La Croce - Marcia per la Vita

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La Croce - Marcia per la Vita
#quotidiano contro i falsi miti di progresso
| Martedì 12 maggio 2015
TESTIMONIANZA |
IO, MAMMA E SENTINELLA
A UN INCONTRO GENDER
Strattonata tra il bisogno di parlare e il dovere di ascoltare
di Monica Redini
M
etti che un sabato pomeriggio di
calura decidi che è giusto non godersi il bel tempo, il mare, i fiori ed
i profumi di maggio, ma essere presente, in
ascolto, in piazza, per capire chi e come vorrà essere educatore di tuo figlio.
Siamo a Pisa, piccola città della Toscana di
90.000 anime.
Pisa ha aderito al progetto “Educare alle differenze”, nato a Roma nel settembre scorso.
Tra le associazioni promotrici la Casa della
Donna di Pisa, appunto, e numerose associazioni LGBTQ (Lesbian, Gay, Bisexual, Trans,
Queer) tra cui a titolo di esempio (è questo
sì che mi ha colpito fin da subito!) il Circolo Mario Mieli e l’associazione il Cassero di
Bologna.
Perché penso subito a queste due associazioni come “Educatori”? Perché leggo e approfondisco sui loro siti web e la loro pagina
facebook.
E sì, andare alle fonti, sempre alle fonti,
no slogan, no idee preconfezionate calate
dall’alto…
Leggo da “Elementi di critica omosessuale”
di Mario Mieli:
«(…) tutte le cosiddette “perversioni” fanno parte della sessualità infantile (sadismo,
masochismo, coprofilia, esibizionismo, voyeurismo, omosessualità ecc.). In effetti, «la
disposizione alle perversioni è l’universale
disposizione originaria della pulsione sessuale umana, dalla quale si sviluppa il comportamento sessuale normale in seguito a
mutamenti organici e a inibizioni del processo di maturazione». Tra le potenze inibitorie
che limitano la direzione della pulsione sessuale stanno fondamentalmente “le impalcature sociali della morale e dell’autorità”.
La società repressiva e la morale dominante
considerano “normale” soltanto l’eterosessualità – e, in particolare, la genitalità eterosessuale. La società agisce repressivamente
sui bambini, tramite l’educastrazione, allo
scopo di costringerli a rimuovere le tendenze sessuali congenite che essa giudica “perverse” (e, in realtà, si può dire che ancor oggi
vengano considerati “perversi” più o meno
tutti gli impulsi sessuali infantili, compresi quelli eterosessuali, dal momento che ai
bambini non viene riconosciuto il diritto di
godere eroticamente). L’educastrazione ha
come obiettivo la trasformazione del bimbo,
tendenzialmente polimorfo e “perverso”, in
adulto eterosessuale, eroticamente mutilato
ma conforme alla Norma.
(…)
valori cristiani e che li accompagni in un percorso di fede.
No, ma dai, approfondisci ancora, conosci le
persone…
Ecco che rinuncio al mio sabato di riposo,
cerco di sistemare i figli al meglio e rivedo i
miei programmi, vado in piazza ad ascoltare,
a vedere…
I promotori pisani di Educare alle differenze
hanno organizzato un pomeriggio di giochi,
fiabe e dibattito nel centro città.
Molti amici mi sconsigliano (ho partecipato
alla veglia delle Sentinelle in Piedi del 5 Ottobre scorso a Pisa, tristemente saltata agli
onori della cronaca, oggetto di un’interpellanza parlamentare e di indagine da parte
della Questura per il configurarsi del reato
penale di violenza privata).
Gli esponenti di questa sorta di “contromanifestazione” non autorizzata sono tra gli
aderenti del progetto “Educare alle differenze”…
Pisa è una piccola cittadina ed è facile capire
come il mio volto sia noto a questi simpaticoni (del resto in piazza siamo stati tutti
schedati con foto e video e qualcuno ci ha
lasciato con un di poco buono auspicio “tanto ti ritrovo!”).
Nei giorni a seguire la veglia qualche luminare pisano (cattolico adulto) ci ha appellato
come personaggi di poca umiltà, “altezzosi
e quasi indifferenti alla vita che scorre intorno”, dicendo anche che “quando si è convinti di aver troppa ragione, si finisce con non
ragionare più” …
di Giuseppe Brienza
S
i è conclusa con uno straordinario successo di popolo, proveniente dall’Italia
e dal mondo, la quinta edizione della
V “Marcia Nazionale per la Vita”, tenutasi
questa domenica a Roma in un afoso pomeriggio a tutti gli effetti estivo. La cifra dei
partecipanti, diffusa dalle autorità e ripresa
anche da agenzie accreditate come “Adn
Kronos”, è di oltre 40 mila partecipanti, tra i
quali moltissimi giovani, famiglie, sacerdoti,
religiosi e religiose.
