa massonica in piazzetta della Luce. (a.c.p.)
Visita guidata nella loggia di piazzetta della Luce
Svelato il tempio dei massoni
Il venerabile Giorgino:«Abbiamo suscitato un grande interesse»
18 ottobre 2004
artecipazione e interesse. Si può caratterizzare in questo modo il risultato dei festeggiamenti per il centenario della loggia massonica di
Lecce. Il maestro venerabile Mauro Giorgino ha espresso soddisfazione perché la manifestazione non è stata solo «un compleanno in famiglia
ma un’occasione importante che ha suscitato interesse in tante persone». Il
tempio della casa massonica in piazzetta della Luce, edificio acquistato nel
1950, ieri aperta al pubblico, ha svelato tutti gli ambienti ristrutturati nel
rispetto dei codici antichi. «Sono contento del clima di festa che si è creato conclude Giorgino - e per l’attenzione delle istituzioni, con la presenza al
concerto del presidente Giovanni Pellegrino e dell’assessore Angelo Tondo».
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Erasmo Notizie 19-20/2004
Il convegno per il trentennale della loggia Bissolati
rassegna
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«Massoneria, nulla da nascondere»
di Nicola Arrigoni
24 ottobre 2004
ultura e crescita civile. Il ruolo storico della massoneria italiana, questo è il tema del convegno di ieri pomeriggio a palazzo Cattaneo, organizzato in occasione del trentennale della fondazione della Loggia
‘Leonida Bissolati’. Adimostrare l’importanza della giornata di studi è stata la
presenza del gran maestro Gustavo Raffi, colui che più di altri, negli ultimi
anni, si è impegnato a diffondere e rendere visibile l’apporto dell’esperienza
della massoneria nella difesa di un’effettiva crescita civile e culturale del Paese.
«L’immagine della massoneria come società segreta appartiene al passato - ha
sottolineato Gustavo Raffi -. Il convegno di oggi ne è una prova. La massoneria non ha nulla da nascondere, ha un glorioso passato che affonda le sue radici nel secolo dei Lumi ma ha anche la voglia di confrontarsi con la contemporaneità, portando avanti l’etica della responsabilità. Il fenomeno P2 è stato un
fenomeno deviato e deviante che ha avuto come prima vittima proprio la massoneria. Ripensare la massoneria in una prospettiva di trasparenza e di approfondimento delle sue radici storico-culturali non a caso si esprime proprio a
ridosso del 200° anno di fondazione del Grande Oriente d’Italia». In questa
direzione di ‘trasparenza’della massoneria e analisi scientifico della propria
storia si è mosso il convegno di ieri pomeriggio al Cattaneo, coordinato da
Paolo Gastaldi, presidente del Collegio dei maestri venerabili della Lombardia,
che non ha voluto inquadrare la giornata di studi in un contesto esclusivamente celebrativo. «ACremona sono le radici del socialismo umanitario e delle
nascita del movimento sociale cattolico: Leonida Bissolati una figura emblematica e da analizzare - ha sottolineato Gastaldi -. Ed anche in questa città la
genesi della leggenda del complotto giudaico-massonico ha avuto tanta
responsabilità nell’alimentare i pregiudizi e le teorie razziste». Il convegno ha
avuto il pregio di ripercorrere la storia massonica dall’intervento di Ezio
Angelo Vaccari che ha parlato di massoneria e diffusione delle scienze del set tecento, a quello di Franco Della Peruta che ha affrontato il tema, La masso neria italiana nel periodo napoleonico; mentre Fulvio Conti si è soffermato
sulla massoneria dell’Italia unita. Marina Tesoro ha affrontato il tema dell’i dea laica nei sodalizi lombardi dell’Ottocento, mentre Anna Maria Isastia si è
soffermata sull’impegno sociale di Bissolati. Dino Fioravanti si è occupato del
complotto giudeo-massonico nella propaganda fascista. Le conclusioni sono
state affidate a Gustavo Raffi, gran maestro del Grande Oriente d’Italia.
Il Convegno al Cattaneo
24 ottobre 2004
anno scelto Cremona, patria di Leonida Bissolati, nel trentennale della fondazione della loggia che porta il suo nome, per
riunirsi da ogni parte d’Italia. Ieri palazzo Cattaneo è stato teatro del convegno “Cultura e crescita civile. Il ruolo storico della massoneria italiana”, organizzato dal Collegio dei maestri venerabili della
Lombardia del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani con il
patrocinio di Regione Lombardia, del Comune e della Provincia di
Cremona. Ad aprire i lavori, il gran maestro avvocato Gustavo Raffi,
che ha dichiarato che «la libera muratoria universale ha svolto un ruolo
storico e culturale di fondamentale importanza per la conquista della
libertà della scienza e di ricerca che anche oggi è chiamata a difendere
dagli integralismi sempre rinascenti, sempre in agguato, per riproporre
il loro dispotismo intollerante volto a privare l’essere umano della libertà di pensare autonomamente. Occorre difendere, oggi, come in passato, la libertà dell’essere umano, le sue scelte individuali ed il progresso
della conoscenza scientifica. In materie moralmente opinabili e soggettive, come quelle riguardanti ad esempio la procreazione assistita, tema
di stretta attualità, è opportuno affidare il quadro conoscitivo solo alla
scienza, e le scelte sempre difficili, alla coscienza dell’individuo”. Il
presidente del Collegio dei maestri venerabili Paolo Gastaldi ha invece
spiegato il ruolo svolto da Cremona, anche nel passato e la nascita del
concetto di “complotto giudaico massonico”, che tanto ruolo ha avuto
nelle successive persecuzioni razziali, proprio nella terra del Bissolati.
ACremona ci sono le radici del socialismo umanitario e della nascita
del movimento sociale cattolico: Leonida Bissolati, sulla cui opera nel
contesto della città ed in quello nazionale ed internazionale è stata svolta una apposita relazione, è una figura emblematica a riguardo.
Ma oltre al nome noto di Bissolati, altri sono i personaggi e i fatti che incisero
in maniera sotterranea e più invasiva nella politica e nella società locale a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Erasmo Notizie 19-20/2004
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Convegno pubblico della loggia cremonese
rassegna
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La massoneria apre le porte
di Tiziana Giazzi
30 ottobre 2004
i scusi, ma lei è massone? Ecco, questa è ritenuta ancora una domanda indiscreta. E se poi aggiungete: le spiace dirmi nome e cognome?
riceverete in risposta solo occhiatacce di riprovazione. Come se l’avesse chiesto al principe Calaf in Turandot. Anche se siete a un congresso pubblico dove, a porte aperte, la massoneria cremonese celebra i suoi trent’anni e
quella italiana i suoi due secoli. Per il resto, la gentilezza è squisita e il tratto
impeccabile. Massoni o no che siano, gli ospiti di Palazzo Cattaneo sono distinti, vestiti di scuro, elegantissimi. Portano puntato al petto il simbolo del sodalizio: un triangolo equilatero con al centro l’occhio del Grande Architetto
dell’Universo. E nessuno alza la voce. Il “savoir faire”, le belle maniere sono
servite. In origini erano gruppi di muratori. L’istituzione deve infatti il nome alla
traduzione dal francese “maçon”. Adesso ci rinonosce esponenti dell’alta botghesia: professori universitari, medici, legali, assicuratori, bancari, imprenditori di calibro, ricchi industriali. Uniti nello stesso impenetrabile riserbo.
Insomma, almeno un nome? «No guardi, mi spiace, non posso accontentarla:
circolano ancora troppi pregiudizi». Lo ripete pure il venerabile locale, che non
vuole uscire allo scoperto. Presenza nell’anonimato. Poco male: questo è in
fondo ciò che contribuisce ad accrescere il fascino agli occhi dei profani, stregati dalla suggestione della segretezza. Ma sabato scorso di riti arcani non c’era
traccia: in via Oscasali, la massoneria nostrana ha ripercorso le tappe della propria secolare esistenza. Con un Convegno storico e pubblico, coordinato da
Paolo Gastaldi - responsabile del Collegio circoscrizionale della Lombardia
oltre che docente dell’ateneo pavese - per celebrare, finalmente alla luce del
giorno, un compleanno significativo. Nel corso del quale, si è tentato di risolvere l’enigma che circonda la figura del socialista Leonida Bissolati, cui è dedicata la loggia cremonese: «Al proposito - ha spiegato la relatrice Anna Maria
Isastia (foto riquadro) dell’Università di Roma - abbiamo prove di un incontro
ideale, non di un’appartenenza». Mentre che con il professor Fulvio Conti di
Firenze si è svelata a sorpresa l’iniziazione del 1915 di Roberto Farinacci, futu-
ro ras di Cremona, presso l’officina Quinto Curzio. Le basi del movimento
sono invece di ricerca nella settecentesca epoca dei Lumi. Eppure, per l’affermazione dell’Istituzione, bisogna attendere i periodi successivi, napoleonico e
risorgimentale, con la contrapposizione tra l’ala cavouriana settentrionale e
quella democratica di Palermo. La svolta si situa qui: è con l’Unità d'Italia, che,
come ha sottolineato il gran maestro Gustavo Raffi, avvocato di Ravenna: «I
massoni iniziano a parlare alla città ed a avviare importanti battaglie in favore
di una scuola pluralista e di una società multietnica, multirazziale, multiculturale». Messaggio valido anche oggi, del resto: «Il problema islamico, ad esempio,
non si risolve picchiando nel mucchio, bensì affrontandolo: tutti hanno i loro
“talebani”. Va recuperato il dialogo, che aiuta ad accantonare volontà domina-
trici e prevaricatrici. E’necessario - ha aggiunto Raffi - affidarsi ad una dimensione laica, all'insegna del rispetto reciproco e dello scambio. Occorre “privatizzare la fede”: ognuno viva il suo “credo” nell’intimo. Ritengo fondamentale
difendere lo Stato dalle ingerenze della religione e viceversa, altrimenti il rischio
è di approvare una legge vergognosa come quella sulla fecondazione. Noi
siamo “uomini del dubbio” e quanti condividono tale caratteristica si pongono
di fronte alle difficoltà con animo imparziale, senza cedere al fanatismo».
Per l’accettazione di un nuovo ‘fratello’
ci sono criteri molto selettivi
I candidati vengono
esaminati ai raggi x
Avete intenzione di entrare nella massoneria? Allora leggeteci con attenzione, tagliate l’articolo oppure traetene qualche rapido appunto: queste righe
fanno al caso vostro. Poiché tra breve vi sveleremo ciò che occorre sapere
sull’argomento. Innazitutto, date un’occhiata alla carta d’identità: sì, avete
capito bene, perché è essenziale essere in regola dal punto di vista anagrafico. Via libera a chi ha compiuto ventuno anni. Un leggero sconto di favore è
invece riservato ai figli di massoni, ai quali è consentito accedere al sodalizio una volta raggiunta la maggiore età. Ma non finisce qui. Non nutrite illusioni o rimarrete delusi. L’iter burocratico e di verifica è infatti meticoloso,
al limite del maniacale, in quanto, come ci spiega Paolo Gastaldi, il presidente regionale: «Ci siamo imposti di essere estremamente selettivi. Ed il
motivo è abbastanza chiaro alla luce della storia recente, il problema è che ci
sentiamo tuttora scottati dai danni prodotti dalle devianze del movimento.
