Intrigo e Amore - Recensioni teatrali

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Intrigo e Amore - Recensioni teatrali
Recensioni teatrali | Teatro.Persinsala.it
Maurizio
Maravigna
ottobre 10, 2014
Lev Dodin e gli straodinari attori del Maly Drama Teatr di San
Pietroburgo riportano sulla scena un capolavoro dello Sturm
und Drang, Intrigo e Amore di Friedrich Schiller.
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Si entra in scena da una porta bassa, posta sul fondo, che costringe Luise,
la protagonista di Intrigo e Amore di Friedrich Schiller, a chinarsi, sotto
una croce di assi di legno che le luci hanno sagomato con evidenza: Liev
Dodin e il Maly Drama Teatr di San Pietroburgo raccontano così la sua
storia come una dolorosa passione.
Intrigo e amore (Kabale und Liebe) è la tragedia più realistica di Schiller.
Composta negli anni dello Sturm und Drang, più precisamente nel 1783,
con l’ambizione di creare un Romeo and Juliet tedesco, la nuova
tragedia dell’amore contrastato sostituisce alla rivalità delle famiglie, la
differenza di ceto. La giovanissima Luise (16 anni nel testo), figlia di un
modesto borghese, violoncellista nell’orchestra di Corte, è colpevole di
essersi innamorata di Ferdinand, il figlio di un potentissimo ministro di una
corte tedesca: il presidente von Walter, che ovviamente non accetta che il
proprio figliolo si sporchi con una ragazza borghese. I progetti paterni
infatti destinano il ragazzo a sposare Lady Milford, la favorita del duca, in
modo da rafforzare i legami con la corona.
Schiller con spietato realismo non solo denuncia la corruzione delle piccole
corti tedesche, ma anche l’abiezione della piccola borghesia, servile e
affamata di denaro. La tragedia, che in Italia è conosciuta anche grazie
alla trascrizione operistica di Giuseppe Verdi, Luisa Miller, mescola
passione politica e brividi dei sensi, vive di frequenti e un po’ meccanici
colpi di scena, ma si fa forte di una carta segreta: la mantenuta si rivela
un’anima bella desiderosa di riscatto, tanto che il giovane Ferdinand
finisce per riconoscerne la dignità.
Dodin interviene con decisione sulla drammaturgia, cancella intere scene
e personaggi secondari, sfronda l’eccesso retorico della scrittura,
riportando i conflitti a una dinamica essenziale.
Lo spettacolo si presenta quindi come uno studio per attori, che non
escono quasi mai di scena, diventando essi stessi spettatori. Osservano
così le azioni in cui sono assenti e le giudicano a seconda dell’ideologia di
cui sono espressione: in questo modo ogni scena confluisce naturalmente
nella successiva e talvolta le si affianca in simultaneità. Il teatro diventa un
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laboratorio scientifico per studiare con la precisone di un entomologo i
rapporti umani. Un gelido fuoco: solo la figura retorica dell’ossimoro può
rendere esplicito quello che accade sul palco.
Decisivo il ruolo degli attori (bravi, bravissimi in grado di creare una
tensione tattile tra di loro, quasi un fluido mesmerico che si rende
tangibile): Igor Ivanov (il ministro) senza mai alzare la voce, è qualcosa di
più di un padre padrone, è l’immagine di una Legge paterna inflessibile e
ingiusta; Ksenia Rappaport (che il grande pubblico conosce come Irene, la
protagonista del film La sconosciuta di Giuseppe Tornatore) è
un’impeccabile Lady Milford, che da ironica marionetta meccanica di un
teatro di corte si scioglie nel sogno di un riscatto d’amore; intensi e
sensibili Danila Kozlovvsky (Ferdinand) ed Elizaveta Boyarskaya nel ruolo
centrale di Luise (in alcune recite la sostituisce Ekaterina Tarasova)
nonché Igor Chernevich (il segretario), Sergey Kuryshev il padre, Tatiana
Chestakova, la madre, perfetti comprimari…
Dodin si concentra in particolare sul personaggio di Ferdinand, ne
demistifica l’aura romantica e lo presenta come un personaggio incostante
(subisce più che una semplice fascinazione da Lady Milford), impulsivo e
violento: l’avvelenamento di Luise non presenta l’idealità di una morte
romantica, ma è un vero e proprio omicidio, che la cronaca odierna non
esiterebbe a chiamare un femminicidio.
Nella scenografia bellissima di Alexander Borovsky la passione di Luise si
ritualizza in uno spazio nero, inizialmente vuoto. Poi, man mano dei servi
di scena riempiono lo spazio di tavoli, che alla fine costituiscono una
grande tavolata di festa di corte, ricca di stoviglie e candelabri (un po’
sacrificata nello spazio del Teatro Grassi), ma senza commensali: forse
sono stati spazzati via dalla Rivoluzione che scoppierà da lì a sei anni…
Intrigo e amore ha vinto due Maschere d’oro, il più importante
riconoscimento del teatro russo, come miglior spettacolo e migliore
scenografia.
Lo spettacolo continua:
Piccolo Teatro Grassi
via Rovello 2, Milano
fino al 12 ottobre 2014
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Intrigo e amore
di Friedrich Schiller
adattamento e regia Lev Dodin
scene Alexander Borovsky
luci Damir Ismagilov
collaborazione artistica Valery Galendeev
musica Ludvig van Beethoven
completano la drammaturgia testi di Jean-Jacques Rousseau e Otto
von Bismarck
traduzione dal tedesco Nikolay Liubimov
con Igor Ivanov, Danila Kozlovsky, Ksenia Rappaport, Igor
Chernevich, Sergey Kuryshev, Tatiana Chestakova, Elizaveta
Boyarskaya/Ekaterina Tarasova (in alternanza)
e con Artur Kozin, Leonid Luzenko, Evgeniy Sannikov, Stanislav
Nikolkiy, Stanislav Tkachenko, Vladimir Shilling
produzione Maly Drama Teatr di San Pietroburgo
con il supporto del Ministero della Cultura della Federazione Russa
Spettacolo in russo con sovratitoli in italiano
a cura di Prescott Studio, Firenze
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