Città di Sesto San Giovanni

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IL PRESIDENTE
riferisce : “Do la parola al Segretario Comunale per l’appello.”
Il Segretario Generale procede con l’appello nominale
Presidente: “21 presenti. La seduta è valida. Iniziamo la serata con l’ascolto
dell’Inno.”
Viene eseguito l’Inno Nazionale.
Presidente: “Grazie. Buonasera. Inizio subito con una comunicazione d’ufficio,
prima delle interrogazioni e interpellanze, visto che sono solo due. Il Gruppo
consiliare DS comunica che sono stati nominati capogruppo e vice capogruppo i
seguenti Consiglieri: capogruppo Olga Talamucci, vice capogruppo Stefania Di
Pietro.”
Le interrogazioni o interpellanze che sono all’O.d.G. la prima, quella della Cons.
Pellegrini datata 10.5.2005, riguarda la chiusura di alcuni reparti dell’Ospedale di
Sesto e la loro successiva riapertura. Siccome so che la risposta è arrivata in
serata, nel senso che la Consigliera non l’ha ancora vista, però le do la parola per
presentare l’interrogazione, poi do la parola al Sindaco per una risposta verbale.
Prego.”
Cons. Pellegrini: “L’interrogazione riguarda la chiusura e l’accorpamento, seguita
dopo alcuni giorni dalla riapertura, di alcuni reparti, due di Medicina e due di
Chirurgia, e Terapia intensiva e Cardiologia, dell’Ospedale di Sesto. In effetti altre
volte è successo che reparti venissero chiusi, magari un po’ meno repentinamente
e forse con qualche comunicazione in più al personale. Il mio intento era capire se
la direzione ospedaliera in qualche modo avvisa il Sindaco, come autorità sanitaria
della città, di queste chiusure e se non lo fa chiedevo che s’impegnasse la
direzione ospedaliera a comunicare queste chiusure, anche perché il comunicare
le chiusure o gli accorpamenti vuol dire in qualche modo costringere a un minimo
di programmazione, che invece qui sembra mancare totalmente. Da qui la mia
interrogazione. Grazie.”
Si dà atto che entra la Consigliera Tabacco.
PRESENTI : N. 22
Presidente: “Grazie, Cons. Pellegrini. La parola al Sindaco.”
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Sindaco: “Effettivamente all’Ospedale di Sesto sono in corso una serie di lavori di
ristrutturazione che riguardano vari reparti e vari piani. Per questo sono stati chiusi
e poi riaperti alcuni di questi. Non eravamo stati preventivamente informati, nei
giorni successivi a quando abbiamo appreso la notizia, però, l’Ass. Pozzi e il
sottoscritto siamo stati all’Ospedale, ricevuti dal dott. Spata, abbiamo visitato una
parte dell’Ospedale, quella in cui sono in corso i lavori di ristrutturazione. Questi
lavori continuano perché sono ancora per una certa parte in corso, quindi avranno
ancora diversi mesi di tempo per concludersi. Dato che eravamo sul luogo, l’Ass.
Pozzi ed io abbiamo parlato con il Dott. Spata per quanto riguarda tutto il lavoro
che era stato fatto in questi mesi circa le conseguenze per il nostro Ospedale, che
possono derivare da un lato dalla decisione rimarcata di andare alla costituzione di
una Fondazione per l’Ospedale che, come dire, è il capogruppo della nostra
azienda ospedaliera e per la formazione della Provincia di Monza. Si è convenuto
che avremmo ripreso adesso, con la costituzione della nuova Giunta regionale e
con la nomina del nuovo Assessore regionale alla Partita, il lavoro che era iniziato
prima e abbiamo chiesto anche un contributo tecnico. Pozzi ed io abbiamo chiesto
all’Ospedale in sostanza un contributo tecnico in questo cammino, perché accanto
alle decisioni squisitamente politiche, occorre avere tutta una serie di informazioni
e scambi di opinioni tecniche. Credo che ci sia stata da parte di Spata la
disponibilità, naturalmente sentito l’Assessore regionale, a partecipare a questo
confronto. Noi lo riprenderemo adesso perché, come dicevo, secondo le notizie
che abbiamo il prossimo 6 di giugno si svolgerà la prima riunione del Consiglio
Regionale, quindi con la proclamazione ufficiale sia degli eletti che dei nuovi
Assessori e quindi credo che da qui deve ripartire un cammino con gli altri Comuni,
con gli altri Sindaci e con tutte le forze del Consiglio Comunale per assicurare un
futuro al nostro Ospedale, che sia all’altezza della ricchezza che rappresenta per la
nostra città.”
PRESENTI : N. 23
Si dà atto che entra il Consigliere Poli.
Presidente: “Grazie, signor Sindaco. L’altra interrogazione è quella presentata
dalla Cons. Tabacco in data 11 maggio, relativa al funzionamento del Centro
Comunale Disabili. Prego, Consigliera.”
Cons. Tabacco: “Grazie, Presidente. Io ho presentato questa interrogazione
urgente su segnalazione di alcuni cittadini, genitori di ragazzi disabili che portano i
loro figli in questo Centro. Mi dicevano che questo centro da qualche tempo non
sta funzionando più come dovrebbe. In particolar modo lamentavano delle
preoccupazioni in merito alla gestione dei bambini, soprattutto quelli in carrozzella,
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dicendo che la gestione è diventata scarsa ultimamente, poco attenta a tutti i profili
che riguardano la persona, quindi al profilo psicologico, morale e soprattutto a
quello della cura fisica e igienica del ragazzo disabile, tanto che molte volte mi
segnalavano che questi ragazzi tornano a casa sporchi, bagnati, quindi erano
molto preoccupati questi genitori. Inoltre mi dicevano che il servizio di trasporto
non è più efficiente come un tempo, perché i pullman arrivano spessissimo in
ritardo e gli autisti lamentavano il fatto di non avere supporti di accompagnamento
che li aiutassero a caricare i ragazzi sul pullman. Io chiedevo di sapere, in questa
interrogazione, le ragioni anzitutto di questi disagi e poi quali soluzioni prevede
l’Amministrazione comunale e con quali tempi. Chiedevo poi al Presidente della III
Commissione, il dott. Pennasi, che mi ha già risposto favorevolmente avendo già
fissato una data, di convocare con urgenza la Commissione consiliare III per
discutere di questo problema. Mi è stata fornita una risposta da parte del Sindaco
che precisa una serie di questioni organizzative rispetto proprio ai due centri socio
educativi gestiti dal servizio disabili del Comune. Ci sono varie spiegazioni tecnico
organizzative. Mi sembra di capire da questa risposta che in merito al servizio di
trasporto ci sia comunque una carenza reale denunciata dai genitori, che riguarda i
prestatori d’opera perché mi si dice che gli obiettori di coscienza attualmente sono
soltanto 4 e si prevede come risposta che entro il mese di settembre dovrebbero
arrivare a 16. La spiegazione data dal Sindaco è stata questa. Poi mi viene anche
risposto in merito alla questione dell’igiene dei ragazzi che chi gestisce questo
centro fa tutto il possibile, che molte volte succede che i ragazzi nel tragitto dal
centro a casa si bagnino, forse è per questa ragione che tornano a casa sporchi. In
merito alla spiegazione organizzativa e ai problemi organizzativi ringrazio per le
segnalazioni che mi avete fatto e per i dati che mi avete fornito che io non
conoscevo. Credo che però siccome è da tempo che questi genitori hanno queste
preoccupazioni e vivono il disagio, al di là delle spiegazioni tecniche forse sarebbe
bene accertarsi magari quando noi ci riuniremo nella Commissione, andare anche
a vedere che cosa succede, perché io credo che un servizio di questo tipo in una
città come la nostra, e non solo, sia importantissimo. Ritengo molto grave che vi
siano nella nostra città segnalazioni di questo genere che riguardano ragazzi con
delle disabilità, dei ragazzi in carrozzina. Io credo sia doveroso da parte
dell’Assessore alla Partita, o comunque di una Giunta, controllare che la gestione
avvenga in modo efficiente ed efficace perché questi sono disagi veri, non stiamo
qui a parlare di aria fritta. In merito al problema relativo al trasporto, io prendo atto
del fatto che entro settembre avremo 16 obiettori, però allo stato dei fatti noi
abbiamo soltanto 2 prestatori d’opera che accompagnano gli autisti e che quindi li
aiutano a trasportare i ragazzi in carrozzina, quindi sono molto pochi. Capisco
quale sia la preoccupazione dei genitori. Non ho capito da quanto tempo. Questi
genitori mi dicevano che è da mesi che c’è questa situazione. Quindi io credo che
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una Giunta che comunque ha sempre detto di aver a cuore problemi sociali,
soprattutto quelli della fasce deboli, non possa avere segnalate situazioni di
disagio di questa portata.”
Si dà atto che entra l’Assessore Di Leva.
Presidente: “Grazie, Cons. Tabacco. La risposta all’Ass. Pozzi. Prego.”
Ass. Pozzi: “Grazie, Presidente. Un piccolo chiarimento. Nella interrogazione si
parlava di bambini in carrozzina. Teniamo presente che nel nostro CSE ci sono
persone maggiorenni, altrimenti rischiamo di essere fuorvianti. Innanzitutto teniamo
presente che all’interno del CSE esiste un comitato di genitori che periodicamente
s’incontra con i tecnici, s’incontra con l’Assessore e questo è già un elemento di
controllo che personalmente diventa anche un elemento di risposta. Un altro
elemento importante è la riunione periodica del tavolo della disabilità, dove sono
ancora presenti i genitori, è presente la ASL, quindi l’organo di controllo per una
realtà come la nostra accreditata, sono presenti le associazioni disabili, quindi
realtà che comunque sono sensibili. Queste segnalazioni non ci sono giunte in
maniera così grave. Certo, alcune situazioni problematiche ci hanno raggiunto, ma
queste segnalazioni sono all’interno di una gestione che comunque potrei
considerare schietta, nel senso che i genitori alla prima difficoltà si rivolgono al
responsabile, si rivolgono al funzionario, addirittura all’Assessore. Direi che quasi
nella totalità dei casi siamo riusciti a rispondere a quelle che erano le esigenze. È
evidente che qui siamo di fronte a casi molto problematici, casi dove innanzitutto i
genitori hanno delle aspettative, come tutti i genitori hanno, ma ancora di più
proprio perché sono in una situazione di grave difficoltà, non sono di fronte a
situazioni facili da risolvere, hanno un carico emotivo, di fatica anche fisica, che
quotidianamente devono reggere. Sicuramente dobbiamo fare i conti con quella
che è la realtà di fatto di questi ragazzi, di queste persone, e quelle che poi sono le
risposte adeguate. Nella risposta è presente un po’ com’è la gestione: abbiamo
una equipe che lavora su ogni caso con un progetto educativo individualizzato, che
viene comunque presentato al genitore e il genitore stesso è a conoscenza di
quello che è l’iter. Per quanto riguarda il discorso trasporti, il nostro Comune non
ha liste d’attesa. Teniamo presente che noi quotidianamente facciamo circa 240
viaggi al giorno. È chiaro che questo in una città come la nostra, trafficata, può
avere situazioni di ritardo, generato non tanto dal meccanismo, che comunque è
un meccanismo quasi ad orologeria, che poi di fronte a un intoppo, a un ingorgo,
non possiamo fare altro che adeguarci a quella che è la vita cittadina. Sicuramente
occorre flessibilità e anche molte volte i ragazzi stessi richiedono delle
differenziazioni di servizio e allora anche qui la gestione che viene svolta
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quotidianamente è una gestione che deve tenere presente quelle che sono le
realtà giorno per giorno, e anche questo può generale, a volte, alcuni disagi. Però
devo tenere presente che grosse difficoltà non ne sono mai state segnalate dai
genitori. Certo, una delle ultime difficoltà è stata quella degli accompagnatori.
Secondo la legge solamente per i trasporti su pullman occorre l’accompagnatore.
In teoria non dovrebbe servire. È chiaro che un autista si sente più tutelato se
affianco c’è un accompagnatore. In altri Comuni c’è il volontariato che svolge
questa azione. A volte ci sono dei genitori che si prestano a fare questa azione di
accompagnamento. Noi avevamo questa grossa risorsa che era data dagli obiettori
di coscienza ed ora speriamo di riuscire ad avere questa nuova risorsa data dal
servizio civile volontario, che diventa un ulteriore elemento importante di qualità e
di valore per quello che è il nostro servizio. È chiaro che rientra un po’ in quello che
è l’ambito del Patto di stabilità, le assunzioni non possiamo gestirle così
liberamente, dobbiamo realmente giocare con quelli che sono gli strumenti che
abbiamo. Un’ultima cosa importante. Il CSE attualmente gestisce direttamente è
diventato un punto di riferimento anche per altri CSE. Adesso, secondo le
normative della Regione, dovremmo arrivare a trasformare i nostri due CSE in
Centro Diurno Disabili. Abbiamo già presentato il progetto alla Regione e la stessa
Regione si è complimentata per la modalità con noi attualmente gestiamo questo
servizio. Teniamo presente che i nostri casi sono multiproblematici, con una gravità
di disabilità enorme, cosa che in altri CSE non avviene. Noi abbiamo 46 posti
destinati proprio a situazioni di particolare gravità. Teniamo presente che ancora
una volta c’è uno sviluppo di un ambito, lo sviluppo delle facoltà di autonomia. È
chiaro che questo è un elemento importante per raggiungere quella fase
intermedia di disabilità che non è così grave, da Centro Diurno, ma per
raggiungere quella integrazione all’interno della città, attraverso un progetto
educativo, quindi di passaggio da quello che è l’accompagnamento all’interno della
scuola e poi quella che sarà la vita di queste persone, e quindi quello che è il
passaggio tra l’ambito della scuola e l’ambito del possibile inserimento lavorativo.