Ovviamente alludo alla P2». E’ per tale motivo che l’ipotetico candidato
deve presentare una domanda corredata da due foto e dai certificati penali.
Senza possibilità di scampo. In gergo, quando qualcuno formalizza una simile richiesta si dice che ‘un signore ha bussato’. La comunicazione passa
immediatamente al centro della regione di appartenenza e poi a Roma, per
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gli accertamenti necessari. Nel frattempo, il giovane è
assegnato al capo di un’officina, che ne studia le idee, la
personalità e cerca di comprendere se il desiderio di adesione sia determinato da semplice curiosità o da una convinzione profonda. Ciò permette ad alcuni ‘fratelli’, ovvero
agli affiliati, di produrre le cosiddette ‘tavole informative’, le quali non sono
altro che relazioni, contenenti l’esito dell’accurata valutazione. Una volta
ottenuto l’ok dalla capitale, esse verranno lette nel corso delle due votazioni,
che si effettuano in ‘tornate’ (riunioni) successive. La procedura prevede
l’uso di piccole sfere, bianche e nere. Per essere arruolati, è fondamentale
l’unanimità, per cui valgono soltanto le palline candide. Le fotografie delll’ipotetico candidato lombardo viene affissa nella casa massonica locale
(misteriosa l’ubicazione delle sedi provinciali) ed a Milano, in Corso di Porta
Nuova. Di modo che gli iscritti siano a conoscenza dell’ingresso e possano
opporvisi, qualora risultino in possesso di informazioni negative. Se tutto fila
liscio subentra il gran maestro che invia il ‘brevetto’, una specie di nullaosta
alla cerimonia di iniziazione. Essa viene eseguita dal venerabile della città in
cui risiede. Sulla scorta dell’antica tradizione, ci troviamo esattamente al
primo grado, ‘dell’apprendista’(colui che si impara il mestiere del muratore), cui seguono il livello del ‘compagno’(che già svolge svariate attività) e
del ‘maestro’, il costruttore esperto, il più elevato.Gli incontri comunitari in
loggia per i ‘lavori’rituali hanno cadenza quindicinale. Lo statuto interno stabilisce regole specifiche e fornisce indicazioni precise anche in materia di
abbigliamento. I partecipanti sono tenuti ad indossare abiti inderogabilmente scuri ed a portare, in omaggio agli scalpellini medievali, un grembiule di
pelle e guanti immacolati, simbolo di purezza.
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Erasmo Notizie 19-20/2004
- prosegue il massone - ha lati tra loro perfettamente uguali, in quanto ognuno
dei tre concetti ha valore se inserito in un contesto in cui siano presenti gli altri
due. Del resto, il lavoro in officina consiste nel miglioramento personale finalizzato alla costruzione del tempio dell’umanità». Ricorrenti sono anche le raffigurazioni di mani che si incrocciano e che rappresentano la solidarietà.
Tra la gente ma con misura
Non tutti sanno che la nonna di Gustavo Raffi - l’avvocato ravennate da
anni alla guida della massoneria italiana - è cremonese. E dopo il serioso
convegno di studi, la conferma arriva dal diretto interessato, il quale, prima
di volare a Milano con il responsabile regionale Paolo Gastaldi e l’addetto
stampa Silvia Renzi, s’intrattiene volentieri con noi e non disdegna di
rispondere ad alcune domande impertinenti.
In Lombardia sono passati da 978 a 1200
La libera muratoria miete proseliti
Non è esagerato sostenere che la libera muratoria miete proseliti.
Nella sola Lombardia, i massoni sono più di milleduecento. Ed il trend
positivo registra una lievitazione incessante: due anni fa, gli iscritti
erano infatti 978. Il balzo si attesta intorno al venti per cento. E non
finisce qui: le logge stanno spuntando ovunque come funghi. Erano
43, adesso sono 46, tra breve diventeranno 49. Al Collegio circoscrizionale di via di Porta Nuova 16 a Milano, assicurano che le cifre sono
in linea con il dato nazionale, anch’esso in crescita inesorabile. Quali
cause di tanto successo? Risponde Paolo Gastaldi, presidente regionale: «Il merito è del nostro gran maestro Gustavo Raffi che ha sconvolto l’istituzione imponendole una svolta rivoluzionaria, all’insegna
della trasparenza». Quanto a Cremona, la fondazione della locale casa
massonica intitolata a Leonida Bissolati avvenne nel 1974, ad opera
dell’oggi 93enne Mario De Vidovich, attualmente alla guida della
federazione provinciale “Combattenti e Reduci”.
L’emblema è un triangolo con al centro
l’occhio del Grande Architetto
Libertà, uguaglianza e fraternità
Un triangolo equilatero con al centro l’occhio del Grande Architetto
dell’Universo, cioè Dio, e ai lati il motto reso celebre dall’Illuminismo:
“Libertà, Uguaglianza e Fratellanza”. Questo il simbolo scelto dalla massoneria
internazionale e posto in ogni loggia, sopra la cattedra ovvero il seggio del
maestro venerabile. «E’un segno di tolleranza - ci spiega Paolo Gastaldi del collegio circoscrizionale di Milano - per noi non esistono preclusione religiose,
purché si professi la propria fede in una superiore entità regolatrice. Il poligono
Non crede che esistano numerose “donne del dubbio”? Per quale
ragione non permettere pure a loro di “bussare” alla porta della libera muratoria?
«Qualunque sia il mio parere in proposito il Grande Oriente d’Italia, quello
storico intendo, rientra in un circuito mondiale, che non contempla tale possibilità. Tuttavia il fenomeno massonico è estremamente vario ed articolato. Oserei dire che assomiglia ad un supermercato, dove il medesimo prodotto si nasconde sotto etichette diverse. Non mancano pertanto le obbedienze miste e quelle soltanto femminili».
Fede profonda nella laicità dello Stato, nella tolleranza: qualcuno in
platea vi ha indicato come l’ancora di salvezza della Sinistra nazionale
in crisi. Che ne pensa?
«La nostra è una visione umanitaria, non partitica. Siamo pluralisti sia
all’interno che all’esterno, nel senso che ognuno degli aderenti può nutrire
le convinzioni che preferisce, purché abbia come riferimento le istanze di
giustizia sociale che sono connaturate all’individuo e che risultano riassumibili nei concetti di libertà, uguaglianza e fratellanaza».
Lei ha parlato di “rivoluzione della trasparenza”, ha sottolineato l’importanza di venire finalmente allo scoperto: in realtà però, neppure il venerabile locale se l’è sentita di figurare in un’intervista con nome e cognome…
«La mia elezione nel 1999 è stata riconfermata sino al 2009 proprio perché
sono riuscito a far circolare nuova linfa nelle vene di un’istituzione, che
ormai da tempo viveva di rendita e correva il serio pericolo di trasformarsi
in una specie di museo delle cere. La svolta per certi aspetti epocale si è concretizzata nella ricerca di un contatto vitale con la società. Si spiega così la
manifestazione pubblica di oggi. Mi preme aggiungere che, sebbene con
notevole ritardo, l’Italia ha approvato la legge sulla privacy e che nessun
partito ha mai comunicato le liste degli iscritti».
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Terzo concorso per opere di interesse massonico
Premiato Ravaioni per una tesi su Dostoevskij
28 ottobre 2004
ella sede del Circolo Gymnasium, in corso Saba 20, ha avuto
luogo la premiazione del terzo concorso per opere di interesse
massonico. Il presidente del collegio dei maestri venerabili della
regione ha premiato il lavoro realizzato dal dottor Luca Ravaioni, neo
laureato all’Ateneo di Trieste, rappresentato da una tesi di ricerca intitolata «Tra fede e dubbio: Dostoevskij e la tentazione gnostica». Nel corso
della serata, aperta al pubblico, è stato possibile analizzare, attraverso la
relazione di Luca Ravaioni le opere del letterato russo con particolare
attenzione verso i collegamenti con il movimento gnostico. Il premio,
istituito nel 1998, è finanziato dal Grande Oriente d’Italia - Palazzo
Giustiniani, la più antica e numerosa istituzione massonica d’Italia che a
Trieste e in regione vanta una secolare e significativa presenza.
Incontro a Catania
Storia della massoneria per capire il Bel Paese
di Sergio Sciacca
8 novembre 2004
a società moderna è frutto della Massoneria»: lo sosteneva il
tedesco illuminista (e letterato, autore di teatro, archeologo)
Lessing, ma la sua affermazione è stata spesso revocata in dubbio. In Italia addirittura si è diffusa una ostilità di fondo contro gli adepti alle
Logge: antipatia sostenuta da vari centri di potere e rafforzata in seguito allo
scandalo della P2. Qual è la verità per quanto riguarda la società che ha portato al mondo le concezioni fondanti della democrazia (libertà, uguaglianza,
fraternità), capolavori straordinari dell’arte (Goethe e Mozart erano confratelli) e che anche in Italia ha segnato di sé momenti rilevanti della storia (tra
i venerabili maestri furono proposti anche Cavour e Garibaldi).
Lo storico Fulvio Conti, con intendimento imparziale, ha scritto una vasta
Storia della Massoneria italiana che ha presentato davanti a un folto uditorio di intellettuali e personalità attente ai movimenti culturali presso la
biblioteca Ursino Recupero (cenacolo ideale per discutere dei libri tra i
libri, ha sottolineato la direttrice, Rita Carbonaro). Non una rassegna pubblicitaria, ma un vero confronto, anche critico, su un tema di grande interesse per chi vuole capire lo sviluppo delle idee nel nostro Paese.
Moderatore dell’incontro è stato Nicola Gitto, presidente del collegio circoscrizionale dei maestri venerabili della Sicilia che ha messo in guardia
contro le semplificazioni dei media e contro i teoremi basati sul caso Gelli
ignorando la carica di valori ideali che la Massoneria ha sempre indicato.
Poi sono iniziate le letture critiche: Antonio Coco, storico dell’Università
di Catania, ha chiosato la relazione inviata da Giuseppe Giarrizzo, studioso di fama internazionale sul pensiero illuminista e massone del
Settecento e sulle sue successive diramazioni: i sospetti di clientelismo e
manovrismo politico che hanno tanto distorto l’immagine dei liberi
muratori hanno creato una atmosfera di mistero iniziatico che deve essere diradato dalla indagine storica.
Santi Fedele, suo omologo all’Università di Messina, ha sottolineato la
carica libertaria della massoneria fin dal suo risorgere ai primi
dell’Ottocento in Italia. I Carbonari e le altre sette furono strettamente
connessi con i massoni: al contrario i regimi totalitari del Novecento,
Hitler e Mussolini (e anche Lenin e Stalin) perseguitarono la massoneria
per quell’anelito di libertà che essa promuoveva.
Bent Parodi ha insistito sull’anima liberale dei massoni, ricordando tra gli
applausi che l’etimo del termine risale alla radice che nelle lingue indo-arie
indica l’azione, la generosità d’animo e lamentando che nel vasto lavoro di
Conti sia dato relativamente poco spazio alle questioni ideali, preferendo le statistiche e le dissezioni sociali. Chiamato in causa l’Autore ha sottolineato che
gli elementi culturali che oggi appaiono preminenti in altre stagioni storiche lo
erano di meno. Nel suo saggio ha indagato sui fatti che risultano dagli archivi:
il che non esclude che su essi si possa costruire un impianto ideale più vasto.
