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Il Dipartimento per la Funzione Pubblica quantifica in oltre
30 miliardi gli oneri amministrativi sopportati annualmente
dal sistema delle PMI
Una cifra equivalente al 2% del Pil
Sempre secondo il dipartimento, circa un terzo di questi
costi (8,9 miliardi) potrebbe essere eliminato
Si tratta di oneri “impropri” determinati da complicazioni e
inefficienze burocratiche che un programma di
semplificazione consentirebbe di evitare
Una cifra prudenziale, perché non contempla i risparmi
associabili al tema della sicurezza sul lavoro
Quantificazione degli oneri amministrativi e risparmi conseguibili
per aree di intervento
(Fonte: Dipartimento Funzione Pubblica)
Oneri amministrativi
Risparmi ottenibili
Area
mld.
% del totale
mld.
%
Lavoro e previdenza
Sicurezza sul lavoro
Edilizia
Ambiente
Fisco
Privacy
Prevenzione incendi
Appalti
Paesaggio e beni culturali
TOTALE
9,9
4,6
4,4
3,4
2,8
2,6
1,4
1,2
0,6
31,0
32,1
14,8
14,3
11,0
8,9
8,4
4,6
3,9
2,0
100,0
4,8
n.d.
0,2
1,0
0,5
0,9
0,7
0,3
0,2
8,5
48,1
n.d.
5,4
28,4
16,7
35,5
46,1
24,8
27,4
27,4
Il 60% delle PMI ritiene che l’incidenza degli oneri
amministrativi sia aumentata negli ultimi anni, soprattutto a
causa di norme più numerose e complicate
Secondo la valutazione delle PMI, le giornate uomo dedicate
ad adempimenti amministrativi sono aumentate nel corso
della crisi: da 26 nel 2008 a 30 nel 2013 (+7%), passando per
un massimo di 32 nel 2010 (+14% rispetto al valore pre-crisi)
Percentuale di imprese che ritiene aumentati gli oneri
amministrativi e peggiorata la qualità dei servizi della PA
(Fonte: Fondazione Promo PA)
80
60
59,1
40
33
20
0
Aumento dell'incidenza oneri amministrativi
Peggioramento qualità servizi
L’immagine offerta dai dati è quella di un apparato pubblico
che, in anni particolarmente critici per le PMI, ha trovato molte
difficoltà nel dar seguito agli impegni di semplificazione
Tanto che l’Italia continua a collocarsi nel fondo delle
classifiche internazionali sulla facilità di fare impresa
La classifica della Banca mondiale Doing Business, ad
esempio, indica in 269 le ore necessarie in Italia per adempiere
agli obblighi fiscali, contro le 177 della media OCSE (+52%)
La classifica del World Economic Forum pone l’Italia al 138°
posto su 140 con riferimento al peso degli oneri amministrativi
Ore annue necessarie per adempiere agli obblighi fiscali
(Fonte: World Bank, Doing Business)
300
269
250
200
177
150
100
50
0
ITALIA
Media OCSE
Posizionamento dell’Italia nella classifica
del World Economic Forum
160
140
129
138
120
100
80
60
43
40
20
0
Competitività
Tax rate
Peso oneri amministrativi
MENO BUROCRAZIA, PIÚ CRESCITA: L’IMPATTO
ECONOMICO DELLA SEMPLIFICAZIONE
Quali effetti economici si otterrebbero se si riducessero
di quasi 9 miliardi gli oneri burocratici impropri
segnalati dal Dipartimento Funzione Pubblica?
