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Anno dodicesimo - Aprile 2011
Bimestrale - Stampato in proprio
Costituito a norma dell’art. 18
della Costituzione
e dell’art. 36 del C.C.
2 euro per aiutarci...
Contributo di
La Foto Storica
Via XXVI aprile a
Lugagnano
negli anni ‘70
Nella foto una rara veduta di
Via XXVI aprile a Lugagnano,
la strada principale in direzione Verona, negli anni ‘70.
2
Editoriale
Le energie rinnovabili e la tutela del territorio
E’ recente la polemica apparsa su tutti i quotidiani
locali legata alla richiesta di realizzazione di un [email protected]
co fotovoltaico di fronte alla Grande Mela. Tutta
l’area pianeggiante che sta sul lato nord, una superpresente su
ficie di 630 mila metri quadrati, sarà interessata
dall’installazione di pannelli, dei quali il 70% ricade
nel comune di Bussolengo, la restante parte nel territorio di Sona. Quasi 200 campi agricoli, coltivati a
mais o cereali verranno sottratti all’agricoltura per la produzione di energia fotovoltaica. A detta dei progettisti che hanno presentato il progetto in sala consiliare a Bussolengo, la produzione di energia nell’arco
dei 30 anni di vita sarà enorme, oltre a 1.276 milioni di Kwh, con un conseguente risparmio di energia,
ricavata dal petrolio, e ovvio minor danno alla qualità dell’aria. Fin
qui tutto bene. Soprattutto per Bussolengo che dista
una decina di chilometri. Ma Sona
si affaccia direttamente su quest’area. I residenti della collina che ora
aprono le finestre e
vedono ancora
qualche pezzo di
campagna verde,
vedranno un unico
immenso specchio
di vetro. E cosa accadrà tra 20/30 anni quando quest’immensa distesa di vetro sarà da smaltire?
Rimarrà lì come desolante rottame non
riciclabile?
Non vorremmo apparire contrari, in linea
di principio all’installazione dei pannelli.
Anzi, siamo assolutamente favorevoli. Ma i luoghi deputati all’installazione di questi impianti dovrebbero
essere ben altri.
Il nostro paesaggio è la nostra ricchezza. E’ sempre stato decantato, celebrato nel passato. Che ne sarà
delle nostre campagne, dei nostri vigneti che sopravvivono da secoli quando verranno devastati da questi
pannelli in vetro, da queste piattaforme in cemento dove vengono fissati, da queste strutture in ferro, che
poi nessuno avrà più convenienza a smaltire?
E non nascondiamoci dietro un finto ambientalismo. Qui si tratta unicamente di una grossa speculazione
commerciale, il miraggio di facili guadagni sembra abbia accalappiato agricoltori in crisi e molti imprendidi Gianfranco Dalla Valentina
L’area vicino a
San Giorgio
che sarà interessata dall’installazione
di un parco fotovoltaico.
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Territorio
Un grande parco fotovoltaico vicino alla
Grande Mela? Questione aperta
Della possibilità di costruire sul territorio di Sona un grande parco fotovoltaico, da condividere con il Comune di Bussolengo, si è iniziato a
parlare ufficialmente martedì 15
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Mela. Il 3 marzo, su convocazione
del consigliere comunale Maurizio
Moletta, maggioranza e minoranza
si sono incontrati in Municipio, in sala giunta, per ridiscutere la questio-
ne.
Dall’assemblea, come da alcune dichiarazioni del sindaco Gualtiero
Mazzi apparse sui media, è risultata
una tendenziale contrarietà del Comune a rinunciare ad un’ampia porzione del proprio terreno, oggi adibito ad uso agricolo, per la realizzazione di un impianto che avrebbe senza dubbio un forte impatto edilizio
sul contesto paesaggistico sonese.
Rimane da capire quanto effettivamente può fare Sona per opporsi a
questo progetto, che coinvolge anfebbraio, in un incontro pubblico orche il Comune di Bussolengo.
ganizzato presso la sala consiliare.
Un ulteriore segnale di arresto, che
In quella sede, ai sensi dell’art. 15
si è aggiunto al «no» ufficiale della
della legge regionale n. 10/1999, è
giunta comunale, è arrivato, in quei
stato presentato il progetto della
giorni, dal Consiglio dei Ministri, che
San Francesco Energy s.r.l per la
ha annunciato di voler rivedere (di
realizzazione del grande impianto di
fatto, limitare) gli incentivi sull’enerproduzione di energia da fonti rinnogia rinnovabile. Ora, da Roma si atvabili, che avrebbe dovuto essere
tendono nuovi sviluppi e, intanto, a
ubicato in località San FrancescoSona si continua a discuterne. FV
Festara Nuova, a nord della Grande
tori in cerca di contributi pubblici che poi gravano
sulle tasche di tutti noi. Siamo curiosi di vedere
quanti impianti verranno richiesti ora che pure lo
Stato ha ridotto i contributi e gli incentivi. La
politica oggi può prevenire la devastazione del
paesaggio, lo deve fare promuovendo l’energia
alternativa ma anche salvaguardando il territorio
ancora vergine. Non si deve cancellare la civiltà
agricola per dare spazio a fonti di energia rinnovabile. La Regione Veneto ha già messo dei paletti, bloccando le concessioni di impianti fotovoltaici a terra con potenza superiore ai 200 kw
sino al 31.12.2011 e il Ministro delle Politiche
agricole ha annunciato l’adozione di una norma finalizzata a vietare le “sterminate distese”
di pannelli fotovoltaici sui campi italiani, in particolare in zona agricola; la bozza di D.lgs. in
via di approvazione, nel prevedere un limite di
potenza installata pari ad 1 MW per gli impianti fotovoltaici a terra in aree agricole, dispone
altresì che il rapporto tra potenza nominale e
superficie del terreno non deve essere superiore a 200 kW per ogni ettaro. Ovvero, per
ciascuna azienda agricola, solo una parte potrà essere destinata alla produzione di energia
fotovoltaica, la restante parte rimane ad utilizzo agricolo. E anche il Comune di Sona deve
normare questa situazione, indicando delle
zone preposte a questo tipo di impianti.
Noi ora siamo colpiti dal parco fotovoltaico
della Grande Mela per la notevole estensione. Ma in sordina nei mesi scorsi sono passati vari impianti con potenza appena inferiore
al megawatt per evitare le forche caudiche
della Valutazione di Impatto Ambientale.
Tutti in zona agricola, togliendo vigneti doc
per far posto a questi pannelli. Così vicino al-
la Guastalla Vecchia, una delle zone più belle del
nostro comune,
quasi a ridosso del
filare di alti pioppi
cipressini che portano alla corte, diverse migliaia di
metri quadrati di
terreno agricolo sono stati violentati
dall’installazione dei
pannelli. Altrettanto
a San Giorgio direttamente visibili dal
paese, e altri ne
aspettiamo in costruzione prima dell’estate.
Dicevamo che siamo favorevoli all’energia alternativa, quindi anche al fotovoltaico. Ma che venga
promosso, incentivato, quasi obbligato sulle centinaia di edifici artigianali ed industriali delle nostre
zone, che venga proposto come copertura degli
enormi parcheggi dei centro commerciali disseminati ovunque, sopra gli edifici pubblici e anche privati. Ma la campagna che rimanga invece con la
sua naturale vocazione. Dobbiamo preservarla
per riuscir a consegnare un po’ di verde alle generazioni future, così come stabilito dall’art. 9 della
Costituzione: «La Repubblica promuove lo sviluppo
della cultura e la ricerca scientifica e tecnica» ma
al contempo «Tutela il paesaggio e il patrimonio
storico e artistico della Nazione». In questo caso ci
Due foto dell’impianto fotovoltaico a ridosso di Guastalla
sentiamo di dar ragione all’onorevole Sgarbi
quando dice che: “gli impianti fotovoltaici, sono orrori contro l'agricoltura, contro la civiltà, contro il
paesaggio, contro il territorio. Per complicità delle
Regioni e per complicità
dell'Europa. La campagna
viene stuprata: si estirpano i vigneti per realizzare
le piattaforme di cemenLa Giunta Comunale, dovendo attribuir
e un
to armato. I pannelli solanome ad una nuova via di Lugagnano,
la trari creano un'alterazione
versa di via Adige – proseguimento di
via Damasco – ha deciso di nominarla “Via
del paesaggio, anche se
Martiri
dell
e Foibe”. Ora il provvedimento è stato
vengono montate con un
inviato alla Prefettura di Verona per la nece
obiettivo positivo: produrssaria autorizzazione.
re energia pulita.”
Toponomastica
Via dedicata alle Foibe
S I C U R E Z Z A
Cinque nuove telecamere di sorveglianza
Nei prossimi mesi, nel nostro Comune, verranno installate cinque nuove telecamere di videosorveglianza: lo ha dichiarato il sindaco
Gualtiero Mazzi, in un’intervista rilasciata al
giornale L’Arena, pubblicata il 23 marzo.
L’amministrazione, d’accordo con il comandante della polizia locale Roberto Mori, ha deciso
di aumentare da venti a venticinque il numero
degli apparecchi dislocati nei punti strategici
delle diverse frazioni.
Si procederà, inoltre, ad aggiornare le telecamere già esistenti, in modo da renderle più efficienti.
Il sistema di videosorveglianza presente sul territorio funge da supporto per le operazioni di sicurezza e di polizia: oltre a restituire, infatti,
una visione panoramica delle diverse zone, offre anche la possibilità di individuare nel dettaglio il tipo e la targa dei veicoli ritenuti so-
spetti. «Le immagini», ha affermato il sindaco,
«arrivano in tempo reale sui monitor della polizia locale e vengono, ovviamente, anche registrate». L’Amministrazione guarda anche al futuro. Ci sarebbe infatti l’intenzione di creare un
collegamento, attraverso un ponte radio, fra la
stazione dei vigili e la nuova caserma dei carabinieri che verrà costruita lì vicino. Questa
decisione,
probabilmente, permetterebbe
ad entrambe
le sedi di ricevere
e monitorare simultaneamente le immagini che arrivano dagli apparecchi di videosorveglianza.
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C R O N A C A
Tra ampliamenti, podisti multati e aumento tariffa rifiuti
Due mesi di cronaca a Sona
euro, giustificata come «provento a seguito dell’approvazione della variante urbanistica finalizzata all’ampliamento di un’attività produttiva». I
[email protected]
consiglieri Antonio Troiani, eletto fra le liste di
Proponiamo, anche in questo numero, un breve
maggioranza, Giannantonio Mazzi, della lista
resoconto dei principali fatti di cronaca che hanCrescere insieme camminare insieme, e Gianluino interessato il nostro Comune negli ultimi due
gi Mazzi, del Gruppo misto, chiedono - senza otmesi. Si tratta, per lo più, di questioni aperte, che
tenere alcuna risposta precisa - ulteriori spiegasono tutt’ora oggetto di dibattito e talvolta di aczioni in merito. Non vengono rivelati né il tipo di
cese polemiche.
attività, né il nome dell’azienda. Il sindaco riferisce che la questione verrà trattata successivaAmpliamento irregolare?
mente in Consiglio con una delibera ad hoc e che
Il nostro resoconto comincia con una questione
quella «sarà l’occasione per avere nel dettaglio
un po’ delicata, di
l’esposizione del
cui si parla in realtà
progetto».
Previsto un aumento del 17%
già da qualche meNel frattempo, si
se. Nel Consiglio
diffonde la notizia
della tassa rifiuti. “Colpa della
comunale di fine
che una ditta di tracattiva gestione degli ecocentri”
novembre, in sede
sporti, ubicata a
di approvazione del
Bussolengo in via
bilancio,
Festara Vecchia, ha
l’amministrazione annuncia una previsione
presentato domanda di ampliamento di un cad’entrata di 200mila
pannone nel Comune di Sona, con cui confina, in
un’area che risulta di sua proprietà dal 2001, ma
che è attualmente considerata rurale.
L’espansione richiesta richiederebbe, dunque,
l’approvazione di una variante al piano regolatore
vigente. Di questo e di alcuni dettagli inerenti al
progetto presentato dall’azienda si discute a fine
dicembre, durante la conferenza di servizi che si
riunisce a Verona. In quella sede, Gianluigi Mazzi
e Antonio Troiani, lasciando sconcertati i presenti,
sollevano il dubbio che la ditta in questione si sia
già di fatto allargata senza permesso sul territorio
rurale di Sona confinante: le foto satellitari rivelerebbero infatti l’esistenza irregolare di un’area
recintata e asfaltata, usata come piazzale di parcheggio e movimentazione. Passano pochi giorni,
e il Gruppo misto consegna in Municipio una documentazione contenente non solo le foto menzionate durante la conferenza di servizi, ma anche la copia di una segnalazione risalente al
di Federica Valbusa
Nella foto sotto una seduta
del Consiglio
Comunale. In
basso al centro il Consigliere Giannantonio Mazzi. Nella pagina seguente il
Consigliere
Antonio Troiani.
6
2006, in cui
l’allora consigliere di minoranza Lucio Santinato evidenziava le medesime difformità. Si viene inoltre a
sapere che
nel Comune di
Sona vige un regolamento che vieta a nuove
aziende di autotrasporto di insediarsi sul territorio: questo punto viene a più riprese sottolineato
dal consigliere Troiani, assessore all’edilizia privata e all’urbanistica al momento dell’approvazione
della normativa. Si arriva così ai primi di marzo
quando, nella Sala Rossa del Palazzo Scaligero,
la commissione provinciale, accogliendo la sollecitazione del consigliere del Pd Diego Zardini,
torna a discutere della questione.
Viene interpellato il sindaco Gualtiero Mazzi, il
quale dichiara che il sopralluogo effettuato dall’ufficio edilizia privata ha confermato l’esistenza
dell’irregolarità segnalata durante la conferenza
di servizi. Aggiunge che gli uffici comunali hanno
aperto un’istruttoria, e che la ditta ha presentato le sue memorie in merito. Ora rimane da capire se può essere concessa o meno una sanatoria: «Nel primo caso, la difformità verrà sanzionata e si potrà procedere con l’iter di
ampliamento», chiarisce il primo cittadino, «nel
secondo caso, l’opera irregolare dovrà essere demolita». Ma, ad oggi, le polemiche non sono cessate. Oltre ad accusare il Comune di aver lasciato
passare anni prima di andare a verificare una segnalazione che risaliva addirittura al 2006,
l’opposizione continua a chiedere ragione di
quei 200mila euro messi a bilancio a fine novembre, che ora - con il senno di poi - sembrano poter essere ricondotti proprio a quella pratica edilizia.
Trofeo Lugagnano unito-Monte Spada: i podisti
e le multe
Domenica 6 marzo, si è svolta la 37esima edizione della tradizionale gara podistica organizzata
dal Gruppo Sportivo Marciatori di Lugagnano. Come di consueto, la partecipazione alla manifestazione è stata amplissima. Si parla di alcune migliaia di partecipanti, provenienti da tutta la provincia, frettolosi di liberarsi dell’auto per iniziare
la gara domenicale. Tutto come di consuetudine,
se non fosse che al ritorno alcuni di loro si sono
trovati a dover fare i conti con una multa, probabilmente giustificata, ma comunque inaspettata
vista la straordinarietà dell’occasione. A dire il vero, le multe compilate al momento sugli antipatici
fogliettini gialli sono meno di una decina. Appare
però lecito pensare che nelle mani della polizia
locale, pronte per essere spedite, ve ne siano
molte altre. La polemica non ha tardato ad accendersi. Qualcuno ha scritto anche alla nostra
redazione, per esprimere il proprio disappunto ri-
Degrado Urbano
Via don Fracasso a Lugagnano, la strada
più frequentata è oggi la più abbandonata
Via don Fracasso, Lugagnano.
