- Ordine Ingegneri Bergamo
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INGEGNERI BERGAMO TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO Anno XX - N° 201 - aprile/giugno 2010 - Spedizione in abbonamento postale 70% - Filiale di Bergamo Appunti del Direttore L’effetto serra Su una protuberanza rocciosa del Colorado, Blue Vista opera per lo Ncar, il National Center forAtmospheric Research americano (statunitense, per essere precisi). Blue Vista è un supercomputer capace di 8,3 teraflops, otto milioni di milioni di operazioni matematiche al secondo. In questo Centro lavorano decine e decine di scienziati che studiano, e cercano di prevedere con proiezioni improntate alla razionalità, oltre a cose più prosaiche - come il formarsi di uragani o il preannunciarsi di cataclismi naturali, per avvertire qualche decina di migliaia di persone di darsi da fare per mettere in salvo se stessi e le loro auto - le variazioni climatiche a lungo termine che influenzeranno la vita sul nostro pianeta, le cause che possono determinarle e i fenomeni che possono derivarne. Nel tempo libero intrattengono i visitatori: sia quelli che amano cose spettacolari come il vedersi nell’occhio del vortice di Katrina, sia quelli che si trascinano dentro, da anni, preoccupazioni mai sopite, acuite da quando credevano di essere in balia di un Bush recalcitrante di fronte al “Protocollo di Kioto”. A questi ultimi danno la possibilità di accedere, attraverso un monitor al plasma di 50 pollici, ai meandri di Blue Vista, visualizzando i vandalismi che “Aumento Effetto Serra”, l’Attila dei nostri giorni, sta perpetrando attorno al globo. Sullo schermo appare dapprima l’immagine della nostra Terra nel 1870, l’immagine della salute, insidiata, a fine Ottocento, dalle prime macchie rossastre concomitanti al proliferare delle ciminiere in Europa ed in America del Nord. Poi le macchie si allargano su intere regioni, le coste degli oceani diventano rosate, il bianco dei Poli si ritira: nel 2100 la Terra è tutta rossa ed Continua a pagina 3 Finito di stampare dicembre 2010 55° CONGRESSO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI 2010 TORINO 8-9-10 SETTEMBRE DOCUMENTO CONCLUSIVO PIÙ NELLO SPECIFICO SOTTOLINEANO che sia da considerare di rilevanza strategica, per il sistema ordinistico, un’azione corale e coordinata, della comunità degli ingegneri, tesa a favorire nelle sedi opportune: a) l’accoglimento e l’affermazione, con particolare riferimento alla legge di riforma delle professioni intellettuali, dei seguenti assunti: Gli Ordini degli Ingegneri d’Italia, riuniti in Congresso a Torino dall’8 al 10 settembre 2010 e impegnati a trattare il tema “Costruire il futuro del Sistema Italia: ruolo dell’Ingegneria e Riforma della Professione”, in esito ai lavori Congressuali IN CONSIDERAZIONE della rilevanza assunta dagli ingegneri entro le odierne società in relazione al ruolo svolto dagli innumerevoli ambiti applicativi dell’ingegneria nell’assicurare competitività e sviluppo al sistema Italia in contesti socio-economici globalizzati, in rapidissima evoluzione e contraddistinti da complessità, da caoticità e da limitata predittività, IN VIA GENERALE RITENGONO che sia da considerare di rilevanza strategica, per il sistema ordinistico, un’azione diretta a sensibilizzare gli organi istituzionali e di governo, nonché la -) la netta distinzione fra attività di impresa e attività intellettuali; -) la netta distinzione fra attività intellettuali toutcourt e attività intellettuali coperte da riserve chiaramente espresse per legge, in quanto attività strettamente connesse alla tutela del più generale interesse collettivo; ovvero in quanto attività per le quali l’esercizio della professione prevede competenze in grado di sostenere l’assunzione di responsabilità non limitatamente di ordine tecnico collettività nel suo insieme, sulla necessità e opportunità dei seguenti principi: a) la valorizzazione del ruolo degli Ordini nella veste di interlocutore autorevole, stabile e continuativo nell’ambito del dibattito istituzionale riguardante la discussione, il confronto e la messa a punto della legge quadro sulla riforma delle professioni intellettuali, nonché di qualsiasi ulteriore dispositivo normativo che presenti ricadute significative, dirette e indirette, per gli ingegneri e per il futuro del sistema Italia; b) l’accoglimento e l’affermazione sul piano legislativo di alcuni punti fondamentali basilari ed irrinunciabili per uno svolgimento delle prestazioni di ingegneria che possa dirsi improntato alla tutela dell’interesse generale; ciò in considerazione della stringente necessità di ridefinire un rapporto nuovo, chiaro e di reciproco rispetto fra cittadini, enti pubblici e professionisti, ma anche, e non secondariamente, di ordine sociale ed economico, nonché di responsabilità – nel caso di specie riguardante l’ingegneria – correlate alla sicurezza, all’incolumità pubblica e privata, alla tutela delle risorse naturali; -) il principio secondo cui l’attribuzione delle competenze riguardanti l’esercizio di attività coperte da riserve di legge deve essere con chiarezza correlata ad un percorso formativo commisurato alla natura e alla portata delle competenze e delle responsabilità evocate dall’esercizio professionale; -) l’opportunità di richiamare l’attenzione del legislatore sulla necessità di rivedere e ampliare l’attuale insieme di attività coperte da riserva di legge in considerazione del rapidissimo moltiplicarsi di attività innovative a rilevante impatto sulla tutela degli interessi della collettività; tra queste, nel caso di specie dell’ingegneria, in particolare si sottolinea SOMMARIO n°201 > Editoriale: L'effetto serra - Gen Guala > 55° Congresso Nazionale degli Ingegneri 2010 > La protesta e la proposta dei giovani ingegneri al congresso nazionale > Il punto di vista degli ingegneri dipendenti > Ingegneria e società del III millennio - Riccardo Varvelli > Rapporti tra infrastrutture e idrografia del territorio - Egidio A. Pessina > La ferrovia della Valle Seriana - Massimiliano Rizzi p. 1 p. 1 p. 4 p. 6 p. 8 p.10 p.11 > > > > > > > Continua a pagina 2 Convegni del mese di aprile Progettare con il nuovo testo sulle NTC - DM 14.01.2008 Qualità e controlli in cantiere su opere in c.a. secondo il D.M. 14.01.2008: Nuovo Presidente alla Commissione Industria Tecnologia del legno, conoscenze di base Terne Collaudatori 2010 Attività di Consiglio p.14 p.14 p.15 p.15 p.16 p.17 p.18 INGEGNERI INGEGNERI BERGAMO BERGAMO il rilievo in questo senso assunto dall’Ingegneria dell’informazione; -) l’istituzionalizzazione, principalmente legata all’esercizio di attività coperte da riserve di legge, della “formazione professionale permanente, organizzata e qualificata”; -) la funzione precipua degli Ordini professionali nell’ambito della formazione permanente; -) il principio secondo cui “la professione dell’ingegnere sia declinata dal legislatore in modo unitario, come anche previsto dalla Commissione europea”, sia per i liberi professionisti che per i dipendenti e quindi possa essere esercitata con pari dignità sia in regime di libera professione che di dipendenza; -) l’istituzione in tutti gli ambiti del lavoro dipendente, per gli ingegneri che esercitano attività professionali, del “ruolo professionale” oltre al ruolo tecnico e al ruolo amministrativo; -) la definizione dell’equo compenso, con il ripristino della obbligatorietà del rispetto di minimi tariffari, per chi fornisce prestazioni a carattere intellettuale nelle diverse modalità di espletamento dell’attività professionale (liberi professionisti, dipendenti, forme societarie); ciò a garanzia della qualità della prestazione professionale, nonché in ottemperanza a quanto sancito dalla Costituzione (quale diritto inalienabile di remunerazione del lavoro) e nel Codice Civile (quale tutela del decoro professionale); b) L’accoglimento e l’affermazione – con un più generale riferimento ai dispositivi normativi che presentano ricadute significative, dirette e indirette, per la “comunità” degli ingegneri – dei seguenti assunti: - la “centralità e la qualità del progetto” nella realizzazione di opere pubbliche, così riposizionando il baricentro dell’attuale indirizzo che, teso ad affermare la “centralità dell’opera”, ha nei fatti già dimostrato di produrre gravi aberrazioni; - lo snellimento del quadro normativo tecnico e la semplificazione degli iter burocratici; - il principio secondo cui l’indispensabile processo di adeguamento e di revisione dell’attuale assetto formativo universitario degli ingegneri deve giovarsi del confronto, continuo e costruttivo, fra l’istituzione 2 universitaria ed il mondo ordinistico; - il principio secondo cui per la formazione universitaria sia centrale l’obiettivo di assicurare agli allievi il conseguimento di strumenti metodologi di approccio a problemi da contestualizzare in scenari tecnico-socio-economici sempre più contraddistinti, come già detto, da rapidissime evoluzioni, da complessità, da caoticità, da limitata predittibilità; - l’attenzione alle politiche giovanili con riferimento all’attuale incremento di giovani ingegneri all’interno degli albi; particolare riferimento ai rapporti di - il principio secondo cui le Regioni collaborazione tra datore di lavoro non hanno diritto di legiferare in e “professionista economicamente materia ordinistica e dunque non sono dipendente” neanche tenute a imporre albi, elenchi, corsi ed esami; - la valorizzazione del ruolo degli TERZA RACCOMANDAZIONE Ordini nell’azione tesa a favorire I Consiglieri presenti nelle rispettive l’avvio in Italia di un “sistema qualità di referenti, coordinatori o di accreditamento” da parte di rappresentanti delle Commissioni dei propri Ordini, un “soggetto terzo” delle Facoltà Sicurezza Federazioni e Consulte, in ragione di Ingegneria – e dei relativi Corsi di Laurea – presenti sul territorio degli approfondimenti svolti in occasione del Congresso Nazionale, nazionale. segnatamente ai molteplici aspetti Si allegano le raccomandazioni delle della disciplina antinfortunistica T. U. Sicurezza, esprimono l’univoca Commissioni: volontà di proseguire l’attività già svolta con il Gruppo di Lavoro PRIMA RACCOMANDAZIONE Il Network Commissione Giovani del Testo Unico chiedendo alla propone di istituire un tavolo Assemblea dei Presidenti e al CNI di permanente sulla tematiche giovanili riattivare tempestivamente le attività con la presenza di una adeguata del Gruppo di Lavoro stesso. componente giovani. SECONDA RACCOMANDAZIONE Si propone tramite il Centro Studi C.N.I. di condurre una indagine sulla situazione lavorativa dei giovani con INGEGNERI BERGAMO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO Tel. 035 223234 - Fax 035 235238 www.ordineingegneri.bergamo.it [email protected] COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE QUADRIENNIO 2009-2013 Consiglieri PRESIDENTE: Ing. Donatella GUZZONI VICE PRESIDENTE: Ing. Umberto NORIS VICE PRESIDENTE: Ing. Barbara RATTI CARRARA SEGRETARIO: Ing. Diego FINAZZI TESORIERE: Ing. Emilia RIVA CONSIGLIERI: Ing. Giuseppe BASSI Ing. Carlo BERIZZI Ing. Iunior Andrea BIZIOLI Ing. Sandro BRIGNOLI Ing. Michele CORTESI Ing. Cristina MARSETTI Ing. Sebastiano MOIOLI Ing. Enzo PREVITALI Ing. Massimiliano RIZZI Ing. Marco VERDINA INGEGNERI BERGAMO Anno XX - N° 201 aprile / giugno 2010 Spedizione in abbonamento postale 70% Filiale di Bergamo Notiziario trimestrale d’informazione per gli iscritti all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo Direttore responsabile GUALA GENNARO Comitato di redazione BRIGNOLI SANDRO CALDERONI GIANFRANCO CANEVA ZANINI ALESSANDRO (Coordinatore) MANZONI ANNA PESSINA EGIDIO PREVITALI ENZO TESTOLIN GIOVAN BATTISTA Segreteria di redazione SIMONA FOPPA ADRIANA MIGNANI ANTONELLA PESENTI ENRICA REGONESI Il notiziario è aperto alla collaborazione di tutti gli ingegneri iscritti all’albo. Gli articoli firmati esprimono il pensiero degli autori; la loro pubblicazione non implica approvazione dei giudizi espressi dagli autori e pertanto non impegna nè il Consiglio dell’Ordine, nè il Gruppo Redazionale. I testi degli articoli inviati per la pubblicazione non si restituiscono, anche se non pubblicati. Il notiziario accoglie e pubblica i notiziari delle associazioni e dei sindacati di categoria. Direzione e Amministrazione Passaggio Canonici Lateranensi, 1 24121 Bergamo Autorizzazione del Tribunale di Bergamo N° 10 del 31/07/1975 Impaginazione, stampa, postalizzazione e inserzioni pubblicitarie Tel. 035 681322 www.cpzgroup.com INGEGNERIINGEGNERI BERGAMO BERGAMO Segue da pag. 2 - Attentati a Gaia, questa misconosciuta i ghiacciai hanno ormai raggiunto il tipping point, il punto critico in cui il processo di autodistruzione diventa irreversibile. E’ una previsione, e prendiamola come tale, ed è una rappresentazione grafica, tesa ad impressionare la gente. Molto seriamente, però, se pensiamo che il perdurare dell’effetto negativo della CO2 è di circa cento anni, e che, anche se riducessimo via via, nei prossimi cinquant’anni, la sua immissione in atmosfera a quella del primo dopoguerra, in mezzo secolo riusciremmo a malapena a ritornare alla situazione odierna. E per almeno cinquant’anni, anche con questa improbabile previsione, la temperatura continuerebbe ad alzarsi in progressione inusuale, ed i ghiacciai dell’Artide a ritirarsi, con grande disperazione non solo degli orsi bianchi. Contemporaneamente non dobbiamo dimenticare che, a “coadiuvare” l’effetto serra, contribuisce, per una parte che potrebbe non essere trascurabile, la circostanza che siamo nella culla calda compresa fra due glaciazioni, con temperature naturalmente in aumento e con tutti gli animali che amano le temperature miti, molto sensibili ai cambiamenti climatici, che hanno iniziato la loro lenta migrazione verso il nord. Già ora le volpi artiche non sono molto felici di vedere la comune volpe rossa gironzolare nelle loro aree di caccia, fino a ieri protette dall’inclemenza del clima. fondamentale, avvenuto circa un miliardo di anni fa. Scomparse tutte le sostanze con cui poteva reagire, l’ossigeno, che aveva da tempo cominciato ad accumularsi nell’atmosfera, contribuì a creare nella stessa quel miscuglio di gas che conosciamo oggi e che Gaia ha stabilizzato permettendo il rapido evolversi delle forme di vita sul pianeta. Nel passato remoto, i più insidiosi attentati a Gaia venivano solo dall’esterno: dall’impatto con grosse meteoriti alla deriva, o dai complicati giochi regolati dalle leggi dell’astrofisica, che provocano quel susseguirsi di ere glaciali, che hanno sempre messo in grosse difficoltà l’esistenza di molte forme di vita sulla Terra. Nei 100.000 anni circa delle glaciazioni Gaia compie caute ritirate, sacrificando le specie meno adatte a resistere, per riconsegnare le sopravvissute, quelle che meglio anno saputo affrontare i tempi difficili, ai caldi periodi fecondi interglaciali, dalla durata di 10.000/20.000 anni. In questa specie di apologia di Gai possiamo ascriverle il merito di aver saputo riassorbire gli effetti devastanti, provocati dalla concomitanza di condizioni ed eventi sfavorevoli (instabilità geologica e impatti con meteoriti) che, 248 milioni di anni fa, segnarono con una strage la fine del Permiano e la catastrofe, innescata dall’impatto con un corpo celeste di più di 10 Km di diametro, che 65 milioni di anni fa spazzò dalla faccia Attentati a Gaia, questa misconosciuta della terra alla fine del Cretaceo, Gaia è il nome con cui James contemporaneamente i dinosauri il Lavelock, negli anni 70 del secolo 70% di tutte le specie viventi. scorso, ha battezzato il pianeta, inteso come un singolo organismo I due ultimi attentati su scala vivente, compresa sia la sua attività planetaria alla feconda e silenziosa geologica che quella biologica. attività di Gaia sono stati perpetrati Ipotesi ardita e non facile da dall’uomo, e si può asserire che è la dimostrare, mentre è comunemente prima volta che una specie tende a accettata, oggi, l’ipotesi di una Gaia danneggiare se stessa. un poco ridimensionata, in cui la Il primo di questi attacchi suicidi – vita e l’ambiente fisico interagiscono che ora ha perso il primo posto nella positivamente fra loro, perfino a hit parade degli Attila - consiste scale di tempo geologico, in modo nei due buchi nell’ozono prodotti da mantenere condizioni adatte alla dai clorofluorocarburi, che si vita stessa. La vita nella sua forma sono “stabilizzati” nei due imbuti evolutiva, certamente, se pensiamo polari attraverso cui si riversano che la prima strage di specie diverse (riversavano?) dannosissimi nella storia del pianeta - circa due bombardamenti di raggi UV sui miliardi di anni fa – fu perpetrata ghiacci artici e antartici. Per fortuna da alcuni organismi unicellulari in zone non abitate da esseri umani, fotosinterizzatori (la terza ondata ciò che ha evitato che il cancro alla delle prime forme di vita sulla pelle diventasse il morbo più diffuso terra) che impararono a convivere sul pianeta. La produzione di questi con l’ossigeno libero sviluppando gas inerti, nei processi industriali, enzimi in grado di proteggerli fortunatamente è rallentata, ma la dall’ossidazione, e che, liberando loro potenzialità negativa rimane un in grandi quantità questo elemento pericolo da non sottovalutare, data in atmosfera, sterminarono, con la loro nefasta capacità di alterare, conseguenze felici per essi stessi, nella stratosfera - la fascia dai 15 molte forme di vita (altri organismi ai 50 Km sul livello del mare unicellulari) per cui questo elemento l’equilibrio naturale esistente fra le era un veleno. reazioni, implicanti la luce solare, Questa strage fu un passaggio che distruggono e ricreano in modo equo la succitata forma triatomica dell’ossigeno. In questo involucro, che compresso al suolo