2° parte - Romalive.org

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in questo numero
RomaLive Pubblicazione mensile
ANNO III n° 9 - dicembre 2007
registrazione tribunale di Roma
110/2005 del 24/03/2005
Editore:
Sergio Di Mambro
Direttore Responsabile:
Sergio Di Mambro
Consulenti di redazione:
Domenico Dell’Omo
Redazione:
Viale degli Eroi di Rodi n. 214
Tel. 06/5083731
Grafica:
Fabio Zaccaria
Eva Tarantino
Stampa:
Ripoli snc
Hanno collaborato:
Valeria De Rentiis, Fabrizio Piciarelli,
Fabio Zaccaria, Marta Cecchini,
Francesca Colaiocco, Barbara Frascà.
4 editoriale - di Sergio Di Mambro
5 Lazio. Terra preziosa
8 Cinema: American Gangster
11 Municipio XII e XIII: una città nella città - 2° parte
14 Ricerca sul cancro: Romalive e IFO informano
16 Consiglio Regionale informa. No droga, sì party
17 Acqua, farina, e...
18 Il Natale nelle parrocchie del Municipio XIII
19 Giochiamo insieme la partita della vita
20 Giovani, soli tra i banchi di scuola - 2° parte
24 Musica: The Stone Roses
26 A tu per tu con l’On. Ninci
27 Mobbing: e se capitasse proprio a te?
32 Sulle orme di Don Benzi contro la prostituzione
35 Consiglio Regionale informa.
8
19
Biodiversità e sicurezza
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inviare una mail all’indirizzo
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La direzione si riserva di valutare i testi
pervenuti. Il materiale non verrà restituito.
Finito di stampare nel mese di
dicembre 2007
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Planet Cinema
Teatro - Riletture
Arte a Roma
Malasanità: una vita rovinata
Bau & Miao: La rubrica degli animali
Bacheca annunci
On. Francesco De Angelis
Oroscopo
Consiglio Regionale Informa. Sanità
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editoriale: sperare in un anno migliore per tutti
[ di • Sergio Di Mambro ]
Un anno volge al termine, la vita scorre velocemente e
non si percepiscono i continui mutamenti di una società
in fermento. Nel numero prossimo cercheremo di affrontare tali mutamenti e condividerli con voi. Vorrei augurare a tutti un meraviglioso Natale e un fantastico fine
anno, Romalive cerca di “essere uno di voi” facendovi
compagnia a casa, al bar, oppure in macchina o ancora nel silenzio di una notte
avvolta nella sua magia. Anche que sto numero vi propone spunti e riflessioni: prostituzione, i ricercatori dell’IFO,
le trasmissioni di Romalive con i vari protagonisti, le problematiche del Municipio XIII e le riflessioni dell’Assessore
provinciale al Turismo Patrizia Ninci. E
ancora: cinema, teatro,musica, arte e libri. Concludendo, grazie e tanti, tantissimi, infiniti auguri a tutti voi: sponsor,
lettrici e lettori.
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Lazio
terra preziosa.
OLIO, VINO & GIOIELLI
si mettono in mostra.
[ a cura di • Marta Cecchini ]
La mostra sulle preziosità della nostra regione, che si è svolta a Roma dall’8 al 10 Dic e mb re , n e l l e m u r a s e c o l a r i d i C a s t e l
Sant’Angelo, ha esposto i migliori vini ed olii
laziali accanto ai gioielli dell’artigianato dei
maestri orafi d’eccezione. Una sinergia «che
appartiene alla nostra cultura, antica come
una pietra preziosa e unica come un prodotto di qualità», come sostiene l’Assessore
all’Agricoltura Daniela Valentini. Tre giornate
dedicate «al mondo agricolo, ai sindaci e
agli assessori dei comuni, al mondo delle
ambasciate, degli imprenditori e delle
aziende, un mondo che ha bisogno di
conoscere meglio le nostre qualità in un
castello che mette in sinergia arte cultura ed eccellenze, una ricetta speriamo
vincente». Esposti nel pomeriggio i ca polavori dell’arte culinaria cre ati dai
grandi chef Gianfranco Vissani e Severino Gaiezza, accanto a capolavori dell’argenteria e gioielli straordinari di artigiani della nostra regione in teche preziose nel castello
che racchiude da anni il potere di
Roma. Presenti alla manifestazione
anche diversi sommelier per seguire il pubblico e il consumatore nella
scelta dell’acquisto e della degustazione di questi prodotti pregiati.
«Noi crediamo che il vino e l’olio prosegue l’On Valentini - siano da
annoverare fra i maggiori ambasciatori della nostra agricoltura, in
grado di vantare un primato straordinario: 27 Doc e 4 lgt per il vino e
3 Dop per l’olio di Canino, della
Tuscia e della Sabina», un’occasione per rilanciare la produzione di
questi prodotti di ottima qualità,
una visibilità in sintonia con il pro-
getto più ampio di valorizzazione delle risorse promosso dall’Assessorato all’Agricoltura.
Sono 39 i gioiellieri, 25 i produttori di vino
e 5 i produttori di olio presenti alla manifestazione, dove è stato presentato
anche il libro «La Campagna Romana», scritto dall’Università Tor Vergata Di Roma, che da il via ad una
serie di iniziative che partiranno da
gennaio per una «commercializzazione a
360° che copre tutto l’anno, con accordi
con la grande distribuzione, politiche di
filiera corta e l’uscita a breve di una
guida sui locali che offrono prodotti
regionali (...) per far conoscere ai consumatori i prodotti buoni della nostra
terra». Un’iniziativa che, se condo il
Commissario straordinario dell’Arsial,
Massimo Pallottini, «rientra nello spirito
della politica della regione per moltiplicare le occasioni di conoscenza
sulla qualità dei nostri prodotti sia
verso gli operatori specializzati
che verso i consumatori, i primi
responsabili dell’incremento della
domanda, per incentivare la produzione». I settori dell’olio e del
vino, nonostante i riconoscimenti
ottenuti a livello nazionale, devono ancora crescere come dimensione e strutturazione e l’obiettivo
della mostra è proprio quello di
«sostenere l’immagine e il valore
dei migliori vini ed olii del Lazio
presso tutti gli operatori di settore
ed i consumatori», un’occasione
rivolta ad albergatori, ristoratori
ed operatori di filiera «affinché,
loro stessi, possano divenire ambasciatori dei prodotti laziali di
qualità sul mercato».
▼ L’Assessore all’Agricoltura, On. Daniela Valentini
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American
Gangster
[ di • Barbara Frascà ]
Un film di Ridley Scott. Con Denzel Washington, Russel Crowe, Chiwetel Ejiofor, Cuba Gooding Jr., Josh Brolin, Ted Levine, Armand
Assante, John Ortiz, John Hawkes, Ruby Dee.
Genere Drammatico, colore 157 minuti. Produzione USA 2007. - Distribuzione
Universal Pictures.
A
ll’inizio degli anni Settanta, la corruzione
della polizia era ai massimi livelli nella città
di New York. La mafia teneva sotto scacco
le forze dell’ordine, agendo relativamente impunita nel mercato non competitivo della droga.
Finchè un imprenditore di colore di nome Frank
Lucas (Denzel Washington), alla morte di Bumpy
Johnson, uno dei boss del crimine neri del dopo
guerra, prese in mano le redini. Da qui inizia la
costruzione del suo impero personale che lo porterà a governare il traffico di droga mettendo in
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circolazione un prodotto più puro ad un prezzo
migliore. Riuscirà a sgominare tutte le organizzazioni rivali. La sua trovata più celebre: occultare la
droga nelle bare dei caduti del Vietnam. Tuttavia
Lucas tiene a precisare di non aver mai nascosto
droga negli orifizi dei cadaveri dei militari americani di ritorno dalla guerra. Quella è solo un’invenzione della propaganda poliziesca. La verità –
sempre secondo Lucas – è che lui nascondeva la
droga in tasche segrete e doppi fondi delle bare,
senza mai mettere le mani addosso ai morti. Suo
antagonista è l’inflessibile poliziotto Richie Roberts
(Russel Crowe), il quale pur di catturarlo non cederà di fronte ad alcuna tentazione. Fu proprio la sua
attività investigativa a portarlo in galera, dove Lucas
sconta attualmente una condanna a settant’anni
di reclusione. Richie Roberts riuscì a fornire alla
polizia anche i nomi dei poliziotti corrotti e coinvolti nel traffico di droga. Lucas e Roberts condividono un codice etico rigoroso, pur se ai lati
opposti della legge. Frank e Richie sono due facce
della stessa medaglia. Frank aveva tutti gli attributi
per essere un uomo capace di suscitare profonda
ammirazione, aveva un formidabile senso della
famiglia e degli affari, era un genio della finanza,
ma commerciava eroina. Roberts era il suo opposto. Onesto come pochi sul lavoro ma con una vita
privata disastrosa. I destini di questi due uomini si
incontreranno per segnare la fine di un’era di
complicità nell’ignorare le leggi. Ricco il cast di
attori, che ha come protagonisti le star Denzel
Washington ("Training Day", "Deja Vu") e Russel
Crowe ("Il Gladiatore", "Un'Ottima annata")
come rispettivi antagonisti: uno nei panni di Lucas
e l'altro in quello di Roberts, il poliziotto che lo
arrestò e che poi lo fece collaborare. Russell
Crowe è alla sua terza volta con Scott, dopo "Il
Gladiatore" ed "Un'ottima annata". Accanto a
loro, il cast è composto dal premio Oscar Cuba
Gooding Jr. ("Jerry Maguire", "Men of Ho-
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nor"), Josh Brolin ("L'Uomo senza Ombra","The Nightwatch"), Armand Assante
("Dredd", "Streaptease"), Carla Cugino ("Sin
City", "Una Notte al Museo"), John Ortiz,
John Hawkes, Ted Levine, Yul Vazquez e
Chiwetel Ejiofor. Denzel Washington e Russel
Crowe sono impeccabili nell’interpretare i loro
ruoli. Rifiniscono i loro personaggi dandogli
quelle coloriture che solo dei professionisti riescono a dare. Il regista Ridley Scott affronta
questa pellicola, nella sale dal 18 gennaio, con
grande maestria, curandone ogni particolare.
La colonna sonora del film è selezionata in
modo oculato; è fatta di funk, R B, blues
classico, soul e hip hop. Si ascolta anche il
brano “Across 110th Street” di Bobby Womack, associato irrimediabilmente al film “Jackie Brown” di Quentin Tarantino. La storia della
produzione del film e' travagliata. American
Gangster, infatti, sarebbe dovuto partire quattro anni fa con Antoine Fuqua come regista e
con gli attori Denzel Washington e Benicio Del
Toro nei ruoli di Lucas e Roberts. La Universal
a causa di una serie di contrattempi dovette
rinunciare al progetto, licenziare Fuqua e pagare gli attori che avevano gia' firmato il contratto. Denzel ricevette 20 milioni di dollari,
cifra poi pagata nuovamente quando il progetto riparti' sotto la direzione di Scott. Tecnicamente dunque quello ottenuto da Washington per American Gangster, 40 milioni di
dollari, e' l'ingaggio piu' alto della storia del
cinema. Ridley Scott non si e' sentito intimidito dal primo fallimento. ''Anzi, mi ha divertito
avere una mia visione, diversa da quella precedente, di cosa era necessario fare per ren-
dere American Gangster un film interessante''. American Gangster è l’ulteriore conferma
della tanto celebre versatilità di Scott, che in
passato ha generato alcuni pilastri del patrimonio cinematografico americano”, come
Alien, cult del cinema di fantascienza, e Blade
Runner, capostipite del filone cyberpunk o del
drammatico Thelma & Louise e dello storico
Le crociate. Anche in questo film è presente lo
scontro diretto di due eserciti antitetici: i
gangster e i poliziotti corrotti dell’Unità
Speciale della Narcotici e dall’altro lato gli
agenti “senza macchia” di Roberts, puri come
l’eroina che spaccia Lucas. Un gangster dalla
ricostruzione storica meticolosa, dove si evidenzia il quadro realistico della società americana: un società sporca e devastata dalla
piaga della droga e della corruzione in nome
del vile denaro, nata dalla violenza della frontiera, dallo sterminio degli indiani e dal lavoro
schiavistico. La fotografia della New York degli
anni ’70, che coglie anche la più piccola sfumatura e ogni attimo prezioso per creare il
massimo realismo e dinamismo, con tanto di
macchina in spalla, senza artificiosi colpi di
scena. Raffinata la scelta della colonna sonora
che passa dall’R&b all’Hip Hop, dal Soul al
Blues, come sfondo alle perfette scene di
massa create sul set, alle scenografie e alla
sceneggiatura impeccabile, per 158 minuti di
pellicola. Un gangster movie dal ritmo incalzante che cattura lo sguardo dal primo all’ultimo fotogramma.
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Municipio XII e XIII:
Una città nella città
2° parte
Viabilità e mobilità, non solo su via del Mare e su via C. Colombo
[ a cura di • Valeria De Rentiis ]
Romalive prosegue con la seconda puntata sui problemi relativi alla mobilità e
alla viabilità del Municipio XIII con un
botta e risposta continuo tra i comitati di
quartiere e il mondo delle Istituzioni,
rappresentato dall’On. Davide Bordoni,
consigliere del Comune di Roma (FI) e da
Augusto Culasso, presidente del Consiglio del municipio XII. Ricordiamo che
in studio e intervenuta anche Alessandra Raponi, titolare dell’Osteria del
Malpasso nel Municipio XII.
Augusto Culasso, visto che fate parte
della maggioranza, cosa state facendo
per decongestionare il Municipio dal
traffico? E’ un problema presente in realtà su tutta Roma, nel vostro territorio ci
sono progetti in corso?
A fronte di una grande trasformazione urbana dell’Eur che è una grande centralità romana, stiamo progettando parcheggi in relazione a questo. I rappresentanti dei comitati del
Municipio XIII hanno toccato tutti dei punti
fondamentali, ma una delle emergenze che
accomuna tutta Roma è la “mobilità”. Non
possiamo certo pensare che Roma sia una
città musealizzata e cristallizzata, al contrario, è una grande metropoli che si espande.
Il Piano Regolatore di Roma, che è lo strumento urbanistico e di pianificazione della
città, passa attraverso la disponibilità e i
poteri speciali del Sindaco. Cominciamo
dalle aree complementari e contigue tra il
Municipio XII e XIII, parliamo dei grandi assi
viari. Per quanto riguarda il XII faremo al più
presto degli interventi importanti.
Come l’interramento della Colombo? A
me risulta che non è vero. E’ stata una
boutade per fare campagna elettorale…
Sono stati stanziati dei fondi per Roma
Capitale per realizzare il sottopasso dell’incrocio degli Oceani. Parliamo quindi del sottopasso di via dell’Umanesimo e l’unificazione di viale Europa, interventi significativi. Sul
discorso “via Colombo” vorrei segnalare l’inaugurazione del sottopasso TorrinoMezzocammino che dovrebbe smaltire la
gran parte del traffico.
In collegamento telefonico, Agostino
Colapicchioni, presidente del Comitato
Torrino Nord:
Credo che il collegamento che potrà riguardare il Municipio XII e XIII, sia proprio via del
Mare a prescindere dalla Colombo e dalla via
Laurentina. Vorrei far presente al presidente
Culasso che inizia ad esserci già il traffico per
le strade di via della Grande Muraglia e il sottopasso aperti recentemente nella zona.
Purtroppo bisogna dire che i politici non
sempre sono a disposizione dei cittadini,
ma spesso fanno solo i propri interessi
anche se devono la loro posizione a
coloro che li hanno votati e che dovrebbero rispettare. Ma si dimenticano che
spesso si muore anche a causa del traffico e dello smog. Passiamo ora ad uno
dei luoghi ancora incontaminati tra il
Municipio XII e XIII, l’Osteria del Malpasso ed è con molto piacere che ho invitato alla trasmissione anche Alessandra
Raponi, titolare del ristorante insieme ai
genitori. Tempo fa abbiamo incontrato il
vecchio titolare, il signor Armando che è
anche lo zio di Alessandra e lui in quell’occasione ci raccontò la storia magica
di quest’osteria.
Non è vero, Alessandra?
Si, è vero. E’ un posto magico, incontaminato e immerso nel verde. La nostra speranza è
che non costruiscano mai nulla perché si
rovinerebbe l’atmosfera che si respira quando si viene a mangiare da noi. L’osteria si
trova all’incrocio di tre riserve protette e
chiunque viene può respirare un’aria diversa.
È come se non ci si trovasse in città.
E anche il cibo ha qualcosa di diverso…
Prepariamo piatti genuini, come le fettuccine
alla gricia, le pappardelle al cinghiale, il brasato di cervo e tante altre cose squisite.
Dopo aver fatto un tuffo nella storia, in
un angolo di paradiso, torniamo al presente per parlare di politica e cittadini.
On Bordoni, abbiamo fatto riferimento
ai centri commerciali sulla Colombo. Di
cosa si tratta?
Era un progetto che faceva parte del patto
territoriale che fu approvato dalla Regione
nel 1998. Prevedeva delle riqualificazioni
importanti per quanto riguarda il settore turistico delle attività
produttive.
Ospiti in studio
Purtroppo in questo progetto si
sono inseriti altri
progetti un pochino più pesanti
come ad esempio
per l’Infernetto.
Chi è che fa cambiamenti in corso
d’opera?
C’è stato un errore
sul bando del
patto territoriale
perché non avendo fissato paletti, si
poteva presentare
tutto e il contrario
di tutto. Il patto è
ancora in itinere e
sulla questione specifica gli uffici del
Comune hanno posto dei limitii e alcuni
investimenti per via Canale della Lingua, il
sottopasso e una serie di opere pubbliche.
Attualmente il Patto è in Consiglio Regionale
e tornerà successivamente in Consiglio
Comunale.
Non è un Articolo 11?
No, è un Patto Territoriale e basta.
Quello che accadrà nel Municipio XIII si
ripercuoterà sul Municipio XII. Pensiamo
al Business Park che farà tabula rasa su
tutta Roma. Mi domando come mai il
Business Park, che inizialmente doveva
essere un punto d’appoggio per il
Nuovo Centro Congressi è diventato
improvvisamente tutt’altro? Ora cosa
accadrà? Vi siete accorti che non ci sarà
più spazio per parcheggiare e per camminare?
Culasso: Sono stati stanziati dei consistenti
finanziamenti per riorganizzare tutti gli
incroci degli Oceani ed è in atto la realizzazione del sottopasso di via Carlo Levi che
congiungerà la zona del Laurentino al
Torrino fino a via di Decima e si sta lavorando anche ai cantieri per la realizzazione del
sistema del filobus che collegherà l’IFO con il
Castellaccio cosiddetto Business Park. È una
centralità che, dobbiamo dire, viene dal
mondo ambientalista per salvaguardare alcuni parchi della zona di Roma Nord, e proprio
loro appoggiarono l’amministrazione comunale ad adottare una compensazione.
Sta parlando di Tor Marancia?
No, la situazione di Tor Marancia ha creato
altre compensazioni in altre zone della città.
Veio e Pratone delle Valli ha portato alla realizzazione di 800 mila metri cubi che oggi
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norma nazionale, fermo restando il
fatto che non esistono risorse per
quella zona.
On. Davide Bordoni
sono una centralità. Dobbiamo pensare che
la città deve crescere e che, se questi interventi vengono realizzati al di fuori dell’area
urbana, creano centralità. Il Business Park
verrà realizzato a ridosso di uno dei quartieri
più degradati di Roma, il Laurentino.
In collegamento telefonico, Tonino
Falchi, Presidente Comitato Castello
della Cecchignola:
Si è mai pensato di fare un censimento sul
patrimonio comunale?
Cosa sta facendo il Municipio XIII per le
buche nella zona dell’Infernetto?
Bordoni: Il Municipio ha a disposizione 1
milione di euro non ancora spesi. Vedremo
come li utilizzerà.
Andrea Schiavone, Presidente Comitato
Infernetto: La ragioneria generale del
Comune di Roma ha impedito la spesa di
fondi su strade che non sono acquisite o non
sono in manutenzione dal Comune di Roma.
Questo tipo di strade non possono avere
manutenzione e spese del genere. Ad oggi
zone come l’Infernetto hanno problemi di
cassa con oneri concessori pesantissimi che
non vengono poi reinvestiti sull’area.
In collegamento telefonico, Giuseppe Di
Lorenzo, presidente comitato Ostia Lido:
Vorrei enfatizzare che le alternative qui sono
poche: raggiungere Roma da Ostia o da altre
località è un’ impresa. Chiedo un potenziamento delle strade esistenti o la creazione di
altre soluzioni. L’On. Bordoni ha fatto cenno
alla metrò leggera che credo sia una delle
soluzioni più efficaci e nuove. I politici non
hanno avuto il coraggio di finanziare questo
progetto, ma almeno sarebbe una soluzione.
On Bordoni: Vorrei continuare a parlare
dell’Infernetto che ha avuto un’attenzione
straordinaria da parte del Comune nel senso
delle cubature che ha ricevuto e non per gli
investimenti che il Comune ha realizzato in
quell’area. Pensate che si arriverà presto da
30.000 a 50.000 abitanti. La maggior parte
delle strade sono private e ciò che avevamo
proposto, quando ero Presidente del
Municipio, era l’acquisizione di almeno 80
strade, quelle più importanti. Ad oggi quella
delibera è ancora chiusa nel cassetto perché
sembra che si debba modificare prima una
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In collegamento telefonico,
Davide un abitante di Infernetto:
Abito all’infernetto. si parla di mobilità alternativa e integrata. Il
Municipio XIII ha la fortuna d’avere
una ferrovia che passa al suo interno, ma nessuno dice che quella ferrovia è regionale. Manca quindi un
interlocutore importante che è proprio la Regione che fa anche bilanci
partecipati in cui invita anche noi
abitanti del municipio per capire
come spendere i soldi. Possibile che
non si riesca mai a vedere un progetto integrato di gomma e ferro?
Per non parlare dell’accessibilità
delle stazioni della Roma-Lido che
spesso creano disagi.
La trasmissione conclude con le ultime
domande dei rappresentanti dei comitati di quartiere:
- E’ possibile portare in Consiglio Comunale
una proposta che metta in graduatoria tutte
le strade private e non solo quelle
dell’Infernetto?