Venne intitolata ad un parroco
della seconda metà del 1800,
maestro di scuola elementare,
che tanto fece per la comunità di
Lugagnano. Per chi non conosce
la via è quella posta sul lato destro della chiesa di Lugagnano,
che congiunge la via principale
Cao Prà con tutta la zona parrocchiale, la canonica, la scuola Materna, il parco giochi, il campo di
calcio. L’anno è il 2007: sui giornali locali
l’Amministrazione Bonometti dichiara ormai prossimi gli interventi di asfaltatura nella via Fracasso. Iniziano infatti i lavori; vengono alzati i chiusini e le caditoie di
raccolta acqua piovana di circa 3 centimetri rispetto all’asfalto e rispetto al piano stradale. Vengono fatti dei lavori
di sistemazione dell’impianto
di illuminazione intervenendo,
e sono ancora visibili, con un
taglio del manto tra i pali di illuminazione, sia sulla via fino
all’incrocio con via Kennedy,
sia nella laterale Via Montegrappa. Sta di fatto che i residenti e non, visto che ogni giorno centinaia (se non migliaia) di
persone portano i figli a scuola e
frequentano le strutture parrocchiali, aspettano con ansia la
stesura dell’asfalto. Lo aspettano per l’anno stesso, lo aspettano poi nel 2008, nel 2009, nel
2010 e ora, aprile 2011, aspettano ancora. E in questi quattro
anni? Semplicissimo, ogni volta
che piove l’acqua non viene as-
sorbita nella caditoie in quanto
sono poste ad un altezza superiore. L’unico chiusino che potrebbe assorbirla, stranamente
lasciato sullo stesso piano, è intasato da anni, non è stato pulito
e non smaltisce l’acqua. Ne conseguono pozzanghere infinite,
strada completamente coperta
di acqua (nella foto), impraticabile per i pedoni e pericolosa per
le auto che passando non vedono le buche e ba-
gnano i pedoni. Senza dimenticare le buche! Sì perché in quattro anni di attesa l’acqua ha eroso l’asfalto e le buche su questi
trecento metri di strada sono infinite. Auguriamoci che finalmente venga raccolta questa segnalazione e che vengano completati i lavori, iniziati nel 2007.
spetto a quanto avvenuto. Le contravvenzioni
contestate, secondo quanto ci hanno riferito alcuni multati, sono parcheggio in divieto di sosta e
parcheggio sul marciapiede, e le sanzioni da pagare risultano rispettivamente di 39 euro e 80
euro. Alcuni rilevano che, solitamente, nelle gare
che vengono organizzate in centro paese vige
una sorta di tacito accordo con i vigili, che «chiu-
7
L’Angolo di Marni
a
Multe durante la Monte Spad
dono un occhio» almeno
per la durata della manifestazione. C’è chi da ciò
conclude che, dove la tolleranza non è possibile, manifestazioni di questo tipo
non dovrebbero neanche
essere organizzate. Altri
dicono che, tolleranza o
non tolleranza, il parcheggio selvaggio non è mai
giustificato e che, nonostante la particolarità
dell’occasione, i vigili hanno comunque fatto il loro
lavoro. Gli organizzatori,
declinando ogni responsabilità per l’accaduto, si
giustificano dicendo che
avevano chiesto che per
quella domenica venisse
aperto il parcheggio
La Lettera
delle scuole medie Anna
Frank. Per dei motivi ancora
non chiari, però, questa richiesta non ha avuto seguito: all’arrivo dei podisti il
cancello dell’istituto era
chiuso. Il dibattito, a distanza di più di un mese, non si
è ancora placato. Il punto è
che, in 37 anni, nonostante
gli innumerevoli partecipanti
alla gara, non era mai accaduto niente del genere ed è
questo, al di là di tutto, a fare notizia. Quel che è certo,
però, è che, se l’esperienza
insegna, questo disagio non si ripeterà più e il
Trofeo Lugagnano unito-Monte Spada tornerà a
far parlare di sé solo per l’ottima organizzazione
che da quasi quarant’anni lo contraddistingue.
Lugagnano, periferia est: raccolte 148 firme
“Perché quelle multe durante la corsa podistica?”
8
Spettabile Redazione
de “Il Baco da Seta”,
sono un podista amatoriale che tutte le
domeniche partecipa alle marce non
competitive organizzate dai vari gruppi
esistenti sul territorio provinciale. Domenica 6 Marzo mi sono recato a Lugagnano per partecipare alla manifestazione podistica organizzata dal gruppo di marciatori locale.
Finita la corsa, tornato alla mia automobile, ho notato con stupore la presenza di una multa di 80,00 Euro sul
lunotto del veicolo, sanzione per aver
parcheggiato su un marciapiede. Devo
ammettere in tutta onestà, pur assumendomi la colpa per aver parcheggiato male, che tutto ciò mi lascia molto
perplesso. Avrei compreso una multa
se avessi impedito passaggio a veicoli
nei rispettivi accessi carrabili, ma in un
paese così piccolo, senza spazi di parcheggio predisposti ad hoc, “invaso” da
circa 1500 automezzi per una manifestazione che immagino anche patrocinata dall’Amministrazione Comunale,
avrei previsto un comportamento più
“morbido” e comprensivo per i partecipanti alla corsa, presi anche alla sprovvista dalla scarsa ricettività del luogo.
Nel mio colloquio con gli agenti, che
hanno educatamente risposto alle mie
domande ed hanno fatto il loro lavoro
impeccabilmente, chiesi se era previsto
multare ogni veicolo posizionato in maniera irregolare su tutta la zona, come
risposta mi dissero che avrebbero cercato di fa-
re il possibile
con tutti i veicoli parcheggiati male, ma
il "bloc notes" delle multe era terminato.
Sarebbe ingiusto e gratuito reclamare
sull’operato della Polizia Comunale, che
non so se abbia comunque multato a
“tabula rasa” la zona centrale di Lugagnano in quel giorno, invece mi domando come sia possibile autorizzare una
manifestazione che attira circa quattromila persone, senza predisporre adeguate aree di parcheggio o allertare la
Polizia locale per un atteggiamento, si
di controllo, ma di comprensione rispet-
to ad una situazione "sui generis". Immagino comunque che, se le multe fossero state fatte con zelo come al sottoscritto, avremmo una “sommossa popolare” non da poco, ho chiesto notizie all’Unione Marciatori ma finora tutto tace
e nessuno mi ha riferito se ci sono notizie in merito, probabilmente le multe
sono state meno di quel che penso, in
quel giorno c'erano almeno 300 veicoli
da sanzionare. Trovo inoltre alquanto ridicolo che il Sindaco di Sona sia salito
sul palco, cercando di sedare i malumori scaturiti immediatamente, in seguito a detta vicenda, sapendo benissimo che certe procedure amministrative sono difficilmente abrogabili, spero
di essere smentito.
Ringrazio quanti hanno voluto ascoltare
le mie lamentele, nel contempo posso
dire con sicurezza di non essere più interessato alla manifestazione podistica
nel Comune di Sona. Sarebbe inoltre
doveroso che chi ha sbagliato, come
del resto anche il sottoscritto ammette
la propria inadempienza stradale, chiedesse scusa per scarsa organizzazione
e mancanza di sinergia tra Comune ed
associazioni sportive.
Cordiali Saluti.
Luca Falavigna
Il Borsino
Chi sale e chi scende
I cittadini della zona est di Lugagnano si sono
nuovamente riuniti in un libero comitato, per
chiedere all’amministrazione che vengano eseguiti specifici lavori nella loro area di residenza,
in cui a breve verrà realizzata una nuova edificazione e costruita una nuova via. Hanno raccolto
148 firme e consegnato in Comune un documento “preventivo” contenente otto precise proposte
per il miglioramento della viabilità nel tratto che
sarà interessato dalla riqualificazione urbana. Innanzitutto, viene affermato che la nuova strada,
che collegherà via Carducci con via San Francesco, dovrebbe essere a senso unico, anche se
non viene chiarito in quale direzione. Su di essa,
dovrebbe essere costruita una doppia pista ciclabile, che andrebbe a collegarsi con quella di
via Beccarie, attualmente senza sbocchi, e con il
polo scolastico, per poi proseguire in centro paese. I residenti si soffermano anche sulla questione dei parcheggi, di cui la zona risulta molto carente. Alcuni, suggeriscono, potrebbero essere ricavati da un’opportuna riduzione della carreggiata della nuova via. Altri, invece, potrebbero essere collocati nel lotto abbandonato posto sotto
l’alta tensione, all’incrocio con via San Francesco.
Infine, chiedono al Sindaco e agli Assessori di essere ascoltati in un incontro pubblico. Gianluigi
Mazzi, residente firmatario e consigliere di minoranza, assicura che aiuterà il comitato nel lavoro
di sensibilizzazione e afferma: «Questa nuova edificazione offre un’opportunità importante alla
viabilità di Lugagnano, oggi troppo dipendente
dalla strada principale, trafficata e sempre più
caotica».
Aumenta di quasi il 17% la tariffa della raccolta
rifiuti a carico delle famiglie
Per i cittadini del Comune di Sona la tassa sui rifiuti aumenterà ancora. Questo è quanto è emerso durante il consiglio comunale di giovedì 31
marzo, quando è stato approvato il preventivo di
spesa per l’anno 2011. L’incremento rispetto all’anno scorso sarà di quasi il 17%, almeno stando alle previsioni dell’Amministrazione. Il dato ha
suscitato parecchie polemiche fra i consiglieri
della minoranza, che hanno cercato di capire i
motivi del rincaro. Secondo Gianluigi Mazzi del
Gruppo misto, in quattro anni la tariffa a carico
delle famiglie sarebbe aumentata del 57 per cen-
In salita le quotazioni dei
cinque parroci di Sona
(nella foto) che con un importante lavoro sul territorio
sanno sempre più dare risposte forti ai nuovi problemi sociali di giovani e famiglie.
In salita le celebrazioni del
Comune per i 150 anni
dell’Unità d’Italia. Ben organizzate e ben gestite
hanno saputo veramente
coinvolgere tutte le quattro
frazioni.
In salita
l’ex Sindaco Flavio Bonometti
(nella foto) sempre più accreditato come
possibile nuovo Assessore
esterno nella Giunta del
Sindaco Gualtiero Mazzi.
In salita il Consigliere Comunale Alberto Giovanzana. Dopo essere stato in bilico fino all’ultimo momento
tra i candidati della lista Lega Nord - PDL e quelli della
Civica L’Incontro alle elezioni del 2008, è oggi diventato un’importante pedina
del gruppo PDL: è sempre
presente nelle scelte “che
contano” del partito tra i
banchi della maggioranza,
seppur in un ruolo defilato.
Unico neo il nulla di fatto
della Commissione Pat.
In discesa le quotazioni
degli Assessori
Pinotti
(nella fo-
to) e Caliari che
nonostante un certo attivismo appaiono sempre più
isolati all’interno della
Giunta.
In discesa la tariffa rifiuti a
carico delle famiglie. In Consiglio Comunale
viene presentato
un aumento previsto attorno al
17%. E’ il quarto
aumento in quattro anni
per un incremento a carico
del cittadino del 53%.
In discesa le Associazioni
del nostro territorio: il
2011 sarà un anno che
non dimenticheranno facilmente.
Scendono nella classifica
della considerazione in
quanto sono stati tagliati i
contributi e verranno riviste
completamente le convenzioni.
Dovranno collaborare a far
cassa per il magro bilancio
del Comune.
In discesa il Circolo tennis
di Lugagnano, che dopo
anni di prezioso lavoro e ottimo servizio al territorio,
sembra non essere più nelle grazie di questa Giunta
che nella loro sede avrebbe
già progettato la realizzazione di un’osteria.
9
La piazzola ecologica di Lugagnano
Comune
Sei mesi in carrozzeria?
Giovanni Forlin
Il Consigliere de L’Incontro
nza al Sindaco per
ha proposto un’interpella
rito ad un incidente
chiedere spiegazioni in me
l Comune in dotasubito dalla Fiat Punto de
Cittadino. Il Consizione al Settore Servizi al
tra le altre cose – il
gliere chiede di sapere –
dell’auto incidentamotivo per cui per la sosta
sia spesa la cifra, lita presso la carrozzeria si
e, di € 1980. “Se il
quidata dall’assicurazion
è esatto (€ 9,60),
costo giornaliero indicato
- che l’auto è rimaciò significa – scrive Forlin
zzeria Gardini per
sta in sosta presso la Carro
mesi”.
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to. Ciò che, secondo lui, risulta assai strano è
l’improvvisa impennata delle
spese alla voce «servizi vari»,
in cui si passa dai 96 mila
euro dell’anno scorso ai
305 mila di quest’anno.
Sempre su sollecitazione di
Mazzi, inoltre, si è parlato
dell’eventualità che i sacchetti rossi in polietilene in
uso per la raccolta nel Comune risultino, ad oggi, illegali. L’amministrazione
ha garantito che verificherà. Gianmichele Bianco,
sempre del Gruppo misto,
è poi intervenuto sulla
spesa di 37 mila euro
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prevista per la pulizia dei cestini, esponendo un
calcolo su quanto, stando così le cose, verrebbe
retribuito questo servizio: 222 euro all’ora! Per il
sindaco Gualtiero Mazzi buona parte dell’aumento complessivo andrebbe imputato ad una
«cattiva gestione degli ecocentri». Il primo cittadino ha quindi chiarito che, per rimediare a ciò, nei
prossimi mesi sarà attivato un nuovo sistema di
accesso alle piazzole ecologiche, che renderà
possibile monitorare gli ingressi. Si accederà cioè
soltanto attraverso un badge non cedibile, come
già è previsto in alcuni paesi limitrofi.
L’andamento della raccolta differenziata, secondo le stime degli uffici comunali, risulta in leggero calo: si è infatti passati dal 70,76 per cento
del 2009 al 70,08 per cento del 2010. La minoranza ha suggerito di promuovere nuove iniziative
a riguardo, rilevando che «la popolazione è disponibile a differenziare di più».
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Via XXVI Aprile, 21
Lugagnano
Tel. 045514130
Macelleria Molinarelli
Via IV Novembre - Palazzolo
Tel. 0456080114
L’Arcobaleno
di Zaramella Nadia
Via Celà, 5 San Giorgio
Tel. 0457190000
Il Quadrifoglio
di Marai Maria Teresa
Via Santini, 14 – San Giorgio.
Lavanderia Fasoli
Via Pelacane, 2 - Lugagnano
Tel: 045984296
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Via 26 Aprile, 12
Lugagnano
Tel. 045514545
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di Zocca Nadia & C.