dalla pressione atmosferica avrebbe uno spessore di soli 3 centimetri, la temperatura che misura –60 C° al suo limite inferiore risale a 0 C° a quello superiore poiché si riscalda con l’assorbimento da parte dell’ozono di energia carpita all’insidiosa radiazione ultravioletta solare mentre ne lascia transitare la rimanente maggior parte, quella generata dalle radiazioni “buone”, indispensabile per la vita del nostro pianeta. Se gli attacchi a questo elemento fossero continuati, Gaia non avrebbe potuto proprio porvi riparo in tempi “brevi”. Il secondo è l’aumento incontrollato dell’effetto serra . Dell’effetto serra, nella storia passata del pianeta, non possiamo dire altro che bene, dato che 3,8 miliardi di anni fa, assieme alla presenza di acqua - testimoniata dalla presenza di rocce sedimentarie - e di qualche altra circostanza fortunata, ha impedito al nostro pianeta di diventare un globo di fuoco come Venere o una palla ghiacciata come Marte. E non si sarebbero mai visti tutti gli organismi unicellulari da cui è originata la vita sulla Terra. E’ dalle rocce sedimentarie ricche di carbonio, inghiottite ai margini delle placche continentali, fuse ed eruttate dai vulcani, che è stata inizialmente generata l’anidride carbonica presente in atmosfera. Quanta? Non si sa; si calcola solo che se tutto il carbonato presente nelle rocce fosse ritrasformato in anidride carbonica, la pressione atmosferica a livello del mare sarebbe di 60 bar, ma non si riesce neppure ad ipotizzare quali temperature verrebbero raggiunte sulla superficie terrestre. Comunque sia, un provvidenziale giusto dosaggio di CO2, ha potuto trattenere sulla Terra l’energia proveniente dal Sole - per lo più sotto forma di luce visibile - energia che la Terra tenta di riflettere verso lo spazio. Essendo però la Terra più fredda (molto più fredda) del Sole la irraggia con lunghezze d’onda maggiori, nella parte infrarossa dello spettro, permettendo all’anidride carbonica ed al vapore acqueo di intrappolarla, e di mantenere il pianeta ad una temperatura media di 35 C°, superiore a quei -20 C° che si registrerebbero se non avesse atmosfera (con gli sbalzi di circa 250 gradi fra giorno e notte della Luna, che ha più o meno, in scala astronomica, la nostra stessa distanza dal Sole, ma non ha atmosfera). Tutto bene, si potrebbe dire. Un bel niente. Attualmente, con un ritmo dissennato, l’uomo sta rimettendo in circolazione, sotto forma di anidride carbonica, tutto il carbonio che per circa cento milioni di anni, nel Carbonifero, il processo di fotosintesi ha accumulato nelle grandi foreste sviluppatesi sulle basse terre paludose, in cui gli alberi crescevano sui depositi dei loro predecessori morti, formando alti strati trasformati in carbone dalle forze geologiche successive. Lo fa semplicemente bruciandolo, come l’uomo delle caverne bruciava i suoi rami secchi. E come se non bastasse, vi aggiunge la distruzione delle foreste che con la fotosintesi un bel po’ di CO2 riuscirebbero ad assorbirsela. La CO2 in atmosfera è passata, dal tempo della rivoluzione industriale dell’Ottocento ad oggi, da 280 a 350 ppm, in conseguenza esclusiva delle attività umane; e la temperatura media è aumentata di 0,6/1 C°. Tenendo conto che, nonostante tutti i buoni propositi, nei prossimi venti o trent’anni il consumo di carbone, petrolio e gas non diminuirà in modo significativo, stime attendibili dicono che la temperatura media si alzerà di un altro C°. Ciò significa, tralasciando le congetture sul dopo, che la terra raggiungerà temperature mai raggiunte in questo periodo interglaciale, e perciò da molto più di centomila anni a questa parte, dato che le temperature durante l’ultima epoca glaciale furono sicuramente inferiori. E’ impossibile prevedere cosa potrà succedere, perché è impossibile prevedere gli effetti di variazioni così rapide di temperatura, circa 20 volte superiori a quelle verificatesi nel passaggio dall’ultima epoca glaciale al periodo interglaciale che stiamo vivendo; passaggio che fece registrare un aumento di temperatura di 8 C° in cinquemila anni circa. Gli evoluzionisti potrebbero anche essere professionalmente soddisfatti nello studiare gli effetti delle selezioni naturali dovute all’adattamento al nuovo clima (o sarebbero solo morie, data la brevità del tempo in cui il fenomeno avverrebbe?) e gli ottimisti gioire perché, oltre a considerare che un ragionevole aumento della temperatura avrebbe come conseguenza un rigoglio generalizzato della vita (non di tutte le specie, però), potrebbero intravedere un metodo atto ad allontanare indefinitivamente nel tempo la futura glaciazione con una produzione controllata di CO2. Certo è che sarebbe una carta rischiosissima da giocare, e sarebbe molto saggio ricordarsi le parole di Bacone: “ Ci occorre un filo conduttore per guidare i nostri passi….” Speriamo tuttavia che Gaia, se non è stata profondamente offesa dalla trasmissione televisiva che portava il suo nome, ci aiuti ancora. Gen Guala 3 INGEGNERI INGEGNERI BERGAMO BERGAMO LA PROTESTA E LA PROPOSTA DEI GIOVANI INGEGNERI AL CONGRESSO NAZIONALE AL CONGRESSO DI TORINO I GIOVANI INGEGNERI RECLAMANO IL LORO DIRITTO AD ESSERE PARTE ATTIVA NEI PROCESSI DECISIONALI ED AVERE UN ADEGUATA RAPPRESENTANZA L’intervento dei giovani ingegneri, il 10 settembre al teatro Carignano di Torino in occasione del 55° Congresso Nazionale degli Ingegneri e riportato di seguito, è stato molto apprezzato e applaudito dalla platea: un atto di accusa contro il CNI che decide del futuro della categoria senza curarsi di ascoltare la voce di quella parte degli ingegneri che il futuro lo devono costruire e vivere da protagonisti. Il Network Giovani del CNI ha espresso allora chiaramente il proprio NO: NO a questo modus operandi autoreferenziale che non tiene in alcuna considerazione le reali esigenze dei giovani, NO alle decisioni prese senza un confronto dinamico e fattivo con coloro che subiranno le conseguenze di tali decisioni, NO all’imposizione dall’alto di provvedimenti che avranno notevoli ripercussioni concrete nella vita professionale, già difficile, dei neolaureati. In particolare i giovani hanno dichiarato apertamente la loro contrarietà all’inserimento nella proposta di Riforma delle Professioni, già presentata dal CNI al Governo, della previsione del tirocinio obbligatorio alla vecchia maniera. Non è stata una presa di posizione di comodo o un rifiuto acritico ad un'ulteriore scomoda incombenza, ma una ragionata e matura riflessione sull'inopportunità di ripercorrere, da ultimi, una strada fallimentare già percorsa da tutte le altre categorie professionali con i risultati che sono noti a tutti. Scegliere la strada del tirocinio obbligatorio sarebbe un doppio smacco per la categoria: dimostreremmo non solo di non aver saputo imparare nulla dagli errori del passato ma anche di non essere stati in grado di proporre una soluzione innovativa e migliorativa. Proprio noi ingegneri che dovremmo essere i promotori del progresso e dell’innovazione! Che l’opposizione dei giovani non sia stata un mero rifiuto fine a se stesso, lo dimostra anche e soprattutto la proposta costruttiva avanzata a valle della critica. Il CNI ha dato un piccolo segno di apertura verso i giovani introducendo nel documento congressuale conclusivo l’impegno “a favorire nelle sedi opportune…omissis… l’attenzione alle politiche giovanili con riferimento all’attuale incremento di giovani ingegneri all’interno degli albi” e la raccomandazione del Network Commissione Giovani di istituire un tavolo di confronto permanente sulle tematiche giovanili con la presenza di un’adeguata componente di giovani. Il Presidente Rolando si è inoltre impegnato ad organizzare a breve un incontro tra una rappresentanza del Network Giovani e il Ministro per le Politiche Giovanili Giorgia Meloni. I nuovi professionisti sono il futuro dell’ingegneria e al Congresso di Torino hanno reclamato il loro diritto ad essere parte attiva nei processi decisionali e ad avere un’adeguata rappresentanza ad ogni livello. Che la strada del tirocinio non sia quella giusta ce lo hanno mostrato le esperienze degli altri ordini professionali. Per i medici, i commercialisti e soprattutto gli avvocati il tirocinio non funziona: ha creato solo una gran quantità di lavoratori precari non pagati e occupati in mansioni impiegatizie frustranti e non professionalizzanti. La persona mal pagata non è spinta a dare il meglio e nessuno investe risorse in un collaboratore non motivato. Vogliamo sperimentare anche sulla pelle dei nostri colleghi il fallimento del tirocinio? Proponiamo un approccio alternativo al tirocinio: un percorso formativo, propedeutico all’esame di stato, che si inserisca nel programma di formazione continua e permanente previsto ed in discussione con la nuova riforma. Tale percorso formativo, organizzato dagli Ordini, sarà costituito da corsi che trattino aspetti deontologici, previdenziali, di tariffa, di normativa, non contemplando gli ambiti tecnici già trattati ampiamente all'università. Né consegue l’esigenza di una profonda revisione dell’esame di stato: non più una mera formalità post studi universitari ma un passo di verifica dei contenuti acquisiti nello stesso corso propedeutico. Veniamo adesso all’analisi della condizione degli occupati in Italia. Fino a qualche anno fa, la nostra laurea era la più ricercata e retribuita, i contratti a tempo indeterminato, successivi ad un periodo di formazione di qualche mese. Lo stipendio iniziale bastava per una vita decorosa e, soprattutto, indipendente dalla famiglia. Oggi contratti a tempo determinato, stage, co.co.pro. nascondono quello che è, di fatto, un tirocinio infinito che non approda mai a ruoli decisionali ed impieghi stabili. Sono frequenti casi di colleghi che si trovano nello status di libero professionista ma lavorano senza tutele in una malcelata forma di dipendenza presso studi di progettazione o ditte. É chiaro che l'attività svolta da questi colleghi poco o nulla ha a che fare con la libera professione, configurandosi quello in essere come chiaro rapporto di subordinazione non regolamentato. Trattasi del cosiddetto "libero professionista economicamente dipendente" che lavora in genere senza un contratto scritto, spesso per meno di mille euro al mese, non gode di ferie, di sussidi di disoccupazione o cassa integrazione, di indennità per malattia o infortunio, e più in generale dei basilari diritti del lavoratore oltreché dei presupposti per costruirsi una famiglia ed un futuro sereno. Ci sorgono moltissime perplessità sulla legittimità di tali rapporti di lavoro, e chiediamo al CNI, per mezzo del proprio Centro Studi, di indagare su tale fenomeno e di condurre un sondaggio sulle condizioni in cui vive e operano i nuovi professionisti. Chi parla di disoccupazione solo in termini di numeri dovrebbe rendersi conto che non ha senso avere un’alta percentuale di ingegneri occupati, se poi hanno lavori Anna Manzoni instabili e senza tutele adeguate. Intervento del Network Giovani al 55° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri. L'intervento che vado ad esporre è stato elaborato dal Network giovani del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, ovvero da quell'organo che raccoglie tutte le commissioni giovani dei vari ordini d'Italia. Ma chi è il giovane ingegnere? E’ il futuro del sistema Italia. Da anni si parla di riforma delle professioni. Una buona riforma delle professioni deve essere formulata pensando al futuro, deve tenere conto di come è cambiata la professione in questi ultimi anni e come potrà cambiare nei prossimi. Come esposto l’altro ieri dal nostro presidente Rolando gli ingegneri iscritti agli ordini negli ultimi 15 anni sono raddoppiati: metà di noi ha meno di 40 anni. Eppure i nostri problemi sono spesso poco conosciuti o compresi dagli organi decisionali. I giovani ingegneri entrano in un mercato del lavoro che non riesce ad assorbirli in modo adeguato, e non più in grado di garantire loro né un reddito né la stessa occupazione. La situazione è talmente radicata e diffusa che addirittura viene ritenuta normale e non è più oggetto di discussione. Abbiamo letto con attenzione ma anche con buona dose di preoccupazione la proposta del CNI che tratta argomenti che decidono del futuro dei giovani senza considerare le loro reali esigenza né chiedendone un’opinione. Un punto fondamentale della proposta di riforma che denuncia questa assenza di comunicazione tra i giovani e gli organi decisionali è la volontà di introdurre il tirocinio obbligatorio. Già oggi dal punto di vista dell'età l'ingegnere italiano si trova in svantaggio rispetto ai colleghi stranieri. Si deve evitare di inserire un ulteriore ostacolo all'ingresso nel mondo del lavoro. 4 Le nostre proposte per tutelare il professionista economicamente dipendente sono: 1) rendere obbligatoria la redazione di un Contratto che regoli il rapporto di lavoro tra il professionista senior e il professionista economicamente dipendente. Le linee generali di questo documento dovranno essere elaborate ed imposte dal CNI e dovranno almeno contenere regole chiare su: compensi minimi dignitosi, obbligo di copertura sanitaria a carico del datore di lavoro, permessi e ferie senza decurtazione del compenso; 2) fare in modo che, nelle gare per l’affidamento di incarichi professionali pubblici, concorrano al punteggio od alla qualifica dello studio di progettazione, solamente i dipendenti e non altre figure diversamente impiegate, che dovrebbero quindi concorrere come mandanti; 3) dare la possibilità al giovane di avere visibilità nel progetto, e fare si che concorrano al curriculum anche quei lavori per i quali si è semplicemente collaborato, e non necessariamente firmato. In tema di promozione e sostegno dell’attività di giovani professionisti riteniamo che ancora molto si possa fare promuovendo norme di fiscalità agevolata, misure creditizie, defiscalizzazione degli investimenti nonché credito d’imposta per giovani che avviano la professione. Pensiamo inoltre all’istituzione di incubatori di professionisti anche con il sostegno di Inarcassa, che ha dato segnali nella nostra direzione. Nell’ambito della riforma delle professioni, si dovrà tenere conto anche delle nuove figure professionali come l’ingegnere informatico e gestionale che trovano principalmente sbocco come dipendenti d’azienda, raramente con considerazione adeguata pur rivestendo Beatrice Benelli ruoli di responsabilità. INGEGNERIINGEGNERI BERGAMO BERGAMO Argomenti dibattuti e presentati al Congresso Nazionale di Torino, anche da A3I A3I http://www.a3i.it è l'associazione nazionale degli Ingegneri dell'Informazione, di fatto o potenziali, ovvero dei laureati e degli studenti nelle seguenti classi di corsi di laurea o laurea specialistica: A3I nasce nell'estate del 2009 per contrastare la costante decadenza del Paese in campo ICT e per richiederne l'urgente regolamentazione. Il settore ICT, ormai pervasivo e strategico, È giunto il momento che il CNI affronti con decisione e trovi soluzione all'assenza di è oggi sostanzialmente privo della peso politico della nostra categoria, come emerso nella tavola rotonda di mercoledì. regolamentazione che stabilisca una Lo dimostra l'assenza totale di membri esecutivi del governo al nostro congresso e la Ingegnere dell’Informazione, scarsa attenzione riservataci dai mass media. Ogni assemblea di CONFINDUSTRIA professione regolamentata o no? è accompagnata dalla presenza delle più alte cariche politiche e da un'ampia risonanza A3I ha provveduto ad inoltrare alle mediatica. autorità interessate la lettera di protesta L'ingegnere rappresenta l'innovazione e la capacità di usare la conoscenza, il motore per la richiesta ANIPA e AIP di far per ripartire dopo la crisi; non preservare queste risorse significa non far progredire passare la nostra come professione non una situazione già arretrata, e promuovere l'emigrazione dei talenti. regolamentata. Adesso che abbiamo soluzioni concrete è tempo che il CNI ci ascolti. Al Presidente del Senato della Repubblica, Da tempo ci promettono e propagandano riforme a vantaggio dei giovani: siamo qui Sen. Renato Schifani in attesa! Al Presidente della Camera dei Deputati, Ci chiediamo quale sia il futuro della nuova ingegneria nel futuro del sistema Italia? On. Gianfranco Fini Il 45 % degli iscritti all’ordine ha meno di 40 anni. Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Noi, nuovi professionisti, siamo il futuro dell’ingegneria e non è possibile On. Silvio Berlusconi progettare il futuro senza la nostra opinione. Al Sottosegretario di Stato, Dott. Gianni Chiediamo al CNI di essere adeguatamente rappresentati a livello nazionale e Letta vogliamo essere parte attiva nel processo decisionale. Al Ministro di Grazia e Giustizia, On. Angelino Alfano Al Presidente del CNEL, Prof. Antonio Marzano Al Presidente del C.N.I., Consiglio Nazionale degli Ingegneri, S I S T E M I D I F I S S A G G I O E C O N S O L I D A M E N T O Dott. Ing. Gianni Rolando Al Presidente del GII, Gruppo di Ingegneria Informatica, Prof. Gianni Conte Al Presidente del GRIN, Prof. Silvana Castanopresso le loro sedi easy&strong Ancoranti chimici - Chemical anchors heavy&metal Ancoranti meccanici - Mechanical anchors shoot&fix Fissaggio a sparo - Powder Actuated Fix strength&save Consolidamento - Strengthening system sistemi di fissaggio ® w w w . b o s s o n g . c o m BOSSONG S.p.A. Sistemi di fissaggio e consolidamento A S S O C I A T O Confindustria Unione Industriali European Consortium of Anchors Producers M E M B E R O F Associazione Italiana per il restauro architettonico, artistico, urbano Zona Industriale 2 - Via E. Fermi, 51 - 24050 GRASSOBBIO (Bergamo) Italy - Tel +39 035 3846 011 - Fax +39 035 3846 012 - [email protected] metodologia ingegneristica obbligatoria e che definisca chiari ruoli professionali su “chi debba fare che cosa”. Tale carenza legislativa ha generato, oltre a confusione ed incertezza generali, l'abbassamento della qualità media professionale e la concorrenza sleale basata solo sul costo più basso e non sulla qualità della prestazione professionale. Dal 15 aprile 2010 A3I è membro dell'FCD (Forum Competenze Digitali): http://www.forumcompetenzedigitali.org/ dell’Ordine degli Ingegneri fanno riferimento i laureati nei seguenti corsi di laurea o laurea specialistica, ovvero: Per i corsi di studio secondo l’ordinamento del DM 509/99: 9 - Classe delle lauree in ingegneria dell’informazione. 