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T I T O L O
S E Z I O N E
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Monitor n° 240 - 3/2004
T I T O L O
S E Z I O N E
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Monitor n° 240 - 3/2004
4 Quasi più ripetitori che decoder
Anno XXVII n. 240 - marzo 2004
ISSN 0394-0896
MediaAge srl
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28.6.89 - MONITORRADIO TELEVISIONE è registrata al Tribunale di Milano n. 880 del
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dell’Editore. Progetto grafico e impaginazione:
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Bart. (BG).
36 L’indispensabile
per una televisione digitale
5 Un digitale molto versatile
9 PhotoShow 2004
10 Tutti i segreti del digitale terrestre
13 Entusiasmo "alle stelle" alla
ShowBiz
38 Prodotti consumer USB 2.0
per l'editing
40 Il digitale alla portata di tutti,
o quasi
14 Etere, automazione italiana
nelle Filippine
16 Novità Miranda al NAB 2004
Abbonamenti: la rivista è diffusa e venduta solo
in abbonamento annuale.
Il costo annuale è di 40,00 EURO da versare sul
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18 La telecamera perde i fili
Lo staff
Direttore responsabile: Enrico Callerio
Condirettore tecnico: Mauro Baldacci
Hanno collaborato:
Manlio Cocconcelli, Massimo Montissori, Enrico
Oliva, Alberto Pellizzari, Claudio Re, Piero Ricca,
Maria Ronchetti, Dario Monferini.
29 MediaCluster:
un server incorruttibile
Nei siti della “convergenza” di Monitor troverete tra gli altri contenuti:
la Guida RadioTv delle radio e tv private
(www. guidaradio.tv)
le proposte di Monitor Lavoro
(www.monitor-radiov.com/lavoro)
le emittenti radio tv in diretta nella rete da tutto
il mondo
(www.webcastitaly.com)
37 Tutti insieme, appassionatamente
e con Pinnacle
18 La linea Webdyncast per il
multimediale
44 Progresso inarrestabile
46 L’alta definizione nella cassettina
48 Media 100 salvata in extremis
20 Guida a Digital Intermediate
di Quantel Prima edizione
34 Wireless a gonfie vele
50 My one cent
Il punto sul digitale terrestre
Quasi più ripetitori che decoder
Da un’indagine commissionata dall’antitrust emerge che sia Rai che Mediaset hanno più impianti di trasmissione di
quanti siano effettivamente necessari. Sull’altro versante, è cominciata la corsa al contributo governativo per l’acquisto del decoder e FastWeb è già in buona posizione.
4 L’Autorità Garante della Concorrenza e
del Mercato, l’antitrust tanto per intenderci, non è del tutto convinta che la
Rai debba necessariamente investire
denaro pubblico per l’acquisto di frequenze televisive da destinare alla sperimentazione del digitale terrestre. Il
dubbio ha i suoi bravi fondamenti: dei
circa 20.000 ripetitori televisivi attualmente operanti in Italia, quelli di proprietà Rai sono ben 6.268, quasi un
terzo del totale, ed è quindi piuttosto
difficile credere che sia indispensabile
acquistarne altri 128, come è nei piani
del direttore generale Flavio Cattaneo.
Per questa ragione, l’Autorità ha commissionato un’indagine a Antonio
Sassano, docente di Ricerca Operativa
al dipartimento di Informatica e Sistemistica dell’Università La Sapienza di
Roma.
Il quadro che ne è emerso rispecchia il
duopolio imperante del settore televisivo. Secondo le simulazioni effettuate
da Sassano, Rai potrebbe spegnere
quasi 1.200 ripetitori e continuare tranquillamente a coprire l’intero territorio
nazionale con i suoi tre canali analogici.
Una volta tanto, Mediaset è in posizione di svantaggio: sono soltanto 750 i
ripetitori di cui potrebbe fare a meno.
Tenendo conto di questi risultati e del
fatto che Rai dispone di circa 450
impianti definiti non operativi, la perizia
conclude che l’azienda non dovrebbe
avere alcun problema ad attivare i due
multiplex nazionali semplicemente
sfruttando al meglio le risorse che ha
attualmente a disposizione.
In effetti, il piano nazionale di assegnazione delle frequenze per il digitale
individua in 267 il numero di trasmettitori sufficienti per raggiungere il 90%
della popolazione (contro i 476 del
piano per l’analogico), una percentuale
di copertura più che sufficiente per
affrontare la fase di transizione dall’analogico al digitale.
La perizia è all’esame dell’antitrust che
dovrà decidere se autorizzare o meno
la Rai all’acquisto di queste nuove frequenze.
Sia Rai che Mediaset si sono comunque affrettate a smentire le conclusioni
di Sassano, con comunicati che sembravano quasi scritti dalla stessa mano.
Sconcertante il commento del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri:
“A me non sembra che dopo 50 anni di
Rai e 25 di Mediaset la copertura sia
ridondante”, quasi che i ripetitori crescano spontaneamente. Pare proprio
che l’ordine di scuderia sia sempre
quello di negare anche le cose più evidenti, fidando nel fatto che ci sia sempre qualcuno disposto ad aver fede.
I decoder con lo sconto
La campagna pubblicitaria iniziata da
qualche mese sulle reti Mediaset sta
cominciando a dare i suoi frutti, anche
se accedere al contributo governativo
per l’acquisto dei decoder non è poi
tanto semplice: l’acquirente deve identificarsi e dimostrare di essere in regola
con il pagamento del canone di abbonamento Tv, il rivenditore deve registrarsi presso il sito del Ministero delle
Comunicazioni e il produttore deve
comunicare al Ministero le tipologie di
decoder immessi sul mercato e i numeri seriali identificativi degli apparecchi
stessi.
Viste le premesse, è quasi un miracolo
che alla fine di marzo siano stati erogati quasi 70.000 contributi (all’indirizzo
Internet: www.decoder.comunicazioni.it/
numFondi.jsp si può verificare quanti
contributi sono ancora disponibili).
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Una delle prime aziende ad approfittare del contributo governativo di 150
euro stabilito dalla Finanziaria del 2004
è stata Fastweb che ha offerto ai propri
abbonati Adsl e fibra ottica l’acquisto
della Videostation a soli 29 euro. Il dispositivo offerto da Fastweb consente
la ricezione in chiaro di segnali televisivi in tecnica digitale via cavo e consente prestazioni di piena interattività in
chiaro, come richiesto dal decreto ministeriale, ma non ha nulla a che fare
con i decoder necessari per la ricezione dei segnali televisivi digitali terrestri
In effetti, nel decreto si specifica che “Il
contributo per l’acquisto o il noleggio
di apparecchi in tecnica C-DVB (ndr:
sigla della quale non è spiegato il
significato) è riconosciuto a condizione
che l’offerta commerciale indichi chiaramente all’utente i fornitori di contenuti con i quali i soggetti titolari della
piattaforma via cavo abbiano concordato i termini e le condizioni per la ripetizione via cavo del segnale diffuso
in tecnica digitale terrestre”.
Tutto l’equivoco nasce dal fatto che il
legislatore non ha potuto fare esplicito riferimento a uno specifico sistema
per la gestione dell’interattività, come è appunto lo standard mhp attualmente utilizzato per le prime trasmissioni sperimentali di televisione
digitale terrestre.
Le VideoStation proposte da FastWeb
offrono “piena interattività anche da
remoto”, per dirla alla maniera del
Ministero, poiché permettono addirittura la navigazione su Internet, seppure con tutte le limitazioni che comporta la scarsa definizione dello schermo
del televisore, almeno se paragonata a
quella tipica del monitor di un personal
computer. Quello che però non è in
grado di fare una VideoStation è di
interpretare un’applicazione interattiva
che sfrutti lo standard mhp.
Al solito, fatta la legge, …
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TUTTI I SEGRETI
DEL DIGITALE
TERRESTRE
Li svela un esperto Fracarro, soffermandosi sugli aspetti
tecnologici e commerciali del nuovo sistema di
trasmissione e ricezione dei segnali televisivi
Il digitale terrestre entra nelle case italiane, rappresentando forse la principale novità degli ultimi 50 anni del
mezzo televisivo. Ma cosa comporta questo passaggio per il
vecchio impianto? E quali sono le possibili problematiche per i consumatori?
Lo abbiamo chiesto all’Ing. Donazzan, Responsabile dei rapporti con le istituzioni di Fracarro e da
tempo impegnato nella sperimentazione della nuova tecnologia
L’evoluzione verso il digitale terrestre è inevitabile se pensiamo che lo standard della TV analogica
è ancorato a tecnologie degli anni 40.
Un salto tecnologico di 50 anni porta evidentemente a innovazioni considerevoli, che si traducono,
ad esempio, nell’’utilizzo più efficiente della risorsa frequenza (con la disponibilità di 4 – 5 programmi nello spazio di uno) e in quello del risparmio energetico (con una riduzione del 95:98%
della potenza da utilizzare per ogni programma). Conseguenze positive si hanno dunque anche in
termini di diminuzione dell’elettrosmog.
La flessibilità e la potenzialità proprie delle tecniche digitali garantiscono poi la qualità del segnale,
che nel vecchio sistema subiva un’inevitabilmente degradazione a ogni passaggio della catena di
trasmissione, mentre nel sistema digitale può essere ricostruito, mantenendo la stessa qualità dell’immagine definita in partenza. L’utilizzo del canale di ritorno rappresenta inoltre un’interessante potenzialità del digitale terrestre, rendendo possibile lo sviluppo di servizi interattivi.
A fronte di queste positive innovazioni, quali cambiamenti devono subire le vecchie installazioni?
Sul passaggio dal sistema analogico alla nuova tecnologia digitale, è utile partire da alcune considerazioni: il segnale digitale terrestre e quello analogico passano attraverso lo stesso “canale di
trasmissione”. Siti di trasmissione, antenne di trasmissione, un certo percorso in etere, antenne di ricezione, impianti e presa utente. Tutto rimane inalterato.
Decisamente più robusto dell’analogico, il segnale digitale non ha problemi a compiere l’intero percorso, garantendo così un’ottima visibilità delle trasmissioni.
5
D’altra parte, il DTT richiede attenzioni particolari proprio sul fronte delle installazioni: mentre il
segnale analogico degrada “dolcemente”, permettendo la ricezione delle immagini più o meno
buona anche in condizioni difficili, il digitale presenta una soglia di ricezione molto “ripida”, che
può portare al passaggio repentino, senza stadi intermedi, dalla situazione di ottima qualità dell’immagine alla totale mancanza di ricezione. In altre parole, non esistono, nel digitale, impianti che
“vanno abbastanza bene”, ma pretendono di essere fatti correttamente, altrimenti “non perdonano”.
Cosa consiglia ai consumatori?
Quanti possiedono un impianto di buona qualità possono stare tranquilli. Dovranno semplicemente
munirsi di un decoder per ricevere in chiaro le trasmissioni Digitali, mentre si consiglia la verifica
degli impianti un po’ datati, che possono non essere adeguati alla nuova tecnologia. Per la realizzazione di un buon impianto Digital ready, o l’aggiornamento di quello esistente, è necessaria la
conoscenza e l’esperienza maturate con il “vecchio” sistema analogico. Per questo, Un intervento
da parte del proprio installatore di fiducia, può essere davvero provvidenziale.
E sul fronte dei prodotti legati al Digitale Terrestre, quali sono i suoi suggerimenti?
Su questo versante si sentono dire molte cose, alcune delle quali non esatte. Il mio consiglio è di distinguere la giusta informazione dalle motivazioni di vendita. E personalmente ritengo che, salvo eccezioni ben precise, tutti i prodotti di buona qualità continuano ad andar bene. Chi sostiene il contrario probabilmente cerca di sfruttare commercialmente l’evento. Certo è invece che se si mette mano
a un impianto di 10/20 anni, probabilmente bisognerà intervenire rinnovandone i componenti.
Un discorso a parte va fatto per le soluzioni pensate “ad Hoc” per la nuova tecnologia. E’ il caso
dei convertitori di frequenza, che consentono di cambiare la frequenza originaria di trasmissione,
rappresentando un ottimo strumento per risolvere alcuni problemi di ricezione. Fracarro ha sviluppato
in tal senso un prodotto veramente interessante, utilizzabile sia per i canali analogici che per quelli
digitali (KCP).
Ulteriori dispositivi, specifici per la nuova tecnologia, sono i ricevitori DTT centralizzati (KDRTT), che
trasformano i segnali digitali in segnali analogici, consentendo la ricezione diretta da parte del televisore, senza bisogno di decoder. Disposti in testata, fanno vedere la TV digitale a tutti i televisori
dell’impianto. Queste soluzioni, adatte soprattutto per le strutture condominiali, limitano però la potenzialità del digitale terrestre legata all’interattività e saranno presto affiancate, per l’utente singolo, dai
decoder DTT, tra l’altro già disponibili sul mercato sia nelle versioni più semplici, che in quelle evolute (tecnologia MHP).
Il digitale terrestre è dunque l’occasione giusta per promuovere il miglioramento complessivo delle
installazioni, sia dal punto di vista tecnico, così da renderle più funzionali, sia da quello ecologico,
proponendo impianti “ordinati” e non invasivi. Una sfida, che punta ad aumentare la qualità della
vita nelle nostre città, ma anche alla crescita professionale del settore.
Per ulteriori informazioni:
Paola Lorenzon, Ufficio Stampa Gruppo Fracarro, Tel. 0423.736577 - [email protected]
Fracarro Radioindustrie S.p.A.
www.fracarro.com - e-mail: [email protected]
Tel. +39 0423.7361
Notizie in breve
Semplicemente Io
Uno dei prodotti più interessanti per i
professionisti del video che non riescono a fare a meno del Mac è il box Io,
lanciato nella scorsa primavera da Aja
e distribuito in Italia da Cintel: nei primi
sei mesi di commercializzazione, la
società romana ne ha vendute ben 70
unità. Questo box si connette a un
PowerMac o un PowerBook con un
semplice cavo FireWire e, utilizzato
con il software Final Cut Pro 4, permette di trattare video digitale non compresso a 10 bit e audio multicanale
analogico o digitale a 24 bit. I connettori per l’audio analogico sono di tipo
bilanciato mentre per il digitale sono
presenti i connettori per 4 canali
AES/EBU, sei canali Adat e due S/PDIF.
Completa anche la dotazione di
ingressi e uscite video: oltre a SDI per il
digitale è possibile acquisire anche
6 video in composito, S-Video e component analogico. Infine, un connettore
seriale 422 consente il controllo remoto di un videoregistratore.
Una simile dotazione di ingressi e uscite non sempre è indispensabile e per
questa ragione Aja propone anche
due versioni “leggere” del box Io,
siglate LA e LD e destinate rispettivamente a segnali analogici e digitali.
Entrambe sono dotate di un’interfaccia
FireWire per il collegamento a un
Power Mac e consentono di trattare
video non compresso a 10 bit.
Con il DV dappertutto
Un braccio estensibile superleggero e
un sistema di stabilizzazione per telecamere sono due delle novità ABC
proposte da CieffeVideoItalia. Il braccio in lega di titanio ha un’estensione
massima di 4,5 metri e un peso complessivo di 5 kg, treppiede escluso; una
telecamera di peso analogo può essere montata sulla testa inclinabile che
può ruotare a seconda dell’altezza o
conservare la posizione orizzontale;
una volta smontato, il braccio trova
posto in una sacca lunga meno di un
I prodotti ABC in mostra allo stand della CiEffeVideo dell’ultimo IBTS
metro e mezzo. Camcorder con peso
compreso fra i 4 e i 7,5 kg possono
essere invece utilizzati con il sistema di
stabilizzazione HandyCam DV che
comprende barra di assetto, corpetto
imbottito e braccio a molla estensibile,
il tutto per un peso complessivo di soli
6,5 kg.
Il gobbo sotto controllo
Con il software QScript della Autocue
è possibile tenere costantemente
sotto controllo il funzionamento di un
teleprompter. Studiato per sfruttare le
caratteristiche specifiche dei nuovi
Tablet Pc, notebook dotati di uno
schermo a cristalli liquidi e funzionalità
specifiche per il riconoscimento della
scrittura, QScript si può sincronizzare
con i sistemi di produzione delle news
più diffusi, aggiornando praticamente
in tempo reale i messaggi da inviare al
gobbo elettronico. La possibilità di
interagire con uno stilo permette di
apportare modifiche al testo scrivendo
direttamente sullo schermo o anche di
evidenziare e sottolineare particolari
parole, in modo che lo speaker possa
enfatizzarle nel modo appropriato.
Inoltre, grazie a un collegamento wireless presente nella maggior parte dei
Tablet PC, è possibile interagire con il
sistema anche muovendosi liberamente all’interno dello studio di registrazio-
ne. I prodotti AutoCue sono distribuiti
in Italia dalla Trans Audio Video di
Caserta.
Integrazione produttiva
Tra i numerosi prodotti che fanno parte
dell’offerta di Media Solutions c’è
anche la versione 3 del VideoToaster
della Newtek, il sistema integrato per
la produzione televisiva ottimizzato per
il sistema operativo Windows XP
Professional. Il sistema è in grado di
miscelare segnali provenienti da un
massimo di otto sorgenti DV e analogiche e l’impiego di codec software assicura la facilità di aggiornamento a nuovi standard. Per ogni ingresso è prevista la facoltà di intervenire sui principali parametri del segnale e il funzionamento dei videoregistratori può essere
direttamente controllato dal software.