Via Mancalacqua - Lugagnano
Tel/fax 0458680991
Cartoleria
SoleLuna
Via XXVI Aprile 31- Lugagnano
Tel. 045514284
Cartoleria Quintarelli
Via Cao Prà 26
Lugagnano
Tel. 045514189
Pizzeria al taglio
“Lo Sfizio”,
Via Castello - Palazzolo (VR)
L’Edicola sas
Giornali alla Grande Mela
Via Trentino 1, Lugagnano
Edicola Lo Scarabocchio
di Bombieri Nicola
Via Bassone 46, Verona
Tel/Fax 0458510653
I S T I T U Z I O N I
Comune: approvato il Bilancio di previsione 2011
di Mario Salvetti
Il giorno 31 Marzo alle 20 e 30 si è riunito il
Consiglio Comunale per discutere del bilancio
previsionale del Comune di Sona per l'anno
2011. Il documento di bilancio è il testo fondamentale per identificare le priorità di spesa di
un'Amministrazione. La discussione vera e propria sul bilancio, a dire il vero, è iniziata poco
dopo la mezzanotte in quanto prima era necessaria l'approvazione di documenti ad esso propedeutici, quali ad esempio le spese previste
nel piano triennale delle opere
pubbliche, oppure le tariffe
per i rifiuti. Il punto topico
sulla discussione sul Bilancio è iniziata con
una brevissima relazione del Sindaco
secondo il quale
"per la riduzione
degli stanziamenti
Giovanni
del governo, il CoForlin
mune di Sona nel
2011 avrà ben 300
mila euro in meno rispetto allo scorso anno:
per questo abbiamo mantenuto le priorità su sociale e scuola". Il capo gruppo del
L'Incontro, Giovanni Forlin, lamentava la non illustrazione del bilancio anzitempo in modo da approfondire
le tematiche e studiarle, oltre al fatto
"come minoranze
non abbiamo proposto alcun emendamento sul bilancio perché tanto non ce li avreste considerati, come al
solito". Giannantonio Mazzi
commentava la non chiarezza sulle
priorità "laddove sembra che l'investimento sulla caserma dei carabinieri, che porterà via milioni di euro, poteva essere rivolto alla scuola, o
alle strade." Altro intervento di particolare rilievo è quello del consigliere del Gruppo Misto
Gianmichele Bianco che partendo da un opuscoletto di 42 pagine distribuito a tutta la maggioranza e ai cittadini presenti entrava nello
specifico di tutti i progetti del 2011. "Se dovessi sintetizzare in due parole quello che è il bilancio - afferma Bianco - direi che è stato fatto
senza condivisione e senza capire come evolverà il comune". Intervento da sottolineare è
quello di Marco Aldrighetti, de L’Incontro che
lamentava "come fosse ingiusto parlare delle
I Commenti
“Un bilancio del tutto negativo”
“No, positiva l’azione del Sindaco”
Sul Bilancio di previsione 2011
abbiamo chiesto un commento al
Capogruppo in Consiglio della
Lista Civica L’Incontro Giovanni
Forlini, che sostiene come “negli ultimi anni purtroppo la
discussione sul bilancio
è diventata a Sona un
mero fatto di ragioneria contabile. Inoltre,
mentre nelle passate Amministrazioni il
bilancio di previsione, prima di essere
discusso in Consiglio
Comunale, veniva presentato pubblicamente per dar
modo ai cittadini di presentare
osservazioni e proposte, con
l’attuale Giunta e anche
con la precedente dell’ex Sindaco Bonometti, si è perso questa
abitudine e il bilanRenato
cio ormai è solo
Farina
una mera elencazione di numeri e cifre. Passando all’esame del bilancio il
primo aspetto da evidenziare riguarda il pesante taglio dei trasferimenti statali. Nel 2011 il Comune di Sona
avrà una riduzione del contributo
ordinario dello Stato rispetto al
2010 di circa € 304.000 e nel
2012 la riduzione sarà di circa €
515.000 rispetto al 2010. Sempre nel 2011 ci sarà una diminuzione delle entrate di circa €
100.000 per mancato introito
I.C.I. Nel 2011 il Comune di Sona
avrà quindi un taglio secco di risorse di circa € 405.000 che andrà ad incidere sulla spesa corrente, ciò significa un calo del
4%. Anche il piano triennale delle
opere pubbliche risente della
scarsità di risorse e della mancanza di programmazione: gli interventi più importanti continuano a essere posticipati e non se
ne vede mai l’inizio. L’unica cosa
certa è che il costo della Caserma dei Carabinieri è passato da
€ 1.850.000 ad € 2.300.000 e
quello della Scuola Materna di
Lugagnano da € 2.680.000 ad €
3.116.000. Dopo tre anni di Amministrazione leghista il bilancio è
del tutto negativo”.
Di altro segno il parere del Consigliere del Gruppo Misto Renato
Farina: “esprimo valutazioni complessivamente favorevoli allo
schema di bilancio con alcune
osservazioni come la necessità di
potenziare il collegamento con il
volontariato, le associazioni di categoria e le parti sociali in genere
ma anche rilevando alcune positività e la più importante è la forte
riduzione del debito relativo ai finanziamenti pregressi che il Comune aveva ottenuto per finanziare opere nel nostro comune,
applicando l'avanzo di amministrazione presunto del 2010. Personalmente penso che lasciare
meno debiti a chi amministrerà il
Comune dopo di noi sia una azione molto positiva che il Sindaco
ha messo in campo. In Consiglio
Comunale mi sono astenuto perché il bilancio contiene alcuni
elementi di buon livello e qualche
ombra come il mancato coinvolgimento ma, come ho espresso
nella mia relazione, il Sindaco ha
un anno di tempo per approfondire le osservazioni emerse”.
11
idee del bilancio, come il sociale o la scuola,
nei dieci minuti messi a disposizione per cia-
L’Analisi
scuno". A tarda notte il bilancio è stato approvato con i soli voti della maggioranza.
Il miglior bilancio possibile? Senza analisi nè priorità
Ho letto
con molta
attenzione
[email protected]
tutti i dopresente su
cumenti di
bilancio, e
sono veramente tanti. Ognuno con le proprie caratteristiche: da apparentemente astruse tabelle piene di cifre in entrata ed uscita, a relazioni in italiano comprensibile. Ho preparato un
opuscoletto di 42 pagine consegnato proprio al momento in
cui toccava a me parlare dei documenti di bilancio in consiglio comunale. Cosa e come considero il bilancio 2011 del
comune di Sona? Alcuni Assessori hanno detto che è il miglior bilancio possibile in queste situazioni di crisi; io replico dicendo che in
queste situazioni di crisi
non siamo stati coinvolti
nella redazione del bilancio. Quindi stabilire
che è il migliore è per lo
meno fuori luogo. Ecco i
punti dolenti del bilancio
2011 con le mie e nostre
osservazioni e priorità, come gruppo misto in minoranza.
Primo punto: il bilancio
non è stato presentato come pretende la legge e il
regolamento di contabilità del Comune. Malloppi di pagine di
carte e milioni di bit in CD sono stati solo consegnati ai consiglieri, auspicando forse che ciascuno comprenda, senza
essere guidato, cosa c'era nella testa della Giunta e dell'Amministrazione. Non è solo questione di bon-ton dire perché
certe cifre sono lì e non là; oppure enunciare le priorità di
spesa e relazionare sul perché sono quelle e non altre. Il
bon-ton c'entra, ma la legge è legge. Secondo punto: nessuna condivisione nell'approntare le ipotesi contenute nel bilancio. E quando dico nessuna, intendo zero. Si ricordi che la
maggioranza fa e decide, quindi chiedere sarebbe stato un
atto almeno di cortesia, visto che comunque poi la maggioranza poteva disinteressarsi delle nostre idee, con legittimità
e senza che io m'offenda. Ma questa mancata condivisione
è indice di mancata volontà di ascolto: caratteristica di cui
questa Amministrazione soffre chiaramente, a parte rarissimi casi. Do merito agli assessori Caliari, Appolloni e Rossi
per alcune poche delibere in tre anni condivise. Do merito al
vice sindaco Di Stefano per aver condiviso con noi alcuni
aspetti della farmacia e della cultura. Ma sulla predisposizione al bilancio, sulle priorità da seguire, sulle indicazioni di
spesa, sui progetti futuri, nulla da parte di nessuno. Ultimamente poi l'amministrazione ha azzerato tutte le commissioni consiliari: organi di discussione libera e condivisa. Basta,
non ci sono più argomenti da discutere sulla scuola?, sulle
costruzioni?, sull'ambiente? Secondo noi sì, secondo loro no.
di Gianmichele Bianco
12
E' vero che qualche commissione non ha praticamente mai
funzionato, come quella per il PAT o quella per lo Statuto (tutte le commissioni sono presiedute da consiglieri di maggioranza che se ne prenderanno le responsabilità per non averle mai fatte funzionare?), ma le altre commissioni non erano
perdi-tempo: tutt'altro. Con queste premesse è ancora vera
l'affermazione che quel bilancio era il migliore possibile? Terzo aspetto: cosa hanno deciso e cosa si potrebbe fare di meglio? Non potrò essere esaustivo, ma toccherò solo alcuni
aspetti eclatanti.
- Sanzioni del codice della strada (multe): per il 2011 sono
previste in € 120.000. Non c'era alcuna indicazione specifica di priorità. Ho chiesto che possano essere destinati a
cambiare la segnaletica imbrattata con simboli tipo svastiche e per fare formazione rivolta ai bambini. Ho anche chiesto perché non sia previsto l'accertatore della sosta, visto lo
stato del parcheggio selvaggio sulle piste ciclabili. Il sindaco
si è preso l'impegno di verificare.
- Negli ultimi dieci anni (2001-fine 2009) la popolazione è
aumentata di 2500 unità, abbiamo 6700 nuclei familiari.
Nel 2009 vi sono stati 170 nuovi nati, 111 deceduti; in età
prescolare circa 1300 bambini; in età scolare dell'obbligo circa 1500, in età senile circa 2250 persone. E allora come se
ne tiene conto per il futuro? Nulla, ovviamente. Gli asili nido
comunali offriranno sempre 59 posti fino al 2013 compreso.
Le scuole materne ne offriranno 155, e nel 2013 205; le
scuole elementari e le scuole medie offriranno sempre rispettivamente 766 e 647 posti. Per gli anziani avremo sempre 44 posti fino al 2013 compreso. Se c'era da spendere
soldi, voi non avreste speso subito denaro per ampliare
scuole e luoghi per gli anziani? Fatti quattro conti, fino al
2013, dovrebbero insediarsi nel Comune mediamente altre
750 persone, pari a 250 famiglie, cioè circa: in età prescolare (0-6), 60 bambini; in età scolare (7-14): 65 alunni; 100
anziani. Questi dove li mettiamo? Ci pensiamo dal
2012/2013 quando sarà tardi? Curiosamente, invece, il
trend di crescita per le fognature è considerato (non quello
per la nascita di nuovi bambini, o per gli anziani, ripeto): si
aumenta la fognatura del Comune di Sona di mezzo chilometro ogni 80 famiglie circa. E meno male, non intendo vivere in un paese con liquami in giro!
- Polizia locale: dai circa 150 mila euro del 2011, si passerà
ai circa 45 del 2012, e del 2013. Questa diminuzione è consistente; non pare a tutti?
- Entrate: comuni come Milano e Firenze stanno concludendo accordi con l'agenzia delle entrate e con la guardia di finanza per cominciare a stanare l'evasione fiscale nel territorio di competenza. Qui da noi non v'è traccia di accordi. Perché? Intanto che si cerca la risposta le nostre entrate piangono, le strutture non vengono fatte e i servizi erogati sempre meno.
- Manutenzioni: ho indicato delle priorità di spesa, perché
non erano presenti. Ci sono marciapiedi dove anche i canguri inciamperebbero e strisce pedonali praticamente invisibili
agli automobilisti. Vogliamo dare una priorità? Mettiamo
apposto le cose almeno vicino alle fermate degli autobus.
C U L T U R A
“Festeggeremo la Battaglia del Bosco di Sona”
In occasione della discussione della previsione
del bilancio 2011 in Consiglio comunale giovedì 31 marzo scorso l'Assessore alla Cultura
Gaspare Di Stefano ha illustrato quali saranno
gli obiettivi e le iniziative dell’Amministrazione
nel corso del 2011 nel campo della cultura.
Nel dettagliare quanto di buono fatto dall’Amministrazione Comunale in questo settore, Di
Stefano ha evidenziato di essere, oltre che Assessore alla Cultura, anche "Assessore all'Identità Veneta e che accanto alle manifestazioni tradizionali andremo a festeggiare alcuni
avvenimenti che fanno parte delle tradizioni venete, come la battaglia del
Bosco di Sona". Si tratta della battaglia
che si sarebbe tenuta al Bosco di Sona
il 5 aprile 1799, come è stato scritto
anche sull’ultimo numero de Il Nostro
Comune, il giornaletto dell’Amministrazione Comunale. Evento storico che
quindi l’Assessore indica come una delle nuove ricorrenze che verranno celebrate nel
nostro Comune.
La Polemica Storica
Ma quale battaglia?
di Renato Salvetti
“La Battaglia di Bosco di Sona - 5 aprile
1799 - Una pagina gloriosa della nostra
storia”. Questo titolo altisonante si poteva leggere sul Notiziario del Comune
pubblicato lo scorso mese di dicembre.
Abbiamo già scritto alcune cose su
quanto di errato il Signor Nicola Cavedini, Presidente del Comitato Pasque Veronesi, scriveva in tale articolo, ma poichè
ciò che risulta scritto nero su bianco a
molti appare come reale, intendiamo aggiungere qualche ulteriore precisazione.
Non esiste nella storiografia italiana e
neppure in quella austriaca una “battaglia del Bosco di Sona” nella data indicata dal Cavedini.
Solamente nel 1848, nella I Guerra di
Indipendenza, ci fu una “battaglia del
Bosco di Sona” tra Austriaci e Piemontesi, ma quella è un’altra storia.
La battaglia indicata dal Cavedini venne
invece chiamata “dell’Adige” e fu combattuta dal 26 marzo al 5 aprile 1799.
Una prima fase si sviluppò tutta lungo la
riva destra dell’Adige, con violenti scontri soprattutto a S. Lucia- Bussolengo e
Pastrengo-Piovezzano. In questa prima
fase Sona fu solamente terra di passaggio di una colonna di truppe francesi
che, passato il Mincio il 24 marzo, si
erano stazionate nell’area di S. Giorgio.
Il 26 marzo il reparto ricevette l’ordine di
dirigersi verso Palazzolo, ove venne a
contatto con un piccolo reparto di cacciatori tirolesi che si ritirarono a Bussolengo, dopo un veloce scontro alla baionetta. Nella stessa giornata un’altra co-
lonna francese composta da
due divisioni, concentrate
nei campi di Sona, ricevette
l’ordine di conquistare S.