L’anno scorso, sempre nel mese di maggio,
erano stati sempre 40 mila quelli che avevano sfilato a Roma per la “Marcia Nazionale
per la vita”. Alla quarta edizione di questa
iniziativa pro life “senza se e senza ma”, il
corteo partì nella mattinata di Domenica e
si chiuse in piazza San Pietro, per il saluto
di Papa Francesco. L’aver confermato questo 10 maggio gli stessi numeri del 2014 è
stato sicuramente un successo per gli organizzatori, considerando che l’orario di convocazione della quinta Marcia era un po’ infelice (le 14), e il percorso destinato non ad
abbracciare il Pontefice, ma a sentire un discorso della portavoce della Marcia, Virginia
Coda Nunziante, in un palco nascosto nella
poco prestigiosa area parcheggio di piazza
Bocca della Verità.
avanti. Questa Domenica il Papa ha rivolto
un saluto ai manifestanti durante il “Regina
Coeli”, ma quasi 2 ore prima che la Marcia
iniziasse. L’invito, poi, è stato quello all’unità,
considerando che nel comitato organizzatore ci sono stati “sfilacciamenti” e incomprensioni. «È importante collaborare insieme per
promuovere la vita», ha raccomandato Francesco e, sinceramente, ci pare di dover rivolgere questo appello anche al Movimento
per la vita italiano, la cui promozione dell’evento e rappresentanza “in Marcia”, diciamo così, non è che sia stata così evidente….
Non sono mancati invece tanti meravigliosi
volontari delle centinaia di Centri e Servizi
di Aiuto alla Vita d’Italia (i c.d. CAV e SAV)
che, in effetti, “tirano la carretta” ogni giorno per cercare tra mille problemi e difficoltà
di salvare concrete vite umane innocenti di
bimbi concepiti (e, con loro, anche le rispettive madri).
L’anno scorso, poi, Bergoglio scese fra i partecipanti, marciò un po’ con loro e, con parole non di circostanza, li incoraggiò ad andare
È quindi sceso anche quest’anno senza troppa attenzione della politica e dei grandi media il sipario della quinta edizione di questa
kermesse che, nata in sordina nel 2011, è
partita Domenica alle ore 14.00 da via della
Conciliazione, per concludere il suo percorso come detto in piazza della Bocca della
Verità, cioè nel centro storico di Roma. La
prima “Marcia Nazionale per la vita” si era
tenuta 4 anni fa nel piccolo centro di Desenzano del Garda, in provincia di Verona,
vedendo solo un centinaio di partecipanti,
laici e religiosi e, fra questi ultimi, una nutrita
schiera dei Frati Francescani dell’Immacola-
affitto è da condannare.
di “quasi” approvazione.
Noto che i volti di agnello si trasformano in
lupi e le parole non suonano più dolci, ma
vengono scagliate con una malcelata rabbia.
Una biondina in evidente stato interessante
accompagnata dalla sua “fidanzata” (?) afferma che perlopiù coloro che ricorrono a
queste tecniche sono eterosessuali e che
ormai è noto, perché ci sono molti studi
scientifici, che un bambino cresce benissimo
all’interno di una coppia dello stesso sesso.
Continua il dibattito e noto come un tizio
sulla sessantina continui a parlare fissandomi, non abbasso lo sguardo, anzi, lo fisso
dritto negli occhi, sorridendo...
ta, allora guidati dal fondatore padre Stefano
Maria Manelli. Anche quest’anno la schiera
più consistente di religiosi che si è vista alla
Marcia è stata quella dell’Istituto “commissariato” da ormai due anni dal cardinale João
Braz de Aviz, prefetto della “Congregazione
per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società
di Vita Apostolica”.
ziante, nel discorso di chiusura, ha evidenziato «Il rifiuto categorico di ogni compromesso che non riguarda solo l’aborto, ma si
estende ad ogni forma di violazione della
legge morale, perché questa legge morale,
la legge divina e naturale, non conosce eccezioni, è assoluta, in quanto inscritta nella
coscienza di ogni essere umano».
Le finalità della manifestazione, risuonate
nelle testimonianze e nei discorsi, sono rimaste quelle delle origini della “Marcia per
la vita”, quando cioè a guidare il movimento
c’erano, fra gli altri, i giornalisti ed attivisti
pro life Francesco Agnoli ed il compianto
Mario Palmaro. Quindi «testimoniare l’amore
per la vita, dal suo concepimento alla morte
naturale, senza compromessi».