Il materiale può essere registrato sull’-
La pratica console per il controllo del Video
Toaster della Newtek
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hard disk interno o su un server collegato in rete, in modo da poter essere
condiviso fra più stazioni di lavoro.
Nel caso del sistema fornito da Media
Solutions a Telenova e utilizzato per la
produzione dei servizi video per i telegiornali, il server è costituito da un
sistema RAID collegato in Fiber Channel, in modo da garantire una banda
sufficiente per l’accesso simultaneo
delle sei stazioni VideoToaster.
Sfruttando le capacità di elaborazione
in tempo reale, che prevedono anche il
controllo dinamico della velocità di
riproduzione delle clip, è possibile
mandare in onda un montaggio senza
dover necessariamente registrare un
nuovo file, consentendo così di intervenire fino all’ultimo minuto.
Linea tutta nuova
Completamente rinnovata l’offerta
Elca comprendente anche tutta una
serie di apparecchiature destinate al
trattamento di segnali digitali. Le due
matrici DX88 e DX1616 accettano
segnali in standard SMPTE 259M con
8 bitrate compreso fra 143 e 540 Mbps
con equalizzazione automatica del
cavo in ingresso, buffer e re-clock dei
segnali in uscita. Ciascun tasto del pannello di controllo è individuato da un
display alfanumerico e il funzionamento delle matrici può essere controllato
a distanza da un personal computer
collegato all’interfaccia seriale RS232
di cui sono dotate, mentre una porta
Lo stand della Elca all’ultima edizione dell’IBTS
dedicata permette di collegare tastiere
remote.
Completo supporto dello standard
SMPTE 259M anche per i due distributori SDI DD112 e DD124, rispettivamente con 12 e 24 uscite e con riconoscimento automatico del segnale in
ingresso. Altre novità sono i convertitori video da analogico a digitale e viceversa e il generatore di logo digitale
DL8, dotato di memoria per 8 immagini a colori pieni e con effetti di trasparenza. Il DL8 è dotato di un doppio
keyer ed è in grado di riconoscere
automaticamente il tipo di segnale in
ingresso, PAL o NTSC.
Virtuale e remotato
La collaborazione fra Movie Engineering e For-A Italia ha portato all’integrazione di un carrello dotato di colonna ad altezza variabile, completamente
remotato, con il sistema per i set virtuali DigiWarp. La telecamera è montata su una testa remotata CAMS MD e il
tutto è collocato su un carrello spostabile su rotaia; gli encoder segnalano al
sistema di gestione del set virtuale l’esatta posizione della telecamera, altezza compresa.
Il sistema messo a punto da Movie
Engineering consente anche di memorizzare l’esatta posizione della telecamera e ha una precisione sufficiente da
poter anche essere utilizzato per applicazioni di motion control.
Non solo per sport
Carrello e colonna ad altezza variabile per il sistema CAMS della Movie Engineering
C’è anche un display a colori per il pannello di controllo RUS (Remote Unit
System) per i video server della BLT,
disponibili in configurazione a doppio
canale (SMS 220 con un ingresso e
un’uscita simultanei) e a 4 canali (SMS
400 con tre ingressi e un’uscita, adatto
anche alle applicazioni di super slowmotion con telecamere come le Sony
BVP-9500WS e Thomson LDK-23HS).
Utilizzati prevalentemente per applicazioni sportive, questi server possono
essere controllati da un computer,
anche portatile, con sistema operativo
Windows. La capacità massima di registrazione è di 7 ore di video compresso in M-JPEG a 50 Mbps e, oltre alla
interfaccia seriale, è presente anche
una porta di rete per il controllo a
distanza.
Un’applicazione sviluppata da BLT permette di definire fino a 10.000 clip che
possono essere indicizzate al momento
della registrazione, sfruttando una lista
di parole chiave definite in precedenza.
In questo modo è possibile anche creare dei semplici montaggi degli eventi
più importanti da trasmettere subito
dopo il termine della diretta.
Un brillante display a colori per la console di controllo dei
sistemi BLT
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PhotoShow 2004
Un po’ di video tra tanta fotografia
Ha fatto il pieno l’ultima edizione del Photoshow che, come in tutti gli anni pari, si è svolta alla Fiera di Roma,
attirando un consistente numero di visitatori, in gran parte proveniente dall’area del Centro-Sud Italia.
Circa 200 espositori hanno accolto
l’invito degli organizzatori del Photoshow e sono riusciti a trasformare per
tre giorni la fatiscente struttura della
Fiera di Roma nella vetrina delle tecnologie più all’avanguardia attualmente offerte dal mercato agli appassionati e ai professionisti della fotografia e del video. L’aggettivo fatiscente è forse un po’ forte, ma per chi
non avesse mai avuto occasione di
visitare la Fiera di Roma basti dire che
il pavimento di alcuni padiglioni è
inclinato, tanto che gli allestitori degli
stand devono necessariamente predisporre una pedana che sia capace di
compensare un dislivello che può arrivare quasi a un metro, un vero e proprio incubo.
Anche se soltanto un decimo degli
espositori potevano essere classificati
come specializzati in apparecchiature
video, tutti quelli che si rivolgono
principalmente al settore professionale erano presenti in prima persona,
come nel caso di Jvc e Sony, o attraverso i loro distributori, scelta privilegiata tra gli altri da Canopus, Matrox
e Panasonic. Tra gli assenti si merita
una menzione particolare Apple,
anche perché per trovare il marchio
della mela su qualcuno dei prodotti in
mostra, occorreva proprio cercarselo
con il lanternino: mossa poco astuta
Monitor n° 240 - 3/2004
per un’azienda che sta cercando di
proporsi ai professionisti del video e
che all’ultimo IBTS aveva comunque
riscosso un discreto interesse da parte dei visitatori.
Primizie primaverili
Nonostante lo scarso numero di
espositori, non è mancata qualche
primizia anche per il settore video. Tra
queste il registratore di DVD BDX200E della JVC, dotato di ingressi in
video composito, S-Video e DV. Oltre
a consentire la compressione in formato MPEG-2 a bitrate variabile (da 2
a 9 Mbps), il BDX-X200E offre tutta
una serie di funzionalità di authoring,
compreso l’inserimento di menù e la
definizione di capitoli, che permettono di realizzare in poco tempo un prodotto finito. Utilizzato con un camcorder GY-DV5000, successore del famoso DV500, offre anche la registrazione
simultanea su DVD, una sorta di backup in qualità leggermente ridotta,
comunque più che sufficiente per
scopi documentali.
Per quel che riguarda Panasonic, la
novità assoluta era costituita dalla
economica videocamera DVC-30,
quasi una versione economica della
compatta DVC-80, che impiega tre
CCD da 1/4 di pollice, invece che da
1/3, e dispone di un convertitore A/D
a 12 bit. Lo zoom è sempre un Leica
Dicomar, ma l’escursione focale è in 9
questo caso di 16x, contro i 10x, e
come nei modelli consumer è presente anche una funzione di zoom digitale che moltiplica la focale fino a un
totale di 160x, permettendo comunque di arrivare a un rapporto di 20x
senza apprezzabili perdite di qualità
La DVC-30 offre anche una modalità
di ripresa definita “movie-like” che
produce un look cinematografico
ricostruendo i frame per interpolazione dei due semiquadri.
Il look cine è rafforzato dalla possibilità di impostare un valore di gamma
simile a quello delle pellicole e sono
previste numerose funzioni tipiche dei
Il nuovo camcorder compatto AG-DVC30E della
Panasonic, una delle primizie del Photoshow
camcorder di fascia più alta, come il
controllo della resa dei dettagli della
carnagione (skin-detail). Disponibile
in opzione anche un adattatore per
l’impiego di microfoni con attacco
XLR e alimentazione phantom a 48V.
Altra caratteristica interessante della
DVC-30 è la possibilità di effettuare
riprese all’infrarosso: con l’apposito
illuminatore si possono ottenere ottime immagininel buio più assoluto di
soggetti distanti fino a una decina di
metri. Panasonic ha anche apportato
diversi miglioramenti al modello a
scansione progressiva DVX-100, alla
cui sigla è stata aggiunta una A.
I sensori sono sempre tre CCD da 1/3
di pollice mentre è stato modificato il
sistema di prismi e il convertitore analogico/digitale è ora a 12 bit.
L’obbiettivo è sempre uno zoom 10x
Leica Dicomar, ma la minima distanza
di messa a fuoco è stata ridotta da un
metro a 60 cm.
con sistemi di illuminazione alogena
già esistenti.
Lo chassis degli illuminatori è realizzato in lega leggera e lo specchio particolarmente curato garantisce un elevato rendimento, grazie anche alle
alette paraluce riflettenti.
Bracci da viaggio
Brividi luminosi
Brivido è il nome scelto da Cosmo-
10 light per gli illuminatori che impiegano da due a sei lampade fluorescenti
da 55 W ciascuna, disponibili con
temperature colore di 3.200 e 5.600 K.
La versione più economica è dotata
semplicemente di un interruttore ed è
quindi adatta per quelle applicazioni
che non richiedono alcuna regolazione del flusso luminoso, funzionalità
offerta sia nella versione analogica
(con un potenziometro integrato), sia
in quella digitale, controllabile con
una qualsiasi console DMX.
Prevista anche una versione con regolazione a controllo di fase per l’impiego con dimmer esterni controllati da
centraline, ideali per l’integrazione
La serie di illuminatori a lampade fluorescenti della
Cosmolight
Sergio Brighel della Trans Audio Video con il braccio della CamMate
Un eccellente rapporto qualità prezzo
caratterizza i bracci estensibili CamMate, marchio che va a inserirsi nella
già ricca offerta della TransAudio
Video. Il pezzo forte è rappresentato
dal braccio soprannominato Big Boy
che raggiunge un’estensione massima di oltre 15 metri e supporta telecamere del peso di una decina di kg.
Più interessanti, almeno sul piano
economico, sono però i bracci della
Travel Series che raggiungono comunque un’altezza che può superare
gli 8 metri, treppiede compreso: prerogative di questi bracci sono la facilità e la rapidità di montaggio, operazione che può essere completata in
poco più di un quarto d’ora.
Il supporto per la telecamera a forma
di L lascia ampia libertà di manovra,
anche perché tutti i cavi necessari per
i segnali audio e video, nonché quelli
per il controllo dell’ottica, passano
attraverso lo snodo principale, evitando così di ostacolare il movimento
della telecamera.
Il vantaggio di giocare
in casa
Un buon numero di novità sono state
proposte da Tempestini Video, azienda che ha la sua sede proprio nella
capitale. Per la registrazione su hard
disk da videocamere DV, l’azienda
romana propone QuickCapture della
nNovia, un dispositivo che può essere
alimentato con una batteria da 12 V e
il cui funzionamento è controllabile
direttamente con il pulsante di registrazione della telecamera.
La capacità massima di registrazione
è di circa sei ore di video in formato
DV e il dispositivo può essere collegato direttamente a un sistema di
montaggio video per la successiva
elaborazione, senza che sia necessario trasferire il materiale registrato,
operazione che può comunque essere fatta più velocemente che in tempo
reale (il QuickCapture viene visto dal
sistema di montaggio come una qualsiasi unità a disco esterna).
In tema di batterie, Tempestini ha
presentato il sistema Nexus Phantom
della Aspen per l’alimentazione prolungata di un camcorder, senza interruzione. Invece di impiegare più batterie in parallelo, come accade con
altri prodotti analoghi, il sistema della
Aspen sfrutta uno speciale adattatore
contenente una batteria di backup al
NiCd di capacità ridotta, sufficiente
comunque a garantire il funzionamento del camcorder per un tempo di
circa 15 minuti, più di quanto sia
Il sistema di alimentazione con batteria di scorta
Nexus Phantom della Aspen
Monitor n° 240 - 3/2004
necessario per la sostituzione della
batteria principale, tipicamente una
Nexus 50 agli ioni litio, capace di alimentare per un paio d’ore un camcorder che assorbe una potenza di 25
watt, oppure qualsiasi batteria in formato NP. La batteria di backup entra
in azione automaticamente o manualmente e si ricarica con la batteria
principale.
L’ultima novità proposta da Tempestini è il Globecaster, un mixer video
digitale che fonda le sue radici sul
sistema Trinity della Play. La società
che ha proseguito nello sviluppo del
sistema, GlobalStreams, ha preferito
concentrarsi su un numero limitato di
applicazioni, ottenendo quella stabilità di funzionamento che rende il
GlobeCaster uno strumento decisa-
12
mente più affidabile. Il mixer è configurabile con quattro o otto ingressi
analogici o digitali, quattro chiavi di
downstream e due Dve. Il modulo di
titolazione è integrato e, grazie alle
capacità di animazione di grafica e
video offerte dal sistema, è possibile
ottenere interessanti effetti in tempo
reale.
Per finire alla grande, Tempestini ha
presentato anche un monitor al plasma con una diagonale di ben 84 pollici.
Lo schermo è composto da quattro
pannelli da 42 pollici ciascuno che
hanno una cornice estremamente
ridotta, circa un centimetro; la risoluzione effettiva è di 1.706 x 960 pixel,
valore che ben si presta alla visualizzazione di immagini in alta definizione.
Le altre luci
del Photoshow
La primizia proposta da Ianiro è
Bambi, un faretto alimentato con batterie a 12 V, dotato di impugnatura; il
Bambi impiega lampade da 100 W e
permette di controllare l’ampiezza del
fascio in un intervallo di quasi 7 a 1. In
mostra allo stand della Ianiro anche la
serie di aggiuntivi ottici grandangolari Tecpro DV della Dedo Weigert Film,
azienda finora nota quasi esclusivamente per una serie di faretti molto
apprezzati dai direttori della fotografia. Studiata espressamente per i
camcorder digitali, la gamma comprende aggiuntivi da 0,5 a 0,65x con
attacco a vite da 37 e 58 mm oppure
a baionetta Sony. Un trattamento
antiriflesso efficiente contribuisce a
minimizzare la perdita luminosa e la
distorsione è contenuta entro limiti
più che accettabili.
Nuovi illuminatori sono stati proposti
anche da Lupo. Denominati rispettivamente Daylight 300 e 800, i due
nuovi spot impiegano lampade a scarica a luce diurna che hanno una durata di ben 6.000 ore e un’emissione
luminosa che si fonde perfettamente
con quella della gamma di lampade
fluorescenti proposte dalla stessa
casa.
Disponibile il World
Radio TV Handbook
Il World Radio TV
Handbook da 60
anni è la GUIDA
per i professionisti
del settore radiotv
che vogliono o
devono entrare in
contatto con gli
operatori radiofonici di tutto il
mondo.
E’ ora disponibile l’edizione 2004, distribuita e rappresentata in Italia da
Media Age/ MonitoR, telefono
02862534, fax 0286450149, al prezzo di 32,60 Euro. Maggiori dettagli li
potete trovare sul web all’indirizzo:
http://www.monitor-radiotv.com/wrth.htm
Monitor n° 240 - 3/2004
Entusiasmo "alle stelle"
alla ShowBiz
Videotecnica, società milanese specializzata nella commercializzazione di
prodotti Panasonic DVCPRO, vende a
Show Biz il nuovo camcorder AJSDX900.
Girato interamente con il nuovo camcorder Panasonic DVCPRO 50 AJSDX900, il nuovo programma "NATI A
MILANO" prodotto da Show Biz e in
onda ogni mercoledì su RAI DUE in
tarda serata, nasce da un'idea di RAI
DUE e Romano Frassa. Si tratta di un
programma di repertorio che ripercorre i momenti storici, le curiosità e i personaggi che hanno caratterizzato la
Milano degli anni sessanta e settanta.
Il programma è presentato da Giorgio
Faletti, che pur non essendo nato a
Milano, esordiva in televisione nel 1977
con il Gruppo Repellente in uno spettacolo di cabaret registrato nella sede
RAI del capoluogo lombardo intitolato
"La tappezzeria". Milano, infatti, è in
quegli anni il centro di ricerca di giovani comici di talento e Faletti ne è u
n eccelso rappresentante.
"La vera difficoltà" - commenta
Ranuccio Sodi, regista e produttore
Show Biz di Nati a Milano - "è stato
recuperare il materiale negli archivi RAI
dei personaggi che trattiamo nelle
puntate monografiche e riversare il
tutto in formato digitale. Abbiamo
girato le 20 puntate con il nuovo camcorder Panasonic AJ-SDX900 in passo
uno - continua Ranucc
io Sodi - e la telecamera si è dimostra-
Monitor n° 240 - 3/2004
ta una ottima scelta per la grande sensibilità e dinamica soprattutto in assenza quasi totale di luci".
Anche la società Videotecnica, che ha
proposto a Show Biz l'AJ-SDX900, si
ritiene soddisfatta perché i prodotti
Panasonic DVCPRO risultano essere
all'altezza delle nuove esigenze delle
società di produzione televisiva.
In effetti il nuovo camcorder AJSDX900 si caratterizza per l'immagine
con un look che può essere impostato
come televisivo o cinematografico. Il
tempo di acquisizione del sensore,
inoltre, può essere superiore a 1/50 di
secondo e pertanto si può avere un
aumento della sensibilità con assenza
di rumore e si possono creare effetti di
ripresa particolarmente apprezzati dai
produttori più esigenti.