Su questo noi abbiamo investito parecchio attraverso il CIFAP, attraverso il
servizio di inserimento socio lavorativo, che attualmente lavora a pieno regime,
insieme agli altri Comuni. Una cosa da tenere presente è che non sempre ciò che
viene proposto a queste persone a volte viene accettato dai genitori, perché come
dicevo prima è chiaro che le aspettative sono tante. Sulla questione igienica
personalmente ho chiesto, sin dall’inizio del mio Assessorato, un’attenzione forte,
anche perché c’era stata una richiesta di questo Consiglio e devo dire che tutte le
volte che sono andato al CSE e sono capitato anche in maniera improvvisa, ho
sempre trovato una situazione ordinata, una situazione dove è chiaro che la
disabilità e la difficoltà è enorme però a parere mio, ma anche proprio tecnico
dell’ASL, e anche qui i controlli non mancano, è considerata comunque una realtà
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non dico ottima perché altrimenti potrei portare troppa acqua al mio mulino, ma
comunque una realtà adeguata per quelli che sono gli standard che vengono
richiesti. Comunque al 6 di giugno ci ritroveremo per chiarire meglio gli elementi.
Grazie.”
Si dà atto che entra il Consigliere Lombardo.
PRESENTI : N. 24
Presidente: “Grazie, Ass. Pozzi. Una breve replica da parte della Cons. Tabacco.”
Cons. Tabacco: “Grazie, Presidente. Andando per ordine, anzitutto il fatto che ci
siano riunioni periodiche del tavolo disabilità, comitato genitori, associazioni, ecc.,
mi sembra il minimo e mi sembra doveroso che questa cosa ci sia. In questo
Consiglio Comunale due anni e qualcosa fa avevo fatto una proposta rispetto
all’inserimento nel comitato pari opportunità anche di una persona disabile per non
rendere ghettizzato il comitato pari opportunità a discorsi secondo me di dubbia
utilità, a questo punto, che andassero a parare soltanto in una certa ideologia
relativa e riferita solo ed esclusivamente alle donne. Questo sarebbe stato già un
passaggio interessante a mio parere, perché quando si parla di pari opportunità
sarebbe stato allora utile, come avevo appunto proposto, inserire un
rappresentante delle persone disabili. Detto questo, certo si possono migliorare le
cose, perché queste segnalazioni non me le sono inventate io, arrivano da persone
che probabilmente a loro volta, perché a me aveva detto che avevano già
incontrato l’Assessore più volte piuttosto che i rappresentanti istituzionali e non
hanno avuto risposte. Ciò significa che probabilmente non sono così bene
rappresentate neanche all’interno del comitato genitori. Comunque, io credo che la
democrazia significa anche rispetto per i problemi di ciascuno, alcune persone li
possono avere più gravi di altre. Io credo che queste persone che hanno segnalato
questo problema abbiano un problema vero e sono persone che devono lavorare
nella vita, oltre a farsi carico del figlio disabile in carrozzina. Perciò quando il
servizio di trasporto, a causa, come lei giustamente citava, Ass. Pozzi, in una città
così trafficata, che anche qui da tre anni diciamo che magari se si risolvessero i
problemi di traffico non sarebbe male. Lo sta dicendo lei che non sono stati risolti,
esistono ancora. Però il problema è che queste persone lavorano e se il pullman
arriva un’ora dopo, perdono un’ora di lavoro, oltre a doversi far carico di un figlio in
carrozzella. Detto questo, hanno delle aspettative e hanno un carico emotivo, però
come lei giustamente ricordava prima alcuni hanno problemi che sono meno gravi
di altri, perché avere un figlio di 18-20 anni in carrozzina e dover lavorare, dover
anche arrivare in orario la mattina, io penso che sia un problema vero da risolvere,
anche perché voi avete sempre dichiarato questa partita e questo settore come
uno dei punti fondamentali comunque della vostra politica, del vostro programma.
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Perciò adesso vediamo il 6. Ripeto, forse con tutti i soldi che comunque sono stati
stanziati da questa Amministrazione comunale su questa partita, che è sempre
stata come dite voi il vostro fiore all’occhiello, andrebbe forse supportato un po’ di
più quel servizio di supporto dei prestatori d’opera che accompagnano sul pullman
gli autisti quanto meno per far arrivare non due anni dopo il ragazzo al centro, così
come riportarlo a casa. Io credo che si potrebbe investire un po’ di più in questo
senso. Mi sembrerebbe una questione di giustizia.”
Si dà atto che entra il Consigliere Nicosia.
Presidente: “Grazie, Cons. Tabacco. “
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PRESENTI : N. 25
IL PRESIDENTE
riferisce : “Prima di aprire la discussione in Consiglio Comunale, do la parola al
Vice Sindaco Demetrio Morabito per la comunicazione circa il pellegrinaggio ai
campi di concentramento. Prego.”
Ass. Morabito: “Grazie, Presidente. Ogniqualvolta l’Amministrazione si reca in
delegazione, diamo conto di quanto è successo, a maggior ragione in questo caso.
Tra il 5 e il 9 maggio una delegazione dell’Amministrazione comunale, o meglio
della città intera, si è recata con 4 pullman ai campi di sterminio per il consueto
pellegrinaggio che viene tributato dalla città e dall’Amministrazione. È stata una
iniziativa molto forte in quanto a partecipazione, pensiamo al fatto che abbiamo
fatto anche da catalizzatore rispetto a una serie di delegazioni (i rappresentanti
della Giunta comunale di Monza, di Muggiò, Cologno, Cinisello, Bresso e anche di
Bona oltre a un pullman che per la prima volta veniva dal Comune Saint Denis,
nostro Comune gemellato, un pullman di ragazzi accompagnato da due esponenti
della Giunta francese. L’organizzazione poteva contare sulla partecipazione di 4 ex
deportati, Angelo Ratti, Angelo Signorelli, Ettore Zilli, Enrico Longari, nonché dei
familiari di altri deportati deceduti nei campi, familiari della famiglia Lorenzi, Valota,
Bissi, Bragesco, Valdanza. L’Amministrazione era rappresentata da me, dall’Ass.
Castelli e dalla Cons. Olga Talamucci. Inoltre la delegazione cittadina era arricchita
dalla presenza dei rappresentanti sindacali unitari del Comune, dalle scuole
sestesi, dal mondo della cooperazione, dalle associazioni combattentistiche e
d’arma e da liberi cittadini. Le visite si sono concentrate lungo il Castello di Artime,
il luogo dove si formavano gli specialisti dell’orrore, ad Ebensee, Agusen, presso
Lagenstein, dove abbiamo un patto storico d’amicizia con quel Comune e dove si è
tenuta la manifestazione internazionale e infine Mathausen dove si è tenuta l’altra
manifestazione internazionale che ricordava il 60° della liberazione di quel campo.
Un’esperienza ultimamente organizzata da “Ventimila Leghe” e dall’associazione
nazionale ex deportati, che ha avuto il forte gradimento di tutti i presenti,
soprattutto da parte dei giovani, degli insegnanti, dei meno giovani e dei nuovi
invitati (Saint Denis e Bona). Io penso che sia doveroso un ringraziamento sua per
l’efficienza organizzativa sia per il calore e la forza con la quale l’ANED e
“Ventimila Leghe” ci hanno accompagnato in quei luoghi dell’orrore. È stato un
modo ancora una volta per ricordare il forte sacrificio di questa città che pagò
caramente il protagonismo operaio con il quale nel marzo 1944 scioperò contro la
presenza nazista in Italia. Un appuntamento, questo del pellegrinaggio, molto
significativo per la nostra città, così viene compreso da tutti quanti si recano ai
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campi e ritornano con un pezzettino ancor di più di appartenenza a questa
comunità e dico anche a questa Europa che in quella liberazione rinasceva dalle
ceneri dell’orrore nazifascista. Ringraziamo tutti coloro che si sono prodigati per
poter organizzare questa iniziativa all’interno della struttura comunale e ancora
all’ANED e a “Ventimila Leghe” che davvero ogni anno riescono ad organizzare
un’iniziativa forte e importante e lo vediamo dagli occhi dei tanti giovani che
tornano fortemente colpiti da questa esperienza. Era doveroso tanto più di altre
volte ricordare questa delegazione. Grazie.”
Presidente: “Grazie, Vice Sindaco Morabito. Saluto con affetto e ringrazio della
loro presenza gli amici e compagni dell’ANED e invito i Consiglieri che non
avessero avuto modo ancora di partecipare a questo pellegrinaggio di farlo al più
presto possibile perché è un’esperienza veramente illuminante e significativa.
Prego, Cons. Talamucci.”
Cons. Talamucci: “Grazie, signor Presidente. Avendo partecipato alla delegazione
a nome di questo Consiglio Comunale, mi sembra doveroso ringraziare
l’Amministrazione che tutti gli anni organizza per noi questo viaggio, per noi sestesi
e per noi Consiglieri e Amministrazione, il mio pensiero, molto veloce per non
portare via tempo ai lavori, è un caro saluto a uno dei deportati che ci hanno
accompagnato, come diceva adesso Demetrio Morabito, che per la prima volta è
tornato a Mathausen dopo 60 anni. Per noi che conosciamo la storia, le vicende, le
sofferenze delle famiglie dei deportati, le lotte dei cittadini e degli operai di Sesto S.
Giovanni, è stato un nuovo abbraccio, un signore che dopo 60 anni tornava a
visitare il luogo dove era stato incarcerato. Questo signore è Enrico Longari. Penso
che gli dobbiamo un abbraccio caloroso tutti quanti, a lui e a tutti gli ex deportati
che tutti gli anni rinnovano questo importante momento. Invito veramente tutti i
Consiglieri Comunali a partecipare almeno una volta a questa iniziativa, sia di
maggioranza che di minoranza, perché fa parte della nostra storia e della nostra
tradizione. Grazie.”
Presidente: “Prima di iniziare con le proposte di deliberazione ho bisogno di tre
scrutatori, due di maggioranza e uno di minoranza, come al solito, poi passiamo
alle votazioni. Cons. Croatto, Cons. Masi, Cons. Notarnicola, grazie.”
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OGGETTO: 1ª Commissione Consigliare Permanente “Affari generali ed
istituzionali – Pianificazione, contabilità economica e controllo di gestione”.
Surroga del Consigliere Comunale Marco Galeone
Presidente: Si era offerta la Cons. Croatto, con spirito alla Enrico Toti, però visto
che stasera presuppone un po’ di movimenti, per gli scrutatori sarebbe opportuno,
vista la sua difficoltà deambulatoria, che ci sia un altro Consigliere di maggioranza.
Picardi, grazie. [...] Se avete votato tutti do la parola al Segretario per la chiama e
invito gli scrutatori a venire qui vicino all'
urna [...] Intanto che vi distribuiscono l’altra
scheda, vi do l’esito della votazione: 25 partecipanti al voto. Risulta eletta nella
Commissione Affari generali e istituzionali la Cons. Notarnicola con 25 voti.
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OGGETTO: 2ª Commissione Consiliare Permanente “Pianificazione
urbanistica ed ambiente con competenze su urbanistica, l’uso del territorio,
l’ambiente, i lavori pubblici ed i trasporti”. Surroga del Consigliere Comunale
Vincenzo Amato
Presidente: Prego i Consiglieri di votare. Invito come al solito gli scrutatori a venire
qui all’urna. La parola al Segretario. [...] Do l’esito della votazione: 25 partecipanti
al voto, 24 voti Poli, 1 voto Landucci. Risulta eletto in Commissione il Cons. Poli. A
questo punto passiamo alla terza ed ultima votazione
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OGGETTO: 3ª Commissione Consiliare Permanente “Servizi alle persone con
competenze sulla cultura, lo sport, il tempo libero ed i servizi socio sanitari”.
Surroga della Consigliera Comunale Monica Chittò
Presidente: Possiamo innanzitutto incominciare a consegnare le schede. La
parola al Segretario. [...] All’ultima votazione hanno partecipato 25 Consiglieri, 24
voti la Cons. Di Pietro, 1 scheda bianca, risulta eletta nella III Commissione
Consiliare la Cons. Di Pietro. Terminata la fase delle votazioni, che comporta
sempre un po’ di disturbo in aula, possiamo ricomporci e visto che la
comunicazione del Sindaco in merito alla Campari la facciamo in coda, inviterei il
Difensore Civico, se non ci sono obiezioni, a entrare in aula per la sua relazione
annuale e poi aprire il dibattito in Consiglio.
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Si dà atto che entra in aula il Difensore Civico Avv. D’AMBROSIO LORELLA.
IL PRESIDENTE
riferisce : “ Buonasera al Difensore Civico. La parola al Difensore Civico.”
Si dà atto che esce il Segretario Generale Dott.ssa MARIA ANGELA DANZI’,
assiste alla seduta il Vice Segretario Generale Dott. MASSIMO PIAMONTE.
Avv. D’Ambrosio – Difensore Civico: “Grazie, signor Presidente. Buonasera a
tutti voi. L’anno scorso ricorderete che in occasione della mia presentazione a
questo Consiglio Comunale mi ero insediata solamente da qualche mese e quindi
la parzialità dei dati raccolti non ne consentiva certo una esposizione esaustiva
dell’attività dell’Ufficio di difesa civica. In quella occasione mi ero limitata quindi ad
illustrare gli ambiti di applicazione della figura, i poteri, le funzioni del Difensore
Civico e avevo rinviato l’appuntamento alla prima occasione utile, che poi il mio
mandato è scaduto il 3 marzo, per la presentazione della relazione al Consiglio
Comunale. Il lavoro che mi accingo ad illustrare può essere idealmente considerato
suddiviso in tre parti. La prima parte, che è la parte introduttiva, è stata dedicata
all’elencazione dei settori che sono stati coinvolti dall’Ufficio di difesa civica e
all’interno di questi i servizi comunali. Segue un’elencazione dei procedimenti
aperti, trattati in maniera abbastanza succinta, che questa sera ovviamente per
questione di tempo ed opportunità espositiva non andrò a illustrare analiticamente
ma rimando alla lettura. Una parte centrale che invece è quella dedicata alla lettura
dei dati e alla loro classificazione in base a dei criteri di riferimento come la
materia, la tempistica, il tipo di esito che questi hanno avuto e poi alla fine l’ultima
parte con delle premesse ai due lavori ai quali ho partecipato, organizzati uno dalla
Provincia e un altro dalla Regione, che sono due convegni e poi delle brevi note
conclusive. Diciamo che anche quest’anno l’esperienza che ho potuto avere, che
poi ho potuto verificare essere un’esperienza comune a tutti i Difensori Civici,
perlomeno quelli comunali, è che alla difesa civica approdino le più disparate
domande, sia quelle di competenza sia anche quelle che di competenza non sono.