- Vorrei chiedere a Davide Bordoni se nel
momento in cui si è deciso il patto territoriale per i centri commerciali o le tante altre
cose relative all’Infernetto, l’opposizione
dov’era? Vi vedo scendere in piazza a manifestare ma poi in Consiglio cosa avete fatto?
- Visto che la viabilità è cosi difficile mi verrebbe da chiedere per quale motivo dobbiamo recarci tutti a Roma?
- Vorrei potenziare le poche zone rimaste
incontaminate lungo il Tevere realizzando più
piste ciclabili.
Molti ragazzi che vanno a scuola con il
motorino finiscono all’ospedale per
colpa delle centinaia di buche scoperte
sulle strade, lasciando i genitori nel
dolore. Possibile che questo non riesca a
scuotere l’attenzione da parte dei politici? Dovrebbero essere presenti nel territorio per stare maggiormente a contatto
con i cittadini e conoscere i problemi di
tutti i giorni. Oggi si
respira un’aria di tensione perché la gente è stanca e arrabbiata con i politici che fanno solo demagogia.
rendersi conto di quello che succede.
Bordoni: non a caso abbiamo raccolto in
due giorni 8 milioni di firme. Ho conosciuto
ai banchetti persone che hanno firmato
anche se avevano votato per il centro sinistra.
Alessandra,
tornando
a
parlare
dell’Osteria del Malpasso, che cosa ne è
rimasto oggi?
La cucina è rimasta genuina perché abbiamo
voluto portare avanti l’arte culinaria dello zio
Armando.
Nicola Zahora: riguardo alla zona di Castel
Porziano, volevo aggiungere che è assediata
dalle case, purtroppo la mobilità e le opere in
costruzione stanno devastando tutta quell’area. Un esempio: il Centro Commerciale di
300.000 MQ sul Canale della Lingua abbasserà di almeno 4, 5 metri la falda acquifera
permettendo l’ingresso del cuneo salineo dal
mare.
In collegamento telefonico, Sergio di
Ostia.
Riguardo alle buche, è vero, ce ne sono centinaia. E’ capitato anche a me di cadere con
la bici sul lungo mare di Ostia. Il sindaco
Veltroni invece di buttare via miliardi in feste
bianche e feste del cinema perché non fa
sistemare le strade?
On. Bordoni: sulla questione della legge
167 all’Infernetto, in Campidoglio avevo
proposto di pianificare gli investimenti anche
nelle aree di Dragona, di Ostia e non solo
all’Infernetto, ma non è stato fatto perché
hanno detto che non esistevano aree libere.
Sulla questione demagogica dell’Infernetto,
invece, volevo aggiungere che abbiamo iniziato ad intervenire sul quartiere che secondo la nostra opinione aveva più urgenza.
Culasso: riguardo all’esigenza di tutelare la
sponda del Tevere, volevo far presente che
esiste un progetto per la realizzazione di una
pista ciclabile di collegamento tra Roma ed
Ostia. Si è realizzata in questi ultimi anni la
navigabilità del Tevere. Se pensiamo alla
nostra città, non possiamo parlare solo di
urbanistica, perchè la grande identità della
nostra città è proprio la valorizzazione del
suo sistema storico e ambientale.
On. Bordoni: certo stare a
contatto con il territorio è
più semplice per gli amministratori degli enti locali,
diverso è per i deputati
regionali o i parlamentari…
Ma non sono eletti con i
voti dei cittadini? Allora
dovrebbero
conoscere
ancora più di Lei i problemi del territorio, stare tra
la gente per vedere chi
soffre veramente e per
Presidente Augusto Culasso
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Ricerca sul Cancro:
Romalive e IFO informano
[ a cura della • Redazione ]
Romalive prosegue con il secondo appuntamento dedicato alla salute, per approfondire
tematiche relative al cancro e per parlare
degli sviluppi della ricerca assieme ai dirigenti e ai ricercatori dell’IFO. Uno spazio riservato interamente all’informazione scientifica,
dove ogni giovedì, fino al 20 Dicembre su
Televita dalle 20 e 15 in poi, si alterneranno
ricercatori che di volta in volta metteranno in
campo la propria professionalità in settori
diversi. In questo numero riportiamo la
seconda parte dell’intervista alla Prof.ssa
Paola Muti, direttore scientifico IRE e l’intervento della Dott.ssa Alessandra Scarabello,
dirigente di dermatologia di 1° livello
all’Istituto San Gallicano.
Prof.ssa Muti, quali sono le linee guida
dell’Istituto?
Oltre alla ricerca di base e alla ricerca clinica,
il nostro impegno è l’avvio di nuovi laboratori, un intervento economico importante per
attivare nuovi studi basati sulla ricerca che si
effettua vicino al letto del paziente. Le nuove
prospettive della ricerca infatti prevedono
che si identifichino le caratteristiche molecolari delle neoplasie, che sono oggetto di
indagine. Sulla base poi della diagnosi molecolare vengono create delle terapie specifiche per quel particolare paziente e per quel
tipo di tumore e attivate sempre nuove strategie di prevenzione, assieme anche ad altre
istituzioni del centro- sud , come l’Istituto
Nazionale Tumori e l’Istituto Europeo di
Oncologia.
Come verranno utilizzati i fondi di ricerca?
I fondi di ricerca sono di due tipi: “i fondi di
ricerca finalizzati” che si ottengono presentando alcuni progetti e i “fondi di ricerca corrente”, un contributo del Ministero della
Salute per supportare la ricerca a 360°.
Questi fondi servono per sostenere le spese e
i salari dei ricercatori, dei tecnici di laboratorio, della biblioteca e di tutti gli uffici legati
all’attività della direzione scientifica.
Abbiamo reso disponibili una parte di questi
fondi per i progetti più meritevoli ed evoluti
presentati dalle équipe interna di ricercatori
clinici. Questo premio, basato sul merito alla
ricerca, è la grande svolta dell’Istituto.
Quali sono i rapporti dell’Istituto con le
istituzioni?
L’IFO, come molti altri istituti di ricerca e di
cura, ha come riferimento la Regione e il
Ministero della Salute dai quali riceviamo
input e aggiornamenti. Il nostro Istituto è al
servizio del sistema sanitario nazionale e
regionale, perché i nostri esperimenti e i
nostri studi possono essere immediatamente
trasferibili nella realtà territoriale della nostra
Regione, con la quale abbiamo ottimi rapporti. Dall’Assessore Battaglia abbiamo
avuto un grande supporto: la Regione ci ha
finanziato per costruire i nuovi laboratori. Il
Ministero della Salute ha sovvenzionato le
attività di direzione scientifica.
Il secondo ospite della trasmissione è stata la
Dott.ssa Alessandra Scarabello, dirigente 1°
livello di dermatologia all’Istituto San
Gallicano, che ci ha parlato di oncologia
della cute, ovvero dei tumori della pelle, di
diagnosi e prevenzione.
Dottoressa, quali sono le patologie
oncologiche che possono derivare dalla
cute?
La struttura della cute è complessa : è caratterizzata da un primo strato, “l’epidermide”,
di uno sottostante, “il derma” e da un tessuto sottocutaneo nel quale ritroviamo gli
annessi cutanei. Le neoplasie si possono sviluppare a tutti i livelli. Le cellule che costituiscono la cute sono principalmente i cheratinociti e i melanociti, che sono responsabili
della sintesi della melanina, del colore della
pelle. I tumori che possono insorgere possono essere sia benigni che maligni. Si parlerà,
in caso di neoplasia maligna a carico dei cheratinociti, di “carcinomi”, mentre in caso di
neoplasia maligna a carico dei melanociti, di
“melanoma”, e in caso di neoplasia benigna
a carico dei melanociti, di “nevi”.
Prof.ssa Muti
14:romalive
Quali sono i fattori di rischio per contrarre un melanoma?
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Se parliamo di tumori della cute e del melanoma, i fattori di rischio sono molti: il melanoma può insorgere sui nevi, sulla patologia
benigna di queste cellule che possono trasformarsi in maligne. Il numero totale di nevi
sulla pelle è già un fattore di rischio. Infatti se
il numero dei nei è superiore a cinquanta, il
fattore di rischio è di volte superiore alla
norma. Altro fattore di rischio sono i nevi atipici, displastici, che hanno aspetti anomali.
Altro fattore è l’esposizione al sole non graduale. E’ fondamentale sapere che l’abbronzatura è la protezione naturale della cute ai
raggi ultravioletti, per cui le bruciature solari
di secondo grado, quelle con le bolle per
esempio, possono provocare il melanoma,
anche con una latenza di 20 o 30 anni.
Attenzione quindi a proteggere i bambini
perché le bruciature solari in età infantile
possono dare risultati drammatici in età
adulta. Un altro fattore di rischio è la presenza di familiarità per melanoma: nei melanomi familiari (10%), l’alterazione genetica
presente predispone il soggetto con melanoma a svilupparne altri e i familiari di questo
soggetto a sviluppare il primo melanoma.
Il neo che cambia forma o dimensione?
Non diventa sempre melanoma, ma si deve
comunque controllare dallo specialista.
Parliamo di statistiche, qual è l’incidenza
del melanoma in Italia?
Anche se l’incidenza è in aumento in tutto il
mondo e non solo in Italia (3-7%), la mortalità sta diminuendo. Se analizziamo poi i tipi
di melanoma, riscontriamo che sono sempre
più sottili. Questo significa che l’incidenza è
dovuta ad una maggiore sensibilizzazione
della popolazione al problema, e alla capacità a riconoscere subito il melanoma.
Le persone che hanno la carnagione
chiara sono più a rischio?
Si, rientra nei fattori di rischio, in quanto le
ustioni solari sono più frequenti nei fototipi
chiari.
Quali sono gli altri fattori di rischio?
Possono esserlo l’esporsi al sole a mezzogiorno?
Diagramma della struttura cutanea
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Parliamo in questo
caso di atteggiamenti
a rischio, non di fattori. Bisogna educare la
popolazione ad adottare comportamenti
preventivi, come evitare l’esposizione intermittente al sole, esporsi sempre in maniera graduale con fotoprotezione adeguata. Si può prevenire il
melanoma applicando
la crema solare con
schermo di protezione, limitando dunque i
danni ultravioletti sulla
cute del sole che può
Dott.ssa Scarabello
innescare l’alterazione
delle cellule cutanee,
trasformandole in neoplasie.
Parlando di comportamenti a rischio, la
crema va messa fino alla fine della nostra
vacanza oppure solo i primi giorni?
La protezione solare deve essere alta i primi
giorni d’esposizione e rinnovare l’applicazione dopo tre o quattro ore. Quando la cute
inizia a pigmentarsi in modo naturale, allora
è possibile calare il fattore di protezione,
stando sempre attenti a non esporci nelle ore
più calde.
Il melanoma è un mostro, per sconfiggerlo bisogna prenderlo in tempo?
Si, appena fa capolino.
Se invece non succede, quali sono le
terapie?
La vera terapia è la prevenzione, con comportamenti corretti e i controlli periodici
presso una struttura specializzata; due volte
l’anno va fatto l’auto-esame e una volta l’anno si deve ripetere la visita specialistica con
l’ausilio di strumentazioni particolari, come
la dermatoscopia o video dermatoscopia che
permette di controllare in maggiore profondità le singole lesioni neviche sospette. Si
possono immagazzinare le immagini e conservarle in un archivio per un controllo nel
tempo, approfondendo la diagnostica.
La mappatura dei nei esiste?
E’ proprio questo controllo con
l’ausilio della strumentazione dermoscopica. La cosa fondamentale
è la visita clinica che permette di
identificare all’esame le lesioni a
rischio. Di queste è utile approfondire l’esame con la dermatoscopia che si può anche definire
epiluminescenza.
Per ricordare gli aspetti clinici delle
lesioni a rischio, pensiamo alle
prime lettere dell’alfabeto: ABCDE.
A, sta per asimmetria, B sta per
bordi, che se sono frastagliati è un
rischio, C per colore, che se è disomogeneo o con più colori è sinonimo di malignità, D significa
dimensione, un neo che cambia deve essere
controllato. Una dimensione superiore ad un
centimetro e mezzo, due è un neo a rischio.
E come evoluzione progressiva.
Il sole fa male anche a causa del buco
dell’ozono?
Si.
Quando fa male il sole?
Soprattutto nelle ore centrali della giornata.
I deodoranti?
Non direttamente, ma possono favorire il
buco dell’ozono.
Le lacche?
Quelle spray fanno male.
I coloranti per i capelli?
Possono indurre reazioni allergiche.
Filler?
Non fanno male quelli riassorbibili, non
sarebbero da fare quelli non riassorbibili. Il
botulino non fa male e se usato da mani
esperte è ottimale.
Le lampade fanno male?
No, non fanno male, ma se si fanno due
volte a settimana, calcolate che nel giro di un
anno, 100 lampade invecchiano come 10
anni di vita e di sole.
Le protesi per ingrandire il seno?
No, quelle attuali no.
Un consiglio per chi ha dei bambini?
Per i bambini la protezione solare è fondamentale, evitate le esposizioni in ore centrali, mettete sempre la crema ad alta protezione.
Da che anni si possono esporre al sole?
Anche da subito, basta che siano adeguatamente protetti.
Parliamo di alimentazione.
L’alimentazione non incide sul rischio di neoplasie, ma può aiutarci per la difesa. Oggi ci
sono tanti antiossidanti disponibili in farmacia e quelli naturali presenti nei vegetali,
nella frutta. Anche il vino rosso è una difesa,
sempre in quantità adeguata, perché è ricco
di resveratrolo.
L’intervista è stata realizzata durante la
trasmissione Romalive, in onda su TeleVita.
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romalive
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CONSIGLIO REGIONALE INFORMA
Da questo mese sarà presente su tutte le nostre riviste
uno spazio dedicato ai lavori del Consiglio Regionale
No droga, sì party!
In discoteca con il Consiglio Regionale del Lazio per parlare di droga
[ a cura di • Fabrizio Piciarelli ]
Sui giornali e in televisione si fa un gran parlare di giovani che non riescono a divertirsi senza
cercare lo “sballo”. Eppure c’è ancora chi va in
discoteca e non cerca la “polvere bianca” o i
cosiddetti “francobolli” per non pensare ai
problemi e per dimostrare che “una volta ogni
tanto non fa male”. Un venerdi di novembre,
in uno dei locali più IN di Roma, il BarBar, ritrovo abituale per il tipico happy hour e per la
serata con gli amici, oltre alla musica e agli
aperitivi, si è parlato di droga. Il Consiglio
Regionale del Lazio, grazie al presidente Guido
Milana, ha scelto proprio un locale, ambiente
in cui purtroppo, oltre a ballare, si alza un pò il
gomito e spesso si prova la droga che va di
moda. “No droga, si party” è stata l’occasione per presentare il libro “Cocaina
Connection, l’impero della ‘ndrangheta. Il traffico internazionale di stupefacenti” scritto dal
giornalista Orfeo Notaristefano, in cui viene
spiegato lo stretto legame tra le mafie e il
mondo della droga.
All’evento era presente il consigliere regionale
Stefano De Lillo, a cui abbiamo chiesto il
significato dell’evento:
“La Presidenza del Consiglio Regionale del
Lazio ha voluto organizzare quest’ evento per
denunciare la diffusione delle droghe, come
cocaina e ecstasy, tra i giovani e tra gli strati
sociali più diversi in occasioni di divertimento.
Questo è un atteggiamento che pone a rischio
non solo la persona che assume le droghe ma
anche per chi le subisce come ad esempio nel
caso degli incidenti stradali provocati da chi si
droga. Dobbiamo diffondere una cultura etica
nella nostra Regione e far capire quanto sia
pericoloso assumere anche solo una dose di
droga e come questa possa essere fatale.
16:romalive
Bisogna far comprendere il problema”. E proprio in Cocaina Connection, Giuseppe
Lumia, vice-presidente delle Commissione
Parlamentare Anti-mafia e componente della
Commissione Affari Sociali alla Camera, definisce la ‘ndrangheta come “una tra le più potenti organizzazioni mafiose in Italia e nel mondo”
e che “nella lotta alla ‘ndrangheta è indispensabile avere la consapevolezza del livello di
minaccia che essa oggi costituisce, per colpirla
al cuore”. I ragazzi non comprendono che
anche solo l’acquisto di una singola dose va a
finanziare la ‘ndrangheta, ramificata a livello
internazionale. Da Bolzano a Lampedusa, chi
acquista una dose di cocaina finanzia la mafia,
l’arricchisce e ne implementa il giro d’affari.
Ascoltiamo l’autore, Orfeo Notaristefano:
Qual è il giro d’affari della ‘ndrangheta?
“Calcoliamo che il traffico di cocaina per l'ndrangheta rappresenta ciò che ha rappresentato l'eroina per la mafia siciliana negli anni
‘70 -’ 80. C'è stato un cambiamento delle cinque mafie italiche per cui in questo momento
la ‘ndrangheta è la più ramificata a livello internazionale grazie al traffico di stupefacenti,
soprattutto cocaina. Calcolate che il traffico
totale annuo di questa droga si attesta sui 36
miliardi di euro. E' più di una Finanziaria dello
Stato. Il sottotitolo “L'impero della ‘ndrangheta: il traffico internazionale di stupefacenti”
pone all'evidenza del Paese e delle forze politiche una realtà che è stata sottostimata da
anni. Il traffico internazionale di stupefacenti è
in questo momento in mano alla ‘ndrangheta,
vale a dire la mafia calabrese che, come dicevo, è ramificata a livello internazionale. Un'
organizzazione così potente che attraverso il
traffico della cocaina riesce ad introitare 36
miliardi di euro all'anno. E’ ovvio che, queste
enormi quantità di risorse finanziarie, vengono
poi reinvestite in attività lecite e non. E' chiaro
che quando si sconfina oltre la Calabria, in
Europa, in Colombia e i Paesi dell'Est, comprendiamo che quello che è accaduto a
Duisburg in Germania, a
Ferragosto, è stato gravissimo
ma che non ci ha meravigliato
più di tanto. Le ramificazioni
della ‘ndrangheta ci fanno comprendere come abbia superato di
gran lunga la mafia siciliana. Lo
Stato ha messo in atto negli ultimi due anni, a partire dal delitto
di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale
della Calabria nel 2005, una serie
di misure nella Regione che sono
di contrasto su quei territori. Su
questo va fatto un plauso alla
magistratura che sta lavorando molto bene”.
Cosa bisognerebbe fare per contrastare la
mafia?
“Di tutto questo abbiamo la consapevolezza e
il primo punto che va messo in atto per contrastarla in Calabria e fuori dalla Calabria è l'azione repressiva da cui non si può prescindere.
A questo si deve aggiungere un 'azione di prevenzione da parte dello Stato, rispetto a questi
fenomeni criminali. Se non si riesce ad intervenire sul sociale in una Regione disastrata a
livello economico e al contempo creando un
progetto di cultura civile e di concetto della
legalità capace di contrastare i codici mafiosi
della ‘ndrangheta, sarà difficile andare avanti.
C'è un esempio luminoso da questo punto di
vista, e viene dai ragazzi di Locri. Il mio pendolarismo tra Roma e la Calabria mi fa vedere ciò
che si sta muovendo tra Reggio Calabria e
Lamezia Terme. Questa è l'altra risposta che si
deve dare rispetto alla pervasività; anche alle
istituzioni calabresi. Questi due binari devono
arrivare nello stesso momento perchè si rischia
di non raggiungere gli obiettivi sperati. Anche
noi che lottiamo dalla parte dell'Antimafia
abbiamo commesso negli anni scorsi un tragico errore: ritenere che da una parte ci fosse lo
Stato e dall'altra le mafie. Quest'errore è stato
recuperato e abbiamo capito che cosi non è: la
verità vera è che ci sono pezzi dello Stato che
combattono le mafie e ci sono pezzi che sono
collusi e fanno affari con loro. Da questo
punto di vista bisogna fare in modo che le
magistrature, e tutti coloro che combattono in
modo serio contro le mafie, debbano essere
messi in condizione di operatività. A volte
manca addirittura la benzina alle macchine
della Polizia. Mi viene da pensare al caso di De
Magistris, che è stato messo in condizione di
non operare e che avrebbe messo sicuramente in luce la parte politica che è in realtà collusa con le mafie. Noi siamo dalla parte di De
Magistris”
On. De Lillo
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Acqua, farina e...
[ a cura di • Valeria De Rentiis ]
Se siete tra il folto numero d’italiani
che non potrà permettersi d’organizzare viaggi per le festività natalizie ma
che è comunque stufo di mangiare il
solito brodo e l’immancabile baccalà
tipici del periodo, sarete entusiasti dei
piatti che vi proponiamo questo mese!
Fanno parte della cucina tradizionale
natalizia di 3 paesi diversi: Svizzera,
Francia e Portogallo. Almeno con la
fantasia, e con il palato, potrete viaggiare…Buone feste e buon appetito!
Gnocchi di spinaci alla svizzera
S
iciogliete nel latte tiepido il mezzo dado.
Mettete sulla spianatoia la farina, unite
le uova ed il latte ed impastate ottenendo un composto morbido. Fate rosolare in
metà del burro il pane grattugiato ed aggiungetelo con un pizzico di noce moscata all'impasto. Impastate di nuovo unendo anche il
prezzemolo, l'erba cipollina e gli spinaci.
Lavorate il tutto a lungo in modo che le verdure risultino ben amalgamate. Staccate alcuni pezzi di pasta e formate dei bastoncini grossi come un dito, che taglierete a pezzetti di 2
cm di lunghezza. Mettete sul fuoco una capace casseruola con abbondante acqua leggermente salata, portate ad ebollizione e tuffatevi gli gnocchetti pochi per volta. Appena ver-
ranno a galla raccoglieteli con il mestolo forato, sgocciolateli e disponeteli sul piatto di servizio caldo, cospargendoli con il rimanente
burro fuso e lo sbrinz grattuggiato. Serviteli
caldi.
ingredienti:
• 300 g Spinaci lessati e tritati
• 300 g Farina
• 3 tuorli
• 1 bicchiere Latte tiepido
• 1 Dado per brodo
• 200 g Pane grattugiato
• 100 g Burro fuso
• 2 cucchiai Prezzemolo tritato
• Erba cipollina tritata finemente
q.b.
• 100 g Formaggio Sbrinz grattugiato (o Emmental un po’ invecchiato)
• Noce moscata
• Farina per la spianatoia q.b.