Massimo e S. Lucia e quindi
lasciò il territorio del nostro
Comune dirigendosi verso
Verona. La seconda fase
della “battaglia dell’Adige”,
austriaca, comprese la Riserve e le Recombattuta da fine marzo al 5 aprile, fu
trovie, erano presenti due Brigate leggechiamata “di Magnano” (frazione di Butre di Italiani per un totale di 1.586 uomitapietra) o “di Verona”, “di Villafranca”
ni al Comando di Ufficiali austriaci sul
dalla storiografia tedesca. In questa fafronte dell’Adige e due altre Brigate legse, tutta combattuta a sud di Verona,
gere per 1.550 uomini, sempre al coSona fu coinvolta solamente il 29 marmando di ufficiali austriaci di stanza in
zo, quando due battaglioni Imperiali “fuTrentino. Ci sorprende sempre leggere
rono spinti verso Sona e Sommacampadescrizioni fantasiose di fatti storici, sogna e per poco non intercettarono le
prattutto perché non ne capiamo la ratruppe francesi in ripiegamento da Parogione. Quale gloria a Sona o alla Serena”. Questo è tutto ciò che interessò il
nissima possono portare vicende non
Bosco di Sona “nelle gloriose pagine
vissute?
della sua storia” indicate
dal Cavedini.
Merita una segnalazione anche l’elenco
dei reparti Imperiali impegnati nella
Frutta e verdura di produzione propria
battaglia a dimostrazione
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che non erano
presenti reLugagnano (Verona)
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Sindaci a Sona
L ’ I N T E R V I S TA
L’ «altra» politica dell’ex Sindaco Raffaele
Tomelleri: il rispetto prima di tutto
Parte da questo numero “Sindaci a Sona”, un ciclo di
interviste con le quali il Baco andrà ad incontrare tutti
gli ex Sindaci viventi del Comune di Sona.
Una panoramica per parlare del Comune
che era e del Comune che verrà.
Uno sguardo a tutto tondo su ex
Amministratori che, in
maniera differente,
hanno segnato la storia del nostro territorio
con le Amministrazioni che hanno guidato e con le scelte che hanno preso. Ad aprire questa rassegna giornalistica è Raffaele Tomelleri. Classe 1955, è stato un personaggio di spicco della politica locale, a cui ha parteci-
pato attivamente dal 1995 al 2008 fra le fila de «Il
Maestrale», una «vera» lista civica, come lui la definisce.
Dal 1995 al 1998 è stato Assessore allo sport e alla
cultura nell’amministrazione di Franco Conti.
Nel 1998 è stato eletto Sindaco di Sona, ruolo che ha
ricoperto fino al 2003, anno della fine del suo mandato. È rimasto in Consiglio comunale fino al 2008, come
Consigliere di minoranza. Lasciata la politica attiva, è
tornato a svolgere a tempo pieno il suo lavoro di giornalista. Si occupa, infatti, della sezione sportiva del giornale L’Arena. Vive a Lugagnano, sposato, con tre figli ed
è tre volte nonno.
Sul prossimo Baco andremo ad incontrare l’ex Sindaco
Giorgio Gatto, residente a Sona.
di Federica Valbusa
[email protected]
presente su
«Non penso di essere un politico, non l’ho mai
pensato, perché la politica funziona con regole talvolta strane e talvolta assurde, che io non condivido»: questo concetto, che Raffaele Tomelleri chiarisce quasi subito, nei primi minuti della nostra
chiacchierata, darà il tono a tutta l’intervista.
C’è un «altro» modo di fare politica? Secondo l’ex
sindaco c’è stato, come ha dimostrato la sua Amministrazione, e può sempre esserci,
tanto a livello locale quanto a
livello più allargato. È la politica del confronto rispettoso
e della partecipazione ampia: «I rapporti umani vengono prima di tutto», sintetizza
Tomelleri che, a distanza di
anni, ne è ancora convinto,
nonostante molti politici di
oggi sembrino pensarla in
modo diverso da lui. Litigi
troppo accesi, toni eccessivamente alti, offese? Durante gli anni del Maestrale, da quel che si ricorda, non ce ne sono
mai stati.
«Mi gratifica incontrare le persone», afferma con
un sorriso, «e vedere che ancora mi riconoscono, o
fare quattro chiacchiere con i dipendenti comunali, con i quali è rimasto un rapporto bellissimo». Allora, però, non era solo il modo di amministrare il
Comune ad essere diverso. Diversa era anche la
comunità, che era «sicuramente più viva rispetto
ad oggi».
Partecipazione e coinvolgimento erano valori sentiti da tutti: la gente non stava a guardare il bello
e il cattivo tempo della politica, non la subiva passivamente, come forse accade oggi, ma vi prendeva parte in prima persona attraverso le esperienze
dei comitati: «Da quel punto di vista era un periodo
molto ricco», racconta l’ex sindaco, «proprio perché
il confronto era sempre aperto. C’era una grande
disponibilità al dialogo».
In quegli anni, probabilmente, eravamo tutti più
«cittadini», pensavamo di poter incidere e provavamo a farlo. Ora, invece, siamo molto più «individui»,
più chiusi nel privato che impegnati nel pubblico, e
questo appare un dato piuttosto evidente. Un’altra
parola che ritorna spesso nelle riflessioni di Tomelleri è «continuità». Il suo mandato iniziò per «continuare un percorso che si era interrotto troppo presto», e finì con la cesura netta di alcuni progetti
che l’Amministrazione successiva, quella di Bonometti, scelse di non portare avanti.
La scomparsa di Franco Conti lasciò in eredità un
programma a cui bisognava dare un seguito. Si
trattava di un «impegno»: «In quel momento era
giusto metterci la faccia», racconta.
Nei cinque anni che seguirono si dedicò a quest’esperienza «con spirito di servizio», espressione che
torna più volte durante il racconto: «È stato un pestato criticato, ma che alla luce dei fatti si è
riodo straordinario», commenta, «anche da un
rivelato importante. Rispetto alle iniziative
punto di vista umano». Alla fine del quinquennio,
precedenti del Maestrale, credo sia giusto riperò, non si ricandidò.
cordare l’asilo nido vicino alle scuole medie
Questa, per Tomelleri, fu una scelta molto pondedi Lugagnano, e l’avvio della raccolta differata, che ebbe a che fare con l’esigenza di dedirenziata».
carsi ad altre priorità, professionali e familiari.
Quello che, forse, non tutti sanno di TomelCon la nuova Amministrazione, però, molto di
leri è la sua provenienza sportiva: negli anni
quello che era
Settanta e
stato impostato
nei primi
“Il vero rammarico è che alla fine del
venne abbandoanni Otnato. Un esemtanta è
mio mandato la nuova
pio per tutti, il
stato infatAmministrazione annullò lavori già
programma di
ti una
revisione del
appaltati, come la piazza di Lugagnano” «stella»
centro storico
deldi Lugagnano,
a partire dalla
piazza della chiesa: «Quando finì il mio mandato»,
l’A.C.Lugagnano. Quando glielo facciamo
ricorda, «i lavori erano già appaltati e pronti per
notare, lui sorride modesto, e commenta: «É
iniziare. Poi, so che venne pagata una penale perstata un’esperienza bellissima, eravamo proché non venissero fatti. Ecco, questo è il mio vero
prio un bel gruppo. Mi permetto di ricordare
unico grande rammarico».
che prima di me c’era stato un altro Sindaco
Quali furono, dunque, in positivo, i contributi che
che aveva fatto lo stesso percorso: Angelo
l’Amministrazione Tomelleri diede al nostro ComuBoscaini, che aveva giocato a calcio nel Lune? «Al primo posto», risponde l’intervistato, «metgagnano negli anni Cinquanta. Se vivi lo
to le iniziative in campo culturale: gli spettacoli
sport in maniera corretta, ti insegna a creteatrali e musicali nelle ville e nelle corti cominciascere all’interno di una squadra, a capire le
rono ad essere organizzati allora. La valorizzazioesigenze di un gruppo e, quindi, di una cone del patrimonio storico e architettonico di Sona
munità. Inoltre, ti insegna che ci possono esvisse un periodo di grande splendore. Inoltre, per
sere vittorie e sconfitte, ma ti insegna anche
quattro anni, mandammo alcuni ragazzi all’estero
a combattere, a sforzarti, a provare ad oltrenelle missioni dove erano attivi missionari veronepassare quelli che ti sembrano i tuoi limiti: in
si, pagando noi le spese: la risposta era molto belun certo senso, a dare quello che non hai, a
la, sono esperienze che restano nel cuore di chi le
fare delle cose che magari non pensi di esha vissute». «Per quanto riguarda, poi, le opere»,
sere capace di fare. Lo stesso, per me, è
aggiunge, «vorrei citare: il centro storico di Palazstata la politica».
zolo, il campo sportivo di Sona, l’ampliamento dei
Ora Tomelleri guarda da spettatore quello
cimiteri di Palazzolo, Lugagnano e San Giorgio, il
che accade nel Comune, ma non disdegna
centro servizi di San Giorgio, la palestra delle
l’idea di scendere nuovamente in campo, in
scuole di Lugagnano e il senso unico sempre a
un futuro più o meno prossimo, magari anLugagnano, intervento che per qualche tempo è
che stando un po’ in disparte. Riferisce che,
Qui sopra Raffaele Tomelleri
oggi nel suo ufficio presso
L’Arena.
Nella pagina precedente Tomelleri durante una
riunione in Provincia quando
era Sindaco.
15
La mitica squadra dell’AC Lugagnano che nel 1981 vinse il campionato di Prima Categoria. Tra gli
altri si riconoscono Mister Apostoli e l’attuale Consigliere Comunale Giovanni Forlin. Di quella
squadra uno dei leader era Raffaele Tomelleri, nel tondo e il secondo in basso da destra.
di recente, un Assessore attualmente in carica gli ha
chiesto se sarebbe disponibile per una lista civica: «Io
penso che l’esperienza delle
liste civiche non sia affatto finita», afferma, «e a chi mi
chiede cosa farò da grande rispondo che se l’idea è quella di
far parte di un gruppo per costruire qualcosa di bello io ci sono, ma-
gari partecipando da dietro le quinte, ma solo a
condizione che nessuno
parli mai di politica. Negli
otto anni del Maestrale
quello che ognuno di noi
votava non ci ha mai condizionato: credo che a livello locale questo non
serva, o quanto meno
che non sia importante».
L’ex sindaco, durante la
nostra chiacchierata, ricorda anche le persone
con cui ha condiviso il
suo percorso amministrativo. Il suo pensiero,
in particolar modo, va a coloro che non ci sono
più: Angelo Boscaini, Franco Conti ed Ernesto
Toffali. Tanti ricordi, un’esperienza straordinaria,
dei compagni di viaggio indimenticabili, e un bilancio indubbiamente positivo sulle iniziative promosse e sugli interventi realizzati. Qualche errore? «Il
mio errore, forse», ci rivela, «è stato quello di aver
concepito la politica in modo eccessivamente romantico. Ma sono contento di averlo fatto, e se
tornassi indietro lo rifarei».
T E R R I T O R I O
I muri di Palazzolo
di Luigi Tacconi
[email protected]
16
Qui sopra il
tratto di muro
ricostruito in
Via Bellevie. A
destra tratto
del muro del
brolo Fiorini in
costruzione.
E’ stato costruito ex
novo ed in cemento armato il tratto di muro di
sostegno prospiciente
Via Bellevie di proprietà
dei fratelli Manzati, che
rischiava di crollare dopo
le piogge eccezionali
dell’anno scorso. Visto il
pericolo di caduta del muro sulla via pubblica il sindaco Gualtiero Mazzi aveva emesso un’ordinanza di
ripristino. E’ ora in corso di
costruzione il tratto di muro del brolo Fiorini crollato sul sentiero detto della Diana, la notte del sei
dicembre scorso e che aveva provocato la caduta
di un cipresso sulla linea elettrica da 20.000 volt.
Viene costruito in cemento armato e rivestito di
sassi morenici per accompagnare il muro esistente. A destra ed a sinistra del tratto di muro crollato
erano state fin da subito infissi dei tiranti in ac-
ciaio per ancorare al terreno i due lati di muro rimasti pericolanti. Il Comune, per scongiurare il pericolo di altri crolli aveva chiesto alla proprietaria
dott.ssa Clara Fiorini vedova Recchi, di effettuare
una perizia per verificare il tratto di muro dello
stesso brolo adiacente la Via Cav. Girelli. La perizia è stata effettuata dall’ing. Loris Binosi ed
esclude pericoli imminenti. Il brolo Fiorini è l’unico
rimasto integro a Palazzolo e comprende la villa
veneta costruita nel tardo settecento, il giardino, i
cortili, le case rurali e gli annessi rustici, il vigneto,
l’oliveto, il parco con i cipressi.
Le vie di Palazzolo erano un tempo delimitate dai
muri in sasso morenico delle corti e dei broli esistenti che recingevano le proprietà: “el brol de Racasi”, “el brol de Casèla”, “el brol de la Giulia”, “el
brol de Zardini” “el brol dei Portegoni”, “el brol del
Lussio”, “i broleti del prete” e vari broli dei Fiorini e
degli Ambrosi. Ma in gran parte i muri sono stati
abbattuti per l’allargamento delle strade e la costruzione delle case e sono rimasti solo dei piccoli
tratti.
L’Opinione
Politica locale, fra idealità e realtà
di Renato Salvetti
[email protected]
Un autorevole esponente politico locale
della Lega Nord sull’ultimo numero del
Baco da Seta (nella foto la copertina)
scriveva “per fare questo (amare maggiormente il proprio territorio n.d.r.) le
Istituzioni di prossimità (leggi Comune,
Provincia e Regione) dovrebbero avere maggiori poteri, che possono derivare solamente dall’applicazione del
federalismo.” E’ un concetto condivisibile, ma con una proposta di soluzione generica ed insufficiente.
Un Consigliere comunale di Sona
incalzato perché, pur non abitando
nel nostro Comune, era un suo autorevole rappresentante ha dichiarato in seduta pubblica che la politica non ha confini territoriali e
quindi quale era il problema?
Avrebbe dovuto dire, se era in
grado di affermarlo, che pur abitando fuori Comune aveva una
frequentazione con esso tale da
conoscere i suoi problemi e le attese dei suoi abitanti.
Un Parlamentare nazionale veronese, neofita nell’incarico, mi
confidava il disagio che provava
per dover esprimere giudizi non
da cittadino ma nella funzione,
e spesso si rifiutava di farlo, su
scelte che stavano maturando
a Verona città o nella Provincia
avendo ben chiaro il concetto
che le Amministrazioni locali
devono vivere di logica propria, con confronti e scelte che si formano sul territorio stesso.
Sono più sopra rappresentati tre convincimenti che indicano il disorientamento
nei confronti della Politica di molti cittadini impegnati nelle Istituzioni.
Dal dopoguerra e fino al 1974 anno dell’entrata in vigore della riforma fiscale
che accentrò l’acquisizione delle risorse
economiche, il Comune di Sona reperiva
i mezzi per il proprio sostentamento economico per tre-quarti con tassazione locale (76% nel 1956 e nel 1972). Dopo
quella data e per molti anni Sona ricevette quattro-quinti delle proprie necessità dallo Stato e dalla Regione (82% nell’anno 1982). I dati che sopra forniamo
indicano come il “federalismo fiscale”
in Italia ha operato per molti anni e durante quel periodo, essendo Sona area
povera (depressa per legge fino al
1968), l’unica con Sommacampagna
della cintura di Verona, soffrì molto a
causa di quel federalismo, scontando
carenza di infrastrutture e di servizi sociali. Il Legislatore dell’epoca decise di
passare dalla “fiscalità federale” a quella “centralizzata” per portare un minimo
di omogeneità nei servizi in tutte le aree
del paese. La legge sul federalismo
in corso di approvazione non è ancora
valutabile “dai cittadini della strada” come siamo noi. Ci auguriamo però che
non provochi, non più a Sona che ormai
è “ricca”, ma ad altre realtà del nostro
Paese quello che aveva creato da noi.