26 - Classe delle lauree in scienze e tecnologie informatiche 23/S - Classe delle lauree specialistiche in informatica 26/S - Classe delle lauree specialistiche in ingegneria biomedica 29/S - Classe delle lauree specialistiche in ingegneria dell’automazione 30/S - Classe delle lauree specialistiche in ingegneria delle telecomunicazioni 32/S - Classe delle lauree specialistiche in ingegneria elettronica 34/S - Classe delle lauree specialistiche in ingegneria gestionale 35/S - Classe delle lauree specialistiche in ingegneria informatica Per i corsi di studio secondo l’ordinamento del DM 270/04 L-8 - Classe delle lauree in ingegneria dell’informazione Torino 19-10-2010 L-31 - Classe delle lauree in scienze e Oggetto: contestazione sull’inserimento tecnologie informatiche delle professioni informatiche negli LM-18 - Classe delle lauree magistrali in elenchi nazionali delle professioni informatica non regolamentate per le quali non LM-21 - Classe delle lauree magistrali in esisterebbero ordini, albi o collegi, ai ingegneria biomedica sensi dell’art. 26 del Dlgs 206/07. LM-25 - Classe delle lauree magistrali in La scrivente associazione apprende ingegneria dell’automazione con viva sorpresa e contesta che alcune LM-26 - Classe delle lauree magistrali in associazioni di informatici, come ANIPA ingegneria della sicurezza e AIP, abbiano avanzato richiesta di LM-27 - Classe delle lauree magistrali in iscrizione al registro nazionale delle ingegneria delle telecomunicazioni professioni non regolamentate di cui LM-29 - Classe delle lauree magistrali in all’oggetto e che il Ministero della ingegneria elettronica Giustizia stia procedendo. LM-31 - Classe delle lauree magistrali in La figura professionale di Informatico, ingegneria gestionale ovvero di Ingegnere dell’Informazione, LM-32 - Classe delle lauree magistrali in è quella delineata dall’art. 46 del DPR ingegneria informatica 328/01 che la introduce indicandone le LM-66 - Classe delle lauree magistrali in attività che ne formano oggetto della sicurezza informatica professione, ovvero: “ la pianificazione, la progettazione, lo sviluppo, la direzione A3I chiede quindi al Ministero della lavori, la stima, il collaudo e la gestione Giustizia che la richiesta di inserimento di impianti e sistemi elettronici, di in oggetto venga respinta per le addotte automazione e di generazione, trasmissione motivazioni, oppure che venga meglio ed elaborazione delle informazioni.” definita, vincolandola a professioni diverse Tale professione è quindi già contemplata da quelle già appartenenti all’Ordine nell’ambito dell’Ordine degli degli Ingegneri.A3I esprime inoltre viva Ingegneri, settore C, o dell’Ingegneria preoccupazione per gli interessi collettivi dell’Informazione, sezioni A e B, e non di garanzia della qualità di impianti e può ovviamente essere elencata fra quelle sistemi informatici laddove gli stessi non appartenenti ad Ordini. dovessero essere progettati, collaudati o La richiesta di ANIPA e AIP appare quindi gestiti, da persone prive di competenza e in contrasto con la legislazione vigente, a qualificazione professionale derivanti alla meno che la loro richiesta si riferisca a specifica laurea e dal superamento di un professionalità diverse da quelle delineate apposito esame di stato. dall’art. 46 del DPR 328/01, ma in tal Distinti saluti. caso occorrerà definirle ed elencarle. Si ricorda inoltre che al settore C Il Presidente di A3I - Enrico Bettini 5 INGEGNERI INGEGNERI BERGAMO BERGAMO IL PUNTO DI VISTA DEGLI INGEGNERI DIPENDENTI L’evoluzione dell’ingegneria negli ultimi decenni, in Italia, è stata molto contraddittoria in quanto ha visto da un lato una frenetica crescita tecnologica di cui gli Ingegneri sono stati i principali protagonisti in tutti i settori produttivi e dei servizi e, dall’altro, una loro perdita di immagine con conseguenze pesanti sul loro ruolo. L’Ingegnere è stato, quindi, un pessimo manager di se stesso: ha svolto, infatti, molto bene la propria attività professionale ma ha trascurato completamente la gestione politica della propria categoria. Si è così giunti ad un punto in cui le difficoltà sia per i Liberi Professionisti che per i Dipendenti si sono talmente aggravate da ritenere inderogabile la messa in atto di strumenti e politiche che modifichino la situazione che è andata determinandosi e che portino a ricreare nuove prospettive per l’ingegnere e, conseguentemente anche per la società che dipende ancora moltissimo dalle molteplici attività di tale figura professionale. Gli ingegneri iscritti agli Ordini sono oggi circa 220.000, di cui circa un terzo sono iscritti ad InArCASSA. I rimanenti hanno differente copertura previdenziale, presumibilmente con un rapporto di lavoro subordinato. La maggioranza degli iscritti all’albo, quindi, esercita presumibilmente la professione con un rapporto di lavoro dipendente. Inoltre si calcola che almeno altri 300.000 laureati in ingegneria non siano iscritti all’ordine e che quasi certamente abbiano un rapporto di lavoro subordinato. Il futuro della professione di ingegnere è condizionato da questi dati, del tutto atipici rispetto a tutte le altre principali professioni intellettuali. Analizzare le condizioni degli ingegneri che esercitano la professione in modo “ non libero” e cercare di migliorarle è indispensabile anche per la migliore valorizzazione della professione esercitata in modo autonomo. Attualmente le attività professionali effettuate in un rapporto di lavoro dipendente, tranne casi di ingegneri appartenenti alla dirigenza, vengono generalmente rese in condizioni di lavoro e retribuzioni che sono spesso al limite dell’accettabile. Occorre, con convinzione, affermare il principio che se è doverosa la tutela della dignità dell’esercizio della professione 6 libera prevedendo minimi tariffari, lo è altrettanto tutelare la dignità di coloro che esplicano attività regolamentate in un rapporto di lavoro continuativo nei comparti pubblico e privato. Tale principio, ove fosse, formalmente condiviso e dalla Assemblea dei Presidenti e dal C.N.I., supportato dall’autorevolezza di questi importanti organismi, potrebbe costituire un principio sul quale far crescere la nostra categoria. Coerentemente il mondo degli ingegneri dipendenti deve evolversi e allinearsi con quello che esercita la libera professione non solo per consentire un rilevante scambio di conoscenza e professionalità, ma, anche, per vigilare sul corretto rapporto tra le Amministrazioni e gli ingegneri che in regime di libera professione collaborano per i fini istituzionali delle Amministrazioni stesse. Assume allora una importanza fondamentale il rispetto del CODICE DEONTOLOGICO. Esso dovrà sempre più diventare un riferimento unificante degli Ingegneri Liberi Professionisti e Dipendenti quale guida dei loro comportamenti oltre e prima degli scopi delle amministrazioni di appartenenza. a) Ingegneri che esercitano attività come dipendenti da Pubbliche Amministrazioni e tra essi i docenti b) Ingegneri che esercitano attività come dipendenti da aziende private Sono rilevanti le differenze che caratterizzano i due sottogruppi e vanno analizzate separatamente. GLI INGEGNERI NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI Nelle pubbliche amministrazioni gli LA TUTELA DEGLI INGEGNERI ingegneri esercitano, quasi sempre, attività regolamentate per le quali è DIPENDENTI Uno degli aspetti, sicuramente tra i più obbligatoria l’iscrizione all’ordine. evidenti, che ha penalizzato gli ingegneri La disciplina del lavoro in Italia, per quanto dipendenti è stato lo scarso peso che la attiene le “professioni regolamentate” è categoria ha fatto sentire in occasione in contrasto con la direttiva comunitaria, della firma dei contratti pubblici e approvata dal Parlamento europeo (Direttiva comunitaria 2005/36/CE). privati. La definizione dei contratti di lavoro è All’articolo 2 la Direttiva citata prevede riservato alle rappresentanze sindacali espressamente che tutte le norme dei lavoratori, ma forse, condiviso ivi contenute, finalizzate a garantire sorvegliare, nell’interesse dei il principio che è doveroso tutelare e la dignità di coloro che esercitano la «consumatori», lo standard qualitativo dei professione in un rapporto di lavoro professionisti intellettuali, si applicano continuativo, alcuni interventi sarebbero a tutti i cittadini che esercitano, come lavoratori dipendenti o indipendenti, una auspicabili. In realtà si sono determinati progressivi professione regolamentata. peggioramenti: la perdita del ruolo Tale previsione avrebbe dovuto professionale, l’accesso all’impiego comportare la istituzione in tutte le con qualifiche impiegatizie, la Amministrazioni pubbliche di uno precarizzazione dei rapporti di lavoro specifico ruolo professionale con (contratti di formazione, tirocini, contratti tipici per i professionisti contratti a tempo determinato ecc.), con dipendenti. conseguente penalizzazione delle qualità Fino ad ora tale principio ha solamente determinato l’istituzione di una specifica professionali dell’ingegnere. Gli ingegneri che esercitano attività disciplina delle attività professionali professionali con rapporto di lavoro nella pubblica amministrazione trovando subordinato possono essere suddivisi in un suo formale riconoscimento nella legge delega n. 59 del 1997, che, all’art. due distinti gruppi: 11, comma 4, lett. d), dispone che i decreti delegati ed i contratti dei pubblici dipendenti stabiliscono una “distinta disciplina per i dipendenti pubblici che svolgono qualificate attività professionali, implicanti l’iscrizione agli albi oppure tecnico-scientifiche e di ricerca”. In attuazione di tali disposizioni, l’art. 40, comma 2 del d.lgs. n. 165 del 2001 ha previsto che “per le figure professionali in posizione di elevata responsabilità, che svolgono compiti di direzione o che comportano l’iscrizione ad albi, oppure tecnico scientifici e di ricerca, siano stabilite distinte discipline nell’ambito dei contratti collettivi di comparto”. Il legislatore, pertanto, ha demandato alla contrattazione collettiva il compito di individuare tale distinta disciplina che viene ancora studiata ed approfondita da una specifica Commissione paritetica ARAN – Organizzazioni sindacali firmatarie – Amministrazioni del Comparto Sarebbe auspicabile un intervento del C.N.I., presumibilmente possibile trattandosi di applicazioni di leggi e non di contratti, necessario in quanto al tavolo delle trattative scontiamo una scarsa rappresentanza sindacale. Sino al 2001 le organizzazioni sindacali dei professionisti erano ammesse alle contrattazioni se avevano un numero di iscritti non inferiore al 5% dei professionisti rappresentati. Secondo l’art. n. 43 del citato d.lgs. n. 165 del 2001, i sindacati vengono ammessi alla contrattazione collettiva, ove abbiano una rappresentatività non inferiore al 5 per cento degli appartenenti all’intero comparto, considerando a tal fine la media tra il dato associativo INGEGNERIINGEGNERI BERGAMO BERGAMO e il dato elettorale, eliminando di fatto autonome rappresentanze sindacali di professionisti. Occorre, allora, che venga ripristinato un criterio di rappresentanza sindacale che consenta ai professionisti di partecipare a pieno titolo alla definizione dei loro contratti di lavoro. L’U.S.P.P.I . è l’unica una organizzazione sindacale, connotata sin dalla nascita, da forti legami con il sistema ordinistico e che ha svolto una piena ed efficace tutela sindacale degli ingegneri sino a quando la legge non ha modificato i requisiti di rappresentanza per potere partecipare al tavolo della contrattazione collettiva. La rilevante attività che questo sindacato oggi svolge è condizionata dalle citate nuove condizioni di rappresentanza che lo costringe ad aggregarsi ad altre organizzazioni, tranne qualche eccezione, come: VV.F, ENAV, ENAC, Occorre, pertanto fare in modo che venga ripristinato un forte collegamento tra il sistema degli ordini e le rappresentanze sindacali degli ingegneri esistenti. GLI INGEGNERI DOCENTI Gli ingegneri docenti si distinguono tra docenti negli Istituti tecnici e professionali e docenti universitari. Il ruolo degli Ingegneri docenti negli Istituti tecnici e professionali, è di notevole importanza per l’arricchimento professionale che trasmettono nella attività istituzionale della docenza. Purtroppo la figura professionale dell’Ingegnere docente non viene valorizzata in termini di retribuzione e neanche come esperto in specifici settori all’interno del sistema scolastico. Così spesso finisce schiacciato da una didattica piatta che non gratifica alcun professionista del mondo della scuola. Più complesso analizzare la condizione dei docenti universitari. Il Centro Studi del C.N.I. ha pubblicato, nel lontano 2001, un dettagliato rapporto su “Identità e ruolo degli ingegneri dipendenti nella pubblica amministrazione che cambia” con una ingiustificata esclusione dei docenti che va superata, per una adeguata analisi che consenta la individuazione di adeguate iniziative. INGEGNERI DEL COMPARTO PRIVATO Nel comparto privato gli ingegneri esercitano, prevalentemente, attività non regolamentate per le quali non è obbligatoria l’iscrizione all’ordine. Esiste comunque una situazione molto complessa e variegata che occorre venga adeguatamente analizzata. Sono sempre di più i neolaureati che iniziano il loro percorso lavorativo in aziende private dove svolgono le mansioni più disparate. L’ingegnere viene inquadrato come “impiegato” secondo il CCNL che si applica alla specifica azienda. Il livello di inquadramento, così come quello retributivo, viene definito a seguito di trattativa tra l’azienda e il neoassunto. E’ un collaboratore che ha conseguito nel passato una laurea in ingegneria e che viene inquadrato nella mansione per cui è stato assunto: punto e basta. Ne consegue l’esigenza di valorizzare l’esistenza di questa importante realtà, per cui è opportuno che si apra un dibattito nella categoria in modo da trovare il modo di migliorare le condizioni specifiche degli ingegneri dipendenti. Anche per il comparto privato, vale quanto detto per gli ingegneri docenti sulla necessità di un approfondimento affidato al Centro studi del C.N.I. E’ comunque evidente che, il presupposto per l’intervento degli Ordini a tutela degli ingegneri dipendenti nel privato è che essi svolgano attività regolamentate, ovvero riservate per legge. La individuazione di ulteriori tali attività per la tutela degli ingegneri dipendenti nel comparto privato e sarebbe certamente utile per la crescita complessiva della professione. Occorre, allora, determinare le condizioni affinché si incrementino le attività per l’esercizio delle quali è obbligatoria l’iscrizione all’ordine. Nel comparto privato lavorano anche ingegneri che esercitano, tra altre, attività riservate agli iscritti all’ordine, ma sono soggetti che all’interno delle aziende hanno una collocazione e un trattamento “speciale”. Ancor più che nel comparto pubblico, nel privato, scontiamo la assenza di specifiche rappresentanze sindacali che sarebbe utile contribuire a crescere. Affrontare e avviare a soluzione i problemi evidenziati richiede di pensare ad un nuovo modo di essere e di fare percepire la figura dell’Ingegnere. Le azioni per far si che possa cambiare il modo di intendere della figura dell’ingegnere devono essere poste in atto dagli organi istituzionali che li rappresentano. Per il raggiungimento dell’obiettivo occorre, però, proporsi all’opinione pubblica ed al mondo politico in modo più efficace di quello che è riuscito ad assicurare il solo sistema di rappresentanza della categoria: gli Ordini provinciali e il Consiglio nazionale. Una proposta conseguente può essere quella di costituire un organismo di rappresentanza che abbia maggiore libertà di azione politica, senza quindi quelle oggettive limitazioni operative cui sono tenuti per legge istitutiva, gli ordini professionali. Pare, pertanto, indispensabile dare vita, in analogia ad altre professioni ordinistiche ad un “organismo unitario dell’ingegneria italiana”, nel quale fare confluire tutte le organizzazioni che a vario titolo intendono portare avanti le esigenze dei laureati in ingegneria. Il C.N.I. in carica ha condiviso tale analisi ed ha avviato una importante iniziativa istituendo un gruppo di lavoro finalizzato alla convocazione degli Stati Generali dell’Ingegneria ai quali partecipano, tra gli altri InArCASSA, il Sistema universitario, i Sindacati degli ingegneri, le Amministrazioni pubbliche (VVF) e private (OICE). Un tale organismo potrebbe ottenere concreti risultati per la valorizzazione della professione di ingegnere in qualunque essa sia esercitata. Non si può infine non segnalare la primaria importanza della riforma delle professioni verso al quale occorre orientare prevalentemente le attenzioni della categoria. Essa riguarda tutte le professioni c.d. “regolamentate” ed interessa sia la professione esercitata liberamente, sia quella esercitata con rapporto di lavoro subordinato. Occorre sensibilizzare il mondo politico ed istituzionale affinché la riforma delle professioni disciplini contestualmente sia la professione