13
Etere, automazione
italiana nelle Filippine
ABS-CBN Global Ltd, per la modernizzazione dei propri impianti di messa in
onda, ha scelto ETERE Automation per la gestione del palinsesto ed il playout
della nuova installazione.
I nuovi studi sono stati organizzati da
Media Convergence Inc., distributore
filippino di Etere. Le principali innovazioni riguardano l'organizzazione dell'archivio del materiale video, la completa ridondanza, la gestione del palinsesto generale e di quello pubblicitario
di ben 4 canali satellitari: TFC Europe,
TFC North America, TFC Middle East e
Pinoy Central TV.
L'intero sistema di playout e di palinsesto dei 4 canali è controllato da ETERE
Automation, il fiore all'occhiello di tutta
l'installazione è che Etere ha fornito
14 solo software capace di girare su di un
PC standard.
Per avere la massima flessibilità nella
creazione e gestione del palinsesto, ci
sono i 2 livelli di palinsesto di ETERE :
• Presentation Editor: il vero editor
multifunzione ad alto livello per la
costruzione di palinsesti sofisticati
• Instant Editor: che permette di effettuare cambi al palinsesto anche
pochi secondi prima della messa in
onda.
Grazie all'architettura distribuita di
ETERE il sistema è completamente
configurabile, senza alcuna possibilità
di errore, esso è Fault Tolerance/Fault
Resilience.
ETERE Automation è perfettamente
integrato con ETERE Traffic, il quale ha
rivoluzionato il modo di programmare
e gestire la pubblicità nelle emittenti
televisive. La pubblicità è venduta non
più a "punti ora" ma in base alla programmazione, quindi è possibile vendere la pubblicità indipendentemente
dalle variazioni orarie subite dal palinsesto.
ETERE pilota 1 videoserver BMC
SeaChange, 2 VTR Sony Betacam utilizzati per il filing ,ossia la registrazione
delle clip da nastro nel relativo videoserver.
Tutti i dispositivi sono controllati tramite RS 422: una tecnologia d'avanguardia che permette la virtualizzazione dei
vari dispositivi comandati tramite la sua
interfaccia. La virtualizzazione dei dispositivi fa parte della core technology
dell'architettura distribuita di ETERE,
permette di avere importanti vantaggi,
tra cui: la condivisione di tutti gli apparati e il controllo contemporaneo di più
apparati da parte di più pc, ed una
totale tolleranza ai guasti.
Victor Saragoza di ABC-CBN dice "con
la soluzione ETERE, le operazioni di
messa in onda saranno automatizzate
con una grande superiorità sotto l'aspetto dell'affidabilità e della qualità.
Qualsiasi rapida aggiunta del 'DTH
bundle' sarà accolta utilizzando operazioni semplicissime insite nella soluzione e senza dubbio la configurazione di
ETERE è molto piu' efficiente che l'attuale configurazione manuale, non ci
sono paragoni!"
Media Convergence, Inc. è specializzata nel consegnare le soluzioni per la
creazione, distribuzione e gestione del
contenuto. I partners principali dell'azienda sono: SeaChange International,
Etere Automation, Miranda, Ross e
molti altri.
ABS-CBN Global Ltd è una società sussidiaria di ABS-CBN Broadcasting
Corporation, il maggiore network radiotelevisivo delle filippine.
Nel giugno del 2002 ABS-CBN Global
decide di aggredire anche il mercato
estero e non solo quello filippino.
Il centro operativo della messa in onda
è situato all' ABS-CBN Broadcasting
Corporation Technical Operations
Center in Manila.
Informazioni:
http://www.etere.com
Monitor n° 240 - 3/2004
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Monitor n° 240 - 3/2004
Novità Miranda al NAB 2004
Parecchie novità di rilievo sugli scaffali
dello stand Miranda a Las Vegas: si
comincia da PresStation, un pannello
master control switcher multicanale
HD/SD ultracompatto e conveniente
ma dotato di features di tutto rilievo.
PreStation offre molte delle caratteristiche tipiche del collaudato Presmaster 2
e opera con processori Oxtel Series
Imagestore, in grado di offrire superiori capacità grafiche di channel branding. Il nuovo pannello è in grado di
controllare la messa in onda di clip,
doppio DVE a 3D, generazione automatica di caratteri e quattro livelli di
inserzione animation/clock. La dimostrazione del nuovo prodotto avverrà in
modalità "Master Control Glass
Cockpit": in questa configurazione, lo
switcher è integrato con il processore
multi-immagine Kaleido-K2 e con il
sistema di monitoraggio audio e video
16 attraverso IP iControl che semplifica
notevolmente il controllo di canali di
trasmissione multipli.
Debutto interessante anche per
Imagestore HDTV, un generatore automatico di caratteri con software di pre-
parazione grafica e interfacciamento
dei dati altamente scalabile che conferisce al sistema grandi possibilità: dall'inserimento del logo al master control
switching al channel branding. Viene
lanciato assieme a INM, un nuovo software per la gestione del media branding. La famiglia dei display processor
multi-immagine Kaleido di Miranda si
arricchisce inoltre con la nascita di
Kaleido-Alto, un processor a 10 input
dimensionato per la gestione di un
numero ridotto di ingressi.
Utilizza la stessa tecnologia presente
nell'ammiraglia Kaleido-K2 e dispone
di auto-sensing, accetta ingressi SDI/analogici e mostra orologi/timer, UMD,
contatori e misurazione audio. Da parte sua, il Kaleido-K2 a 32 input per
applicazioni mission-critical verrà dimostrato con le nuove uscite dual-head,
un controllo avanzato di router e supporto SNMP.
Ma non finisce qui: il produttore canadese arricchisce anche i moduli di interfacciamento e distribuzione della serie
Densité. Il modello 2RU, per esempio,
consente adesso il monitoraggio age-
vole e istantaneo di ogni ingresso a
uno o più frame. Features incrementate anche per le sonde Densité Control
per misurazioni audio/video digitale e
analogico; nuove funzionalità sui visualizzatori di vettori e forme d'onda IP
Scope; potenziamento per il software
di gestione e controllo Web iControl,
che adesso supporta anche GPI e
SNMP.
Espansione anche per le interfacce di
acquisizione: Miranda ha sviluppato
infatti i downconverter MDC-900/920
HD per telecamere HD Sony e
Panasonic, assieme al serializzatore
SER-900 HD che converte la componente parallela del segnale generato
dalle HDCam Sony in HD-SDI.
A Las Vegas, inoltre, troverà spazio
anche DVI-Ramp: si tratta della prima
porta video DVI-to-HD/SD che codifica
istantaneamente le grafiche da computer come HD o SD in modo da consentirne il montaggio o l'immediata messa
in onda attraverso un mixer.
La Miranda è rappresentata in Italia da
Videoprogetti, Roma-Milano
http://www.videoprogetti.it
Monitor n° 240 - 3/2004
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Monitor n° 240 - 3/2004
La telecamera perde i fili
Link Research ha aggiunto una caratteristica molto attesa alla sua
Radiocamera LinkXP ; il reverse video
utilizzando il COFDM.
La versione con il reverse video è stata
chiamata LinkXPR. La LinkXPR è la
prima Radiocamera digitale con questa importante caratteristica.
Il reverse video è usato per mostrare
all' operatore l'immagine live ripresa
da una seconda telecamera o vedere
la posizione di risultati e grafiche di
overlay nella trasmissione di programmi sportivi.
Anche la Radiocamera Link Research
con il reverse video si collega alle telecamere tramite l'interfaccia BVV5 standard Sony.
C'è anche un nuovo trasmettitore a
larga banda per il sistema LinkXP.
18
Questo trasmettitore può funzionare
nell'intera banda 2Ghz e darà all'utente più flessibilità, quando si lavora con
una disponibilità di spettro limitata. Il
nuovo trasmettitore permetterà ai
sistemi di LinkXP di funzionare in
campo internazionale più facilmente.
L'antenna a larga banda per il nuovo
trasmettitore è costruita su nuovo disegno per dare la possibilità di utilizzare
il sistema in molte più posizioni della
telecamera.
Link Research mostrerà il nuovo sistema di radiocamera LinkXPR con il suo
reverse video e la sua nuova antenna a
larga banda al NAB 2004.
La gamma LinkXP comprenderà anche
un zaino studiato per rendere più facile il trasporto.
Questo zaino può portare un amplifi-
catore di 1watt per aumentare la
distanza di collegamento.
Link Research mostrerà anche la
LinkXPe, un piccolo sistema di radiocamera digitale economico che offre un
uscita video MPEG 4:2:0 e un ingresso video e audio analogico.
Questa radiocamera è progettata per
le applicazioni che non richiedono la
trasmissione in qualità broadcast,
come telecamera di assistenza, e utilizzo su veicolo.
Per maggiori informazioni:
www.linkres.co.uk
Per l’Italia: INTEL
tel. +39 06-7005702
fax +39 06-7009564
email: [email protected]
La linea Webdyncast
per il multimediale
Anche le presentazioni multimediali,
ormai eventi di routine in qualsiasi
azienda ma specialmente importanti
per chi organizza conferenze o riunioni e per chi offre al cliente anche un
suppporto di training, possono sfruttare vantaggiosamente il Web. Su
questa innegabile premessa si sviluppa la filosofia di Webdyn, che ha
recentemente proposto la linea di
server Webdyncast dedicati alle
applicazioni "room control".
Di particolare interesse per le aziende risultano i modelli IOS3000 e
IOS3100. Si tratta di piattaforme
hardware estremamente compatte,
compatibili con rack 1U, concepite
per funzionare in modalità "always
on", che consentono di controllare
qualsiasi apparecchiatura AV attraverso un normale browser.
Il collegamento Web permette ovviamente di intervenire a distanza, ad
esempio da punti della LAN aziendale, e di trasmettere qualsiasi informazione riguardante la situazione della
sala conferenze a eventuali servizi
remoti di monitoring.
E' possibile inoltre predefinire situazioni ambientali, come ad esempio
determinate intensità di luce combinate con suoni e immagini, e richiamarle ogni volta che si ritenga utile.
Particolarmente attraente l'approccio
Webdyne all'installazione sul server
dei dispositivi controllabili dal sistema, che avviene attraverso una semplice interfaccia Web. Una volta por-
tata a termine l'installazione, il dispositivo rimane presente nel database
centralizzato attorno al quale è
costruita l'architettura software ed è
automaticamente raggiungibile attraverso tutti i menù che lo riguardano.
Il room control attraverso Web apre
ovviamente la strada a tutte le possibilità legate alle tecnologie del mobile: l'interfaccia con il server Webdyncast può essere costituita infatti
non solo da un normale PC, ma
anche da laptop o PDA dialoganti
con il sistema per mezzo di infrastrutture wireless come Bluetooth o IEEE
802.11.
Per imformazioni:
http://www.kcm.it
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Monitor n° 240 - 3/2004
Digital Intermediate
di Quantel Prima edizione
Guida a
Traduzione e adattamento di Roberto Landini
Prima parte
La magia dei film...
Per oltre un secolo, dalle prime immagini in movimento delle zoetrope,
seguite dai film muti, i sottotitoli, l’arrivo del glorioso Technicolor, l’introduzione dello schermo panoramico e del
sonoro Dolby, fino alla rivoluzione del
cinema digitale la magia del cinema
20 continua a sopravvivere.
Col crescere del pubblico che va al cinema e dei conseguenti introiti, in tutto
il mondo, gli appassionati di cinema
mai prima d’ora hanno potuto assistere
a un immaginario cinematico irrivaleggiato per spettacolarità, qualità e sofisticazione. L’applicazione delle tecnologie digitali nella produzione filmica
ne ha esteso le possibilità creative e il
valore a livelli mai provati in passato.
Oggi il filmmaker è in prima linea nella
rivoluzione digitale filmografica.
Sebbene i primi trattamenti digitali per
il cinema risalgano agli ultimi anni 80, la
potenza degli effetti digitali (VFX) e il
pieno impatto sullo schermo sono da
ascrivere a Stephen Spielberg nei primi
anni 90 quando porta sullo schermo la
vita reale e il terrore dei dinosauri in
Jurassic Park’.
Per tutti gli anni 90 le tecnologie degli
effetti speciali sono cresciute in tandem
con le ambizioni dei film maker risultando in un genere di cinema che oggi
è diventato sinonimo nel mondo di film
digitale. Dai compiti apparentemente
impossibili di creare un realistico e spaventoso Titanic per James Cameron
fino ai mondi fantastici creati per la
nuova generazione della serie di
‘StarWars’, il digital film ha permesso la
creazione di un immaginario mai possibile prima.
E proprio quando il pubblico e i registi
pensavano che fosse già stato fatto e
visto tutto, le meraviglie erano appena
iniziate con le straordinarie avventure di
Harry Potter, ‘Il signore degli anelli’ e
‘Matrix’. Col continuo estendersi dei
confini del digital film chi ne fa un
impiego quotidiano si trova immerso in
una crescente gamma di strumenti che
estendono le possibilità della cinematografia.
PREFAZIONE DI DAVID JEFFERS,
THE MOVING PICTURE
COMPANY
Estendendosi oltre il mondo degli
effetti digitali (VFX), le tecnologie di
solito raccolte dalla definizione digital
intermediate hanno aperto possibilità
creative che una volta erano appannaggio dell’industria televisiva.
La correzione colore in tempo reale e
nel dominio digitale è oggi una realtà e
realizza per la prima volta in questo settore un’esperienza interattiva per il
regista che può così avere una visione
d’insieme del suo film. Questa tecnologia è stato abbracciata dall’intero settore cinema, così l’entusiasmo dei pionieri è stato subito diffuso anche ai
registi con basso budget. Veloci nell’identificare un’opportunità che aumenta i loro valori produttivi in modo efficace ed economico, questi registi stanno
in pratica segnando il passo alle future
tendenze nel processo di produzione
filmica.
Guardando al futuro, la rivoluzione del
film digitale proseguirà con nuove metodologie che continueranno a stra-
volgere le convenzioni precedenti.
Proprio come oggi i nuovi software ottimizzano le procedure produttive, tutta
l’industria del cinema dovrà presto
venire a patti non solo con la fotografia
digitale ma anche con un modo di operare che coinvolge la distribuzione in
digitale, i metodi di fruizione e la validità in futuro di beni digitali in area digital film.
Allo stesso modo dell’industria televisiva nell’arco degli ultimi 20 anni, quella
cinematografica sta finalmente abbracciando il mondo digitale e entro pochi
anni ci chiederemo perché mai il DI
avesse creato così tanto scompiglio.
Questa Guida di Quantel per il DI costituisce un eccellente punto di partenza
per chi ne vuole sapere di più sia per
affari, sia da un punto di vista creativo.
Costituisce, inoltre, una raccolta di
informazioni utili sul processo stesso
del DI, basate su esperienze dal mondo reale.
La raccomando a chiunque sia o presto
sarà’ coinvolto da questo mondo in rapida crescita del DI.
David Jeffers
Managing Director,
The Moving Picture Company Ltd
Agosto 2003
CAPITOLI
1 Un’introduzione al DI
2 Il processo DI
3 La Qualità nel DI
4 Acquisizione e “Trasmissione”
5 Creare un centro di produzione DI
6 iQ e il DI
Monitor n° 240 - 3/2004
APPENDICI
1 La Calibrazione
da scena a Scena
2 Il Set-up di Monitor e Proiettori
3 Film Scanning
4 Le Riprese in HD
5 Film Recording
6 Laboratorio e luci della printer
7 Log e Lin Scaling
8 Headroom – Log
e Lin Recording
9 Workflow e operatività DI
per negativo con e senza tagli
10 Offline, Online, Timecode
e Film
Glossario dei termini DI
CONTENUTI
Introduzione
Questa guida è basata sulle necessità
del mondo reale e le esperienze in
area Digital Intermediate nell’industria
del film digitale. Descrive cos’è il DI,
che cosa implica e cosa offre; inoltre
vuole essere spunto per un dibattito
per discutere e prendere in esame le
varie scelte disponibili.
Qui si descrive un approccio realistico
al business e la tecnologia sta alle spalle dell’ambiente DI commercialmente
praticabile, basato sulla piattaforma iQ
di Quantel (dal Capitolo 6 in avanti).
É progettata per essere d’uso pratico
Monitor n° 240 - 3/2004
per tutti coloro i quali sono coinvolti in
quest’industria. Come tale non promulga assoluti tecnici ma descrive
soluzioni e procedure di lavoro che
sono state abbondantemente sperimentate e hanno dato i loro frutti nel
mondo reale della produzione digitale
di film.
Steve Shaw, in qualità di consulente
Quantel, ha creato la gran parte del
materiale qui raccolto che non può che
essere un’istantanea in una materia
che si evolve rapidamente. Steve compila metodicamente un aggiornamento tecnico in area DI sul suo sito presso
www.digitalpraxis.net.
Ringraziamenti
I ringraziamenti vanno ai molti che
hanno voluto contribuire a questa
guida, e in special modo ai nostri clienti in area DI che stanno facendo moltissimo per spiegare ai filmmaker tutti i
vantaggi del DI.
Particolari ringraziamenti vanno a:
Steve Shaw, Bob Pank, Moving, Picture
Company, Lucas Digital, Cinecittà
Digital, The Film Unit, Fotokem,
Company 3, VCM, Retina, Eyes Post,
The Studio Upstairs, Digital Pictures
Il DI (Digital
Intermediate)
e il Film Digitale
Nel mondo del cinema, il termine
“Intermediate” descrive un processo
composto da tre macro-parti: l’operati-
vità che prevede il lavoro da effettuare
sulle scene già filmate, scena su scena,
una parte che riguarda la cattura delle
scene (le riprese) e una che prevede la
distribuzione, la proiezione e/o la “trasmissione” del film.