Con Lei e tutti gli organizzatori della prossima Marcia, che è stata preannunciata a Roma
per la seconda domenica di maggio 2016, ci
uniamo per rivolgerci «a tutte le madri d’Italia e del mondo per dire loro: ribellatevi a
questa cultura di morte, ribellatevi a questa
dittatura del relativismo e del nichilismo. Alzate la bandiera della vita spirituale e morale. E voi, padri di queste creature innocenti,
non rassegnatevi, non rendetevi complici di
questo delitto, combattete con noi per cancellarlo dalla storia».
Alla manifestazione sono intervenuti anche
dall’estero, in particolare una nutrita delegazione dei movimenti pro-vita e pro-famiglia
della Romania, che hanno vivacizzato la
Marcia persino con una banda di orchestrali,
tutti giovani ed entusiasti.
Alla mobilitazione romana, dopo il clamoroso appoggio ricevuto dal Papa l’anno scorso, sono arrivate molte adesioni dal mondo
della Chiesa “ufficiale”, sebbene i vari cardinali e vescovi abbiano partecipato soltanto
“in pectore”. Eccezion fatta per il patrono
del sovrano militare Ordine di Malta, Card.
Raymond Leo Burke, che è un “habitué” della manifestazione.
Altre benemerite iniziative – ricordiamo tra
le molte la marcia di Biella e quella di Palermo – hanno chiamato nelle scorse settimane a raccolta credenti e non per questa
grande battaglia in difesa della vita umana
innocente. A quando un impegno corale di
tutta la comunità cristiana della nostra Italia? Solo con l’unità di intenti (e di organizzazione) potremmo tentare di trasformare
quella che è al momento una “resistenza” in
una controffensiva. Prossimo appuntamento
in questo senso, il 13 giugno a Roma: Palalottomatica. Noi collaboratori e lettori de “La
Croce” ci saremo tutti! n
La portavoce nazionale Virginia Coda Nun-
Sono sola, nessun accompagnatore, nella
“tana del lupo”…
Poche persone in cerchio, una ventina che
poi diventeranno alla fine una trentina, soltanto persone che hanno aderito al progetto.
Scorgo subito alcune facce note di quella
tragica domenica di veglia del 5 Ottobre e
percepisco che anche loro mi hanno riconosciuto.
È beh, accipicchia, non è difficile capire che
un po’ come mamma mi preoccupo…
Secondo la “professoressa” anche Papa
Francesco (che all’interno del dibattito definiscono “Autorità”, come se fosse un esponente politico o un personaggio carismatico… e vaglielo a spiegare chi è il Papa per un
cattolico!) è caduto nella rete di questi pochi, pochissimi, “ultratradizionalisti” e quindi
si sta chiudendo…
Sono cristiana, cattolica, e credo che sia
lecito e legittimo che educhi i miei figli ai
Un incoraggiamento innervato di una raccomandazione è giunta da Papa Francesco ai 40mila
manifestanti che domenica hanno sfilato nelle strade di Roma in difesa della vita e contro le leggi che
la minacciano. Serve dunque coesione per essere incisivi sulla sordina dei media. Più uniti si può
E, dunque, anche stavolta non rinuncio ad
ascoltare di persona, mettendoci la faccia.
Non ho nulla da temere, sono lì ad ascoltare con rispetto, pronta a tendere una mano
(checché ne dica il luminare ed i suoi adepti!).
E ancora, vedo foto blasfeme di una festa
organizzata al centro il Cassero di Bologna,
dove individui travestiti da Gesù sono in pose
sado-maso con il Crocifisso e propongono lo
“sbattezzo” ovvero (secondo loro) il recesso
(quasi fosse un contratto commerciale!) dal
Sacramento del Battesimo.
«È importante #collaborare»
Beh, non sono né altezzosa né indifferente
e al contrario di lui e di altri ci metto sempre la faccia, ma non dietro due righe su un
giornale, ma nella quotidianità, nella vita,
testimonio con le Sentinelle e sono pronta
ad ascoltare l’altro, senza pregiudizio, con
umiltà e sincero interessamento.
Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro
Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente
libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo
alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a
viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore
con loro. Per questo la pederastia [nota 88:
Per pederastia intendo il desiderio erotico
degli adulti per i bambini (di entrambi i sessi) e i rapporti sessuali tra adulti e bambini.
Pederastia (in senso proprio) e pedofilia vengono comunemente usati come sinonimi.] è
tanto duramente condannata: essa rivolge
messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza,
educastra, nega, calando sul suo erotismo la
griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe il bambino al periodo di
latenza; ma il periodo di latenza non è che
l’introduzione mortifera all’ergastolo di una
“vita” latente».