Massoneria su tolleranza e progresso
di Matteo Bonetti
8 novembre 2004
ONTEFIORE - “Nel centro Africa è stata registrata la percentuale del
70% della presenza dei malati di Aids di tutto mondo, a fronte di questo, è da rilevare lo scandaloso dato di fatto per cui solo l’1% dei finanziamenti per le spese mediche per la cura di questa malattia venga impiegato nel
continente africano”. Queste parole pesanti come macigni sono state pronunciate da Elena Berhane, dell’ambasciata del Lesotho, affermazioni che hanno scosso la tranquillità dell’uggioso pomeriggio di ieri di Montefiore. Nella giornata di
ieri, infatti, si è svolta la “Quinta accademia del Rito Simbolico Italiano”, la tavola rotonda inserita ormai in pianta stabile nel cartellone degli appuntamenti culturali di Montefiore. La signora Behane ha rivendicato una sorta di “apartheid
sanitaria” da parte dei territori occidentali nei confronti dell’ormai derelitto popo-
lo africano. Al simposio promosso dalla Serenissima Gran Loggia del Rito
Simbolico italiano intitolato “Furono in tre ad ucciderlo... ignoranza, fanatismo,
ambizione”, l’incontro culturale in cui si è discusso sul tema della tolleranza e del
progresso, sono intervenuti i senatori Giampaolo Bettamio e Sergio Zavoli, il
grande oratore del Rito Simbolico, avvocato Giovanni Cecconi e il presidente del
rito Ottavio Gallego. “Penso che la massoneria possa avere un ruolo significativo nel mediare gli scontri religiosi del nostro tempo per mezzo della ragione, lo
strumento per raffreddare le guerre” ricordando nel suo eloquio la figura, ritenuta dimenticata dalle istituzioni riminesi, dello scomparso saggista Guido Nozzoli.
All’incontro, moderato dal giornalista Pietro Caruso, era assente il 93enne ex sindaco di Rimini Nicola Pagliarani, fermato dall’influenza.
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Riceviamo e pubblichiamo
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Ruolo della massoneria:
la risposta del Grande Oriente d’Italia
10 novembre 2004
arsala, 5 novembre 2004. «Denuncio il contenuto altamente diffamatorio e denigratorio, anche se volutamente generico dell’articolo “Il ruolo della massoneria”, pubblicato dal quotidiano
“Marsala c’è” del 3 novembre 2004, a firma Vincenzo Figlioli, nel quale
si fa esplicito riferimento al Gelli e ad un condizionamento degli appalti
nel trapanese ad opera di mafia, settori deviati della pubblica amministrazione e di alcune frange della massoneria”. Diffido, pertanto l’articolista a chiarire se si riferisca al Grande Oriente d’Italia di Palazzo
Giustiniani e, in ipotesi affermativa, a specificare nomi, cognomi e circostanze, assumendosene, ovviamente ogni responsabilità civile e penale». Lo ha dichiarato l’avvocato Giuseppe Anania, gran maestro aggiun to del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani che ha ribadito
come l’istituzione non abbia nulla anche fare con il Gelli ed il piduismo,
fenomeno bollato, senza appello, dal Grande Oriente d’Italia, come
deviato e anti-massonico. L’avvocato Anania ha anche ricordato la condanna fermissima e senza appello ripetutamente e pubblicamente espressa dal gran maestro Gustavo Raffi nei confronti della P2 e del Gelli.
Ufficio Stampa Grande Oriente d’Italia
Risposta: Quando si parla del condizionamento degli appalti nel tra panese ad opera di mafia, settori deviati della pubblica amministra zione e di alcune frange della massoneria si fa riferimento a quanto
detto dalla Commissione Antimafia nella tre giorni di colloqui effet tuati due settimane fa a Trapani. La Commissione non ha specificato
a quali frange appartenessero suddette frange. Su ciò che riguarda
Gelli e la P2, prendiamo atto della valutazione negativa che ne dà il
Grande Oriente d’Italia.
All’Auditorium Montale del Carlo Felice, gran maestri, venerabili e semplici iscritti
si sono riuniti per sfatare gli ultimi pregiudizi
Massoni, l’ora della svolta “Siamo liberi pensatori”
Il Grande Oriente si svela all’Opera
di Wanda Valli
edizione Genova 21 novembre 2004
orneranno a Genova nel 2005, per celebrare il bicentenario della
nascita di Giuseppe Mazzini, e i duecento anni della loro associazione, i massoni del Grande Oriente d’Italia. Hanno a Genova la
loro sede, e ieri, all’auditorium Montale del Carlo Felice, si sono incontrati per il convegno, “Il fenomeno massoneria, pregiudizi e realtà”, nell’ambito delle manifestazioni del 2004. Il ritorno in nome di Mazzini, lo
annuncia il gran maestro Gustavo Raffi, avvocato di Ravenna, l’uomo
che ha scelto il cammino della comunicazione, dell’apertura verso chi
della massoneria non fa parte e ha idee vaghe. Al suo fianco i due gran
maestri aggiunti, uno genovese, l’avvocato Giuseppe Anania, l’altro di
Livorno Massimo Bianchi, anche lui avvocato. E Genova è stata scelta
per il suo essere una città che proprio da Mazzini e dagli altri protagonisti del Risorgimento, come il gran maestro Giuseppe Garibaldi, Nino
Bixio, Simone Schiaffino, ha mantenuto una forte tradizione massonica,
identica in tutta la Liguria, dove vivono 38 logge con circa 900 iscritti,
un terzo dei quali, si ritrova nelle 14 logge genovesi. Il convegno è coordinato dal presidente del Collegio dei maestri venerabili della Liguria
(riunisce i venerabili di ciascuna loggia ligure), il professor Carlo Mereu,
medico oncologo. Non manca la
contestazione, di pochi esponenti di
Forza Nuova, associazione di estrema destra e di “Alternativa sociale”
il movimento fondato da Alessandra
Mussolini. Del resto è proprio
durante il fascismo che i massoni
vengono messi fuori legge, dopo un
iniziale patto di non aggressione
reciproca, spiega il sociologo del
diritto Morris Grezzi, un patto che si
rompe nel 1923, quando Mussolini prepara le
basi del futuro Concordato.
Il Grande Oriente, nell’Ottocento risorgimentale trova nuovo vigore, dopo la stagione aurea
dell’illuminismo francese, quando massoni sono
Voltaire e Montesquieu, è fuori legge nel fascismo e, quando torna, commette quello che il
gran maestro Raffi definisce, l’errore più grande: “non abbiamo capito l’importanza della comunicazione, per trovare un punto
d’incontro con la società”. Oggi è
cambiato tutto. Il Grande Oriente
ha aperto i suoi archivi agli storici, ha un sito Internet, con una
radio on line che trasmette spezzoni delle attività nelle diverse
logge. Oggi il gran maestro,
repubblicano storico, parla di
temi come la difesa della scuola pubblica: “va privilegiata, altrimenti si afferma un principio di
diseguaglianza, di separazione tra culture”, la
globalizzazione “è un fenomeno che non può
essere circoscritto a un flusso di denaro e scambio di merci”, la guerra: “nessuna guerra può
essere giusta, perché il fallimento della diplomazia”, in un modo pacato, condivisibile da molti.
Lui ribadisce: “non siamo una lobby di potere,
la nostra è una scuola di pensiero che privilegia libertà e pluralismo, al nostro interno si
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ritrovano fratelli moderati, conservatori, progressisti”.
E i rapporti con la chiesa? Li riassume con grande efficacia Paul Renner, sacerdote, direttore dell’Istituto di
Scienze Religiose di Bolzano. Renner elenca cinque
punti in comune tra chiesa e massoneria. Il primo:
entrambe vogliono aggregare le persone per ragioni extrafinanziarie, per
essere comunità e non società. Il secondo: “l’amore per la storia intesa
come passato, presente e come un futuro in cui avere speranza”. E ancora: “ la lotta contro l’ignoranza di massa, la ricerca della verità, il “ridare valore alla parola”. E’lo storico Fulvio Conti a ripercorrere la storia
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della massoneria, e a sottolineare, “lo spirito laico, non ateo” dell’associazione che, non a caso, riunisce soprattutto a cavallo tra Ottocento e
Novecento, molti protestanti con qualche presenza ebraica. Alessandro
Meluzzi, psichiatra, ex politico, ritorna al problema della comunicazione. Si deve distinguere tra metodo e contenuto, spiega. Sul contenuto si
è “arrivati al disastro” dopo i fatti della P2, da cui il gran maestro prende le distanze. Così: “la P2 sta alla massoneria come le Br al Pci, e i
danni maggiori li abbiamo subiti proprio noi”. Meluzzi prosegue: “il
metodo è la relazione tra uomini che credono alla solidarietà”. Un antidoto a un’epoca d’integralismo e guerre di religione.
Anche un sito internet e una radio per cancellare le ombre del passato
Massoneria, il futuro è la trasparenza
«Ma la P2 stava a noi come le Br stavano al Pci» dice Raffi, il gran maestro
21 novembre 2004
arducci, Pascoli, Washington, Churchill, Bakunin, Totò, Napoleone,
Mazzini, Garibaldi, Allende. E’lunghissima, e piena di sorprese, la
lista dei massoni, italiani e stranieri. Tuttavia, almeno per quanto
riguarda il nostro Paese, più che compiacersi per il prestigio dei vecchi
iscritti, i massoni hanno saggiamente deciso di dedicare tutte le loro forze a
realizzare un obiettivo ambizioso: cancellare le ombre consegnate da episodi avvenuti in anni più o meno recenti, e puntare sulla trasparenza. “Ma
la P2 sta alla massoneria come le Brigate rosse stanno al partito comunista
italiano” chiosa l’avvocato ravennate Gustavo Raffi, gran maestro del
Grande Oriente d’Italia. “La massoneria dopo anni di emarginazione e condanna, si pone oggi al servizio di coloro che, desiderosi di migliorarsi, sono
poi in grado di influire positivamente nella società” spiega il gran maestro.
Proprio Raffi per legittimare la linea della trasparenza, in occasione di un
recente convegno, a Trieste, si è presentato con una vistosa camicia gialla,
i jeans e i mocassini indossati senza calze. “Per dimostrare, anche nell’aspetto, che siamo cambiati”. Aulteriore conferma che alle parole si accompagnano i fatti, i massoni italiani hanno realizzato un sito internet
(www.grandeoriente.it) e creato una radio. “Abbiamo messo a disposizione di tutti pure i nostri archivi” aggiunge il gran maestro, anche se, a dire
il vero, gli elenchi degli iscritti rimangono riservati( non è una scelta, è la
legge sulla privacy ad obbligarci a comportarci in questo modo”) Ed ecco
le valutazioni dei massoni new deal. “La globalizzazione? E’un fenomeno che non si può arrestare, ma non deve essere limitata allo scambio di
merci e flussi di denaro. Si deve puntare sull’Europa dei popoli, oggi invece, l’Ue sembra una società per azioni. La Costituzione europea? E’ stato
un errore non aver inserito un riferimento alle radici giudaico-cristiane”. I
massoni hanno recentemente dedicato convegni a temi come “La nuova
povertà” (non è solo economica, ma è pure culturale: si pensi agli insegnanti, messi sempre più in un angolo”), “La convivenza” (è un errore
creare scuole per cattolici, o per laici, per poveri o per ricchi: si finisce solo
per legittimare il razzismo”) e la “Guerra giusta” (“che non esiste”).