Noi crediamo che i problemi delle Amministrazioni locali non si risolveranno con
la “bacchetta magica” del federalismo
ed il generico rifiuto dello stato centralista. Le Amministrazioni locali soffrono
della lontananza del cittadino, non tanto
per carenze economiche, bensì per
l’esproprio che i vertici dei Partiti fanno
della loro competenza decisoria.
La mancanza di partecipazione civica è
dovuta alla politica verticistica delle
leadership “carismatiche”’, o ritenute tali, che da alcuni anni decidono per tutti
noi. Nel 1835 Alexis de Tocqueville uno
dei Padri, con Montesquieu, delle democrazie moderne descrivendo la Democrazia americana di quegli anni scriveva: “in
America non solo esistono le istituzioni
comunali, ma esiste anche uno spirito
comunale che le sostiene e vivifica.
L’abitante della Nuova Inghilterra è attaccato al suo Comune non tanto perché
vi è nato, quanto perché vede nel comune una corporazione libera e forte di cui
egli fa parte e che val la pena di
dirigere.
E’ nel Comune, nel centro
delle relazioni ordinarie delle vita che vengono a concentrarsi il desiderio di stima, il bisogno di reali interessi, il gusto del potere e
della fama; quelle passioni
che turbano tanto spesso la
società cambiano carattere
quando possono esercitarsi
così vicino al focolare domestico, quasi in seno alla famiglia”.
Affiancando queste considerazioni, vecchie di due secoli ma
quanto mai di attualità, all’analisi che il rapporto Censis
2010 fa del nostro Paese, un
cittadino responsabile può essere preso dallo sconforto.
L’analisi del Censis sulla situazione del Paese Italia fornisce il
quadro di una società piatta
che stenta a prendere coscienza
del proprio potenziale ed usando
un’immagine abusata nelle relazioni politiche italiane scrive:“di
un campo di calcio senza il rilievo
delle porte dove indirizzare la palla”. A
nostro avviso è necessario il ritorno nell’agone politico di cittadini, soprattutto
giovani, che privilegino il “bene comune”, che non siano succubi delle teorie
della cultura dominante che privilegia
l’individualismo e l’utilitarismo, senza responsabilità, che siano formati ed appassionati e che sappiano assumersi responsabilità personali e sociali. Giriamo
queste considerazioni, affinchè se ne
facciano carico, a chi è deputato in primis ad educare i nostri giovani, famiglia
e scuola e, per i credenti, anche le Parrocchie.
17
S C U O L A
Comitati Genitori e Consigli di Istituto a confronto
Inizia un percorso di approfondimento sullo stato della scuola a Sona
orno
Antonella Dal F
Elisabetta Carz
a
na
per eccellenza e formali del dibattito ma, certo,
oggi come oggi, l'azzeramento della commissione Scuola del Consiglio Comunale non permette spazi strutturati di discussione.
di Simonetta Tinazzi
Da qualche tempo un nuovo soggetto, il [email protected]
to genitori, si è mostrato in tutta la sua energia
propositiva e di dibattito, talvolta di critica e, ultimamente, anche di aggregazione festosa. In enSi sa che la scuola vive un periodo di difficoltà.
trambi i paesi, i Comitati si sono fatti conoscere
Tante sono le ragioni: dibattito sulle riforme che
sicuramente per il Piedibus, un ottimo esempio
coinvolgono la scuola, sul ruolo ed autorità deldi collaborazione tra genitori, comune, scuola.
l’insegnante, sulle difficoltà delle nuove
Ma chi sia il Comitato Genitori e come siano i
generazioni di scolari nel loro rapporto
rapporti con la scuola e con il Consiglio di Istitucon l’apprendimento. Eppure molto si
to, forse è sconosciuto ai più.
può fare per
Cominciamo con orcapire queste
dine. Mentre è chianuove dinamiConsigli di Istituto e Comitati
ro cosa sia il Consiche. Il Baco
glio di Istituto, il CoGenitori rappresentano
da Seta con
mitato dei Genitori
questo nudella scuola è chiariun’opportunità preziosa che va
mero intento nei suoi ruoli con
valorizzata al massimo
de cominciaestrema precisione
re un perda Antonella. "Il pricorso di como proposito fattomi
noscenza della scuola e dei suoi moluna volta eletta presidente del Consiglio di Istiteplici e sfaccettati aspetti. Per questo
tuto - afferma Antonella – consisteva nel fatto
ha proposto una serie d’incontri di apche non volevo essere la portavoce solo del geprofondimento ai presidenti
nitore che avrei incontrato al cancello di scuola
dei Consigli d’istituto degli
e di chi, per caso, mi avrebbe fermato per coIstituti comprensivi di Sona e
municarmi un'idea o una critica. Avevo bisogno
Lugagnano, Antonella Dal Fordi genitori che potessero supportarmi e dai quano e Massimo Boninsegna, e
le io potessi trarre le idee di discussione da porai presidenti dei Comitati dei
tare in Consiglio di Istituto. Poiché ero stata eletGenitori dei rispettivi paesi, Sita come rappresentante, desideravo svolgere il
mone Caltagirone per Sona ed
mio mandato fino in fondo, in altre parole farmi
Elisabetta Carzana per Lugaportavoce in Consiglio di Istituto delle esigenze
gnano.
e dei contributi d’idee dei genitori. Così è nata
E' di sicuro interesse per tutti
l'idea di creare il Comitato Genitori a Sona".
creare un luogo permanente di di"Per di più - inizia la sua riflessione Elisabetta battito in campo neutro, possibilassistendo alle sedute del Consiglio di Istituto
mente libero dalle interferenze
era evidente come spesso si arrivasse ad alcudella politica. Si è così
ne votazioni con l'impressione che gli otto consivoluto proporre un’opglieri rappresentanti dei genitori portassero solo
portunità di confronto
la propria idea individuale, senza verificare se
nsegna
Massimo Boni
tra figure impegnate
effettivamente il loro voto era in qualche modo
negli organi collegiali
giustificabile da una maggioranza di genitori.
della scuola, speranAnzi - prosegue Elisabetta – sarebbe necessario
do nella possibilità in
e auspicabile che i rappresentanti dei genitori in
futuro di allargare il
consiglio d’istituto partecipassero agli incontri
tavolo di discussione
del comitato genitori: così almeno potrebbero
all'assessore alla
essere consapevoli delle attese di tutti, anche
pubblica istruzione e
se mi rendo conto che c'è un problema di dispoai dirigenti degli istinibilità e di tempo. Essere madri e padri lavoratuti comprensivi. Il
tori non dà molto spazio alle mille iniziative cui
Baco da Seta non
si vorrebbe partecipare" conclude Elisabetta.
ha la pretesa di soNon è solo una questione di rappresentanza
stituirsi ai luoghi
consapevole, quella dei genitori, ma anche di
volontà di partecipare alle dinamiche della
scuola. "E', infatti, importante dare voce a scuola anche ai genitori - afferma Antonella - soprattutto in considerazione delle problematiche che
la scuola ma anche la società stanno vivendo.
In una realtà dinamica come quella del territorio
di Sona che sta vivendo un’evidente espansione
e mutazione demografica con numerose giovani
famiglie insediatesi da poco, la scuola diventa
un punto di riferimento privilegiato e un efficace
fattore di aggregazione". Prosegue Antonella: "A
ben pensarci, la scuola oltre a svolgere uno
straordinario, complesso e delicato compito
educativo, culturale e di sviluppo personale dei
nostri ragazzi, opera una determinante azione
di inserimento sociale: ed è per questo motivo
che le risorse economiche sono molto importanti affinché possa rispondere alle esigenze
peculiari del territorio in cui opera, ma ha bisogno anche dell’impegno e del contributo creativo di ogni genitore assieme a quello degli enti
preposti. La scuola è il presente oltre che il futuro di un territorio!".
Interviene Elisabetta. “L'aggregazione deve portare ad annullare le differenze percepite dai nostri piccoli. Qualche settimana fa durante un'uscita didattica in un museo di Verona, agli alunni di una classe terza della scuola Primaria del
nostro Istituto Comprensivo è stato chiesto se
conoscessero qualche bambino straniero. A
questa domanda i bambini stupiti hanno risposto negativamente nonostante nella loro classe
fossero presenti dei bambini non italiani. Crediamo che in questo caso l'integrazione sia perfettamente riuscita perché quei bimbi non hanno percepito nessuna differenza tra loro ma solo un senso di unione e cammino compiuto e da
continuare a compiere tutti insieme ai loro compagni e alle famiglie”. Il Comitato dei Genitori e
il Consiglio di Istituto hanno molte altre cose da
far conoscere. E Simone affronta direttamente
l'argomento: "Lasciando stare le questioni politiche, spesso presenti quando si parla di sociale,
di scuola, di servizi, quello che c'è bisogno di fare è che occorre mettere sul tavolo idee ed organizzazione. Avendo però bene in mente cosa
si fa per ovviare alle problematiche che si vedono. Se c'è forza contrattuale, quindi gruppo, ci
possiamo riuscire a dire la nostra e trattare con
gli altri attori sociali: scuola e Comune”.
Quale sia il giusto modo di porsi e il ruolo del
Simone
Caltagirone
Il Commento
La scuola e gli insegnanti
hanno paura dei genitori?
La scuola e gli insegnanti non
se la passano certo bene di
di Gianmichele Bianco
questi tempi: i pubblici [email protected]
denti e gli insegnanti sono definiti nullafacenti, la scuola è
senza risorse e, adesso, scuola e insegnanti sono anche in balìa di
gruppi di genitori più o meno organizzati?
Prima di arrivare al ruolo dei genitori, gli altri due punti sono essenziali. Mi sconcerta quando si parla per stereotipi, tipo "quelli sono tutti
mafiosi", "quelli sono tutti evasori" o "quegli altri sono tutti nullafacenti". In ogni caso, poi, sugli insegnanti siamo davvero fuori strada sul
"nullafacenti". Sono stato insegnante e parlare che ci si trovi innanzi
solo lo sforzo delle 18 ore di cattedra significa non aver capito proprio
nulla. Quelle 18 ore settimanali hanno bisogno all'incirca di altrettante ore per la preparazione. Si aggiungano gli sforzi di correzione degli
elaborati periodici, quali temi e altro: significa altre ore e ore settimanali (basti pensare alle classi di 25/27 alunni e moltiplicare i minuti
di correzione). E poi le periodiche riunioni di consiglio, i colloqui e molto altro. Più rispetto del ruolo degli insegnanti è dovuto .
Secondo punto. Che la scuola abbia meno risorse di quello che meriterebbe è sotto l'occhio di tutti i genitori che hanno figli a scuola: di
tanto in tanto ci si imbatte in richieste di fazzoletti o carta da scrivere
per integrare la scarsa dotazione ordinaria. Sono favorevolissimo a
queste richieste perché mi fanno "sentire" più mia quella scuola. Mi
piacerebbe ci fossero comunque quelle richieste. In ogni caso, quella
è la punta dell'iceberg della scarsità di risorse. Noi genitori non vediamo i progetti non fatti, le opportunità non considerate e che sarebbero potute essere svolte solo con risorse adeguate e presenti.
Ed ecco il nuovo ruolo dei genitori. Che tutti noi genitori attuali siamo
mediamente molto più alfabetizzati della generazione di genitori che
ci precedeva, è vero. Il nostro livello è pari o superiore a quello degli
insegnanti. Fino a pochi anni fa ciò non era vero. Come genitori siamo
convinti di poter dire la nostra. Il punto è che loro, gli insegnanti, sono
professionisti dell'educazione, e confrontarci in modo arrogante con i
professionisti di qualsiasi materia anche non scolastica (il meccanico,
ad esempio), significa non rispettare innanzitutto la persona, poi la
sua professione, soprattutto se l'impegno è quello che prima ho descritto, e particolarmente se la scuola ha scarse risorse.
Ma la scuola fa fatica, questo è vero, a considerare i genitori una risorsa: progetti comuni scuola-genitori da inserire nel POF sarebbero
possibili. Infatti, quanti genitori hanno una professionalità e una conoscenza invidiabile? Basterebbe solo sfruttarla, con chiari metodi e accordi. E i genitori si presterebbero gratis, ne sono convinto.
L'insegnante e la scuola sono in difficoltà. Se non si rendono conto
che un terzo attore, il genitore, potrebbe aiutarli, siamo nei guai. Ciascuno nel rispetto del ruolo dell'altro, però.
19
La Serata
“Dipendenze e legalità”
genitore, oltre che
della scuola, è argomento che ha meritato più di un approfondimento da parte degli invitati.
Giovedì 7 Aprile si
Quale il ruolo che il
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genitore può svoldi Simonetta Tinazzi
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L'evento ha avuto una buona cornice
e riflessioni dei
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la scuola parlasse un po'
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in mancanza di
risorse. E certo
di esempi anche eclatanti
se ne possono
portare”. "Forse perché entriamo nel "loro" mondo professionale e ci vedono come estranei - afferma Massimo -. Io ed
Antonella svolgiamo un ruolo molto critico: dobbiamo imporci un ruolo di mediazione essendo
sia presidenti del Consiglio di Istituto sia genitori, cioè sediamo a due tavoli: quello della scuola
e quello dei genitori. Mediare e far comprendere l'un l'altro le reciproche posizioni è una sfida,
ma l'unica strada possibile”.
C'è chi, come Elisabetta, intende mantenersi il
proprio ruolo di critica e proposta: “A volte sono
contenta di non essere in Consiglio di Istituto afferma - perché come Comitato Genitori siamo
meno soggetti agli intoppi e ai tempi lunghi della burocrazia e abbiamo più libertà e velocità
nell'organizzazione di eventi e manifestazioni.
Dal canto mio, però, a testimoniare il mio impegno e la mia volontà di collaborare, ho cercato
di risvegliare nei rappresentanti di classe e nei
genitori tutti quella volontà di partecipare attivamente alla vita scolastica dei figli, riuscendo a
portare tante persone anche come semplici uditori nelle sedute del nostro Consiglio d'Istituto,
così da rendersi conto di come vengono svolte e
di come e da chi vengono votate alcune delibere. Mi spiace verificare che, a volte, quando noi
genitori attraverso i nostri consiglieri portiamo
delle proposte in Consiglio sembra che siamo
spinti da un desiderio di destabilizzare piuttosto
che di migliorare e non sempre è possibile la
mediazione. Poi su molti fronti invece il dialogo
è ancora costruttivo e sereno e ci permette di
portare avanti molte iniziative anche con la collaborazione della parrocchia e della nostra Amministrazione”. “Personalmente - asserisce Simone - ho accettato l'incarico di presidente del
comitato dei genitori premettendo di adottare
una linea di collaborazione e supporto, sia nei
confronti della Scuola che dell’Amministrazione
e non di protesta o contestazione, come spesso
accade. Questa scelta, oltre ad essere stata sin
da subito condivisa dai genitori in fase costituente, ci ha premiato nel corso dei mesi, producendo ottimi risultati in termini di progetti
ideati e realizzati per la Scuola, spesso con
l’appoggio dell’Amministrazione
oltre che della
Scuola. Ma tutto
questo non basta.