Pollo alla bretone
P
aulite il pollo, fiammeggiatelo, lavatelo, dividetelo in 8 parti e asciugatelo
con un canovaccio. Sbucciate la
cipolla e gli scalogni, lavateli e tritateli
separatamente. Pulite e lavate i funghi,
quindi asciugateli e tagliateli a fette.
In un tegame fate scaldare 20 g di burro e
un cucchiaio d'olio, unitevi i pezzi di pollo,
insaporite con il sale e pepe e fateli rosolare da ogni lato finché saranno dorati.
Scolateli e teneteli in caldo. Eliminate il
grasso di cottura dal tegame, versate il
sidro e fatelo evaporare a fuoco vivace.
Aggiungete quindi la cipolla e la metà degli
scalogni e fateli appassire, senza lasciarli
colorire. Unite di nuovo il pollo, il brodo e
continuate la cottura, a fuoco moderato e
a tegame coperto, per 25 minuti. 5 minuti
prima che il pollo finisca di cuocere,
aggiungete i funghi. Distribuite quindi i
pezzi di pollo sul piatto da portata e serviteli ben caldi in tavola.
ingredienti:
• 1 Pollo da 1 kg
• 1 Cipolla
• 2 Scalogni
• 1/2 bicchiere Sidro
• 3 cucchiai Brodo
• 100 gr Funghi
• 40 g Burro
• 2 cucchiai Olio extravergine
• Sale
q.b.
• Pepe q.b.
Babà alla portoghese
S
abattete lo zucchero con i tuorli d'uovo fino ad ottenere un composto
schiumoso omogeneo.
Aggiungete poco per volta la farina setacciata al lievito e quando sarà ben amalgamata unitevi le chiare d'uovo montate a
neve ben ferma mescolando il tutto dal
basso verso alto.
Versate il composto in uno stampo rettangolare e passate nel forno ben caldo a 180°
per 40 minuti. circa. Sformate il dolce solo
quando sarà tiepido e ritagliatelo a quadrati. Bagnate il babà con il succo delle arance, ben zuccherato, unito alla Marsala.
ingredienti:
• 125 g Farina bianca
• 250 g Zucchero
• 4 Uova
• Il succo di 4 Arance,
• 2 cucchiai Lievito in polvere
• Marsala
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Il Natale nelle parrocchie del Municipio XIII
PARROCCHIA DI SANTA MONICA
[ a cura di • Marta Cecchini ]
Intervista al Parrocco Monsignor Giovanni Falbo
Padre Falbo, quali sono le iniziative organizzate per il periodo natalizio?
Per chiudere quest’anno e in occasione della
ricorrenza della nascita di Nostro Signore,
abbiamo organizzato due concerti natalizi.
Un concerto il 15 Dicembre sui brani di
Mozart, diretto dal maestro Angelini con i
giovani orchestrali di Ostia; l’altro concerto,
invece, domenica 16 Dicembre alle 19:30 è
organizzato dai ragazzi dell’oratorio che canteranno le canzoni di chiesa del repertorio
della nostra parrocchia. Durante la serata si
raccolgono i fondi a beneficio dell’associazione Ostia per l’Africa che li destinerà alla
costruzione di una scuola primaria in Malawi.
Non è il primo progetto che portiamo avanti
assieme a questa associazione, ne abbiamo
realizzati diversi, sempre nella stessa località.
Ricordo che, in aprile scorso, un gruppo di
ragazzi della parrocchia, assieme anche ai
giovani di alcune scuole di Roma, hanno
inaugurato con il sindaco Veltroni, la scuola
primaria del Malawi, costruita grazie ai fondi
raccolti pazientemente nell’arco di due anni.
Che cosa hanno organizzato i parroc-
chiali e i gruppi giovanili?
Sono stati messi in palio piccoli presepi realizzati in gusci di noci con all’interno scene
natalizie, da assegnare in base ad un’estrazione giornaliera effettuata nel periodo della
Novena di Natale. Inoltre abbiamo organizzato la tombolata, come ogni anno, assieme
agli anziani della parrocchia che fanno parte
del gruppo Oltre. Ovviamente i premi che si
possono vincere sono sempre inerenti la
festività del Natale: piccoli oggetti religiosi,
soprammobili, decorazioni, tovaglie natalizie, ecc. Tutti i pomeriggi dal 9 al 23 dicembre la nostra parrocchia mette a disposizione
i locali per la mostra natalizia organizzata dal
gruppo missionario ONLUS Associazione
Seconda Linea Missionaria Ostia, composta
anche dai giovani e degli adulti della nostra
chiesa. La mostra viene organizzata sempre
per finalità umanitarie, per raccogliere fondi
per finanziare le missioni in Malawi e anche
per mantenere i progetti che sono già avviati da qualche anno, come per esempio quello dell’asilo che è stato costruito 4 anni fa.
Gli oggetti che si possono acquistare alla
mostra natalizia sono diversi e realizzati nella
maggioranza dei casi in ebano da piccoli artigiani e artisti locali dell’Africa, ma anche altri
semplici oggetti, come piccole bomboniere
provenienti dall’Asia e da altri luoghi missionari.
Cosa fate invece per i poveri che vivono
nel vostro territorio?
Per le famiglie bisognose e per i senza tetto
che abitano nella nostra zona e che cerchiamo di assistere tutto l’anno, prepariamo
grandi pacchi natalizi con panettone, torrone, caffé, olio, biscotti, pasta, pelati e scatolame vario.
Prima della Befana?
Dal 2 al 5 gennaio, i gruppi giovanili si recano in un convento a Montefiascone per il ritiro invernale su un tema religioso scelto.
Si, durante la giornata del 14 Dicembre un
pulmino con 50 persone a bordo raggiungerà
la località di Mentorella, vicino Palestrina, per
visitare il paese e per celebrare la messa a
1000 mt di altezza.
Sempre nelle nostre possibilità, abbiamo deciso di mettere in scena un presepe vivente
prima della messa di mezzanotte del 24
Dicembre, composto da bambini di 11, 12
anni che devono fare ancora la prima comunione e dai ragazzi cresimandi e cresimati. I
ragazzi saranno vestiti con abiti dell’epoca e
interpreteranno i ruoli principali della scena
natalizia della capanna con il Bambin Gesù,
senza pronunciare versi: una rappresentazione solo scenica e non verbale, che seguirà
passo dopo passo la liturgia.
E per far trascorrere un Natale sereno
anche ai poveri del quartiere?
Visto che non abbiamo ancora la Caritas dell
a parrocchia, stiamo collaborando con la
mensa della Caritas di Ostia per portare
coperte, vestiti e generi alimentari di prima
necessità, raccolti dai parrocchiali, ai bisognosi della zona. Anche i bambini della nostra
comunità, fanno la loro parte, risparmiando la
loro paghetta per i bambini più poveri.
Un’iniziativa studiata per sensibilizzarli sul
tema della povertà, perché ci sono anche
bambini meno fortunati di loro. Questi soldi,
anche se pochi, vengono raccolti da un
responsabile della parrocchia che si occupa di
farli recapitare al missionario che vive in Costa
D’Avorio, in Africa.
PARROCCHIA SAN GUGLIELMO
Intervista al Parrocco Janusz Kapusta
Padre Kapusta, il Natale è arrivato anche
nella sua parrocchia? Come vi siete organizzati?
Veramente non abbiamo ancora una nostra
struttura parrocchiale, siamo in attesa della
costruzione della nostra parrocchia. Per il
momento siamo ospiti dalle suore della casa
di riposo, che ci mettono a disposizione due
sale per celebrare la messa e per le piccole
riunioni con i parrocchiali, ma non avendo gli
spazi adatti non siamo riusciti ad organizzare
molte iniziative come avremmo voluto e come
avremmo sicuramente fatto se avessimo
avuto già la nostra parrocchia. L’unica iniziativa presa è quella della raccolta fondi per la
costruzione della chiesa, attraverso la vendita
di piccole decorazioni natalizie e addobbi per
l’albero realizzati con l’arte del decoupage.
State organizzando anche un ritiro spirituale?
PARROCCHIA SAN CARLO DA SEZZE
Intervista a Don Mario Torregrossa
Don Mario, cosa avete organizzato per il
periodo natalizio?
Per il periodo prefestivo abbiamo organizzato diverse iniziative in collaborazione con il
Centro di formazione giovanile Madonna di
Loreto, di cui sono responsabile. Rappresentazioni teatrali, gite, diverse celebrazioni liturgiche e iniziative sociali, tra cui la più
importante è la giornata speciale dedicata ai
disabili ricoverati nella struttura di Don
Guanella a Montemario, che viene gestita
interamente dai responsabili dell’Istituto.
Con loro collaboriamo tutto l’anno e cerchiamo di essere presenti una volta al mese
per trascorrere del tempo prezioso assieme ai
ragazzi che vivono lì.
18:romalive
Le iniziative per i poveri del quartiere?
Il 22 Dicembre il Centro giovanile Madonna
di Loreto, in collaborazione con la parrocchia, ha voluto dedicare un’intera giornata ai
poveri del territorio, “la Giornata del
Povero”, dove verranno distribuiti nella chiesa, grandi pacchi natalizi per circa 250 famiglie, per consentire anche ai più poveri di
organizzare un pranzo di Natale con i fiocchi.
Altra nostra iniziativa è regalare durante le
celebrazioni liturgiche, il 14 ai giovani e il 21
a tutta la comunità, il bambinello realizzato
artigianalmente in terracotta, a tutte le famiglie della comunità e a tutte le persone che
si presenteranno alle celebrazioni.
Don Mario, state organizzando anche
dei presepi?
Abbiamo organizzato due presepi, uno che
verrà esposto in chiesa e l’altro nello spazio a
disposizione nel Centro giovanile, un presepe che sarà ispirato alla Giornata mondiale
della Gioventù a Sidney. Noi del Centro puntiamo molto sui giovani.
Quali sono gli obiettivi del Centro giovanile Madonna di Loreto?
L’obiettivo principale del Centro è la formazione dei giovani, infatti puntiamo molto
sulla loro crescita, mettendo anche a disposizione professori che seguano i ragazzi nello
studio, dalla scuola inferiore al diploma.
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GIOCHIAMO INSIEME
LA PARTITA DELLA VITA
[ a cura di • Barbara Frascà ]
Roma 16 novembre, il Centro Congressi
dell’IFO (Istituti Fisioterapici Ospitalieri) in
occasione dell’inaugurazione del Club Roma
“Regina Elena e S. Gallicano”, ha ospitato
molti tifosi illustri della Roma come Massimo
D’Alema, Paolo Cento, Mario Baccini, Ilaria
D’Amico, Antonio Catricalà, Giuseppe Marra,
Giovanni Malagò, Michele Adinolfi, Fabio De
Lillo, Giorgio Titta, Adriano Aragozzini,
Francesco Bevere, Enrico Vanzina, Giovanni
Zotta, Luigi Canali.
Erano presenti anche calciatori e rappresentanti della Società sportiva A.S. Roma, come
Rosella Sensi, Antonio Tempestilli, Giovanni
Ferreri e Francesco Totti che ha visitato i ricoverati nei reparti di oncologia assieme all’allenatore Spalletti e a Max Tonetto.
E’ stato eletto Presidente del Club, il Prof.
Francesco Cognetti che, oltre ad essere direttore di Oncologia A dell’Istituto Regina Elena,
è anche un grande tifoso della Roma. “Dedico
questa iniziativa a tutti i nostri ammalati e ai
lavoratori dell’Ente che seguono con passione
la Roma, la nostra grande squadra che ci allieta nei momenti di evasione e spensieratezza di
cui tutti abbiamo bisogno”.
“Qui si gioca la partita per la vita! – ha detto
il Prof. Giuseppe Petrella, presidente dell’IFO –
mettiamo in campo gli stessi valori ogni giorno: voi sul campo da gioco, noi nelle attività
dei nostri Istituti come ricercatori, medici, operatori e pazienti. La partita la giochiamo ogni
istante insieme ai nostri pazienti. Qui il nostro
avversario è la malattia, il tumore. A volte è un
avversario anche facile, ma spesso si rivela un
forte antagonista da sconfiggere. Dobbiamo
sempre mettere in campo la nostra serietà
professionale, mettere in atto le nostre tattiche di gioco di squadra, sperimentare e verificare le novità e promuovere la solidarietà
verso il paziente e i suoi familiari. Esattamente
come voi”.
Rosella Sensi ha ringraziato l’IFO, per aver
dato alla società della Roma la possibilità di
parlare di cose vere e belle. “Essere qui oggi
ci consente di ritornare ai sani valori dello
sport e ci dà una spinta in più per continuare la nostra attività di tutti i giorni -ha affermato - vogliamo fare tante cose positive per
far parlare solo di quello sport che tutti amiamo: il calcio”.
La giornalista e presentatrice Ilaria D’Amico
ha dichiarato che nello sport conta non solo
l’attaccamento profondo alla bandiera, ma i
momenti di ritrovo, di divertimento e di spettacolo.˝In questo momento stiamo vivendo
una situazione assurda che nulla ha a che
fare con lo sport vero, con il tifo vero che voi,
invece, rappresentate qui in questa sala. - Ha
detto - In luoghi, come questo, la domenica è
il momento delle partite, dell’aggregazione
per vedere l’evento sportivo, dello spettacolo
che scende in campo, è un momento dove il
cuore e la testa si allontanano da tutto quello
che è accaduto, ovvero da quegli episodi che
sono altro rispetto al puro divertimento e alla
passione pura. Quindi, sono molto felice di
essere qui in un centro così bello dove lavorano persone che tifano con il cuore, per la vita,
per la medicina e per la cura che non è soltanto legata agli interventi, ma anche alla psicologia del paziente, allo stargli vicino nei
momenti di difficoltà. Quindi mi rivolgo al personale e a voi che siete quelli a cui principalmente è dedicato l’evento, ai malati, alle persone che hanno un rapporto con questo
Istituto. Siamo qui tutti insieme per ribadire i
valori veri dello sport, assieme alla Roma. La
Società Roma, aldilà dei meriti sportivi, ne ha
anche altri legati all’impegno sociale, come i
finanziamenti e i fondi di solidarietà. Tutti
quegli episodi spiacevoli che abbiamo visto
troppe volte non hanno assolutamente modo
di essere condivisi da veri tifosi come voi”.
E’ intervenuto anche Luciano Spalletti:
“Vorrei ringraziare l’Istituto Regina Elena e
l’Istituto San Gallicano per averci invitato qui
e per l’affetto che ci avete mostrato e che è
fondamentale per continuare a lavorare nello
sport e nel mondo del calcio. Mi sento privilegiato nel dare gioia a quelli che ci seguono
e a quelli che ci sostengono. Questo messaggio arriva dritto al cuore della gente malata, della gente che soffre. Mi sento totalmente realizzato perchè queste persone
malate, ci danno un insegnamento importante, carico di sofferenza ma anche di voglia
di vivere, quindi, grazie a tutti voi!”.
Alla presen era presente anche il Ministro
degli Esteri, Massimo D’Alema: “Quello che è
accaduto in questi giorni ha dato a questo
incontro un valore maggiore e un’occasione
per difendere il calcio, che è sport ma è anche
passione, per quelli che lo praticano, per quelli che lo coltivano, con grande spettacolo ma
anche come gara da seguire con partecipazione. Ho fatto diverse cose nella mia vita, ma,
senza dubbio, la passione per la Roma, che mi
ha accompagnato in tutti questi anni, ha dato
qualcosa in più alle mie domeniche, e delle
volte ai miei mercoledì. E’ parte della vita di
una persona, è qualcosa che dobbiamo difendere. E’ stato ricordato l’impegno sociale della
Roma e questo è sempre stato qualcosa che ci
ha riempito d’orgoglio. - Ha aggiunto Risponde sicuramente ad una vocazione dei
giocatori, con il grande contributo della famiglia Sensi. Una delle ragioni per cui questa
città è molto attaccata alla squadra è perché
la sente sua. Chi è nato e cresciuto qui, si
sente parte di una famiglia insieme anche a
coloro che sono venuti ad abitarci. Per un
club, vivere in una città come Roma è difficilissimo come lo è anche per un allenatore: ci
vuole una forte personalità, come quella di
Luciano Spalletti. Sono venuto, qui, oggi, da
tifoso, per vivere un momento importante per
lo sport ma anche perché è l’occasione di dare
qualcosa a questa squadra e all’Istituzione che
ci ospita”.
Da questo incontro é evinta la passione che
lega tante persone alla Roma e soprattutto la
passione verso i veri valori dello sport. Si è
ribadita l’importanza del calcio come evento
spettacolare a cui tutti possono partecipare,
praticandolo o guardandolo, ma che si discosta senza ombra di dubbio dai gravi fatti di
cronaca. Il calcio è salute, è spirito di squadra,
è solidarietà, è per la gente, è per chi riscopre
il gusto delle cose vere, specie se si vive l’esperienza del tumore e si lotta ogni giorno.
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GIOVANI, soli tra i banchi di scuola
II Parte
[ a cura della • Redazione ]
Avv. Rombolà
costruire un rapporto con il mondo del lavoro?
On De Simone: sono state poste domande
complesse, ricordiamoci che stiamo parlando
di casi limite. Un errore che si fa, poi, è continuare a ricercare tra gli insegnanti il capo
espiatorio di tutti i problemi presenti nella
scuola.
Prima vorrei leggere una lettera scritta
dagli studenti della classe IV del Liceo X:
Romalive prosegue con la seconda puntata
sulla scuola, mettendo i giovani, gli insegnanti e i politici a confronto per capire in profondità i disagi giovanili dei ragazzi di oggi.
L’obiettivo in comune: fornire gli strumenti
adatti alla società per far fronte alle esigenze
della scuola.
Ricordiamo gli ospiti presenti in studio:
- On. Titti De Simone, deputato membro
della Commissione Cultura, Scienza e
Istruzione (PRC)
- On. Giuseppe Valditara, membro della
Commissione VII Senato Istruzione Beni culturali Sport (AN)
- On. Antonio Rusconi, componente dell’esecutivo nazionale e responsabile nazionale
scuola per la Margherita
- Dott.ssa Sofia Listorto, presidente
dell’Associazione il Caleidoscopio.
- Dott.ssa Monica Vivona, psicologa scolastica.
- Avvocato Giuseppe Rombolà
Vorrei ascoltare ora una professoressa e
un giovane con una serie di domande e
risposte.
Irene: vorrei sapere perché i nomadi non
hanno una scuola a parte, visto che hanno
una cultura diversa dalla nostra?
Prof.ssa D’Amico, insegnante all’Istituto
comprensivo Orsa Maggiore: noi accettiamo
questi nomadi e vogliamo che si integrino, ma
non abbiamo gli strumenti adatti per farlo,
mancano psicologi che sostengano gli insegnanti. Siamo abbandonati a noi stessi con
classi numerosissime!
Genitore: questa classe politica che cosa
intende fare per quello che riguarda la scuola
e il mondo del lavoro, come si fa a mantenere una scuola formativa e nello stesso tempo
20:romalive
Ci rivolgiamo a voi, come ultima speranza di
essere ascoltati a risolvere il nostro profondo
disagio scolastico che viviamo e subiamo per il
secondo anno consecutivo causato dai comportamenti umani e professionali della nostra
insegnante. Rendiamo noto che prima di
ricorrere a Lei, abbiamo usato insieme ai
nostri genitori gli strumenti di cui disponiamo
per sottoporre il nostro problema alla dirigente scolastica.
Riassumo brevemente i fatti: è accaduto
che, durante la prima settimana di scuola,
la docente si rifiutava di iniziare la lezione, perdendo le ore fuori dall’aula. Le
interrogazioni orali spesso non vengono
completate; dichiara di non ricordare le
regole basilari della materia e di fronte
all’incapacità a risolvere problemi di
matematica, ammette di non essersi preparata, chiedendo aiuto agli studenti;
non usa un lessico specifico e dice parolacce in classe.
On. De Simone, i giovani sono il nostro
futuro, la speranza di un futuro migliore,
se noi roviniamo anche quelli che vogliono studiare, cosa ci resta?
Non penso assolutamente che i giovani nella
scuola vengano rovinati, al contrario, difendo
il ruolo degli insegnanti perché sono convinta
che i giovani abbiano bisogno di una scuola
pubblica di qualità come quella che c’è nel
nostro paese. Chi commette soprusi nei confronti dei ragazzi deve essere allontanato. Il
corpo degli insegnanti ha un codice deontologico, regole disciplinari e organismi che intervengono qualora si determinassero queste
situazioni.
On Rusconi, un dirigente scolastico può
allontanare un professore?
Si, soprattutto con l’ultimo decreto approvato
recentemente che prevede facilitazioni per
quella che è chiamata “sospensione cautelare”, che tutela sia l’insegnante che viene mandato da un'altra parte con compiti diversi,
anche nei casi più gravi di pedofilia, finché si
appuri la verità, e sia i minori, che sono i primi
a dover essere tutelati.
On. Valditara: per questi casi limite occorre
rendere più semplici e rapidi i licenziamenti. I
primi a voler allontanare le mele marce sono
proprio gli insegnanti seri e motivati.
Dott.ssa Listorto: se la situazione è complessa è anche giusto che gli insegnanti siano aiutati a trovare delle strategie efficaci per poter
lavorare all’interno della scuola. Ci rendiamo
conto che la figura dello “psicologo scolastico” ha un ruolo decisivo per dare un grande
aiuto a tutti i componenti della scuola, per i
ragazzi, gli insegnanti e anche per i genitori
stessi che si trovano a vivere e a confrontarsi
in un periodo storico complesso come il
nostro. E’ da apprezzare che gli insegnanti di
oggi mostrino interesse ad iniziare i corsi di
aggiornamento!
Dott.ssa Vivona: sento il pericolo della generalizzazione, così come i ragazzi non sono
tutti bulli, anche gli insegnanti non sono tutti
come i casi di cui parlavamo; ci sono, ma sono
casi limite! Se un insegnante ha un momento
di difficoltà, è importante che abbia il sostegno da parte dei colleghi e del dirigente scolastico. Ovvio che, se la situazione diventa
grave, va valutata con un’attenzione diversa.
On. Valditara, riguardo al problema
nomadi cosa ci può dire?
E’ un problema legato alla presenza sempre
più massiccia di ragazzi provenienti da altri
paesi. Una soluzione possibile, già sperimentata in Germania, è assumere insegnanti rom
che hanno sicuramente l’approccio culturale
giusto per ottenere i risultati migliori per integrare questi ragazzi. Un altro grosso problema
in città grandi come Roma e Milano, è che i
ragazzi italiani, a volte in minoranza all’interno di una classe, rischiano di essere margina-
Prof.ssa Sansoni
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zione diversa da parte degli insegnanti.