Nello spirito di tutela, il Difensore Civico non nega la difesa a nessuno, un po’ per
continuare la tradizione precedente e un po’ perché così fanno i miei colleghi con i
quali mi sono consultata. Su 80 richieste approdate quest’anno, 50 sono stati
procedimenti aperti di competenza. Per gli altri ci si è limitati a dare delle
informazioni, a inviarli nelle sedi competenti, ad esempio l’associazione
consumatori piuttosto che gli uffici di mediazione presso le Camere di Commercio
o addirittura il giudice di pace. Infatti diciamo che il Difensore Civico a volte è
confuso con il giudice di pace. Questi 50 interventi sull’arco temporale dal 2
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febbraio al 31 marzo, hanno interessato diversi settori: il settore servizi istituzionali
e comunicazioni 2 interventi che hanno riguardato il servizio demografico, uno fra i
quali lo sottolineo anche perché la genericità dell’argomento prospettato è
abbastanza interessante, ed è la possibilità per i soggetti che hanno compiuto il
18° anno di età extracomunitari che hanno risieduto nel nostro territorio di ottenere
entro l’anno del compimento della maggiore età la cittadinanza se dimostrano di
essere stati legalmente e stabilmente residenti nel nostro paese. Il caso trattato è
stato solo uno e poi su quello abbiamo fatto esperienza e sul resto abbiamo visto
che potevamo benissimo adire il provvedimento attraverso l’autorità giudiziaria, che
è l’unica deputata a colmare quei vuoti, quei buchi neri in cui la persona non riesce
a dimostrare che ha riseduto stabilmente, che è anagraficamente residente nel
nostro paese. Il settore programmazione e gestione del personale ha avuto due
interventi; il settore Segreteria Generale 1 intervento; il Settore Polizia locale 2; il
settore Servizi alla persona 3 interventi, 3 rivolti all’area disabili, 3 all’area
assistenti sociali, 1 al centro anziani. Il settore educazione, nucleo operativo,
speciale osservatorio case 1 intervento e l’oggetto è la graduatoria
dell’assegnazione alloggi case comunali. Settore tributi 11 interventi e questi
riguardano per la maggior parte avvisi di accertamenti ritenuti illegittimi, che
chiaramente sono da verificare. Nove interventi hanno riguardato il settore impianti
e opere pubbliche, suddivisi tra gestione patrimonio 5, demanio e patrimonio 2,
servizio edilizia pubblica 2, 1 intervento al coordinamento tecnico unitario ambiente
progetti strategici in relazione al servizio ambiente, questo permette di sottolineare
anche se è un caso non risolto ovviamente per la complessità della materia, però
ha chiaramente consentito anche a me di formulare un’esperienza per quanto
riguarda il piano di zonizzazione del nostro Comune, le norme applicabili, la
problematica sulle immissioni e la tutela di ambienti salubri. Segue il settore
urbanistica, 3 interventi; settore riqualificazione urbana 7 interventi. Fra questi mi
permetto di sottolineare la questione del piano parcheggi, perché è una questione
che non riguarda il singolo ma una moltitudine di persone, e riguarda
problematiche inerenti all’abbattimento delle barriere architettoniche. Settore Affari
istituzionali 1 intervento, attività finanziaria 1, varie 3 interventi. Nelle varie
rientrano quelle che non potevano essere classificati in nessun altro. Per esempio,
se qualcuno ha letto, e se non lo ha fatto dovrà farlo, sul trattamento sanitario
obbligatorio non c’è un settore di riferimento. Passerei quindi all’analisi dei dati.
Ovviamente la tipologia dei casi dipende a seconda del criteri di riferimento col
quale andiamo a confrontarci. Per quanto riguarda la materia possiamo dire che la
domanda rimane forte nei settori tradizionali. Nella tabella allegata alla relazione
vedete appunto che al primo posto è il settore tributi (22%), segue il settore
impianti e opere pubbliche (18%), settore infrastrutture a rete (14%), servizi alla
persona e via discorrendo le altre che però si distaccano molto. Per quanto
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riguarda l’esito, su 50 interventi aperti quest’anno, 36 si sono già conclusi, pari al
72% e, su questi 36, 16 hanno avuto riscontro positivo. Positivo significa che
l’azione è stata positiva per l’Ufficio di difesa civica, non necessariamente vuol dire
che il provvedimento che è stato preso in considerazione è stato ritenuto legittimo,
ma poteva anche darsi che un provvedimento legittimo era comunque migliorabile;
oppure situazioni nelle quali si è promossa l’adozione di provvedimenti o di
comportamenti da parte della Pubblica Amministrazione. In questo caso la
funzione del Difensore Civico è duplice perché da una parte svolge il controllo di
legittimità del provvedimento amministrativo, dall’altra però funge anche da
mediatore e da rappresentante democratico della collettività, che è una delle
funzioni che avevo già illustrato l’anno sorso in occasione della presentazione. Per
le altre, cioè per quello che si è concluso positivamente, vuol dire che l’azione
amministrativa è stata ritenuta legittima, quindi conforme alle normative di legge e
quindi anche su queste è stata svolta la funzione di controllo. Nell’insieme delle
attività svolte si può rintracciare più di un tentativo di probabili soluzioni avanzate e
adeguate alla complessità della domanda di tutela e delle risposte enunciate prima
per esempio sul piano parcheggi, dove l’Amministrazione comunale ha attuato il
principio di autotutela modificando il piano parcheggi sulle lamentele di alcuni
cittadini che erano stati esclusi dalla possibilità di parcheggiare vicino casa, la
sensibilizzazione circa l’impegno dell’attività comunale che è stata proclamata
anche attraverso una serie di dibattiti anche pubblici sulla previsione
dell’abbattimento delle barriere architettoniche e poi quella sulla tutela ambientale,
che è appunto quella di cui avevo parlato prima. I tempi di definizione dipendono
dalla tipologia dell’intervento che viene chiesto e dipendono anche dal riscontro
che i settori dell’Amministrazione comunale danno al difensore civico. È chiaro che
se viene chiesta una mera tutela di controllo, quindi la legittimità di un
provvedimento amministrativo, per il Difensore Civico, se ha una cultura giuridica,
o almeno dovrebbe averla, è molto più semplice perché verificato che è stato
rispettato l’iter amministrativo, niente di più bisogna aggiungere. Diverso invece è
quando viene chiesto dal cittadino di stimolare l’annullamento o la modifica o
addirittura l’assunzione di provvedimenti amministrativi e di comportamenti. Questo
richiede uno studio maggiore e quindi un tempo maggiore. Altro dipende dal
riscontro che viene dato al Difensore Civico da parte dei settori comunali e in
questo mi permetto di promuovere maggiormente la cultura della collaborazione
con l’Ufficio di difesa civica, perché questo non fa solo bene al cittadino, non fa
solo bene all’Ufficio di difesa civica, ma fa bene anche all’Amministrazione
comunale e quindi svolge bene la sua funzione di pubblica utilitas. Per quanto
riguarda i tempi, diciamo che veramente la tempistica può considerarsi un valore
aggiunto perché la soluzione di un problema, sia essa positiva o negativa, è
efficace, è utile solamente se raggiunta in tempi adeguati. Molto spesso una
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risposta anche positiva ma arrivata dopo tanto tempo, rischia di essere inefficace o
addirittura di non servire più. La tabella che ho riportato dimostra che quasi il 39%
dei casi che sono stati definiti è stato risolto in 30 giorni, 25% in 60, in 90 giorni il
22,2%, in oltre 90% il 13,89%. È chiaro che questi tempi, secondo la mia opinione,
sono del tutto rispettabili ma si può fare di più, anzi si deve fare di più. L’ultimo dato
che posso riferire è che la tipologia di utenti che si rivolge all’Ufficio di difesa civica
è costituito per l’82% da persone fisiche, soltanto il 18% sono enti collettivi e tra
questi associazioni o attività commerciali e questo è facile da dedurre perché il
soggetto singolo, non costituito in associazioni, è quello che vede nell’Ufficio di
difesa civica una possibilità di risposta ai propri problemi. Vengo all’ultima parte, e
concludo. Sulle conclusioni posso dire due cose brevemente. Intanto che è
evidenziata la centralità del diritto del cittadino, soprattutto di quello più debole, e
per debole intendo quello meno abbiente, quello meno informato e quello che a
volte ha difficoltà a rapportarsi con la macchina comunale e il rispetto del diritto
passa attraverso la conoscenza, quindi l’informazione è importante. Da quest’anno
è stata completamente rifatta la pagina all’interno del portale dell’Ufficio di difesa
civica. Chi ha avuto occasione di poterlo consultare avrà potuto vedere che si entra
facilmente, non dovendo passare per l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, e qui c’è
una sorta di esposizione abbastanza sintetica ma molto chiara, accessibile a tutti,
sugli ambiti di applicazione dell’Ufficio di difesa civica, che cosa fa, che tipo di
interventi può svolgere, soprattutto chi può rivolgersi. È possibile da adesso –
quando è stata stesa la relazione eravamo ancora in fase di ideazione – inoltrare
domanda attraverso una e-mail. C’è un link all’interno della pagina del Difensore
Civico, cliccando il quale si accede ad un modulo di domanda con dei campi
obbligatori che dovranno essere compilati e la domanda è molto più celere. Mi
permetto di sottolineare ancora i tempi, quindi la richiesta di collaborazione con
l’Ufficio della difesa civica e la promozione della cultura della collaborazione. Su
questo io chiuderei. Vi ringrazio per l’attenzione, vi do appuntamento all’anno
prossimo e vi auguro un buon proseguimento di serata. Buon lavoro e grazie
ancora.”
Si dà atto che durante la relazione del Difensore Civico entrano i Consiglieri
Leo e Di Pietro.
PRESENTI : N. 27
Presidente: “Grazie al Difensore Civico. Se qualche Consigliere vuol fare qualche
riflessione aggiuntiva sulla relazione, o chiedere chiarimenti, può farlo. Cons. Di
Pietro, prego.”
Cons. Di Pietro: “Innanzitutto volevo ringraziare l’avv. D’Ambrosio che conosco
personalmente per ovvie ragioni (siamo colleghe), ma soprattutto per la puntualità
4
e la chiarezza dell’esposizione, che si ritrova comunque anche nella relazione, per
chi avrà avuto modo di leggere, che evidenzia sicuramente una capacità di
approccio concreto e pragmatico rispetto alle richieste pervenute all’Ufficio del
Difensore Civico, non accogliendo, come detto dall’avv. D’Ambrosio, quelle
valutate non pertinenti rispetto alle competenze proprie del Difensore Civico.
Bisogna saper dire di no anche quando non è facile dire di no e soprattutto, come
più volte sottolineato anche dall’avv. D’Ambrosio, riuscendo a definire procedimenti
aperti in tempi direi estremamente solleciti. Le percentuali e numeri riportati nella
relazione ci danno infatti la misura delle procedure concluse nell’arco temporale di
questo Difensore Civico, che da dal 2 febbraio 2004, quando si è insediato, al 31
marzo del 2005. Alta è la percentuale dei procedimenti conclusi, di cui il 38% entro
30 giorni, il 25% entro 60 giorni e il 22,2% entro 90 giorni. Io ho voluto citare questi
dati perché li ritengo effettivamente molto importanti e degni di nota, perché come
già più volte ripetuto dal Difensore, lo sappiamo tutti che la funzionalità e l’utilità di
un servizio spesso si misurano anche in termini di tempistica e non solo perché,
per usare un noto detto, il tempo è denaro, ma perché sappiamo che un’azione è
efficace se ed in quanto impiega tempi di definizione contenuti. Tra l’altro lo stesso
Difensore Civico, pur evidenziando che la tempistica è rapportata anche al tipo di
attività che effettivamente il Difensore Civico è chiamato ad esercitare l’attività di
controllo comporta sempre tempi di speditezza maggiori rispetto a un’attività che
richiede la modifica o l’annullamento di un provvedimento amministrativo lo stesso
Difensore ha riferito espressamente la necessità di sensibilizzare gli uffici comunali
a riscontri più celeri proprio per garantire un miglior risultato a quella che è una
delle funzioni, o meglio la funzione principale, che questo istituto è chiamato a
svolgere, vale a dire la tutela del cittadino nei confronti della Pubblica
Amministrazione. La tutela è tanto più efficace quanto più immediato è il riscontro e
conseguentemente accelera la definizione della questione sollevata. È evidente, e
la stessa relazione direttamente lo rileva, che l’efficienza del servizio di difesa
civica oltre a favorire il grado di fruibilità del servizio medesimo, potrebbe condurre
ad un ulteriore e non sottovalutabile risultato, come già tra l’altro sottolineato dal
Difensore Civico, vale a dire l’avvicinamento dei cittadini all’istituzione in nome di
quei diritti di cittadinanza e di dignità della persona, di cui il Difensore Civico è di
fatto l’interprete naturale. Ciò richiede, a mio avviso, anche una spiccata capacità
mediatrice del Difensore Civico. Dice bene infatti l’avv. D’Ambrosio quando, nella
sua relazione, parla di centralità del diritto del cittadino, perché in effetti il Difensore
Civico deve saper interpretare i bisogni del cittadino, specie di quelli più deboli,
riuscendo a svolgere un ruolo di mediazione dei diritti e degli interessi del cittadino
da un lato e di quelli della Pubblica Amministrazione dall’altro, che è chiamato a
garantire la piena dignità sociale di tutti gli individui. A questo proposito ritengo sia
fondamentale, e del resto è opinione sempre più diffusa, la capacità di mediazione
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del Difensore Civico, che riuscendo a focalizzarsi sugli interessi dei cittadini e della
Pubblica Amministrazione, può svolgere un ruolo fondamentale, proponendosi
come elemento di riequilibrio tra il sistema istituzionale e la collettività. Non è un
caso, infatti, che a livello europeo la figura del Difensore Civico sia stata
denominata Mediatore Europeo, quale organo deputato a garantire la buona
amministrazione nell’operato delle istituzioni e degli organi della Comunità Europea
e la scelta del termine Mediatore evidenzia proprio l’idea di un diverso approccio,
non contenzioso, verso i conflitti che sorgono tra le parti (cittadini - Pubblica
Amministrazione in questo caso), facilitandone la soluzione con il risultato di
migliorare anche le relazioni fra cittadini e Pubblica Amministrazione. Tornando
alla relazione del Difensore Civico, che ha esposto questa sera, non ritengo di
soffermarmi sui singoli casi che sono stati affrontati dall’avv. D’Ambrosio anche
questa sera e che tutti noi avremo avuto modo di leggere nella relazione, se non
per evidenziare come gli interventi effettuati sono la testimonianza di quanto
l’istituto del Difensore Civico corrisponda ad esigenze reali dei cittadini. È
condivisibile, dunque, l’esplicitata necessità di potenziamento della rete informativa
e di promozione della conoscenza di questo istituto, che garantirebbe ai cittadini la
possibilità di giovarsi di un più stretto rapporto con questo servizio, a vantaggio di
una migliore qualità dei rapporti tra cittadino ed istituzioni.”