La parte di lavorazione che abbiamo
definito “Intermedia” riceve il materiale girato e produce il film finito in senso
compiuto.
Capitolo 1:
Un’introdzione al DI
Tradizionalmente, questa parte intermedia delle lavorazioni filmografiche è
sempre stata eseguita da un laboratorio di sviluppo e stampa, che tagliava e
giuntava il negativo, aggiungeva effetti ottici e stampava -alla fine- per produrre le copie da distribuire nelle sale.
Recenti miglioramenti nella tecnologia
digitale oggi consentono di gestire
tutte queste lavorazioni intermedie
secondo procedure digitali – creando
un “digital lab” che realizza tutti i processi di “digital intermediate” (DI). Il DI
è un business in crescita e questo processo è già stato impiegato da oltre 21
300 film con budget di tutte le dimensioni. Ecco qualche esempio che è
bene fare (aggiornato ai primi 2004):
Film
Regista
Amelie
Jean-Pierre Jeunet
Bad Boys 2
Michael Bay
Bloody Sunday
Paul Greengrass
segue Ó
continua Ó
Film
Regista
Bulletproof Monk
Paul Hunter
Fear Dot Com
William Malone
Hart’s War
Gregory Hoblit
Jim Brown:All American
Spike Lee
Lord of The Rings
Peter Jackson
O Brother, Where Art Thou? Joel Coen
22
Panic Room
David Fincher
Pinocchio
Roberto Benigni
Pleasantville
Gary Ross
The Pianist
Roman Polanski
The Magdalene Sisters
PeterMullan
Traffic
Steven Soderbergh
Dogville
Lars Von Trier
Ghosts of the Abyss
James Cameron
StarWars Episode II
George Lucas
Saraband Ingmar
Bergman
Vidocq
Pitof
Lavorazioni Intermedie:
Distribuzione &
Presentazione.
Cattura/Acquisizione
Immagini
Questa transizione verso il DI come
alternativa al laboratorio chimico (e
molto di più), è ormai ben consolidata. E non solo perché tutto l’approccio
risulta più “pulito”, veloce e flessibile
rispetto alle procedure tradizionali,
ma anche perché si adatta in modo
decisamente più confacente al moderno mondo dei media.
Raramente, infatti i film vengono visti
solo nella sala cinematografica tradizionale; alcune sale si sono già trasformate per la proiezione digitale e
molte persone impiegano nella propria casa lettori DVD o ricevono trasmissioni digitali, di alta qualità, di
tipo satellitare e terrestre.
Il DI permette di creare un master
digitale montato e bilanciato nel colore da cui è facile trarre copie ad alta
qualità per il cinema ma anche versioni alla qualità adatta a tutti gli altri
media.
In tal senso, un processo di DI ben
programmato permette di creare differenti versioni dello stesso prodotto a
fianco di trailer, promo per il cinema e
tutti gli altri media, quindi gestendo il
budget in modo molto efficace.
Le Applicazioni del DI
• Mastering di film a soggetto
• Restauro di film a soggetto
• Versioni internazionali comprensive
di sottotitoli
Differenti realizzazioni per diversi formati che comprendono:
• il D-Cinema, la TV, i DVD e l’HDTV
• La post produzione di Trailer
• Comunicati pubblicitari di alta qualità per le sale cinema (alcuni impiegano il processo DI per creare
pubblicità in SDTV)
I Benefici del DI
Il DI rimpiazza completamente le lavorazioni opto-chimiche del laboratorio fotografico.
Permette il taglio del negativo digitale secondo le decisioni di montaggio
riportate dall’offline. Inoltre, permette
di controllare tutte le transizioni da
scena a scena, che una volta venivano
ottenute da lavorazioni ottiche, come
tendine e dissolvenze; in più permette
di processare tutta la colorimetria del
film per produrre l’equivalente di un
interpositivo (IP).
Queste operazioni di base sono al
cuore del laboratorio DI e sono proprio i miglioramenti che il DI permette
in tutte le fasi del lavoro di chiunque
sia coinvolto nei processi descritti che
ne hanno decretato il successo.
Il DI per il Regista
• Permette di visionare l’intero progetto fin dagli inizi
• Completa flessibilità nei cambiamenti anche dopo il completamento dell’offline
• Revisione istantanea dei cambiamenti su schermi giganti
• Strumenti di gestione del colore
enormemente migliorati, senza
sottostare alle procedure ottiche
(VFX)
• Versioni multiple simultanee, compresa la “Director’s Cut”, con scene inedite.
Il DI per il Produttore
• Riduce il tempo necessario al post
produzione
• Riduce i costi associati alle modifiche all’ultimo minuto
• Permette di produrre versioni multiple velocemente per test diretti
sul pubblico
• Produce velocemente tutti i differenti formati necessari ai vari media
Il DI per il Direttore
della Fotografia
• Completo controllo sul look e sul
“tocco personale” per tutta la post
produzione
• Correzione colore sofisticata su
ogni inquadratura
• Completo controllo colore su tutti i
diversi formati e le varie versioni
necessarie
• Qualità molto alta e costante, malgrado il numero di trattamenti (una
volta) ottici
Il DI per il centro
di Post Produzione
• Un nuovo servizio per i clienti che
crea nuove forme di guadagno
• Grande livello di creatività e molteplici versioni affiancate
• Crescita nel business
• L’infrastruttura e l’esperienza coinvolte limitano la competizione
Il DI per il
Laboratorio Fotografico
• Livellamento delle relazioni esistenti e dell’esperienza
• Sviluppo dell’attuale business mediante aggiunte di nuovi servizi
• Protezione della redditività nel
digitalizzare i servizi attuali, e.g., i
giornalieri in HD
• Ingresso anticipato in un business
sicuramente in crescita nel futuro
Tutti i benefici sopra si manifestano
indipendentemente da come venga
registrata l’immagine all’inizio della catena e indipendentemente dai formati di distribuzione finali.
Il DI non è un processo limitato all’acquisizione digitale o finalizzato alla
distribuzione di Cinema Elettronico. I
Monitor n° 240 - 3/2004
vari processi di ripresa, intermedio e
di distribuzione, sono totalmente indipendenti e possono essere portati
avanti separatamente per tempi e tecnologie. Questo è importante perché
permette di scegliere il Digital Intermediate per i suoi benefici e non perché vi sono altre tecnologie digitali
coinvolte nella catena produttiva.
Il DI è comunque insostituibile indipendentemente da “come” vengano
girate le immagini e dal formato di
distribuzione.
La strada che porta al DI
Il DI non nasce improvvisamente dal
nulla, ma deriva dal continuo e deciso
incremento nell’uso di tecnologie
digitali applicate al film negli ultimi
anni che ci ha portati al DI e in tutto
quel tempo, coloro che vi si sono
dedicati hanno sperimentato molte
cose.
Oggi la tecnologia digitale è a nostra
disposizione ovunque, per esempio,
possiamo utilizzare un camcorder DV
e siamo felici di impiegare un lettore
DVD. In entrambi questi esempi sono
coinvolte tecnologie digitali molto
complesse che sono state progettate
per garantire controllo e affidabilità,
con funzioni facili da apprendere e da
riutilizzare.
Anche la strada verso il DI ha visto un
processo simile e oggi, allo stesso
modo, offre affidabilità e facilità operativa.
La tecnologia Digitale divenne evidente agli occhi di molti film-marker
negli ultimi anni 80 con l’arrivo dell’offline. Una decade fa, gli effetti visivi
nel film (VFX) cominciavano ad essere
creati in digitale. Questo processo
“pellicola-elettronica-pellicola” virtualmente non degenerativo della
qualità, la potenza di produrre buoni
risultati in poco tempo e i miglioramenti della tecnologia di storage in
digitale -ora in grado di accettare film
in digitale a piena risoluzione- hanno
aperto la strada.
Gli effetti speciali digitali hanno permesso di coinvolgere solo pochi
secondi di azione reale per poi creare
tutto i resto artificiosamente e oggi
vengono utilizzati in quantità sempre
crescente e in ogni film. Tecniche
“facili”, come l’incremento della folla,
l’allestimento fittizio del set, esplosioni digitali e l’aggiustamento di scene
imprecise, sono oggi all’ordine del
giorno. Ogni volta che in un film sono
impiegati effetti digitali, ha ancora più
senso rimanere in ambito digitale per
tutto il processo di post.
Il Continuo sviluppo di tecnologie fondamentali come lo storage su disco e
la potenza del processing hanno permesso di gestire in modo economico
film completi, dall’inizio alla fine. Altre
tecnologie, come la scansione digitale
di un film – “creare una rappresentazione digitale del film” – e la registrazione digitale del film (la ristampa su
pellicola) si sono sviluppate in parallelo, al punto che oggi il DI è una procedura plausibile, efficace dal punto
di vista dei costi e un validissimo aiuto
al laboratorio di sviluppo e stampa
tradizionale.
Un momento decisivo nel percorso
che ha portato al DI è stata la definizione delle precise necessità di tutti i
23
Monitor n° 240 - 3/2004
professionisti coinvolti per poi adeguarsi a tali esigenze in modo chiaro,
in un processo che fosse facile da riutilizzare e immediatamente comprensibile; questo è stato fatto affinchè
tutti i professionisti coinvolti potessero
trasportare la propria professionalità di sempre- anche in questo nuovo universo tecnologico.
Il Business del DI
La stampa specializzata ha descritto il
DI come una vera rivoluzione tecnologica, tuttavia, questa procedura non a-
vrebbe preso realmente piede se non
costituisse un completo e pratico
modello di business. Dal punto di vista
teorico il DI era possibile da circa un
decennio e questo lasso di tempo è
servito alla sperimentazione.
Oggi il DI e tutti suoi benefici sono
perfettamente disponibili a costi molto vicini a quelli del laboratorio tradizionale. Il risultato è che ci sono molte
installazioni DI nel mondo che realizzano un buon servizio per i propri
clienti e riescono a creare un buon
business.
I giorni del pionierismo sono finiti – il
DI è oggi un business provato, consolidato.
Su questa Guida
Il resto di questa guida si avvicina ai
dettagli del DI, le scelte importanti da
fare e conclude con un’occhiata di
come iQ di Quantel si inserisce nel
processo DI. L’appendice contiene
consigli pratici compilati grazie all’esperienza diretta di molti progetti portati avanti negli USA, Europa e Asia.
Fine della prima
Guida a Digital Intermediate di Quantel Prima edizione
Traduzione e adattamento di Roberto Landini
Seconda parte
24
Capitolo 2: Il Processo DI
Il «laboratorio digitale» permette di
raggiungere grandi risultati, proprio
come il laboratorio di sviluppo e stampa per la pellicola. Partendo proprio dal
laboratorio ottico, questo Capitolo sottolinea i requisiti fondamentali del processo Digital Intermediate.
Capitolo 3: La Qualità nel DI
Riflettere sulla qualità è importantissimo quando abbiamo a che fare con le
dimensioni dell’immagine cinematografica. Questo Capitolo si concentra
sulle differenti scelte qualitative disponibili e spiega perché il 2K è il formato
DI più comune.
CAPITOLO 2: IL PROCESSO DI
Il processo della
pellicola in laboratorio
Il DI costituisce un completo laboratorio
digitale, quindi deve creare un prodotto
intermedio montato, pronto per i laboratori di produzione. La Figura 2.1
mostra il processo di lavoro semplificato
di un laboratorio in pellicola.
Un laboratorio per lavorazioni in pellicola riceve il negativo originale ripreso
dalla macchina da presa (OCN) e, dopo
la copia, l’editing, il grading (la correzione colore) e l’aggiunta degli effetti
visivi ottici, etc., produce un certo
numero di internegativi da cui verranno
realizzate le copie positive per la visione nelle sale. Un punto interessante è
che il processo di copia introduce perdite qualitative, al punto che una parte
dei dettagli dell’OCN và persa.
Questo punto viene coperto con maggiore precisione più avanti, nel prossimo capitolo.
Capitolo 4: L’Acquisizione
e la Trasmissione
Malgrado il DI sia un processo indipendente da quello delle riprese e dalla
distribuzione delle immagini, deve
interfacciarsi con entrambi. Questo
Capitolo investiga gli sviluppi in area
“riprese e trasmissione” e li considera
secondo il loro impatto sulle procedure
DI.
Capitolo 5: Creare una Struttura DI
Ci sono molti modi per fare ciò. Questo
Capitolo sottolinea alcune delle scelte
fondamentali per le infrastrutture e la
relativa architettura.
Capitolo 6: iQ nel DI
iQ di Quantel è rapidamente diventato
lo standard dell’industria DI; in questo
Capitolo spieghiamo perchè.
F
Monitor n° 240 - 3/2004
Il Processo nel Laboratorio
Digitale
Il punto centrale nel Digital Intermediate
è che consente di editare, bilanciare il
colore e aggiungere tutti gli effetti spe-
F
Monitor n° 240 - 3/2004
ciali (VFX) nel dominio digitale. Questo
consente di passare in scansione il negativo una sola volta e, successivamente,
nessun altra manipolazione del negativo
è necessaria.
La Figura 2.2 mostra un tipico processo
di lavoro in DI.
I Punti Essenziali del DI
Ci sono diversi parametri basilari che un
processo DI deve rispettare per produrre
un internegativo completo e corretto. Il
DI deve essere in grado di:
gestire un film intero, completo di
«handles», o «code» (l’aggiunta di circa
20 frame extra all’inizio e alla fine di ciascuna scena che consente futuri aggiustamenti nell’edit)e le varianti, a piena
risoluzione in qualità cinema.
Produrre l’Auto-conform con una lista di
decisioni (EDL) dal montaggio offline.
Visualizzare tutto il film in tempo reale,
inserendo inquadrature al volo, animatics
e materiale non ancora definitivo per
avere un’intera previsualizzazione.
Mostrare le immagini con la colorimetria corretta della pellicola, il gamma, il
contrasto, etc.
Rispondere immediatamente nel caso
di cambiamenti dovuti a revisioni e
approvazioni.
Eseguire le funzioni basilari necessarie
al DI, incluso editing, effetti ottici, correzione colore, VFX, titolazioni, etc.
Lavorare con parametri tecnici approvati per l’immagine, identici al laboratorio
25
fotografico, per presentare una risultato
finale accettabile in qualità ‘film’ per il
grande schermo. Parecchi di questi punti
necessitano ulteriori considerazioni.
La Qualità del Film
Oggi il lavoro in DI viene quasi sempre
eseguito in 2K, i.e. una dimensione d’immagine di 2048 x 1556/1536, con campionatura a 10 bit di tutti i componenti singoli RGB. Una trattazione completa del
perché si scelga spesso il 2K si trova nel
Capitolo 3, anche se -in generale- si è
concordi nell’affermare che questo formato realizza una buona qualità d’immagine e consente sufficiente margine per la
correzione colore.
Le Liste dell’Offline
Il DI deve poter accettare una EDL standard da offline o un file AAF ed eseguire
l’autoconform del materiale online di
conseguenza, senza badare alla provenienza del materiale stesso, (film scanner,
telecamere digitali, telecinema, etc) realizzando un montato preciso aò fotogramma in sync perfetto con l’audio. I
26 Conform possono essere controllati mediante timecode o il keycode ed entrambi lavorano correttamente. Non è insolito che vengano introdotte delle piccole
imprecisioni in svariati punti nel montato
del film in offline è, quindi, diventa indispensabile verificare attentamente il
master ottenuto con la copia offline.
All’inizio del processo DI il conform può
includere delle inquadrature non definitive, provvisorie, pre-visualizzazioni e
anche degli animatic fino a che le inquadrature finali sono ultimate. Poter includere ugualmente queste inquadrature,
anche se non sono definitive, permette di
controllare al meglio tutto il progetto in
tutte le fasi. Ciò consente di effettuare
lavorazioni in parallelo (per completare le
inquadrature provvisorie) e quindi ridurre
i tempi necessari della post produzione.
Lo Storage
e il Flusso del Lavoro
I sistemi DI devono poter gestire un progetto intero, comprese le inquadrature
su cui stiamo lavorando, quelle temporanee, quelle scartate, le diverse versioni,
etc, a fianco della versione a bassa risoluzione dell’offline (Avid o Apple Final Cut)
utili come riferimento. Alcune specifiche
inquadrature verranno trasferite ad apparecchiature dedicate e sistemi VFX per
lavorazioni complesse che richiedono
molto tempo e che sarebbe improduttivo realizzare nell?area DI. Ma ciò è parte
di un flusso di lavoro ed è una prassi
adottata come scelta voluta e non certo
imposta da restrizioni del sistema in uso.
In qualsiasi momento del lavoro, il cliente
(il Direttore della Fotografia, il Produttore, il Regista, etc.) può rivedere tutto il
progetto a piena risoluzione e nella versione più recente, in modo interattivo e,
su richiesta, con le varie code associate e
le versioni alternative disponibili. Per far
fronte a queste esigenze, il sistema DI
necessita diversi Terabyte (1TB =
1000GB) per registrare dati in 2K che
necessitano di oltre 1TB per ora.
Con i moderni hard disk ciò non ci preoccupa più molto, tuttavia, l’accesso e la
gestione delle memoria rimana in molti
casi un problema - comunque - da considerare.