Voi non conoscete i ragazzi, i loro problemi, le loro sensazioni, quando vengono
trattati male o vanno a vomitare in
bagno.
Prof.ssa D’Amico
lizzati. Riscontriamo inoltre un tasso di bocciature elevato per questi ragazzi extacomunitari. Una soluzione potrebbe essere quella di fargli fare il test di verifica sulla conoscenza della
lingua italiana prima dell’iscrizione scolastica,
aiutando i Comuni con stanziamenti per organizzare corsi di lingua italiana.
On. Rusconi: bisogna favorire l’integrazione
non dividendo i ragazzi tra loro, ma aiutando
gli insegnanti da due punti di vista: sul ruolo
da mediatore culturale e sul ruolo da psicologo che è molto importante perché oggi molte
famiglie sono in crisi e capita anche che l’insegnante debba fare anche da educatore.
On. De Simone: la questione sull’immigrazione degli studenti stranieri, che sono circa un
milione, è un fatto sociale importante e la
scuola deve avere gli strumenti adatti anche
perché bisogna abbattere l’idea dei “casi limite” nelle scuole.
Si, ma per quanto riguarda i casi limite,
ovvero di insegnanti che non fanno il loro
dovere, ci sono ragazzi che si sentono
abbandonati. I ragazzi sono il futuro della
nostra società!
On. De Simone: penso che il futuro della
nostra società sia un futuro in cui tutti possono convivere nel rispetto reciproco, molti insegnanti vanno in questa direzione, fanno un
lavoro straordinario di questo tipo, straordinario, anche perché sono molto professionali e
pagati di meno rispetto agli insegnanti che
lavorano in Europa!
Dott.ssa Listorto: non dobbiamo sottovalutare il ruolo dei mediatori culturali, che hanno
la capacità di valorizzare le risorse dei ragazzi
che arrivano con la loro cultura e la loro tradizione. I ragazzi nomadi richiedono un’atten-
Emanuela d’Annibale, attrice: chi controlla
e supervisiona i comportamenti sbagliati dei
professori, visto che i ragazzi passano gran
parte della giornata a scuola?
Dott.ssa Listorto: escludendo i comportamenti scorretti che vanno denunciati
dall’Istituto e dal dirigente scolastico, il problema più grande è la mancanza di comunicazione efficace tra insegnante e studente.
Nei casi più complessi, esclusi i casi limite che
seguono un percorso a parte, gli studenti non
si sentono capiti e questo può produrre un
profondo disagio.
Dott.ssa Vivona: i ragazzi, i genitori e gli
insegnanti hanno il loro punto di vista, a volte
sono incapaci di incontrarsi per capire cosa
succede. Si rischia un cortocircuito di comunicazione tra la scuola e la famiglia.
Chi è che deve essere tutelato maggiormente, il ragazzo minorenne o l’insegnante?
Ovviamente i ragazzi, auspicando però un
incontro tra la scuola e
i genitori si fa del bene
al ragazzo.
Prof.ssa
Paola
Sansoni dell’Istituto
comprensivo
Orsa
Maggiore:
Insegno Tecnologia
Informatica,
una
materia di continua
comunicazione. Ho un
rapporto bellissimo
con i ragazzi, e i fatti
che lei ha esposto
prima, che vomitano o
altri problemi simili, li
vedo sempre, perché
non insegno solamente, ma li osservo e cerco di instaurare un feeling tra me e loro per capirli a fondo. Ora non
esiste più l’insegnante cattedratico che gira
per i banchi, ora l’insegnante lo rassicura
magari proprio mentre fa il compito in classe!
Noi però abbiamo veramente bisogno di supporti su tutti i fronti, perché a volte capita
anche di rincorrere gli studenti che scappano
dalla scuola! Come si spendono i milioni per i
vivai dei calciatori, spendiamo qualcosa di più
per i giovani! Come pensate di muovervi?
I ragazzi:
Luca Preziosi (Orsa Maggiore), i
programmi scolastici sono al
passo con i tempi?
Patrizio, nel rapporto in classe tra
studenti e insegnanti ci deve
essere rispetto, va tutelato e bisogna poi fare qualcosa per il rapporto giovani e lavoro, perché
non sappiamo a cosa andiamo
incontro.
Avv. Rombolà, se un dirigente
scolastico sa che un insegnan-
te nella sua classe si comporta in un certo
modo, è corresponsabile, o no? Non mi
riferisco solo all’insegnante che un giorno spiega male la lezione, ma a chi entra
e umilia con parole e fatti i ragazzi in
diversi modi.
A livello penale no, perchè il reato è commesso dall’insegnante; a livello amministrativo si,
perché essendo il diretto superiore, dovrebbe
prendere delle iniziative. In riferimento al
decreto legge di Settembre, è stato dato più
potere al dirigente scolastico che può intervenire in casi particolarmente gravi ed ha più
responsabilità; per esempio può adibire quell’insegnante ad altre mansioni per un termine
di 15 giorni, che va convalidato dal dirigente
regionale.
Vorrei far presente una situazione nel XIV
Municipio, dove ci sono persone che
vanno vicino alle scuole e cercano di
rubare bambini, gente che si masturba
davanti alle scuole. I genitori hanno sporto denuncia al Commissariato e inviato
una lettera al presidente del Municipio e
al Sindaco Veltroni, distribuendo volantini in occasione di una manifestazione.
Questa gente che va in giro con i furgoni
e non solo, ha fatto un altro volantino “a
proposito di pedofilia” attaccando i geni-
tori che volevano difendere i loro figli.
Siamo arrivati al punto di legalizzare la
pedofilia?
On. Rusconi: è apprezzabile la passione e la
competenza mostrata dagli insegnanti che
con uno stipendio mediocre cercano di fare il
proprio dovere. La mia è stata forse l’ultima
generazione che è entrata motivata a scuola,
ora non credo sia così. Oggi dobbiamo riuscire a far capire ai giovani che questa è una professione dove si possono realizzare professionalmente.
On. Valditara: io ho due figli e per fortuna
sono pochi i casi limite degli insegnanti che
minacciano e si comportano male in classe,
ma è grave che esistano insegnanti incapaci di
instaurare un rapporto fecondo con i ragazzi.
I miei figli, per esempio, danno molto quando
si sentono apprezzati e motivati. Dobbiamo
agire su tre aspetti importanti: il primo è il discorso sul tirocinio, già introdotto con la riforma Moratti, secondo punto c’è un mio disegno di legge sull’ipotesi di assistere con corsi
di psicologia e pedagogia gli insegnanti per-
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chè possano incrementare competenze nell’approccio psicologico, terzo punto, motivare
sempre di più gli insegnanti, pagando di più
gli insegnanti più meritevoli, valorizzando il
merito.
On. De Simone: fare l’insegnante significa
oggi avere un lungo percorso formativo, che
si scontra con lunghi anni di precariato. Ci
sono insegnanti di 40 anni precari da troppo
tempo, per fortuna questo governo ha fatto
un piano pluriennale di immissione in ruolo
per assorbire il precariato. E’ una questione
che va affrontata, perché ne vale della qualità
della scuola e del sistema e visto che questa
precarietà l’ha determinata molto anche la
passata riforma Moratti, penso che il centro
destra dovrebbe fare una profonda autocritica.
Sulla questione scuola-lavoro?
Penso che la scuola ha il compito di formare
alla cittadinanza e mettere tutti sulla stessa
linea di partenza. Cosa diversa se noi prevediamo percorsi differenziati come quelli previsti dalla Moratti, per cui all’età di 12 anni se
vieni da una famiglia ricca e puoi permetterti
di andare all’Università, allora prendi il liceo e
la superiore, altrimenti vai alla scuola professionale. In questo modo c’è il rischio di
costruire un percorso separato, una differenziazione dei destini sociali!
On. Valditara: intanto noi abbiamo messo in
ruolo 140000 precari…
On. De Simone: di cui 60000 quelli messi in
ruolo dal governo precedente!
On. Valditara: in secondo luogo l’alternanza
scuola-lavoro fa parte della riforma Moratti,
ovvero inserire il ragazzo in un contesto lavorativo. E’ vero poi che ci sono insegnanti che
insultano gli alunni, ma è anche vero che ci
sono ragazzi bulli e teppisti che giocano a
palla in classe, interrompendo le lezioni degli
insegnanti!
E’ vero, ma quei ragazzi che storia hanno
dietro alle spalle? Quali esperienze negative hanno avuto?
Credo che restituire l’autorità agli insegnanti
sia un passo fondamentale, importante anche
per gli stessi giovani.
Prof.ssa Sansoni: dobbiamo dare maggiori
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supporti alla scuola, questi ragazzi sono
lasciati a loro stessi e la colpa è nostra, della
società…ce li abbiamo sulla coscienza!
Avv. Rombolà, i giovani vanno tutelati
prima di tutto?
Sono d’accordo con l’Onorevole, spesso gli
insegnanti si trovano con le mani legate perché quando fanno qualcosa o prendono iniziative, si trovano subito i genitori alle spalle
che minacciano con denunce, mi riferisco
ovviamente agli atteggiamenti da parte dell’insegnante, nei limiti della legalità.
Dott.ssa Vivona, non sarebbe il caso di
inserire nelle scuole corsi di motivazione
e formazione degli obiettivi raggiungibili, corsi per il controllo dello stress e della
lettura veloce?
Un corso di formazione fondamentale è quello della comunicazione, perché pochi sanno
cosa significa comunicare bene, per una condivisione comune che porti ad una crescita.
Però, voglio sottolineare che insegnare non
vuol dire solo passare dei contenuti, ma anche
e soprattutto instaurare una relazione di
comunicazione vera con il ragazzo, perché un
esempio vale più di mille parole.
Prof.ssa D’Amico: che dire di tutti quegli
insegnanti che si spendono tanto e ottengono
poco? Non se ne parla mai. La società è malata e molti insegnanti vivono una situazione di
disagio, ma non vengono supportati.
On. Rusconi: quando pensiamo all’insegnante pensiamo sempre all’aspetto cognitivo:
conosce la Divina Commedia? Sa fare le equazione di secondo grado? E’ indubbiamente
fondamentale, ma pensiamo molto meno
all’aspetto educativo,
a tirar fuori il meglio
degli alunni, che è la
difficoltà maggiore.
On. De Simone:
secondo me la scuola
ha il compito di tirar
fuori e valorizzare le
differenze dei ragazzi, la loro creatività,
l’intelligenza emotiva. E non dobbiamo
dimenticare che se
esiste un disagio giovanile è colpa della
società, non degli insegnanti! Purtroppo il
tema della precarietà non riguarda solo il
lavoro, ma una precarietà dell’esistenza che i
giovani percepiscono in modo profondo.
On Valditara: altro dato importante è la
valutazione dei risultati degli studenti;
dovremmo prendere a modello altre esperienze straniere come ad esempio i paesi anglosassoni, la Francia e la Germania e puntare
molto sulla verifica concreta di quello che i
ragazzi hanno imparato a scuola.
Dott.ssa Listorto: è importante fare un lavoro anche per recuperare i drop out, i ragazzi
che sono usciti da scuola. Bisogna trovare
modalità diverse con insegnanti abili nel creare relazioni che facciano sentire i ragazzi di
nuovo adeguati, per dare loro una seconda
opportunità. Il problema più grande è che il
disagio nel ragazzo è legato spesso all’aumento dei comportamenti a rischio, come la
precocità del consumo di droghe.
Dott.ssa Vivona: abbiamo parlato di molte
cose, ma l’attenzione principale è rivolta ai
ragazzi, alla loro formazione, un obiettivo
comune agli psicologi, agli educatori, agli
insegnanti e ai genitori. Deve esistere un fronte comune.
Prof.ssa Sansoni: un giorno ho chiesto a mio
figlio che fa architettura come vede i suoi
amici e i giovani in generale e lui mi ha risposto “vedo che hanno molta paura, non so di
cosa, è la stessa paura che sento anch’io dentro di me”. Aiutiamoli a crescere e togliamogli
queste paure!
La politica può togliere queste paure? La
paura crea incertezza o sicurezze? E’ solo
una questione di affari?
Dott.ssa Listorto: dovremmo riscoprire i
valori umani in cui credere, che orientano il
comportamento degli adulti e dei giovani. Se
ci sono di nuovo dei valori chiari, i ragazzi
cominciano ad avere meno paura e acquisiscono maggiore consapevolezza sugli obiettivi da raggiungere.
On. Valditara: non credo si tratti di affari,
deve tornare l’idealismo e i valori devono
essere al centro della società e della scuola.
On. Rusconi: la politica deve far capire che la
scuola è importante con i fatti e non con le
parole.
On. De Simone: e combattere la precarietà
che è alla base di questa paura.
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The S tone Roses
note storiche
[ di • Fabio Zaccaria ]
Nel 79 d.C. il senatore romano Giulio Agricola fondò l’odierna città di Manchester. A
cavallo tra il 1989 e 1990, fosse stato per loro, gli Stone Roses l’avrebbero volentieri rasa
al suolo. Non per pura indole vandalica, va
detto, più che altro per una voglia di riscatto
tipica della working class da città operaia per
antonomasia. Ed è sotto le mentite spoglie di
The Patrol che Ian Brown (voce) e John Squire
(chitarra) iniziano a giocherellare con la musica, senza neanche crederci poi troppo. Accade però che come tante altre volte la storia
sia scritta da fortuiti incontri: il tassello mancante di un talento acerbo che si materializza,
e cambia il volto di quelli che fino a ieri erano
puri divertissement. Gary Moun field, detto
“Mani”, e Alan Wren, detto “Reni”, si uniscono alla band che di lì a breve prenderà il nome
di Stone Roses. E’ il transito da un decennio
all’altro, e Manchester diventa Madchester,
dal nome della “scena” musicale che lì avrà
origine e della quale i Roses saranno indiscussi alfieri. Impossibile non ricordare brevemente gli antesignani di quel movimento: gli
Happy Mondays dei fratelli Ryder, che ebbero
il merito di anticipare la fusione tra indie-rock
e dance-music (semplificando al massimo),
famosi altresì per le eccezionali performance
del mitico Bez, un losco figuro sulla carta ingaggiato come percussionista ma in pratica
utilizzato in qualità di uomo-immagine durante le esibizioni live: osservarlo ballare con
movenze da epilettico demente, totale preda
di ecstasy e acidi, è un segno di quei tempi.
Tornando ai Nostri, forti di una poderosa
macchina ritmica (Mani e Reni, prego astenersi da facili battute) iniziano ad incidere i
primi singoli di successo: So young e Sally
Cinnamon non tardano a proiettare su di loro
le rapaci grinfie della critica, ancora traumatizzata dallo scioglimento degli Smiths, e dunque alla spasmodica ricerca di validi sostituti
da poter ostentare agli occhi del mondo. Oltre
a possedere una freschezza innata, il valore
assoluto dei brani e la qualità degli strumen-
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tisti coinvolti emergono
in modo cristallino già
da queste prime composizioni, e non è un
caso se il produttore di
un altro 45 giri, Elephant Stone, risponda
al nome di un certo
Peter Hook, all’epoca
membro dei New Order
e prima dei Joy Division. La coppia Brown/Squire funziona, il motore inizia a girare ed
ecco già il primo ca polavoro: Made of stone, che scala le charts
britanniche arenandosi
al numero 20. La scrittura dei quattro è ispiratissima, in grado di
spaziare da echi dei Byrds a ritmi funk con la
spavalderia di chi sa che è meglio giocarsi
tutto e subito, bruciare in fretta senza risparmiarsi. Il loro primo album omonimo The
Stone Roses, possiede una scaletta che rasenta la perfezione: forte dei singoli-killer prima
citati cui vanno aggiunti brani come la splendida Waterfall, o la delirante I Wanna Be
Adored, manifesto di un modo di intendere il
successo che riassume meglio di molte teorie
sociologiche cosa significhi, per un giovane
della Manchester di quegli anni, trovarsi
proiettato al centro delle attenzioni dello starsystem. Campioni di un’”inglesità” che nella
loro breve carriera (solo due dischi che avremmo forse voluto si limitassero ad uno) pochi
sono riusciti a cantare in modo così diretto, le
“rose di pietra” hanno l’Inghilterra ai loro piedi, e sembrano spaerlo benissimo: Fools gold
è un nuovo singolo che fa davvero gridare al
miracolo, miscela esplosiva di funk che fa battere il piede, con Wren a dimostrare, nel caso
in cui ce ne fosse ancora bisogno, chi fosse il
batterista più talentuoso sulla piazza in quel
periodo. Leggenda vuole che dopo la sua
dipartita dal gruppo, la band sia stata costretta ad eliminare il brano dalla scaletta delle esibizioni dal vivo, causa manifesta incapacità
del nuovo batterista nel riprodurre il drumming
tanto complesso della canzone. Bravi ma non
solo: anche lungimiranti, perché fiutano le
mutazioni in atto e decidono di donare i loro
brani ai maggiori DJ affinché essi possano
svelarsi nelle loro sfaccettature multicolori. Ed
ecco che sembrò realizzarsi veramente la profezia cantata in Panic da Morrissey degli Smiths
nel luglio del 1986, un’impiccagione dei DJ
più simbolica di quella descritta nel fortunatissimo singolo, ma di fatto messa in pratica:
anche la dance music attendeva nuova linfa
dal rock dei quattro mancuniani. Sono gli anni
di massimo splendore dell’Hacienda, leggendario tempio di rave party che vede scorrere
al suo interno i segni dei tempi che cambiano.
I frutti di queste rielaborazioni saranno rac-
colti nell’album The remixes, edito dalla
Silvertone nel 2000. Madchester, quindi, ma
anche e assolutamente brit-pop, di cui gli
Stone Roses furono autentici apripista: Oasis,
Verve, Blur, e tutto l’imprevedibile coacervo di
band che sarebbe di lì a breve fiorito. Era possibile fallire giunti a questo punto? Per gli
Stone Roses fu possibile, eccome. Acidi e cocaina giocarono un ruolo non secondario nella ridiscesa agli inferi, con le tensioni tra i
membri a farsi sempre più acute, e soprattutto l’incanto della coppia motrice Ian Brown/John Squire a scemare di giorno in giorno. Poi
c’è il mercato con le sue leggi, e la casa discografica pronta a ricordartele ogni minuto.
Inizia così una ridda infinita di tragicomiche
cause legali, andirivieni da tribunali, litigi,
annunci e smentite che si protraggono per
ben cinque anni. Molti non avrebbero mai
voluto che il loro secondo album fosse dato
alle stampe, ma purtroppo così non fu. The
second coming, del 1994, non era in fondo
così brutto, il problema erano le immense aspettative su di esso concentrate. John Squire
sempre più assurdamente fissato nell’imitare
il peggior Jimmy Page, Brown svogliato e in
grado di svotare ancor più la sua voce che
mai aveva brillato per espressività, sono solo
due delletante pecche di un album che tutto
poteva permettersi tranne una cosa: essere
normale, medio. Il primo colpo arriva nel 1995:
il batterista Reni lascia la band a causa di reiterati disaccordi, al suo posto sarà ingaggiato
un turnista che in più di un’occasione non si
dimostrerà all’altezza del compito. Il 1996 è
l’anno della dipartita di Squire, che fonderà in
seguito i mediocri Seahorses, cercando di
campare di rendita potendo pur sempre vendersi come “il chitarrista degli Stone Roses”,
con scarso successo, nevvero. il 25 agosto
dello stesso anno, al festival di Reading, Brown
sarà costretto più volte ad interrompere l’esecuzione di I Am The Resurrection, la sua voce
si incrina impietosamente durante il ritornello, e viene sommerso da fischi e dal lancio di
oggetti sul palco. L’abbandono di Mani, arruolato in pianta stabile dai Primal Scream
nell’ottobre del 1996, sancisce la fine ufficiale degli Stone Roses. Paradossalmente l’unico
ad avviare una carriera solista degna di tale
nome fu proprio Ian Brown, in apparenza il
meno dotato musicalmente, che seppe invece riprendere il discorso là dove si era arrestato con Fools Gold, il disco Unfinished Monkey
Businnes (titolo ironicamente allusivo alle sue
fattezze scimmiesche) stupisce per l’abilità di
songwriter sfoggiata da Brown, che in seguito arricchirà il suo palmares con prestigiose
collaborazioni: una su tutte quella con gli immensi U.N.K.L.E. di James Lavelle e DJ
Shadow. Band di culto ancora oggi, l’astro dei
roses è destinato ad essere ricordato per decenni: luce originaria di un firmamento britpop forse oggi in declino, ma al quale la loro
memoria è sopravvissuta.
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A TU per TU con:
L’ON. PATRIZIA NINCI
ASSESSORE AL TURISMO della PROVINCIA DI ROMA
[ a cura di • Valeria De Rentiis ]
On. Ninci
Assessore, nella passata legislatura ha
fatto parte della Giunta del Municipio
XIII. Quali sono le problematiche che
riscontra oggi sul territorio e cosa sta
facendo la Provincia in merito ?
In generale le problematiche del territorio
investono la mobilità e la viabilità perchè è un
quadrante a forte pressione demografica dal
punto di vista residenziale e tutto questo
avviene ancora con la mobilità e viabilità passata, creando disagi e una forte criticità. Per
molti il lavoro è ancora fuori dal Municipio
XIII, quindi a Roma o Fiumicino. Nel tempo
sono stati comunque attuati programmi
importanti come la messa in sicurezza della
Via del Mare, che in parte è anche un intervento di competenza della Provincia di Roma
essendo una strada provinciale; l’adeguamento della Roma-Lido, anche se ancora oggi è
sulla cronaca nera dei giornali. E’ in atto un
finanziamento che potenzierà le corse e adeguerà i vagoni. Ritengo che questo sia un
intervento prioritario perchè è un mezzo viatico molto importante. Il finanziamento è a
breve raggio. E’ stato più volte annunciato e
necessita un urgente riammodernamento.