Presidente: “Grazie, Cons. Di Pietro. Ha chiesto la parola il Cons. Picardi. Prego.”
Cons. Picardi: “Grazie, Presidente. Era solo un chiarimento di tipo tecnico sulla
relazione. Siccome è stata citata la modalità di accesso, il miglioramento
dell’accesso al portale del cittadino per arrivare direttamente all’utilizzo dell’Ufficio
del Difensore Civico, mi chiedevo se c’è qualche cosa di più come strumento di
misura per verificare da dove arriva l’accesso dei cittadini e quindi poter calibrare
meglio l’informativa e potenziare da una parte l’informazione ai cittadini
dell’esistenza dei servizi forniti dal Difensore Civico. Siccome nella relazione non
l’ho trovata e lei ha fatto riferimento a questa cosa, volevo solo capire meglio.”
Presidente: “Grazie, Cons. Picardi. Se non ci sono altre riflessioni, chiuderei qui il
dibattito e do la parola al Difensore Civico e poi una riflessione finale da parte del
Sindaco.”
Avv. D’Ambrosio – Difensore Civico: “Una precisazione e una risposta. La
precisazione va alla Cons. Di Pietro, che ringrazio per le belle parole e mi fa
piacere che abbia apprezzato il mio lavoro. Sulle domande non di competenza
dell’Ufficio di difesa civica non è che le mandiamo via, ma semplicemente
cerchiamo di indirizzare le persone verso quelle soluzioni alternative delle
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controversie, che non richiedono necessariamente l’intervento del giudice. Questo
per due motivi, perché a volte l’intervento del giudice è molto lungo e poi è anche
abbastanza costoso. Per quanto riguarda la domanda riguardo l’accesso al
portale, la pagina del Difensore Civico è stata attuata quest’anno e la prima
innovazione è quella di spiegare l’ambito di applicazione. All’interno del portale
troverete la pubblicazione della relazione annuale, e questo avverrà ogni anno, e il
Regolamento del Difensore Civico comunale che prima non c’era. Per quanto
riguarda invece il tipo di interventi, questo è ancora in fase sperimentale, perché
quando è stata presentata la domanda era un’idea, che si è concretizzata ed è
efficace da qualche giorno, quindi su questo non saprei proprio cosa risponderle
perché devo ancora verificare che tipo di interventi vengono chiesti. È chiaro che il
servizio sarà sicuramente migliorato. Se vengono fatte presenti delle istanze o se
comunque si ha bisogno di informazioni ulteriori l’Ufficio di difesa civica se ne farà
carico. Posso anticipare che stiamo lavorando su questo, dovremmo fare un
depliant informativo da far avere ai consigli circoscrizionali piuttosto che negli uffici
dei settori, per promuovere l’Ufficio di difesa civica e rendere più consapevoli le
persone. Questo sarà operativo prossimamente. Grazie.”
Presidente: “La parola al Sindaco. Prego.”
Sindaco: “Volevo innanzitutto anch’io ringraziare l’avv. D’Ambrosio per la sua
relazione, ma soprattutto per il suo lavoro di quest’anno. Tra l’altro mi sembra in
qualche modo divertente che il lavoro della D’Ambrosio sia documentato da Di
Pietro.... Manca Borrelli, la volta prossima lo cercheremo.... Detto questo, voglio
ringraziare l’avv. D’Ambrosio per il lavoro svolto quest’anno e per la relazione di
questa sera, sottolineando innanzitutto la serietà del suo impegno. Direi che
quando nella sua relazione ha sottolineato alcuni passaggi, credo che siano da
fare nostri. Innanzitutto il tema della cultura della collaborazione credo che sia
fondamentale, sia riguardo ai cittadini sia riguardo alle varie parti
dell’Amministrazione comunale e che sia una cultura che deve crescere anche
attraverso, quando è necessario, un confronto, che deve condotto sulla base del
rispetto reciproco della considerazione, delle proposte che vengono avanzate,
naturalmente tenendo presente che quanto più le due parti agiscono in modo serio,
tanto più questa collaborazione è reciproca ed è proficua. Credo che questa valga
soprattutto per la giusta osservazione, è contenuta nella relazione, riguardo i tempi
di risposta, che sono naturalmente diversi a seconda delle diverse domande che
vengono avanzate, ma che naturalmente debbono essere perfezionati questi
tempi, ed anzi ne approfittiamo, io come Sindaco, gli Assessori che sono qui
presenti per parlare con i rispettivi uffici a ribadire che il rispetto dei tempi nelle
risposte è fondamentale anche per dare un senso compiuto al lavoro del Difensore
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Civico ma soprattutto ai rapporti con i cittadini. L’altra caratteristica del lavoro
dell’avv. D’Ambrosio credo sia stato quello di avere un atteggiamento molto
concreto e capace di entrare nel merito dei problemi e questo dipende sicuramente
dalla competenza professionale dell’avv. D’Ambrosio, ma anche, io credo, dal suo
atteggiamento positivo rispetto alle molte domande che vengono dai cittadini, che a
volte sono anche difficili da capire o da interpretare o da catalogare. Questo credo
che sia l’impegno che ci prendiamo come Amministrazione comunale di migliorare i
rapporti per quanto riguarda i tempi, per quanto riguarda le concrete risposte che
dobbiamo dare, che abbiamo dato e che sicuramente daremo ai problemi che ci
vengono propositi. Devo anche sottolineare che in quest’ottica c’è la nostra
massima disponibilità, naturalmente, ad avere un colloquio continuo con il
Difensore Civico e credo che sia una scelta, quella fatta, di istituire il Difensore
Civico che qualifica, tra l’altro, l’Amministrazione comunale. Grazie.”
Si dà atto che rientra il Segretario Generale Dott.ssa MARIA ANGELA Danzi’
ed assiste alla seduta.
Presidente: “Grazie, signor Sindaco. Nel congedare il Difensore Civico la ringrazio
nuovamente per la sua presenza e per la sua relazione. Continuiamo i lavori del
Consiglio Comunale.
Si dà atto che esce dall’aula il Difensore Civico Avv. D’AMBROSIO LORELLA.
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IL PRESIDENTE
riferisce : “Comunicazioni in merito al Programma Integrato di Intervento per
l’ambito Campari. Avvio del procedimento”. Do la parola al Sindaco.”
Sindaco: “Credo che questa sera, con questa comunicazione, si avvia in modo più
deciso uno dei temi, dei nodi fondamentali dello sviluppo della città e riguarda
l’ambito della Campari. Credo che sia da chiarire prima di tutto che siamo di fronte
a un inizio, quindi a un primo momento che deve essere poi perfezionato. Abbiamo
soltanto, da parte della Campari, una serie di richieste, un piano che non è quello
definitivo. In queste settimane che avremo davanti ovviamente avremo la proposta
definitiva della Campari e quindi anche le risposte, le considerazioni definitive da
parte nostra. Tuttavia credo che sia interessante partendo da questa
considerazione che siamo per l’appunto ad un inizio e non una fine del percorso.
Credo che sia giusto che il Sindaco informi il Consiglio Comunale di quello che è
andato maturando riguardo uno degli ambiti tradizionali della città. Se mi
permettete questa piccola premessa, credo che la Campari sia non solo una delle
aziende storiche di Sesto S. Giovanni, è stata una delle prime ad arrivare nella
nostra città agli inizi del 1900, ma che sia stata e continua ad essere una delle
aziende più conosciute nel mondo e da qui partono i loro prodotti in gran parte
diretti nei 5 continenti. I sestesi sanno che uno dei vezzi della Campari è di dire di
essere presente in un numero di nazioni superiore di quelle che sono
rappresentate al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, quindi essere in qualche
modo un’azienda in grado di avere scoperto la globalizzazione prima ancora che
venisse coniato questo termine. Credo che sia poi una delle aziende che hanno
segnato la nostra città. Come ripeto io, mentre non esiste un quartiere Breda,
esiste il Campari e credo che questo sia un segnale anche lessicale di una
presenza importante, tradizionale nella nostra città. Queste ragioni sono state alla
base della lunga trattativa che abbiamo avuto quando qualche tempo fa abbiamo
saputo che la Campari avendo acquistato la Cinzano e, con la Cinzano, l’Asti
Spumante, avrebbe dovuto portare nella zona dell’Asti Spumante lo stabilimento di
produzione e quindi abbandonare lo stabilimento di Sesto S. Giovanni per
spostarsi in questo caso a Novi Ligure. Quindi si è posto un problema forte per noi,
per la nostra città, che riguardava il futuro di un’area centrale di Sesto S. Giovanni
ma anche contemporaneamente il futuro di un’azienda che ha segnato la storia
della nostra città. Dunque quando abbiamo iniziato a discutere con la direzione
della Campari ci siamo posti due temi fondamentali. Il primo che non si
aggiungesse un’area dismessa alle aree dismesse che già esistono nella nostra
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città, il secondo che venisse salvaguardata una presenza importante di un’azienda
rilevante come la Campari a Sesto S. Giovanni. Partendo da queste due premesse
abbiamo costruito un percorso che per l’appunto, come ho detto, deve essere
completato nei prossimi mesi, ma che potrebbe essere arrivato a un punto
importante. La prima richiesta che abbiamo fatto alla Campari è stata quella che ci
fosse un accordo sindacale riguardo il futuro di coloro che lì lavoravano. Si trattava
allora di circa 150 persone che lavoravano nell’area Campari e che dopo una
trattativa tra le organizzazioni sindacali interne e le organizzazioni sindacali di
categoria, è sfociato in un accordo firmato sia a livello locale che a livello
nazionale, perché come sapete la Campari è presente in varie parti d’Italia e quindi
si trattava di un accordo che naturalmente vedeva l’area di Sesto come centrale in
questo accordo, ma che naturalmente riguardava anche altre parti d’Italia e quindi
questo accordo sindacale, sul quale noi abbiamo cercato di influire positivamente è
stato raggiunto e sottoscritto a livello sia locale che nazionale. Credo che questo
sia stato un primo risultato molto positivo perché per la prima volta si è raggiunto il
risultato di un accordo sindacale che precedeva anche di diversi mesi la chiusura
dell’azienda e non veniva dopo, quando ormai la situazione era compromessa. Tra
l’altro questo accordo sindacale ha in testa un’affermazione che costituisce un’altra
parte del nostro discorso e cioè che la direzione nazionale della Campari ha come
suo destino futuro, immediato, quello di trasferirsi da Milano a Sesto S. Giovanni.