A questa domanda è possibile rispondere attraverso
apposite simulazioni condotte col modello
econometrico del CER
Le stime mostrano come sia possibile ottenere risultati
importanti in termini di aumento degli investimenti e di
accelerazione della crescita, di riduzione del tasso di
disoccupazione, di recupero della competitività
Nel dettaglio, la riduzione degli oneri burocratici
impropri avrebbe un effetto diretto immediato sui
bilanci delle imprese, all’interno dei quali si
libererebbero risorse per 9 miliardi
Queste maggiori risorse consentirebbero di aumentare
gli investimenti, fornendo un impulso positivo al saggio
di accumulazione (rapporto investimenti / Pil)
Nell’arco di un quadriennio, il saggio di accumulazione
aumenterebbe, rispetto allo scenario base disegnato
dalla Nota di aggiornamento al DEF, di 0,4 punti
Rapporto investimenti / Pil dopo la semplificazione
(componente in macchinari e attrezzature, valori a prezzi
costanti) (Fonte: modello econometrico CER)
10,0
0,5
0,4
9,5
0,3
9,0
0,3
8,5
0,2
0,2
8,0
7,5
0,4
0,1
0,0
0,0
t
t+1
Differenze (scala dx)
0,0
Scenario base
t+2
t+3
t+4
Scenario con semplificazione amministrativa
I maggiori investimenti, derivando da un miglioramento
“esogeno” dei bilanci delle imprese, avrebbero natura
interamente espansiva
Sarebbero cioè aggiuntivi e non sostitutivi di forza
lavoro
Sempre nell’arco di un quadriennio, si registrerebbe
quindi un calo della disoccupazione superiore di 0,5
punti rispetto allo scenario base
Tasso di disoccupazione dopo la semplificazione
(Fonte: modello econometrico CER)
12,5
12,0
12,2
12,2
11,9
11,8
11,5
11,0
11,3
11
10,5
10,7
10,3
10,0
9,5
10,2
9,7
9,0
t
t+1
Scenario base
t+2
t+3
Scenario con semplificazione amministrativa
t+4
Il contestuale aumento di investimenti e occupazione
innalza il potenziale di crescita
La riduzione degli oneri burocratici impropri rende
inoltre più efficiente il sistema
Ciò comporta aumenti diffusi di produttività, che
accompagnano l’aumento dei fattori di produzione
impiegati e sospingono un aumento cumulato del Pil
pari a un punto nel quadriennio
Tasso di crescita del Pil dopo la semplificazione. Valori cumulati
nel quadriennio
(Fonte: modello econometrico CER)
108
107,2
107
106
106,1
105
104
103
102
101
100
100,0
t
t+1
Scenario base
t+2
t+3
Scenario con semplificazione amministrativa
t+4
A fine periodo, il Pil sarebbe dunque maggiore di 16
miliardi rispetto allo scenario base
Dal momento che la riduzione iniziale di oneri
burocratici impropri è stata di 9 miliardi, ne risulta un
moltiplicatore molto elevato, di valore quasi pari a 2
Questo impulso particolarmente robusto si spiega col
fatto che un programma di semplificazione è capace di
innescare, in successione, tre diversi canali di
trasmissione, ognuno dei quali esercita un proprio
effetto espansivo sul Pil
1. Effetto diretto sulle scelte di investimento delle imprese
(0.4 punti di maggiore Pil)
2. Effetto indiretto sull’efficienza della PA, che dovrebbe
destinare una quota minore di personale
all’accoglimento di “pratiche burocratiche
improprie” (0.2 punti di maggiore Pil)
3. Effetto di sistema (derivato dai primi due) sulla
produttività totale dei fattori (0.4 punti di maggiore Pil)
Impulso sul Pil dei singoli canali di trasmissione attivati dalla
semplificazione. Valori cumulati nel quadriennio
(Fonte: modello econometrico CER)
1,2
1,0
1,0
0,8
0,6
0,4
0,4
0,4
0,2
0,2
0,0
Totale crescita
addizionale
di cui: maggiori
maggiore efficienza PA
investimenti imprese
aumento TFP
Il terzo effetto è particolarmente importante, perché
ha natura strutturale e non di solo impatto
La sua presenza indica la possibilità di innalzare in
via permanente la competitività dell’economia italiana
Nel lungo periodo, il programma di semplificazione
conserverebbe un valore di moltiplicatore elevato,
pari a 0,8
Ciò conferma come la semplificazione sia uno dei
canali da percorrere per consentire all’Italia di risalire
nelle classifiche internazionali di competitività