La Visualizzazione
Tutte le immagini devono essere visualizzate sotto stretto controllo, con la corretta temperatura colore, colorimetria, contrasto e gamma. Lo scopo finale è essere
certi che l’immagine che vediamo e su
cui lavoriamo nel DI sarà perfettamente
uguale a quella definitiva che andremo a
distribuire sulle copie in pellicola, in DCinema o su DVD.
Per questa finalità sono disponibili sofisticate tavole di riferimento (Look Up
Tables) in modo che le immagini DI
rispecchino alla perfezione le caratteristiche richieste dalle copie stampate su pellicola; tali tabelle devono essere applicate in tempo reale affinché il DI sia un’esperienza davvero interattiva e di totale
successo.
Sempre più spesso i proiettori digitali
sono utilizzati in ambienti DI per il controllo delle immagini, per due ragioni: prima
di tutto, riescono a restituire la sensazione
del grande schermo che contribuisce a
mantenere alta l’enfasi e la spettacolarità
nel processo creativo e rispecchia la
dimensione di proiezione definitiva.
Secondo, i proiettori digitali lavorano con
una gamma colore che è molto più vicina
a una copia su pellicola di quanto lo sia
qualsiasi monitor CRT.
Ciò è possibile in quanto condividono lo
stessa ampiezza di spettro della luce bian-
ca che è anche la fonte di luce per il film
nel proiettore cinematografico e controllano il colore con filtri ottici come avviene
per le tinte nella stampa ottica. La loro
naturale vicinanza alla pellicola rende
molto più semplice il lavoro di controllo
per realizzare la copia finale su pellicola.
In Ingresso
Dobbiamo accettare materiale in input
da qualsiasi film scanner, telecinema, o
altra sorgente, (come un nastro in HD) e
tutto ciò in genere coinvolge quantità di
dati molto elevate. Questo processo di
acquisizione richiede del tempo, ma
deve avvenire senza interrompere le altre
lavorazioni del laboratorio DI. Inoltre è
molto importante per la qualità riuscire a
memorizzare e gestire il materiale nel suo
formato nativo, per evitare conversioni
che -spesso- comportano perdite qualitative.
La Calibrazione
Dato che la suite DI è un ambiente
‘WYSIWYG’ (What you see is what you
get, quello che vedi è quello che ottieni),
una parte importante del processo
riguarda la calibrazione. La calibrazione
comprende l’intera catena DI dall’ingresso dei dati fino all’uscita e assicura che la
finalizzazione, non importa quale siano i
media finali, sia equivalente all’immagine
che abbiamo visto nella suite DI.
Se trattiamo ciascuna sezione della catena DI in modo indipendente (ma standardizzato) per quello che concerne la
calibrazione, potremo eseguire le varie
fasi in differenti luoghi, lo scanning, il processing, il film recording e potremo metterci al riparo da errori che sono sempre
in agguato.
Per rendere realmente percorribile questo processo di “calibrazione indipendente” è necessario riferirsi a un formato
di interfaccia comune, uno standard molto rigido.
Nel mondo DI lo standard è specificato
dalla Kodak e si chiama Cineon file format, ratificato dalla SMPTE e dopo modificato come DPX.
In realtà, la porzione più difficile di tutto
questo processo di controllo è la parte
demandata al laboratorio chimico, alla
fine della catena di DI.
Differenti organizzazioni affrontano questi processi in modo molto differente, che
vanno dalla ricalibrazione solo quando ci
Monitor n° 240 - 3/2004
27
Monitor n° 240 - 3/2004
sono differenze nel materiale girato o
quando il laboratorio cambia la composizione del bagno, un aspetto che talora si
verifica diverse volte al giorno. In tutti i
casi, il processo di calibrazione implica
l’invio in uscita di un certo numero di
immagini che vengono stampate come
test, si misurano i risultati e si apportano
le appropriate correzioni. Per maggiori
dettagli sulla calibrazione vedere l’Appendice 1.
CAPITOLO 3: LA QUALITÀ NEL DI
La qualità tecnica in uscita da un laboratorio DI deve essere uguale o migliore
rispetto quella del laboratorio chimico.
Ciò solleva la questione “qual è la qualità
di un film e come può essere espressa in
digitale?” La questione è ancora aperta:
molti pensano, tuttavia, che l’elettronica
consentirà alla qualità digitale di raggiungere e superare il processo chimico,
anche se ci vorrà del tempo. I parametri
basilari coinvolti nella qualità digitale
sono la risoluzione spaziale, la gamma
dinamica che si scompone in profondità
di bit, la campionatura lineare o logarit28 mica, lo spazio colore e la compressione.
Un altro aspetto essenziale della qualità
DI è la conversione da film a digitale,
dove le due principali macchine coinvolte, il telecinema e il film scanner, hanno
differenti caratteristiche.
Sebbene tali argomentazioni siano al centro di continui dibattiti, sempre più film
sono oggi prodotti utilizzando il processo
DI e questo è la prova che il DI può raggiungere grandi risultati qualitativi.
Perchè il 2K?
La risoluzione dell’immagine originale
del negativo da 35mm (OCN) è di almeno 3.000 pixel orizzontali (e qualcuno
dice 4000), quindi, perché la maggior
parte del lavoro DI è eseguito in 2K?
Dal punto di vista del business è evidente che la dimensione d’immagine equivale a un costo in denaro.
A 2K, l’immagine richiede circa 12MByte di
dati per frame a 10-bit logaritmici in RGB.
A 4K l’immagine richiede circa 48MByte
di dati, quadruplicando lo storage e la
richiesta di ampiezza di banda. Film di
successo sono stati realizzati su formati
digitali a risoluzioni inferiori al 2K.
I prequel di StarWars sono stati in gran
parte girati in HD a 1920x1080 da George
Lucas.
James Cameron ha girato su IMAX lo
straordinario ‘Ghosts of the Abyss’ in HD e
ha persino inserito alcune sequenze in DV!
Questi esempi dimostrano quello che è
possibile fare oggi. In molti casi la qualità
finale dipende molto dalla tecnica di
ripresa, piuttosto che dalla semplice tecnologia scelta.
Quindi il dibattito si dipana sul concetto
di quale sia la risoluzione giusta per il DI.
Per una perfetta digitalizzazione dell’OCN può essere necessario impiegare
fino al 4K e, quindi, questo formato può
essere particolarmente interessante nell’archiviazione a lungo termine; tuttavia
molti pensano che il 4K non sia necessario nel DI, per questioni di costi. Le procedure di DI sono differenti da quelle del
laboratorio tradizionale: ogni copia realizzata è un clone perfetto e non ci sono
perdite qualitative. Il DI ci permette di
arrivare ai risultati finali da un solo passaggio del negativo originale OCN,
lasciandolo in condizioni perfette e, quindi, conservabile per le future generazioni,
se necessario.
L’approccio commerciale
Il 2K rappresenta un buon compromesso
tra la tecnologia di oggi e il panorama
del business dominante, riuscendo ad
offrire una qualità - in proporzione migliore, rispetto alle lavorazioni tradizionali tipiche solo della pellicola e ai costi
tali per cui ogni filmmaker può avvantaggiarsene.
Il 2K non è, comunque, una soluzione
obbligatoria o universale; i centri di produzione in DI devono essere abbastanza
flessibili da poter lavorare in molti e differenti formati, inclusa l’HD e anche l’SD
video. Come Jeffrey Katzenberg ha sottolineato una volta, «si chiama show
business e non show art» e ben raramente nelle lavorazioni DI si creano problemi o si rifiuta un lavoro solo per un
disputa sul formato.
Anche i Filmmaker traggono benefici
da questa grande quantità di tecnologie oggi disponibili, che rendono possibili riprese su set ed effetti speciali
fino a ieri non praticabili coi metodi tradizionali. (Vedi il Capitolo 4 per i differenti metodi di acquisizione.)
Questo Capitolo prosegue con una più
dettagliata descrizione dei parametri
che tendono a definire la qualità del
digitale.
Fine seconda parte
MediaCluster:
un server
incorruttibile
L’originale architettura dei video server SeaChange consente
di realizzare sistemi con un elevato grado di immunità ai guasti
senza dover necessariamente duplicare tutti i componenti
Di Paolo Birra, SeaChange International
Oggigiorno, praticamente tutti i
costruttori di hardware propongono
soluzioni basate su array di dischi
destinate alla messa in onda digitale
e alla contribuzione video. Tuttavia,
questi prodotti differiscono dal
SeaChange Broadcast MediaCluster
per il fatto che sono relativamente
costosi, la scalabilità delle configurazioni disponibili è limitata nell’offerta
e oltretutto richiedono competenze
tecniche estremamente elevate per
essere usati e gestiti.
Inoltre, molti di questi prodotti richiedono che l’utente finale debba integrare altri componenti di differenti
fabbricanti per ottenere una soluzione completa. Questo tipo di approccio, oltre a essere tecnicamente complesso e a richiedere lunghi tempi di
implementazione, offre spesso risultati modesti in confronto all’investimento iniziale.
Il SeaChange Broadcast Media
Cluster, a differenza degli esempi
sopra citati, permette al video server
di diventare una soluzione tecnologi-
Monitor n° 240 - 3/2004
ca flessibile e completamente adattabile alle necessità del cliente. La scalabilità del prodotto deve essere intesa, infatti, sia come possibilità di
incremento del numero degli ingressi/uscite, sia riferita anche alla capacità di memorizzazione dei dati sul
video server, volgarmente in numero
di ore disponibili per il materiale
video. Tutto questo è ottenuto senza
dover in nessun modo duplicare i file
per ogni video server, mantenendo in
ogni caso sistemi completamente
ridondanti, che producono video
digitale MPEG-2 di altissima qualità
destinato alla messa in onda digitale,
agli archivi digitali, ai sistemi di editing e così via.
Il miglior rapporto prezzo/prestazioni
Il MediaCluster è il prodotto più innovativo nell’attuale panorama del mercato dei video server ed è composto
da un minimo di tre server, detti nodi,
collegati l’uno all’altro. Il MediaCluster reinventa il tradizionale concetto di computer storage in una
maniera che rende possibile gestire il
video digitale di alta qualità usando
tradizionali reti di computer.
Il MediaCluster è una tecnologia brevettata, sviluppata da SeaChange,
che utilizza hardware e software commerciali per offrire soluzioni integrate
di audio/video delivery al miglior rapporto prezzo/prestazioni del mercato. Gli operatori del settore televisi-
vo, dai grandi broadcaster alle piccole televisioni, possono utilizzare la
tecnologia del SeaChange Broadcast
MediaCluster per l’archiviazione e la
messa in onda di materiale audio
video in una grande vastità di applicazioni commerciali.
29
Caratteristiche tecniche di base:
• Continua e ininterrotta scrittura e
lettura di audio e video
• Uso di componenti software e
hardware standard
• Elevata disponibilità e affidabilità
del sistema con accesso multiplo
ai contenuti, visibili come oggetti
comuni
• Riduzione dei costi dello storage
con l’eliminazione della necessità
di copie multiple dei file
• Scalabilità del cluster con distribuzione del carico di rete e di
disco attraverso tutti i nodi dello
stesso
• Continuità operativa del cluster
con l’accesso a tutti i data object,
anche quando uno dei nodi è
spento
• Riconoscimento automatico dei
problemi hardware e loro
mascheramento grazie alle caratteristiche di tolleranza ai guasti in
real time (250 millisecondi)
• Recupero automatico di file perduti o danneggiati, mentre il cluster continua a operare a pieno
regime
• Possibilità di aggiungere nodi al
cluster per aumentare la capacità
di archiviazione dati e/o aggiungere nuovi ingressi e uscite senza
interrompere il funzionamento
Visione d’insieme
del sistema
Il MediaCluster combina un sottosistema tipicamente costituito da tre a
sette video server (fino a un massimo
di nove video server) in una configurazione di rete a schema stellare,
totalmente interconnessa, per offrire
servizi di distribuzione di video/audio
digitale MPEG-2 ad alta risoluzione e
bit rate costante, come se fosse un
singolo sistema.
L’architettura del MediaCluster fa sì
che l’accesso ai dati video avvenga
come in una struttura di rete ClientServer di tipo tradizionale. Il materiale video/audio è registrato suddividendo i relativi dati digitali su tutti i
nodi del cluster, riservandone uno
per il controllo di parità. In caso di
guasto a uno dei nodi, gli altri nodi
dispongono comunque di tutte le
informazioni necessarie per la ricostruzione dei dati. Questa tecnologia
30 è simile alle configurazioni Raid 5,
peraltro utilizzata per il collegamento
degli hard disk presenti in ogni singolo nodo del MediaCluster. Ogni
nodo attivo del MediaCluster può
leggere, scrivere e cancellare i dati
dal proprio file system locale, senza
interferire con gli altri nodi, e può
quindi procedere alla ricostruzione
dei dati eventualmente persi, senza
interferire con il funzionamento del
MediaCluster.
La doppia ridondanza rende superflua la duplicazione di tutti i dati registrati, come è invece richiesto da altri
sistemi. Per esempio un Broadcast
MediaCluster composto da 7 nodi e
configurato con 7 encoder 4:2:2 e 21
decoder 4:2:2, può registrare 7
stream MPEG-2 contemporanei a 50
Mb/s mentre legge simultaneamente
21 stream MPEG-2 dal proprio array
condiviso di 16,1 Terabyte (16.100
GB), corrispondenti a oltre 750 ore di
video a 50 Mb/s. Nel funzionamento
in modalità “degraded” con un nodo
spento per un problema tecnico o
per manutenzione, il MediaCluster è
ancora in grado di registrare 6 stream
MPEG-2 contemporanei sui dischi
rimasti disponibili, mentre legge
simultaneamente 18 stream MPEG-2
dal proprio array condiviso, sempre
di 16,1 Terabyte, quindi oltre 750 ore
anche in modalità “degraded”.
Utilizzando un bit-rate più basso, la
capacità di registrazione aumenta di
conseguenza (1.250 ore a 30 Mb/s,
oppure 1.880 ore a 20 Mb/s, o ancora
3.144 ore @ 12 Mb/s); contestualmente, anche il numero di canali di
ingresso e uscita installabili sul sistema si incrementa, per esempio, 14
ingressi e 28 uscite utilizzabili fino a
30 Mb/s per un MediaCluster a 7
nodi).
Le caratteristiche
del MediaCluster
Un MediaCluster è un network di
computer direttamente interconnessi
(ogni server viene chiamato “nodo”),
che agiscono come un singolo computer, ma a differenza di un singolo
grande server, il guasto di uno dei
nodi del MediaCluster non pregiudica la capacità di accesso ai file.
Programmi specializzati, che usano
tecnologie multi-thread e specifiche
API (Application Program Interfaces),
scrivono e leggono i media file dallo
storage, costituito dai sottosistemi
RAID. La quantità dei dati che può
essere trasferita simultaneamente da
e verso il sistema è chiamata service
bandwidth.
Lo storage e la service bandwidth di
un MediaCluster possono essere
incrementate quando il sistema è in
fase completamente operativa e funzionale, il che vuol dire, mentre “registra” e “riproduce” i media stream.
Lo storage del sistema può essere
ampliato aggiungendo dischi allo
chassis di ciascun nodo, aggiungendo chassis di espansione ai nodi
oppure aggiungendo altri nodi a un
cluster esistente. La service bandwidth può essere aumentata aggiungendo nodi al cluster. Per ogni nodo
aggiunto, tutto il contenuto del sistema viene ridistribuito sul nuovo componente.
Tutti i nodi di un MediaCluster vedono
lo stesso media e possono accedere a
qualunque porzione dello stesso, indipendentemente dal numero di altri
accessi concorrenti alla stessa porzio-
ne dello stesso media.
Il guasto a un nodo non interrompe i
servizi di I/O degli altri nodi del cluster, per cui un sistema completamente ridondante può essere gestito
sotto la direzione di un software di
automazione che commuti automaticamente gli ingressi e le uscite in
caso di guasto. Il sistema operativo e
l’hardware di un MediaCluster possono inoltre essere aggiornati mentre il
sistema è operazionale e funzionante. La lista dei media file presenti nel
MediaCluster può essere gestita dal
nodo locale o dai nodi remoti, tramite le API, anche mentre il sistema è in
fase di lettura e scrittura di media a
bit rate costante.
Il numero dei nodi in un MediaCluster è variabile e scalabile. Le configurazioni correntemente supportate vanno fino a 7 nodi, e ogni identico nodo nel cluster può essere configurato con:
• Fino a otto codec MPEG-2, in formato 4:2:2 o 4:2:0 e operanti fino
a 50Mb/s
• Fino a due schede di rete Gigabit
per nodo per la connessione ad
altri sistemi, come archivi o altri
cluster
• Fino a 16 Terabyte di storage disponibile on-line (1.572 ore a 24
Mb/s)
• Interfaccia RS422 o Lan per sistemi di automazione
• Caratteristiche addizionali supportate dal sistema operativo
Windows NT
Resistenza agli errori
Il cuore segreto del MediaCluster è
rappresentato dalla sua unica funzionalità di fault resilience, la sua capacità di recupero da guasti accidentali.
Come spiegato in precedenza, i dati
sono distribuiti su tutti i nodi del cluster; inoltre, il sistema genera automaticamente tutti i blocchi di parità
per ogni dato trattato. Se per qualsiasi ragione si perde un blocco di
dati, i blocchi di parità permettono di
rigenerare il dato mancante, calcolando la somma parziale di tutti gli
altri dati reali dello stesso blocco e
sottraendo la somma parziale alla
somma totale (rappresentata dalla
parità).