Penso ai ritardi, ai treni che spesso si fermano
eccetera. E’ una tratta che negli orari lavorativi è molto frequentata. Sono già stati sostituiti dei treni e sicuramente verrà raddoppiato il
ponte della Scafa con il collegamento al
Laurentino. Un altro progetto già finanziato e
in messa d’opera é il ponte di collegamento
tra Bagnoletto e la Portuense con tutto il quadrante fieristico. Altro tema molto importante, e che mette a regime quanto è già stato
fatto, è il Lungomare, uscito dagli anni bui in
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cui c’era degrado e abbandono. Oggi, e già a
partire dall’amministrazione Rutelli, siamo di
fronte alla valorizzazione del territorio. Penso
alla nascita del Porto, di Cineland, le concessioni balneari con la riqualificazione degli stabilimenti. Oggi credo sia importante mettere a
regime la complessità del territorio : creare
una sinergia tra l’entroterra e il litorale, con
tutte le risorse annesse. Mi riferisco al borgo
di Ostia Antica, alla riserva statale, alla navigabilità del Tevere, tutto ciò che può diventare
sviluppo turistico del territorio. Ci troviamo
all’interno di tre punti verdi di alto livello e mi
fa ben pensare che tutto questo sia possibile :
i parchi della Colombo, della Madonnetta e
dello Stagno. Bisogna considerare che sono
dei punti di riferimento per i cittadini in cui ci
sono anche spazi per bambini, centri sportivi e
tutto quello che l’utente chiede. Questo mi fa
ritenere prioritario un piano di sviluppo turistico perchè il turismo può rappresentare lo sviluppo del territorio.
Quali sono i progetti della Provincia per
incentivare il turismo ?
Mi vorrei soffermare sul Municipio XIII, visto
che la Provincia, nell’ottica di una politica
attuativa di «Provincia Capitale», e quindi, di
tutti i suoi 121 comuni intende l’intero comprensorio, compreso questo Municipio.
Innanzitutto ha visto la riqualificazione del
Palazzo del Governatorato che è la sede storica e politica del Municipio. Un finanziamento
per la pulizia degli arenili e un intervento di
riqualificazione dell’arredo urbano per le due
stazioni: Lido Centro e Stazione Polare. È stato
avviato un progetto di sportello sociale con la
Provincia di Roma e un centro estivo aperto ai
cittadini sulle spiagge libere. Un intervento di
riqualificazione della piccola chiesa del borghetto dei pescatori.
Per quanto riguarda il mio settore, il turismo ,
si è cercato di far conoscere il territorio anche
a livello internazionale. L’anno scorso durante
la manifestazione Globe, la prima fiera internazionale del turismo, abbiamo organizzato
una manifestazione con tutti i buyers ad Ostia
Antica. E’ stata un’occasione di benvenuto e
ha avuto un successo enorme. I buyers di
tutto il mondo sono rimasti entusiasti di conoscere una realtà cosi bella come quella degli
scavi in un luogo tanto vicino a Roma. Stiamo
intervenendo con una serie d’iniziative: « Una
notte d’incanto » nel borgo di Ostia Antica
con concerti in concomitanza di escursioni o
visite al Castello o agli scavi o anche una pas-
seggiata a cavallo. Abbiamo messo insieme
una serie di sinergie per incentivare lo sviluppo del territorio. Abbiamo avuto molta attenzione nei confronti delle spiagge promuovendo l’iniziativa « La tua opinione conta » sia
negli stabilimenti che nelle spiagge libere per
conoscere l’opinione dei cittadini sui servizi di
spiaggia. Si è chiusa una manifestazione proprio domenica scorsa (2 dicembre n.d.r.)
«Borgo&Più», promossa dalla Provincia, in cui
i cittadini hanno potuto apprezzare i prodotti
tipici locali, visitando gli stands e assaggiando
formaggi, vini, olio, salumi e miele del territorio e ascoltando il coro folcloristico di Corrado
Anticoli delle Valli dell’Aniene e il Coro Gospel
che ha chiuso la giornata. E’ stata una bellissima manifestazione, che ha riscosso successo.
Una giornata speciale, la prima edizione di un
evento che ha valorizzato la Provincia e che ha
portato ad Ostia moltissime persone.
Inoltre a breve sorgerà un PIT, punto d’informazione turistica, in Piazza Anco Marzio.
Sono dei nuovi punti in cui non si distribuiranno sono volantini ma daranno la possibilità di prenotare spettacoli teatrali, cinematografici e quant ‘altro. Un servizio completo per
i turisti.
Assessore, vuole aggiungere qualcos’ altro?
Credo fortemente nella valenza turistica del
territorio. Il turismo non deve riguardare solo
il mare, perchè c’è bisogno poi di destagionalizzarlo. Il mare ha problemi durante l’inverno
perchè vive il mordi&fuggi dell’estate. Bisogna
uscire da questa impasse con la collaborazione di tutti, creando una tavola rotonda a cui,
oltre alle istituzioni, dovrebbero aderire le
associazioni, i comitati e i proprietari di zona.
Su questo c’è già un input importante perchè
penso ad esempio alla decisione dei cinque
teatri presenti sul territorio di unirsi e che oggi
sono in grado d’offrire una calendarizzazione
di eventi molto importanti. Inoltre abbiamo il
Tevere, che può essere reso navigabile : verrà
portato avanti il progetto di un attracco
mobile alla Fiera di Roma e diventerà un collegamento con gli scavi di Ostia e Ponte
Marconi. Tutto questo deve guardare il territorio nel complesso, la cui centralità è la Fiera
di Roma. Sia coloro che creano la Fiera sia
coloro che vi lavorano, spesso non sanno d’avere a portata di mano teatri, punti di ristorazione e servizi. Bisogna potenziare le risorse di
cui disponiamo.
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M OBBING:
e se capitasse proprio a te?
[ a cura di • Fabrizio Piciarelli ]
Fernando Cecchini
Ti è mai capitato di subire pressioni da
parte dei colleghi o dal tuo titolare?
Pressioni che ti hanno costretto ad abbandonare il posto di lavoro? E alla fine lavorare in quell’azienda ti ha lasciato dei
segni, sia a livello fisico che psicologico?
Anche tu, allora, sei tra le vittime del mobbing. Romalive affronta il mobbing con la
politica, con gli avvocati, per cercare di
fare chiarezza, con sindacalisti, per conoscere il loro ruolo in azienda, con psicologi
specializzati nel mobbing e con una donna
che ha vissuto in prima persona un episodio di mobbing nel suo ambiente di lavoro, un’esperienza che ha lasciato il segno.
Il mobbing può assumere diverse forme e
può essere presente non solo in un
ambiente di lavoro, ma anche in famiglia.
Il bullismo, il nonnismo e l’emarginazione
sono solo alcuni esempi di mobbing.
Ospiti della trasmissione
On. Claudio Bucci, Consigliere Regionale SDI
Avv. Antonella Lazzari, Avv. Giuseppe Rombolà
Irene Silvozzi, ex dipendente, Fernando Cecchini, coordinatore nazionale sportelli anti
mobbing dell’INAS e CISL, Gianluca Monaco,
psicologo specializzato in mobbing
Le aziende contro i dipendenti, i dipendenti contro le aziende, in mezzo spesso
sono presenti anche i sindacati, con una
legge non chiara sulla materia.
Avv. Lazzari, cos’è il mobbing?
E’ un termine anglosassone, che deriva dal latino. Nel senso attuale significa “aggressione del
datore di lavoro o di un collega di lavoro nei
confronti dell’altro”. Secondo gli studi di etologia è il comportamento tipico del branco che
aggredisce un altro membro per isolarlo dalla
comunità. Il termine viene usato per la prima
volta nel ‘99 dai Giudici del Lavoro, precisamente dal tribunale di Torino che in un’ordinanza lo usò per qualificare una condotta
caratterizzata da una serie di azioni continuative, reiterate nel tempo, volte a creare danno al
lavoratore, alla sua salute e alla sua personalità. La fattispecie del mobbing è stata ricondotta nella violazione dell’art. 2087 del Codice
Civile che impone al datore di lavoro di adottare nell’impresa le misure e le tecniche necessarie per tutelare l’integrità fisica e personale del
lavoratore. Una sentenza recente del tribunale
di Forlì l’ha qualificato come una situazione
lavorativa di conflittualità sistematica, persistente, in costante progresso in cui più persone vengono fatte oggetto di azioni di contenuto persecutorio da parte dei colleghi di lavoro in posizione di superiorità gerarchica o inferiorità, o di posizione paritaria; condotte finalizzate a creare danno al lavoratore con la finalità di isolarlo dal contesto aziendale. Alcune
condotte sono ad esempio giuridicamente rilevanti, perché violano alcune disposizioni legislative, altre sono neutre, come il demansionamento, che fa riferimento alla violazione dell’art. 2103, ovvero l’attribuzione al lavoratore
di una mansione inferiore rispetto alla sua qualifica, fino a totale inattività, il sovramansionamento, il trasferimento illegittimo o il licenziamento illegittimo, fino ad arrivare alla molestia
sessuale, all’ingiuria, al divieto di accesso a
determinate aree dell’azienda.
Dott. Monaco, quando una persona subisce mobbing, dal punto di vista psicologico, quali sono le difficoltà che deve affrontare al di fuori del lavoro e cosa comporta
per la sua dignità?
Il mobbing produce danni alla persona di diverso genere, dal punto di vista clinico, si parla di
disturbo dell’adattamento, di uno stato depressivo maggiore, della sindrome ansiosa depressiva, di disturbo post traumatico da stress e di
una condizione di panico.
L’esperienza del mobbing, nell’individuo produce un senso di
instabilità, di precarietà del lavoro; la precarietà produce sfiducia su se stessi e sul futuro. Può
portare anche alla depressione,
dipende dalla reazione della
persona, e come risponde alla
condizione stressogena.
Nella sua attività si è trovato
a contatto con persone che
hanno subito mobbing?
Si, i danni erano seri sia dal
punto di vista clinico che esi-
stenziale e relazionale. Si comincia con il danno
nella famiglia: perché inizialmente hanno il
sostegno dei familiari, ma nel tempo anche
loro si stancano di ascoltare il dispiacere e la
sofferenza dell’individuo e la famiglia inizia a
sgretolarsi.
Anche perdere fiducia in se stesso, perdersi?
Si, non solo in se stesso, ma anche perdere
oggettivamente una serie di relazioni, portandolo ad un isolamento progressivo sociale serio.
On Bucci, la Regione cosa sta facendo per
regolamentare il mobbing in modo da evitare confusioni?
Nella scorsa legislatura, la Regione Lazio è stata
la prima ad aver presentato una legge anti
mobbing, che era poi la mia legge. È stata però
cassata perché andava ad insistere sul lavoro e
sulla sanità, competenze esclusive della
Regione. Abbiamo presentato di nuovo un'altra proposta di legge che è stata già approvata
in Commissione.
Dott. Cecchini, come responsabile nazionale per la Cisl, come si è organizzato per
difendere i lavoratori dal mobbing?
L’unica cosa che si può fare, visto che mancano leggi chiare, è proteggere il lavoratore al
massimo, intervenendo in azienda. E’ importante attenuare il problema sul nascere, capire
cosa succede, far muovere il sindacato che sta
in azienda se c’è, far intervenire il medico competente, l’RLS, l’esperto sindacale per la
626/94, guidare il lavoratore e consigliarlo. A
volte il lavoratore ingenuo in genere non legge
il contratto di lavoro che ha firmato. Quando
poi capitano queste cose, non sa mai come
comportarsi.
Adesso è il momento di parlare, assieme
alla Sig.ra Silvozzi, della sua esperienza
personale riguardo ad un episodio di
mobbing che è stata costretta ad affrontare nella grande azienda per cui lavorava.
Avvocati Lazzari e Rombolà
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romalive
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La mia esperienza è iniziata quando lavoravo
per un’emittente radiofonica nazionale molto
importante con sede a Roma dove dal 1990
ero l’assistente della direzione dei programmi.
Improvvisamente nel gennaio 2002, dopo una
riorganizzazione interna aziendale, vengo spostata in un altro ufficio, dove mi viene tolta la
e-mail personale, il budge per l’accesso agli
studi, tutto per evitare di avere contatti con gli
altri dipendenti. La mia figura viene così cancellata.
Cancellata nel senso che non occupava più
quel ruolo perché c’era qualcun altro?
Non formalmente, perché il mio lavoro veniva
smembrato in più persone. Dopo un primo
mese di assestamento, mi rivolgo all’ufficio del
personale, che era gestito dalla compagna del
presidente dell’azienda senza ottenere risposte
riguardo al demansionamento che ho subìto.
Come si è conclusa questa prima fase?
Con il mio allontanamento in un altro piccolo
ufficio e da tutti progetti lavorativi non facevo
nulla di specifico. Ho chiesto anche se tutto
questo era dovuto ad un mio errore lavorativo,
ma la risposta che ottenni fu solamente che
quell’ufficio doveva essere riorganizzato in quel
modo, nel 2002-2003. E’ capitato non solo a
me, ma anche ad altri colleghi. Infatti dopo il
cambio direzionale, del responsabile marketing
e del responsabile musicale dei programmi, i
diretti collaboratori sono stati demansionati,
spostati, subendo analoghe situazioni.
Dopo essere stati spostati, qual è stato il
passo successivo?
Personalmente, ho aspettato un periodo e poi
mi sono recata dall’avvocato per sapere come
mi sarei dovuta comportare.
Avv. Lazzari, secondo la sua esperienza si
può già parlare di mobbing in questa
prima fase?
No. Riguardo quello che ha raccontato la
signora Silvozzi descrive solo un demansionamento che riguarda la violazione dell’art. 2103.
Questo non è ancora mobbing.
Avv. Rombolà, non ci sono indizi penali?
In base al racconto della signora Silvozzi, non ci
sono ancora elementi rilevanti dal punto di
vista penalistico. Ricordiamoci che però nel
Codice Penale non esiste ancora il reato di
mobbing.
Cecchini, come poteva intervenire in questo caso il sindacato?
Cercando di stimolare i sindacalisti che sono
interni all’azienda, anche perché essere sindacalista non significa necessariamente essere
preparato sul discorso del mobbing.
Parlare anche con i titolari dell’azienda?
Si, sempre se sono disposti a parlare con i sindacalisti.
Dott. Monaco iniziano ad intravedersi le
prime situazioni che portano alla perdita
di fiducia in se stessi?
Si, ma non abbiamo ancora i danni da mobbing.
On. Bucci quando verrà approvata la
legge dal Consiglio Regionale?
A breve. Il punto saliente della legge è la formazione; un Osservatorio regionale sul mobbing e il supporto che possiamo dare al lavoratore con la presenza dei Centri Antimobbing
all’interno delle Asl.
Sig.ra Silvozzi: successivamente io ed altri colleghi nella stessa situazione abbiamo contatta-
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to il sindacato, tentando di aprire un dialogo
con l’azienda. L’unica risposta che abbiamo
ottenuto è stato il trasferimento a Milano.
Vi hanno trasferito con la stessa qualifica?
Solo io ho ricevuto una lettera dove venivo premiata ad una qualifica superiore, per andare ad
assistere il dirigente di Milano.
Arrivati a Milano cosa succede?
Abbiamo ricevuto una lettera i primi di maggio
2003 dove ci dicevano che dal 3 giugno
avremmo dovuto essere operativi a Milano:
avevamo quindi solo 30 giorni di tempo per
organizzarci. Abbiamo provato a trovare un
accordo con l’azienda, chiedendo un parttime, ma ci hanno risposto che le nostre capacità dovevano essere utilizzate per la riorganizzazione della sede di Milano. Ci siamo trovati
una camera in affitto e siamo andati a lavoro,
dove ci aspettava solo un tavolo ovale in un'unica sala riunioni, senza avere gli strumenti per
lavorare come il computer e il telefono.
Eravamo tre persone trasferite a 700 Km di
distanza, per non fare nulla.
Che cosa ha provato? Aveva ottenuto
almeno un aumento di stipendio?
No. Lo stesso stipendio per non fare niente. Ho
provato sgomento e ho perso fiducia in me
stessa e nelle mie capacità professionali. Avevo
anche la paura di non essere più in grado di
inserirmi in un ambiente lavorativo.
Dott. Monaco, la signora Silvozzi ha reagito, ma si rischia anche di cadere in depressione in una condizione simile, o sbaglio?
E’ da dire innanzitutto che, nel rapporto di
comunicazione tra un emittente e un ricevente, il lavoratore nella fase di demansionamento
si trova a dover combattere con un ricevente
muto, o ottiene solo risposte paradossali. Di
fronte a questo muro di gomma, dove parla
senza avere risposte, oltre allo sgomento può
cadere in una condizione di malattia che può
durare nel tempo.
Nel momento in cui si entra in un altro
contesto lavorativo, l’esperienza vissuta
precedentemente in che modo condiziona
la persona?
Non tutti siamo uguali e abbiamo le stesse reazioni, è importante il ruolo della famiglia che
deve essere istruita in caso di mobbing.
Avv. Lazzari, a questo punto del racconto
si può parlare di mobbing?
Sicuramente ci sono le condizioni per poter
impugnare le ragioni del trasferimento, visto
che in questo caso risulta essere illegittimo.
Infatti il trasferimento della sig.ra Silvozzi era
basato su un’esigenza organizzativa aziendale
in un'altra sede, ma abbiamo visto che concretamente non esisteva questa esigenza.
Perché non ha impugnato il trasferimento?
Si, l’ho fatto. Vorrei però evidenziare la condizione di una persona che è stata strappata alla
sua famiglia e dalla sua realtà, a 700 km di
distanza per non fare nulla e non sapere cosa
fare in una città che non tutti conoscono.
Vivere questo per 4 mesi, da giugno a settembre, è stato veramente difficile. Ho impugnato
il trasferimento, ma ho perso la causa nel
primo appello, momento in cui perdi la fiducia
in tutto. Poi nell’altro appello, fortunatamente,
sono stata reintegrata nella sede di Roma.
Cecchini per scrivere questa legge c’è
stato un dialogo oppure avete seguito
Dott. Monaco
percorsi diversi?
A metà. Personalmente ho molta fiducia in
questa legge, perché collaborando con la Cisl
del Friuli Venezia Giulia, che ha una legge da
circa 2 anni, ho appurato che le leggi regionali funzionano se vengono applicate bene.
Questa legge è identica a quella del Friuli?
Le leggi regionali si somigliano tutte.
On. Bucci: è chiaro che si prende spunto dalle
altre esperienze normative esistenti nelle altre
regioni, in alcuni casi si copia anche dall’estero.
Comunque oltre che sulla formazione, la legge
punta molto anche sulle figure che possono
dare supporto alla persona che ha subìto mobbing. Oggi circa 2 milioni e mezzo solo in Italia,
e sono dati attendibili grazie al lavoro
dell’Osservatorio. Una struttura paritetica dove
saranno presenti sindacati, esperti del settore,
organismi regionali, un ente in grado di fornire
risultati realistici. I tempi di approvazione della
legge saranno rapidissimi, i primi di Gennaio
dopo il bilancio, appena riprenderà il Consiglio,
la legge verrà messa all’ordine del giorno.
Anche se un dipendente dovesse vincere
una causa del genere, è come se non avesse vinto?
Avv. Lazzari: Si perché spesso un dipendente
vince la causa di mobbing solo in tribunale e
non in azienda, dove non gli vengono riconosciuti ancora i suoi diritti.
Questo perché la legge non è chiara?
Non credo sia per questo. Le sentenze e le condanne non ti permettono ovviamente di obbligare un datore di lavoro ad avere o a non avere
una determinata condotta nei confronti dei
propri dipendenti o colleghi. Esiste uno strumento per far si che ci sia ottemperanza da
parte del datore di lavoro, esiste nell’ordinamento francese e funziona con successo: è lo
strumento della condanna accessoria. Se il
datore di lavoro non rispetta l’ordine contenuto nella sentenza, viene condannato ad una
pena accessoria che viene liquidata in progressione, tot euro al giorno. Questo strumento
esiste già nel nostro ordinamento nella legge
sulle pari opportunità, ma non viene recepito
dai giudici. Bisognerebbe valutare poi se l’inottemperanza da parte del datore di lavoro
abbia o meno una valenza penalistica.
On Bucci, questo non compete alle
Regioni?
No. La regione non ha competenze riguardo
alla giustizia. Abbiamo comunque fatto un
passo avanti con l’Osservatorio che ad esempio
Ir
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monitora le aziende. C’è un’attenzione maggiore verso il problema. Esistono ad ogni legislatura diverse leggi sul mobbing che restano
ferme. Ho presentato recentemente una proposta di legge nazionale di iniziativa popolare
sul mobbing.
Cecchini, cosa Le era successo?
Il mio interessamento per il mobbing nasce
perché sono stato perseguitato da un’azienda.
L’età per cui una persona viene mobbizzata è
quando è troppo giovane per andare in pensione, oppure quando è troppo vecchia per
restare in azienda, l’età oscilla tra i 45 e i 55
anni. Ho scoperto che si trattava di mobbing
quando un mio collega mi mostrò un ritaglio di
giornale dove si parlava della prima proposta di
legge sul mobbing del 1996. Ho iniziato allora
ad agitarmi. Gli atteggiamenti persecutori che
ho subito sono diversi> venivo trasferito da un
ufficio ad un altro. Sono passato da un ufficio
molto grande ad uno piccolo e sporco; mi si
proibiva di girare in fabbrica e poi ogni tanto
mi domandavano “ma perché non te ne vai,
che ci stai a fare qui? Ma perché non la pianti
di rubare lo stipendio?” Allora non ero sindacalista, quindi mi sono appoggiato a loro,
quando neanche loro conoscevano la parola
mobbing.
Sig.ra Silvozzi ci vuole raccontare l’ultima
parte della sua avventura?
Nel settembre 2003 sono stata reintegrata
negli studi di Roma, ma sono stata messa in un
sottoscala, dentro una camera sporca, con difficoltà ancora più grandi: orari e turni assurdi
divisi tra me e la collega, per un anno intero,
ferie e permessi non concessi, ecc. Poi è iniziato uno stato di malessere che è andato peggiorando. Proprio in questi giorni il tribunale mi
ha riconosciuto il danno, ma non ho vinto
nulla, ha vinto l’azienda, perché mi sono licenziata nell' aprile del 2006.
Avv. Lazzari c’erano tutte le condizioni di
mobbing ma poi la vittoria è stata veramente come quella di Pirro?
C’è stato l’accertamento della condotta mobbizzante, riconoscendo anche il danno con un
risarcimento come per altre lavoratrici che sono
ancora interne all’azienda. L’azienda non ha
rispettato il risarcimento danni e noi ci muoviamo con gli strumenti legali che abbiamo. Resta
però l’amarezza di constatare che infine non si
ottiene nulla.