Raffi dedica anche alcuni passaggi alla storia. “La massoneria, in Italia, inizia nel
settecento, in Toscana e in
Campania. E’ la cultura
dell’Illuminismo, e proprio
nelle logge si fondano le
libere associazioni, dalla
quali nasceranno poi i partiti.
Nel corso del Risorgimento
non era certamente facile
essere massoni, si rischiava
non solo il carcere ma pure
di essere impiccati. Ma è col
fascismo che la massoneria
si deve dare alla clandestinità, d’altra parte anche
Mazzini aveva scelto la
forma delle società segrete.
In anni più recenti, la loggia
d’Oriente ha fatto indubbiamente l’errore di non comunicare e scegliere l’anonimato. Ma, ora, s’inverte rotta”.
Il Convegno
alla Sala Montale
Mentre all’esterno del Carlo Felice alcuni contestatori esponevano lo striscione “Usura, aborto e pedofilia: è questa l’Europa della massoneria”, nell’auditorium Montale si è svolto il convegno “Il fenomeno massoneria.
Pregiudizi e realtà”. Lo storico Fulvio Conti ha analizzato i rapporti tra massoneria e società civile. Don Paolo Renner ha affrontato il tema del rapporto
tra chiesa e massoneria, il sociologo Morris Grezzi ha discusso di politica e
massoneria, partendo dalla reazione ai fatti della P2. Informazione e massoneria è stato l’argomento affrontato dallo psichiatra e scrittore Alessandro
Meluzzi, mentre il saggista e scrittore Paolo Luccarelli ha messo in luce
quanto la cultura massonica abbia creato metodi di studio e riflessione.
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Erasmo Notizie 19-20/2004
Treviso. Massoneria e Chiesa, prove di dialogo
Per la prima volta nel triveneto domani gli esponenti dei due mondi si parleranno.
Con l’auspicio di riuscire a capirsi
di Sergio Zanellato
20 novembre 2004
on è più tempo di scomuniche, né di processi e nemmeno di “noi
i buoni e voi i cattivi”. Fra massoneria e chiesa cattolica sono in
corso prove di dialogo. Domani, a Treviso, in un convegno, cattolici e massoni si parleranno. Con l’auspicio di capirsi. È la prima volta
nel Triveneto. È un vero appuntamento con la storia.
«La P2 è stato il nostro cancro. Ma ne siamo guariti. D’altro canto ogni
grande organizzazione ha avuto al suo intestino mali simili. Infatti, la P2
sta a noi, così come l’inquisizione alla chiesa cattolica. E le Br al Partito
Comunista Italiano». Lo dice Paolo Valvo, notaio, maestro venerabile (il
presidente, ndr) della Loggia “Primavera” di Treviso. In 3 anni di attività
la loggia trevigiana dai 15 muratori iniziali ha raggiunto quota 27 e ha
eretto il proprio tempio a Silea. La “P. Sarpi” che è la seconda “Officina”
(sinonimo di loggia, ndr) di Treviso, ha invece una quindicina di “azzurri” (dal colore dei collari e degli orli dei grembiuli dei maestri).Nel Veneto
“i liberi muratori” aderenti al Grande Oriente d’Italia con sede a Palazzo
Giustiniani di Roma, sono circa 250, 15 mila in Italia. Treviso vanta due
logge, Padova tre, Abano una, Venezia due, Verona due, Vicenza una; il
collegio circoscrizionale dei maestri venerabili è a Venezia, Via S. Croce
664. L’altra organizzazione che rappresenta la massoneria in Italia è la
Gran Loggia d’Italia (ammette le donne a differenza del Grande Oriente).
Nel Veneto ha 12 “Orienti” (logge, ndr): due a Padova, una ad Abano, 3 a
Venezia, una a Treviso ed un'altra a Conegliano (con Vittorio Veneto),
così come a Verona e Vicenza; in Italia vanta circa 7 mila iscritti. La sede
della delegazione è a Venezia in San Polo, la segreteria regionale a Padova
in Corso del Popolo. Ambedue i movimenti hanno siti internet:
www.grandeoriente.it e granloggia.it dove c’è tutto, anzi: quasi tutto;
manca quello che più tutti vorrebbero sapere, i nomi dei “muratori”.
«D’altro canto - sottolinea il maestro venerabile Paolo Valvo - è un desiderio pruriginoso; io mi sono assunto la responsabilità di mostrare la mia
faccia in pubblico ed uscire alla ribalta, ma è giusto che il diritto alla
riservatezza sia riconosciuto ai nostri aderenti. Ma questo non vuol dire
che facciamo cose segrete. Anzi! È una questione di opportunità. Dal
2000, quando abbiamo deciso di farci conoscere, abbiamo duplicato gli
aderenti. Partecipiamo a conferenze; il gran maestro si fa vedere in televisione; nostre prese di posizioni escono sulla stampa; abbiamo creato un
sito in Internet... Siamo trasparenti».
Notaio Valvo, al convegno di Treviso, che messaggio vuole lanciare ai
cattolici?
«Siamo felici che dalla chiesa cattolica arrivino segnali di disponibilità al
dialogo. Noi non siamo una setta, nè un’organizzazione carbonara.
Abbiamo scelto la luce. Il confronto. Il dialogo. Mi auguro che gli intenti degli organizzatori del convegno siano positivi e propositivi. E che
venga rispettato il tema e affrontato senza idee preconcette. Siamo persone libere e rispettiamo la libertà degli altri. Compresa quella di opinione».
C’è aria nuova nella massoneria nei confronti del mondo cattolico?
«Assolutamente non ci sono conflitti. Abbiamo sempre cercato il dialogo. Mi auguro che non ci si trinceri dietro posizioni dogmatiche. Allora
sì sarebbe difficile trovare punti d’incontro. D’altro canto noi crediamo
nel dialogo con le altre confessioni: stiamo parlando anche con il mondo
ebraico e quello musulmano e grazie a noi parlano pure fra loro».
Libertà, uguaglianza, fratellanza: i principi base della massoneria di
ieri sono anche quelli di oggi?
«Al di là delle ricorrenti leggende metropolitane, restano i cardini della
nostra adesione alla massoneria. Noi, a chi vuole essere iniziato, chiediamo di avere la fedina penale pulita e intonsa la posizione nel casellario giudiziario. Esigiamo un’onestà al di sopra di ogni sospetto».
L’incontro con la Chiesa è un traguardo o un punto di partenza?
«Da anni il Grande Oriente d’Italia si occupa di migliorare i rapporti con
i cattolici. Nel convegno di domani noi entriamo dalla finestra, ma ci
saremo. Ed il tema lo stiamo dibattendo da anni in mille occasioni. Mi
auguro che da parte dei cattolici ci sia la disponibilità a tendere la mano».
Oltretutto la Costituzione dei Liberi Muratori del 1723 di James
Anderson già prevedeva che un Muratore “non sarà mai un ateo stupido nè un libertino irreligioso”...
«Certo, e aggiungeva che bisogna “essere uomini buoni e sinceri o uomini di
onore”. Il Gran Maestro Gustavo Raffi da tempo insiste sulle vie del dialogo.
E ribadisce che la Libera Muratoria è erede e custode dei valori di tolleranza
politica e religiosa, di equità e giustizia, di libero esame e di ricerca illimitata».
Contro intolleranza e fanatismo la massoneria si è battuta valorizzando e
proponendo all’opinione pubblica l’impegno, ad esempio, del Premio
Nobel per la pace, la maya Quinchè Rigoberta Menchù Tum, facendola
incontrare con Rita Levi Montalcini. Da Garibaldi a Totò, da Gandhi a
John Wayne, da Tolstoj a Goldoni, da Walt Disney a Sadat e Nehru, da
Cavour a Roosvelt, da Mozart a Paganini, da Quasimodo a D’Annunzio,
la storia ha visto tantissimi massoni recitare ruoli sociali importantissimi.
La massoneria oggi non rinuncia ad un ruolo di leadership. E chiede alla
Chiesa Cattolica la reciproca accettazione. Possibile? Domani si vedrà.
IL PROGRAMMA
Esponenti delle logge logge a tu per tu
con esperti di diritto canonico
(S.Z.) Massoneria e Chiesa cattolica: dalla guerra aperta al dialogo.
Domani a Treviso "trattative" di pace tra i rappresentanti del Gris, Gruppo
di ricerca e informazione socio-religiosa ed alcuni esponenti massoni del
Grande Oriente d'Italia, che porteranno la loro esperienza personale. Il
tutto avverrà nel corso del convegno interregionale all'istituto dei Padri
Emiliani di via Venier a Treviso. E' il secondo tentativo di questo tipo che
si svolge in Italia dopo il primo incontro del giugno scorso a Ravenna.
La giornata di studio prenderà il via alle 9.30; e si propone di approfondire l'argomento con l'aiuto di esperti in materia: Adolfo Morganti
presidente del Gris di Rimini, Francesco Mario Agnoli presidente
della Corte d'Appello di Bologna, padre Zbigniew Suchecki della pontificia università Lateranense. Il prelato polacco spiegherà alcune
norme del diritto canonico in cui si proibisce l'iscrizione alla massoneria a chierici, diaconi, sacerdoti e vescovi.
Al pomeriggio ci saranno gli interventi di due esponenti della massoneria italiana: il trevigiano venerabile (presidente, ndr) Paolo Valvo,
della Loggia "Primavera" di Treviso aderente al Grande Oriente
d'Italia con sede a Palazzo Giustiniani a Roma ed il prof. Franco Rasi,
Gran Maestro onorario della massoneria, pure lui del Grande Oriente
d'Italia, cattolico. Le conclusioni sono affidate alle 15.30 a mons.
Giovani Bordin arciprete di Riese.
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Primi approcci tra Chiesa e massoni
L’appello da un convegno: «Cerchiamo almeno l’accordo su iniziative umanitarie
di Marco Gasparin
20 novembre 2004
l dialogo tra Chiesa e Massoneria è cominciato. I primi passi concreti
sono stati compiuti ieri alla giornata di studi su “Chiesa e Massoneria”
organizzata dal Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa (Gris) e
tenutosi all’Istituto Emiliani. Dopo il primo tentativo di dialogo tenutosi a
Ravenna la scorsa primavera l’incontro di ieri a Treviso assume rilevanza
straordinaria per la presenza di alcuni esponenti della massoneria, ché all’incontro precedente la controparte massonica era mancata. “Il Grande Oriente
d’Italia ha accettato il colloquio con lo scopo di far comprendere questa realtà, senza demonizzazioni”,ha spiegato il gran maestro onorario Franco Rasi.
La massoneria nei tre secoli della sua storia è cambiata più volte, così
come è cambiata la società civile. Questa massoneria non ha più agganci con quella del passato, perché si muove con presupposti nuovi: cerca
di aiutare l’uomo a migliorare se stesso, attraverso il libero confronto d’idee, senza dogmatismi predefiniti. I temi dell’esoterismo, che tanto
preoccupano il mondo cattolico, interessano non più del 5% di tutti i fratelli”. A sorpresa è intervenuto anche un rappresentante della Gran
Loggia d’Italia, Paolo Aldigini: “ La massoneria non vuole dogmi, ed è
qui la differenza con la chiesa. Il massone è sempre in continua ricerca;
il dubbio è il suo compagno. Ma da qui a parlare di inconciliabilità è
lunga”. La posizione della chiesa (che ad oggi proibisce l’iscrizione alla
massoneria) è stata esposta da padre Zbigniew Suchecki: “La conferenza episcopale tedesca del 1980 ha sancito l’incompatibilità tra chiesa
Cattolica e Massoneria. Per il relativismo appartenente alle convinzioni
fondamentali dei massoni: negano la conoscenza oggettiva della verità.