Questa funzionalità implementata in
Monitor n° 240 - 3/2004
31
Monitor n° 240 - 3/2004
real time con un’operazione di XOR
(eXclusive OR) permette di far sì che
anche in caso di un collegamento o
di un nodo mancante, nessun dato
venga effettivamente perso.
Il cluster è una rete
di computer
Ogni nodo di un Broadcast MediaCluster è fisicamente connesso punto
a punto con ogni altro nodo, sfruttando un collegamento basato su
Ethernet. Il protocollo di rete proprietario di SeaChange, SeaNet, assicura
che almeno l’80% della banda a disposizione (100 Mb/s) sia effettivamente sfruttato per il trasferimento
dei dati. Le altissime performance del
protocollo SeaNet permettono ai
nodi di un MediaCluster di comportarsi come un singolo server. Il protocollo SeaNet crea una vera e propria
autostrada per l’interscambio dei
dati, lungo la quale i dati scorrono
dal fornitore (encoder MPEG-2 o storage) al cliente finale (decoder
MPEG-2 o storage).
32
Architettura
interconnessa
Il design di interconnessione ad alta
velocità del MediaCluster ottimizza il
rapporto costi/benefici, offrendo:
• Rapporto qualità/prezzo ottimale
• Possibilità di aggiungere banda
passante on-line
• Bilanciamento dei carichi integrato nel sistema
• Elevata banda passante per singolo nodo
Fondamentalmente, ogni nodo è
connesso direttamente a tutti gli altri
con collegamenti Ethernet e i dati
sono distribuiti fra i nodi in incrementi relativamente ridotti. Vediamo più
in dettaglio ogni singolo aspetto di
questa architettura interconnessa.
Qualità/Prezzo.
Lo
standard
Ethernet è il mezzo fisico prescelto
per l’implementazione dei collegamenti tra i nodi. Lo standard Ethernet
rappresenta il miglior rapporto prezzo/prestazioni in termini di banda
passante per le connessioni punto a
punto.
Bilanciamento dei carichi. Tutti i dati
letti e scritti (o riprodotti e registrati)
sono suddivisi attraverso l’intercon-
nessione, tramite un’avanzata tecnica
di “striping”. In questo modo si
bilancia attivamente il carico dei dati
sull’interconnessione, permettendo
di leggere e scrivere contemporaneamente centinaia di stream video. In
media, ciascun collegamento vede lo
stesso carico da ogni nodo.
Banda passante dei nodi. Tutti i
nodi sono direttamente interconnessi
tra di loro. Siccome ogni collegamento mette a disposizione 80 Mb/s usabili per ogni direzione, un cluster a
cinque nodi offre oltre 720 Mb/s di
banda passante aggregata. Questa
ampiezza di banda può essere favorevolmente comparata alla tecnologia Fiber Channel loop. Una ipotetica
soluzione Fiber Channel potrebbe
offrire in teoria solo 160 Mb/s di
banda passante per ogni nodo di un
cluster a cinque nodi, perché l’interconnessione è condivisa. Oltre a ciò
c’è da notare che la soluzione di
SeaChange basata sulla tecnologia
Ethernet, costa meno della metà
rispetto a una analoga soluzione
basata su Fiber Channel.
Numero di nodi. L’architettura interconnessa limita il dimensionamento
dei cluster (relativamente alle architetture interconnesse condivise), in
quanto il numero di link richiesto è
dato dal prodotto N x (N-1)/2. Le
dimensioni dei cluster variano da tre
fino a nove nodi.
Aggiunta di banda passante online. Questa caratteristica è resa possibile configurando i singoli nodi con
porte Ethernet supplementari. Per
esempio, un nodo di un cluster a tre
nodi può essere configurato con una
scheda di interconnessione IOP (I/O
Processor) a sei porte, due delle quali
sono usate in fase di installazione per
formare il cluster a tre nodi. Le porte
supplementari permettono di aggiungere in seguito altri nodi, semplicemente connettendoli ai nodi gia
presenti nel cluster.
Quando si aggiunge un nuovo nodo
collegandolo a tutti gli altri nodi, il
carico sui link preesistenti non cambia. Questo è estremamente importante perché permette che la “service bandwidth” del nuovo nodo
venga utilizzata senza interferire con
quella dei nodi preesistenti. In pratica, è come se il nuovo nodo fosse
Anche Mediaset
ha scelto SeaChange
Dallo scorso autunno, i Broadcast MediaCluster di SeaChange gestiscono anche la
messa in onda delle tre reti Mediaset.
Nonostante la particolare architettura dei
server Broadcast Media Cluster, che non
richiede necessariamente la duplicazione dei
sistemi per la messa in onda, per esplicita
richiesta da parte di Mediaset ne sono stati
installati due identici, scelta probabilmente
dettata da un eccesso di prudenza, che però
è venuta meno quando si è deciso di collocarli entrambi nello stesso locale. Il funzionamento dei due MediaCluster in configurazione a sette nodi è controllato da un sistema di automazione Etere che sfrutta una
normale rete Ethernet e il protocollo IP,
caratteristica che è stata implementata da
SeaChange proprio per soddisfare le richieste di Mediaset.
Ognuno dei sette nodi dispone di 12 hard
disk da 146 GB e la capacità totale di ciascun
MediaCluster per l’archiviazione del materiale è di 8 Terabyte (circa un terzo della capacità reale viene riservato dal sistema per
garantire la continuità del servizio in caso di
guasto); in termini di durata, questa capacità consente di registrare un migliaio di ore di
video compresso in MPEG-2 con un bitrate di
20 Mbit/s.
stato installato in una sua rete separata, anche se in realtà tutti i dati
degli atri nodi, vengono automaticamente ridistribuiti attraverso tutti i
collegamenti del cluster, bilanciando
automaticamente il sistema.
L’hardware del sistema
L’hardware del MediaCluster è costituito dai migliori componenti standard reperibili sul mercato, potenziato
da un’architettura software altamente
innovativa. L’elemento base di un
Broadcast MediaCluster è costituito
dal SeaChange Thin Node, un computer rack-mountable che incorpora un
backplane PCI, numerosi slot per periferiche e codec, un modulo CPU ed un
sottosistema RAID 5 ad alta capacità e
elevata banda passante.
Monitor n° 240 - 3/2004
Il software di sistema
Il software del MediaCluster gira sul
sistema operativo Windows NT di
Microsoft. Ogni nodo del MediaCluster è una piattaforma certificata
per Window NT
Vstreams
L’architettura del sistema I/O SeaChange per la distribuzione dei dati è
chiamata Virtual Streams (Vstreams).
Le “utenze” del Vstreams sono tutti
gli utilizzatori degli stream a bit rate
costante. Tipiche utenze sono il sottosistema RAID 5, i codec MPEG-2 e
così via. Tutti i dati sono sempre trasferiti nella modalità kernel del sistema, eliminando il sovraccarico richiesto dalle interfacce standard per operazioni quali la copia dei dati.
In questo modo si riduce il carico
della CPU e il ritardo in ingresso e
uscita, assicurando un ambiente
adatto alle applicazioni ad alte prestazioni come il video MPEG-2 di
qualità ad alto bit rate. Il software
Vstreams gestisce inoltre i trasferimenti dei “data objects” all’interno
del singolo nodo.
Il software di gestione
del MediaCluster
La tecnologia del MediaCluster
incorpora il software di gestione
SeaView per il controllo del MediaCluster e di tutti i suoi nodi da una
stazione di management centralizzata nella rete locale. Il SeaView comunica con i nodi tramite il servizio
SeaMon, che gira su tutti i nodi del
cluster.
Il SeaMon raccoglie i dati di funzionamento dalle diverse sorgenti e li presenta all’interfaccia grafica utente di
monitoring e management del
SeaView.
Le sorgenti sono i codec MPEG-2, il
sottosistema RAID-5 e il SeaNet.
L’interfaccia grafica del SeaView permette di monitorizzare tutte le funzio-
ni dell’hardware tramite una rappresentazione dinamica dei nodi e dei
circuiti che connettono i nodi tra di
loro.
In maniera similare, SeaView mostra
lo stato di ciascuno dei dischi del sottosistema RAID-5: un codice colori
identifica i possibili stati dei singoli
dischi nel sistema ed è sufficiente un
clic del mouse per avere maggiori
dettagli.
Allo stesso modo, SeaView mostra lo
stato di ciascun codec MPEG-2. Il
risultato è una visione omnicomprensiva e un controllo totale ed effettivo
di ogni parte del MediaCluster.
Per ulteriori informazioni:
SeaChange International EMEA
Via Dante, 2/134
16121 Genova Italy
Tel. 010 5530177 - Fax 010 5709961
http://www.seachangeinternational.com
33
Monitor n° 240 - 3/2004
AL 3GSM WORLD CONGRESS DI CANNES
WIRELESS
A GONFIE VELE
di Riccardo Di Bari
Grande successo - per altro ampiamente previsto - del 3GSM World
Congress organizzato dalla Informa
Telecoms Group e dalla GSM
Association nell’ultima settimana di
febbraio a Cannes.
Il mercato ha registrato un incremento
del 12% nel numero dei visitatori - quest’anno ben 29.000 – ed un’impennata
del 28% dei Paesi rappresentati, oltre
200 quest’anno.
Questi numeri fanno del 3GSM World
Congress l’evento fieristico mondiale
di riferimento per il mercato della tecnologia mobile, uno dei pochi settori al
34 mondo che non sembra risentire della
recessione economica internazionale.
Il 3GSM World Congress di Cannes è
stata quindi l’occasione ideale per i
principali operatori del settore per lanciare nuovi prodotti ed annunciare
nuove tecnologie. Alcuni esempi: la
Nokia ha annunciato una collaborazione con la IBM per adottare le applicazioni di quest’ultima alla telefonia
mobile, tramite il modello 9500
Communicator, un nuovo apparec-
chio dedicato alle imprese; la
Motorola ha annunciato la consegna
alla Gendarmeria Vaticana di un sistema WiFi sperimentale che consente un
accesso wireless alla rete di sicurezza
della polizia; la Philips ha lanciato
“Snap, Tag & Send”, un sistema
per l’invio tramite MMS di foto personalizzate, disegni e note manoscritte
grazie ad un sistema integrato di Touch
Screen; la Siemens ha presentato
nuove soluzioni di comunicazione
mobile, inclusa la cosidetta “Push to
talk over cellular”, una tecnologia
che consente di attivare una funzione
walkie-talkie sul telefono cellulare; la
Microsoft ha presentato due nuovi
apparecchi della Motorola dotati del
software Microsoft Windows
Mobile.
Come ogni anno è stato assegnato il
“GSM Association Award”, che
quest’anno è andato all’operatore
cinese China Mobile “per onorare
l’eccezionale contributo fornito da
China Mobile al raggiungimento del
traguardo del miliardo di apparecchi
GSM nel mondo” (foto sopra).
Un fenomeno così globale come quello della comunicazione mobile, non
poteva trascurare un aspetto importante come la moda: una delle novità più
gradite dell’edizione di quest’anno del
3GSM World Congress è stata rappresentata dalle sfilate di moda denominate “Cool & Connected”, in cui sono
sfilati in passerella più di 50 esemplari
di tecnologia “indossabile” (foto sotto)
ispirati a criteri di funzionalità, piacevolezza estetica e divertimento.
Il prossimo 3GSM World Congress
torna sulla Croisette dal 14 al 17 febbraio 2005.
b-to-b (business to business)
nel settore del broadcast e delle comunicazioni
CONSULVIDEO
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Monitor n° 240 - 3/2004
L’indispensabile per
una televisione digitale
Con un’open house svoltasi alla fine del mese di febbraio, la CVE ha presentato una serie di prodotti destinati a facilitare la transizione verso il digitale.
L’assenza della CVE all’ultima edizione
dell’IBTS aveva fatto dubitare sullo
stato di salute della società brianzola,
capitanata dall’incontenibile Carmelo
Catalano. Forse per dissipare qualsiasi
dubbio, Catalano ha deciso di organizzare un’ interessante open house con
tanto di salatini e bibite, coinvolgendo
alcuni responsabili di società rappresentate dalla CVE: i finlandesi di Sofia
Digital, i norvegesi di Tandberg Television e i catalani di JustEdit, catalani
nel senso che la società ha sede a
Barcellona.
Cominciamo proprio dalla JustEdit, nome sconosciuto ai più, ma non certo
36 alla Sony. Il sistema DVLince, commercializzato dal colosso giapponese in
Europa, è infatti una creatura della società catalana, ben nota nella terra natia
per essere fornitrice di sistemi modulari
per almeno un centinaio di stazioni televisive spagnole. Il software sviluppato
da JustEdit permette di gestire tutte le
fasi di lavorazione all’interno di un’emittente televisiva, dall’acquisizione dei
contributi e loro catalogazione, fino alla
messa in onda dei programmi, compreso un sistema di montaggio per la creazione di servizi per notiziari.
Attualmente il sistema prevede la
generazione di proxy in formato MPEG4 per consentire ad archivisti e giornalisti un accesso agevole al materiale, ma
stanno considerando di passare a
Sofia Digital, azienda leader nel settore mhp e distribuita in Italia dalla CVE
Windows Media 9, poiché sembra
poter garantire una qualità decisamente superiore e, soprattutto, non comporta il pagamento di alcuna royalty.
Certamente ben più nota agli operatori del settore è Tandberg Television,
azienda che ha svolto un’attività pionieristica nei settori della compressione
del video e della distribuzione dei contenuti. In occasione dell’open house
CVE, l’attenzione è stata focalizzata su
una serie di prodotti indispensabili per
le emittenti televisive che hanno intenzione di iniziare a trasmettere in digitale
e in particolare sugli encoder MPEG-2
della serie 5700, il multiplexer MX5600
e il modulatore MT5600 in standard
DVB-T.
Infine, Sofia Digital è la società finlandese specializzata nella produzione di
software per lo sviluppo di applicazioni
interattive in standard mhp che si sta
rapidamente imponendo come leader
di mercato, almeno in Europa. I suoi
prodotti sono utilizzati per le sperimentazioni attualmente in corso da parte di
Mediaset e Telecom Media e comprendono moduli per la creazione di guide
ai programmi, contributi a complemento di trasmissioni d’informazione o
annunci pubblicitari e applicazioni di Tcommerce o giochi. La modularità dell’offerta consente di offrire un prodotto
che si adatta perfettamente alle esigenze di chi vuole iniziare spendendo il
meno possibile, senza però precludersi
la possibilità di una crescita futura.
L' open house, come si dice in queste
occasioni, è stata visitata da un pubblico di addetti ai lavori attento ed interessato, anche se le applicazioni presentate non sono ancora una richiesta
'pressante' del mercato. C’è da dire
che, nonostante la fretta del Governo, il
problema del passaggio al digitale non
sembra essere tra i più sentiti dai
responsabili delle emittenti televisive
La dimostrazione dei prodotti della JustEdit all’open house organizzata dalla CVE
nostrane. L’importante comunque è
essere preparati per quando verrà il fatidico momento e la Cve sembra esserlo
già fin d’ora.
VSN,
i flussi di una newsroom
Just Edit è un'azienda spagnola la cui distribuzione sul territorio italiano da parte di CVE
è iniziata da non molto tempo e risulta particolarmente interessante per la completezza
dell'offerta e la modularità delle soluzioni.
In generale possiamo dire che con la linea di
prodotti VSN, Jus Edit permette al cliente di
realizzare la completa gestione di una stazione tv. I moduli, perfettamente integrabili,
consentono di automatizzare con criteri
industriali molti dei quotidiani processi di
una emittente, seguire in modo automatico
l'ingestion e gestire file di diversa natura,
favorire il lavoro dei giornalisti mediante
workstation in rete, gestire i teleprompter
per le emissioni in diretta, realizzare un
completo sistema di montaggio con flusso di
lavoro collaborativo, archiviare e catalogare
i contenuti per recuperarli velocemente in
successiva trasmissione, e gestire tutto con
criteri broadcast e non informatici, a cominciare dalla nomenclatura dei file. La gestione
dei file è slegata da protocolli e formati, per
risultare più aperta possibile, il recupero
avviene mediante keyword e la catalogazione mediante codici a barre, i materiali sono
gestiti via server su playlist ed è possibile
intervenire sugli eventi fino a 5 secondi
prima dell'emissione con spostamenti, eliminazioni. L'uscita del sistema può avvenire su
playout via etere ma anche su streaming via
internet ed è naturalmente possibile la
gestione del billing e le tariffazioni varie per
il traffico. A fianco di tutto ciò vi sono alcuni
tocchi ancora più moderni che fanno di VSN
la scelta ottimale anche per il piccolo broadcaster regionale, come la possibilità di gestire un canale di ritorno via SMS.
Monitor n° 240 - 3/2004
Tutti insieme,appassionatamente
e con Pinnacle
La semplificazione della gestione dei flussi di lavoro in ambienti collaborativi è uno degli elementi che accomuna la
variegata offerta della Pinnacle
In occasione del NAB dello scorso
anno Pinnacle aveva dichiarato l’intenzione di diventare la “networked solution company”, cioè un’azienda fornitrice di prodotti destinati all’impiego
da parte di gruppi di lavoro e basati sui
classici concetti delle reti informatiche.