Avv. Rombolà, esiste una possibile tutela
penale per chi subisce comportamenti
Irene Silvozzi
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mobbizzanti e il titolare dell’azienda può
essere perseguito penalmente?
Si. Anche se non esiste il mobbing nel penale,
non significa che alcuni comportamenti non
possono essere perseguiti. Bisogna però verificare i comportamenti, gli effetti e verificare a
che tipo di reato appartiene. Recenti sentenze
hanno affermato che in questi casi il reato che
più si avvicina alla fattispecie del mobbing civile è il maltrattamento in famiglia “chiunque
maltratta una persona sottoposta alla sua
autorità è punita”. Ci sono anche le lesioni personali, colpose o dolose, basate su perizie
effettuate sulla persona che ha subito mobbing.
Sig.ra Silvozzi oggi cosa fa?
Lavoro in un altro ufficio, anche se quest’esperienza mi ha lasciato un segno. L’azienda di cui
parlavo, continua a fare mobbing.
Dott. Monaco alla fine la Sig.ra Silvozzi ne
è uscita?
Si, ma la spesa è stata enorme. Le perizie
hanno un prezzo. Sottoporsi ad una perizia,
essere costretti a raccontare la propria esperienza per essere creduti, non è semplice. Serve
coraggio.
Cecchini, queste grandi o medie aziende
creano situazioni di questo tipo? Cosa
vogliono ottenere?
Vogliono liberarsi di chi ha i contratti a tempo
indeterminato. Cerchiamo di opporci a questo.
Dopo l’esperienza che ho vissuto, oggi ho
ancora problemi di postura, agli occhi, dei
fischi fastidiosi alle orecchie dovuti allo stress.
Sogno ancora di litigare con qualcuno in azienda, ne soffro ancora psicologicamente. La
legge regionale è importante perché oggi esiste lo sportello antimobbing su base volontaria, ma domani sarà un ente istituzionale che
sicuramente mi proteggerà le spalle in queste
situazioni.
On Bucci: con lo sportello antimobbing e
l’Osservatorio, i comportamenti reiterati dell’azienda non potranno persistere. Si potrebbero
prevedere normative diverse, escludendo
magari queste aziende dai fondi regionali.
Sig.ra Silvozzi: nell’azienda dove lavoravo
sono state fatte oltre 30 cause per licenziamento ingiusto e per mobbing; possibile che
uno sportello mobbing che riceve tutte queste
segnalazioni non riesca a far nulla?
On Bucci: Oggi tutto cambia con la legge
regionale. Anche se non abbiamo la possibilità
di intervenire penalmente, abbiamo il vantaggio di analizzare comportamenti determinanti nelle cause di questo tipo.
Sig.ra Silvozzi: quale può essere un deterrente affinché un datore di lavoro non ripeta
azioni di mobbing sui dipendenti visto che
alcune, come la mia, hanno un forte potere
economico?
Cecchini: forse questo discorso è legato di
più ad una legge nazionale che deve diventare un deterrente per le aziende, e fare chiarezza ai giudici che si devono oggi arrampicare sulle sentenze esistenti. Bisogna innanzitutto chiarire cos’è il mobbing.
Direi che è necessario anche separare il potere politico dal potere economico e anche da
quello della magistratura. Quando si ha una
radio a livello nazionale che influenza politici
e sindacalisti, le leggi depositate in Parlamento vengono bloccate.
È successo anche con la legge della Regione
Lazio, che è stata bloccata da chi aveva un
potere economico.
E’ necessaria una separazione dei poteri.
Le micro realtà subiscono violenza da
parte del potere politico locale e non,
ricatti e altre formule. Devono pertanto
cavarsela con le proprie forze, trovando le
strategie opportune per reagire. Chi lavora veramente non è considerato in questo
paese. Sindacati e politici devono spogliarsi da altri legami e occuparsi della
gente e di chi lavora.
Avv. Lazzari per concludere, una parola di
speranza?
No, non voglio farlo, ma voglio evidenziare
come questo tipo di causa sia difficile da gestire a causa dell’equilibrio psicofisico proprio del
cliente, che risulta essere molto provato.
Un’ultima sentenza ha richiesto al lavoratore
che dice di essere mobbizzato, prove rigorose
del danno. Queste cause sono onerose a livello emotivo. Non è come essere violentati, ma ci
siamo vicini.
Sig.ra Silvozzi: E’ una depersonalizzazione.
Cecchini ha qualcosa da dire riguardo l’affermazione che ho fatto prima?
Preferisco di no, anche perché non condivido la
sua opinione.
On. Bucci: dobbiamo essere estremamente
attenti ai diritti dei cittadini, sono anni che mi
batto per far passare la legge sul mobbing.
Dobbiamo avere un grande impegno e una
coscienza che ci consenta di portare avanti proposte di legge sensate anche contro tutti, sperando di prendere più firme possibili per esempio per quella sulla legge nazionale, e presentarsi in Parlamento con una forza vera.
Siete tutti d’accordo che in Italia esiste la
questione dei poteri intrecciati?
Su questo c’è ancora speranza perché sono gli
uomini che possono cambiare le cose.
Come si può parlare di speranza quando
giudici come la Forleo e De Magistris che
fanno il proprio dovere vengono indagati
e messi a tacere?
Penso che da qui deve venir fuori il grido di
speranza di tutti noi per portare avanti iniziative importanti.
Con la separazione di questi poteri oppure no?
Cecchini: ho sempre fatto solo lo specialista,
oggi lo sono del mobbing e davanti altri discorsi mi tiro indietro perché non ne sono abbastanza cosciente, non voglio diventare un tuttologo.
Dott. Monaco: il problema è il prezzo da
pagare per chi subisce il mobbing e per il professionista che deve essere formato in materia.
On Bucci: su questo la legge della Regione
Lazio può dare un grande aiuto perché nei centri antimobbing ci saranno figure professionali
altamente specializzate; puntiamo molto sulla
formazione.
Sig.ra Silvozzi: le azioni di mobbing da parte
della mia ex azienda mi hanno voluto portare
al licenziamento. In tribunale ho vinto una
causa per mobbing, ma forse non è stata una
vittoria perché alla fine mi sono licenziata. E’
più difficile restare all’interno dell’azienda e
continuare a combattere per i propri diritti.
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SULLE ORME DI DON BENZI,
CONTRO LA PROSTITUZIONE
[ a cura di • Marta Cecchini ]
On. Elisabetta Gardini
Adulte, ragazze e bambine sulla strada, al
freddo, legate da un destino comune: lo
sfruttamento sessuale per denaro. Povere
stelle senza cielo dal triste passato alle spalle, ingannate dalla perfidia umana, che lottano ogni giorno per sopravvivere. Assieme a
loro, in prima fila, le associazioni umanitarie
che combattono con ogni mezzo a disposizione, sulle orme di Don Oreste Benzi, cercando di portare luce e speranza a tutte
quelle anime senza rifugio.
Ospiti in studio:
On Elisabetta Gardini, segretaria
Commissione Affari Sociali Camera dei
Deputati
Giampiero Cofano, responsabile antitratta
associazione Papa Giovanni XXIII
Francesco Carchedi, sociologo e ricercatore PARSEC
Eleonora Troiani, presidente cooperativa
sociale Impegno per la Promozione
Enza Pasconcino, responsabile Centro
Antiviolenza Provincia di Roma (Differenza
Donna)
Quando si parla di prostituzione, si deve
anche parlare di chi ha lottato contro
fenomeni di questo tipo. Mi riferisco a
Don Oreste Benzi, che abbiamo avuto il
privilegio di ascoltare in studio nel suo
32:romalive
1° Parte
ultimo
collegamento
telefonico.
Purtroppo è stato dimenticato in fretta
come tutti i giganti della storia, forse
perchè la storia di oggi ha bisogno solo
di mediocri. Giampiero Cofano, Don
Benzi aveva ancora tante cose da dire?
Ne ha dette tante e ha seminato tantissimo e
adesso sta a noi raccogliere i frutti di 40 anni
di semina, che ha lasciato Don Oreste a noi
membri dell’Associazione e di tutte quelle
presenti in Italia e nel mondo.
Francesco Carchedi, di che cosa si occupa
la PARSEC?
Di ricerca e interventi sociali, affrontiamo i
fenomeni dal punto di vista della strumentazione sociologica e del lavoro sociale.
10 milioni di clienti e 100.000 prostitute,
che effetto fanno?
Sono cifre molto alte.
Cofano: se moltiplichiamo le 4, 5 mila persone a Roma che sono sfruttate dal mondo
della prostituzione per 115 province in
Italia...si fa presto a raggiungere la cifra!
Eleonora Troiani, di cosa vi occupate?
Coordino il progetto vittime tratta, prostitute vittime del giro che non sono solo donne,
ma anche transessuali e uomini costretti a
prostituirsi e che provengono principalmente
dalla Romania, dalla Moldavia e dalla
Nigeria.
Enza Pasconcino, vi occupate soprattutto della violenza sulle donne.
L’85% delle donne che si rivolge al Centro
Antiviolenza della Provincia di Roma è vittima di maltrattamenti in famiglia, molto frequenti.
Crede che quelli che maltrattano le
mogli siano anche gli stessi che vanno
con le prostitute?
Si, perchè il cliente che si avvicina alla donna
gestisce un potere, è l’uomo che domina
quella relazione con il potere del denaro.
On. Gardini, lei si sta battendo contro il
fenomeno della prostituzione con vari
progetti di legge?
Il pensiero di Don Benzi, mi ha sostenuto nel
presentare un progetto di legge forte contro
la prostituzione, anche se farebbe sicuramente meno scalpore un progetto che al
contrario la voglia legalizzare e ordinare con
il pagamento delle tasse. Ma mi ricollego alle
parole di Don Benzi: il bene è bene, il male è
male. Oggi è un pensiero eversivo. È difficile
dire cosa è giusto e cosa non lo è, dobbiamo
trovare il coraggio di uscire dal pensiero
dominante che ci impedisce di riconoscere il
bene e il male, trovando il coraggio di dire le
cose più semplici, di buonsenso. Lo stesso
coraggio che aveva Don Benzi. Così ho presentato questa proposta, andando contro la
prostituzione, multando i clienti e le donne
che si prostituiscono per strada. Invece,
attualmente in Parlamento ci sono proposte
che vanno nell’altro senso.
Qual è la posizione dei politici? Sono 10
milioni di voti...
C’è difficoltà ad affrontare il problema,
quando si parla di politica al femminile, bisognerebbe che le donne si facessero carico di
affrontare questi temi, perche hanno più
sensibilità e più coraggio.
Ricordiamo le parole di Don Benzi sul
rapporto politica-prostituzione:
Conta chi ha molto denaro, contano quelli
che usano il potere per strumentalizzare (...).
Penso che i nostri parlamentari dovrebbero
rinunciare ai loro stipendi e andare a lavorare come tutti, il tempo lo troverebbero lo
stesso per fare le leggi e guadagnerebbero la
nostra fiducia Lo scandalo di oggi è che chi
non conta niente a livello economico, politico e sociale è come la zavorra che viene buttata via, questa è la causa della guerra permanente, una pazzia collettiva...
Don Benzi ha provato a presentare un
referendum...cos’ha fatto a Rimini?
Cofano: una legge di iniziativa popolare che
prevede la raccolta di 50.000 firme certificate. Noi, in 6 mesi abbiamo raccolto 140.000
firme, un numero importante, che è la manifestazione della volontà del popolo. A
Eleonora Troiani
E
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Enza Pasconcino
Rimini, collaborando con le forze dell’ordine
nel ‘97 abbiamo liberato in tre mesi 600
donne, sfruttate sulle strade d’inverno e
1200, in quello estivo. Per nove anni fino a
quest’anno la situazione si è mantenuta, non
c’è più sfruttamento sulle strade di Rimini.
Quindi Don Benzi andava nelle questure, avvicinava le prostitute cercando di
portarle fuori dal giro?
Ci sono 15 equipe per le strade d’Italia che si
muovono di notte e contattano le vittime
presenti, offrendo un’opportunità, una via di
uscita, cercando di organizzare la fuga.
Quando ci sono le retate interveniamo subito per proporre una nuova vita alle ragazze.
Sempre grazie al rapporto con le forze
dell’ordine?
Si, sono loro che governano il territorio e
decidono se risolvere o meno il problema
nella loro città.
Troiani: anche noi contattiamo in strada le
ragazze, facendo prevenzione in strada, per
diffondere la logica del rispetto del proprio
corpo, dal punto di vista della salute, anche
perchè dal primo contatto non sappiamo se
c’è sfruttamento o meno.
Dove e come agite a Roma? Quando una
persona decide di uscire dal giro, cosa le
offrite?
Il percorso è articolato, si tratta di inserirsi a
pieno titolo nella società e come ultimo
passo, offriamo a queste persone anche un
lavoro.
E chi non ha il permesso di soggiorno?
Giampiero Cofano
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Chi non ha il permesso di soggiorno può
ottenerlo grazie ad una legge nazionale, collaborando con la giustizia nelle indagini.
Prof. Carchedi, da un punto di vista psicologico, come si può aiutare una persona che ha subito violenza in strada? Vi
occupate anche di questo?
Si, ma lo fanno anche molte altre strutture a
Roma. Ce ne sono circa 40, tra servizi pubblici e organizzazioni come la nostra.
Quando si tratta di persone che hanno subito traumi così forti, l’aiuto che viene dato è
proporzionale all’entità del trauma: più il
trauma è forte, più è difficile riacquistare
autonomia. Quando i traumi sono minori, i
risultati sono maggiori. Ci sono anche dei
casi psichiatrici, pochi al momento, su cui si
sta cercando di trovare l’approccio adatto.
On Gardini, a che punto è il disegno di
legge da lei proposto?
Non è a nessun punto, perchè decidono i
capigruppo e il governo, in base a quello che
viene calendarizzato. Le proposte presentate
giacciono negli uffici del Parlamento e per
ora non vengono prese in considerazione.
Riguardo alle violenze che subiscono le
donne, soprattutto le straniere e le bambine,
non sarebbe necessario fare nuove leggi,
bisognerebbe applicare quelle esistenti.
Cofano, come le tengono in strada?
E’ terribile quello che accade loro, poi le
nigeriane sono le più maltrattate. Molte di
loro impazziscono perchè credono ai riti
woo-do, hanno un forte legame con la famiglia di origine, hanno paura delle ritorsioni,
tendono a pagare fino in fondo anche dopo
essere sfuggite dal racket. Hanno paura di
quello che può accadere loro, pagando un
debito molto alto. In strada succede di tutto.
On. Gardini: quando facevo anch’io il suo
lavoro, ho avuto occasione di ospitare e sentire le storie di queste ragazze.
Ma nessuno le ha risolte?
Il governo Berlusconi con il nostro Ministro
Stefania Prestigiacomo, ha avuto il merito di
fare una legge che riconosca come reato la
riduzione in schiavitù delle persone, una
lacuna che è stata colmata. Però vedo che
noi le leggi le abbiamo, ma restano carta
morta, perchè è più forte il pensiero dominante sulla droga e sulla violenza. Si sta a
guardare quando esistono leggi che dicono
che è reato, ma alcuni comportamenti di
oggi, ormai nessuno li mette piú sotto accusa. Quando si cerca di risolvere problemi
nelle città qualunque sindaco che prende
posizione forte, gli si da addosso, e solo perchè sta applicando le leggi!
Prof. Carchedi: dissentisco dall’Onorevole,
perchè in Italia, da una recente ricerca che
ho anche coordinato, ci sono circa 450 organizzazioni ed enti locali, che lavorano su quest’aspetto. C’è una legge, la Turco
Napoletano del ‘98, il Testo Unico sull’immirazione che, nell’articolo 18, assieme alla
legge che citavate prima, norma tutta la
materia della tratta. Producono ogni anno
circa 1800 fuoriuscite dalla prostituzione, di
cui circa 700 si trasformano in permessi di
soggiorno e in programmi di protezione
umanitaria che permettono a queste donne
di seguire percorsi specifici, per sganciarsi
dalla prostituzione. In italia ci sono molte
persone che lavorano nel campo e i risultati
si vedono. Mancano peró le risorse aggiuntive, per rendere queste iniziative progetti permanenti con prospettive a lungo termine,
rafforzando professionalmente le persone
che ci lavorano.
Cofano: in molti casi però, molte donne
nigeriane hanno difficoltà ad avere accesso
alla regolarizzazione e al programma di protezione.
On. Gardini: mancano programmi di prevenzione, vi faccio un esempio: riguardo alla
legge sull'infibulazione, hanno stanziato dei
soldi per curare le vittime senza prevenire,
informare, condannare e punire! Quello che
fanno le associazioni è sicuramente un lavoro straordinario, perchè ogni vita salvata è un
mondo salvato, e voi ne salvate tante. Ma
non basta solo accudire le vittime, bisogna
prevenire e reprimere!
Troiani: la prevenzione è importante, ma qui
si parla anche di una grossa collaborazione a
livello internazionale.
On. Gardini: e poi dopo averli presi, quanti
anni di galera gli danno?
Prof. Francesco Carchedi
Troiani: è un discorso in cui non mi vorrei
addentrare, perchè infatti le leggi ci sono ma
non vengono applicate come dovrebbero. A
volte capita che le ragazze abbiano timore a
denunciare la violenza subita. L’articolo 18
prevede che anche dopo il semplice racconto delle ragazze, con l’appoggio delle associazioni, si possa ottenere il permesso di soggiorno. Ma in alcune città questo non è fattibile.
Pasconcino, nel rapporto con le donne,
la legge le tutela?
Si, la legge c’è, ma viene interpretata dagli
uomini che hanno potere. È la società che è
ancora strutturata in un certo modo.
Per esempio la legge sull’ordine di allontanamento, prevede che il partner violento venga
allontanato dalla propria abitazione, ma
quante volte si applica? Perchè non si applica? Bisogna fare un discorso di prevenzione.
Come si previene la violenza in famiglia?
Cercando di insegnare ai ragazzi fin dalla
scuola inferiore a riconoscere la differenza
dei ruoli esistente da anni nella nostra società, che è strutturata su ruoli maschili. Si è
sempre avuta invece, nei secoli, una visione
del femminile in chiave negativa.
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CONSIGLIO REGIONALE INFORMA
LAZIO, PARERE POSITIVO AL PIANO TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ
Avviato l’esame al progetto di legge sulle organizzazioni
degli agricoltori e filiere corte
Maggior spazio agli “agricoltori custodi” per
la difesa delle specie vegetali ed animali del
Lazio a rischio scomparsa. Una carta dei servizi per la rete di 135 soggetti, pubblici e privati, che – anche attraverso la circolazione di
limitate quantità di sementi e materiale di
moltiplicazione – già operano nella conservazione e moltiplicazione delle razze, varietà e
“popolazioni” iscritte al registro volontario
nazionale. Prosecuzione del censimento delle
risorse genetiche (finora 138 quelle vegetali
e 25 animali più 413 in lista d’attesa), informazione agli operatori, incentivi alla vendita
diretta dei prodotti “autoctoni”, potenziamento del “campo catalogo” gestito
dall’Arsial a Capocotta per la conservazione
fuori dalle aziende e dei siti originari e biomonitoraggio dei suoli.
all’unanimità per l’approvazione definitiva da
parte della Giunta. Lo stanziamento per ciascuna annualità è stato previsto, nello schema al vaglio della commissione, in 150 mila
euro. Hanno partecipato alla votazione i consiglieri: Massimo Pineschi (PD), Ivano Peduzzi
(Prc), Domenico Di Resta (PD) ed Enrico
Fontana (Verdi), il quale ha chiesto all’assessorato all’Agricoltura che la commissione sia
in futuro aggiornata sul piano operativo
annuale.
Sono questi alcuni degli interventi previsti
dallo schema di “Piano settoriale per la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario” per il triennio 2007-2009 proposto dall’assessore Daniela Valentini cui la
commissione consiliare Agricoltura, presieduta da Mario Perilli (PD), ha dato via libera
A tale azione saranno infatti destinati ogni
anno 35 mila euro dell’intera somma prevista. Il piano – nel puntare alla redazione di
una “carta” della fertilità e biodiversità del
suolo laziale – prevede la messa a punto dei
dati analitici ottenuti nel precedente programma di monitoraggio, nonché la valuta-
zione di siti non ancora analizzati ricorrendo
anche all’estrazione di Dna.
La Commissione Agricoltura ha inoltre iniziato – nella medesima seduta – l’esame
della proposta di legge della Giunta regionale sulle “Norme sulle organizzazioni di produttori agricoli, sugli accordi regionali per
l’integrazione delle filiere e sulle filiere
corte”.
“Lo schema di delibera di Giunta – ha detto
Perilli introducendo la seduta – sottoposto al
parere della commissione è importante. Tra
gli interventi del piano si segnalano in particolare quelli per il biomonitoraggio, che rivestono uno specifico rilievo”.
SICUREZZA:
L’On. Laurelli si appella al Senato per il pacchetto Governo
“Gli stessi problemi che ci hanno
posto oggi i rappresentanti del XX
Municipio di Roma troveranno soluzione nel pacchetto-sicurezza in discussione al Senato. Rivolgiamo pertanto un appello ai senatori di maggioranza e di opposizione perché il
pacchetto-sicurezza sia approvato al
più presto. Il tema della sicurezza
non è ideologico, ma riguarda i cittadini tutti”. Con queste parole Luisa Laurelli, presidente della commissione Sicurezza e Lotta alla criminalità del Lazio, ha rivolto un appello
ai senatori perché non ci siano ulteriori ritardi nel varo del pacchetto
sicurezza del Governo, proprio mentre il Governo decideva di porre la
fiducia.
“L’importante è che il pacchetto passi, perché questo ci viene chiesto da tutti, e la politica deve dare risposte adeguate”.
Luisa Laurelli, assieme a Giovanni Carapella,
presidente della commissione Lavori pubblici,
ha ricevuto tutti i rappresentanti istituzionali
e dei comitati dei cittadini del XX Municipio
di Roma, dove esistono zone ad alta criticità
sotto il profilo della sicurezza, compresa l’area dove sorge il centro di produzione Rai di
Saxa Rubra.
Erano presenti i consiglieri Simone Gargano,
Francesco Lollobrigida, Ivano Peduzzi, Alessio D’Amato e il rappresentante dell’Osservatorio sulla sicurezza della Regione Lazio,
Edoardo Levantini.