esercitata liberamente, sia quella esercitata in un rapporto di lavoro subordinato, aumentando le attività riservate e prevedendo che la iscrizione all’albo sia obbligatoria anche per gli ingegneri che esplicano attività non riservate ma che hanno rilevanza per la sicurezza dei cittadini. IL GRUPPO DI LAVORO PROPONE ALLA ATTENZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI DI CONDIVIDERE LE SEGUENTI INIZIATIVE DA PROPORRE AL C.N.I. - Sensibilizzare il mondo politico verso una riforma delle professioni che disciplini contestualmente sia la professione esercitata liberamente, sia quella esercitata mediante rapporto di lavoro subordinato. - Sollecitare l’ARAN a dare attuazione all’istituzione della separata “area dei professionisti”, prevista dalla legge. - Vigilare sulla trasposizione in contratti, nazionali in sede ARAN e territoriali in sede di contrattazione separata, delle leggi emanate per i contratti degli ingegneri pubblici dipendenti. - Monitorare i contratti di diritto privato, che interessano professionisti con attribuzioni di attività regolamentate, vigilando sul rispetto delle riserve di legge. - Contribuire, in analogia a quanto spesso operato da numerosi Ordini provinciali, alla corretta applicazione dei contratti di lavoro, costituendosi ad adiuvandum, nei ricorsi giudiziali proposti dagli iscritti. - Promuovere e sostenere la attività di organi di rappresentanza sindacale degli ingegneri dipendenti e contribuire a determinare le condizioni perché possano partecipare ai tavoli delle trattative contrattuali. - Contribuire a porre in atto tutte le iniziative volte a determinare la individuazione di ulteriori prestazioni professionali riservate agli ingegneri iscritti all’albo ed approntare ogni misura idonea alla effettiva vigilanza sull’osservanza degli obblighi vigenti. - Riprendere il percorso interrotto al fine di determinare in tempi brevi la costituzione di un “ORGANISMO UNITARIO DI RAPPRESENTANZA DELL’INGEGNERIA ITALIANA”. - Invitare il Centro Studi ad aggiornare ed integrare il rapporto del 2001 con un più puntuale e dedicato approfondimento degli aspetti che riguardano gli ingegneri docenti e gli ingegneri che operano nel settore privato. - Contribuire alla definizione della riforma delle professioni anche attraverso una rappresentanza degli ingegneri dipendenti - Definire il programma di formazione permanente tenendo conto anche delle esigenze degli ingegneri dipendenti. Il documento predisposto vuole essere un piccolo contributo alle riflessioni dell’assemblea dei presidenti ed alla discussione del tema del Congresso nazionale Torino 2010 sul ruolo dell‘ingegnere nel costruire il futuro del sistema Italia. Il gruppo di lavoro dell’assemblea dei presidenti. La commissione designata dal CNI Il CPADP Roma 21 agosto 2010 7 INGEGNERI INGEGNERI BERGAMO BERGAMO INGEGNERIA E SOCIETÀ DEL III° MILLENNIO Poiché l’ingegnere, come qualunque altro serio professionista è al servizio dello sviluppo economico della Società nella quale egli opera, io considero l’Ingegneria una variabile dipendente fortemente condizionata da molti fattori fra i quali importante è il contesto sociale ed economico del Paese in cui opera. In altre parole se cambia il contesto sociale-economico e cioè l’ambiente sociale, politico, tecnologico nel quale opera, l’ingegneria (secondo me) deve cambiare in conseguenza ad esso modificando i suoi criteri di approccio ai problemi, i suoi metodi di lavoro, il suo modo di servire le esigenze della Società. Non c’è a mio giudizio una “ingegneria standard”, valida per tutte le stagioni e per ogni luogo; stereotipata nel tempo e nello spazio. Se l’ingegneria è una variabile dipendente e la sua dipendenza prioritaria è quella dell’ambiente dove essa opera allora prima di tutto e prima ancora di vederne la correlazione con esso diventa essenziale trovare i criteri di misurazione del contesto socioeconomico. Io che non sono un sociologo e neanche un economista di formazione ma che gli eventi della vita mi hanno portato a fare e l’uno e l’altro mestiere, tempo fa ho proposto un criterio di lettura dello stato del contesto socio-economico mutuato dalla fisica. È questo un criterio molto grossolano ma semplice. Io credo nella semplicità e cerco la semplicità operando laddove posso con il criterio già proposto nel XIII secolo dal filosofo e teologo inglese Guglielmo di Occan e che è passato alla storia come: “il principio del rasoio” che significa sfrondare ogni disquisizione di tutti gli orpelli ridondanti, ogni teoria dalla sofisticazione parolaia, ogni metodo operativo da lunghi e tortuosi passaggi, ogni ricerca scientifica realizzata con percorsi complessi e ridondanti. Con il criterio del “rasoio di Occam”, io che non sono un sociologo e neanche un economista, tempo fa ho proposto un criterio di lettura dello stato del contesto socio-economico sulla base di quattro comportamenti prevalenti. L’ambiente economico sociale, secondo questa suddivisione quaternaria può essere: - stabile oppure - dinamico oppure - turbolento oppure - caotico. Nessuno di questi stati ambientali è buono o cattivo in sé. Il problema è riconoscerlo affinché l’ingegneria e quindi l’ingegnere possa adeguarsi ad esso. Utilizzando le conoscenze della fisica classica non è difficile individuare i 8 parametri di misurazione di questi stati. è assimilabile alle condizione La stabilità è assimilabile alla statica, della prevedibilità dinamica. In un moto laminare le conoscenze della posizione delle singole particelle sono facilmente prevedibili mentre diventano quasi impossibili nel caso del moto turbolento. Ma nel moto turbolento non tutto è imprevedibile, perché del flusso noi possiamo riconoscere: la direzione, la velocità e la portata. L’ambiente turbolento non sarà pertanto misurabile perfettamente, ma rimarrà possibile avere di esso alcune conoscenze fondamentali. Condizione questa che sembrerebbe totalmente persa nel caso dello stato caotico. In prima approssimazione il caos (e quindi l’ambiente caotico) sembrerebbe pertanto non misurabile. Mi preme però ricordare che l’etimo grazie alla quale possiamo misurare con esattezza le caratteristiche geometriche di un solido. La dinamica è quella parte della meccanica che studia il moto dei corpi in relazione alle forze che lo producono. Caos - “Le uniche cose che in un’azienda sono in grado di svilupparsi da sole sono: il caos, i conflitti interpersonali e le scarse prestazioni lavorative” - Peter Drucker: “caos” ha generato il termine “gas” e che grazie alla termodinamica ed alla gasdinamica i comportamenti del gas in un ambiente (o i comportamenti di un ambiente gassoso) sono misurabili con modalità di misurazione complesse ma che grazie ad esse è possibile avere alcune conoscenze. La classica formulazione di PV = costante ne è un esempio. Un ambiente in condizioni statiche non cambia nel tempo; può essere esattamente misurato ed ogni sua posizione ogni qual volta viene individuata non si muove nello spazio e nel tempo. Un ambiente dinamico cambia invece nel tempo e si muove secondo direttrici prevedibili e descrivibili da algoritmi matematici o da linee e curve grafiche, grazie alle quali è possibile stabilire nel tempo con elevata precisione la posizione dell’ambiente (o del sistema) nel futuro. I criteri di valutazione di questi Lo stato di turbolenza ambientale 4 stati fisici sono ben noti da richiama la scienza idraulica e le tempo e fanno parte del bagaglio sue modalità di misurazione del culturale dell’ingegnere, forte anche flusso che distingue il moto in: dell’affermazione di Galileo Galilei: laminare e turbolento. Con una certa “Tutto è misurabile approssimazione il moto laminare e quello che non lo è, rendilo tale”. A differenza di quanto avviene nella fisica classica i quattro suddetti stati dei sistemi economico-sociali non hanno confini netti. In fisica un grave è stabile se non si muove mentre è in fase dinamica se si muove. Il grave quindi o si muove o non si muove (è un po’ come dire che la donna è incinta o non è incinta e che non può essere parzialmente incinta). Nel caso dei sistemi economicosociali invece (e purtroppo) i punti di contatto fra uno stato e l’altro sono tali da causare frequenti e forti sovrapposizioni. Si dovrà pertanto accettare l’affermazione che un sistema economico-sociale per esempio non è esattamente nello stato dinamico ma è “prevalentemente” nello stato dinamico. Con l’avverbio: “prevalentemente” si possono allora classificare i sistemi economico-sociali con sufficiente approssimazione. Una recente indagine compiuta dal GRAM (il Gruppo torinese di Ricerca Applicata al Management di cui sono Presidente) alla domanda posta a 1840 imprenditori e dirigenti di azienda e di studi professionali su quale stato dei quattro citati prevaleva nel loro specifico mercato di riferimento essi hanno risposto: al 63% di operare in un mercato prevalentemente turbolento ed al 16% di operare in un mercato prevalentemente caotico. Nessuno dei 1840 disse di operare in un mercato “statico” o prevalentemente statico. Siamo quindi di fronte ad una realtà di riferimento per gli ingegneri con caratteristiche totalmente diverse da quelle dell’inizio secolo XX quando lo stato dell’ambiente in cui operavano gli ingegneri era prevalentemente “dinamico” e cioè con uno sviluppo costante nel tempo secondo direttrici facilmente prevedibili e secondo realizzazioni conseguenti alle previsioni fatte. Oggi siamo di fronte a situazioni ad alta imprevedibilità ed ad alta discontinuità. Faccio mio come definizione di “imprevedibilità” lo stesso concetto usato da Marchionne, Amministratore Delegato del Gruppo Fiat, per giustificare il suo intervento sulla azienda che nel 2004 veniva considerata ormai decotta e sull’orlo del disfacimento e che oggi, a parte situazioni contingenti, viene guardata dai competitori con interesse misto a meraviglia e con rispetto misto ad invidia. La “imprevedibilità”, ha detto Marchionne, è qualcosa che è: “impensabile, inimmaginabile, sorprendente” e per questa ragione può anche essere considerata: “bizzarra, strana, stravagante”. La “imprevedibilità degli eventi” è figlia della “discontinuità dei fatti” e questa discontinuità si differenzia dai criteri dinamici finora applicati in ingegneria che ammettono una evoluzione dei sistemi, ma una evoluzione continua, ordinata e prevedibile, anzi prevedibile con alto tasso di probabilità di accadimento. È questa la cultura, la logica dei sistemi dinamici sui quali l’ingegneria storica ha basato i suoi insegnamenti, la sua INGEGNERIINGEGNERI BERGAMO BERGAMO credibilità ed i suoi successi. Nella misura in cui il comportamento dei sistemi da: “statico-dinamico” diventa: “turbolento-caotico”; da “prevedibile” diventa “imprevedibile”; da “continuo” diventa “discontinuo” allora devono cambiare i paradigmi dell’ingegneria tradizionale che con essi si misura e interroga e quindi anche gli insegnamenti che le istituzioni universitarie, ancora legate ai decenni passati, impassibilmente erogano. L’ingegnere del Politecnico (di Torino, di Milano, di Bari) o di qualunque facoltà di ingegneria ha ancora oggi una marcata cultura di stampo deterministico. Io, voi, loro siamo figli dell’approccio razionale cartesiano. Cartesio da molti considerato non solo il filosofo del razionalismo, ma anche il padre della matematica moderna, quattro secoli fa estese la concezione razionalistica della conoscenza e del sapere proponendo la risoluzione del problema della certezza attraverso la precisione della scienza (così come venne poi applicato nella sperimentazione da Galileo Galilei). Secondo Cartesio quindi tanto più è precisa la misurazione degli eventi tanto più ci si avvicina alla realtà dei fatti e perfino dei sentimenti. Secondo Cartesio, c’è sempre una risposta giusta ai problemi della vita se i dati a disposizione sono esattamente rappresentativi della realtà. Nel suo “Discorso sul Metodo” egli intendeva risolvere ogni problema umano attraverso l’eliminazione del dubbio. “Perciò ogni problema – sono sue parole – deve essere diviso in quante più parti possibili cominciando dagli oggetti più semplici e più facili da conoscere e poi salire a poco a poco per gradi fino alla conoscenza dei più complessi”. La complessità per Cartesio era semplicemente la somma di unità semplici ognuna delle quali aveva la sua risposta. Quindi la complessità, secondo Cartesio, si risolveva come sommatoria di risposte semplici e certe e la sommatoria di semplici risposte certe dava la certezza della risposta ai problemi complessi. Oggi invece l’unica certezza che abbiamo è l’incertezza e la sommatoria di singole parti ottimizzate del sistema complesso non da purtroppo la garanzia della ottimizzazione del sistema globale. Si rende pertanto necessario un altro approccio che non sia quello semplificatorio della razionalità pura di stampo cartesiano; un approccio più impreciso ma estremamente flessibile e che obbliga a ragionare in termini di ottimizzazione parziale e temporanea. Di ciò l’ingegnere del terzo millennio deve rendersi conto e deve adeguarsi di conseguenza mettendo in forse la sua capacità di trovare sempre la soluzione giusta. Ai miei tempi (parlo di decine di anni fa) si diceva che l’ingegnere si riconosceva da tutti gli altri lavoratori perché di fronte a qualunque situazione difficile da risolvere non aveva alcun dubbio ed affermava: “Non c’è problema: troverò subito la soluzione” ed in tempi rapidissimi senza consultare nessuno attingendo solo e soltanto dal suo vasto sapere sentenziava una risposta della cui affidabilità egli non aveva alcun dubbio. A quel tempo l’esistenza e il comportamento dell’ingegnere trovava giustificazione nel detto cartesiano: “Cogito ergo sum” (che potremmo tradurre in: “Se sono in grado di pensare io sono il risolutore di ogni problema”). Già Kant metodico, preciso e predeterminato (al punto che i bottegai di Königsberg regolavano i propri orologi al passaggio del concittadino davanti al loro negozio quando questi faceva la sua abitudinaria passeggiata) aveva messo in dubbio le certezze di Cartesio dimostrando i limiti della ragione umana. Sia nella “Critica della ragion pura” che nella “Critica della ragion pratica” egli escluse ogni conoscenza aprioristica della “cosa in sé” e riconobbe la necessità di una coscienza intesa come strumento sintetizzatore dei dati esperienziali. Si può agire, secondo Kant, solo se si è già sperimentato, provato e riprovato e non soltanto sulla base della teoria. Nello sforzo di collegare coscienza con conoscenza, e teoria con la pratica egli trattò del dubbio in un libercolo del 1793, sconosciuto alla più parte dei nostri docenti di filosofia dal titolo: “Sul detto comune: questo può essere giusto in teoria, ma non vale per la pratica”. Forse Kant pensava già all’ingegnere del terzo millennio quando scriveva: “Alla regola teorica si deve aggiungere un atto del praticante tramite il quale egli distingua se a qualcosa sia o no il caso di applicare la regola”. Per contro Kant aggiungeva: “Nessuno può farsi passare per esperto in una scienza sul piano pratico e disprezzare la teoria, senza farsi riconoscere semplicemente come un ignorante della sua disciplina credendo che agire con esperimenti senza raccogliere principi che formano propriamente ciò che si dice teoria e senza aver riflettuto sulla sua attività come un intero sistema, possa andare più lontano di dove la teoria sia in grado di portarlo”. L’ingegnere del III° millennio è l’ingegnere teorico e pratico di Kant ma anche l’ingegnere sistemico che aggiunge dimensione e sostanza all’ingegnere di processo. L’ingegnere sistemico è colui che pone attenzione non soltanto al prodotto, ma all’ambiente nel quale esso andrà ad operare. Non sarà più il prodotto o il manufatto che si imporrà all’ambiente ma l’ambiente che si imporrà al prodotto o al manufatto. E se l’ambiente sarà prevalentemente turbolento (come già affermato) l’ingegnere sistemico dovrà rinunciare ad alcune convinzioni, figlie del determinismo cartesiano che dovevano garantire soluzioni certe e sicure ed accettare altre convinzioni il cui valore non sarà più certo ma semplicemente: “probabile”. Il concetto di rischio, qui implicito, toglie la garanzia della teoria pura valida sempre e ovunque, ed introduce il concetto di “probabilità” della teoria valida solo in certi casi (o in tutti i casi ma con un certo campo di tolleranza). Ma l’ingegneria del terzo millennio deve andare oltre all’applicazione dei metodi probabilistici e introdurre altri principi quali quelli dell’aleatorietà e dell’esercizio sistematico del dubbio. Il dubbio si deve insinuare sempre di più nella mentalità dell’ingegnere; egli deve abituarsi ad operare per dilemmi soprattutto quando le serie storiche, la base dell’approccio probabilistico, perdono il loro valore e la loro affidabilità perché rappresentanti di un ambiente superato e obsoleto che non può essere considerato il basamento delle estrapolazioni nel futuro. I “dilemmi” sono alla base dei problemi aleatori e i dilemmi si affrontano (e si risolvono) esercitando il dubbio più che non riaffermando le storiche certezze. Ha detto lo scrittore svizzero Ferdinando Ramuz: “Il dubbio è la caratteristica della statura umana” e gli ha fatto eco l’argentino Luis Borges con: “Il dubbio è uno dei nomi dell’intelligenza”. Già Francesco Bacone, scrisse nel 1612, “Se l’uomo vuole cominciare con certezze, allora finirà con dei dubbi; ma se si accontenterà di cominciare con dei dubbi allora finirà con delle certezze”. Ma questa esaltazione del dubbio non può, non deve finire col dubbio. L’ingegnere sistemico e dilemmatico è sempre e comunque un decisore e come tale deve agire; se è necessario all’ambiente turbolento avere dei dubbi è anche necessario comunque operare. Da qui la nuova mentalità