Il messaggio di quest’anno è che
Pinnacle sta effettivamente fornendo
questo tipo di soluzioni e i suoi clienti
non sono soltanto i grossi network televisivi, come la CNN, ma anche le piccole emittenti televisive o gli studi di
post-produzione.
Una delle novità che si inquadrano in
questa offerta è DekoVIA, la versione
del software di titolazione Deko perfettamente integrata nel sistema Vortex
per la produzione di servizi video per
notiziari, ora in grado di supportare
anche il formato MPEG-2 I-frame fino a
50 Mbps, oltre al DV. Una volta preparate le gabbie, il giornalista non deve
far altro che inserire il nuovo testo per
completare la sezione grafica.
Poiché non è necessario effettuare
alcun render, gli elementi grafici possono essere facilmente modificati fino al
momento della messa in onda.
Catalogare lo sport
Sempre per il sistema Vortex sarà disponibile SportsLogger, un modulo che
semplifica la preparazione degli estratti più importanti di un evento sportivo.
Grazie a un’interfaccia grafica ben
organizzata è possibile indicizzare l’evento che si sta registrando, definendo
il nome del giocatore o la particolare
azione tramite elenchi predisposti in
precedenza. Pinnacle fornisce una serie
di gabbie già predisposte per gli sport
più popolari, ma il sistema è facilmente
adattabile a eventi di qualsiasi tipo, per
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Monitor n° 240 - 3/2004
PRODOTTI
CONSUMER USB 2.0
PER L'EDITING
Pinnacle Systems ha presentato Pinnacle MovieBox
Deluxe, il dispositivo hardware che permette di
connettere sia le videocamere analogiche che quelle digitali al PC via USB 2.0.
L'hardware, infatti, è dotato di input ed output
analogici ma anche digitali grazie alla presenza
della porta IEEE 1394 (DV). Utilizzando la tecnologia di Pinnacle "tunneling", MovieBox Deluxe risolve i problemi di connessione tra una videocamera
analogica o DV e un PC dotato di interfaccia USB
2.0, rendendo possibile il pieno controllo della
videocamera attraverso l'interfaccia del software
Studio 9 di Pinnacle Systems. Il case dell'hardware,
caratterizzato da un blu metallizzato e dalla superficie liscia, è stato disegnato da F.A. Porsche.
Pinnacle MovieBox Deluxe include i software Pinnacle Studio 9 e Hollywood FX Plus. Pinnacle Studio
9 segna un nuovo modo di fare video amatoriali di
elevata qualità grazie alle capacità di editing automatico, ai potenti strumenti per migliorare filmati
vecchi o danneggiati e alle nuove opzioni creative,
che includono la possibilità di realizzare a casa propria filmati con una qualità cinematografica e la
funzione di Authoring DVD: tutto questo grazie
all'interfaccia di Studio, estremamente semplice e
intuitiva. Pinnacle Hollywood FX Plus amplia la
libreria di transizioni 3D già presente in Studio 9
con oltre 300 effetti 3D di alta qualità. Hollywood
FX Plus consente inoltre un controllo totale degli
effetti e permette di espandere ulteriormente le
38
librerie.
Prezzo e disponibilità
Pinnacle MovieBox Deluxe ha un prezzo consigliato di 299_ (IVA incl.) e sarà disponibile da inizio
aprile 2004. Ulteriori informazioni sono disponibili
sul sito www.pinnaclesys.com.
Caratteristiche principali
• Possibilità di acquisire e riversare filmati da
qualsiasi sorgente analogica e digitale con pieno
controllo dell'apparecchio collegato
• Acquisizione full-screen, alta qualità video full
motion direttamente sul tuo hard disk in tempo
reale
• Input e output DV e AV (RCA, S-Video, DV) e connessione al PC via porta USB 2.0
• Audio stereo input/output (RCA)
Requisiti minimi di sistema
• 1 porta USB 2.0
• Pentium IV 1.6 GHz (o superiore) o equivalente
• 256 MB di RAM (DDR o RDRAM)
• Sistema operativo Windows XP (è richiesto
anche il Service Pack 1)
• Compatibile DirectX 9.0a (grafica e audio) o successivo
• Hard disk IDE con driver master mode (con 5 GB
di spazio libero)
Il software di montaggio Pinnacle Liquid potrà essere integrato nel sistema Vortex per la produzione di
news
esempio una tavola rotonda.
Per quel che riguarda il montaggio dei
servizi vero e proprio, Vortex consente
ora di utilizzare anche Liquid Edition, il
software di montaggio che con oltre
50.000 unità vendute sta riscuotendo
un discreto successo in campo professionale. Per esigenze di produzione più
stringenti, il materiale può essere trasferito a un sistema di montaggio
Liquid, come l’ultimo nato Chrome che
è in grado di trattare fino a quattro
stream video in tempo reale. Al NAB
farà il suo debutto anche la versione
HD di Liquid, capace di offrire prestazioni in tempo reale e di trattare materiale in alta definizione, anche compresso in MPEG-2 IBP (ndr: il formato
dovrebbe essere l’HDV, inizialmente
proposto da Canon, JVC, Sharp e Sony
e attualmente sostenuto da una quindicina di aziende, Pinnacle compresa).
Server a prova di tutto
I sistemi Vortex comprendono le unità
di registrazione su disco della serie
Palladium e in questo campo la novità
è rappresentata dal Palladium Store
100, che con 140 ore di archiviazione in
formato DV25 è destinato espressamente all’impiego da parte di emittenti medio-piccole. Per questo tipo di
applicazione, che vede coinvolte un
numero molto limitato di postazioni
per giornalisti (tipicamente una decina), Pinnacle propone i più economici
collegamenti in standard Gigabit
Ethernet al posto della fibra ottica dei
sistemi di classe più elevata, garantendo comunque la possibilità di trasferimento contemporaneo di 16 stream
video in formato DV25.
Sul fronte opposto, il Palladium Store
1000 è un sistema completamente
ridondante che può registrare fino a
1.400 ore di materiale in formato DV25.
Grazie alla tecnologia Instant Failover
integrata, il sistema è in grado di sopportare qualsiasi tipo di guasto a uno
dei suoi componenti, senza che questo
possa provocare una interruzione del
servizio, funzionalità resa possibile dall’impiego di un’apposita memoria tampone per il video.
Il server Palladium Store 1000, capace di registrare fino a 1.400 ore di video DV25
Monitor n° 240 - 3/2004
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Monitor n° 240 - 3/2004
Ci sarà anche una versione in alta definizione
per il mixer compatto Kayak della Grass Valley
Il digitale
alla portata di tutti, o quasi
Continuando nella strategia lanciata in occasione dell’ultimo IBC, Thomson estende l’offerta di sistemi chiavi in mano
e guarda con molta attenzione alla crescente diffusione delle tecnologie informatiche
Nelle parole “We can find our path by
riding IT waves” di Marc Valentin, pre40 sidente della Thomson Broadcast, è
riassunta la strategia che Thomson
GrassValley intende seguire nei prossimi anni per far fronte alle nuove sfide di
un mercato che, se si considerano gli
investimenti pubblicitari, sembra che si
stia finalmente riprendendo dalla crisi
che ha attraversato negli ultimi anni.
Cavalcare l’onda dell’information technology non è certo una novità per
Thomson, come sostiene Valentin
ricordando che Thomson produce i
Il sistema per la produzione di news di Grass Valley
sfrutta appieno le tecnologie informatiche
chipset utilizzati dalle proprie apparecchiature (per esempio quelli per la
codifica in MPEG-2 ora e a breve quelli per MPEG-4 e Windows Media 9),
scrive il software per i propri sistemi e
ha l’offerta più vasta di dispositivi che
sfruttano tecnologie informatiche.
“Abbiamo esperti qualificati in tutto il
mondo, capaci di proporre soluzioni”,
dichiara Valentin, ricordando tra i successi di Thomson la produzione di
mezzi mobili per alta definizione, che la
vede leader assoluta con una percentuale del 90%: “La ragione del nostro
successo nell’alta definizione è legata
alla strategia di upgrade di tutti i prodotti, mixer e server in particolare.”
L’altro slogan su cui si base la strategia
Thomson è “digital affordability”. la
volontà cioè di offrire prodotti digitali
innovativi a prezzi sempre più abbordabili. L’obbiettivo è in questo caso il mercato professionale e aziendale, che
secondo le stime più recenti pesa per il
58% del totale, con il broadcast che si
ferma al 29% e il rimanente 13% è
appannaggio del settore prosumer.
Negli ultimi anni, il settore professionale è continuato a crescere in valore,
contrariamente a quello broadcast che
è rimasto praticamente al palo. C’è da
dire che il concetto di convenienza per
Thomson è differente da quello di altre
società: con la sua attuale offerta di
prodotti Grass Valley non può certo
competere nella fascia più bassa del
settore professionale, ma non è detto
che questa situazione sia destinata a
durare ancora per molto.
Qualche anticipazione
per il NAB
Cominciando con la ripresa, GrassValley proporrà un adattatore ibrido
basato su fibra per HD, che affiancherà
quelli attuali basati sui classici cavi
coassiali, per inciso considerati ancora
più vantaggiosi da numerosi broadcaster che si occupano di eventi sportivi,
poiché già presenti nella maggior
parte degli stadi. L’altra novità è lo SDI
Multi-Core Camera System per le telecamere LDK 300 e 500, un adattatore
compatto utilizzabile anche con le LDK
100 e 200 che consente di utilizzare cavi
lunghi fino a 100 metri e diversi pannelli di controllo. Per la Viper, la telecamera utilizzata anche per diverse produzioni cinematografiche, sono invece in
fase di sviluppo dispositivi di registrazione a stato solido che ne faciliteranno
l’impiego in esterni, a cominciare dall’utilizzo con una Steadycam.
Monitor n° 240 - 3/2004
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Monitor n° 240 - 3/2004
Il nuovo maestro può integrare le funzionalità di master control e generatore di logo
Nel settore dei mixer, il Nab vedrà il
debutto della versione 1 M/E del Kayak
HD, dotato di 16 ingressi e capace di
trattare segnali in formato 1080i e
720p, oltre che SDI a 525 o 625 linee. Il
mixer sarà offerto anche all’interno di
un pacchetto della serie TV Station in a
Kit lanciata all’ultimo IBC, comprendente due telecamere LDK 6000 mk II,
una matrice della serie Concerto, il
sistema di media processing Kamaleon
e un server Profile XP PVS 3000.
L’altra offerta chiavi in mano per l’alta
42 definizione di Grass Valley, ma anche
questa utilizzabile con segnali SDI, è
in breve...
Guida al multimediale in Toscana
Il Corecom (Comitato regionale per le
comunicazioni) della Toscana, in collaborazione con Aida, ha realizzato la
prima Guida alla produzione tv, video e
multimediale della Toscana. Si tratta di
una ricognizione del ricco patrimonio
economico e culturale nel settore tv,
video e multimedia che caratterizza la
regione.
Lo scopo della Guida (http://www.guidaproduzionetv.it/) è quello favorire maggiori occasioni di impiego e di sviluppo
delle potenzialità toscane e di rendere
disponibile una completa documentazione sugli operatori toscani impegnati
nel comparto della produzione cine-televisiva, comparto che acquista sempre più
importanza sia dal punto di vista della
comunicazione che da quello economi-
incentrata sul sistema modulare
Maestro che può integrare un master
control e tutte le funzionalità di un
generatore di logo. Maestro consente
di gestire fino a 8 segnali di chiave tra
interni ed esterni e mette a disposizione due canali DVE; un’altra particolarità è quella del poter gestire direttamente la sovrapposizione di titoli scorrevoli, con dati provenienti da un semplice file di testo.
Per la gestione di transizioni particolarmente complesse è possibile creare
delle macro e il funzionamento del
Maestro può essere controllato da un
co. Dopo la rilevazione e l'elaborazione
dei dati, è stata prodotta la Guida, sotto
forma di libro, di Cd-rom e di sito Internet
aggiornabile.
La Guida comprende l'indicazione delle
emittenti televisive operanti in Toscana,
dei produttori tv/video, dei service che
forniscono attrezzature per la produzione, dei centri per il montaggio e degli
studi di posa, delle aziende che forniscono accessori e consulenze, dei tecnici, dei "creativi" (registi, sceneggiatori,
direttori della fotografia, grafici ecc.), dei
conduttori, presentatori e giornalisti
televisivi e dei provider internet. Una
sezione è inoltre dedicata agli Enti ed
istituzioni che operano in questo settore.
Sono aperte le iscrizioni
a D_Cult 2004!
D_Cult, l'unico evento italiano in cui i
creativi digitali si incontrano e si aggiornano si svolge quest'anno a Milano
dal 27 al 29 maggio. Da cinque anni un
appuntamento per professionisti, ap-
pannello modulare.
L’integrazione delle funzionalità si
estende poi ai massimi livelli nel caso
delle matrici Trinix. Un modulo delle
dimensioni di un pacchetto di gomma
da masticare rende possibile i collegamenti con fibra ottica mentre grazie ai
decoder della serie ViBE è possibile la
distribuzione di video compresso in
MPEG-2 con qualità da contributo su
normali reti IP. La soluzione di inserire i
convertitori all’interno della matrice
semplifica notevolmente il cablaggio,
consentendo di risparmiare parecchio
denaro e garantendo un maggior livelli di affidabilità.
La matrici Trinix sono quindi ora in
grado di accettare qualsiasi tipo di
segnale comunemente usato in produzione e i moduli di ingresso sono anche
in grado di riconoscerlo automaticamente.
Per finire, Thomson presenterà al NAB
la funzionalità DataCine per la versione
con risoluzione 4k (4.000 pixel per linea)
dello Spirit, uno scanner per film capace di acquisire 6/8 fotogrammi al
secondo in formato RGB o YUV e di
trattare qualsiasi formato cinematografico, VistaVision compreso.
passionati, artisti e studenti, dedicato
alle tecnologie per produrre immagini,
suoni e video.
Una formula vincente che accomuna
corsi e presentazioni a seminari e workshop, dove scoprire nuove tendenze
creative e tecniche più efficaci.
Tre giornate irrinunciabili per chi si occupa di arte, fotografia, musica, grafica,
web, cinema o per chi non vede l'ora di
farlo. La manifestazione è ad accesso
gratuito. Questi gli eventi:
Explo Plaza: Lo spazio dove la tecnologia è protagonista e dove è possibile
incontrare le aziende leader nelle soluzioni digitali
Seminari: Momenti irrinunciabili con
temi di estrema attualità e occasioni per
il lancio di nuovi prodotti
Campus: 60 occasioni per incontrare i
guru e gli esperti delle aziende presenti
alla manifestazione
In programma anche Workshop a pagamento: veri e propri corsi di mezza giornata tenuti da professionisti qualificati.
Per tutti i dettagli
http://www.digitalculture.it/d_cult04
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Monitor n° 240 - 3/2004
Progresso inarrestabile
Al Nab 2004 fa il suo debutto la versione 6 di Maya, il software di animazione e modellazione della Alias, società che Sgi si appresta a cedere a un gruppo di investitori
Il team Alias che ha presentato Maya 6 alla stampa italiana: Robert Hoffman, Paolo Antonacci, Bill
Coleman e Mark Parmenter
A solo un anno di distanza dalla presentazione di Maya 5, Alias ha colto
44 tutti un po’ di sorpresa annunciando
proprio in occasione del NAB di Las
Vegas la versione 6 del suo noto programma, vincitore anche di un prestigioso Academy Award, l’Oscar per la
tecnologia. È probabile che la decisione di stringere i tempi sia in qualche
modo legata alla dichiarazione ufficiale rilasciata da SGI della trattativa che
è in corso per la cessione di Alias ad
una ancora non meglio precisata
società finanziaria: quale dimostrazione migliore delle capacità del team di
sviluppatori che la presentazione di
una nuova versione in tempi così ravvicinati?
Sul fronte commerciale poi, la situazione è più che rosea. Da quando un
paio d’anni fa la allora Alias/Wavefront
decise di ridurre drasticamente il
costo del software, le vendite hanno
registrato un “sostanziale incremento”, per dirla con le parole di Mark
Parmenter, responsabile EMEA della
divisione Entertainment di Alias, venuto a Milano per la presentazione in
anteprima alla stampa. Citando i dati
europei, Parmenter si è complimentato con Paolo Antonacci, responsabile
per l’Italia di Alias, per l’ottimo lavoro
svolto negli ultimi anni, che ha portato
l’Italia al secondo posto in Europa
come numero di licenze installate,
davanti a Francia e Germania.
Per quel che riguarda la cessione oramai prossima, a quanto dichiara
Antonacci; “ quel che è certo è che si
tratta di una società finanziaria specializzata in investimenti nel settore dell’hi-tech, disposta a investire una
somma non indifferente per garantire
il continuo sviluppo del software”.
Le caratteristiche della versione 6
sono state presentante alla stampa da
Robert Hoffman, responsabile marketing, che ha voluto sottolineare il fatto
che questa può essere definita una
customer driven release: “ogni nuova
caratteristica e funzionalità ha origine
dalle precise richieste dei nostri utilizzatori, dalle loro esigenze. La semplice
aggiunta di nuove funzioni è comunque abbastanza facile, più importante
è riuscire a garantire la stabilità di funzionamento, che è poi l’esigenza prioritaria di qualsiasi utilizzatore”.