Se da una parte è
evidente il gratificante sostegno ottenuto dai Genitori, che ricordiamo
essere sempre
molto numerosi
alle assemblee,
non possiamo dire altrettanto per
la Scuola che molto spesso non
“apre” alle problematiche oggetto
di dibattito, rallentando quel processo di cooperazione e collaborazione, così come interessa averlo al Comitato
Genitori. Per aiutare i lettori a comprendere meglio i motivi per cui oggi siamo una consolidata
realtà del territorio, permettetemi di citare le
premesse essenziali del nostro statuto: ‘…esso
consente e promuove la partecipazione attiva
dei genitori alla vita scolastica, opera al fine di
rafforzare la collaborazione fra le varie componenti della scuola nel rispetto dei ruoli specifici
ed intende contribuire a realizzarne la funzione
di promozione civile, culturale e sociale. Il Comitato Genitori si ispira a principi di pluralismo e
democrazia, considerando la partecipazione dei
genitori una condizione essenziale per affrontare positivamente sia i problemi interni alla scuola, sia quelli legati al rapporto scuola-società’”.
E’ facile capire quanto sia importante, per il
Comitato
Genitori, il
dialogo
con la
Scuola, Dirigenti e Insegnanti.
Emerge nel
tavolo una
riflessione:
sembra
quasi che la
scuola abbia paura
che i genitori partecipino attivamente alla
vita dei propri figli all'interno della
Scuola stessa. I genitori
sono visti come un incomodo? Mas-
simo: "Il mondo della scuola sta attraversando
un periodo di profondi cambiamenti, dettati dalle riforme del governo, che la stanno impoverendo e contemporaneamente stanno creando sfiducia in tutte le figure professionali che in essa
vi lavorano. E in questo contesto, il ruolo del genitore che pur si interessa e si presta alla collaborazione, può essere in alcuni casi mal interpretato" conclude. "Non direi così - dice Antonella -: dirigenti e insegnanti chiedono aiuto
economico ma forse potremmo far loro capire
che esistono anche altre opportunità di sostegno magari offerte gratuitamente dai genitori
sotto forma di competenze, anche se poi questi
ultimi devono a loro volta far comprendere la
bontà e sincerità delle loro intenzioni". E' un grido quello che emerge: ci sono genitori che vogliono capire più da vicino la scuola e aiutarla,
percorrendo insieme un cammino educativo che
coinvolga il bambino a 360 gradi all'interno degli Istituti Scolastici ma anche all'interno delle
famiglie con progetti e iniziative che lo aiutino a
maturare consapevolmente. Il Comitato Genitori
deve avere il ruolo di aggregazione tra i genitori
ma anche di proposizione, esposizione e comunicazione dei tanti progetti scolastici che la
scuola eroga con il POF, profilo della scuola
stessa. Queste relazioni dovrebbero essere trasparenti e serene da entrambe le parti, scuola
e genitori. Che la strada sia iniziata è vero, ma
che ve ne sia molta ancora da percorrere lo è
altrettanto. Il tavolo di incontro che abbiamo
proposto servirà anche a questo proposito, cercando di approfondire le modalità di discussione e di confronto, allargando il dibattito anche
agli altri attori fondamentali.
Nella foto in alto le scuole
elementari di
Lugagnano in
via don Minzoni.
Sotto un’immagine dello spettacolo di fine
anno 2010
delle scuole
medie di Sona
e Lugagnano a
Guastalla.
150 anni dell’Unità d’Italia a Sona,
quattro mesi di eventi
In queste pagine vari momenti delle celebrazioni tenutesi a Sona il 20 marzo.
di Federica Valbusa
[email protected]
Il Comune di Sona ha festeggiato
i 150 anni dell’unità d’Italia con
un programma ricco di iniziative
e manifestazioni, organizzate in
collaborazione con le associazioni del territorio.
Le celebrazioni sono iniziate sabato 27 novembre a Lugagnano, nell’auditorium del centro
parrocchiale di via Don Fracasso, con il concerto: «Da Custoza al Piave, l’unità d’Italia raccontata
in musica». «L’Italia ci è stata consegnata una e indivisibile», è stato ricordato nell’intervento di apertura dell’Amministrazione Comunale, «e tale
dobbiamo mantenerla al di là delle
ideologie». Sono stati poi commemorati i caduti di tutte le guerre e
coloro che hanno dato la vita per di-
fendere lo Stato; i cittadini che hanno onorato
l’Italia con il lavoro onesto; coloro che si sono spesi per aiutare i più bisognosi; le donne, che hanno
saputo conquistare ruoli sempre più prestigiosi all’interno della nostra società; i politici di tutte le
parti che con integrità e rettitudine hanno agito
per il bene comune; infine, tutti quegli italiani
senza nome e senza volto che nel secondo dopoguerra sono stati gli autori del così detto miracolo
italiano. C’è stato inoltre l’invito alla cittadinanza
ad esporre, il 17 marzo, una bandiera tricolore su
finestre e balconi, invito che è poi stato effettivamente accolto.
Sul palco sono saliti il corpo bandistico comunale, la corale Sant’Anna di Lugagnano ed il coro Il
mio paese di Sona, diretti dal maestro Fabrizio
Olioso. Attraverso le musiche e i canti sono stati
rievocati i moti patriottici nazionali ed europei, i
combattenti risorgimentali, i problemi dei primi anni dell’Italia unita. Molto apprezzata è stata
l’esecuzione delle opere di Verdi (l’Aida, il Nabucco e l’Ernani) e degli inni nazionali francese e tedesco. Tutti i brani sono stati introdotti dalla voce
di Lucio Purgato, che ha di volta in volta spiegato
il contesto storico di riferimento, richiamando fatti
ed episodi che hanno segnato l’inizio di una nazione, che prima non era considerata nient’altro che
un’«espressione geografica», secondo la celebre
frase di Metternich. Alla fine del concerto è stata
tagliata l’enorme torta a forma di Italia, con una
candelina accesa per ciascuna regione, presentata
Immagini
Tutte le foto su Facebook
Seta è possiSulla pagina facebook de Il Baco da
occasione
bile visionare tutte le foto scattate in
Unità d’Italia
dell’
i
ann
dei festeggiamenti per il 150
a Sona. Da non perdere.
ai partecipanti ad inizio serata, sulle note dell’Inno
di Mameli.
La seconda manifestazione commemorativa si è
tenuta sabato 19 febbraio nella palestra di Palazzolo. La frazione ha «rivissuto l’unità d’Italia»
con lo spettacolo musicale del coro parrocchiale,
diretto da Pietro Salvagno, e del gruppo ottoni
della banda. A rappresentare ufficialmente
l’amministrazione in questa occasione è stato il
sindaco Gualtiero Mazzi. I diversi brani sono stati
presentati da Corrado Melchiori, che ne ha tratteggiato brevemente la storia. Sono stati eseguiti:
il «Va pensiero» dal Nabucco di Verdi, l’«Addio del
volontario», la «Marcia di Radetzky», l’«Inno di Garibaldi», «La Vergine degli Angeli», «La Bandiera dei
tre colori», la «Marcia trionfale», «O’ surdato innamorato», «La leggenda del Piave». Lino Filippi, Flavia Lonardi, Mariuccia Armani e Luigi Turata si
sono alternati nella narrazione delle vicende risorgimentali. Durante la serata è stata anche ricordata una scritta, ancor oggi visibile, lasciata dalle
truppe francesi in una casa di Palazzolo, che recita: «Passaggio dell’armata francese per la guerra
di indipendenza italiana. 5 luglio 1859», firmata
da Couvrier Caliste, zappatore del 91° reggimento
di linea. È stata poi rievocata la Carica dei Carabinieri, attraverso la proiezione di un filmato realizzato a Pastrengo. L’evento si è concluso con il risotto tricolore cucinato da Giuseppe Manara,
chef degli Alpini, molto apprezzato dai presenti.
Il corpo bandistico e il coro Il mio paese hanno animato anche la manifestazione di sabato 5 marzo,
che ha avuto luogo nel teatro parrocchiale di San
Giorgio. Il concerto è stato accompagnato
dalle letture della compagnia teatrale La
Zattera di Sona. Sono inoltre state proiettate delle diapositive relative alle battaglie
risorgimentali combattute nel nostro territorio. A fine serata, i presenti sono stati
deliziati dal buffet tricolore.
Sempre San Giorgio, domenica 13 marzo,
ha ospitato l’iniziativa «Quattro passi nel
Risorgimento», la passeggiata storico-culturale promossa dal Comune di Sona, in
collaborazione con l’associazione Sona in
quattro passi. Ghiacciaia di Guastalla Nuova, Forni, Bulgarella e Guastalla Vecchia
sono state le tappe del percorso, arricchito
dal commento storico e dal contrappunto
letterario-musicale. Serata interessante
anche quella di venerdì 11 marzo, con la
proiezione del cortometraggio «Novembre-Le giornate di Trieste», diretto dal
regista Alberto Guiducci e patrocinato
dal Comune di Trieste e dalla Regione
Friuli Venezia Giulia. La manifestazione,
promossa dall’Assessorato alle politi-
1861-201
1
150 anni
dell’Unità
d’Italia,
anche a S
ona
La Curiosità
Annullo postale
Nella foto lo
speciale annullo postale dedicato al 150esimo anniversario del tricolore
presentato
presso la sede delle Poste
di Sona nella
giornata del
20 marzo scorso.
23
che giovanili in collaborazione con
il circolo Noi di Lugagnano, è stata
organizzata nella sala K3 del centro
parrocchiale di via Don Fracasso,
nell’ambito della rassegna cinematografica «Cineinsieme 2011». Per
l’amministrazione era presente il
consigliere di maggioranza Matteo Tinelli. Tema di riflessione sono stati i moti triestini del ‘53 e, in
particolar modo, la storia di quei
ragazzi che ne sono stati gli autori, da molti considerati «gli ultimi
martiri del Risorgimento», a cui il
presidente Ciampi ha riconosciuto
nel 2003 la medaglia d’oro alla
Memoria. Il filmato è stato poi
commentato da Giovanni Adami,
vicepresidente dell’associazione Ades (amici e discendenti esuli dalmati ed istriani).
Il 17 marzo, festa nazionale, è stata scoperta una
targa commemorativa sulla facciata del Municipio di piazza Roma, in memoria di «tutti quei con-
Inaugurazioni
Ecco la targa posta sul Municipio
In occasione delle
celebrazioni per i
150 anni dell’Unità
d’Italia
l’Amministrazione
Comunale ha posto sulla facciata
del Municipio di
Sona questa targa commemorativa.
24
L’intervento
del Sindaco
Gualtiero
Mazzi nel
corso della
serata di
Palazzolo
cittadini che contribuirono alla costruzione dell’unità d’Italia». Nel corso della cerimonia sono stati
ricordati i principali momenti storici che hanno
consolidato e rafforzato quell’identità nazionale
che, è stato detto,, «non può in alcun modo essere
messa in discussione». Il Consiglio comunale, riunito in sessione straordinaria, ha poi ospitato la
lezione magistrale di Giorgio Borelli – professore
ordinario di storia economica presso la facoltà di
economia dell’Università di Verona – dal titolo: «Tra
economia e politica: gli orientamenti delle classi
dirigenti italiane nello stato unitario tra 1861 e la
fine dell’800». Presenti, oltre a diverse autorità,
anche alcuni ex sindaci di Sona: Flavio Bonometti, Giorgio Gatto, Renato Salvetti.
Ad animare i festeggiamenti sono stati, ancora
una volta, i musicisti della banda di Sona che hanno voluto, anche con la musica, parlare dell’unità
d’Italia attraverso un punto di vista indubbiamente
interessante e assolutamente non scontato. Oltre
all’Inno di Mameli, sono infatti state suonate due
marce poco conosciute, ma parecchio significative:
la prima, di un compositore svizzero, ha rievocato
l’esilio dei patrioti in
Svizzera;
la seconda, di origine brasilia-
1861-201
1
150 anni
dell’Unità
d’Italia,
anche a S
ona
na, ha invece ricordato l’emigrazione degli italiani
nei decenni successivi all’unità. Le celebrazioni si
sono concluse domenica 20 marzo, in piazza della Vittoria. A fare gli onori di casa, per la manifestazione conclusiva, è stato il sindaco Gualtiero Mazzi, che, dopo aver ringraziato tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione dei festeggiamenti, ha ribadito l’importanza di guardare al federalismo come ad una forma amministrativa che non
risulta in contrasto con l’unità, ma ne rappresenta
una forma.
Come da programma, la giornata è iniziata con
l’alzabandiera presso la scuola Aleardi, da cui è
partito il corteo delle associazioni combattentistiche e d’arma. C’è stato poi l’alzabandiera presso
il monumento dei caduti, con la successiva deposizione della corona d’alloro. La manifestazione è
stata molto partecipata dalla cittadinanza, che nella seconda parte della mattinata si è riunita in
piazza Vittoria per seguire il concerto del corpo
bandistico di Sona e della fanfara dei bersaglieri di
Viadana. Molto applaudito è stato anche lo spettacolo coreografico di «Danzagiocando» di Lugagnano e di «Scuola Danza Sona», che ha visto la partecipazione entusiasta e coloratissima di moltissimi bambini e bambine del nostro Comune.
È stata inoltre inaugurata la mostra «Il nostro
150°», con i disegni dei bambini della scuole dell’infanzia e primarie locali, ed i lavori degli allievi
dei corsi di ceramica e pittura dell’Università popolare di Sona. L’esposizione si è rivelata senza
dubbio di grande impatto emotivo. I nostri cittadini
hanno mostrato, nelle loro piccole-grandi opere,
una grandissima sensibilità e un’enorme capacità
di rielaborazione storico-concettuale rispetto agli
eventi che abbiamo rievocato quest’anno.
Nella sede delle Poste è stato poi presentato lo
speciale annullo postale dedicato al 150esimo
anniversario del tricolore. La cronaca di queste
manifestazioni, indubbiamente riuscite nel loro in-
tento commemorativo, non può che
concludersi rivolgendo un plauso
a tutti coloro che
si sono spesi affinché il messaggio
racchiuso in questo anniversario
storico arrivasse a
tutti i cittadini, anche ai più piccoli,
del nostro Comune.
La Curiosità
Bandiere... nascoste?
Beppe Palmeston e Renzo Perina da Lugagnano - presenti tra il pubblico al Consiglio Comunale del 17 marzo, convocato solennemente
per festeggiare l’Anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia - hanno
notato una cosa molto particolare in Piazza Roma, e hanno provveduto a segnalarla a questa Redazione. Guardate la foto: ogni finestra
della ex Canonica era stata addobbata con tricolore penzolante. Ma
le bandiere erano tutte (indicate con la freccia bianca) stranamente
raccolte sul davanzale, invisibili, ad eccezione di tre. Noi siamo sicuri
che tutto questo sia dovuto al vento, ma il fatto che fossero tutte “nascoste” ha fatto sorridere i due amici. “Che sia opera - si sono detti di qualche leghista burlone?” Aggiungiamo che anche il giorno 20,
data finale delle celebrazioni, le bandiere erano arrotolate e nascoste:
ve ne era solo una che sventolava!