Voi sapete probabilmente che la Campari era proprietaria di uno stabile importante
in via Turati, a Milano, dove c’è appunto la direzione. Questo stabile è stato
venduto l’anno scorso dalla Campari con la clausola di rimanere in affitto lì fino alla
fine di giugno del 2008 e quindi dal 1° luglio del 2008 la direzione della Campari
deve venire via da via Turati e quindi nell’accordo sindacale sul quale noi abbiamo
insistito molto, si sottolineava che dovesse venire a Sesto S. Giovanni. Quindi
credo che si era ottenuto due risultati di grande rilievo, cioè impediva la nascita di
una nuova area dismessa in aggiunta alle altre, si faceva un accordo sindacale
prima della chiusura dell’azienda e si vedeva già il futuro di quest’area importante
della città. Sulle richieste della Campari naturalmente ci sono stati diversi
passaggi. In un primo momento la Campari aveva fatto la richiesta che tutta la
volumetria lì consentita venisse utilizzata per la coverizzazione di terziario, una
parte per l’appunto da destinare alla direzione della Campari e un’altra parte da
affittare o vendere, secondo le richieste del mercato. In un tempo successivo,
qualche mese dopo, invece, la Campari ci ha proposto di dividere in due la
volumetria, di lasciare una parte consistente, grosso modo la metà, per gli uffici
della direzione e un’altra parte da destinare a residenza. Un altro pezzo di
discussione che abbiamo avuto riguarda l’edificio del 1904, cioè la parte che si
affaccia su viale Gramsci, che era per l’appunto la prima parte dello stabilimento
realizzato a suo tempo da Davide Campari. In un primo tempo la Campari voleva
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abbattere questa parte, noi abbiamo molto insistito perché ci sembrava e ci sembra
tra l’altro che fosse in contraddizione con lo stesso spirito dell’azienda oltre che
con gli interessi della città che un edificio di archeologia industriale di questo pregio
venisse abbattuto ed anzi abbiamo insistito invece perché lì venisse realizzato un
intervento di qualità e quindi dopo varie e lunghe trattative, per la verità, si è
raggiunto un accordo per cui l’edificio del 1904 viene salvato, non viene abbattuto,
e naturalmente viene realizzato lì il Museo della Campari e, secondo quanto ci è
stato detto, possibilmente anche il Museo della Cinzano, che in questo momento
non ha una sede. Per quanto riguarda l’altra parte del tema, riguarda il giardino e
la villa di Casa Alta. Voi sapete che Casa Alta è un edificio protetto dalla
Sovrintendenza, era l’edificio dei marchesi Fagnani e Arese e quindi era evidente
che non potesse essere toccato. Quindi abbiamo chiesto la possibilità di utilizzarla
nel corso dell’anno per manifestazioni da concordare ovviamente con la Campari
ma di particolare rilevanza, di particolare prestigio, dato il prestigio stesso della
Casa Alta. Per quanto riguarda invece il giardino, che è grosso modo un po’ meno
di 10 mila mq, l’accordo raggiunto è quello di avere 4500 mq, grosso modo la metà
del giardino, che oggi è chiuso al pubblico, che invece diventa un giardino
comunale. Anche questo è un risultato che credo sia importante. Per quanto
riguarda le richieste della Campari, vedete che c’è una richiesta che riguarda le
volumetrie e quindi di andare oltre le volumetrie che sono oggi in loco e quindi
avere questo aumento del 10% perché, secondo la loro richiesta, questo consente
un’operazione che abbia un senso economico. Naturalmente si tratta di una
decisione che dobbiamo prendere, che va giustificata e compresa con la scelta
qualificante di mantenere la direzione dell’azienda sul nostro territorio di andare
alla costruzione del Museo della Campari, di avere il giardino e quindi io credo che
sia un discorso che, per quello che io penso, vada accettato. Naturalmente come in
tutti i nostri interventi rilevanti, c’è la parte del 20% che dovrà essere destinata ad
affitto convenzionato. Abbiamo fatto una richiesta precisa alla Campari primo, che
questa parte fosse realizzata perlomeno in contemporanea con il resto
dell’intervento. Nel passato abbiamo avuto esperienze di tempi non sempre
rispettati, invece questo credo che sia da far rispettare. Abbiamo chiesto anche, di
fronte a una certa vaghezza delle loro indicazioni, di avere una precisa
destinazione e nelle ultime definizioni della Campari, c’è l’impegno che questo
intervento venga realizzato a pochi metri di distanza dalla sede della Campari, via
Ariosto, dove attualmente c’è la mensa dell’azienda. Questo consente di avere il
vantaggio innanzitutto di poter avere un intervento nei tempi rapido e d’altra parte
di averlo in un luogo molto vicino al resto dell’intervento e quindi di particolare
pregio. Per quanto riguarda poi gli oneri, si tratta di oneri rilevanti sia perché siamo
di fronte a varianti, sia perché la particolare zona di pregio della città impone di
avere un’entrata anche dal punto di vista economico importante, che è valutata in
3
almeno 8.200.000 euro, che credo possano essere in qualche modo aumentati e
che hanno due destinazioni prioritarie: una riguarda le politiche della casa, l’altra le
politiche ambientali. Queste credo siano sostanzialmente le linee di questo
intervento. A questo punto credo che a noi tocchi, con questa comunicazione, di
dare l’avvio al procedimento, tenendo conto che la Campari, proprio perché i tempi
di trasloco sono tempi ormai particolarmente stretti. Tenete conto che il 1° di luglio
del 2008 la direzione della Campari deve trovare una nuova collocazione perché
scade l’affitto dell’edificio di via Turati e la richiesta esplicita della Campari è quella
appunto di avere tempi rapidi. L’ultima cosa che credo vada sottolineata riguarda la
qualità degli interventi che noi abbiamo sottolineato. Abbiamo chiesto alla Campari
di presentarci un progetto di alta qualità. Come voi sapete forse la Campari ha
scelto come progettisti l’arch. Marzolati, che è sestese, e l’arch. Mario Botta, che
ugualmente tutti conoscono per vari interventi compiuti in varie parti d’Italia, l’ultimo
quello sulla Scala. Abbiamo chiesto naturalmente che sia dal punto di vista del
risparmio energetico, dei materiali impiegati e via dicendo, fosse un intervento di
qualità importante e abbiamo trovato in questo un accordo, una condivisione, da
parte della Campari con questa nostra richiesta. Per questo io credo che dopo
questa sera il cammino sarà quello di riprendere i contatti con la Campari, di
chiedere che ci venga presentato il progetto più definitivo da parte di Botta e di
Marzolati e di percorrere tutto il cammino previsto tornando alla contrattazione per
definire i punti che sono ancora da precisare e da definire e poi con tutto l’iter che
deve essere fatto sia nel quartiere, nelle Commissioni consiliari, in Consiglio
Comunale, sino ad arrivare all’approvazione definitiva. Grazie.”
Si dà atto che esce la Consigliera Di Pietro.
PRESENTI : N. 26
Presidente: “Grazie, signor Sindaco. Su questa comunicazione apriamo il dibattito.
Se qualche Consigliere vuole intervenire, è pregato di prenotarsi. Cons. Parmiani,
prego.”
Cons. Parmiani: “Grazie, signor Presidente. La comunicazione del Sindaco
naturalmente è molto importante perché avvia la procedura per risolvere il
problema della Campari. Noi siamo d’accordo in larga misura sui punti illustrati qui
dal Sindaco e tuttavia come il testo stesso della sua comunicazione prevede,
siamo anche qui per dare ulteriori suggerimenti e avanzare proposte di
approfondimento che potranno poi essere considerati il momento dell’inizio formale
dell’operazione. È un avvio quindi di grande importanza. Tra le molte cose che il
Sindaco ha indicato, aspetti favorevoli, c’è anche quello del Museo al quale anche
noi siamo particolarmente sensibili, ma dirò qualcosa verso la fine su questo.
Tuttavia non si può ignorare un dato fondamentale, e cioè che la Campari ha
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deciso, secondo le proprie politiche industriali, di lasciare Sesto S. Giovanni e lo ha
deciso nell’ambito di questo suo disegno di ristrutturazione aziendale, per
trasferirsi, come diceva il Sindaco, a Novi Ligure e quindi di fatto è una decisione
autonoma che non è stata certo favorita dall’Amministrazione comunale.
L’Amministrazione si è trovata quindi ad affrontare questa nuova dismissione
importante per la storia economica, produttiva, occupazione e sociale anche della
città, nonché per la sua valenza urbanistica. Per evitare vuoti urbanistici, con la
Campari si è subito avviato un confronto serio e serrato di cui va dato atto al
Sindaco e alla Giunta. Sin dall’inizio sembra esserci stata una disponibilità
notevole da parte dell’Amministrazione comunale al confronto e la costruzione di
proposte urbanistiche tese ad agevolare un processo di riconversione dell’area. Da
parte della Campari, invece, per un buon periodo di tempo c’è stata una sorta di
atteggiamento ambiguo, poco trasparente in qualche occasione, che però alla fine
non ha impedito all’Amministrazione comunale di raggiungere l’obiettivo di una
riqualificazione dell’area all’interno di uno studio di qualità urbanistica. Proprio per
venire incontro alla Campari è stata avanzata la proposta che ha riassunto il
Sindaco questa sera, la proposta della sostituzione edilizia per quantizzare al
massimo la superficie in gioco, per superare il vincolo dell’indice previsto dal PRG e
tutto ciò perché l’operazione ruota intorno al trasferimento della direzione della
Campari, come abbiamo sentito, sulla parte stessa dell’area destinata a terziario,
dove occuperebbe, si dice, almeno due piani. È una proposta seria, questa, che
introduce un elemento trasparente di premialità nell’ottica della qualità
dell’insediamento della direzione della Campari però non riusciamo del tutto a
comprendere perché a questa premialità, già consistente, si voglia poi forse
aggiungere qualcos’altro, si parla di questo 10%. Non riusciamo bene a capire,
però credo che poi il Sindaco avrà modo di illustrarcelo in dettaglio, il mancato
reperimento degli standard disponibili. Per questi motivi chiediamo alla giunta e al
Sindaco di perfezionare la trattativa per cercare di segnare alcuni punti a favore del
pubblico che potrebbero essere riassunti in questi che vi elenco. Noi riteniamo che
la sostituzione edilizia sia più che sufficiente all’interno del quadro economico e
soprattutto nella valutazione complessiva di natura urbanistica. Per gli standard
invitiamo il Sindaco e la Giunta a recuperare tutti quelli possibili e vorremmo anche
che tutto il parco, per la sua funzione strategica, fosse ceduto come standard. La
residenza temporanea dovrebbe essere contestuale all’intervento. Poi ancora il
progetto, come il Sindaco stesso ha sottolineato, deve avere un’alta valenza
urbanistica perché si inserisce nella città costruita all’interno di un’area tra le più
importanti della città stessa. Infine, siccome tutto l’intervento ruota attorno al
trasferimento della direzione Campari da Milano sull’area di Sesto, credo sia giusto
tentare di vincolare in convenzione almeno per 12 anni la scelta della Campari,
contro una eventuale penale nei confronti della società se questa non dovesse
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rispettare la convenzione. Noi Socialisti siamo più che disponibili a un rapido
utilizzo dell’area della Campari, a un accordo, in un contesto di equilibrio
urbanistico, perché l’intervento all’interno della città costruita è difficile, delicato,
abbiamo già affrontato altri e va quindi gestito con razionalità all’interno di
un’ampia strategia urbanistica. Queste sono proposte, suggerimenti, osservazioni
che noi facciamo, come abbiamo in altre occasioni fatto per migliorare la nostra
città. Questo ci ricorda, ripensando al passato, quindi al Museo della Campari, che
ci trova più che consenzienti, pensiamo alle proposte, al ruolo importante che
hanno avuto nel corso di questi decenni le Giunte, le Amministrazioni comunali a
cui anche i Socialisti hanno partecipato. Lo dico in questa occasione perché
qualche volta ci si dimentica di questo ruolo e in qualche occasione si dimenticano
alcuni aspetti fondamentali dello sviluppo di Sesto. Pensiamo al decentramento,
pensiamo alla politica dei servizi sociali, che hanno avuto come protagonisti i
Socialisti, mi riferisco in particolare al Sindaco Biagi che ha svolto un ruolo
fondamentale nell’ambito di questi settori di intervento. Qualche volta di questo ci
si dimentica e credo che invece oltre ai musei si debbano ricordare gli uomini e le
donne che si sono battuti per fare di Sesto una delle città più importanti della
Provincia di Milano.”
Si dà atto che esce il Consigliere Nicosia.
PRESENTI : N. 25
Presidente: “Grazie, Cons. Parmiani. Ha chiesto la parola il Cons. Galeone.
Prego.”
Cons. Galeone: “Grazie, Presidente. Volevamo anche noi fare un breve commento
su quanto ci ha informato il Sindaco, anche se quella di stasera credo, come si è
espresso il Sindaco all’inizio, è una comunicazione iniziale su quello che sarà l’iter
che ci porterà all’approvazione del progetto di ristrutturazione dell’area Campari. Il
problema Campari è un grosso problema per la città, perché ad una ad una se ne
sono andate tutte le fabbriche e la fuoruscita da Sesto S. Giovanni della Campari,
che appartiene alla storia di Sesto S. Giovanni, è un po’ l’emblema della città,
perché in tutto il mondo il Campari è conosciuto e su tutte le bottiglie c’è scritto
“Prodotto a Sesto S. Giovanni”. Però io credo che questa società non possa tirare
troppo la corda e non debba troppo costringere l'
Amministrazione che si sta
prodigando in maniera notevole per salvare la presenza della Campari a Sesto S.
Giovanni e non debba pretendere troppo da noi. È chiaro che nessuno di noi vuole
che la Campari lasci Sesto e plaudiamo all’opera che è stata fatta dal Sindaco e
dalla Giunta per poter mantenere almeno la direzione, gli uffici a Sesto S.
Giovanni. Mi sembra, da quello che ho sentito, perché di questo si è parlato nella
città, che però le richieste di questa società siano troppo esose ed è per questo
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che ci associamo a quello che giustamente ha detto il capogruppo dei Socialisti, il
mio collega Parmiani, su una ferma volontà dell’Amministrazione a non cedere le
armi. Per cui anche noi ci associamo alla richiesta dei colleghi Socialisti di ottenere
dalla Campari tutta l’area verde per destinarla a giardino pubblico, di mantenere i
750 posti come parcheggio e soprattutto di vincolare la Campari, visto che c’è
questa richiesta di un aumento del 10%, a rimanere in città come direzione e uffici
per almeno 12 anni. Ci affidiamo completamente al Sindaco e alla Giunta,
ritorneremo penso a discutere di queste cose, ma invitiamo con il nostro intervento
il Sindaco a tenere duro e a difendere gli interessi del pubblico. Grazie.”
Presidente: “Grazie, Cons. Galeone. Cons. Leo, prego.”
Cons. Leo: “Grazie, Presidente. Il recupero di un’area dismessa nel centro della
città non può essere accettato che positivamente, se si aggiunge il fatto che la
direzione della stessa azienda Campari, che ha spostato la produzione in
Piemonte, verrà a prendere il posto dell’attività produttiva. Mantenere l’azienda a
Sesto sarebbe stata una bella sfida ma governare i cambiamenti implica la
capacità di riconvertire le presenze sul territorio nonostante scelte aziendali
diverse. Vorrei focalizzare tre punti. Il primo riguarda l’equilibrio dell’impatto
ambientale. I volumi proposti sono rilevanti e presentare un progetto il più possibile
armonico renderebbe possibile una miglior riqualificazione della zona, che
altrimenti rimarrebbe non utilizzata e provocherebbe nel centro della città un
ambito di criticità. Per quanto riguarda la parte che diventerà poi verde pubblico,
deve essere concretamente usufruibile dai cittadini, in una zona altamente
popolata, e se ben eseguita può ampliare lo spazio di questa zona. A questo
proposito volevamo suggerire al Sindaco, nella fase di concertazione della
convenzione, di fare in modo che sia la stessa azienda che si occupi della
manutenzione di questo giardino, vincolato a un certo numero di anni, noi speriamo
il più possibile, anche per sgravare l’Amministrazione da ulteriori costi. Noi lo
abbiamo già segnalato in II Commissione. Una realizzazione comunque positiva.