ingegneristica: meno certezza e più dubbi; meno soluzioni pre-determinate e più ricerca delle alternative; meno fiducia delle serie storiche e più attenzione agli accadimenti imprevedibili; meno ricorso alla memoria e più utilizzo della creatività; minor uso delle consuetudini e più coraggio nelle soluzioni nuove; ma sempre: orientamento ai risultati per i quali è necessario comunque prendere decisioni più rischiose di una volta non sempre definitive e con modalità di correzione in corso d’opera. L’aleatorietà delle decisioni e la loro scarsa affidabilità potrà essere contenuta se i problemi verranno affrontati con criteri multidisciplinari e interfunzionali. L’ingegnere sistemico dovrà mediare sempre di più con lo psicologo, con il sociologo, con l’economista, con il giurista; oppure dovrà essere pure lui un po’ psicologo, un po’ sociologo, un po’ economista, un po’ giurista. Certamente molto di più di quanto lo è stato fin d’ora sulla base dei curricula scolastici tradizionali in atto presso le scuole italiane. C’è una ragione, secondo me, per cui Nobel lasciò parte del suo patrimonio a una fondazione con il compito di distribuire annualmente dei premi a chi avesse bene meritato dell’Umanità nel campo scientifico e per cui pur essendo lui ingegnere e nel contempo imprenditore non mise nell’elenco: l’ingegneria mentre propose la fisica, la chimica, la medicina (ed in seguito la Banca Centrale di Svezia aggiunse l’Economia). La ragione sta nel fatto che l’Ingegneria concretizza il sapere delle suddette discipline; che l’Ingegneria è una scienza ma anche una tecnica, che l’Ingegneria è teoria ma è anche pratica. Questo per concludere che l’Ingegneria non è una disciplina, ma è un coacervo di discipline. Senza l’Ingegneria molte delle scoperte scientifiche sarebbero rimaste a livello di idee brillanti ma non avrebbero dato un contributo all’effettivo miglioramento dello standard di vita dell’Umanità. Sono stati ingegneri (anche se non ufficialmente dichiarati da qualche istituzione pubblica) Marconi ed Edison. Entrambi dopo le loro scoperte hanno creato una industria, hanno creato una impresa che ha a sua volta creato valore aggiunto alla semplice scoperta teorica. Sono stati ingegneri e non solo scopritori geniali perché hanno trasformato le loro idee in strumenti utili per la Società. Marconi non si fermò agli esperimenti di Pontecchio del 1895, quando dimostrò la possibilità di comunicare a distanza con onde elettromagnetiche, ma costruì una impresa che ancor oggi porta il suo nome. Edison, non si limitò a dimostrare che il carbone era più luminoso e con una vita più lunga di altri materiali ma costruì la lampadina a filamento e creò una impresa che ancora adesso porta il suo nome. Einstein, invece fu soltanto un fisico e tale rimase nel tempo. Egli non trasferì le sue idee rivoluzionarie sulla relatività ristretta e generale, sull’effetto fotoelettrico e sul moto browniano, in strumenti e nella pratica quotidiana. Ci vollero gli ingegneri per dare corpo e sostanza alle teorie e alle idee di Einstein. Ben vengano dunque altri Einstein, ma soprattutto ben vengano tanti ingegneri sistemici che sappiano trasferire la teoria nella pratica e sappiano dare valore aggiunto alla ricerca pura. Riccardo Varvelli 9 INGEGNERI INGEGNERI BERGAMO BERGAMO RAPPORTI TRA INFRASTRUTTURE E IDROGRAFIA DEL TERRITORIO Convegno Nazionale organizzato a Roma nel mese di maggio dall'Associazione Idrotecnica Italiana e dal CNR. E’ con estremo interesse che, nei giorni 6 e 7 maggio di quest’anno, abbiamo partecipato a Roma al Convegno nazionale organizzato dall’Associazione Idrotecnica Italiana, in collaborazione con l'Irpi-Cnr e la Sigea, sul tema: “Le acque di Superficie e Sotterranee e le Infrastrutture di Trasporto. Dalla Pianificazione all'Esercizio”. Due intense giornate dedicate al confronto, alla formazione e all'approfondimento dei problemi connessi alle interferenze tra le infrastrutture di viabilità e trasporto in superficie e nel sottosuolo, oggetto di continue richieste di miglioramento, e le acque superficiali e sotterranee, con visite tecniche guidate ai cantieri delle linee B1 e C della Società Roma Metropolitane Srl, nonché ai laboratori analitici delle acque di LaboratoRi Spa del gruppo Acea. Inutile dire che alle giornate di Roma l’uditorio era folto e numeroso come non mai: più di 150 iscritti; forse complice l’importanza del luogo, la sede del CNR, che, di per sé, costituisce sempre un'attrattiva sotto l'aspetto scientifico e tecnico; ma, crediamo, ancor di più per la materia e gli argomenti trattati, che erano, e sono, d’estrema attualità e di grande importanza ( si veda ad esempio l’intervento del prof. Alessandro Paoletti, e altri, su "Le criticità idraulico-ambientali del reticolo idraulico milanese nei confronti delle nuove infrastrutture di trasporto di EXPO 2015"). Già da una prima rapida lettura del programma definitivo dei lavori, consegnato all’atto della registrazione in Segreteria, abbiamo avuto la conferma e la certezza, se ce ne fosse stato bisogno, che la sfida del futuro, nel campo delle interferenze tra corsi d’acqua naturali ed infrastrutture di trasporto, sarà l’integrazione tra professionalità diverse, e che le questioni principali su cui si giocherà la credibilità del sistema scienza / tecnologia / politica, nei prossimi anni, saranno la manutenzione e la tutela delle opere infrastrutturali di trasporto e di idraulica. L’andamento dei lavori ha poi evidenziato ancora una volta l’unitarietà dei principi di base tra mondo scientifico e Ordini professionali, sui quali anche noi, come Ordine di Bergamo, ci stiamo muovendo; principi che hanno sempre informato anche l’attività della nostra Commissione Idraulica e Territorio, in particolare quando abbiamo di recente organizzato la Giornata di studio sui "Sistemi di infiltrazione per lo smaltimento di acque meteoriche nel sottosuolo", svoltasi il 23 ottobre del 2009, e che – ci piace ricordarlo – ha riscosso un notevole successo, sia tra i colleghi ingegneri che tra gli altri professionisti interessati: architetti, geologi, agronomi, geometri e periti. Infatti, negli ultimi anni si è venuta affermando una notevole sensibilità ambientale anche riguardo ai problemi della difesa idrogeologica del territorio: è ormai opinione comune che si deve tendere non solo a studiare e individuare le metodologie per una più efficace previsione degli eventi, 10 ma anche ad affrontare il delicato tema della prevenzione tramite strumenti scientifici, tecnologici e legislativi capaci di diminuire le condizioni di rischio, nel pieno rispetto dell’ambiente, con particolare riferimento al rapporto tra rete di infrastrutture dei trasporti e idrografia, sia superficiale che sotterranea. Il workshop ha affrontato il tema a 360 gradi, affiancando la teoria alla pratica: ai partecipanti è stata data l'opportunità di "toccare con mano" gli argomenti in esame attraverso visite tecniche guidate presso alcuni cantieri in attività nelle linee metropolitane di Roma, messi a disposizione per l'occasione da Roma Metropolitane, la società che svolge per conto del Comune di Roma le funzioni connesse all'ampliamento, prolungamento e ammodernamento delle linee metropolitane della Capitale. Gli argomenti trattati occupano un ruolo di primo piano nella ricerca di un compromesso tra le esigenze dell'ambiente e quelle dello sviluppo connaturate alla complessità della società post-industriale. Un Convegno nel quale le memorie di oltre trenta studiosi e tecnici, impegnati da decenni nell’attività progettuale, costruttiva e gestionale, hanno messo in evidenza le interferenze reciproche tra le reti di trasporto stradali, ferroviarie e metropolitane e i sistemi idrici naturali e artificiali, ponendo le basi per una migliore integrazione della pianificazione e per una gestione più responsabile del territorio. L’analisi e l’approfondimento dei case-history sono stati affidati: per la parte relativa alla sessione di lavoro “Acque e collegamenti stradali”, coordinata da Giancarlo Cremonesi (Presidente di Confservizi e di Acea Spa), ad Alessandro Alfì, Spea Ingegneria Europea Spa; per la parte relativa ad “Acque e collegamenti ferroviari”, Sessione coordinata da Roberto Grappelli ( Off. Grandi Revisioni – Atac), a Fabrizio Cabas, Italferr SpA; e per la sessione relativa ad “Acque e collegamenti metropolitani”, che ha avuto quale chairman Andrea Sciotti (Roma Metropolitane) a Giulia Viggiani, dell’Università di Roma Tor Vergata. Ugo Majone, direttore della rivista L’Acqua, ha sintetizzato il ruolo dell’ingegnere idraulico, dalla pianificazione all’esercizio delle infrastrutture di trasporto. Ha inoltre evidenziato che a livello universitario, oggi, in Ingegneria dei trasporti non vengono trattati per niente argomenti idraulici o idrogeologici; si auspica che a tempi brevi vengano cambiati i programmi. Sono intervenuti al summit Maurizio Polemio dell’Irpi-Cnr, che ha presentato l’importante ruolo svolto dall’IrpiCnr nel campo della ricerca per la protezione idrogeologica; Giuseppe Sappa dell’Università “La Sapienza” di Roma, sul tema della salvaguardia e tutela delle acque; Renato Lamberti dell’Università di Napoli Federico II, sul tema dell’influenza delle infrastrutture stradali sui corpi idrici; Luigi Da Deppo, dell’Università degli Studi di Padova, sul tema delle vie di acqua naturali e vie di trasporto; Gaia Checcucci, Segretario dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno e Ilaria Conte, dello Studio Legale Conte di Roma, sulle tematiche giuridico-amministrative in materia delle acque. A Giorgio Cesari è stato affidato il dibattito e il raccordo delle proposte pervenute dalla Tavola rotonda. Di grande interesse e attualità, infine, come anticipato più sopra, la relazione di Alessandro Paoletti del Politecnico di Milano sul tema del degrado idraulico-ambientale e delle criticità del reticolo idraulico milanese nei confronti delle nuove infrastrutture di trasporto del territorio interessato da EXPO 2015. Nel quadro del degrado generalizzato che si riscontra sui territori fortemente urbanizzati, quale quello del bacino Lambro-Olona, e della conseguente necessità di nuove politiche e strategie atte al contenimento degli impatti e al riequilibrio idrologico, anche per le grandi infrastrutture di trasporto stradale e ferroviario, si prospettano notevoli problemi per il controllo delle acque meteoriche da esse defluenti: tali acque infatti contribuiscono ad incrementare le insufficienze idrauliche dei corpi idrici superficiali individuati come ricettori, l'inquinamento dei suoli e la contaminazione delle falde idriche. Massimo Veltri, Presidente dell’Associazione Idrotecnica Italiana ha condotto le ultime fasi del convegno annunciando la possibilità di una prosecuzione dei lavori in una seconda edizione della manifestazione. Si è quindi posto alcune domande, quali ad esempio: perché in Italia non abbiamo ancora un vero "Testo Unico" sulle Acque? Chi è oggi un Ingegnere? Quale rango riveste un Ingegnere? Perché non viene più tenuto in considerazione? E' subentrata una sorta di "afonia" agli occhi dei media. In Italia sono mutate le condizioni da quando si è costituita una moltitudine di poteri e competenze. Abbiamo assistito a cambiamenti di competenza tra Ministero dei Lavori Pubblici e dell'Ambiente, poi Protezione Civile, che oggi è l'unica competente nella "difesa del suolo", dopo la scomparsa dei Geni Civili. Come qualcuno va "dal cardiologo", sarebbe anche opportuno in determinati casi che ci si rivolga specificamente ad un "ingegnere idraulico". VISITE TECNICHE GUIDATE Al termine del convegno, nella giornata del 7 maggio, Roma Metropolitane ha aperto le porte di due importanti cantieri che insistono sulle tratte dei due nuovi progetti in via di realizzazione. Le due linee esistenti interagiscono con i due fiumi di Roma, il Tevere e l’affluente Aniene, con due manufatti tradizionali che richiedono le ben note attività di manutenzione per evitare sia disturbi al deflusso delle acque, sia le conseguenze dell’aggressività dell’ambiente sui materiali dei ponti. Le nuove linee affrontano invece in modo diverso il problema dell’attraversamento dei fiumi; si preferisce sottopassare l’alveo mediante TBM (Tunnel Boring Machine) con un’opportuna distanza di rispetto tra il fondo dell’alveo e la generatrice di colmo della galleria. Si potranno così superare tutte le problematiche (impatto ambientale, storico, archeologico etc.) proprie di una linea sotterranea che affiora, esce a cielo aperto e scavalca il fiume in aree, quasi sempre, di elevatissimo pregio storico artistico. Con riferimento alle stazioni e ai pozzi intermedi, gli scavi per l’esecuzione delle opere devono avvenire all’asciutto e garantire all’esterno l’invarianza del livello di falda. I due manufatti prescelti costituiscono casi di studio di grande rilievo. La stazione Libia/ Gondar è notevole per le caratteristiche dimensionali del manufatto e per le caratteristiche ambientali in cui è stato inserito. Una delle problematiche più rilevanti affrontate in questo progetto è stata proprio quella del confinamento di una falda con sottopressioni idrauliche del tutto eccezionali e la necessaria realizzazione di un tampone di fondo che resistesse ad un simile battente idraulico (sistema costruttivo "bottom - up"). La particolarità del pozzo di partenza degli scudi di Malatesta, di notevoli dimensioni planimetriche, consiste invece nella necessità di arrivare in tempi brevi al fondo scavo per consentire la tempestiva partenza degli scudi. Per questa ed altre ragioni tecniche non è stato eseguito il tampone impermeabilizzante e l’opera è stata realizzata facendo ricorso all’emungimento da pozzi all’interno dello scavo. Ulteriore momento formativo si è svolto presso i laboratori di analisi della LaboratoRI SpA la società del Gruppo Acea, che opera nei servizi di laboratorio, ricerca e consulenza, ingegneria, legate alle tematiche ambientali e all’intero ciclo dell’acqua. Si tratta di una joint-venture nata a seguito di un'alleanza strategica tra Acea SpA e il Water Research Centre, centro di ricerca britannico. Ing. Egidio A. Pessina COMMISSIONE IDRAULICA E TERRITORIO INGEGNERIINGEGNERI BERGAMO BERGAMO LA FERROVIA DELLA VALLE SERIANA I treni: cenni storici 28-9-1876→Como-Chiasso→4,140 21-4-1884 ➞ Bergamo-Albino ➞ 12,150 L’Inghilterra grazie ai suoi giacimenti 16-6-1885→Colico-Sondrio→40,293 di carbone fu la patria delle prime 29-6-1902→Sondrio-Tirano→25,898 locomotive a vapore che videro la luce nei 1-7-1906→Bergamo-S.Pellegrino→25,846 primi anni del 1800. Ma i primi esemplari 5-10-1906→S. Pellegrino- S. G. Bianco→4,170 realizzati da Trevithick (nel 1804 realizzò 8-3-1911→Ponte Nossa-Clusone→5,744 il primo esemplare funzionante), Murray, 31-12-1916→Cairate-Malnate→13,101 Hedley, per citare i più famosi, non erano adatti a svolgere servizi regolari o a trasportare notevoli quantità di merci ed inizialmente vennero impiegati in miniera in sostituzione dei cavalli. Nel 1878, l’ingegnere Gaetano Canedi, presenta un articolato e dettagliato progetto che avrebbe dovuto unire Bergamo a Ponte Selva, scegliendo come scartamento quello ridotto in grado di contenere i costi. Tale progetto sarà utilizzato dal Comitato esecutivo per la ferrovia di Valle Seriana e dall’amministrazione provinciale per della Valle Seriana avvenne utilizzando lo scartamento normale e non quello ridotto come avveniva nella maggior parte delle ferrovie economiche e seguendo un tracciato non eccessivamente tortuoso che prevedeva raggi di curvatura sufficientemente ampi per consentire velocità dei convogli più che soddisfacenti per l’epoca, l’adozione dello scartamento La locomotiva Rocket di George Stephenson fonte Archivio Privato Soltanto nel 1825 dopo anni di tentativi e di continue innovazioni si riuscì grazie al genio di George Stephenson (1781-1848) ad avere una locomotiva la Locomotion n.1 in grado di raggiungere la velocità massima di 25 km/h, con una potenza di 20 CV. La stessa Locomotion n.1 pur raccogliendo le innovazioni dell’epoca presentava diversi difetti in particolar Le Stazioni Ferroviarie di Valle Seriana e Valle Brembana, la prima sulla destra la seconda sulla sinistra. modo per la produzione di vapore in fonte Archivio Provincia di Bergamo caldaia, nonostante questo fu in grado il 25 settembre del 1825 di trainare un Il presente elenco non vuole essere assegnare ad una società subappaltatrice convoglio di sei vagoni con a bordo 450 esaustivo ma vuole semplicemente la realizzazione della ferrovia. passeggeri alla velocità media di 13 confrontare alcune caratteristiche della La sua realizzazione fu resa possibile ferrovia Bergamo-Albino con quelle di grazie all’approvazione della Legge km/h. “Baccarini” del 1879 che prevedeva Lo stesso George Stephenson e suo altre ferrovie lombarde coeve. la creazione di una rete ferroviaria figlio Robert nel 1829, misero a punto complementare rispetto alla rete la famosa Rocket, (razzo) che risolveva La storia della Ferrovia principale esistente. Nel 1881 viene i difetti della progenitrice; la Rocket indetta dall’amministrazione provinciale venne presentata e poi premiata alla di Valle Seriana (FVS) di Bergamo una gara d’appalto per gara mondiale indetta dalla Liverpool & La Ferrovia di Valle Seriana era una di Manchester Railway. quelle linee cosiddette minori che in la costruzione della linea ferroviaria Questa locomotiva fu alla testa del primo Italia per molti anni hanno costituito un Bergamo Ponte Selva e il 12 giugno treno che prese servizio sulla Liverpool insostituibile patrimonio tecnologico, 1881 risulta aggiudicataria della gara la Société Générale des Chemines de Fer - Manchester inaugurata il 15 settembre economico e sociale. 