Non mi sembra proprio che coloro che si rifanno alla figura di Mieli, accettandone idee
e diffondendole, possano essere educatori…
MARCIA PER LA VITA |
Pochissime notizie concrete sul progetto in
sé, tante raffazzonate parole sull’inesistenza
della teoria del gender che, però, ci tengono a precisare, non ha nulla a che fare con
il loro progetto di “inclusione” (ma se non
esiste, perché precisare?!).
Ecco poi che una “sembra referenziatissima professoressa” spiega che la fonte dello
scontro è papa Benedetto XVI con un suo
discorso del 2012. Insomma, il papa si è inventato la teoria del gender e alcuni credenti creduloni ne sono spaventati a morte e per
questo si stanno dando da fare per osteggiare i progetti scolastici nei quali si parla d’identità di genere (ma state tranquilli, tiene a
precisare la prof, sono pochi , una minoranza
del mondo cattolico…).
Faccio fatica a non urlare, tengo stretto nella
mano il Crocifisso e mi dico che sono lì per
ascoltare.
Intanto, si susseguono interventi sui diritti degli omosessuali ed apriti cielo quando
uno di loro afferma che i diritti prevedono
responsabilità e che la pratica dell’utero in
Approfitto della bagarre per dire alla principale relatrice dell’incontro, una psicologa
dell’AIED (Associazione Italiana Educazione
Demografica), che non mi pare che ci sia una
totale inclusività delle idee e dei valori e le
mostro il Crocifisso.
Come sono inclusa io, come sono rispettata?
Come lo sono i miei figli? Le dico che non
approvo il contenuto dei suoi insegnamenti
in materia di affettività e di educazione sessuale, ma che io non le impedisco di insegnare, non le “tappo la bocca” con ingiurie,
ma che pretendo di educare i miei figli a valori diversi. Dopo lo sconcerto iniziale, non
trovo risposta, ma di fronte alla mia pacatezza e al mio sorriso ottengo un mezzo sorriso
Finalmente l’incontro finisce, saluto cordialmente le relatrici… ma ecco che subito vengo fermata da una ragazza sulla trentina…
Mi guarda, mi chiede “ma tu il giorno della
veglia delle Sentinelle eri in piazza con loro,
ma non eri con loro, giusto? Stavi facendo
soltanto le foto!” (quel giorno, infatti, avevamo deciso che io facessi il reportage fotografico e che non “sentinellassi” con il libro).
La guardo dritta negli occhi e nonostante
l’aria minacciosa le rispondo “Sì, facevo le
foto, ma ero con loro! Sono con loro! Veglio
anch’io da sentinella!”.
La ragazza si agita e con disappunto mi chiede che cosa ci faccia lì. Si avvicina un suo
amico, un grande figuro…
Un’amica mi vede e si avvicina, ha paura
per me, le dico di rientrare tranquillamente a casa, sono serena, sono nella Verità e
non sono affatto sola (più tardi al telefono
mi offenderà per il mio “ingenuo” atteggiamento!).
meriggio, senza codazzi di personaggi rumorosi, senza provocazioni.
Trascorro con i due ragazzi una quarantina
di minuti…
Alle fonti, sempre alle fonti!
Mi rendo conto come siano vittime di slogan
del pensiero unico, come abbiano le idee
confuse su chi sono le sentinelle, sui diritti,
sulla libertà di espressione….
Con pacatezza e istinto materno (eh sì, è un
mio difetto, mi sento sempre la mamma di
tutti!) li invito ad andare sempre alle fonti, sì
le fonti! A non farsi calare abiti e idee (non
dicono di combattere gli stereotipi?!).
A riflettere….
Chiedo loro se quel giorno in piazza a sbraitare contro chi vegliava pacificamente in
silenzio non abbiano perso un’opportunità,
l’opportunità di usare la loro testa, l’opportunità di ascoltare davvero per cosa vegliano le sentinelle (il discorso del portavoce era
stato coperto da urla e offese).
Faccio loro notare come io rispettosamente
li abbia ascoltati durante il dibattito del po-
Chiedo se sembra loro di aver rispettato chi
ha un’idea diversa dalla loro o se invece non
abbiano a loro volta discriminato e se anche
oggi avvicinandosi a me con fare minaccioso
non abbiano cercato di discriminarmi perché
portatrice di idee diverse… Non ero lì forse
in minoranza?! Non ero lì forse l’anello più
debole?! Non avrebbero dovuto mettere in
pratica quel loro progetto di non discriminazione?
La ragazza sembra capire e dice al ragazzo
che quel 5 Ottobre hanno sbagliato…
Li saluto, li invito ad andare alle fonti, sempre, abbraccio la ragazza e le do un bacio
sulla guancia.
Il pomeriggio si è concluso, “ho combattuto
la buona battaglia”… n