Chi appartiene alla massoneria rifiuta i dogmi. La visione di Dio come
Grande Architetto non consente di pensare la rivelazione in termini cristiani”. Soddisfatti gli organizzatori: “Noi vogliamo prima di tutto cercare il dialogo, e oggi è cominciata la discussione”.
red
Il GRIS - Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa - (denominato fino all’anno 2001 Gruppo di Ricerca e di Informazione sulle Sette) è
un’associazione privata di cattolici, culturale e religiosa, senza scopo di
lucro, costituitasi ufficialmente il giorno 8 febbraio 1987.
Affiliazioni on line: la massoneria veneta alla svolta di Internet
Festeggiato l’anniversario della loggia “L’Union”, costituita nel 1772
Nella regione circa duecento affiliati
di Serenza Spinazzi Lucchesi
28 novembre 2004
ENEZIA - Venezia – Tecnologici e ringiovaniti, i massoni si aprono al mondo e i nuovi adepti ora vengono reclutati via Internet. A
metà del guado tra trasparenza e tradizionale segretezza, ieri la loggia massonica dell’Oriente di Venezia ha celebrato, a porte semi-chiuse,
l’anniversario della nascita della loggia “L’Union”, sorta in laguna nel
novembre del 1772. Per l’occasione, le logge di cinque Paesi
(Austria, Slovenia, Ungheria,
Serbia-Montenegro, Germania) si
sono unite a quella veneta presso
la Scuola Grande di San Giovanni
Evangelista - in tutto circa trecento
persone - per partecipare all’Emulation Day, incontro periodico
nel quale gli affiliati compiono
alcune cerimonie rituali.
Alla mattinata a porte aperte, nel corso della quale è stato presentato un volume sulla Massoneria veneta del Sette-Ottocento, è seguita nel pomeriggio l’apertura della Loggia e i riti ad essa collegati. Tutto in questo caso coperto dal
più rigoroso segreto. I fratelli, in abito scuro con guanti bianchi e insegne,
hanno preso posto nel grande Salone di San Giorgio, le sedie disposte lungo le
pareti dove, al centro di ciascuna di esse, campeggiavano quattro tavoli coperti di drappo rosso. Poi, mentre in piede i fratelli ascoltavano la marcia di inizio
dei rituali, il pesante tendone all’ingresso del Salone è sceso implacabile a ripristinare quell’alone di mistero che adombra il mondo della massoneria.
Sui riti della loggia, sulle Letture Prestoniane, sull’iniziazione e sul conferimento onorario ad alcuni fratelli - cerimonie che hanno occupato il
resto della giornata - rimane insoddisfatta ogni ulteriore curiosità.
“Eppure c’è stata una grande apertura in questi ultimi anni, voluta per evitare i soliti fastidi che coinvolgono la massoneria”, sottolinea Paolo De
Faveri, presidente del Collegio dei maestri venerabili del Veneto euganeo.
In Veneto sono appena 200 gli affiliati alle logge del Grande Oriente
d’Italia, ma c’è una certa ripresa cha ha fatto ringiovanire di una decina
d’anni l’età media dei membri, ora attestata a livello nazionale sui 40
anni. E questo grazie anche ai recenti slanci in termini di trasparenza, a
cominciare dall’affiliazione via web. La massoneria ha infatti il suo sito
Internet ufficiale (www.grandeoriente.it) dove si trovano la storia, le
informazioni, gli eventi e gli appuntamenti delle varie logge e dove si
può anche presentare richiesta d’affiliazione.
“Un tempo si doveva essere presentati da membri già affiliati, ma solo
perché non si sapeva a chi rivolgersi per entrare. Ora – prosegue De
Faveri – si può fare richiesta in Internet. Dopo, ovviamente, vi si deve
sottoporre a una selezione fatta dai fratelli: oltre alla assoluta integrità sul
piano penale, valutiamo anche le motivazioni che spingono una persona
ad affiliarsi”. Motivazioni che non devono essere politiche, né di potere,
“perché qui si punta esclusivamente al miglioramenti di se stessi, attraverso una perfezione che è solo spirituale”. E dunque, nel calderone della
massoneria veneta, si può trovare un po’di tutto, dai professionisti agli
intellettuali, ai politici, ma anche a persone semplici: tutte disposte a
“lavorare per il bene proprio, dei fratelli e dell’umanità intera”.
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Erasmo Notizie 19-20/2004
FENOMENI/«La chiave di Salomone»: ecco il titolo del seguito del bestseller «Il Codice da Vinci»
storia e cultura
Dan Brown: e ora vi svelo i segreti della massoneria
di Alessandra Farkas
«la chiave di salomone»
uscira nell’estate 2005/per
gli appassionati di dan
E WY O R K - La barriera d’impenetrabile segretezza che circonda
il seguito de Il Codice da Vinci si è improvvisamente incrinata.
Durante un pranzo di lavoro con un reporter del New York Times,
l’editore del libro - Stephen Rubin, di Doubleday - si è lasciato sfuggire
alcuni dettagli chiave della nuova fatica di Dan Brown, da mesi barricato
nella sua villa nel New Hampshire, senza contatti con l’esterno, per terminare ciò che si preannuncia già come l’evento letterario del decennio.
«Il nuovo thriller esoterico s’intitolerà The Solomon Key , la chiave di
Salomone - rivela il New York Times - e parlerà dei massoni, la confraternita segreta cui facevano parte alcuni dei Padri fondatori della patria».
Altro particolare inedito: il libro (il terzo romanzo di Brown a includere
il personaggio di Robert Langdon, il professore di simbologia religiosa
di Harvard che diventa detective) sarà ambientato a Washington, scelta
dall’autore per la sua architettura ricca di simbolismo.
Lo «scoop» è bastato a mandare in fibrillazione milioni di fan del Codice in
tutto il mondo. «La loro ossessione per il seguito è cresciuta in maniera esponenziale all'inizio dell’anno - ricorda il Times - quando Brown ha rivelato che
la copertina del Codice da Vinci contiene indizi sul suo prossimo romanzo».
brown una segnalazione:
Oltre a infiammare i siti web, incrementando
dal 30 novembre è in
l’industria del turismo Usa nei luoghi del mistero descritti nel libro (il Louvre, la chiesa di libreria angeli e demoni,
l’edizione italiana di un
Saint-Sulpice, il paesino di Rennes-le-Chateau)
romanzo precedente a l
rivelazioni come questa hanno finito per ritardacodice da vinci/
re l’edizione economica del bestseller. Che, nonc'è un nuovo codice da
ostante il prezzo salato della versione «hardcodecifrare e sarà sempre
ver» continua ad occupare la classifica dei «top
robert langdon ad
5» nei 40 Paesi dove è stato tradotto.
occuparsene; roma è il
Negli Stati Uniti, dove ha debuttato nel marzo del
teatro dell'intrigo
2003, il Codice continua a vendere decine di
migliaia di copie la settimana e di recente ha superato la soglia dei 9 milioni
(quasi 20 milioni nel mondo): un record. Anche per questo Doubleday, che
dal Codice ha ricavato finora 225 milioni di dollari, non ha alcuna fretta di
pubblicare il seguito. E infatti la settimana prossima approda in libreria la
nuova versione illustrata (35 dollari) mentre la Columbia Pictures, che ne ha
acquistato i diritti, si prepara a girare presto un film, diretto da Ron Howard
e interpretato da Russell Crowe. (“Corriere della Sera”, 29 ottobre 2004)
Massoni 17 su 43 i presidenti degli Stati Uniti d’America
di Aldo Chiarle
tutti i presidenti
americani, da
aro Diaconale, molto interessante la “divisione” dei presidenti
americani secondo la loro religione: 12 episcopali, 9 presbiteriani,
5 metodisti, 4 battisti, 4 universalisti, 2 discepoli di Cristo, 2 calvinisti, 2 quacqueri, 1 cattolico, 1 della chiesa unita di Cristo e altri di nessuna religione specifica. Penso interessante dire che ben 17 presidenti
degli Stati Uniti d’America erano massoni e precisamente: Washington
George (1° presidente) iniziato nella loggia di Fredericksburg; Jefferson
Thomas (3° presidente) iniziato nella loggia di Charlottersville; Madison
James (4° presidente) iniziato nella loggia Hiram; James Monroe (5° presidente) iniziato nella loggia Williamburg; Jackson Andrew (7° presidente) iniziato nella loggia Greenville; Johson Richard (9° presidente) iniziato nella loggia Hiram; Polck James Knox (11° presidente) iniziato nella
loggia Columbia; Buchanan James (15° presidente) iniziato nella loggia
washington a bush
Lancaster; Johnson Andrew (17° presidente)
junior , hanno giurato
iniziato nella loggia Greensville; McKinley
fedeltà agli stati uniti
William (25° presidente) iniziato nella loggia
nella stesso volume
Hiram; Roosevelt Theodore (26° presidente)
della bibbia, vecchio di
iniziato nella Loggia Matinecock; Taft William
oltre duecento anni
Howard (27° presidente) iniziato nella loggia
Kilwinning; Harding Warren Gamaliel (29° presidente) iniziato nella loggia Marion; Roosevelt Franklin Delano (32° presidente) iniziato nella loggia Holland; Truman Harry (33° presidente) iniziato nella Loggia Belton;
Johnson Lyndon (36° presidente) iniziato nella loggia Texas; Ford Gerald
Rudolf (38° presidente) iniziato nella loggia Malta, più altri cinque presidenti frequentatori di logge, ma dei quali non è certa l’iniziazione massonica. (“L’opinione”, 10 novembre 2004)
Storia della libera muratoria in Lombardia nell’ambito dell’attività latomistica europea
La massoneria lombarda
di Gianni Fossati
giulio cesare maggi è un
tudioso di latomistica il professor Maggi è autore di diversi studi
su Mozart, l’ultimo in ordine di tempo, “Mozart a Milano” (del
2003) ci presenta ora un documentato volumetto sulla Storia della
Massoneria in Lombardia non senza averci confermato che il giovane
compositore Leopold (iniziato alla Loggia “Zur Wohltatigkeit” di
Vienna) in occasione del suo soggiorno a Milano nell’ottobre del 1770
venne aiutato dalla giovane soprano Antonia Bernasconi, a sua volta
vivace ottantenne di gorizia
iscritta in una loggia femminile napoletana, con che vive a milano/entrato al
la quale entrò subito in simpatia.
grande oriente d’italia nel
Nel Settecento infatti, il contributo italiano alla
1978, appartiene alla
diffusione della “via liberomuratoria alla conologgia milanese “tito
ceccherini” (842)
scenza” conobbe momenti di grandezza e di
prestigio. A decorrere dal 1732 (anno in cui,
sotto la data del 4 agosto, il poligrafo Antonio Cocchi scrisse nel suo dia-
Erasmo Notizie 19-20/2004
rio - redatto in francese, arabo, ebraico, spagnolo e italiano - di essere stato inizato in Loggia a Firenze) in
storia e cultura
molte città della penisola l’Ordine raccoglieva consensi propagandandosi con stupefacente rapidità così
come nei secoli precedenti erano dilagati la architettura,
l’umanesimo e il neoplatonismo rinascimentale.