Ma vediamo più in dettaglio quali
sono le nuove funzioni, cominciando
con il motion retargeting, la possibilità
cioè di utilizzare i dati di animazione di
un personaggio per farne muovere un
altro. Quello che accadeva in passato
era che se i due personaggi avevano
dimensioni o proporzioni diverse, il
risultato era un movimento del tutto
Con la versione 6 è ora più semplice realizzare
personaggi pelosi come questi creati con Maya da
Blue Sky per il film L’era glaciale
improbabile, mentre ora il software è
in grado di scalare automaticamente
gli spostamenti semplicemente assegnando gli stessi nomi ai diversi elementi dello scheletro, anca piuttosto
che ginocchio e così via. Questa funzione fa parte del modulo Trax, l’editor per l’animazione non lineare, la cui
architettura di base ha subito cambiamenti sostanziali, interfaccia compresa, ma conservando le caratteristiche
originarie, in modo da rendere il più
indolore possibile il passaggio alla
nuova versione. Un’altra importante
novità è costituita dalla possibilità di
applicare i deformatori di geometria
anche alle particelle, generando così
flussi vorticosi o che seguano un percorso ben preciso.
Una serie di migliorie rendono poi più
semplice la produzione di animazioni
particolarmente complesse. Con il file
referencing e la segmentazione delle
scene si possono caricare gli oggetti
in modo dinamico, soltanto se necessario, snellendo così la gestione di
scene tridimensionali di grandi dimensioni e ricche di particolari. Per gli utilizzatori di mental ray, uno dei moduli
di render più apprezzati in campo cinematografico, la novità sostanziale è
costituita dalla possibilità di controllare immediatamente il risultato che si
ottiene modificando i differenti parametri di uno shader, risparmiando così
parecchio tempo.
L’ultima funzionalità che merita una
citazione è quella che si occupa della
generazione di capelli e vestiti con
linee curve, che fa parte di Maya
Unlimited. Capelli e vestiti generati in
questo modo possono essere animati
automaticamente, semplicemente definendo la loro rigidità e gli oggetti
con cui potrebbero collidere, per
esempio la testa o le spalle di un personaggio. In questo modo, è possibile ottenere risultati molto realistici con
uno sforzo minimo.
La versione 6 di Maya sarà disponibile
dall’inizio di maggio nelle due solite
varianti, Complete e Unlimited, e per
le piattaforme Irix, Linux e Windows
(Maya Complete è anche disponibile
per Mac OS X). I prezzi saranno gli
stessi della precedente versione mentre quelli degli aggiornamenti sono
ancora da definire.
Monitor n° 240 - 3/2004
KCM
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Monitor n° 240 - 3/2004
L’alta definizione nella cassettina
Dopo aver presentato il primo camcorder capace di registrare video nel nuovo formato HDV per l’alta definizione, JVC
porterà al NAB anche un registratore
Uno dei prodotti che aveva fatto più
JVC con il camcorder, almeno negli
per il camcorder, al quale può essere
scalpore all’ultima edizione del Nab
collegato con un cavo iLink per il traStati Uniti e in Giappone, l’ha indotta
era stato il camcorder JY-HD10 della
sferimento del materiale.
a sviluppare anche un minuscolo
JVC, capace di registrare video in alta
Le specifiche del formato HDV prevevideoregistratore che farà il suo
definizione nel formato 720p, comdono anche la possibilità di registradebutto proprio in occasione del
presso in MPEG-2 con GOP composti
zione con cadenza di 25 o 50 frame,
NAB 2004.
da sei frame su cassette standard
ma Jvc non sembra intenzionata,
Il CU-VH1EX registra il video in formaminiDV. Proprio la decisione di utilizalmeno per il momento, a offrire una
to 720p/30 ed è dotato di un converzare lo stesso meccanismo per il traversione “europea” del camcorder e
titore interno capace di generare
sporto del nastro ha permesso di
del videoregistratore, che costituianche un’uscita in formato 1080i/60 o
offrire un prodotto a un prezzo molto
scono attualmente il sistema più ecoanche in definizione standard. Il moniinteressante, circa 4.000 dollari.
nomico per produrre video in alta
tor da 3,5" integrato lo rende ideale
Lo scorso mese di settembre, le spedefinizione, seppure con tutte le limiper l’impiego sul campo, grazie
cifiche di questo formato di registratazioni del caso.
anche al fatto che può essere alimenzione denominato HDV sono state
Sembra piuttosto improbabile che
tato con le stesse batterie utilizzate
ufficialmente rilasciate
questo formato possa imdal consorzio di aziende
porsi anche nel settore
promotrici, composto inibroadcast, come è accazialmente da Canon,
duto con il formato DV: il
Sharp e Sony, oltre alla
ridotto valore del bitrate
stessa JVC. Da allora,
non può certo garantire la
46 numerose altre aziende
qualità necessaria per la
hanno manifestato l’inregistrazione degli eventi
tenzione di offrire il suppiù importanti, ma per
porto per il formato HDV
parecchie applicazioni in
e in particolare quelle
campo professionale poimpegnate nella produtrebbe dimostrarsi più
zione di software per il
che adeguato, per esemmontaggio video, compio per realizzare video
presi nomi del calibro di
per convention o per la
Adobe, Avid e Pinnacle.
presentazione di prodotti
Il successo ottenuto da Il minuscolo videoregistratore JVC per video in alta definizione nel formato HDV
nei punti vendita.
Monitor n° 240 - 3/2004
in breve...
TV Digitale Terrestre:
a ottobre a SAT Expo la seconda
Conferenza Nazionale
Al Salone internazionale delle TLC di
Vicenza annunciata la presenza di quattro operatori satellitari: ci sarà anche
Intelsat, prima flotta commerciale per
telecomunicazioni del mondo.
Confermata la presenza di Eutelsat e
della controllata italiana Skylogic, di SES
Astra e di New Skies sarà ospitata nei
giorni della fiera la Seconda Conferenza
Nazionale sulla Televisione Digitale
Terrestre, realizzata in collaborazione
con la Fondazione Bordoni. Il salone,
divenuto “internazionale”, sulle TLC via
satellite, si è occupato di televisione
digitale fino dallo sviluppo della tecnologia di trasmissione numerica, presentando al pubblico il protocollo DVB ora
divenuto standard televisivo mondiale
per il broadcasting Direct-to-home via
satellite, via cavo e hertziano terrestre e
ospitando tutte le piattaforme televisive
italiane che lo hanno adottato fino a Sky
l'ultima nata.
La prossima edizione della fiera sulle
telecomunicazioni digitali, l’undicesima,
si terrà a Vicenza dal dal 30 settembre al
2 ottobre 2004. La fiera seguirà i due
filoni della TV digitale, il terrestre e continuerà anche a occuparsi di satellite, in
tutti i settori di applicazione, dalla TV
fino a Internet. Ospiterà i più forti operatori operatori satellitari del mondo: ad
Eutelsat, sponsor storico, si aggiunge la
conferma di Astra (gruppo Ses Global),
altra grande azienda ed espositore assiduo negli ultimi anni. E adesso, per la
prima volta, fa il suo ingresso la major
storica dei satelliti: è Intelsat, società
americana con sede legale alle isole
Bermuda e quartier generale a Washington DC, attiva fin dal 1964, quando
per prima progettò un sistema mondiale di comunicazioni satellitari di tipo
commerciale. Nata come consorzio
intergovernativo per impulso delle
Nazioni Unite, Intelsat Ltd. è dal 2001
un’azienda privata. Al nome di Intelsat è
legata una serie di tappe fondamentali
delle telecomunicazioni satellitari, come
il lancio in orbita di Early Bird (Intelsat I)
“firmato” dal genio di Sir Arthur Clarke
e costruito dai Comsat Laboratories: era
il 1965 e cominciava l’era della televisione in “diretta via satellite”. Una rivoluzione per la circolazione delle informazioni e delle immagini sul pianeta.
Intelsat possiede una flotta di 23 satelliti in orbita geostazionaria e un’ulteriore
capacità su altri due satelliti in gestione.
Nel terzo trimestre 2004 è programmato il lancio di un altro satellite commerciale. A SAT Expo è atteso anche il ritorno di New Skies, giovane operatore
satellitare olandese, debuttante nel
2003 alla manifestazione di Vicenza. Alla
scorsa edizione il riscontro è stato talmente positivo che la società non ha
esitato a confermare la propria presenza
nel 2004.
Per informazioni: www.satexpo.it
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Monitor n° 240 - 3/2004
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Media 100 salvata in extremis
La società israeliana Optibase ha formalizzato i dettagli dell’acquisto di Media 100, che continuerà a produrre sistemi
di montaggio non lineare come unità a sé stante
All’ultimo momento è arrivata Optibase a salvare Media 100 da quello che
sembrava un destino ineluttabile e,
vista le cifre in gioco, sembra proprio
che non abbia fatto un cattivo affare.
L’offerta che deve passare il vaglio della
corte statunitense che cura i fallimenti,
prevede un esborso da parte dell’azienda israeliana di 2,5 milioni di dollari per l’acquisto di Media 100.
“Dopo l’approvazione da parte della
Corte, Optibase intende conservare
inalterate le attività di Media 100 sotto
forma di un’unità interna in modo da
continuare lo sviluppo, la vendita e il
supporto dei prodotti Media 100,” ha
dichiarato Tom Wyler, ceo e amministratore di Optibase. “Crediamo fermamente nelle capacità del team
Media 100 e nella loro visione per i
sistemi 844/X e Media 100 HD e siamo
convinti che con la nostra solida posizione finanziaria la linea di prodotti
Media 100 potrà realizzare il suo potenziale.”
“L’accordo con Optibase da a Media
100 un forte supporto finanziario in
questa fase e ci consente di sostenere
le vendite della versione 3 di 844/X e il
lancio di media 100 HD,” ha detto
John Molinari, presidente e ceo di
Media 100. “Crediamo che grazie al
nostro quinquennale e sostanzioso
investimento tecnologico Opibase
acquisirà prodotti all’avanguardia che
le permetteranno di raggiungere una
posizione fortemente competitiva nel
mercato.”
Nella malaugurata e fortunatamente
piuttosto improbabile ipotesi che la
Corte non approvi la vendita, Media
100 si vedrebbe costretta a cessare la
sua attività e questo sarebbe veramente un peccato. Le potenzialità dell’hardware che è alla base del sistema di
montaggio non lineare 844/X (il cui
prezzo è stato sostanzialmente rivisto al
ribasso lo scorso dicembre), non sono
ancora del tutto sfruttate. L’errore fatto
da Media 100 è stato probabilmente
quello dell’aver voluto rientrare dagli
ingenti investimenti sostenuti per la
ricerca e sviluppo con un prezzo di lancio troppo elevato, almeno se confrontato con le funzionalità delle prime versioni del software e con la crescente
diffusione di soluzioni semplicemente
basate sul software. Il risultato è stato
un fatturato sensibilmente inferiore alle
aspettative e una perdita di bilancio
che è diventata in breve tempo incolmabile.
Media 100 parteciperà al NAB di Las
Vegas in uno spazio appositamente
destinato dello stand della Optibase
e presenterà Media 100 HD, il sistema di montaggio per video in definizione standard e alta basato su piattaforma Macintosh e sill’hardware
proprietario Genesis HDX. In mostra
allo stand ci sarà anche la versione 3
del sistema di editing 844/X che tra le
tante novità include un modulo per la
gestione del chroma-key completamente ridisegnato.
Monitor n° 240 - 3/2004
in breve...
Il sistema 'newsroom' di Avid
alla versione 2.0
Supporto per sistema operativo Linux
e incremento delle sue caratteristiche,
apertura e produttività
Immediata disponibilità della versione 2.0
del sistema Avid iNEWS, il sistema per
l'organizzazione delle newsroom, che fornisce ai giornalisti tutti gli strumenti
necessari per creare, organizzare e condividere notizie. Il sistema iNEWS 2.0 offre
numerose nuove caratteristiche produttive, così come il supporto al sistema operativo Linux, fornendo una vasta gamma
di piattaforme operative per gli utenti e
permettendo una più stretta integrazione
con gli ambienti di produzione Avid, e
con i sistemi di gestione delle notizie di
terze parti. "Offrire supporto per i sistemi
iNEWS su piattaforma Linux porta ad un
nuovo livello di affidabilità della gestione
già critica delle notizie," sottolinea David
Monitor n° 240 - 3/2004
Schleifer, responsabile della divisione
Broadcast e W orkgroups di Avid. "Con
questa evoluzione di iNEWS, ci siamo
focalizzati sull'aumento della scalabilità e
dell'accessibilità del sistema, così come
sul modo di personalizzare le nuove caratteristiche a misura di utente. Queste novità hanno migliorato sorprendentemente
la produttività giornalistica, rendendo A
vid iNEWS il sistema che permette ai
broadcaster di recapitare ancora più rapidamente, accuratamente e con migliore
qualità le notizie.” Le nuove caratteristiche del sistema iNEWS 2.0 includono:
Data receiver - facilitano e rendono flessibile e veloce la raccolta delle notizie, da
ogni luogo, permettendo al sistema
iNEWS di ricevere le informazione da
fonti differenti: dai tradizionali servizi di
abbonamento, alle e-mail spedite dai
reporter direttamente dal posto. Rundown Mirroring - Facilita l'accessibilità tra
le postazioni e abilita il disaster recovery,
copiando automaticamente i rundown in
posizioni diverse nell' ambito dello stesso
sistema iNEWS, oppure in un altro sistema, o in un network condiviso. MOS
Drag-and-Drop to Rundown - fornisce
un'accurata e semplice integrazione con i
dispositivi di terze parti, permettendo agli
utenti di trascinare con il
mouse eventi MOS direttamente all'interno del
rundown. In aggiunta a
queste caratteristiche e
alla compatibilità con Linux, il sistema
iNEWS 2.0 offre opzioni che includono
MOS, iNEWS ControlAir device driver, o
FTP, per comunicare con le applicazioni e
i prodotti di terze parti, rendendolo quindi la soluzione newsroom più compatibile
e aperta ai sistemi di terze parti. TI sistema iNEWS 2.0 è anche nato per cooperare con la gamma di soluzioni video Avid,
come Avid NewsCutter, Media Browse, e
il sistema AirSPACE. "C'è una ragione per
la quale più di 80.000 giornalisti nel
mondo scelgono Avid iNEWS come loro
sistema di gestione delle notizie,"
aggiunge Schleifer. "Offre la flessibilità, la
potenza e la compatibilità con le terze
parti, in aggiunta ad una moltitudine di
caratteristiche per aumentare la produttività, l'accessibilità e l'accuratezza. Le newsroom, grandi e piccole, avranno ora il più
integrato sistema di gestione delle notizie
sul mercato".
Avid presenterà l'ultima versione di
iNEWS 2.0 al NAB, dal 19 al 22 Aprile a
Las Vegas.
49
My
one cent
N
ella buona tradizione di quasi trent'anni di pubblicazioni MonitoR ha
sempre cercato di presentare gli argomenti, le informazioni e gli approfondimenti più interessanti per gli operatori
di un settore che, proprio negli anni in
cui la nostra rivista nasceva, usciva da un
regime di monopolio e si apriva alle più
svariate esperienze dei volontari delle
radio e televisioni 'libere'.
Sono emerse tante professionalità, si
sono evolute le tecnologie, si sono aperti nuovi scenari, tutti argomenti e campi
d'azione seguiti dalla redazione di
MonitoR nel corso degli anni con la rivista cartacea e da alcuni anni con informazioni ancor più tempestive direttamente sul sito web, operativo da circa
dieci anni.
Nel corso dell' ultimo anno proprio sul
versante della rete sono stati concentrati i nostri sforzi editoriali maggiori. E i
risultati non si sono fatti attendere:
www.monitor-radiotv.com conta ormai
su di una platea di 1600 visitatori in
media al giorno che hanno scaricato nell'ultimo anno circa 4 milioni di pagine.
Non abbiamo tuttavia dimenticato i
nostri lettori 'cartacei'. Siamo da sempre
convinti che l'informazione, soprattutto
quella specializzata, si diffonde e si diffonderà anche in futuro attraverso quell'affascinante ed 'affidabile' mezzo che è
la carta stampata, a dispetto dei Soloni
che da alcuni anni preconizzano un
mondo fatto solo di e-book, e-magazine, e-quantaltro.
E allora al lavoro… cerchiamo di dare
anche un veste più moderna e piacevole a queste parole e foto 'pressate' sulla
cellulosa.
Da questo numero nuova veste grafica
(come avrete notato se siete arrivati fin
qui!), dai prossimi mesi una completa
ristrutturazione dei contenuti e della distribuzione per continuare a seguire il
'nostro' settore, delineato da quello che
sta scritto a lettere ben chiare sotto la
nostra vetusta testata.
Non sono promesse 'elettorali', ce la
stiamo mettendo proprio tutta…
Indice inserzionisti
ABE
Audiotek
BLT
CPE
Colby
Cosmolight
CTE International
Grisby
Gruppo TNT
KCM
Label
Panasonic
Panatronics
Pinnacle
Planet
Professional Show
Scientific Atlanta
Screen Service
Sitel
Sony
Technosystem
Telsat
Trans Audio Video
Videorigs
27
23
12
31
33
47
2
39
25
45
13
7
37
15
19
52
35
51
21
11
41-49
43
17
50
Enrico Callerio
50
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T I T O L O
S E Z I O N E
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T I T O L O
S E Z I O N E
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