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Appuntamento al cinema: le anteprime di gennaio
PLANET CINEMA
[ di • Francesca Colaiocco ]
Il sogno di Cassandra
(dal 13 gennaio al cinema)
Dopo “Match Point” e “Scoop”, Woody
Allen presenta un film drammatico ambientato ancora una volta a Londra. La storia racconta le vicende di due fratelli di origine proletaria, interpretati da Ewan McGregor e
Colin Farrell, e della loro relazione con una
giovane donna appena conosciuta che li
condurrà sulla strada del crimine e scatenerà
in loro una pericolosa rivalità. “Cassandra’s
Dream”, presentato fuori concorso
al Festival del cinema di Venezia, sottolinea la mediocrità e il vuoto esistenziale dei personaggi, questa volta
molto lontani da
quella “upper class”
tanto cara a Woody
Allen.
Lontano da lei
(dal 25 gennaio al cinema)
Quello di Fiona (Julie Christie) e Grant
(Gordon Pinsent) è un legame indissolubile:
alle loro spalle un matrimonio solido e pieno
di umorismo, basato sull’amore e sull’amicizia. Un giorno Fiona scopre di essere malata
di Alzheimer e si trasferisce in una casa di
cura specializzata: dopo un’esistenza passata insieme, la coppia è così costretta a separarsi. Per Grant è
come se mancasse
una parte importante di sé e non
riesce a immaginare una vita senza la sua donna
accanto. Nel frattempo Fiona co mincia a perdere la
memoria e si affeziona a un paziente della clinica.
La regia è della giovane Sarah Polley.
Un Cuore Grande,
[ di • Barbara Frascà ]
A Mighty Heart
Anno di produzione: 2007
Durata: 108’
Regia: Michael Winterbottom
Cast: Angelina Jolie, Dan Futterman, Will
Patton, Archie Panjabi, Jillian Armenante,
Irfan Khan, Denis O'Hare, Adnan Siddiqui,
Gary Wilmes
Produzione: Paramount Vantage, Plan B Entertainment, Revolution Films
Distribuzione: UIP
A pochi mesi dagli attentati dell’11 settembre 2001, l’inviato del Wall Street Journal,
Daniel Pearl e la moglie Mariane, anch’essa
giornalista, si trovano in Pakistan, ospiti a
casa di Asra Nomani, un’amica di vecchia
data e collega di Danny. A Karachi, Danny
stava lavorando ad un’inchiesta sui rapporti
tra i servizi pakistani e Al-Qaeda. Il 23 gennaio 2002 si reca a un appuntamento con un
personaggio legato alle frange più pericolose
dell’estremismo islamico, dal quale però non
farà più ritorno. Daniel sarà rapito e, dopo
Il club di Jane Austen
(dal 18 gennaio al cinema)
Sylvia è una donna in crisi dopo la fine del
suo lungo matrimonio e la migliore amica
Jocelyn, per aiutarla a superare il brutto
momento, decide di fondare un club di
appassionati di Jane Austen. Incontro dopo
incontro, la lettura e la discussione dei
romanzi diventa una piacevole scoperta dal
punto di vista umano. Pur essendo persone
molto diverse, i
componenti del
club si rendono
conto che ognuna
delle loro vite potrebbe essere una
rilettura in chiave
moderna di un
romanzo della Austen.
Film drammatico e
romantico per la
regia di Robin
Swic ord.
nove giorni, barbaramente ucciso con la
decapitazione. Il video della terrificante
scena, ripresa dai suoi aguzzini, sconvolgerà
il mondo intero. Sua moglie Mariane, dopo
aver dato alla luce il loro primo figlio tre mesi
dopo l'assassinio del marito, ha pubblicato
un libro drammatico ed emozionante sulla
vita di Daniel.
Nello strutturare il film, Winterbottom si è
attenuto perfettamente a quanto scritto da
Mariane Pearl nel suo libro.
Presentato Fuori Concorso a Cannes, lo scorso maggio, il film è interpretato da Angelina
Jolie nei panni di Mariane Pearl e da Dan
Futterman, nel ruolo di Daniel Pearl, è diretto
magistralmente da Michael Winterbottom.
Al regista riesce molto bene girare storie
drammatiche in stile documentario e per
aumentare il senso di realtà e verità, mantiene le sue troupe snelle, incoraggia i suoi attori a improvvisare e crea ambienti che somiglino il meno possibile a dei set cinematografici. Un film toccante con un’intensa Angelina
Jolie che all’annuncio della morte di Pearl, dà
un’ulteriore prova delle sue grandi capacità
di attrice. Consigliato.
Alvin superstar,
[ di • Marta Cecchini ]
Al cinema dal 18 gennaio
Vi ricordate i tre scoiattoli cantanti Alvin,
Simon e Theodore? Finalmente li vedremo
sul grande schermo scoppiettanti e stravaganti come sempre, la serie tanto attesa e
conosciuta in Italia come Alvin SuperStar o
Alvin Rock’ N’ Roll, dal titolo della famosa
sigla del cartone, cantata da Cristina
D'Avena, è stata trasmessa per diversi anni
su Italia 1 ed ha riscosso successi senza
paragoni, vendendo 43 milioni di album e
vincendo numerosi Grammy. Il film, che uscirà in Italia il 18 Gennaio con il titolo ALVIN
SUPERSTAR, è stato realizzato parte in animazione computerizzata e parte in live action
e racconta in modo ironico, originale e vivace
la storia dell’incontro tra l’umano Dave
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Seville e gli scoiattoli cantanti Alvin, Simon e
Theodor. La serie, prodotta dalla mente
geniale di Ross Bagdasarian, in onda negli
States sulla rete NBC e venduta in 100 paesi,
vede protagonisti tre scoiattoli, Alvin, Simon e
Theodore: il leader Alvin, energico e trascinante che il più delle volte mette tutti nei
pasticci; l'intellettuale e prudente Simon; il
goloso e sensibile Theodore, il meno coraggioso dei tre e infine l'umano Dave, il padre
adottivo che cerca di essere un genitore
modello single, anche se ha qualche problema a rapportarsi con Alvin. Per loro non è
solo padre, madre e amico confidente, ma
anche l'autore delle canzoni che cantano.
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“Due comici in paradiso”, il Parioli in delirio!
Esilarante e coinvolgente come sempre,
Biagio Izzo fa tremare le porte del Paradiso e
del Teatro Parioli. Perché in delirio? Perché si
ride veramente e non si riesce neanche a
riprendere fiato! “Due comici in Paradiso” è
una commedia spassosissima che sta facendo
il giro d’Italia, una commedia scoppiettante
che porta la firma dello stesso Izzo, insieme
con Esposito e Tabacchini. Ad affiancare il
comico napoletano, Claudio Insegno, Giorgio
Carosi e Teresa Del Vecchio, che fa la parte
dell’angelo custode di Izzo, con quella sua
vocetta stridula e la sua ridicola gestualità
comica. Un cast eccezionale accompagnato
da un corpo di ballo composto da sei fantastiche ragazze angeliche che ballano sinuosamente sotto le musiche di Alex Britti. Che succede quando anche in Paradiso si commettono degli errori? Chi ci rimette? E’ proprio quello che è accaduto all’angelo custode Angelo
Del Piano che, tra un sorso e l’altro e la testa
tra le nuvole, ha chiamato la sua anima,
Claudio Insegno, cinquant’anni prima rispetto
ai tempi stabiliti dal libro sacro della vita. Così
inizia la commedia: i due amici comici, Biagio
e Claudio, uniti da un unico destino per un
errore fatale commesso da un angelo, un po’
troppo distratto. Uniti perché Claudio deve
dimostrare al Padre Eterno, di avere una funzione essenziale per l’umanità, di essere utile
al mondo per la professione che esercita: l’unico modo per riparare all’errore e poter ritornare sulla Terra. Ecco che entra in scena l’amico Biagio, chiamato in cielo da Claudio, tramite sotterfugi e bugie dette “a fin di bene”,
per mettere su uno spettacolo teatrale che
faccia divertire veramente: un musical. Ma un
comico serve al genere umano? Ridere è così
importante? E’ vero che l’essere un attore, in
cielo, è forse meno importante del mestiere di
salumiere, che invece provvede alla distribuzione degli alimenti alla popolazione, ma nel
mondo di oggi ridere fa veramente bene alla
salute, visti i tanti problemi che l’uomo è
costretto ad affrontare giorno dopo giorno.
Una risata al giorno, leva il medico di
torno…questo è quello che i due comici cercheranno di dimostrare alla fine della commedia! Le risate dalla platea arrivano appena il
comico Izzo mette piede sul palco si rende
conto di essere morto: divertente, loquace e
burlone, non lascia al pubblico il tempo di
smettere di ridere a una battuta che scatena
una nuova risata e un applauso scrosciante,
tutti impazziti per la sua comicità napoletana!
E arriva a parlare della morte, cercando di
sdrammatizzare su un tema che fa paura a
tutti e che lui riesce a rendere semplice e
divertente, “un momento della vita – secondo
Claudio Insegno - che tutti vorrebbero non
arrivasse mai…o almeno il più tardi possibile!
Biagio ci fa capire che andare in Paradiso non
è la fine di tutto, ma l’inizio di una esilarante
avventura! Ed esorcizzerà la sua dipartita
facendoci ridere…anzi morire dal ridere!”.
Riletture...
Eric Hobsbawm, Il secolo breve, Biblioteca Universale Rizzoli
[ di • Fabio Zaccaria ]
La rilettura di questo mese ci impone un salto
indietro nel tempo, nel 1999 veniva pubblicato
per la prima volta in Italia il monumentale saggio dello storico inglese Eric J. Hobsbawm: Il
secolo breve, dal sottotitolo “l’epoca più violenta della storia dell’umanità”. Si tratta di uno
dei capisaldi della storiografia moderna, imperniato attorno al concetto di un Novecento definito “secolo breve” perché trascendente rispetto alla scansione temporale pura e semplice, e
in realtà compreso in un arco temporale che va
dal 1914, anno dell’esplosione della Prima
Guerra Mondiale, al 1991, anno del definitivo
collasso dell’Unione Sovietica, che esce dalla
scena delle grandi potenze mondiali con un
conseguente mutamento radicale di quello
schema bipolare che aveva caratterizzato gli
anni della guerra fredda. Nel testo, la struttura
del Secolo Breve appare come quella di un trittico, di una sorta di sandwich storico, come lo
definisce lo stesso autore: “A un’età della catastrofe, che va dal 1914 sino ai postumi della
Seconda Guerra Mondiale, hanno fatto seguito una trentina d’anni di straordinaria crescita
economica e di trasformazione sociale, che
probabilmente hanno modificato la società
umana più profondamente di qualunque altro
periodo di analoga brevità”. Una terza ed ultima fase, definita la Frana, individuata negli
anni che vanno dalla caduta del Muro di
Berlino, nel 1989, alla già citata implosione
dell’URSS, prelude all’avvento di un nuovo
secolo: imperniato su equilibri e conflitti figli di
un mutamento storico drammaticamente altro
rispetto al precedente. Indubbiamente, tra i
tanti pregi di una scrittura appassionata e
appassionante, che nulla emenda al rigore
scientifico pur mantenendo un registro godibilissimo, avvincente e divulgativo, vanno anche
considerate le illuminanti osservazioni sull’esito
politico e socioeconomico di questo periodo
chiave della storia recente: l’ironia della storia
abbattutasi sulla parabola del socialismo sovietico e non, l’analisi dell’incredibile sviluppo economico verificatosi tra il 1947 e il 1973.
Hobsbawm indica tre tendenze di fondo come
elementi caratterizzanti del Novecento: la fine
dell’eurocentrismo, il carattere sempre più unitario del mondo, la disintegrazione dei vecchi
modelli di relazioni umane e sociali, la rottura
dei legami tra le generazioni, specie nei paesi
avanzati; forse proprio a quest’ultima tendenza
è legato il carattere violento, "barbarico" (cioè
regressivo sul piano morale e della civiltà), che
a più riprese l’autore sottolinea come tratto
distintivo del periodo in esame rispetto al secolo che l'ha preceduto. Si tratta di una occasione per capire in profondità i nostri tempi attraverso la conoscenza di un passato la cui analisi
storica presenta incredibili difficoltà, tanto è
ridotto quel “distacco” temporale che solo può
permettere allo storico di guardare con occhio
quanto più possibile obiettivo ai fatti. Ed ecco
che entra in gioco la capacità di fare storia
basata certo sulla conoscenza del dato, ma
anche e soprattutto sulla sensibilità dell’uomo,
sulla passione dello studioso. Una passione che
lo porta a superare i canonici limiti della noiosa
elencazione di fatti, ne è esempio tangibile
(uno dei tanti), che lo studioso dedichi un intero capitolo a uno degli aspetti più rivoluzionari
del Novecento: la musica.
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TEATRO
[ a cura di • Marta Cecchini ]
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arte a Roma
[ a cura di • Francesca Colaiocco ]
Le stelle del cinema in mostra a Villa Borghese
Fino al 13 gennaio 2008, il Museo Carlo
Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese presenta un’esposizione delle fotografie realizzate
dal celebre Timothy Greenfield-Sanders, per
la prima volta in mostra a Roma. “Movie
Stars”, organizzata nell’ambito della seconda edizione della Festa Internazionale del Cinema di
Roma, è una selezione di
cinquanta ritratti in bianco e nero e a colori che
hanno come protagonisti
le icone del cinema contemporaneo dal 1976 ad
oggi.
Tema particolarmente caro a Timothy GreenfieldSanders è quello dell’identità dell’artista ma
anche del soggetto rappresentato e della stessa
opera d’arte. Tra le fotografie in mostra, di piccole e grandi dimensioni, leggendari registi come Orson
Welles, Alfred Hitchcock,
Spike Lee e il celebre
quanto solitario Woody Allen, immortalato
appositamente per l’esposizione romana. La
mostra rappresenta non solo la storia del
cinema ma anche il suo presente e il suo
futuro, con una serie di scatti dedicati a per-
sonaggi forse meno conosciuti ma sicuramente apprezzati, ad esempio quelli dei registi e sceneggiatori statunitensi Darren Aronofsky e Wes Anderson.
Numerosi anche i ritratti degli attori, come
quelli che rendono omaggio alla sensualità di
Nicole Kidman, al fascino di Julianne Moore,
all’eleganza di Rachel Weisz e all’estro di
John Malkovich. Accanto alle star internazionali, un posto speciale è riservato ad una
delle nostre migliori interpreti: Valeria Golino. Timothy Greenfield-Sanders possiede la
grande capacità di entrare in sintonia con
l’“oggetto” della propria arte: il suo modo
di “ascoltare” non si ferma in superficie ma
cerca di comprendere il senso profondo di
ogni persona, per poi trasmetterlo allo spettatore. Il risultato è un’immagine di grande
forza psicologica in cui l’eleganza estetica è
accompagnata da una grande qualità tecnica.
Le fotografie in esposizione provengono
dalle principali istituzioni culturali internazionali, come il Museum of Modern Art, il Metropolitan Museum of Art, il National Portrait
Gallery e il Museum of Fine Arts di Houston:
una testimonianza del successo che le immagini di Timothy Greenfield-Sanders riscuotono in ogni parte del mondo.
Giuseppe Gallo:
orgoglio della Nuova Scuola Romana
Fino al 3 febbraio 2008, il MACRO (Museo
d’Arte Contemporanea Roma) presenta una
mostra dedicata ad uno dei protagonisti della
Nuova Scuola Romana: Giuseppe Gallo.
L’esposizione comprende un’ampia raccolta di
disegni, dipinti e sculture che ripercorrono l’intero percorso artistico dagli esordi fino ad
oggi, tanto che alcune opere sono state realizzate appositamente per la rassegna romana.
“Il lavoro di Giuseppe Gallo - spiega il curatore della mostra Danilo Eccher - spesso oscilla fra gli azzardi innovativi e sperimentali di
una narrazione coraggiosa e i classicismi di un
linguaggio virtuoso, fra le analisi chimiche di
un cromatismo ‘alchemico’ e la stabilità di
pratiche artistiche note. Tutto ciò contribuisce
a determinare un quadro complesso nel suo
rapporto con la ‘contemporaneità’”. L’esposizione del MACRO comprende opere storiche
e inedite realizzate a partire dal 1998: tra queste, il ciclo di 12 dipinti ad olio “Le dita della
mente”, dedicato ai mesi dell’anno, e la serie
scultorea “Prismi”, riproduzione di un gruppo
di maschere rituali e teatrali di bronzo acqui-
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state dall’artista durante uno dei suoi viaggi.
“Io cerco un modo di lavorare che non sia finito. Mi sento come una madre che mette
al mondo un figlio senza commettere
l'errore di volerlo possedere, ma lasciandolo completamente libero; un quadro, quando lo realizzo, deve avere la
possibilità e la potenzialità di generare
altre cose, altre idee”, spiega Giuseppe Gallo. Le sue opere sono caratterizzate da una grande ironia che gli permette di sperimentare linguaggi innovativi senza perdere di vista le tecniche
e i materiali classici. Ricorrenti gli elementi simbolici, soprattutto numeri,
foglie e figure, che hanno la funzione
di accennare a malapena un significato lasciando spazio all’interpretazione
del pubblico.
Gallo utilizza sp esso la pratica
della frammentazione, sia nelle figure
che nel colore. In particolare, il
colore è considerato come simbolo
ed espressione della materia ed è
spesso posto in risalto attraverso i forti contrasti generati dall’uso di ruggini e ossidanti.
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MALASANITÀ: una vita rovinata
La signora Giuseppina Cardillo racconta la sua storia a Romalive
[ a cura della • Sergio Di Mambro ]
Giuseppina Cardillo, ci racconta la sua
esperienza?
Facendo prevenzione come tutti gli anni, e
come faccio ormai da 10 anni, ho scoperto
d’avere un carcinoma. Mi sono operata e ho
subìto una quadrante. Ho fatto chemio e
radioterapia, con relativo svuotamento ascelSig.ra Cardillo
lare, ovvero lo svuotamento dei linfonodi
ascellari. Erano 19, tutti indenni e la mia patologia odierna è che sono affetta da linfedema.
Dopo l’intervento cosa le hanno consigliato di fare?
La classica posizione della formichina verso il
muro, mentre invece quando vieni
operata ai linfonodi ascellari sei soggetta ad una manutenzione dell’arto,
che è una ginnastica particolare. In
più hai necessità di fare massaggi linfodrenanti e relative manutenzioni di
quest’arto.
Sono trascorsi due anni. Oggi
come si sente?
Sto bene, faccio dei follow up, ovvero dei controlli ogni 6 mesi, ma sono
molto arrabbiata perché il mio arto
non è più quello di un tempo.
dottore e l’altro perché nessuno ti spiega che
con un braccio in queste condizioni non puoi
più fare le cose che facevi prima, come portare a passeggio il cane, fare l’uncinetto o prendere piatti dal forno e, soprattutto, scrivere a
mano o al computer. Per cui la patologia che
subentra la devi solo tenere; non puoi più fare
nulla. Vi posso assicurare che facendo parte di
un’associazione che fa volontariato, l’
A.N.D.O.S (Associazione Nazionale Donne
Operate al Seno) vengo a conoscenza di persone con arti grossi come zampe di elefante.
Per quanto riguarda l’asportazione dei linfonodi ascellari, se fossi stata nell’incoscienza e
nell’ignoranza, oggi non sarei qui. Purtroppo,
dopo essermi informata, ho capito che era
possibile evitare lo svuotamento ascellare. Chi
mi legge, se è un chirurgo o un medico di
coscienza, può capire ciò che sto dicendo.
Quanto meno se i linfonodi sono indenni si
può asportare solo il linfonodo sentinella e
basta.
Uscendo dall’ospedale si è sentita
abbandonata?
Mi sono dovuta barcamenare tra un
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Bau & Miao:
la Rubrica
degli Animali
[ a cura di • Marta Cecchini ]
Inchiesta RANDAGISMO 2° parte
Per capire a fondo il fenomeno del randagismo, abbiamo intervistato Andrea Cristofori, responsabile del settore randagismo
della sede territoriale di Roma della LAV
(Lega Anti Vivisezione), la principale associazione animalista in Italia che si batte da
anni contro lo sfruttamento degli animali,
cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica e di migliorare la legge in materia di
diritti degli animali.
Quali sono gli ultimi dati sul randagismo come business?
In riferimento alla mappa sul randagismo
regionale, secondo il Ministero della Salute
in Italia ci sono 990 tra canili e rifugi,
640.000 i cani randagi, di cui 180.000 nei
canili e 1.290.000 gatti randagi. Un'analisi
più approfondita del fenomeno, accerta
che i cani vaganti in Italia sono di almeno
1 milione, di cui 550.000 ricoverati presso
canili per un giro d'affari stimato dalla LAV
di circa 500 milioni di euro all'anno, una
cifra che spesso non corrisponde a strutture adeguate né a un corretto mantenimento degli animali. Su 283 canili nazionali, è
stato trovato un tasso di illegalità del
13%, Tra gli illeciti più frequenti: canili
sovraffollati, carenze di cibo/acqua, strutture fatiscenti, carenze igienico-sanitarie, elevata mortalità dei cani, soppressioni
mascherate dalle ASL come eutanasie, maltrattamenti, scarse adozioni, decessi non
denunciati ed ancora, reati contro l’ambiente, la pubblica amministrazione, malversazioni, distrazioni e truffe ecc. Ma non
bisogna sottovalutare altri fattori che alimentano ulteriormente il randagismo,
come il commercio di animali, l’importazione di cuccioli dall’estero, la vendita ambulante o occasionale, le nascite incontrollate,
la mancanza di sterilizzazione e le carenze
degli organi deputati al controllo.
Ci può raccontare come si svolge la sua
giornata tipo?
Difficile a dirsi, seguo amministrazioni
comunali, provinciali e quella regionale,
svolgendo per loro consulenza gratuita,
indicando come e quando muoversi sui
diversi problemi connessi al randagismo,
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scrivendo o modificando proposte di legge,
ordinanze e delibere. Mi rapporto con le
forze di polizia, con i volontari e gli uffici
legali per le varie segnalazioni e per i procedimenti penali ancora in corso. Indico
alle sedi locali della LAV e ai volontari come
muoversi nei vari problemi in materia di
animali. Mi occupo personalmente di investigare sui canili lager della Provincia di
Roma e con grande difficoltà su quella di
Frosinone, Rieti e Viterbo. Il tutto con l’ausilio di telefono e mail.
Perché, secondo lei, si arriva ad abbandonare un animale?