25
C U L T U R A
In vendita il libro storico del Baco
E’ in vendita in tutto il Comune il libro edito dal
Baco da Seta “Lugagnano Palazzolo S. Giorgio Sona. dal Regno Lombardo Veneto al Regno d’Italia
(1866-1901)” (nella foto la copertina) di Renato
Salvetti, Luigi Tacconi e Mario Nicoli. Il libro, quasi trecento pagine tutte a colori, presenta molte
interessanti notizie sulla vita quotidiana dei nostri concittadini che vissero nel periodo sopra
descritto ed è anche prodigo di informazioni
curiose e talvolta dolorose recuperate nell’archivio comunale. Ne elenchiamo alcune:
- i progetti originali, alcuni peraltro mai realizzati, delle poche opere pubbliche che il Comune ebbe in animo di eseguire nel periodo.
Chi fra i lettori ha qualche anno di più potrà
riconoscere il progetto delle scuole dove frequentò le elementari, a Palazzolo e Lugagnano, abbattute rispettivamente nel 1968 e
nel 1972 e S. Giorgio, ancora presente, ora
sede dell’ufficio postale.
- l’elenco delle gravi malattie che colpirono
i nostri progenitori, come il colera, che nel
1835 fece 38 morti solo a Palazzolo, nel
1861-201
1
150 anni
dell’Unità
d’Italia,
anche a S
ona
1855 ne fece almeno 95
nel Comune; è stato anche trovato un riscontro
nel 1886 con 10 morti a
Palazzolo,ed almeno altri
6 nel capoluogo e nelle frazioni.
- un resoconto dettagliato dell’arrivo delle cavallette gregarie che nel 1875 mise in ginocchio nel
Comune l’agricoltura. Di insetti ne vennero catturati 30 quintali. Il dato è stato registrato perché ogni
più modesto avvistamento doveva essere tempestivamente segnalato, pena gravi sanzioni.
- un elenco degli 11 sacerdoti nati nel nostro Comune nel periodo ed una descrizione dell’attività
degli otto Parroci che operarono sul territorio, non
solamente con attività strettamente pastorali, ma
anche avviando attività di solidarietà e di sostegno
economico.
Ringraziamo ancora il Sindaco ed il Segretario
Comunale per aver permesso la preziosa ricerca
di archivio e per aver offerto tutte le fotocopie dei
documenti d’archivio necessari per la stesura del
volume.
Il libro è reperibile al costo di copertina di € 20
presso tutti gli usuali punti di distribuzione del
Baco oppure richiedendolo direttamente alla Redazione telefonando al numero 3465014071 oppure scrivendo a [email protected].
La Foto
Ieri ed oggi
Foto 1
Foto 2
Da queste fotografie è facile capire come talvolta le “bellezze
del passato” vengono oscurate dalle “brutture del presente”.
Il monumento ai Caduti di Sona “Ara con Fontana” dell’autore Francesco Banterle venne inaugurato il 4 novembre del
1927: era allora appoggiato ad un muro e la parte evidenziata nel tondo alla foto numero 1 è quella originale.
Per far spazio e allargare la piazza fu demolito il muro e costruito negli Anni il “retro” del monumento (foto numero 2 e
3). Nelle due foto, scattate domenica 20 marzo 2011, si può
capire quanta poca attenzione, dalle diverse Amministrazioni
succedute, si sia riservato (e tuttora si riserva) a questo monumento, tra i più belli del nostro Comune, che mai come in
questa giornata, doveva essere il vero protagonista.
Hanno pensato di curarlo davanti, trascurando completamente il “lato B”…
Foto 3
ControCanto
Crescita zero, perché no?
di Edgardo Pesce
Vorrei affrontare il problema urbanistico
di Sona e provocatoriamente puntare ad
una “crescita zero” intesa come numero
di nuovi insediamenti abitativi. Il Partito
Federalista per eccellenza nel proprio
statuto cita: “...il ns. Movimento ha portato avanti idee ed azioni per
evitare la cementificazione dei nostri
luoghi e conservare invece le nostre
tradizioni e la “terra
dei nostri padri”.
Per questo il Movimento si è sempre
battuto su alcuni
principi fondamentali, tra i quali il dimensionamento dei
piani regolatori comunali (ora chiamati
P.A.T.) basati sul reale
andamento demografico della popolazione
residente: i piani comunali, non possono
più essere “lievitati”
come è accaduto in
passato, ossia basati
su previsioni decennali
di crescita demografica
al di fuori della realtà e
sovradimensionate. Quando i
princìpi sono validi, vanno
ben oltre il Partito che li sostiene. Purtroppo, anche a Sona,
abbiamo assistito negli ultimi decenni ad
un processo inesorabile di cementificazione del territorio. Questo processo ha
portato, e sta portando, notevoli problemi alla vita sociale della nostra comunità. Erroneamente e qualche volta anche
dolosamente si pensava di “fare cassa”
con gli oneri di urbanizzazione per rimpinguare le casse comunali. Niente di
più inesatto! A Sona, come in altre parti
del territorio provinciale, abbiamo assistito ad una sproporzionata espansione
del cemento a scapito dell'ambiente e
della vivibilità dei nostri centri urbani.
Quindi ripensare e riprogrammare il no-
stro Territorio con l'obiettivo “crescita zero” penso che non sia un'idea sbagliata.
La situazione nel nostro Comune è al limite del collasso: abbiamo zone industriali con capannoni vuoti, le nostre
scuole si stanno dimostrando sottodimensionate e non adatte agli attuali progetti educativi, impianti sportivi
molto spesso in sofferenza, viabilità molto critica, senza contare anche quelli che
si inventano di seminare
offerti dall'Amministrazione. Riprogrammare l'evoluzione urbanistica in base alle reali necessità dei Cittadini, e non degli speculatori immobiliari, penso sia
un'ottima azione di salvaguardia dell'ambiente sociale e reale. Interessante sarebbe inoltre pensare ad una delibera di
Consiglio
Comunale atta a rendere ancora più trasparente la gestione di
estionato di traffico
ano, sempre cong
Il centro di Lugagn
i terreni agricoli con le nuove “piante del fotovoltaico”. L'esempio è banale
ma efficace: se a casa nostra, ogni anno
aggiungiamo una nuova stanza per accogliere altre persone, dopo un po' di
tempo la casa risulterà piccola, affollata
ed invivibile. In effetti anche nel nostro
Territorio per fare spazio a nuovi insediamenti rinunciamo inevitabilmente a spazi ambientali e vitali. Ma il problema
non si ferma qui. In passato, ora forse
un po' meno, le lottizzazioni selvagge
hanno rappresentato grandi speculazioni
e fonti di guadagno... ma solo per pochi.
Infatti a guadagnarci sono stati in pochi
ed a rimetterci sono stati i Cittadini che
si sono visti depauperare l'ambiente, limitare gli spazi sociali e ridurre i servizi
questa delicata materia. Sarebbe
infatti opportuno che ogni Consigliere,
Assessore e parenti prossimi non abbia
interessi immobiliari nel
Comune e, qualora dovessero esserci,
non potrebbero essere oggetto di provvedimenti amministrativi durante il mandato (terreni che cambiano destinazione
d'uso etc.).
In sostanza, se sei un'amministratore/consigliere etc., gli interessi immobiliari tuoi e dei tuoi prossimi parenti dovranno restare necessariamente “congelati” quantomeno per la durata del
mandato amministrativo.
In questo modo si toglierebbero eventuali dubbi, a volte anche legittimi, su particolari interessi di qualcuno che occupa
ruoli pubblici.
27
I L
D I B AT T I T O
“Come uscire dalla crisi economica?”
Se ne è parlato in un convegno a Lugagnano organizzato dal PD
della piccola e media impresa) di Verona, ha ricordato come l’artigianato a Verona, molto [email protected]
so, sia soprattutto un artigianato famigliare. All’interno della maggioranza delle aziende, poche unità di dipendenti collaborano nella produzione con
Il Circolo del Partito Democratico del comune di
i famigliari titolari dell’impresa stessa. Questo tipo
Sona ha organizzato venerdì 1 aprile scorso a Ludi organizzazione del lavoro ha reso meno pesanti
gagnano una tavola rotonda sul tema Come uscii
danni della crisi in corso. Ha concluso affermanre dalla crisi e far ripartire l’economia veronese.
do
che il settore da qualche tempo sta operando
Di prestigio l’elenco dei partecipanti al dibattito.
sul contingente, non
Gianni Dal Moro-Depupotendosi permettere
tato del P.D. citando
di
investire nel futuro
statistiche europee e
“Uno dei principali problemi per
e
questa
scelta, purmondiali ha fornito un
le
piccole
aziende
veronesi
è
troppo
obbligata,
sta
quadro che dimostrava
immiserendo
il
suo
come il nostro Paese,
oggi quello del credito”
patrimonio professiosul piano dello sviluppo
nale. Damiano Berzaeconomico, fosse fercola, Presidente Colmo da dieci anni, reclamando la necessità di indiretti di Verona, ha ricordato che le 19.800
terventi strutturali. Ha continuato affermando che
aziende del settore, soprattutto nell’agro-aliper realizzare tali interventi non si dovrebbe intermentare, hanno potuto nella crisi in corso, “tevenire,
nere”soprattutto per l’export e con prodotti di
alta qualità. Ha ricordato che molto merito dei
successi di oggi deve essere assegnato alle
scuole professionali dell’agricoltura, molto attive in passato ed in buona parte ora scomparse, che fornivano a Verona, e non solo, specialisti preparati. Ai nostri giorni il settore corre dei seri rischi, le conseguenze si vedranno
nei prossimi anni, a causa delle sostanziali riduzioni di risorse decise dalla Regione alle
aree dell’innovazione e della promozione. Ha
concluso ricordando che il settore agricolo
nel veronese negli ultimi anni ha potuto operare grazie all’immissione di personale avventizio extra-comunitario. Ferdinando Albini, Vice
Presidente della Camera di Commercio di
Verona e Presidente dell’Unione Provinciale
Artigiani, ha ricordato che il contributo camerale versato dalle 100.000 aziende iscritte in
Camera di Commercio, consente alla stessa
di mettere a disposizione dei settori produttivi
veronesi 10 milioni di Euro ogni anno per ricerca e promozione, oltre a consentire molteplici altri interventi quali, per esempio, garanzie al credito alle aziende in momentanea
difficoltà finanziaria. Quale rappresentante
degli artigiani veronesi ha fornito anche un
ulteriore tassello nella discussione sul problema
nella necesdella crisi economica. Ha fatto presente come un
saria riduzione alla spesa pubblica, con tagli “orizproblema per la piccole aziende veronesi sia in
zontali” come invece, ha sostenuto, si sta facenquesto momento quello del credito: i clienti tardado. La scelta delle priorità nel finanziamento pubno a pagare, lo Stato riscuote senza ritardi, spesblico ai diversi settori dell’economia sarà determiso ancora prima che il produttore incassi l’importo
nante, al fine di garantire nuovo sviluppo al Paedel venduto. Massimo Castellani, Segretario Prose. Angiolina Mignolli, Presidente del C.N.A
vinciale CISL Verona, ha affermato che fino a po(Confederazione Nazionale dell’Artigianato e
di Renato Salvetti
Nella foto sotto il tavolo dei
relatori ed il
pubblico presente alla serata del 1
aprile.
28
co tempo fa il problema in Italia sembrava essere
quello della sicurezza sul lavoro, mentre ora è il
lavoro stesso. Ha fornito alcuni dati sulle aziende
in crisi a Verona provincia: 129 nel 2009, 140 nel
2010 e 26 già nel primo bimestre 2011, con una
perdita di 9.000 posti di lavoro negli ultimi due
anni, che si aggiungono ai 15.000 persi negli anni
precedenti. Non si è dichiarato d’accordo con chi
ritiene che l’Italia debba cercare in futuro il proprio sviluppo nei soli tre settori dell’agricoltura,
dell’artigianato e del turismo. Dovrebbe invece riprendere vigore il settore industriale, indispensabile per un’economia avanzata come la nostra. I
bassi salari pagati in Italia portano poi a conside-
rare di seconda categoria i lavori manuali. Per
queste ragioni troppi giovani si iscrivono ai licei e
si svuotano così le scuole professionali che già da
tempo non sono più in grado fornire il personale
qualificato richiesto delle aziende.
I partecipanti alla tavola rotonda hanno fornito un
interessante spaccato di informazioni sulla crisi
economica in atto e sulle ricadute sul nostro territorio. Sono anni che sul territorio non si assiste a
dibattiti qualificati su argomenti così interessanti
e complessi. La presenza di un buon numero di
cittadini ha premiato l’iniziativa.
Il Graffio
Sicurezza o salto nel buio?
chiedevo inoltre quanto di ciò che
sarebbe stato realizzato allo scopo,
avrebbe potuto incidere sulle statidi Patrizio Aldinucci
stiche dei furti in appartamento e
[email protected]
su tutta la microcriminalità in genere. Ormai, dopo due anni, questa
curiosità è stata sostituita da una
Mi tornano in mente, anche se oramai
forte
delusione che si manifesta tutte le
sono passati quasi due anni dalle scorsere
quando,
terminato il lavoro, rientro
se elezioni amministrative, le promesse
a
Lugagnano.
Venendo da fuori è ancoed i buoni propositi che i protagonisti
ra
più
evidente
dei tre schieramenti contendenti comuquanto la frazionicavano, sia inviandoci depliant espline sia praticacativi, sia con incontri pubblici organizmente priva di
zati allo scopo.
una
decente illuGià da allora l’argomento più difficile da
minazione
che
trattare, più impegnativo da affrontare
rende
alcune
strami era sembrato quello riguardante la
de
(via
Brennero
,
sicurezza del territorio; si, perché a
via
Salvo
pensarci bene i Sindaci in merito a ciò
d’acquisto, via
hanno le mani piuttosto legate in quanLeopardi) impratito la Polizia Municipale non può disporcabili dai pedoni.
re di quei poteri che sono di esclusiva
Osservando
inoltre
competenza delle forze dell’ordine che
da
via
San
Francedipendono dal Ministero dell’Interno.
sco e Beccarie le
Quindi un aspirante Sindaco che si imstrade che le intersepegna su un argomento così delicato,
cano,
sembra che le
non può non sapere che i suoi poteri in
stesse
provengano
materia sono piuttosto limitati e quindi
dal
buio
più profondo,
impegnarsi al massimo nel realizzare le
e
non
oso
immaginare
poche cose che gli sono permesse. Tutcon
quale
stato
d’animo i
to questo preambolo, per farvi capire
residenti
ci
camminino
anche solo per
che il fatto che le elezioni amministratifar
passeggiare
il
cane
o
per portare
ve fossero poi state vinte dallo schierafuori
casa
le
immondizie.
mento che sicuramente più degli altri
Ora, se le strade lasciate buie servono
aveva incentrato la propria campagna
per nascondere alla vista le numerose
elettorale sul tema sicurezza, mi aveva
buche e i marciapiedi sconnessi, oppucreato una certa curiosità su quali pore
se l’oscurità è necessaria per evitare
tessero essere i progetti in merito. Mi
che i malintenzionati riescano ad orien-
tarsi nel trovare la casa da svaligiare,
allora bisogna riconoscere che
l’Amministrazione ha raggiunto il suo
scopo. Ma la realtà è purtroppo ben diversa; anche in questo campo perdiamo il confronto con i Comuni limitrofi e
dobbiamo rassegnarci a digerire
l’operato di una Amministrazione che,
dietro il paravento delle vuote casse
comu-
e carente a
Illuminazion
Lugagnano
nali, nasconde la
poca capacità di operare mettendo in
cantiere poche e semplici realizzazioni
per la famigerata sicurezza del cittadino. Spesso infatti non servono grandi
stanziamenti ma solo quell’attenzione
necessaria nel saper dimostrare che
anche chi ci governa ha veramente a
cuore la sicurezza di chi risiede nel nostro territorio.