Magistrati, alti funzionari di corte, ecclesiastici, borghesia delle professioni liberali come non si erano sottratti al fascino di scienziati e filosofi e profeti quali Gerolamo Cardano, Giordano Bruno e Tommaso
Campanella, così ora si ritrovavano nelle Logge: apprendisti, compagni,
maestri secondo una scala di gradi nella quali i valori di casta erano sostituiti da una tradizione che rimandava alla letteratura sacra.
Milano vide apparire la libera muratoria per la prima volta sul proprio
territorio nella prima metà del ‘700, la data esatta è incerta, forse il 1735;
sicuramente nel 1756 - ci dice Maggi - esisteva una loggia in Milano
della quale restano tracce nei fascicoli, ormai distrutti di un antico processo intentato contro i suoi componenti.
La libera muratoria italiana non avrebbe avuto motivo di celare l’identità dei propri appartenenti se essi da sempre non fossero stati perseguitati per le loro idee libertarie e democratiche. In ogni caso i nomi che girano intorno a questi primi nuclei muratori rappresentano il meglio dell’illuminismo lombardo: forse il padre stesso di Cesare Beccaria, il Conte
Gianbattista Biffi, Andrea Appiani, la familia dei Conti Belgiojoso e
Pagina 19
quella dei Pallavicini: nella cappella crematoria di questi ultimi presso il
cimitero monumentale di Milano, ancora oggi è possibile ammirare le
insegne liberomuratorie della squadra e del compasso.
L’Ottocento lombardo è attraversato dal turbine non solo politico ma anche
muratorio di Napoleone. E da questo turbine inizia la tempesta del nostro
Risorgimento. Il 5 marzo 1805 segna la nascita in Milano del Grande Oriente
d’Italia e l’elenco dei fratelli che ne illumineranno la strada può solo essere iniziato e non certo concluso: Romagnosi, Vincenzo Monti, Ugo Foscolo, forse
il giovane Alessandro Manzoni e via via, Maroncelli, i fratelli Bandiera, Bixio,
Missori, Crispi, Garibaldi, farini, De Pretis, Nigra, Cairoli, Zanardelli…
L’autore traccia con riferimenti sostanzialmente inediti la nascita a
Milano nel corso dell'anno 1864 di un Gran Consiglio “Simbolico” - poi
fusosi con il Goi - nei quali figuravano personaggi quali Prospero Moisè
Loria, futuro creatore di quella Società Umanitaria, ormai ultracentenaria, che è nel cuore di tutti i massoni milanesi e lombardi.
Il contributo del professor Maggi alla rilettura di questo particolare
periodo storico ha il merito di sottolineare come la riflessione storiografica abbia speso rinunciato ad ampliare l’orizzonte culturale ignorando la
costante presenza massonica quasi che si trattasi di “una brutta parola"”nella consapevolezza che, tutt'al contrario si trattò di una presenza
fondamentale nell'Italia liberale in virtù del suo radicamento nella società civile lombarda in cui la tradizione Risorgimentale fu repubblicana e
monarchica. (“L’opinione”, 24 ottobre 2004)
Storia della massoneria veneta
il volume è stato
presentato il 27
novembre a venezia
è anche Padova, nell’ultimo scorcio del diciottesimo secolo, in
evidenza - per così dire - quanto a organizzazioni massoniche,
le quali, come è noto, avevano nel Nordest, e nel Veneto in particolare, un punto importante di “presenze”. Lo si sottolinea nell’interessantissimo volume “Massoneria e società segrete nel Veneto del SetteOttocento” di Nino Agostinetti (Edizioni del Lombardo-Veneto), corredato da una ampia documentazione iconografica. Si parte dalla massoneria per arrivare poi ad altre organizzazioni segrete (che con la massoneria non avevano necessariamente rapporto), come la Carboneria, la
Giovine Italia, assai legate a quell’ansia, a quell’attivismo patriottici
miranti ad una Italia unita e indipendente innanzittutto - se repubblicana
o monarchica, poi si sarebbe visto.
Ora, nell’ampio excursus compiuto da Nino Agostinetti, che ha frugato
biblioteche e archivi, e che è uno specialista della storia (non soltanto
massonica, ovviamente) dei due secoli presi in considerazione, ci si
imbatte ad un certo punto nella loggia di Padova, diventata “il centro
latomistico nel Veneto”. Infatti, a Venezia, “cessata verso il 1780 e dopo
la fuga di Gratariol ogni attività della loggia L’Union, i padovani avevano creato sulla laguna una nuova loggia, la Fedeltà, unitamente ad un’altra a Corfù, allora base navale veneziana”.
Cinque erano stati - avverte Agostinetti - i fondatori: l’avvocato Antonio
Maria Gini, importante esponente dei fratelli francesi essendo vissuto
dodici anni a Parigi, già de L’Union e della Loggia patavina, il napoletano marchese Michele Cessa, il maggiore di artiglieria Domenico
Gasparoni e il nobile Mattia Dandolo.
Naturalmente, a Padova, la massoneria era presente anche in anni precedenti il 1780. Esisteva infatti in città una loggia scozzese con il Venerabile
Marco Carburi, chiamata “L’amore del prossimo”, sulla quale peraltro non
ci sono documentazioni, ma si sa poi di iscritti alle logge che frequentavano il salotto della contessa Arpalice Papafava, come il conte abate Alvise
Savonarola, il conte Girolamo Lazzara, il nobile Francesco Gusella, e via
elencando. Insomma, uno squarcio interessante
sulla realtà padovana “segreta" che Agostinetti
ha rievocato sino ai primi anni del ventesimo
secolo... Peccato che la sua indagine si sia lì arrestata. (“Il Gazzettino”, 4 novembre 2004)
nella tavola rotonda
organizzata dalla loggia
“l’union” in occasione del
secondo “emulation day”
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storia e cultura
Erasmo Notizie 19-20/2004
Un medico porta in città la massoneria
Le fabbriche, Zannellini e la loggia Gagliarda Maremma
di Marisa Giachi, responsabile dell’archivio storico di Piombino
oltre la loggia “la
gagliarda maremma
IOMBINO - Lo squadrismo fascista colpisce i massoni anche a
Piombino. Il 13 settem-bre del 1924 la loggia Gagliarda Maremma
in via Oberdan, come racconta il rispettabile maestro Silvestro
Paoli, viene distrutta: «Vedemmo il portone e parte del mobilio fracassati
in strada, e dalle finestre uscivano fumo e fiamme...».
Verso la fine dell’Ottocento lo sviluppo della grande industria siderurgica trasforma la piccola città di Piombino in una realtà del tutto nuova. Attraente non
soltanto per una gioventù operaia accorsa numerosa intorno alla crescente
domanda di lavoro, ma interessante anche per una moderna borghesia colta, di
aperte vedute, formatasi attorno a idealità laiche e socialisteggianti, in ambienti urbani; inoltre dal 1902 1a giunta municipale piombinese è socialista.
Fra gli intellettuali arrivati dagli atenei pisani e fiorentini, il medico Ettore
Zannellini, di formazione positivista e darwiniana, convinto e appassionato evoluzionista, come il suo maestro pisano Edoardo Bonardi. Si trasferì
nei primi anni del Novecento a Piombino con l’incarico di medico condotto. Trova, accanto alla malaria, antica malattia della Maremma, le
malattie più recenti dell’industria, del sovraffollamento urbano, delle condizioni igieniche ai limiti della sopravvivenza.
II dottor Zannellini diviene presto una delle figure di riferimento nella città.
Si dedica allo studio delle malattie dei lavoratori siderurgici, viene nominato presidente della commissione sanitaria, il suo ambulatorio di assistenza
medico-legale è gratuito per gli operai bisognosi. Nel 1911 è primario di
medicina dell’ospedale civile, del quale è direttore il professor Antonio Mori,
anch’egli medico di idee socialiste, esperto di medicina del lavoro.
La sinergia dei due medici produce studi, ricerche, il rilancio dell’ospedale cittadino, ma non solo. Accanto alle attività scientifiche, gli
accade fuori
(396) hanno sede a
ideali democratici e socialriformisti, tesi al
piombino altre due
miglioramento della società attraverso il soliofficine: la “luce del
darismo laico, inducono i due alla fondaziotirreno” (397) e la “xx
settembre” (703)
ne, nell’ottobre del 1908, della loggia massonica “La Gagliarda Maremma”.
Uomo passionale, Ettore Zannellini coltivò innumerevoli interessi, come
appare dalle numerose pubblicazioni che non riguardano esclusivamente
l’esercizio della sua professione. Partecipò in prima persona alla vita
della città, che amò profondamente. Cacciatore, estimatore del buon cibo
e delle belle donne, ma anche di archeologia e di scienze, seguì, tra l’altro, le attività di scavo di Antonio Minto a Populonia. Nel suo ambulatorio faceva bella mostra la collezione naturalistica, costruita intorno ai
suoi studi zoologici e botanici (segnalò la presenza della palma nana
sulle scogliere del promontorio). Amò anche le colline metallifere, la
società amiatina, i cavatori di allume, dei quali studiò le terribili patologie, fu attratto dalle vicende di David Lazzaretti, il Cristo socialista, profeta di Arcidosso, e dalla sua morale mistica di stampo mazziniano.
La biografia di Zannellini esemplifica l’identità massonica da Giolitti a
Mussolini: borghese, colta, con ruoli chiave nella società civile, obiettivi
egemonici sulle masse, da orientare verso il progresso civile. Con il motto
“libertà, uguaglianza, fratellanza” ambiva a presentarsi quale depositaria
della memoria del Risorgimento e favoriva i partiti democratici, radicali,
socialisti, antifascisti. Zannellini, perseguitato come tutti i massoni dal
regime fascista, fuggì prima a Parigi dove aprì una clinica operaia francoitaliana per gli immigrati, poi finì i suoi giorni in esilio, in Turchia.
(“Il Tirreno”, 20 novembre 2004)
Santa Inquisizione,
un rinnovato interesse storiografico
di Emanuele Gatto
o scorso 9 novembre è stato siglato tra il Ministero dei Beni Culturali,
la Congregazione per la dottrina della Fede e un pool di università italiane, un accordo per un progetto di censimento degli archivi e della
documentazione della Santa Inquisizione in Italia. Le conseguenze, dal
punto di vista storiografico, saranno notevoli poiché si porteranno alla luce
parecchi aspetti ancora sconosciuti di questa istituzione tanto controversa.
Lo storico Andrea Del Col, firmatario dell’accordo nella veste di direttore
del Centro di ricerche sull’Inquisizione dell’Università di Trieste, spiega al
Velino l’importanza di questo censimento: “Per uno sviluppo della storiografia sull’Inquisizione è necessario che oggi si conoscano tutti i documenti dispersi tra i vari archivi. Una volta tutta la documentazione si trovava all’archivio centrale della Congregazione per la dottrina della Fede.