1830. Da quel momento in poi lo sviluppo A partire dalla seconda metà dell’ottocento Economiques con sede a Bruxelles. delle locomotive diventò sempre più iniziarono le discussioni riguardo alla Il 21 aprile del 1884 viene aperta al rapido; cambiarono il combustibile ed realizzazione di una linea ferroviaria pubblico la tratta Bergamo Albino, il il tipo di trazione arrivando alle motrici economica per permettere soprattutto 20 aprile “l’Eco di Bergamo” pubblica dei giorni nostri. un più agevole scambio di merci tra le l’orario di seguito riportato per informare industrie presenti in valle e il resto del dell’apertura della nuova tratta. Le corse giornaliere previste erano 4 e Manifesto inaugurale della Ferrovia di Valle territorio nazionale. Le prime realizzazioni in Le realizzazioni vicine, contribuivano coprivano la tratta Bergamo Albino in 39 Seriana (tratto Ponte Nossa Clusone, 1911) fonte Archivio Provincia di Bergamo a vivacizzare tale discussione, facendo minuti. Italia apparire il collegamento ferroviario La realizzazione della linea economica Il primo tratto inaugurato in Italia nel come l’unica soluzione ai problemi che regno dei borboni fu la Napoli-Portici gravavano su quest’area notevolmente aperta con grandi sfarzi nell’ottobre sviluppata a livello economico nonostante del 1839 e ad esclusivo uso della corte l’isolamento e non in grado di attendere ulteriormente l’arrivo di nuove vie di borbonica. La locomotiva Lombardia il 18 agosto comunicazione. 1840 percorse per la prima volta i 13 km Nel 1856 ad opera di Angelo Milesi della Milano Monza la prima ferrovia viene redatto il primo progetto per la Italiana utilizzata per un servizio di realizzazione di una strada ferrata tra Bergamo e Vertova in grado di rifornire trasporto pubblico. Di seguito elenchiamo alcune la strada ferrata Ferdinandea di lignite, il progetto non incontrò grandi favori e fu realizzazioni in Lombardia. Data di apertura ➞ Tratta ➞ Km del percorso presto abbandonato. Nel 1870 gli ingegneri Cantalupi e Messina 18-8-1840→Milano-Monza→12,4 realizzarono un progetto dettagliato per 20-12-1860→Rho-Gallarate→26,234 la realizzazione di una linea ferroviaria 14-11-1861→Milano-Piacenza→68,261 che corresse nel fondovalle poi rivisto 1-1-1863→Treviglio-Soresina→38,590 in anni successivi, ma anche questo non Stazione di Albino Desenzano immortalata nel 1911 4-11-1863→Bergamo-Lecco→32,933 riuscì poi a concretizzarsi. 15-11-1867→Voghera-Pavia→25,120 fonte Archivio Privato 11 INGEGNERI INGEGNERI BERGAMO BERGAMO Le locomotive Breda della Ferrovia della Valle Seriana numeri 37 e 38, rodiggio 1-3-1 e locotender a vapore saturo vennero costruite nel 1929 dalla Casa di Sesto San Giovanni ed entrarono subito in servizio fra Bergamo e Clusone. foto di fabbrica Breda normale consentiva inoltre un’agevole passaggio dei carri merci dalla rete FVS alla rete Adriatica, che gestiva lo scalo di Bergamo, senza lunghi e costosi trasbordi di merce. Il 23 agosto 1884 viene inaugurato il tratto Albino Vertova, il 23 marzo 1885 la tratta Vertova Ponte Nossa ed il 6 luglio dello stesso anno viene terminata grazie all’apertura dell’ultimo tratto il Ponte Nossa Ponte Selva. Nel frattempo il Comune di Clusone si era mosso commissionando progetti per il prolungamento della tratta fino a Clusone ed il 21 aprile 1903 costituisce un comitato promotore del prolungamento. Il 28 agosto 1909 viene rilasciata al Comune di Clusone la concessione per la costruzione e la gestione della tratta Ponte Nossa Clusone. Il 12 marzo 1911 viene inaugurata con grandi festeggiamenti la tratta Bergamo Clusone. Nel periodo della prima guerra mondiale Stazione di Albino fotografata negli anni ‘50 fonte Archivio Privato La locomotiva 32 prodotta dalla Orestein & Koppel era una locomotiva a vapore del peso di 35t e con una potenza di 380 CV. Fotografia scattata nel 1940. fonte Archivio Privato 12 la FVS non fu interessata da distruzioni potendo così continuare a svolgere il suo servizio regolarmente. Un gruppo di imprenditori bergamaschi il 12 gennaio 1918 fondò la Società Anonima Ferrovia Valle Seriana che subentrò alla società belga Société Générale des Chemines de Fer Economiques che fino a quel momento aveva gestito la linea. Al termine del primo conflitto mondiale l’ing. Ligabue responsabile della nuova società affrontò il problema del rinnovo del parco rotabile che negli anni della grande guerra si era deteriorato e non era più in grado di far fronte alle nuove esigenze. Albino grazie ai conseguenti mutamenti azionari diventò la stazione più importante dell’intera valle sia per la sua posizione baricentrica sia per l’intenso traffico di merci che era in grado di produrre. Fu così che divenne il centro di manutenzione di tutta la linea e nel 1925 la Stazione venne ampliata aumentando notevolmente la volumetria consentendo di ottenere una sala d’attesa più ampia e contestualmente venne realizzato un quarto binario di raccordo con l’Italcementi. Gli anni che vanno dal 1918 alla fine degli anni ’30 vedono un continuo incremento del traffico merci raggiungendo picchi di 3000 carri al mese che in seguito non si riusciranno più ad ottenere. La FVS nel periodo della seconda guerra mondiale è oggetto di bombardamenti da parte degli aerei alleati, il 29 gennaio 1945 viene bombardato un convoglio carico di lavoratori tra cui molti albinesi, il bilancio finale sarà di 24 morti e 26 feriti. Il giorno seguente un altro bombardamento colpisce la linea distruggendo la ferrovia 500 metri a sud del ponte di Cene. Al termine del secondo conflitto mondiale riprende un servizio regolare con 6 coppie di convogli passeggeri e due coppie di convogli merci giornaliere e la ricostruzione viene affidata ai mezzi con motore diesel. Le famose littorine presero infatti servizio il 10 giugno 1947 e contribuiscono ad accrescere il numero di passeggeri trasportati e di corse giornaliere che arrivano a 20 negli anni 1955-1960. Nel 1954 vengono acquistate le ultime littorine che a partire dagli anni ’60 devono affrontare la accanita concorrenza delle automobili sempre più diffuse grazie al “boom economico” e delle autocorriere gestite dalla stessa FVSFVB prima come servizi sussidiari e poi in diretta concorrenza.Nell’orario del 1964 le corse automobilistiche superano quelle ferroviarie, il 5 luglio 1966 sulle ceneri della FVS-FVB nasce la SAB, il 31 agosto 1967 FVS viene chiusa. I motivi della chiusura sono svariati; i più rilevanti sono l’utilizzo di materiale rotabile vecchio ed un numero di corse inadeguato che direttamente finì per privilegiare le parallele corse su gomma. INGEGNERIINGEGNERI BERGAMO BERGAMO Tramvia Bergamo-Albino - Tramvie Elettriche Bergamasche TEB La tramvia Bergamo Albino vede la concreta possibilità di essere realizzata nei primi anni novanta, quando, dopo anni di discussioni, viene inserito il tracciato all’interno del piano provinciale della mobilità. Nel 1991 la Provincia di Bergamo istituì una commissione tecnica - come indicato dal piano direttore della mobilità, deciso tre anni prima - per formulare una proposta di sistema di trasporto rapido a guida vincolata lungo le direttrici Bergamo Albino e Bergamo - Almè. La proposta venne poi definita come intervento prioritario dalla legge n. 211/92, che ha finanziato gli interventi nel settore dei sistemi di trasporto rapido di massa. Sono i primi passi di un progetto innovativo che ha come fulcro il ripristino dell’antico tracciato della cosiddetta Ferrovia delle Valli, che collegava il capoluogo alle Valli Seriana e Brembana. Un percorso che, nonostante qualche impropria occupazione da parte di privati nel corso degli anni, si è conservato abbastanza integro e che costituisce tuttora un segno ben riconoscibile nella cartografia della città; dalla stazione di testa, ospitata in una palazzina liberty in piazza Marconi adiacente alla stazione ferroviaria, l’antica via ferrata attraversa Bergamo per poi dividersi in due rami all’altezza di San Fermo. Il progetto non solo riabilita questo tracciato ma lo attualizza prevedendo l’uso di una tramvia che si propone di sostituire completamente l’attuale servizio di autobus e in parte l’uso del mezzo privato, con un’evidente riduzione di traffico e inquinamento. “Il tracciato della linea T1Bergamo-Albino fonte Archivio TEB è lungo 12,5 Km, da Bergamo ad Albino, con un numero complessivo di 16 fermate (comprese le due stazioni di testa). La tranvia attraversa i Comuni di Bergamo, Torre Boldone, Ranica, Alzano Lombardo, Nembro ed Albino, interessando una popolazione di oltre 220.000 abitanti. La spesa per realizzare l’opera, comprensiva della realizzazione dei parcheggi di interscambio, delle piste ciclopedonali e dei costi societari ammonta a circa 155 milioni di euro: poco meno di 13 milioni di euro/Km comprensivo del materiale rotabile (con un costo al km inferiore alla media fonte Archivio TEB europea). Dei 155 milioni di euro, oltre 100 sono rappresentati da opere civili, impianti tecnologici e deposito; circa 30 per materiale rotabile, mentre le quote residue sono riferite ad espropri, progettazione e direzione lavori, collaudi ed costi operativi. L’investimento è finanziato per circa il 50% dal Ministero dei Trasporti mentre la Regione Lombardia ha contribuito per circa 30 milioni; la parte rimanente è a carico dei soci sulla base delle quote societarie (Provincia di Bergamo 45%; ATB Mobilità per conto del Comune di Bergamo 45%; Camera di Commercio di Bergamo 10%) e di un ulteriore aumento di capitale da parte di TEB. “ (Fonte sito TEB) Ad oltre un anno dall’apertura della linea i risultati possono essere considerati lusinghieri grazie ad oltre 2 milioni di passeggeri trasportati e ad una affidabilità di servizio e puntualità che non ha pari nel panorama del trasporto pubblico bergamasco. Massimiliano Rizzi ingegnere fonte Archivio TEB SOCIETÀ IMPIANTI TELEFONICI INTERNI SPECIALI COMPAGNIA TELEFONICA ITALIANA OFFICE AUTOMATION • ARREDI PER UFFICI Office Automation Telefonia Aziendale Networking e Reti Cablate All-in-One VoIP Internet, Web, ADSL Video Sorveglianza, Video Conferenza Arredo Uffici Software applicativi Archiviazione Elettronica Documentale La tua zona non è coperta da ADSL? CityFOX ADSL SENZA FILI, DOVE VUOI, QUANDO VUOI! Risparmio costi telefonia www.wifox.it • www.planetel.it info: 035 204085 13 INGEGNERI INGEGNERI BERGAMO BERGAMO CONVEGNI DEL MESE DI APRILE In collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo si sono svolti nello scorso mese di aprile alcuni incontri tenuti da professionisti del settore aventi lo scopo di far conoscere il Decreto ministeriale 14.01.2008 Norme Tecniche per le Costruzioni. Il primo incontro è stato organizzato dall’azienda S.T.S. (www.stsweb.it) che produce software per l’edilizia durante il quale sono state evidenziate le novità introdotte dal D.M. rispetto alle normative precedenti. Un secondo incontro, svoltosi presso la sede dell’ACEB, organizzato da Progetto Concrete (www.progettoconcrete.it), aveva per oggetto la parte del XI° capitolo del D.M. relativa al calcestruzzo. Un altro incontro, svoltosi presso la Sala degli Angeli del Conventino, riguardava il legno, un altro materiale da costruzione trattato sempre nel capitolo del D.M. relativo ai materiali per usi strutturali. Il breve seminario è stato tenuto dal Prof. Laner e da alcuni suoi colleghi dell’Università di Venezia. Di seguito si riportano due brevi descrizioni di ciò che è stato trattato nei primi due incontri ed un estratto di una lezione del Prof. Laner relativa alle classi di rischio e di servizio. PROGETTARE CON IL NUOVO TESTO SULLE NTC - DM 14.01.2008 Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/1/08), emanate nel gennaio 2008 e diventate obbligatorie dal 1 luglio 2009, introducono importanti novità che modificano profondamente l’approccio progettuale rispetto a quanto previsto dalle precedenti normative. Il primo aspetto innovativo introdotto dalle nuove NTC‘08 riguarda la definizione dello spettro di progetto da utilizzare per l’analisi sismica delle strutture. Lo spettro infatti non è più aprioristicamente definito, così come era ad esempio nel D.M.‘96, ma va costruito definendo inizialmente uno spettro elastico, essenzialmente legato al sito in cui sorge la struttura ed alle caratteristiche geologiche del sottosuolo di fondazione, e quindi opportunamente scalato tramite un fattore di struttura, il cui valore dipende dalla duttilità della struttura ovvero dalla sua capacità di deformarsi oltre il limite elastico. L’esplicita introduzione nelle nuove norme del concetto di duttilità strutturale mette in evidenza l’importanza del comportamento non lineare delle strutture quando queste sono soggette ad azioni esterne di notevole intensità, quali sono quelle dovute ad eventi sismici con elevato periodo di ritorno. Nelle NTC‘08 il comportamento non lineare dei materiali è tenuto in conto nella verifica degli elementi strutturali, che è ormai pressoché sempre condotto secondo il metodo 14 degli Stati Limite. Tale metodo, al contrario di quello alle Tensioni Ammissibili, prevede infatti per i materiali l’utilizzo di legami costitutivi tensioni-deformazioni non lineari. Dal comportamento localmente non lineare dei materiali deriva un comportamento globalmente non lineare dell’intero sistema strutturale, dal quale dipende la duttilità. In particolare la duttilità del sistema è fortemente legata alle entità ed alle localizzazioni delle deformazioni plastiche che si manifestano nella struttura a seguito dell’evento sismico di progetto e può quindi essere valutata solo conducendo un’analisi sismica non lineare sulla struttura. In generale questa è un’operazione complessa e computazionalmente onerosa. Per tale ragione le nuove NTC‘08 consentono ancora di eseguire analisi elastiche delle strutture, ed affidano al Criterio della Gerarchia delle Resistenze il compito di garantire adeguati livelli di duttilità strutturale. Il Criterio della Gerarchia delle Resistenze si riconduce essenzialmente ad un insieme di regole di progettazione che hanno lo scopo di scongiurare tutti i meccanismi di collasso fragile delle strutture. Questo fine si ottiene imponendo una sovraresistenza a tali meccanismi rispetto a quelli a comportamento maggiormente duttile. Così ad esempio i pilastri dovranno essere sovraresistenti a flessione rispetto alle travi cui sono collegati, e questo perché la duttilità a flessione delle aste semplicemente inflesse è maggiore di quelle presso-inflesse, o i collegamenti delle strutture metalliche, il cui comportamento a rottura è sempre scarsamente duttile, dovranno essere sovraresistenti rispetto agli elementi collegati. i nuovi concetti introdotti dalle NTC‘08 quali duttilità strutturale e Stati Limite. Un’auspicabile evoluzione dei metodi di progetto delle strutture in zona sismica dovrà quindi necessariamente passare da un analisi non lineare dei sistemi strutturali. Un primo passo verso tale traguardo è Il Criterio della Gerarchia delle già stato fatto tramite l’introduzione Resistenze modifica drasticamente del metodo di analisi sismica noto l’approccio del progettista come analisi statica non lineare all’analisi delle strutture. Infatti o analisi Push-Over. Nell’analisi il dimensionamento delle singole Push-Over il comportamento non membrature di una struttura non lineare della struttura è direttamente è più esclusivamente legato alle tenuto in conto durante l’analisi, e sollecitazioni agenti ma dipende non fittiziamente introdotto nello soprattutto dal comportamento più o spettro di progetto tramite il fattore meno duttile delle membrature stesse di struttura. Questo metodo di analisi in condizione di rottura. è quindi l’unico in grado di fornire una stima diretta della duttilità Una diretta conseguenza dell’ap- strutturale e di conseguenza non plicazione del Criterio della Gerarchia richiede l’applicazione del Criterio delle Resistenze è la riduzione della Gerarchia delle Resistenze, dell’importanza delle sollecitazioni che ha appunto lo scopo di garantire derivanti dall’analisi strutturale nel adeguata duttilità. dimensionamento degli elementi strutturali. In particolare solo le Nonostante gli indubbi vantaggi, sollecitazioni momenti flettenti sulle l’analisi Push-Over presenta anche travi sono direttamente utilizzate delle limitazioni, essenzialmente nel dimensionamento delle aste, legate al fatto di non essere applicabile mentre tutte le altre sollecitazioni ad ogni tipologia strutturale. È quindi ottenute dall’analisi strutturale auspicabile nel futuro un’evoluzione sono scartate e sostituite da quelle di metodi di analisi strutturale che imposte dal Criterio della Gerarchia siano di più generale applicabilità ed delle Resistenze. La perdita di in grado di cogliere i principali aspetti importanza dell’analisi strutturale è del comportamento non lineare delle essenzialmente dovuta al fatto che strutture. questa è ancora condotta ipotizzando un comportamento elastico delle strutture, in forte contrasto con INGEGNERIINGEGNERI BERGAMO BERGAMO “Qualità e Controlli in cantiere su opere in c.a. secondo il D.M. 14.01.2008: Ruoli e Responsabilità” Progetto Concrete è l’iniziativa nata per promuovere la conoscenza delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) di cui al D.M. 14.01.2008, con particolare attenzione a tutto ciò che riguarda la prescrizione, la posa in opera ed il controllo delle opere in calcestruzzo armato. L’iniziativa sotto il Patrocinio del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici è promossa dalla filiera del cemento armato ATECAP - Associazione tecnico economica del calcestruzzo preconfezionato, AITEC - Associazione Italiana tecnico economica del cemento, ASSOBETON Associazione Nazionale industrie manufatti cementizi, SISMIC - Associazione tecnica per la promozione degli acciai sismici per cemento armato, - ASSIAD - Associazione