Bisogna realizzare la parte dell’edilizia convenzionata in tempi abbastanza celeri a
quelli di attuazione su quest’area. Tale punto deve essere discriminante, cioè deve
essere prioritario rispetto alla realizzazione del PII. Certo che sarebbe preferibile, a
nostro avviso, avere forse qualche metro in meno di SLP convenzionata e avere
della nuova edilizia popolare, vista l’emergenza casa e per non spostare il
problema più in là di qualche anno, se è possibile. Comunque queste cose penso
che le vedremo in seguito, nei vari passaggi in II Commissione, il progetto e le
soluzioni proposte, sperando che siano il più possibile equilibrate e condivisibili in
riferimento al pubblico interesse. Grazie.”
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Presidente: “Grazie, Cons. Leo. Non ho altre prenotazioni. Cons. La Corte, prego.”
Cons. La Corte: “Grazie, Presidente. Io mi impegno a rimanere nei 10 minuti,
eventualmente dovessi sforare di qualche secondo abbia pazienza. La
riconversione dell’ambito Campari riteniamo che sia una sfida estremamente
impegnativa per questa Amministrazione, una sfida alla quale noi di Rifondazione
Comunista intendiamo dare tutto il nostro contributo proprio in virtù dell’importanza
sia dal punto di vista amministrativo che politico, oltre che per le responsabilità che
abbiamo in questa maggioranza e per la delega che abbiamo in Giunta, delega che
è attinente al tema in discussione questa sera. L’importanza di questo passaggio lo
individuiamo in tre elementi. Innanzitutto un elemento positivo, come è già stato
detto ovviamente dal Sindaco. Noi riteniamo unica questa opportunità di poter
ospitare in città, contemporaneamente la direzione nazionale della Multinazionale
che più di un secolo fa da questa città prese le mosse per costruire l’azienda che
conosciamo e il Sindaco è entrato nei dettagli ma che conosciamo tutti molto bene.
Opportunità che anche dal punto di vista occupazione qualche riflesso positivo
dovrà pur averlo; opportunità di ospitare il Museo della Campari che, se andasse in
porto, verosimilmente mostrerà sia gli aspetti tecnici dei vari prodotti realizzati in
questi 100 anni, quanto gli aspetti più strettamente legati alla pubblicità. Noi
sappiamo che la Campari su questo è stata davvero innovativa. In questi 100 anni
ha fatto appello alla capacità di Artisti con la “A” maiuscola. La possibilità inoltre
per tutti i cittadini di poter tornare ad accedere direttamente al parco,
assolutamente splendido, come una volta potevano fare quanto meno i lavoratori e
le lavoratrici della Campari, perché una volta il CRAL aveva sede all’interno di una
parte della villa, e la quarta possibilità (quarta solo in ordine cronologico, ma
assolutamente non secondaria) è quella di poter utilizzare per un certo numero di
giorni la villa Campari per iniziative di prestigio. Questa è una cosa che segnala
l’importanza del passaggio sulla Campari. Un altro fattore che segnala questo
passaggio come molto importante e difficile è dovuto alla ristrettezza dell’ambito,
ristrettezza proprio in senso geografico. Se nel documento di inquadramento
approvato soltanto qualche mese fa da questo Consiglio, si sottolineava
l’eccezionalità del comparto Campari e la possibilità prevista dallo stesso PRG di
trasformare gli attuali volumi atti alla produzione in volumi da destinare alla
produzione di servizi, va da sé che il portare in superficie quei volumi che sono
agibili, pur trovandosi attualmente sotto la superficie, sarà comunque un problema
e non soltanto dal punto di vista di impatto ambientale, una difficoltà che oltretutto
va a sommarsi ad un incremento volumetrico determinato dal recupero dell’edificio
del 1904 e del relativo premio che saremo ben felici di riconoscere quando da
parte dell’azienda verrà presentato un progetto preciso di riutilizzo. Per evitare
equivoci, noi non riteniamo una penalità per l’Amministrazione il dover riconoscere
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questo premio, è una ricchezza ma che comunque dal punto di vista ambientale va
a sommarsi ad altri volumi in un ambito ristretto. Sottolineiamo questo come
aspetto positivo, non vogliamo equivocare su questo. Non siamo ingordi e non
vogliamo la moglie ubriaca e la botte piena, evidentemente, ma se questo vale,
deve valere per tutti, a cominciare dalla proprietà. Non dimenticando di
sottolineare, forse è una cosa banale, che comunque la proprietà rappresenta
interessi particolari mentre noi rappresentiamo gli interessi complessivi della
collettività, proprietà compresa. Il terzo aspetto che sottolinea l’importanza di
questo passaggio, e un ulteriore elemento di difficoltà e non possiamo
nascondercelo, è l’atteggiamento dell’azienda che noi ad oggi non consideriamo
assolutamente collaborativo. Come possiamo considerare altrimenti una proposta
di PII che arriva a questa Amministrazione più di due anni dopo la firma
dell’accordo sindacale, 9 gennaio 2003, e che viceversa aveva un
cronoprogramma, per usare un termine a noi non nuovo, estremamente dettagliato
e che non prevedeva tentennamenti né ricatti nelle scelte. Allora, per essere
ancora più chiaro, perché mai sull’accordo sottoscritto da più di 30 persone su
carta intestata della ASSOLOMBARDA avrebbe dovuto comparire il trasferimento
della sede centrale a Sesto S. Giovanni, se questo non avesse rappresentato un
elemento di peso nella trattativa, quasi a suggellarlo, perché alla fine, prima delle
firme? Allora noi non conosciamo un gioco nel quale una carta può essere
utilizzata due, tre, forse anche quattro volte. Non è possibile. Quindi noi
incoraggiamo la Giunta a proseguire questo percorso, ma vogliamo sottolineare
alcune sensibilità nostre e alcuni oggettivi ostacoli. Nelle comunicazioni del
Sindaco si segnalano sia le richieste della proprietà pari a circa 24 mila mq, che le
possibili realizzazioni secondo una interpretazione del PRG. Se delle richieste
della Campari francamente ci interessa poco, rispetto alle seconde noi ci
chiediamo: 1) a quanto ammontano effettivamente le volumetrie attuali; 2) quante
di queste volumetrie sono legalmente computabili, se così si può dire. Detto in altre
parole, ci sono volumetrie che prima di essere riconosciute come idonee alla
trasformazione edilizia hanno bisogno di un parere tecnico? Questo non lo
sappiamo, non spetta a noi, ma noi vogliamo saperlo da chi deve darci delle
risposte. Quante volumetrie maturano gli indici assunti sul parco? È possibile
cedere 4500 mq al pubblico e poi comunque maturare su questi mq nuove
volumetrie oltre quelle esistenti? su questo abbiamo forti dubbi, ma lo poniamo
come domanda. Il tema della premialità. Se il trasferimento della direzione
nazionale avesse comportato difficoltà per carenza di spazi, noi non avremmo
avuto problemi a riconoscere una premialità come previsto dal documento di
inquadramento, atta a consentire l’operazione stessa. Ma poiché di questo non si
tratta, anzi l’azienda richiede che i volumi avanzanti dopo il trasferimento vengano
trasformati in residenza, una residenza di estremo pregio, a fianco di uno splendido
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parco, magari in parte pertinenziale ad un semaforo di distanza dalla
metropolitana, dalla ferrovia e dal capolinea di centinaia di linee di autobus, ci
chiediamo dopo questa richiesta che senso e che giustificazione può avere una
ennesima premialità, rammentando che il Museo sarà ovviamente premiato con le
volumetrie previste e la sede doveva trasferirsi per accordo sindacale. In sostanza,
quante volte la Campari chiede di essere premiata, una, due, tre, quattro, cinque,
quante? E perché? Aggiungiamo la cessione di 4500 mq., su questo i colleghi mi
hanno preceduto, perché sul resto siamo assolutamente d’accordo, è
assolutamente insufficiente tenuto conto che in totale il parco è grande più del
doppio, come il Sindaco ha confermato, che il bisogno di verde in quella zona della
città è estremamente forte, chi conosce la città sa bene cosa vogliamo dire, e che
la rimanente parte di parco la motivazione per cui non viene ceduta da parte della
proprietà, è che deve rimanere parco pertinenziale di Villa Alta, ma metà parco.
Inoltre nella proposta dell’azienda appare la volontà di mantenere oltre
naturalmente Villa Alta, tutelata dal PRG... Qui c’è poco da trattare, c’è il PRG che
dice che non si tocca, non è che c’è da trattare. È chiaro che se si tratta su cose
che non sono trattabili, poi si è forse più in difficoltà su altre questioni. Torniamo a
Villa Alta tutelata dal PRG e dalle Belle Arti, anche il laboratorio e la falegnameria
dovrebbero rimanere che sparse nel parco oggettivamente rendono più complicata
una cessione maggiore dello stesso parco. È davvero così indispensabile tenere in
piedi queste due strutture e comunque tenerle private, o non è il caso di cederle al
pubblico per un utilizzo per il quale si troverà poi il modo ma le proposte non ci
mancano, e rendere quindi tutto più semplice per il pubblico e forse anche per la
proprietà? Sui parcheggi il collega Galeone ha detto delle cose che noi non
condividiamo ma ovviamente ognuno poi esprime il proprio punto di vista. Ma i
parcheggi come standard, assunto che l’eventuale quota di residenza dovrà avere i
propri box pertinenziali, come prescrivono le normative, assunto che l’azienda
dovrà avere i suoi parcheggi in proporzione alla quantità di personale trasferito, a
noi pare che questo tema dei parcheggi non sia un tema a noi particolarmente
caro, perché se così non fosse mi chiedo perché abbiamo venduto il silos del
Rondò. Evidentemente così non è, altri sono gli standard che noi richiediamo a
partire dal parco, ma siamo arrivati buoni, ultimi e felici. Due cose, infine. È
assolutamente indispensabile che questo passaggio, che non è un accordo, che è
una parola che ho sentito nella relazione forse per errore, proprio per la
delicatezza da noi evidenziata e da altri evidenziata evidentemente, oltre che per le
reali opportunità, rimarchi il ruolo che ognuno di noi deve avere: il Sindaco
innanzitutto, l’Assessore competente, la Giunta, la competente Commissione
consiliare, il Consiglio Comunale e il Consiglio di quartiere. È indispensabile che
tutti i passaggi di partecipazione siano sottolineati affinché qualsiasi scelta venga
compiuta sia partecipata e condivisa. Per ultimo, questo è il primo ambito
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importante della città costruita, che va in riconversione dopo l’approvazione
definitiva del PRG e del documento di inquadramento. Noi riteniamo utile per tutti
aprire un avviso nel quale offrire l’opportunità, per quelle realtà produttive ormai
soffocate per carenza di spazi, o per il tipo di produzione, di una ricollocazione più
idonea all’interno della città, farlo un caso per volta a rischio di portare a un
risultato disorganico e probabilmente conflittuale, ragionare in termini complessivi
con regole uguali per tutti vuol dire amministrare. In fin dei conti siamo qui per
questo. Grazie.”
Si dà atto che esce il Consigliere Eberini.
PRESENTI : N. 24
Presidente: “Grazie, Cons. La Corte. Ha chiesto la parola la Cons. Landucci.
Prego.”
Cons. Landucci: “Io credo che non posso che associarmi alle riflessioni che sono
già state fatte direi da tutti gli interventi. È chiaro che la cosa positiva che tutti
hanno detto è che non ci siano nuove aree dismesse. Su questo non possiamo che
essere d’accordo. Sul resto mi sembra che tutti abbiano avuto molto da dire e
molto da proporre in cambiamento. In particolare io credo che ci sia in questa
proposta della Campari un atteggiamento di notevole arroganza, nel senso che
questi signori hanno solo e soltanto da guadagnare da questo intervento, che si
configura a mio modestissimo avviso come una terrificante speculazione edilizia,
perché quando io leggo che in questo terreno erano previsti 1877 mq di superficie
lorda di pavimento per edilizia residenziale, diventano 12.500. Io credo che si
possa fare rapidamente il conto di quanto possa essere venduta al mq in quella
zona, considerando che la Campari ha ammortizzato quest’area credo da 50 anni.
Per cui a costo zero di acquisizione delle aree, che per quanto ne so io
rappresenta oggi una fetta notevole di ogni possibile investimento immobiliare, io
credo che la Campari realizzi una plusvalenza, se vogliamo così parlare, da
leccarsi i baffi, credo che sia una delle aree migliori della zona, in grande vicinanza
ad una fermata fondamentale della metropolitana, ben servita, nel centro della
città. Non vedo quale altra localizzazione migliore ci potrebbe essere. In cambio di
questo non ci dà neanche gli standard sufficienti in parcheggi, perché viene proprio
detto serenamente La cifra 1877 – 12.500 l’ho presa dalla delibera n. 134 della
Giunta comunale approvata nella seduta del 16.5, dove c’è una relazione degli
uffici firmata dall’arch. Claudio Indovini e il direttore arch. Silvia Capurro, che dà
tutte queste notizie. Non c'
è stata distribuita la delibera ma è disponibile su
internet, si può fotocopiare tranquillamente e devo dire che questa relazione è
molto interessante perché sottolinea la grande durezza dell’intervento rispetto a
quello che è costruito. Anche perché, chiariamo, la Casa Alta viene salvata per un
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motivo solo, perché per fortuna in Italia ci sono le Sovrintendenze, altrimenti
avrebbero costruito anche sul Duomo di Milano un palazzo e sicuramente anche
su quella casa. Per fortuna essendo vincolata alla Sovrintendenza non ci sono
varianti di PRG che tengano. Meno male, perché se no avremmo sicuramente
dimostrato che la funzione di eccellenza della ipotetica direzione generale qui
poteva buttar giù la casa e tirar su una piccola torre di 14 piani. Meno male che c’è
la Sovrintendenza, perché il nostro PRG mi pare che si tiri da tutte le parti, sempre
e comunque. L’area verde viene dimezzata, da 9.500 mq si va a 4500 mq, in una
zona dove gli standard di verde sono molto inferiori alla media regionale richiesta.