In età napoleonica i nove decimi di quelle carte furono portate a Parigi e da
lì si dispersero ulteriormente. Altri archivi sull’Inquisizione romana si trovano a Modena, Venezia, Udine, Napoli, Siena e Malta. Da circa un anno
abbiamo cominciato a fare il censimento di queste carte - prosegue Del Col
-. E’una catalogazione in progress che non sappiamo quando finirà, ma che
l’inquisizione sorse
verso la fine del
secolo xII e la sua
attività cominciò a
venire meno nel
corso dei secoli XVIII e
XIX/nel 1908 cambiò
nome in sant’uffizio e
nel 1965 fu
definitivamente
sostituita dalla
congregazione per la
dottrina della fede
confidiamo permetterà di ricostruire il funzionamento globale dell’Inquisizione.
Questo censimento aprirà nuovi scenari di ricerca per diversi studi settoriali come la storia della
Riforma in Italia, la storia della stregoneria, della
censura, delle correnti mistiche. Ogni documento sarà lasciato nell’habitat di appartenenza,
seguiterà, cioè, a essere gestito dall’archivio o
dalla diocesi che lo ha in possesso, ma verrà
comunque immesso in una banca dati centralizzata che sarà a disposizione degli studiosi per via informatica. La consultazione dei documenti sarà pubblica, chiaramente rispettando le norme che
possono variare da archivio ad archivio”. Oltre al problema della dispersione delle carte, le vicende dell’Inquisizione romana sono rimaste sconosciute anche a causa di approcci storiografici per lungo tempo poco ortodossi.
“Fino alla fine dell’Ottocento - spiega Del Col - ha predominato un filone
interpretativo di stampo illuministico, molto critico e severo nei riguardi
Erasmo Notizie 19-20/2004
dell’Inquisizione. Per fare un esempio, all’inquisitore
spagnolo Tomas de Torquemada venivano attribuiti, nei
accade fuori
suoi quindici anni di attività, circa duecentomila processi e ventimila condanne capitali. Oggi le ricerche hanno
dimostrato che quelle stime, attribuite un tempo al solo
Torquemada, riguardano, in realtà, tutti i processi intentati dall’Inquisizione
spagnola in più di tre secoli. Questo è avvenuto perché per un certo tempo
ha predominato una storiografia di tipo militante, poco scientifica, a cui
faceva comodo evidenziare solamente gli aspetti negativi”. Secondo Del
Col le cose cominciarono a cambiare a partire dall’inizio del Novecento,
quando furono utilizzati criteri di ricerca più seri e più scientifici che non
condannarono a priori l’Inquisizione. Furono rilevati, ad esempio, anche gli
aspetti positivi di questa istituzione, come il fatto che l’Italia non venne toccata delle terrificanti guerre di religione, che dilaniarono l’Europa a partire
dal XVI secolo, proprio grazie alla presenza ed alla influenza esercitata
dall’Inquisizione romana in tutta la penisola. “Ulteriori sviluppi storiografici - afferma lo studioso - si sono avuti negli ultimi venti anni. In Spagna la
caduta della dittatura franchista ha riavvicinato gli storici agli archivi e si è
cominciato a studiare l’Inquisizione con nuovi orientamenti e nuove meto-
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dologie. In Italia sono apparsi gli studi pionieristici di Carlo Ginzburg sugli
eretici. Questo nuovo approccio degli studiosi verso l’Inquisizione - illustra
- è avvenuto in maniera differente rispetto al passato.
Una volta, infatti, gli storici soffermavano la loro attenzione soprattutto
sulle vittime dell’Inquisizione: gli eretici, Giordano Bruno, Galileo
Galilei. Oggi, invece, la storiografia punta alla conoscenza del funzionamento della macchina inquisitoria. Ciò che preme agli studiosi contemporanei, cioè, è sapere come avvenivano i processi, come venivano stilati i verbali, come si svolgevano gli interrogatori, quanto rispondevano a
Roma gli inquisitori locali: insomma interessa conoscere l’Inquisizione
dal didentro”. Del Col esclude drasticamente che questo rinnovato interesse per l’Inquisizione possa rientrare in un’ottica generale di revisionismo cattolico della storiografia: “Questo censimento di documenti a cui
stiamo lavorando è un lavoro talmente grande e coinvolge un elevato
numero di istituzioni e studiosi indipendenti l’uno dall’altro, che è impensabile credere che ci siamo messi d’accordo per orientare la ricerca in
senso apologetico o, al contrario, in senso accusatorio o critico. “Il revisionismo non c'interessa - conclude Del Col -. Noi storici faremo gli storici, gli archivisti faranno gli archivisti”. (“Il Velino”, 20 novembre 2004)
Secolarizzazione, politica, fede: il dibattito continua dopo il «caso Buttiglione»
Ma non è nemico della laicità
Occorre trovare un’eredità comune per non dividersi in campi opposti
di Federico Vercellone
se si fa confusione tra
laicismo e laicità
ripercorrere le tre puntate dell’inchiesta sulla lacità che Pierluigi
Battista ha realizzato sulle pagine della Stampa si delinea una panorama di problemi molto ampio di fronte al quale la cultura laica è messa
alla prova, una prova forse ancora più impegnativa di quanto non fosse stata
a suo tempo la sfida del progetto di una terza forza che s’incuneasse tra le due
«chiese». Oggi la cultura laica, che ha sempre fatto dei diritti la propria bandiera, si trova a fare i conti con un immenso allargamento di questa nozione
che non riguarda più soltanto la sfera delle libertà sancite dalla democrazia
moderna ma anche quella della vita personale, quel territorio al quale venivano tradizionalmente demandate le competenze (per altro ritenute dubbie)
della religione: la provenienza dell’uomo (la nascita) e il destino ultimo (la
morte) e il suo destino ultimo (la morte). E’indubbio che questioni come
quelle dell’eutanasia e dell’utilizzazione della tecnologia nell’ambito della
riproduzione costringano la cultura laica ad avventurarsi su un terreno tradizionalmente di competenza religiosa, e a fornire un riconoscimento non
solo formale alla contraparte. Si può dunque legittimamente parlare a questo proposito di una piccola di una piccola ma significativa rivoluzione
compiuta. Per spiegarci meglio si ha l’impressione che ci si sia fermati in
mezzo al guado senza riuscire a guadagnare la riva, e a guardare così da una
prospettiva adeguata al cammino percorso. fuor di metafora non si propone
mai per quanto mi risulta, e non solo nell’inchiesta di Battista, l’interrogativo
più radicale che è il seguente: si può essere laici e religiosi insieme? La religione costituisce davvero un ostacolo alla riflessione e all’esercizio di un’etica «laica», e ciè autonoma da dogmi della fede? Che un interrogativo di questa natura per quanto paradossale neppure si proponga costituisce probabilmente uno dei limiti maggiori del laicismo di casa nostra, il quale ha difficoltà a sottrarsi alla contrapposizione che lo ha generato, all’antagonismo
originari nei confronti di una Chiesa cattolica molto potente che invadeva il
territorio della convivenza civile e ne metteva a repentaglio l’autonomia.
Ora che i cristiani sono divenuti una minoranza semmpre più semplice
avventurarsi sui loro territori in quanto il rischio di essere invasi si allontana. Ed ecco che i laici sono più disponibili a riconoscere le ragioni della
controparte. La contrapposizione tra le due culture rimane tuttavia ben presente sullo sfondo al di là
di tutte le reciproche concessioni. E si finisce per dimenticare un’altra volta
che tutta una parte d’Europa, quella che ha conosciuto più da vicino la
Riforma protestante, non ha mai vissuto il drastico conflitto tra cielo e terra e
le loro stridenti giurisdizioni che è invece parte intigrante della nostra storia.
Chi aveva attratto l’attenzione su questo punto era stato uno dei grandissimi
antesignani della cultura laica, Piero Gobetti, il quale aveva a suo tempo
lamentato, in pagine davvero indimenticabili, l’assenza di una «nostra»
Riforma. Ma di recente, per quanto mi risulta, a nessuno viene in mente di
riprendere Gobetti o di ricordare quanto pensatori come Max Weber, per non
parlare di teologi, avevano ben presente: e cioè il terreno delle passioni, dei
conflitti, degli sforzi generosi e pervicaci degli uomini per un bene comune,
solo in quanto si è avuto a che fare con una figura del divino, Gesù Cristo,
che ha scelto deliberatamente, facendo della propria morte la salvezza di
ritrarsi dal mondo per restituirlo così all’agire responsabile dell’uomo.
Riprendere le fila del discorso da questo punto può essere assai utile. Non si tratta tanto di lamentare ora - come fece a suo tempo Gobetti - l’occasione perduta di
una «nostra» Riforma. E invece l’occasione per soffermarsi su di un’eredità, storica e metaforica per i non credenti ed invece effettivamernte religiosa per i credenti , che non li divida su campi opposti. In quest’ottica condividere dei valori di
origine religiosa non comporta affatto aderire alla fede e la fede non produce, per
parte sua, per il credente alcuna norma o certezza che lo orienti nel mondo. Che
cosa significa questo in concreto? Si può, pr esempio, esprimere «laicamente»
la più perentoria contrarietà nei confronti della pena di morte appellandosi ad un
valore religioso come la sacralità della vita umana. chi lo afferma può ma non
per questo deve condividere un dogma religioso come la fede nella vita dopo la
morte. Credenti e non credenti si ritrovano in questo caso su di un terreno
comune. C’è un presupposto condiviso più o meno apertamente dall’uno e dall’altro fronte: che la tutela del creato è affidata all’uomo e al suo senso di responsabilità. Dio a questo proposito tace. Che si creda o meno. Gesù Cristo ha davvero secolarizzato questo mondo. (“La Stampa”, 11 novembre 2004)
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accade fuori
Erasmo Notizie 19-20/2004
Dio in politica? Distrugge la democrazia
di Maurizio Viroli
date a cesare quel che
è di cesare, a dio quel
iamo sicuri che le democrazie contemporanee in quanto istituzioni politiche debbano riscoprire il Dio cristiano e farne il fondamento delle scelte politiche dei governi? Questa idea pare guadagnare ogni giorno nuovi consensi, come emerge dal resoconto del dibattito tenutosi a Torino con la partecipazione di Giuliano Ferrara e Gian
Enrico Rusconi su cui ha riferito domenica Mario Baudino.
La necessità di tornare al linguaggio della virtù, del peccato e di Dio
pare riposare sulla convinzione che contro le democrazie occidentali si
erge il blocco monolitico dell’Islam che non distingue fra politica e religione e fonda quella su questa. Bisogna dunque che anche le democrazie ritrovino Dio per non essere schiacciate da tanto avversario.
Premetto che il rimprovero spesso rivolto ai laici di aver lasciato da
parte il linguaggio della virtù e del dovere mi lascia del tutto indifferente. Ho sostenuto sempre (e ormai sono passati vent’anni da quando
l’ho fatto per la prima volta) che la libertà politica non vive senza la
virtù civile dei cittadini, che virtù vuol dire forza morale e forza militare, e che senza la pratica dei doveri i diritti rimangono pura aspirazione.
Aggiungo che sono del tutto convinto che esiste un attacco terroristico
contro la democrazia occidentale scatenato da forze radicali islamiche
che mirano ad instaurare regimi teocratici.