Per la scarsa sensibilità per la sorte dell’animale: è come uccidere. Infatti una persona
in grado di abbandonare un animale, è
potenzialmente in grado di fare qualsiasi
cosa. Stiamo parlando di menti malate
sotto molti punti di vista.
La legge prevede che le associazioni
animaliste curino e controllino i canili
pubblici e privati, perché questo spesso
non avviene?
La legge prevede che siano Comuni ed Asl
a curare e a vigilare, ma i comuni non s’interessano della cosa e delegano tutto alla
Asl. La stessa, spesso collusa, ha comunque
nel canile il ruolo di controllore sull’intera
struttura e provvedere alle cure e alle sterilizzazioni che per legge dovrebbe fare sugli
animali ricoverati. Ovviamente non facendo lei per prima i compiti assegnati per
Legge, come si può pretendere che si auto
denunci? Le associazioni che per legge
dovrebbero svolgere un ruolo di supporto,
fanno molto più del dovuto, ma le amministrazioni e le Asl tentano di tutto per ostacolarle.
Ci sono proposte di legge in corso per
evitare un incremento del fenomeno?
Ce ne sono molte al vaglio della Regione
Lazio, ma attualmente ne sono state prese
in esame solamente due. Una vede come
promotori, consiglieri di sinistra e di destra,
maturata sull’esperienza di Comuni,
Province e della Regione e sostenuta da 14
associazioni animaliste, fra cui la LAV;e l’al-
tra firmata solo da due consiglieri di estrema sinistra e sostenuta da una piccola
parte dei Servizi Veterinari. Ovviamente la
vera svolta per l’animalismo sarebbe che
passasse quella sostenuta trasversalmente
dalle forze politiche e dalla LAV.
Cosa si deve fare se si trova un cane o
un gatto per strada?
Toglierlo dalla strada e provvedere immediatamente, se ferito, a portarlo in una
struttura sanitaria. Contattare il Comune e
la Asl competente per avere informazioni.
Ovviamente risponderanno che dovete
cavarvela da soli! Vaccinate il cane e se non
potete tenerlo trovate un amico o una pensione a prezzi contenuti. Promuovete le
adozioni rivolgendovi ad amici e familiari in
tutte le maniere possibili. Per le adozioni
potete chiedere informazioni ad associazioni animaliste serie e specializzate, accreditate su internet. Animali abituati ed accettati dal quartiere, vanno tuttavia, vaccinati,
sterilizzati ed assistiti in libertà, possibilmente lontani dai centri abitati.
Che cosa può fare il cittadino più
volenteroso contro il randagismo?
Non comperare animali, ma adottarli al
canile. Invitate gli amici e i parenti ad adottare un cane al canile. Fondamentale per
contrastare alla radice il fenomeno del randagismo è evitare di far riprodurre il proprio
cane. I cuccioli che nasceranno, infatti,
condanneranno ad una vita da canile
altrettanti animali già nati e richiusi in gabbie che sono in attesa di essere adottati.
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BACHECA ANNUNCI
Giggetto è un gatto molto dolce, abbandonato per strada ed ora aspetta una famiglia
tutta per lui!!!!
CANILE MURATELLA
lun/ven 10-17, sab 10-13, dom chiuso
349 /3686973 ore 10-18, sab. ore 10-14
escluso festivi oppure 0667109550
matricola 1627-07.
4 cucciole di solo 2 mesi, trovate disidratate,
magre e con una paura folle di chi si avvicinava.
Hanno conosciuto solo la paura e non conoscono l'amore. Verranno di taglia media/piccola
13/14 kg. Sono a Napoli, ma le portiamo ovunque! 3355670234 3470521990 3473538275
http://www.aiutiamofido.org/
E’ stata abbandonata 2 volte, prima in strada, poi
la coppia cui era stata affidata ha deciso che, con
l'arrivo del loro bebè (n.b. la signora era già incinta al momento dell'adozione), non ci fosse spazio
per questa tenerissima cucciolotta e quindi l’ha
rispedita al mittente! Ha quasi 5 mesi, taglia
media, è vaccinata e sverminata, di buon carattere, affettuosissima e giocherellona. 348-5416226
Bellissima cucciolona maremmana da adottare. E' una dolce creatura, timida e discreta che aspetta pazientemente che qualcuno
si accorga di lei.
392/2887834 347/7819982
Black ha tre mesi, abbandonato vicino ad
un cassonetto. Non si è più mosso da lì....
Per ripararsi dal freddo si infila sotto il cassonetto e ci dorme. Sverminato e vaccinato, diventerà una taglia media contenuta.
Cerca una casa accogliente. Da Caserta lo
portiamo in tutta italia.
Claudia 3392898344
Hektor è un tenero cagnolone dal cuore d’oro
che viveva libero in un parco di Roma, ma
qualcuno gli ha procurato delle gravi lesioni
fisiche, per le quali è stato ricoverato in canile
d’urgenza. Ora si trova in una triste gabbia.
Docile e coccolone, ha ancora fiducia nell’uomo. Canile di Roma muratella matricola
554/07. Rita 333/2729049; 349/3686973
Sani e vaccinati, sia rossi che bianchi anche
con PELO LUNGO, PERSIANI o similpersiani.
Affettuosi e in cerca di qualcuno che ci
prenda con se. CHIAMA Dolly, che, per
ragioni economiche, non può più tenerci
anche se ci ama molto. Per favore, non
mandarci per strada! Dolly 328 8482439
Stefania - 329 8606542
Regalo cuccioli di 1 mese trovati abbandonati vicino un cassonetto in via di Porta
Medaglia. Regalate una chance a questi
adorabili cuccioli!
Mirella 3334561232
Sandro è un cane Bovaro del Bernese.
Buono, coccolone e posato, nonostante la
sua stazza gigante. Ha passato tanti anni rinchiuso in un box del canile…venite a liberarlo!
RIFUGIO EX POVERELLO, 349/3686973 acceso ore 10-18, sab. ore 10-14 escluso festivi
Cinzia 349/8408046
INVIACI SEGNALAZIONI, SMARRIMENTI O ANNUNCI PER ADOZIONI A
[email protected]
E NOI PROVVEDEREMO AD INSERIRLI NELLA BACHECA ANNUNCI DEL PROSSIMO NUMERO.
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Rieti: incontro su accesso al credito
da parte delle imprese
Agevolare le imprese nell’ottenimento del
credito in un momento cruciale per l’economia della provincia di Rieti, è l’obiettivo dell’incontro “Riallineamento dei consorzi e
delle cooperative di garanzia con il sistema
bancario” promosso dalla Camera di commercio locale e dall’Abi (Associazione bancaria italiana) tenutosi il 30 Novembre presso
Villa Potenziani.
“Abbiamo sentito l’esigenza di organizzare
questo appuntamento - spiega il presidente
della Camera di commercio di Rieti, Vincenzo Regnini - sia perché Basilea 2 ha riscritto
le regole dell’accesso al credito che entreranno in vigore tra poco più di un mese e le
imprese locali, nella maggior parte dei casi
piccole e piccolissime, rischiano di rimanere
escluse dai finanziamenti bancari o di ottenerli a tassi ritoccati al rialzo, sia perché
localmente proprio in questi mesi si stanno
muovendo importanti canali di finanziamento attraverso strumenti che vanno dal piano
di sviluppo rurale al sistema produttivo locale per l’innovazione ed è importante che il
mondo bancario sia vicino alle imprese e alle
istituzioni pubbliche”.
Presenti all’incontro, oltre a V. Regnini, Pietro
Modiano, direttore generale di Intesa San
Paolo, Ernesto Ghidimelli, responsabile Credito ed incentivi di Confcommercio, Gianfranco Castelli, consigliere di Fidindustria Lazio
(Assindustria), Claudia Pepoli, direttore di
Confidi Lazio (Federlazio), Leopoldo Facciotti
del Comitato coordinamento Fedart e infine
Roberto Grassa responsabile del settore
Credito Confidi.
l’On. Francesco De Angelis
Missione in Montenegro per esportare
sistema distretti industriali
Sviluppo, cooperazione e internazionalizzazione, sono i temi al centro del forum per le piccole e medie imprese che conclude la missione
di due giorni (19-20 novembre) della Regione
Lazio in Montenegro. La missione, organizzata
da Sviluppo Lazio, rientra nel progetto “Reset
D”, un piano di interventi finanziato dall’Unione europea a cui partecipano anche la regione Basilicata, Romania, Montenegro, Serbia e Bosnia Erzegovina. A Podgorica, gli imprenditori laziali hanno incontrato esponenti
del governo montenegrino e operatori economici per approfondire opportunità di collaborazione e di partnership tra i distretti e i sistemi locali di impresa. I settori interessati dal progetto rientrano tra le principali voci dell’interscambio con le Repubbliche balcaniche: agroalimentare, ambiente, ricerca, informatica, egovernment e commercio.
“Il Montenegro - ha spiegato l'Assessore
regionale a PMI, Commercio e Artigianato
Francesco De Angelis - è un Paese strategico
per esportare il sistema laziale dei distretti
industriali. Siamo qui anche per testare le
opportunità offerte dall'accordo di libero
scambio sottoscritto con la Federazione
Russa, che offre la possibilità di accedere ad
un mercato di 150 milioni di persone, senza
barriere doganali. Un'attenzione che è in
linea con le recenti politiche di sostegno
adottate da Bruxelles, che ha avviato un processo di associazione e di stabilizzazione con
la giovane Repubblica montenegrina”.
“L'Italia - ricorda l’On. De Angelis - è il principale partner commerciale del Montenegro,
con scambi che in alcuni settori superano il
40% del totale. Anche da un punto di vista
politico, la recente costituzione di un'Ambasciata a Podgorica, ha rafforzato le relazioni
tra i due Paesi. La Repubblica del Montenegro
ha, in questa fase, tutte le caratteristiche per
attrarre una politica di cooperazione allo sviluppo e di collaborazione della marca laziale”.
L'economia montenegrina è in buona salute:
crescita del Pil al 7%, inflazione al 2,8%, disoccupazione ai minimi storici, boom negli
investimenti esteri. A dare il via alla cooperazione, la firma dei protocolli d’intesa LazioMontenegro, l’11 Dicembre a Roma.
Un’immagine del Montenegro
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l’Oroscopo
Buon Compleanno Capricorno!
Il Capricorno occupa lo spazio dello Zodiaco compreso tra il grado 270 e il grado 299. E' attraversato dal Sole tra il 22 dicembre e il 21 gennaio di
ogni anno. I Capricorno sono persone introverse,
tranquille, prudenti in ogni azione ed estremamente egocentriche. Si tratta di una forma di
autodifesa nascente dalla consapevolezza che per
sopravvivere è necessario contare soprattutto
sulle proprie forze. Il tempo è il loro grande alleato ed apporta ai nativi sempre la giusta ricompensa. Sanno persistere negli sforzi, non contano
mai sull'aiuto di altri e si predispongono sempre
ad affrontare anche le esperienze negative. Non
amano aggredire i propri simili. Sono arroccati
sempre in una posizione di difesa dalla quale
osservano il mondo, diffidando un pò da tutti e
preparando un'efficace reazione per ogni impresa.
Possono diventare vendicativi se subiscono un
grave torto o una malvagità. Nei rapporti con il
prossimo sono leggermente calcolatori anche se
[ a cura di • Shanty ]
con diplomazia mascherano in qualche modo tale
atteggiamento. Sono portati per lo studio delle
scienze esatte. In amore sono sensuali ma molto
controllati. Al segno Capricorno corrisponde simbolicamente la X Casa che inizia con il Medium
Coeli. Il segno e/o i pianeti che si trovano in prossimità di questo punto cardinale, secondo per
importanza dopo l'Ascendente, indicano il compimento individuale, in particolare la sua espressione più evidente è la carriera. E' la casa da cui si
deduce lo status sociale e professionale, il rapporto tra vocazione e realizzazione. Ove essa sia particolarmente favorevole può indicare l'eccezionalità, talvolta la fama. Nella maggiornaza dei casi
rappresenta l'indipendenza, la misura in cui ad
essa teniamo, il modo in cui siamo portati a realizzarla. La tradizione collega questa casa con la
madre, con lo spazio che essa occupa nella nostra
esistenza.
Previsioni astrologiche per il mese di gennaio
ARIETE
Con una bella Venere che vi guarda dal Sagittario il vostro umore
può volgere al sereno. Anche Mercurio dal 9/01 vi sostiene e illumina la vostra
percezione della realtà. Sono favorite le amicizie.
LEONE
Aspettatevi un regalo importante
con questa Venere che fino al 24/01
vi guarda benevola dal segno del
Sagittario. Con Nettuno contrario, attenti a non
inseguire le chimere!
SAGITTARIO
Con Venere nel segno fino al
24/01 potete permettervi tutto.
Andate all'estero per lavoro, per
imparare una lingua o divertirvi un pò. Concedete il vostro cuore ad uno straniero oppure ad uno più giovane, comunque molto
diverso da voi.
TORO
Continua l'influsso di Saturno in buon
aspetto dalla Vergine. Ora anche
Giove vi sostiene con un'eccezionale
Trigono dal Capricorno: siete quindi nelle migliori condizioni per prendere una decisione positiva. In amore, nelle spese di lusso, negli investimenti. Viaggiate, vi farà bene!
VERGINE
Continua l'influsso di Saturno nel
vostro segno ed ora anche Giove vi
guarda benevolo dal segno del Capricorno. I due pianeti amplificano l'influenza
positiva e vi dicono di prendere in considerazione una nuova proposta, da approfondire.
CAPRICORNO
Giove vi sostiene generosamente e
dal 25/01 anche Venere è nel vostro segno. Godete pienamente dei
favori che le stelle vi elargiscono, facendone
partecipi familiari ed amici.
GEMELLI
Amministrandovi con saggezza,
sostenete l'ingresso di Marte retrogrado negli ultimi gradi del segno.
E' il risveglio delle vostre energie nascoste,
trovatele uno sfogo anzitutto nei rapporti verbali.
BILANCIA
Le ultime decadi si trovano sotto
l'influsso di Marte dai Gemelli e
Nettuno dall'Acquario. Siete certamente i portatori di nuove idee e i pionieri di
una Nuova Era. Attenzione però a Giove contrario, tenete a freno la lingua!
ACQUARIO
Mercurio nel Vostro segno dal
9/01 vi influenza in modo positivo, consigliandovi di mostrare nel
lavoro tutta la vostra preparazione. Le stelle
vi aiutano a collaborare con gruppi avanzati
nelle idee.
CANCRO
Giove in opposizione dal segno del
Capricorno vi induce alla cautela
nel lavoro e nelle finanze, settori
nei quali intervenire efficacemente. Evitate di
giudicare in modo poco prudente.
SCORPIONE
Mese positivo grazie ai vari trigoni che si accalcano sul vostro cielo natale. Gli astri in buon aspetto
vi rendono facile ciò che fino a ieri non lo
era. Un consiglio? State lontani dai pettegolezzi.
PESCI
Siete in grado di far fronte con efficienza alle difficoltà dovute all'influsso contrario di Saturno che,
inevitabilmente, cominciano a manifestarsi nella vita di relazione. In amore comportatevi
con la necessaria gentilezza, senza imporre al
partner ciò che non gradisce.
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Analisi dei simboli astrologici
I glifi dei pianeti hanno, con tutta probabilità, un'origine post rinascimentale, risalgono quindi ad un'epoca abbastanza recente, considerando l'origine storica dell'astrologia. Quelle dei luminari, invece, sono antecedenti, anche se la loro configurazione non era esattamente uguale a quella attuale.
Tutti i simboli planetari sono riconducibili ad un alfabeto o ad una combinazione di
tre glifi:
Il cerchio-Sole è luce, spirito, messaggio divino, interiorità, luce dell'anima, pura essenza
dell'Io. Il punto al centro è l'origine di tutte le
cose, è l'amore universale che si espande.
Il semicerchio-Luna è anima, principio emotivo,
recezione dell'eterno.
La croce-Terra è materia, ciò che si deve
trasformare.
Attraverso la combinazione di queti tre elementi, sono stati ricavati tutti i glifi dei pianeti, la cui
configurazione sintetizza in modo peculiare le loro principali significazioni.
Mercurio
Venere
E' formato da tutti e tre gli elementi. La percezione sensoriale e l'abilità di collegarsi all'ambiente
controllano la pura essenza dell'Io e la materia.
Essi posso legarsi armoniosamente tra loro, trasferendo intelligenza e messaggi divini o, disarticolandosi, agire solo superficialmente attraverso
la furbizia e la menzogna.
Lo spirito domina la materia: l'amore in tutte le
sue espressioni diventa atto benefico dello spirito
che agisce sul corpo. L'individuo usa la materia
come mezzo di elevazione verso lo spirito. La disarmonia tra i due elementi può muovere l'attenzione verso il puro interesse materiale, disgiunto
da una vera finalità d'amore, oppure può inibirlo
portandolo verso la rinuncia.
Marte
Giove
L'attuale freccia è una trasformazione del simbolo iniziale della croce, per cui la materia è
sopra lo spirito. La freccia asimmetrica può sbilanciare la direzione dello spirito, può condurre
all'errore, creare conflitto o interesse per la sola
materia. Diversamente, legandosi più saldamente allo spirito, può diventare volontà,
coraggio ed eroismo.
L'anima domina la materia elevandosi. L'Io si
espande negli altri e nell'universo. Cerca un legame con il divino (religione) con i popoli (filosofia)
e con il prossimo (generosità, giustizia).
Saturno
La materia domina l'anima. Determina la contrazione dell'Io fino ad un distacco introspettivo
che può assumere valenze positive o negative.
Nettuno
La percezione sormonta la croce che poggia
sullo spirito. La materia interposta, ispirata dalla
coscienza divina, può liberarsi verso l'alto, captando i messaggi sottili. La mezzaluna è completamente rovesciata come un'antenna. I messaggi recepiti attraverso lo spazio sono veritieri
quando sono in sintonia con la luce della
coscienza universale.
Urano
Plutone
Il simbolo di Urano raffigura la lettera "H": tale lettera si riferisce all'astronomo Herschel che ha scoperto il pianeta nel 1781. Il simbolo sembrerebbe
non avere nulla a che fare con gli elementi cerchio e
croce che abbiamo visto essere costitutivi dei simboli
degli altri pianeti.
Come Mercurio è formato da tutti e tre i simboli
ma in frequenza diversa. Lo spirito domina la
materia attraverso l'anima. Un cerchio è al di
sopra, ma isolato, non in contatto con gli altri due
elementi. E' necessaria, quindi, una profonda trasformazione dell'individuo per ascendere verso il
divino e questa deve compiersi mediante un grosso processo creativo.
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CONSIGLIO REGIONALE INFORMA
SANITÀ: S. LUCIA, SARÀ RICONOSCIUTA SPECIFICITÀ IRCCS
Canali e Milana: già in Finanziaria potrà essere inserita norma ad hoc
“La Comissione Sanità darà massima attenzione a tutti gli atti relativi al piano di rientro
sanitario presentati entro il 31 dicembre e, se
necessario, adotterà tutti i provvedimenti
idonei a risolvere i problemi palesati quest’oggi dall’Irccs Santa Lucia”.
Con questo impegno ufficiale del Presidente
Luigi Canali (Pd) e con gli attestati di solidarietà da parte di tutti i commissari presenti, si
è conclusa l’audizione presso la Commissione Sanità del direttore generale della
Fondazione Santa Lucia, Luigi Amadio, intervenuto alla Pisana per denunciare “l’equiparazione dell’Irccs a semplice casa di cura convenzionata” sul fronte della ripartizione delle
risorse erogate dalla Giunta regionale, lamentando di conseguenza “una decurtazione complessiva pari a 25 milioni di euro di
minori entrate per gli anni 2005, 2006 e
2007”. Tagli che potrebbero, sempre a detta
di Amadio, determinare un conseguente ridimensionamento della struttura e degli attua-
li livelli occupazionali. Rispetto a questa vertenza, la Fondazione ha già presentato al Tar
del Lazio due ricorsi per chiedere l’annullamento, previa sospensiva, delle delibere regionali contestate.
genza di maggioranza e opposizione nel
voler trovare un percorso che di fatto diversifichi il finanziamento agli Irccs, riconoscendone la specificità, anche in sede di approvazione della prossima legge finanziaria”.
“Non vorremmo – ha dichiarato Massimiliano Maselli (Udc) - che il mancato commissariamento della Sanità Regionale passi
sulla pelle di un prestigioso istituto come il
Santa Lucia, al primo posto in tutto il centro
sud per indice di produttività scientifica”.
All’audizione ha partecipato anche il
Presidente del Consiglio Regionale, Guido
Milana (Pd), intervenendo a sua volta a
sostegno dell’Istituto di ricerca.
“Ci troviamo innegabilmente di fronte ad
un’emergenza, che rischia di danneggiare
chi fa della qualità il proprio marchio di garanzia, sia presso le istituzioni che presso i
cittadini. Mai come stavolta, noto la conver-
SANITÀ.
Kpmg conferma: il piano rientro deficit procede bene
delegato di KPMG
(società di revisione
incaricata dal Ministero dell’Economia
di verificare i conti
della sanità laziale),
nel corso dell’audizione presso la Commissione Sanità del
Consiglio Regionale,
presieduta da Luigi
Canali (Pd).
“La ‘determinante’ del piano sanitario 2007
è stata mettere in ordine i conti, per invertire
la rotta e gli interventi strutturali effettuati
sino ad ora cominciano a dare i primi risultati”. Così ha Franco Masera, amministratore
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Secondo il manager
della KPMG, infatti,
“rispetto alle difficoltà riscontrate un anno fa
nel mettere mano ai dati storici e alla complessità della macchina amministrativa, oggi
osserviamo un notevole miglioramento nell’organizzazione della Sanità Regionale. Per il
2008, la Regione si sta muovendo in una
logica di capillarizzazione di intervento: monitoraggi di spesa più capillari, riferiti alla singola offerta di servizio del sistema, in contrasto con la logica dirigistica degli anni precedenti”.
Masera ha concluso il suo intervento ricordando che “lo scarto tra i dati regionali sul
disavanzo e quelli di KPMG è dovuto alla differente previsione della spesa farmaceutica”.
Durante la stessa audizione i dirigenti dell’Assessorato alla Sanità, Paolo Artico e Alessandro Correani, hanno elencato gli interventi e le misure previste per ridurre l’extradeficit sia rispetto al 2007 sia nell’arco di
tutto il piano triennale fino al 2009.
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