Oltretutto l’area dismessa è un’area, come diceva La Corte, dal punto di vista
spaziale in pratica è un isolato tra quattro strade, in cui noi costruiamo 23 mila mq,
più i 2500 che vengono fatti fuori delle case convenzionate per 12 anni. Quindi non
è che i 23 mila comprendono anche le case convenzionate, quelle sono fuori e
diceva l’arch. Capurro in Commissione che sono almeno circa 2000 mq di
quell’edificio della mensa. Quindi i 23 mila sono tutti nuovi a cui se ne aggiungono
altri 2000 e rotti, in una zona che è già densamente popolata. Si è sempre parlato
di standard urbanistici, di edificabilità a proposito delle aree dismesse, (0,60 o
0,50), non oso pensare cosa sia l’indice. Immagino che sia ben più alto di quanto si
sia mai parlato per tutte le aree dismesse, dove oltretutto sono zone di molto più
vasto respiro. Veramente mi domando quale sia il vantaggio, noi premiamo la
Campari perché ha portato via 150 posti di lavoro e secondo me non porta
praticamente nulla. Anche perché non so quante volte questa direzione generale
viene fatta balenare a destra e a manca. Io sono convinta che noi non possiamo
vincolare in nessun modo la Campari. L’unica cosa che possiamo dirgli è: guarda,
il tuo pezzo d’ufficio, saranno 2-3000 metri, se tu non vieni te lo faccio tenere sfitto
per 10 anni. Ma cosa gliene frega? Ha fatto una speculazione, ha guadagnato
quello che gli pare e terrà sfitto per 10 anni 2000 mq. Di più non è che possiamo
obbligarla in altro modo, non ci sono altri obblighi, perché lei in convenzione firma
che probabilmente viene, questo alla fine non viene e noi cosa facciamo? Niente.
Oltretutto trovo molto pericoloso il fatto che loro non vogliono tutti i parcheggi
pertinenziali. Siccome sono obbligati per la residenza a darne uno per
appartamento, per una legge nazionale, è evidente che quelli che mancano,
mancano al terziario e secondo voi questi stanno preparandosi a venire qui con
tutta la direzione generale, senza avere neanche il posto macchina per il direttore
generale, che tutte le mattine gira intorno per cercare dov’è il parcheggio? Viene in
metropolitana? Può darsi, in effetti lo credo probabile. E noi li premiamo perché se
ne sono andati. Non hanno dovuto andarsene, hanno avuto grande convenienza
ad andarsene, a mettere lo stabilimento dove i terreni valevano niente a livello
residenziale, per sfruttare i terreni in centro a Sesto, per farci abitazioni da vendere
a prezzo di mercato. Io la capisco benissimo l’operazione della Campari, però
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chiamiamola per quella che è, perché se anche se ne fossero andati e avessero
lasciato così, la zona è già molto bella. Noi viviamo in mezzo alle aree dismesse
più drammatiche, piene di tutto quello che ci può essere. Quella zona lì, adesso già
che non ci lavorano praticamente più è bellissima, c’è il parco. Non credo che i
residenti sentano molto il dismesso adesso che hanno 10 mila mq verdi, mentre
saranno molto contenti di averne la metà e al posto di quello 20 mila mq di
superficie calpestabile, che vorranno dire due o tre torri, immagino; 20 mq di
superficie calpestabile sono un sacco di piani di case. Spero che gli affitti
convenzionati non si possano monetizzare, perché mi è stato detto, io però non lo
so, faccio una domanda, che una volta costruiti, il costruttore può decidere di
monetizzare la sua quota. Mi è stato accennato, però non so se sia vero o no, che
questo è stato fatto per un palazzo nella zona di viale Gramsci: doveva essere dato
ad affitto convenzionato, mentre poi in realtà c’è stata una monetizzazione e le
case poi il costruttore se l’è vendute. Vorrei che fosse chiaro non che il comune è
contrario, ma che questa non sia una facoltà per legge del costruttore, perché se
questa fosse una facoltà, lo troverei molto rischioso perché magari per quegli
appartamenti uno preferisce monetizzare il dovuto e poi venderli perché certo il
guadagno è maggiore. Questo, però, è un dubbio che vorrei che qualcuno mi
togliesse, non sono abbastanza a conoscenza delle leggi urbanistiche per sapere
se questo è vero oppure no. Però vorrei che la risposta fosse perché l’art. “tot”
della legge “tot” dice che questo non è possibile. Va bene che le delibere di Giunta
sono disponibili sul sito, però credo che forse come documentazione ai singoli
Consiglieri, sarebbe stata utile la relazione che accompagna la preparazione della
delibera, invece che una relazione piuttosto generica come quella che c’è stata
data. La relazione tecnica dei due tecnici del Comune, che mi pare abbiano fatto
un ottimo lavoro, poteva rivestire un certo interesse per tutti i Consiglieri Comunali,
al di là del fatto che uno si facesse parte diligente nell’andarsela a prendere sul sito
web. Credo che quando si discute un argomento in Consiglio Comunale sia diritto
dei Consiglieri avere la documentazione completa, non soltanto una
documentazione più o meno aborracciata perché devo dire che quando uno legge
che a residenziale erano previsti 1877 mq che sono diventanti 12.500, devo dire
che le due cifre messe una accanto all’altra colpiscono. La relazione dice che per
poterlo fare entro i limiti del PRG ci vuole un certo sforzo di fantasia, però mettiamo
pure che rientriamo. Certo che il cambiamento è notevole e molto pesante, perché
mi sembrava che il nostro PRG lì avesse previsto un’armonizzazione anche
estetica degli edifici che comportava una possibilità per le zone vicine di un certo
respiro. Sottolineo poi naturalmente che ad oggi il quartiere non è stato coinvolto
minimamente nella cosa. Si parla sempre di decentramento in linea teorica ma in
linea pratica il quartiere viene spesso serenamente scavalcato. Credo che forse
prima di portare questa comunicazione in Consiglio Comunale bisognava
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cominciare a coinvolgere coloro che questa trasformazione la subiscono di più
sulla loro pelle e ancora una volta io credo che bisogna stare, come è stato detto in
Commissione... È giusto come ha risposto il Sindaco che noi possiamo dire di no
quando vogliamo, possiamo dire di sì quando vogliamo, però i precedenti, cioè
troppo forti concessioni a un’azienda che si è serenamente sganciata da Sesto,
senza un pensiero, mi sembra che abbiamo saldato i nostri debiti. Forse sono loro
che hanno dei debiti nei nostri confronti e se noi li blocchiamo hanno da perdere
più di noi, perché l’area è di grande valore in quanto può essere trasformata in
residenziale, altrimenti nelle loro poste di bilancio diventa una perdita. Quindi credo
che abbiamo dalla nostra un argomento abbastanza forte, perché è chiaro che il
motivo per cui se ne sono andati da Sesto è perché quell’area faceva gola a livello
residenziale e solo per quello, molto più che un’area a Novi Ligure. Grazie.”
Si dà atto che esce il Consigliere Galeone.
PRESENTI : N. 23
Presidente: “Cons. Tabacco, prego.”
Cons. Tabacco: “Grazie. Presidente. Io sarò brevissima. Ho ascoltato tutte le
relazioni fatte dai colleghi prima e naturalmente le condivido tutte per aspetti
diversi toccati, ma tutti condivisibili naturalmente. Io vorrei fare una domanda in
merito a questa comunicazione fatta dal Sindaco. Secondo me amministrando una
città ci sono delle cose che non si possono assolutamente scordare, prima cosa
l’interesse dei cittadini. Il Sindaco ricordava prima dell’importanza di questa parte
della nostra città, addirittura chiamandola “quartiere Campari”, quindi una parte di
città molto radicata tra i cittadini e noi sestesi; parte di città densamente popolata,
con dei problemi, mancanza di standard. Del resto non è solo quella la parte di
città in cui mancano gli standard a Sesto e non è neanche solo quella una parte di
città in cui manca la qualità. D’altro canto noi vediamo questa richiesta di avvio di
procedimento che ci propone una genericità che non è ammissibile in merito agli
standard, anzitutto. Non si capisce quanti mq in totale ci sono di standard, non si
capisce quanti abitanti andranno a insediarsi lì. Quello che si sa è che ci sono
quattro torri di 14 piani ciascuna circa, si parla di monetizzazione, quindi già
secondo me di un passaggio molto particolare e rischioso che non dovrebbe
esserci in una zona in cui gli standard mancano. Preliminarmente ci presentate due
pagine di avvio di procedimento in cui già si parla di avvio di monetizzazione. Non
si capisce quanti parcheggi ci saranno, diceva prima la mia collega di FI che non ci
sono nemmeno parcheggi sufficienti. D’altro canto siamo abituati a Sesto a vedere
operazioni azzardate. Io ricordo l’anno scorso di aver visto l’approvazione nel giro
di pochissimo tempo di ben 14 varianti urbanistiche, con un PRG appena
approvato. Detto questo mi domando dato che oltretutto questo è un PRG che
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esiste, però è anche vero che il PRG per legge non c’è più, quindi si può decidere
di fare tante cose a livello amministrativo: si può decidere di adeguarlo avviando un
procedimento che rende trasparente una scelta politico amministrativa; si può
decidere invece di procedere, come è stata la decisione anche in questo caso, di
procedere con delle varianti, con dei PII, in cui però non si chiede nulla per i
cittadini. Qui ci sono mq in abbondanza, lo ricordavano tutti i colleghi della vostra
maggioranza prima, ma in cambio quella parte di città che diciamo essere storica,
importante, ecc., cosa va a guadagnare? Nulla, in questo avvio di procedimento
assolutamente niente. Certo è che la densità edificatoria diverrebbe enorme, quindi
con i risultati negativi rispetto all’inquinamento, rispetto al peso insediativo, rispetto
alla mancanza di standard. Poi io mi chiedo: ma in quella zona, in quella parte di
città, voi che amate tanto raccontarci di servizi sociali, che cosa andiamo a
realizzare. Ammettiamo che si arrivi anche a monetizzare una parte di questi
standard, che cosa offrite voi a Sesto S. Giovanni con questi soldi? Perché invece
non impegnarsi con il privato in un processo di negoziazione concertato a far
realizzare delle cose che servano davvero alla città e che non ci sono?
Ricordavano prima tutti gli altri poco verde, chiediamo più verde, 750 posti non
sono sufficienti, rimanere in città almeno per 12 anni, tutte cose giustissime e
condivisibili. Io credo però che ci sia stato comunque a monte un processo iniziale
di concertazione con la Campari. Mi domando allora con che coraggio voi portiate
questa sera alla discussione questi indirizzi per l’avvio di un procedimento che
comunque è già stato concertato, perché il privato non arriva a fare una proposta di
questo genere sia pure azzardata, senza aver minimamente costruito dei rapporti
con una Pubblica Amministrazione. E a me dispiace che questa Pubblica
Amministrazione nell’avvio del processo negoziale con la Campari non abbia posto
già dei paletti un po’ più interessanti per i cittadini, che potessero arrivare a farci
vedere un progetto, sia pure preliminare, naturalmente, più credibile per tutti i
cittadini. Quindi a me dispiace vedere che in questa città e questa Amministrazione
al posto che dettare regole più volte ha portato avanti varianti, programmi integrati
di intervento con convenzioni che abbiamo discusso con pochi o insufficienti paletti
veramente a vantaggio dei cittadini e quindi con nessuna garanzia. Chiaramente
condivido tutto quello che hanno detto prima gli altri colleghi. Mi domando per
quale ragione voi abbiate portato questa sera indirizzi che comunque hanno scritto
delle cose. Qui delle cose ci sono già scritte. Ci sono scritti i mq e abbiamo detto
che sono eccessivi; c’è scritto che andranno a fare probabilmente un’operazione
edilizia forse un tantino eccessiva perché 4 torri di 14 piani magari sono eccessive;
gli standard chissà quanti saranno, non si è capito. Monetizziamo, certo, poi per
realizzare che cosa non abbiamo capito. Addirittura il capogruppo di Rifondazione
Comunista chiede: “Noi vogliamo che questa concertazione venga fatta con
l’Assessore, coinvolgendo le Commissioni Consiliari, coinvolgendo i quartieri...”. Mi
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sembra il minimo che si possa fare. Questa non è una novità perché abbiamo più
volte visto che nonostante le belle parole poi quando si tratta di fare i fatti, come
avevamo discusso l’altra volta, cioè di costruire un albergo, sostanzialmente non si
coinvolge il quartiere e non gli si danno i servizi sociali necessari. Io non ho
nient’altro da dire se non che non ho capito per quale ragione il Sindaco abbiamo
portato questa cosa in Consiglio Comunale. Tutti dicono “Non ci piace”. Forse
l’Assessore alla Partita avrebbe potuto capirlo in separata sede che sarebbe stato
azzardato portare una roba di questo genere alla discussione di un Consiglio
Comunale, perché o ci stiamo prendendo in giro, altrimenti non lo so cosa
dobbiamo dire, signor Sindaco. Questa iniziativa formalizzata è stata presentata al
Comune il 22 febbraio scorso. Credo che almeno da un anno qualcuno di voi,
l’Assessore, lei, Sindaco, qualcuno sta seguendo un processo informale concertato
con la Campari. Me ne dispiace, non so cos’altro aggiungere, mi dispiace per i
cittadini di Sesto. Io credo che un’Amministrazione comunale che ha interesse a
dare risposte alla città forse dovrebbe farlo vedere anche in queste occasioni, non
portare una delibera di questo tipo per farsi dire di no da tutti. Mi sembra poco
serio. Grazie.”
Si dà atto che esce la Consigliera CROATTO.
PRESENTI : N. 22
Presidente: “Grazie, Cons. Tabacco. Non è una delibera, è una comunicazione.
Ha chiesto la parola la Cons. Talamucci.”