Italiana produttori di additivi e prodotti per calcestruzzo, e dal 2010 dall’ANCE - Associazione Nazionale costruttori edili. Interlocutori diretti di questa attività sono tutti gli attori, pubblici e privati, che a diverso titolo intervengono nel processo decisionale e produttivo che va dalla decisione di costruire un’opera in calcestruzzo armato alla sua effettiva realizzazione. Infatti, ciascun operatore deve prescrivere o controllare o certificare o eseguire in conformità alle Norme Tecniche per le Costruzioni così come specificato meglio nel seguito. Dunque, i centri di responsabilità di ciascun attore della filiera del processo edilizio sono chiaramente individuati dal normatore che attraverso il capitolo 11 del suddetto Decreto ha tracciato le regole che vanno nella direzione del raggiungimento dell’obbiettivo primario per tutti, quello di elevare la qualità del patrimonio edilizio del nostro Paese. Così il PROGETTISTA deve prescrivere a progetto le caratteristiche del calcestruzzo da impiegare in relazione alla vita nominale dell’opera, ovvero alle esigenze strutturali, esecutive ed ambientali come indicato nel paragrafo § 11.2.11 delle NTC: - Classe di esposizione durabilità - Classe di resistenza fck/Rck - Classe di consistenza lavorabilità - Diametro massimo dell’aggregato e copriferro nominale Il DIRETTORE LAVORI deve accertare preliminarmente, come indicato al §11.2.8 delle NTC, che gli impianti con processo industrializzato posseggano il certificato FPC (Factory Production Control) e l’acciaio da c.a. l’Attestato di Qualificazione. La fornitura inoltre deve essere conforme alle prescrizioni progettuali; in mancanza di questa documentazione o in caso di difformità il D.L. deve respingere la fornitura. Il D.L. è responsabile dei controlli di accettazione. Infatti deve acquisire i certificati dal Laboratorio Autorizzato ed eseguire il controllo di accettazione del calcestruzzo e dell’acciaio da c.a.; a questo proposito al § 11.2.5.3 e al § 11.3.2.10.4 delle NTC: “Il prelievo dei provini per il controllo di accettazione va eseguito alla presenza del D.L. o di un tecnico di sua fiducia che provvede alla redazione di apposito verbale di prelievo e dispone l’identificazione dei provini mediante sigle indelebili, etichettate individuabili; la certificazione del laboratorio prove materiali deve riportare il riferimento a tale verbale”. Il LABORATORIO AUTORIZZATO deve accertare che i provini prelevati in presenza del D.L. giungano in laboratorio accompagnati dalla redazione di un apposito verbale di prelievo, dove siano indicati le sigle indelebili apposte dal D.L. e le etichette che identificano i singoli provini; la certificazione del Laboratorio, attestante i risultati di resistenza dei provini per il controllo di accettazione, deve riportare il riferimento al verbale del D.L. in assenza del quale il certificato è legalmente nullo. L’IMPRESA è responsabile della qualità del calcestruzzo fresco e deve curare la messa in opera e la stagionatura del calcestruzzo affinché la resistenza del calcestruzzo indurito, misurata in contradditorio con il D.L. attraverso carote estratte dalla struttura o determinata con prove non distruttive (sclerometria, velocità delle onde ultrasoniche, ecc.), non risulti inferiore all’85% della resistenza di progetto. Il PRODUTTORE DEL CALCESTRUZZO deve garantire le prestazioni prescritte in sede progettuale attraverso una produzione sottoposta a controlli durante il processo produttivo i cui risultati siano certificati da un ente ispettivo indipendente accreditato dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Il COLLAUDATORE deve validare attraverso adempimenti tecnicoamministrativi il compito di ognuno degli operatori predetti, rilevando e valutando eventuali difformità progettuali e in opera. Il collaudo statico va eseguito in corso d’opera quando vengono posti in opera elementi non più ispezionabili a seguito del proseguire della costruzione. “Le forniture di c.a. – Linee Guida per le imprese di costruzione” e “I controlli sul c.a. – Linee Guida per la Direzione dei Lavori” sono i due strumenti operativi messi a punto da Progetto Concrete con l’obiettivo di offrire informazioni tecniche chiare di rapido utilizzo, vere e proprie “istruzioni per l’uso” che in una logica di grande semplicità supportano l’impresa di costruzione e il Direttore dei Lavori nelle diverse fasi di realizzazione e controllo delle opere in calcestruzzo armato. Info: Ing. g.albani – [email protected] Nuovo Presidente alla Commissione Industria Durante l’ultima riunione del 5 novembre 2011 il Presidente in carica, Ing. Alfonso Liguori, conferma che a causa del suo nuovo lavoro a Bologna ritiene opportuno che la Commissione elegga un nuovo Presidente che ne possa garantire il presidio e la continuità. Preso atto delle difficoltà logistiche i membri della Commissione lo ringraziano per le attività portate avanti, la tempestività, il presidio costante dei lavori e eleggono all’unanimità come Presidente Giovanbattista Testolin. Il prossimi passi che la Commissione farà sono improntati alla continuità con le attività del 2009 e 2010 e allo sviluppo di iniziative coerenti con la linea tracciata per gli Ingegneri del Settore Industria durante l’ultimo, 55°, Congresso Nazionale degli Ingegneri tenutosi a Torino nel settembre 2010. Al momento di scrivere i prossimi passi previsti sono: 1. Messa a fuoco obbiettivi della Commissione per il 2011, in relazione a quelli dell’Ordine dlla Provincia di Bergamo e del CNI come emersi nel recente 55° Congresso Nazionale, 2. Scelta e programmazione di massima delle attività/iniziative per raggiungere gli obbiettivi, 3. Divisione dei compiti/creazione sottoprogetti per lo sviluppo del punto 2., 4. Contributi dalla Commissione al Notiziario, per la comunicazione dei temi e iniziative ritenuti rilevanti. 15 INGEGNERI INGEGNERI BERGAMO BERGAMO (estratto lezione prof. F. Laner) Tecnologia del legno, conoscenze di base CLASSI DI RISChIO E CLASSI DI SERVIZIO Il tema della durabilità è di estrema importanza per l’impiego del legno in edilizia. Non solo perché l’attesa di vita utile è ormai una prescrizione delle NTC (Norme tecniche per le costruzioni, DM 14 genn. 2008), ma anche perché l’utente pretende che il bene casa, o altro edificio sia utilizzabile anche dopo che il mutuo sia stato estinto! D’altra parte il legno, per definizione di essere vivente e per progetto divino, è destinato a tornare in fretta alla Madre Terra che l’ ha generato. L’agente di degrado, in estrema sintesi, è l’acqua. Il legno teme l’acqua! Se riusciamo a fare in modo che l’acqua in tutte le sue forme (liquida, solida, vapore) non rimanga a contatto col legno, esso durerà in eterno, perché su di esso non si formeranno batteri, muffe, funghi e nemmeno gli insetti amano il legno asciutto! Il nostro progetto deve fare in modo che l’acqua sia subito allontanata. Toccata e fuga! Ma è quasi impossibile evitare ogni forma di umidità. Il legno, anzi, la cerca, l’assorbe. E’ proprio una spugna! Più l’ambiente è umido, più il legno assorbe acqua! Proprio partendo da queste osservazioni si è ben presto capito che la durabilità del legno è in diretta relazione con l’umidità dell’ambiente. In un ambiente secco, (20° e umidità intorno al 50%) la sua umidità è dell’ordine 12%. Qualora l’umidità sia maggiore, attorno al 70%, l’umidità del legno aumenta ed arriva al 18%. E se l’umidità dell’ambiente supera l’80%, o peggio, se è a contatto con l’acqua, anche l’umidità del legno supera il 20%, offrendosi all’attacco di batteri e funghi. Inizia, in altre parole, il suo degrado. Tutti i legni si comportano allo stesso modo? Sì, ma non con uguale velocità! Ci sono specie legnose che resistono, naturalmente, in ambienti ostili più a lungo. Ma alla fine, soccombono anche loro! (Fig. 5.1) coefficiente Kdef per le deformazioni a lungo termine. (Fig. 5.2 e 5.3) Il kmod non è riferito solo alle 3 classi di servizio, bensì tiene conto anche della durata del carico (tab 4.4.I delle NTC) Fig. 5.2 Classi di durata dei carichi secondo il DM 14 genn. 2008 Fig. 5.3 Valori di Kmod prescritti dal DM 14 genn. 2008 Fig. 5.1 Distribuzione degli agenti biotici per classi di rischio Pertanto, riassumendo, più l’ambiente è umido, maggiore è la vulnerabilità del legno. Tutte le specie legnose subiscono questa conseguenza, ma qualche specie è meno vulnerabile (ovvero più durabile) Per cercare di razionalizzare e quantificare queste osservazioni, all’esclusivo fine della durabilità, sono da tempo in uso tabelle UNI EN che prospettano 5 classi di rischio. Altre tabelle forniscono la durabilità delle varie specie e pertanto il progettista può scegliere la specie adatta per una classe di rischio, per garantire maggior durabilità. Ma l’umidità del legno influisce anche sulle sue caratteristiche meccaniche? Certamente. Soprattutto l’umidità del legno è in relazione con il modulo di elasticità E. Questa relazione l’ho personalmente sperimentata, poiché il legno fresco (umidità > 25%) ha un modulo di elasticità del 40-50% in meno che in condizione di equilibrio (12%). Su come varia la resistenza a flessione, compressione o taglio, non so dir nulla, perché le prove si devono fare con legno ad umidità 12%. Ma se il modulo di elasticità è basso, forse anche le altre caratteristiche meccaniche varieranno in corrispondenza. Ecco allora che il legislatore si è preoccupato. Non solo per la durabilità (classi di rischio) ma anche dal punto di vista strutturale. A seconda dunque dell’umidità dell’ambiente –assai meglio sarebbe dire a seconda dell’umidità del legno (potrei mettere un legno bagnato in un ambiente asciutto) decrescono le caratteristiche meccaniche e di ciò se ne tiene conto con 3 classi di servizio. Per ognuna di esse il legislatore prescrive un coefficiente correttivo Kmod (v. tabella 4.4 IV delle NTC per determinare i valori di calcolo, sia con un 16 Le 3 classi di servizio tengono dunque conto dell’umidità del legno (che dipende dall’umidità dell’ambiente) ai fini della verifica strutturale. Mentre le 5 classi di rischio, riguardano la durabilità del manufatto. E’ importante capire questa distinzione, che facilmente viene confusa, proprio perché il fenomeno è lo stesso. Ma la durabilità del legno potrebbe essere contemplata anche in manufatti non strutturali, mentre ai fini strutturali è necessario far riferimento alle tre classi di servizio. Il coefficiente Kmod, che tiene conto della durata del carico e della classe di servizio è importante soprattutto per i carichi permanenti e di lunga durata, mentre è ininfluente per i carichi istantanei. Anche in questo caso il legislatore ha cercato di quantificare una constatazione più che attingere a dati statistici desunti da prove sperimentali. INGEGNERIINGEGNERI BERGAMO BERGAMO Ad esempio, prove su una decina di campioni di legno vecchio ricavati da travi in opera in classe di servizio 1 e 2, non hanno rivelato alcuna diminuzione significativa di resistenza e nemmeno travi in classe 3, se integre (non attaccate da agenti biotici). Sono comunque coefficienti a favore della sicurezza e va bene! (Fig. 5.4) Fig. 5.4 Valori di kdef per legno e prodotti strutturali a base di legno TERNE COLLAUDATORI ANNO 2010 N. REGIS. OGGETTO UBICAZIONE DESIGNATI 26 COPERTURA METALLICA FRA DUE CAPANNONI ESISTENTI (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) BARBATA ING. ASNICAR FERDINANDO ING. FRATELLI GIUSEPPE ING. PANZERI PAOLO 27 FABBRICATO RESIDENZIALE PLURIFAMILIARE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) AMBIVERE ING. BOLOGNINI VALERIO ING. GIAVAZZI GIANCARLO ING. PINI DAVIDE 28 FABRICATO CIVILE ABITAZIONE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3) RIVA DI SOLTO ING. BOLZONELLA CLAUDIO ING. GIORDANO ANTONINO ING. PIROTTA ADRIANO 29 REALIZZAZIONE DI N. 2 UNITA' ABITATIVE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 2) PUMENENGO ING. BONALDI PIETRO ING. GNOCCHI SANDRO ING. PISONI ALESSANDRO 30 EDIFICI RESIDENZIALI (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3) SCANZOROSCIATE ING. BONALUMI ANGELO ING. GOGGIA EZIO ING. POLI NARNO 31 FABBRICATO COMPOSTO DA N. 7 UNITA' ABITATIVE E BOX (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) ARCENE ING. BONZI GRAZIANO ING. GORINI GIANFAUSTO ING. QUADRI GIORDANO 32 NUOVI EDIFICI RESIDENZIALI (EDIFICIO C E EDIFICIO D (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3 BERGAMO ING. BALDELLI GIAN MARCO ING. FUMAGALLI CLAUDIO ING. PATELLI UGO GIUSEPPE 33 RISTRUTTURAZIONE E RECUPERO SOTTOTETTO EDIFICIO ESISTENTE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) BOLTIERE ING. BORRA GIANLUIGI ING. GORZIO GIUSEPPE ING. RAMPA ALBERTO 34 EDIFICIO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N.4) CORNALBA ING.BORTOLOTTI RENATO ING. GRASSELLI ANGELO ING. RASPINI FLAVIO 35 EDIFICIO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3) VILLA DI SERIO ING. BOSI GIOVANNI ING. GRECHI PIER MAURIZIO ING. RAVANELLI ALBERTO 36 INTERVENTO DI DEMOLIZIONE E NUOVA COSTRUZIONE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) TREVIGLIO ING. BRAMATI GIANANGELO ING. GRITTI ERNESTO ING. RAVASIO ANDREA FRANCESCO 37 TOTALE RISTRUTTURAZIONE DI CASA D'ABITAZIONE PLURIFAMILIARE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) OSIO SOTTO ING. BRIGNONI SILVIO ING. GUALA GENNARO ING. RAVASIO FRANCO 38 VILLA UNIFAMILIARE CON AUTORIMESSE INTERRATE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) BARZANA ING. BUONINCONTRI NICOLA ING. GUALENI ATTILIO ING. RAVERA GIUSEPPE ERNESTO 39 PALAZZINA RESIDENZIALE DI N.13 UNITA' ABITATIVE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) TREVIGLIO ING. CABRINI ETTORE ING. GUERINI GIOVANNI ING. RECALCATI PAOLO 40 ABITAZIONE UNIFAMILIARE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3) VIADANICA ING. CACCIAMATTA MARCELLO ING. GUERINONI MICHELE ING. REGAZZONI PIER DOMENICO 41 EDIFICIO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3) SCANZOROSCIATE ING. CALDERONI GIANFRANCO ING. IMBERTI STEFANO ING. REGONESI CLAUDIO 42 NUOVA VILLETTA TRIFAMILIARE P.L. 14 (LOTTO C) (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) BONATE SOPRA ING. CALISSI GIUSEPPE ING. IMPERATO LIBERATO ING. REPOSO LUCAPAOLO 43 NUOVO EDIFICIO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3) COLOGNO AL SERIO ING. CALVI SILVIO ING. IMPICCICHE' ANTONIO ING. RESEGHETTI FEDERICO 44 VILLETTA SINGOLA (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3) URGNANO ING. CANEVA ZANINI ALESSANDRO ING. IZZO LIVIO ING. RIVA EMILIA 45 NUOVI FABBRICATI RESIDENZIALI P.L. 7 (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 3) GHISALBA ING. CANEVISIO ANGELO ING. KNISEL STEFANO ING. ROMANO DONATO 46 CIVILE ABITAZIONE N. 12 BOX E N. 6 UNITA' ABITATIVE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) SCHILPARIO ING. CANNELLA MARIO ING. LABAA SERGIO ING. RONCALLI STEFANO 47 OPERE DI URBANIZZAZIONE - MURO CONTROTRERRA (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) VERTOVA ING. CANTINI PIERO ING. LANFRANCHI GIANFRANCO ING. ROSSI CHRISTIAN 48 PALAZZINA AD USO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) ROMANO DI L. ING. CAPELLI CLAUDIO ING. LANZA ROSARIO FRANCESCO ING. ROSSI PIER PAOLO 49 NUOVA COSTRUZIONE COMPLESSO RESIDENZIALE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) CLUSONE ING. CARAVITA PIERALDO ING. LAZZARONI GIOVANNI ING. ROTA FERRUCCIO 50 EDIFICIO RESIDENZIALE UNIFAMILIARE (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) ALMENNO S.B. ING. CARDANI CLAUDIO ING. LOCATELLI ARMANDO ALZIRO ING. RUBINI GUIDO 51 NUOVI EDIFICI RESIDENZIALI BL. A-B (ZONA SISMICA CATEGORIA N. 4) BONATE SOTTO ING. CARMINATI ALDO ING. LOCATELLI DUILIO ING. RUGGERI FRANCESCO 17 INGEGNERI INGEGNERI BERGAMO BERGAMO Attività di Consiglio Seduta del 18 maggio 2010 - Comitato Provinciale di Protezione Civile. In relazione alla comunicazione della Provincia di Bergamo di composizione del Comitato Provinciale di Protezione Civile e di richiesta di nomina dell’eventuale delegato in seno alla Commissione stessa in sostituzione del Presidente designato quale membro, l’Ing. Marco Antonio Locatelli è stato designato a tale ruolo (Coordinatore del gruppo di ingegneri per il supporto alla Protezione Civile nei casi di emergenza e volontario dell’Ordine di Bergamo in diverse situazioni di calamità tra cui il terremoto in Abruzzo). - Seminari di Aggiornamento sul Testo Unico della Sicurezza D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 – Bergamo 24/05/2010 – 03/06/2010 – 14/06/2010. I Seminari in oggetto costituiscono la prosecuzione dei Convegni itineranti in merito al D. Lgs. 81/08 proposti dalla CROIL svoltisi a Bergamo il 4 giugno 2009 e il 25 settembre 2009 con una nutrita partecipazione. I Seminari del 2010 attribuiscono ai partecipanti dei crediti formativi ai fini dell’aggiornamento professionale e hanno un costo di partecipazione pari a €. 