Detto questo ritengo che riportare Dio dentro la sfera pubblica, come
vogliono i neoconservatori americani, e i loro imitatori italiani, sia un
modo di distruggere la democrazia, non il mezzo più efficace di salvarla dall’attacco dell’Islam. I neoconservatori dei due mondi hanno ragioni da vendere quando sostengono che le democrazie hanno bisogno di
virtù per vincere contro i loro agguerriti nemici. Dimenticano però che
la virtù di cui hanno necessità è la virtù politica, ovvero, come insegnava il vecchio Montesquieu (e tanti altri prima di lui e dopo di lui) l’amore della patria, dell’uguaglianza repubblicana, del bene comune e
della Costituzione che difende la libertà. L’opposto della virtù (in politica) non è il vizio, e neppure il peccato, ma la corruzione. La virtù poli-
che è di dio (vangeli di
tica è dunque una virtù che può averla chi
matteo 22,21; marco
crede nel Dio cristiano come chi non ci crede.
12,17; luca, 20, 25) Che le democrazie riscoprano Dio conta poco
così cristo risponde a
al fine della virtù, a meno che non si voglia
coloro che gli
sostenere che le democrazie devono riscoprire
chiedevano se fosse
un Dio che comanda di amare la libertà, di sergiusto pagare le tasse
vire il bene pubblico, di combattere con tutte le
forze la corruzione politica, la tirannide, il potere arbitrario e l’intolleranza religiosa, come era appunto il Dio dei puritani inglesi e americani
del Seicento e del Settecento e anche più oltre). In questo caso bisogna
aggiungere una qualificazione importante, e i neoconservatori, almeno
quelli autentici (americani) non sono affatto disposti a questo passo.
Anche ammesso che la democrazia abbia bisogno di riscoprire Dio e
metterlo al centro della sfera pubblica, non viene in mente ai neoconservatori che una cosa è riscoprire Dio per libera scelta, un’altra riscoprirlo
o scoprirlo perché lo Stato lo impone con varie forme di sanzioni? Nel
primo caso la scoperta o riscoperta di Dio avrebbe effetto benefico per la
democrazia; nel secondo avrebbe effetto malefico in quanto porterebbe
soltanto ad un diffuso bigottismo. Ora, se si vuole vera fede bisogna che
la religione si tenga lontana dal potere politico e che i suoi propugnatori
la predichino unicamente cob la forza della parola e dell’esempo. Il che
vuol dire che la debolezza morale delle democrazie non si cura con iniezioni massicce di religione insegnata dallo Stato, ma con l’educazione
alla fede democratica per chi crede in Dio e chi non crede in Dio.
La democrazia occidentale, con gli USAin prima fila, ha vinto nel secolo scorso due tremende sfide, la prima contro il totalitarismo nazista e
fascista, la seconda contro il totalitarismo comunista, nemici che non
avevano nulla da invidiare in quanto a coesione e devozione all’Islam. A
nessuno dei neoconservatori viene in mente che gli Stati Uniti vinsero
quelle sfide anche perché non diventarono una democrazia e religiosa?
(“La Stampa”, 23 novembre 2004)
Il dibattito fede-laicità
Noi europei siamo figli dei Lumi
di Michele Anis
a proposito delle radici
europee
è un che di semplicistico e forse anche di rozzo, nella discussione sul rapporto fra religione e politica che divampa in
questi giorni. Tutto nasce da una (falsa) equazione, che a sua
volta misura la distanza fra gli umori del popolo americano e quelli dei
burocrati europei, e che sancirebbe in ultimo il ritardo – se non il vuoto
morale e intellettuale – di Strasburgo verso Washington. In sintesi: il presidente Bush è appena stato rieletto trionfalmente cavalcando i valori
della comunità cristiana, professando in pubblico la propria fede religiosa, abbracciando sacerdoti in campagna elettorale. Viceversa l’Europa
negli stessi giorni ha decretado l’ostracismo a Bottiglione per le medesime ragioni dopo aver rifiutato d’inserire nella sua Costituzione ogni riferimento alle radici cristiane della cultura occidentale. Gli americani
hanno pertanto un’anima, gli europei no.
Conviene allora dirlo con chiarezza: fra questi eventi non c’è contradi-
zione. E non ce n’è perché è diversa l’identità
politica e giuridica dei popoli stanziati sulle
due sponde dell’Atlantico. Il prossimo 20 gennaio Bush presterà giuramento sulla stessa Bibbia su cui nel 1989 aveva giurato già suo padre, e
sulla quale due secoli prima giurò il primo presidente degli Stati Uniti,
Gorge Washington. La formula di questo solenne giuramento comprende un’altrettanto solenne invocazione a Dio – una sorta di preghiera
laica, la medesima preghiera che stando alle statistiche 4 americani su
10 recitano prima di consumare i pasti, e che d’altronde viene viene
celebrata (dal 1952) attraverso la Giornata nazionale della Preghiera,
istituita da una legge federale.
Nulla di tutto questo nella vecchia Europa, nelle sue Costituzioni, nei
suoi codici giuridici. La Francia è una Repubblica “laica”, proclama il
primo articolo della sua legge fondamentale. Affermazioni analoghe
Erasmo Notizie 19-20/2004
risuonano nella Costituzione finlandese e in varie carte
dei diritti. In Belgio e in Lussemburgo è stabilito che
accade fuori
il matrimonio civile dovrà sempre precedere
la benedizione nuziale. Altrove viene dettato
a chiare lettere il principio di separazione fra
Stato e Chiesa: è il caso della Spagna, del Portogallo, ed è
poi il caso dell’Italia, dove peraltro l’Assemblea costituente discusse – e respinse – l’emmendamento di La
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Pira che avrebbe iscritto il nome di Dio nella Costituzione. Noi europei
siamo diversi, insomma. E lo siamo perché la nostra identità costituzionale non nasce – come negli USA– da una guerra d’indipendenza vittoriosa, bensì dai venti dell’Illuminismo. Montesquieu, Voltaire,
Rousseau sono i nostri padri, anche se Bottiglione lo ha un po’dimenticato. Sicché adesso non chiedeteci d’uccidere la nostra stessa genitura per difendere un altare.
. (“La Stampa”, 12 novembre 2004 )
red
M
ONTESQUIEU (Charles-Louis de Secondat barone
nunciando la frase: «Muoio adorando Dio, amando i
de La Brède e de) - Nato a La Brède nel 1689 è
l’autore dello Spirito delle Leggi, uno dei capolavori di tutti i tempi di scienza della politica. Fu iniziato
nella loggia “Horn” di Londra nel 1720 e nel 1725 contribuì alla fondazione della prima loggia parigina. Morì a Parigi nel 1755.
V
OLTAIRE (François-Marie Arouet alias) - Letterato e filosofo parigino, nacque nel 1694. Iniziato il 7 aprile 1778 a Parigi nella Loggia
delle Nove Sorelle. Era venerabile di quella celebre officina il famoso
astronomo Lalalande, sorveglianti il conte Stroganoff, ciambellano
della Imperatrice Caterina di Russia e il colonello de Laroche. Voltare
entrò nel tempio guidato da Benjamin Franklin, allora ambasciatore a
Parigi, e dal conte Gebelin. Morì nella capitale francese nel 1778 pro-
miei fratelli, non odiando i miei nemici e destestando
la superstizione
G
EORGE WASHINGTON - padre della patria americana, nacque a
Wakefield nel 1732. Fu il primo presidente degli Stati Uniti e comandante supremo delle forze continentali nella Rivoluzione americana.
Fu iniziato il 4 novembre nella loggia di Fredericksburg e promosso ai gradi
di compagno e maestro nell’anno successivo. In una assemblea delle logge
della Virginia tenutasi nel 1777 fu proposta la creazione di una di una sola
Gran Loggia per tutto il Commonwealth, di cui fosse gran maestro George
Washington, ma questi rifiutò. Nel 1788 fu eletto maestro venerabile della
loggia “Alexandria” della città omonima. Mantenne questa carica sino alla
morte avvenuta a Mount Vernon nel 1799.
Ma l’embrione conta più di un bambino?
di Michele Ainis
povertà infantile in
italia
axima debetur puero reverentia”, diceva Giovenale: ai fanciulli si deve il massimo rispetto. E la ragione è ovvia, dato
che essi formano il serbatoio del nostro futuro collettivo, e
hanno perciò diritto a una speciale protezione. Diritto? Aleggere l’ultimo
Rapporto Eurispes-Telefono azzurro, rimane solo il torto. Quasi 2 milioni di bambini poveri. Un aumento di quelli che svaniscono nel nulla (624
in più tra il 2002 e il 2003), vittime del traffico d’organi, dell’abbandono,
del disagio. Un’altrettanto grave crescita di suicidi fra gli adolescenti. E
queste cifre non si riferiscono
alle strade di Manila, dove
ogni notte 200 mila bambini
dormono contro i marciapiedi;
o al Darfur, dove in agosto
l’ONU ha denunciato l’esistenza di migliaia di orfani
armati, che uccidono e saccheggiano per procurarsi un
po’ di cibo. No, queste
dell’Eurispes sono cifre italiane, scattano una fotografia di
casa nostra.
Del resto non è tutto. Un
recente studio di Eta Meta
Research calcola che ogni 4
minuti i bambini italiani vengano colpite da un immagine
violenta davanti alla tv.
L’ultimo rapporto sulla sicurezza (stilato dal
Ministero dell’Interno) misura 1.200 violenze sessuali sui minori nel
periodo 2001-2004; e l’84% degli episodi si verifica in famiglia. Sono
molti di più, d’altronde, gli abusi psicologici, le prepotenze, le incurie di
ogni sorta: ai telefoni del numero verde 113 Emergenza Infanzia (che
peraltro è attivo solo in Lombardia, Veneto e Sicilia) arrivano ogni giorno oltre 2.500 segnalazioni. Altrettanti casi d’infanzia negata.
Da qui tre distinte riflessioni. Primo: a che serve elargire ai nostri figli un
lenzuolo di garanzie giuridiche, se poi non riusciamo ad applicarle?
L’Italia ha ratificato la Convenzione di New York del 1989 sui diritti del
fanciullo; reprime la violenza sessuale sui minori con una normativa del
1996; dal 1997 sostiene l’infanzia attraverso un Fondo nazionale; tutela
la maternità mediante un testo unico del 2001, emendato l’anno scorso;
poi però dai codici abbassi lo sguardo sui cortili, e ti ritrovi dinanzi a uno
spettacolo assai meno edificante. Secondo: l’ingiustizia del mondo è
ancora più ingiusta verso i deboli, verso chi non ha unghie per difendersi. I bambini poveri, dunque, ma non solo: per dirne una, in Italia quando il capo famiglia è anziano i consumi sono più bassi del 25% rispetto
alla media nazionale. Terzo: la politica dovrebbe smetterla d’arrovellarsi
su questioni astratte, mettendo una buona volta i piedi sulla terra. A febbraio il Parlamento a varato un profluvio di divieti per difendere la
sopravvivenza dell’embrione, ossia d’un gruppo di cellule che ingrandito di 130 volte appare come una punta di spillo; ma non trova ancora il
tempo d’occuparsi dei bambini in carne ed ossa, e anzi s’appresta a
tagliare risorse dalla scuola. Possiamo allora permetterci un consiglio?
Lasciate il microscopio agli scienziati, e inforcatevi gli occhiali.
(“La Stampa”, 26 novembre 2004 )
Periodico informativo culturale
Anno VI, Numero 19-20, 15-30 novembre 2004
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