Cons. Talamucci: “Grazie, signor Presidente. Cari colleghi, care colleghe, io
volevo ringraziare a nome del Gruppo dei DS il Sindaco per averci fatto discutere
stasera, come abbiamo anche discusso nella competente Commissione Consiliare,
la relazione che ci è stata presentata. Sostanzialmente credo che abbiamo
l’opportunità che quell’isolato che ha rappresentato dall’inizio del 900 fino a
qualche anno fa un centro produttivo di eccellenza, che ha dato un marchio che è
conosciuto e apprezzato a livello globale, abbiamo la possibilità di avere ancora la
sede della Campari a Sesto S. Giovanni, la direzione nazionale. Sinceramente non
credo che lo spostamento della produzione, la delocalizzazione produttiva sia
convenuta per ottenere in cambio la residenza. I cicli produttivi e gli accorpamenti
delle società hanno fatto in modo che questa produzione per l’azienda era meglio
mandarla a Novi Ligure. Abbiamo un accordo che sigla la presenza a Sesto della
direzione nazionale ed è questo il beneficio, credo, della nostra città. Questa sera
abbiamo sentito tante idee e tante proposte. Non le generalizzerei come ha fatto la
collega della Lega nel suo intervento, nel senso che gli interventi sono stati
diversificati. Io credo che però l’obiettivo comune che dobbiamo avere tutti è: qual
è l’interesse che ha la città di Sesto S. Giovanni in una trasformazione urbanistica
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che coinvolge tutto l’isolato che adesso è inutilizzato, con un bellissimo parco che
adesso e per cent’anni non è stato utilizzato dalla cittadinanza, tranne che una
decina d’anni fa sono stati aperti degli oblò. Perdonatemi, ma mostrare ma non
toccare, si potevano ammirare le essenze pregiate, il lato posteriore della Casa
Alta, ma comunque dentro non si poteva entrare. Abbiamo una facciata liberty che
vogliamo conservare, abbiamo la Casa Alta che non è che vogliamo conservarla
perché ce lo dice la Sovrintendenza ma perché questa Amministrazione ci tiene a
valorizzare un edificio storico. Abbiamo la possibilità di ottenere una parte di
questo parco. Certo, il cammino non è semplice, i residenti per anni si sono
lamentati dei movimenti dei camion che andavano vuoti e uscivano dalla fabbrica
pieni, creando anche difficoltà di scorrimento e anche inquinamento. C’è la
possibilità di realizzare una parte di superficie per l’edilizia convenzionata. È vero,
non è una risposta alla casa pubblica, ma è un contributo che noi vediamo in questi
10 anni ha funzionato perché consente alle giovani coppie di rimanere a Sesto e di
poter pagare degli affitti almeno decorosi. Abbiamo la possibilità che questi mq
siano realizzati esterni all’area e quindi in tempi non biblici perché potrebbero
essere realizzati contemporaneamente all’intervento. Abbiamo la possibilità di
chiedere un intervento residenziale ad alta tecnologia rispetto allo sviluppo
sostenibile, quindi materiali, risparmio energetico, che potrebbe essere magari un
progetto pilota per le nuove realizzazioni. Certo, i metri cubi che si leggono nella
relazione spaventano tutti, però abbiamo la possibilità, oggi inizia, con questa
relazione che ci ha fatto il Sindaco, un percorso. Noi siamo qua per trovare la
formula migliore per portarlo avanti. Grazie.”
Presidente: “Grazie, Cons. Talamucci. Non ho altre prenotazioni, mi pare che
abbiano parlato un po’ tutti i Gruppi. A questo punto considero chiuso il dibattito e
do la parola al Sindaco. Prego.”
Sindaco: “Io credo che ci siano alcune cose fondamentali che io debba dire per
rispondere ai molti interventi interessanti di questa sera, che testimoniano del fatto
che effettivamente stiamo discutendo di un’area molto importante per la sua storia,
per la sua tradizione e per la sua collocazione nella nostra città. Ci sono alcune
cose che probabilmente non ho detto bene o che andrebbero ribadite, precisate .
Primo che evidentemente non esiste ancora un progetto definitivo. Parlare di due
torri, di quattro torri, di sei torri è preventivo. Secondo è che è evidente che i
parcheggi devono essere fatti secondo quello che stabiliscono tutte le leggi e le
norme. Parcheggi pertinenziali sono previsti, il loro numero, la loro collocazione,
per legge o per norme nostre, quindi è evidente che questo va assolutamente
rispettato. Di più abbiamo detto che evidentemente se c’è da parte della Campari
un interesse a superare il numero dei parcheggi da costruire, noi non abbiamo
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nulla in contrario, anzi. Quindi diciamo che questa è una precisazione che va fatta.
Così come io credo che vada precisato che non è che il parco scompare,
semplicemente una parte del parco, cioè 4500 mq del parco diventano comunali,
gli altri restano e restano evidentemente proprietà della proprietà (scusate il
bisticcio di parole), che in parte sono pertinenziali alla villa e agli edifici che
verranno realizzati, un’altra parte resteranno appunto privati. Così come abbiamo
detto, e in parte la Campari ha accolto, che questo giardino per un certo numero di
anni debba essere curato, pulito e tagliato da parte della Campari stessa. Altri
particolari vanno precisati mano a mano che nella trattativa si andrà avanti e si
arriverà a una definizione completa del progetto. Naturalmente, per rispondere a
quanto è stato detto da vari Consiglieri, è evidente che nel corso di questi due anni
ripetutamente ci siamo incontrati con i dirigenti della Campari, abbiamo discusso,
abbiamo raggiunto accordi, abbiamo fissato accordi, come è normale che avvenga,
io credo, in una trattativa di questa importanza. Detto questo io credo che vadano
dette alcune altre cose. La prima è che la nostra città, e non soltanto la nostra città,
ha conosciuto nel corso degli anni dismissioni di aziende. Noi in particolare, perché
voi sapete tutti la vastità del fenomeno che ha interessato Sesto S. Giovanni ma
che ha interessato anche altre città. Viviamo in un paese che ha delle leggi di
mercato, ad alcuni di noi piacciono, ad altri non piacciono. Ricordo a volte a chi
passa da una eccessiva richiesta di liberalismo a una di dirigismo molto rigido, che
il socialismo in Italia non esiste e quindi diciamo che ci muoviamo all’interno di
leggi che consentono a un’azienda di andare da un’altra parte, di chiudere o di fare
altre cose, senza che per questo il Comune, e non soltanto il Comune, possa
impedire che un’azienda si trasferisca che prenda altre decisioni. Siccome mi
sembra quasi superfluo ricordarlo, viviamo in un regime di liberalizzazione, in cui i
suoli sono proprietà privata. Come spesso dico mi piacerebbe molto essere alto,
biondo, con gli occhi azzurri. Purtroppo la realtà è diversa e da qui deve partire e
quindi credo che anche noi preferiremmo sull’area della Campari una distesa di
verde con l’asilo nido in mezzo, ma credo che sia francamente difficile pensare di
arrivare a questo. Quello che ci si pone davanti è un problema molto... e qui
francamente dirò quello che pensavo fino a 15 giorni fa. Sino a 15 giorni fa ero
convinto che l’intervento proposto sia un intervento molto pesante, ma che sono di
fronte ad una scelta che ha a che vedere con la storia e con la realtà della nostra
città, più profonda, che è quella di un’azienda come la Campari che è parte della
coscienza cittadina, e che portando via per sua iniziativa la produzione avremmo
dovuto accettare di ancorare comunque qua e che dal punto di vista produttivo e
dal punto di vista del numero di posti lavori aumenta i posti di lavoro, perché i
dipendenti che fino a qualche mese fa lavoravano alla Campari erano circa 150 (se
non ricordo male 157) e che invece la direzione arriverà a 200 persone e forse
anche di più e quindi che dal punto di vista dell’occupazione che credo che sia un
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discorso che interessa profondamente noi, soprattutto perché si tratta di
un’occupazione qualificata, in un’azienda che per fortuna pare avere un presente e
anche un futuro rilevante dal punto di vista dello sviluppo, credo che sia una scelta
importante. Credo che aver raggiunto un accordo sindacale prima sia stato un fatto
importante, senza precedenti e il fatto che si impedisse che divenisse un’area
abbandonata forse è un’altra importante esigenza, perché forse quando venne
chiusa la Falck Vulcano nel 1975 qualcuno pensò che era meglio, che si liberava
un’area e che rimaneva lì. Oggi sappiamo che non è stato meglio e quindi forse la
scelta di lasciare la Campari come area dismessa oggi può essere persino
affascinante. Credo che tra dieci anni potremmo pentirci di una decisione del
genere e dunque io credo, se questo è il parere che mi chiedete, che noi
naturalmente dobbiamo fare tutti gli sforzi eroici e necessari perché si arrivi a
ottenere il più possibile dalla Campari, sapendo che la Campari, siccome viviamo
in un paese che non è il paese del socialismo, ha altre alternative, può andare a
trasportare la sua direzione altrove, come ha la possibilità di andare altrove, ha già
dei progetti per andare altrove e noi quindi dobbiamo serenamente discutere,
assumendoci ognuno la sua responsabilità esplicita di dire: va bene, noi per il 10%
di volumetria in più sappiamo che la Campari andrà altrove. La direzione Campari
andrà altrove, ci assumiamo tutti insieme questa responsabilità. Se tutti insieme
siamo pronti ad assumerci questa responsabilità bene, io sono il Sindaco di tutti voi
e sono pronto ad assumerla con voi, però chiedo che ognuno se l’assuma
esplicitamente, altrimenti in quest’aula e non soltanto in quest’aula abbiamo
assistito ed assistiamo ad una sorta di balletto: che sui giornali si dice che la
Giunta è immobile, che è rigida, che ha un rispetto del PRG e delle volumetrie
assurdo. Dopo di che quando nel concreto si dice di affrontare un tema come il
dare e l’avere, perché di questo si tratta, ci si alza a dire: è troppo, siate più rigidi.
Stabiliamo insieme dei paletti. Credo che questo è un passaggio ineludibile. Noi
dobbiamo decidere se tirando il più possibile a quel punto ci assumiamo tutti
insieme la responsabilità di dire: cara Campari, siccome a Milano ti danno cose in
più, vai a Milano, lasciaci l’area vuota. Siamo pronti a fare questo discorso? Io
personalmente non me la sento. Questo era quel che pensavo fino a 15 giorni fa.
Da qualche giorno a questa parte, per una serie di avvenimenti che abbiamo
vissuto, qualcuno di noi insieme, abbiamo fatto un convegno molto bello a Villa
Vigoni e a Villa Torretta, abbiamo letto i giornali, leggiamo qual è la situazione nel
nostro paese, io mi domando e vi domando: viviamo in una condizione economica
di questo paese molto difficile, viviamo nella condizione in cui esiste un’economia
che perde il 5 e rotti percento. È un atto di responsabilità dire a un’azienda che
produce e che può svilupparsi qui “Non venire qui” o no? Quello che io domando a
tutti voi e dico io con più forza, in questa situazione economica di questo paese, se
ognuno di noi, per quello che gli compete, a noi per Sesto, a quelli di Milano per
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Milano, a quelli di Segrate per Segrate, non si assume la responsabilità di dare una
risposta di fronte a un’azienda che fa i suoi interessi, che vorremmo che facesse di
più, che cercheremo di fargli fare di più, se non si assume la responsabilità di dare
un segnale noi pensiamo che possiamo uscire da almeno il 5% annuo o no? Io
penso di no e penso che sarebbe irresponsabile da parte nostra, di tutti noi, di
maggioranza e di opposizione, dare la risposta: siccome mi chiedono il 5% in più e
vanno da un’altra parte, li faccio andare da un’altra parte. Questa sera iniziamo un
percorso, terremo conto di tutte le vostre osservazioni, andremo nei Consigli di
quartiere, come è evidente, come siamo andati sempre, anche per l’Albergo S.
Giorgio. Varie volte io, il Vice Sindaco, Castelli e tutti gli altri, continueremo ad
andare. Noi andiamo, io vado spessissimo nei quartieri a discutere di tutto e quindi
continueremo ad andarci. Faremo con la Campari una trattativa il più possibile
dura, seria, partendo, per quello che mi riguarda, da un principio irrinunciabile: noi
non possiamo permetterci, per Sesto e non soltanto per Sesto, che la direzione
della Campari non venga.”
Presidente: “Grazie, signor Sindaco.”
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IL PRESIDENTE
riferisce: “ A questo punto consideriamo chiusa la serata, però prima di chiuderla
del tutto vorrei leggervi quell’invito che è stato controfirmato da un po’ tutti i Gruppi,
in modo tale che rimanga agli atti e che interessa la prigionia della Sig.na
Clementina Cantoni.
Il Consiglio Comunale di Sesto S. Giovanni esprime la ferma condanna per il
rapimento di Clementina Cantoni, avvenuta in Afganistan, a Kabul, il 16 maggi
scorso, da parte di una banda criminale. Una giovane donna che ha fatto una
scelta di vita precisa, lavorando per gli aiuti umanitari e per i diritti umani nei paesi
più poveri e dove si sono combattute sanguinose guerre, che collaborando con
l’associazione non governativa Care International, a Kabul portava avanti un
programma di aiuto alle vedove afgane, donne anche giovani con bambini
abbandonate a se stesse e dava loro l’opportunità di portare avanti attività
lavorative. Dichiara la propria solidarietà e vicinanza a Clementina e alla sua
famiglia. Auspica che lo Stato italiano metta in campo tutte le misure diplomatiche
affinché questo vile atto sia risolto positivamente con la liberazione della giovani. Si
augura che Clementina sia restituita al più presto all’affetto dei suoi cari e invita il
Sindaco e la Giunta a far pervenire questo appello alla famiglia Cantoni, al
Presidente della Repubblica e ai Presidenti della Camera e del Senato.”
Do per approvato all’unanimità questo invito da parte del Consiglio Comunale
anche senza chiedervi l’espressione formale del voto, in quanto è controfirmato da
tutti i Gruppi. Vi ringrazio. Chiudo il Consiglio Comunale. La seduta è tolta e vi
auguro buonanotte.
La seduta chiude alle ore 00,01 del 31 maggio 2005.
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