50,00 per ogni giornata. - Riunione del CNID del 27 marzo 2010. Il CNI sta riprendendo l’attività incentrata sulla figura e sul ruolo dell’Ingegnere dipendente, attività che si era interrotta circa 4/5 anni fa ma che in passato aveva dato buoni frutti. All’incontro tenutosi a Roma il 27 marzo 2010 sono state illustrate e ipotizzate alcune attività e iniziative che ora vanno consolidate ed è stata valutata l’opportunità della creazione di un network, simile a quello della Commissione Informatica dell’Ordine, volto a condividere esperienze con gli altri Ordini Provinciali. - Commissione Settore Industria. L’attività in corso da parte della predetta Commissione, come emersa nella riunione del 29 marzo 2010, è la seguente: a) partecipazione al Gruppo di Lavoro Convegno Energia; b) proposta di organizzazione di un Convegno, in collaborazione con l’Università di Bergamo, per dare risalto al ruolo e alle potenzialità degli ingegneri gestionali; c) prosecuzione della discussione sulla materia fiscale con riferimento agli Ingegneri che svolgono attività saltuaria di libera professione o che hanno un inquadramento contrattuale atipico; d) prosecuzione del percorso intrapreso con alcune scuole secondarie di Bergamo nell’ambito del progetto “alternanza scuola/lavoro” volto a favorire l’inserimento degli studenti in ambiti lavorativi attraverso lo svolgimento di stages. - Convegno Nazionale “Risparmio Energetico negli edifici nuovi ed esistenti – Certificazione energetica: obblighi ed opportunità” – Vercelli 27/28 maggio 2010. L’Ing. B. Ratti Carrara è stata delegata a partecipare al predetto Convegno in relazione al ruolo di questa ultima di Coordinatrice del Gruppo di Lavoro per il Convegno Energia che si terrà a Bergamo nel prossimo mese di novembre. - Concorso di Idee bandito dal Comune di Fara Gera D’Adda per la progettazione del nuovo polo per l’infanzia La Commissione congiunta Ingegneri/Architetti ha esaminato il bando in oggetto sottoponendo all’Amministrazione banditrice alcune indicazioni e osservazioni che sono state recepite dall’Amministrazione stessa, la quale ha poi provveduto alla pubblicazione del Bando e ha chiesto ad entrambi gli Ordini professionali la segnalazione di due nominativi (uno effettivo e l’altro supplente) per la composizione della Commissione Giudicatrice del concorso. Vengono designati a tale ruolo, previa verifica di disponibilità secondo il seguente ordine, gli Ingegneri: G. Dongh e, G. Rubini scelti dall’Elenco Consulenti Tecnici con entrambe le Categorie: Urbanistica e Edilizia/Sottocategoria Edilizia Scolastica. - International PhD Summer School - Bergamo 5 al 17 luglio 2010 (richiesta di contributo). Gli aspetti principali della III edizione del Seminario sono i seguenti: a) dedicata al recupero degli spazi pubblici; b) prevista la partecipazione di numerosi ospiti importanti, anche stranieri; c) apertura alla partecipazione dei dottorandi e dei giovani allievi delle scuole di architettura italiane. Viene confermato il contributo corrisposto dall’Ordine negli anni scorsi consistente in: - assegnazione al Diap, in qualità di ente organizzatore, di un contributo diretto all’iniziativa pari a €. 1.600,00; - assegnazione agli Ingegneri che parteciperanno alla International Summer School del 2010, con precedenza agli Ingegneri residenti in Provincia di Bergamo, di un contributo pari a €. 400,00 ca. a titolo di contributo dell’Ordine alle spese varie di partecipazione all’iniziativa, fino a un massimo di n. 4 quote. - Composizione delle Commissioni Urbanistica, Edilizia e del Paesaggio del Comune di Bergamo. Il Sindaco del Comune di Bergamo risponde all’Ordine con una nota volta a fornire chiarimenti in merito alla nomina dei componenti delle Commissioni Comunali Edilizia, Urbanistica e del Paesaggio tra i quali non risulta alcun Ingegnere iscritto all’Ordine. Nel prendere atto della suddetta comunicazione, si risponderà al Sindaco significando nuovamente la disponibilità dell’Ordine, attraverso i propri iscritti, a far 18 parte delle Commissioni e dei Consigli di Amministrazione di prossima nomina e chiedendo di essere informati della tempistica per le nomine stesse. - Articolo pubblicato sulla rivista “Ingegneri” dal titolo “I terremoti non uccidono, gli ingegneri si”. Anche in considerazione della tiratura nazionale della suddetta testata, il suddetto articolo è stato trasmesso al Consigliere Nazionale Ing. Bosi al fine di sottoporlo al CNI per una eventuale replica a livello nazionale. - Commissione Ecologia e Ambiente. In relazione alla nomina dell’Ing. Marta Ratti Carrara quale Presidente della predetta Commissione, il Consigliere referente della Commissione stessa Ing. Barbara Ratti Carrara, considerando il suo rapporto di parentela con il Presidente (sorella), per correttezza ritiene opportuno rimettere tale incarico ad altro Consigliere. L’Ing. Sebastiano Moioli viene quindi nominato nuovo Referente della Commissione Ecologia e Ambiente. Seduta del 19 aprile 2010 - Assemblea dei Presidenti del 9-10 aprile 2010. Gli argomenti più importanti trattati in Assemblea si possono così riassumere: - la giornata del 9 aprile è stata interamente dedicata all’esame del Regolamento del Codice degli Appalti con stesura di un testo emendato che è stato consegnato al CNI quale proposta della categoria degli Ingegneri ed invito alla sua diffusione; - nella giornata del 10 aprile sono state trattate diverse tematiche tra cui: a) Inarcassa e relativa riforma: richiesta al Presidente di Inarcassa Arch. Paola Muratorio di un incontro per discorrere di tale riforma da tenersi al termine delle operazioni elettorali per la nomina dei nuovi delegati Inarcassa; b) competenze professionali degli Ingegneri Iunior: istituzione di un gruppo di lavoro misto Ingegneri quinquennali e triennali per lo studio delle rispettive competenze professionali; c) competenze professionali dei geometri: istituzione di un tavolo di confronto congiunto delle varie professioni tecniche; d) legge elettorale degli Ordini Professionali: è stata formulata una proposta al limite del doppio mandato dei Consiglieri ; e) riforma dei percorsi universitari: il tentativo è quello di presentare una riforma degli studi universitari con il ritorno alla laurea a ciclo unico; f) incontro con il Ministro Alfano per la riforma delle professioni: è stata presentata al Ministro Alfano, tra le altre, la proposta di un ritorno alle tariffe minime modificando così il dettato della Legge Bersani; g) Congresso di Torino del 2010: sono state illustrate le prime anticipazioni relative al Congresso per il quale perverrà agli Ordini la relativa brochure. - Incontro del 13/04/10 con il Presidente di A.A.B. (Associazione Artigiani Bergamo). L’Ing. Guzzoni, insieme all’Ing. Testolin, ha incontrato il Presidente dell’Associazione Artigiani di Bergamo per discorrere in merito alla proposta di coinvolgimento dell’Ordine alla “Settimana dell’Energia” che si svolgerà dal 8 al 14 novembre 2010. Dopo il successo dello scorso anno, tale evento verrà riproposto anche nel 2010 cercando di coinvolgere le diverse professioni coinvolte dall’argomento. Un benestare di massima alla collaborazione dell’Ordine a tale evento è già stato espresso e ora si tratta di coinvolgere le Commissioni connesse all’argomento (presumibilmente: Energia e Impianti, Settore Industria ed Ecologia e Ambiente) per creare un Gruppo di Lavoro, coordinato dall’Ing. B. Ratti Carrara, che si occupi della presentazione di proposte culturali e di relazioni tematiche. L’Ing. B. Ratti Carrara, nell’accettare l’incarico, precisa di ritenere opportuna la collaborazione di tutti gli Ingegneri componenti le Commissioni dell’Ordine che dimostrino interesse all’argomento e volontà di partecipazione e collaborazione. - Gara per affidamento incarico di progettazione, direzione lavori, ecc.. della nuova Caserma dei carabinieri di Cisano Bergamasco. In relazione ad alcune doglianze circa una cattiva gestione della gara e contestazione della scelta finale effettuata dall’Amministrazione Comunale, il Comune di Cisano Bergamasco ha fornito le sue spiegazioni circa le scelte effettuate dalla Commissione Giudicatrice della gara stessa. Considerando che la gara è ormai conclusa, l’Ordine ritiene di intervenire scrivendo al Comune di Cisano Bergamasco per informarlo dell’opportunità, in occasione di emissione di nuovi bandi di gara, di interpellare l’Ordine che è sempre disponibile a collaborare nella stesura di Bandi di Gara. - Riunione della Consulta della Lombardia del 30 marzo 2010. Gli argomenti più importati trattati in tale riunione sono i seguenti: a) Convegno organizzato dall’Ordine di Varese sulla protezione del suolo. In relazione alla proposta della CROIL, rivolta a tutti gli Ordini della Lombardia, di organizzare analogo Convegno a livello provinciale, i rappresentanti degli Ordini hanno espresso parere favorevole alla proposta stessa previa verifica dell’esito del Convegno che si terrà a Varese anche al fine di studiare eventuali modifiche alle tematiche da trattare per adeguarle alle singole realtà locali. b) Sentenza della Corte di Cassazione sulle competenze dei geometri. A metà marzo INGEGNERIINGEGNERI BERGAMO BERGAMO vi è stato un incontro tra il Presidente della CROIL e i Presidenti delle Consulte della Lombardia dei Periti e dei Geometri per discorrere in merito alle lettere inviate da entrambe le parti alle Amministrazioni Comunali volte a ribadire le rispettive posizioni sull’argomento. La Consulta, pur prendendo atto che alcuni Ordini Provinciali, tra i quali l’Ordine di Bergamo, considerano importante che l’argomento venga affrontato a livello nazionale al fine di addivenire a delle linee comuni su tutto il territorio nazionale, ha deciso di nominare una Commissione ad hoc, già riunitasi il 12 aprile u.s., per discorrere sull’argomento delle competenze professionali dei geometri. Il rappresentante dell’Ordine di Bergamo in seno a tale Commissione è l’Ing. Noris, mentre l’Ing. Iunior Bizioli è stato scelto quale rappresentante degli Ingegneri triennali di tutta la Lombardia. - Commissione congiunta Ordini Ingegneri e Architetti di Bergamo in materia di Avvisi di Conferimento di incarichi professionali e di Bandi di Concorso. I rappresentanti dei rispettivi Ordini in seno a tale Commissione hanno definito le seguenti attività e proposte: a) formulazione di pareri su Avvisi di Gara e Bandi di Concorso emessi dalle Amministrazioni Pubbliche; b) informativa inviata alle PP.AA. della Provincia di Bergamo circa l’istituzione della Commissione congiunta Ordini Ingegneri e Architetti con ampia disponibilità della stessa ad assistere le Amministrazioni Comunali in occasione della stesura degli Avvisi di Gara e dei Bandi di Concorso; - organizzazione di un Congegno della durata di 2 giorni, indicativamente nel periodo maggio/giugno 2010, relativo ai Bandi di Concorso rivolto sia ai Tecnici Comunali che ai Liberi Professionisti. Tale Convegno dovrebbe essere così strutturato: • una prima giornata dedicata alla predisposizione del testo del Bando di Concorso con interventi di un Avvocato esperto del settore e dei rappresentanti del CNI e del CNA per illustrare le rispettive posizioni sull’argomento; • una seconda giornata dedicata al tema del Concorso di Progettazione dal punto di vista di chi vi partecipa, quindi del libero professionista, probabilmente anche con illustrazione di progetti di coloro che hanno già partecipato ad alcuni concorsi. Tale Convegno rappresenterebbe quindi un segno tangibile del percorso che la Commissione congiunta sta seguendo per fornire un valido supporto sia alle Pubbliche Amministrazioni che ai professionisti. - Illustrazione del Conto Consuntivo 2009 e del Bilancio Preventivo 2010 per la conseguente presentazione all’Assemblea Ordinaria. A seguito di illustrazione dei bilanci consuntivo 2009 e preventivo 2010 da parte del Tesoriere e dei successivi interventi dei Consiglieri, tali bilanci vengono considerati meritevoli di sottoposizione all’Assemblea pur con alcune piccole modifiche. Seduta del 23 giugno 2010 - Assemblea dei Presidenti del 5 giugno 2010. Gli argomenti più importanti trattati in tale sede sono stati i seguenti: a) Direttiva 2005/36/CE e la funzione degli ingegneri dipendenti per la tutela dell’interesse pubblico. E’ stato dato mandato al Comitato di Presidenza dell’Assemblea di costituire un gruppo di lavoro per il monitoraggio della situazione esistente e la individuazione di ogni utile iniziativa per modificare le condizioni critiche evidenziate; b) Disegno di legge depositato dal relatore On. Maria Grazia Siliquini in merito alla Riforma delle Professioni intellettuali. Tale disegno di legge è stato notevolmente criticato sia dall’Assemblea dei Presidenti che dal CNI e per questo l’Assemblea ha deliberato di dare mandato al CNI di mettere in atto ogni azione volta a contrastare tale disegno di legge e di predisporre una lettera di dissenso da inoltrare all’On. Siliquini, ai Ministeri competenti e alle Commissioni Parlamentari preposte. Il Presidente del CNI ha comunicato che il CNI continuerà a partecipare agli incontri con il Ministro della Giustizia On. Alfano per discorrere sull’argomento e definire un testo concordato di riforma degli Ordinamenti Professionali. - Convegno Nazionale “Risparmio Energetico negli edifici nuovi ed esistenti – Certificazione energetica: obblighi ed opportunità”. Vercelli 27/28 maggio 2010. In occasione di tale Convegno è stato avviato l’Osservatorio Nazionale sulla certificazione energetica. Il Convegno ha evidenziato diverse problematiche derivanti dal differente approccio alla tematica nelle diverse Regioni d’Italia e, in particolare, è stato proposto: a) il superamento delle forti disomogeneità esistenti fra le diverse Regioni, sia per requisiti prestazionali in tema energetico, sia per le modalità operative; b) l’individuazione di competenze professionali omogenee fra le diverse Regioni, essendo variegato il novero delle figure professionali coinvolte nelle problematiche di certificazione energetica; c) la definizione a livello nazionale di percorsi di formazione paragonabili per durata, costi, modalità di superamento, ecc..; d) la necessità di avviare una campagna nazionale di sensibilizzazione alle famiglie, che sono gli utenti finali, per una corretta gestione energetica del proprio patrimonio edilizio; e) la necessità di porre fine alla mercificazione deregolamentata degli ACE, che arrivano ad avere un costo unitario anche pari a 50,00 €, con forti dubbi sulla qualità dei relativi contenuti. L’Osservatorio Nazionale ha messo in risalto anche le profonde discrepanze rilevabili dal recepimento della norma nazionale in quegli ambiti regionali che già hanno legiferato in materia (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Toscana e Puglia). Recentemente è stata emessa dal TAR della Puglia una sentenza che, accettando la posizione di alcuni Ordini delle Province della Puglia, ha rigettato la decisione della Regione Puglia di imporre ai Certificatori Energetici la frequenza di corsi con validità di soli 5 anni. - Riunione della Consulta della Lombardia tenutasi a Como il 20 maggio 2010. Nel corso della riunione si è discusso, in particolare, dei seguenti argomenti: a) competenze professionali dei geometri. Il gruppo di lavoro della Consulta per lo studio della materia ha sospeso ogni trattativa con la Consulta Regionale dei Geometri in relazione alle proposte inaccettabili da questa ultima formulate; b) affidamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni di incarichi professionali sotto i 100.000 euro. L’Ordine di Como ha redatto, concordemente alle Pubbliche Amministrazioni della relativa Provincia, un documento guida per l’affidamento di incarichi professionali inferiori ai 100.000 nel quale sono definiti sia aspetti tariffari che normativi. - Elezioni suppletive del CNI per la sostituzione del Consigliere Ing. Alcide Gava deceduto. Il Ministero della Giustizia ha comunicato la data del 23 giugno 2010 quale giorno di svolgimento da parte di tutti i Consigli degli Ordini degli Ingegneri d’Italia delle elezioni suppletive. Tra i candidati al ruolo di Consigliere Nazionale (Ingg. R. Buscaglia, R. Corvigno, C. Dolcini, C. Rocca e A. Speroni), anche a causa della mancanza di tempo per ulteriori riflessioni e discussioni, l’indicazione pervenuta da parte di un gran numero di Consulte Regionali e di Ordini Provinciali è quella del nominativo dell’Ing. Alberto Speroni dell’Ordine di Varese quale primo dei non eletti alle ultime elezioni per il rinnovo del CNI. Preso atto di quanto sopra, il Consiglio procede alla votazione del nuovo Consigliere Nazionale in sostituzione dell’Ing. Alcide Gava esprimendo la propria preferenza per l’Ing. Alberto Speroni dell’Ordine di Varese. - Gruppo di lavoro “Settimana dell’energia 2010”. Il predetto Gruppo di Lavoro ha preso avvio durante il mese di maggio ed è costituito da una quarantina di ingegneri, specialisti nelle diverse aree tematiche. E’ stato aperto un forum nel nuovo spazio web dell’Ordine a disposizione del numeroso gruppo, quale strumento di lavoro che permette una più celere comunicazione fra i diversi membri. Nell’incontro tenutosi fra alcuni rappresentanti del gruppo di lavoro e il Dott. Sottocornola, Responsabile Innovazione Qualità e Infrastrutture dell’Associazione Artigiani Bergamo, sono stati sviscerati metodi e tempistiche relativi all’organizzazione dell’evento ed è stata manifestata da parte del predetto Dott. Sottocornola la propria favorevole apertura ad un maggiore coinvolgimento dell’Ordine, che passerebbe da semplice patrocinatore a organizzatore in collaborazione con l’A.a.b. Il Consiglio approva pertanto tale maggior coinvolgimento dell’Ordine purché senza aggravio di costi per l’Ordine stesso. - Congresso Nazionale 2010. Torino 8-10 settembre 2010. Oltre ai Consiglieri verrà data la possibilità di partecipare al Congresso: 1) al Presidente della Commissione Giovani; 2) a n. 3 componenti delle Commissioni dell’Ordine (in caso di un numero maggiore di adesioni la scelta verrà effettuata ad estrazione) con costi istituzionali (€. 400 quale quota di iscrizione al Congresso come osservatori) a carico dell’Ordine e costi di alloggio e viaggio, oltre al vitto che esula dal programma congressuale, a carico dei singoli aderenti all’iniziativa. - Proposta di tariffa per gli impianti fotovoltaici. Preso atto del parere delle Commissioni Tariffa e Impianti, si delibera l’applicazione all’intero impianto fotovoltaico (compreso il power center) della classe IIIa, mentre tutto il resto della costruzione rimane in classe IIIc. Sono escluse le pratiche amministrative e le verifiche strutturali. 19 INGEGNERI INGEGNERI BERGAMO BERGAMO 20