29
L ’ I N C O N T R O
“Famiglie a Sona, realtà complessa con tante luci e qualche
ombra”. Ne parliamo con i cinque parroci del nostro Comune
Nella foto sotto i cinque
Parroci del
Comune di
Sona: da sinistra don Bruno Zuccari
Parroco di Sona, don Angelo Bellesini
Parroco di Palazzolo, don
Antonio Sona
e don Roberto
Tortella Parroci di Lugagnano e don Giuseppe Marconi Parroco di
San Giorgio.
tella, classe 1969, nativo di Lugagnano e nella
frazione come Parroco dal 2008. Presenti pure il
Parroco di Palazzolo, don Angelo Bellesini, classe
1948
e a Palazzolo dal 2006 e don Giuseppe
di Mario Salvetti
Marconi, Parroco di San Giorgio, classe 1939, pue Gianluigi Mazzi
re lui con un trascorso a Lugagnano e a San Giorgio dal 1996. L’occasione quindi è assolutamente
preziosa, la possibilità di parlare con chi regge le
Ad accoglierci è don Bruno, che ci invita ad accosorti spirituali e, in parte rilevante, anche sociali
modarci in una delle stanze della bella canonica
del nostro territorio ci permette di affrontare il tedi Sona dove troviamo ad attenderci i suoi quattro
ma da un’angolazione del tutto privilegiata ed auconfratelli. I cinque Parroci del Comune di Sona,
torevole. Iniziamo un giro di riscontri chiedendo ai
per indicazione pastorale del Vescovo di Verona
sacerdoti di darci un
Monsignor Zenti, si troquadro generale, per
vano mensilmente per
“Avvertiamo talvolta una certa quanto assolutamente
un incontro dedicato ad
sintetico, della situazioaffrontare in maniera
fragilità affettiva da parte dei
ne sociale nelle frazioni
condivisa situazioni,
genitori. Servono valori forti e
di loro competenza, con
problemi, realtà e proappunto
un occhio di rigetti che riguardano le
perseveranza nel viverli”
guardo alle famiglie. Conostre parrocchie e le
mincia l’analisi don Giunostre comunità. Un siseppe Marconi. “A San
stema intelligente ed efGiorgio il tessuto sociale è ancora relativamente
ficace per mettere in comune idee e strategie e
sano. Siamo una realtà tradizionale, con famiglie
per confrontarsi su problematiche che spesso riche di fatto si conoscono quasi tutte e che in gran
sultano essere analoghe. Ad uno di questi incontri
parte partecipano alla vita comunitaria. Certo, tetenutosi lo scorso marzo abbiamo chiesto, e gentilniamo comunque le antenne ben alte per il primo
mente ottenuto, di essere presenti anche noi del
manifestarsi di realtà di nuovi nuclei familiari meBaco. Per mettere sul tavolo il fondamentale tema
no integrati, ad esempio le nuove famiglie di cittadella famiglia e della società che le fa da scenadini cinesi”. E a Palazzolo?, chiediamo a don Anrio, da leggere in un’ottica assolutamente locale:
gelo Bellesini. “Se parliamo di famiglie straniere,
quale la situazione che stiamo vivendo a Lugagnamolto presenti a Palazzolo, soprattutto rumeni ed
no, Palazzolo, San Giorgio e Sona?
albanesi, va detto che esiste una difficoltà oggettiA fare gli onori di casa è appunto il Parroco di Sova nell’integrarli nelle attività della parrocchia dona don Bruno Zuccari, classe 1949, nel capoluovuta alla differente religione. Sono soprattutto fago dal 2008 e con una precedente esperienza comiglie di cristiani ortodossi o mussulmani. Vivono
me Curato a Lugagnano. Sono poi presenti i due
poco la parrocchia se non per eventi occasionali
Parroci di Lugagnano, don Antonio Sona, classe
come quando vengono concesse le sale per, ad
1964, a Lugagnano dal 2007 e don Roberto Tor-
esempio, i compleanni. Questo
però sicuramente
non pregiudica
un nostro sforzo
continuo di trovare punti di contatto, soprattutto
nelle attività per
i bambini. Se
parliamo invece
di famiglie in
senso generale
– prosegue
don Angelo –
non posso non
registrare un
aumento preoccupante di situazioni di
forte disagio, che spesso purtroppo portano alla
rottura dell’unità famigliare. E tra le conseguenze
immediate ci accorgiamo del crescere di una richiesta di attività che permettano di tenere impegnati in maniera qualificata i bambini nel tempo libero. Comunque grande è lo sforzo dei gruppi parrocchiali, come il NOI e il Gruppo Genitori, nel dare
vita ad iniziative inclusive”.
“Se ci spostiamo a Sona – si inserisce don Bruno
Zuccari – posso fortunatamente dire, al termine
di un percorso che mi ha portato a visitare quasi
tutte le case del capoluogo, di non aver trovato situazioni di gravissimo disagio economico. Esistono
sì casi preoccupanti ed esistono difficoltà, ma
complessivamente mi sembra che il quadro non
sia del tutto allarmante. Quello che invece devo
segnalare è di aver trovato un paio di situazioni
che ricordano dei ghetti, con alcune famiglie straniere che vivono in situazioni abitative ed igieniche
non accettabili. Se poi ci spostiamo sul tema della
partecipazione alle iniziative che mettiamo in campo, purtroppo il riscontro non è sempre ottimo e
soprattutto il rischio è quello di riuscire a coinvolgere sempre solo le stesse persone. Uno sicuramente dei motivi che impediscono a Sona capoluogo una partecipazione maggiore è la quasi totale assenza di strutture parrocchiali idonee ad accogliere attività e iniziative. In più la Parrocchia a
Sona non entra in alcuna maniera nelle scuole, di
nessun ordine e grado, come previsto dalla legge,
e questo rende ancora più difficile il contatto con
le famiglie. Per tamponare queste situazioni – aggiunge don Bruno – stiamo costruendo un piccolo
impianto aggregativo dietro la canonica, con sale
e spazi pur limitati per lo sport. Chissà che non diventino occasione per una maggiore partecipazione. Per quel che riguarda poi il nostro ruolo come
sacerdoti va detto che da tempo ormai veniamo
avvertiti sempre meno come aiuto spirituale. Troppo spesso al prete ci si limita a chiedere un aiuto
materiale, se non quasi da terapeuta, ma la dimensione spirituale rischia di passare sempre più
in secondo piano”.
“Parto proprio da questo punto per affrontare la situazione di Lugagnano – ci dice don Antonio Sona -. E’ vero che la gente spesso ci interpella per
avere aiuti concreti, materiali, che nel limite delle
nostre disponibilità e possibilità certo non rifiutia-
mo. Ma lavoriamo per poi dare una lettura spirituale delle difficoltà che la persona o la famiglia
vive, in maniera che il nostro aiuto diventi realmente incisivo. Quello che però dobbiamo affrontare è il rischio di un relativismo morale per il quale ciascuno tende a disegnarsi attorno una dimensione valoriale che potrei definire ‘fai da te’, costruita su misura. E’ un grosso errore che impedisce di affrontare i grandi temi della vita con la necessaria consapevolezza”. “Lugagnano – aggiunge
don Roberto Tortella – è all’evidenza una comunità complessa e socialmente molto stratificata. Esiste un forte e corposo nucleo storico ma per moltissimi Lugagnano è semplicemente un dormitorio,
non il centro delle relazioni sociali. Per avvicinare
queste famiglie puntiamo molto su tre aspetti: la
catechesi, le visite familiari e le celebrazioni eucaristiche. Nell’incontro con le famiglie avvertiamo
molte difficoltà, su differenti fronti: c’è forte il desiderio di dare un senso alla vita, propria e della
propria famiglia, ma poi il rischio è di farsi troppo
prendere dai problemi quotidiani, dalle ansie di
ogni giorno, e di perdere di vista i grandi
obiettivi che invece sono da perseguire. Per
noi un fondamentale punto di aggregazione
è poi il Grest estivo, che veramente permette
di coinvolgere un numero enorme di famiglie”. “Importante è anche la sagra paesana
– interviene don Antonio - che pur nella
semplicità di essere soprattutto un momento conviviale favorisce un vero incontro sociale anche con persone e famiglie meno
inserite”.
Un ritorno della realtà che vivono le vostre
comunità religiose dovreste averlo anche
dalla partecipazione alle messe, chiediamo. “La messa è una grande occasione
per mettere assieme famiglie vecchie e
nuove – attacca don Bruno Zuccari – e la
partecipazione è direi discreta”. “A Lugagnano – aggiunge don Roberto – siamo
attorno ad una partecipazione del 35 %
dei residenti. Comunque buona se si pensa che la media della nostra diocesi è del 20 %,
che a Verona centro siamo attorno al 6 % e che
nelle parrocchie del lago si parla del 12 %”. “Confermo questo dato parzialmente positivo anche
Qui sopra un
momento della
tavola rotonda.
Da sinistra
don Bruno (di
spalle), don
Roberto, don
Giuseppe, Mario Salvetti del
Baco, don Antonio e don
Angelo.
Sotto don Antonio.
31
In alto don Bruno e
don Roberto. Qui sopra Gianluigi Mazzi
del Baco e don Angelo. Nella pagina
seguente don Giuseppe.
per Palazzolo – si
inserisce don Angelo
Bellesini – ma vanno
comunque sempre
considerate le dimensioni del fenomeno,
chi viene in Chiesa rimane una forte minoranza rispetto alla comunità che vive sul
territorio. Il nostro
compito è quello di
saper andare oltre
la messa, per incontrare i nostri parrocchiani dove vivono
e lavorano”.
Quali secondo voi gli ingredienti che favoriscono la
crescita di una comunità coesa? “A Lugagnano –
interviene don Roberto – la parrocchia rimane il
centro della comunità. Abbiamo una tradizione di
costanza nella partecipazione attiva dovuta probabilmente anche ad una stabilità nelle figure che
hanno guidato la comunità stessa. Basti dire che
dal 1942 al 2007 Lugagnano ha avuto due soli
parroci, Don Enrico Brunelli e don Mario Castagna.
Questo è un elemento che non va sottovalutato”.
“Concordo su questo punto – aggiunge don Giuseppe Marconi -, anche San Giorgio ha vissuto
Il Punto
Il vero Welfare
32
In tempi socialmente ed economicam
ente complessi come
quelli che stiamo vivendo, nei quali la
navigazione risulta obbligatoriamente a vista, sempre più spesso
nel nostro Comune le parrocchie ed i sacerdoti che le guidano assi
curano alle nostre comunità
imprescindibili porti di approdo. Attra
verso una fitta rete di interventi
spesso poco conosciuti - rivolti ai giov
anissimi, ai giovani, alle famiglie e agli anziani - i nostri sacerdoti riesc
ono a garantire in questi anni una preziosa forma di welfare ince
ntrato sulla persona: concreto,
strutturato ed efficace. Supplendo a
carenze pubbliche e intervenendo dove le situazioni si fanno più diffi
cili e dove il mal di vivere assume forme drammatiche. Un servizio silen
zioso e discreto, dal valore
impagabile e che per moltissimi nost
ri concittadini costituisce un vero paracadute - economico, morale, soci
ale, affettivo - sul quale fare
affidamento nel colmo della tempest
a.
Mario Salvetti
l’esperienza di sacerdoti che hanno ricoperto
l’incarico per molti anni, e questo ha assicurato
una linearità nella conduzione della parrocchia e
quindi probabilmente una maggiore coesione”.
“Se parliamo dei fattori che favoriscono la socialità, e non parlo solo di quella che si vive nella
parrocchia, – interviene don Bruno – ritengo
che imprescindibile sia l’analisi del fattore urbanistico e logistico. Sona da questo punto di
vista è un paese ‘complesso’. L’essere posizionata su un colle con i servizi non accentrati
rende difficile l’incontrarsi, soprattutto per
bambini ed anziani. Se ci si sposta è quasi obbligatorio utilizzare l’automobile, e a quel punto
quando si è in macchina andare in centro a Sona
oppure da un’altra parte risulta indifferente”. “Verissimo. La stessa situazione la registro a Palazzolo – aggiunge don Angelo – la chiesa è letteralmente fuori dal mondo. In una bellissima posizione ma fuori dal mondo. Non può sicuramente essere un centro fisico di aggregazione. Anche a Palazzolo si fatica ad incontrarsi per strada, ad andare in bici, a frequentare a piedi luoghi comuni. E
questo impedisce tanta della buona socialità che
aiuta il cementarsi di una comunità”. “Diversa sicuramente in questo ambito la situazione a Lugagnano – intervengono don Roberto e don Antonio
– dove invece il centro paese assume veramente
tutte le caratteristiche anche del centro sociale e
di incontro. Per bambini, adulti e anche per gli anziani. A Lugagnano c’è ancora la possibilità di fare
comunità in maniera anche fisica, di incontro tra
le persone”. “Lo stesso vale per San Giorgio –
chiude don Giuseppe – dove forse proprio per le
dimensioni contenute della frazione l’aspetto della
socializzazione diciamo ‘di strada’ ha ancora un
impatto assai rilevante nelle dinamiche della comunità”.
Torniamo al tema delle famiglie, questa volta vista
nell’ottica dei genitori. Qui la discussione si fa veramente intensa, perché molteplici sono le sfaccettature di una realtà mai semplice da definire
per categorie ampie. Quello che però tutti i cinque
sacerdoti registrano è “una certa fragilità affettiva
di tanti genitori. A volte si avverte un vero e proprio
panico nell’educare i figli, forse dovuto ad una carenza o poca convinzione personale nei valori che
dovrebbero poi essere trasmessi. Talvolta si nota
una scarsa maturità umana di fondo, che porta ad
un mordi e fuggi senza fondamenta anche nelle
grandi scelte della vita. Tutto rischia di essere autoreferenziale, tutto incentrato sulla soddisfazione
immediata di esigenze spesso futili, senza che
questo porti ad una vera progettualità d’ampio respiro. Ci confrontiamo con tante famiglie veramente fragili. Anche i problemi economici, che pure in
questa congiuntura economica sono sicuramente
preoccupanti, per tante famiglie si incancreniscono per la sola difficoltà di una pianificazione delle
spese seria e non basata sul rincorrere un’esteriorità priva di valori. Al contempo – ci tengono a sottolineare però i cinque parroci – esistono tantissimi e luminosi esempi di famiglie che invece risultano ricchissime sia nei rapporti interpersonali sia
nell’impegno comunitario. Famiglie sulle quali è
veramente possibile pensare di costruire il futuro
delle nostre comunità”. Per chiudere possiamo
provare ad introdurre il tema del vostro rapporto
con una realtà che anche a Sona ormai ha assunto dimensioni più che rilevanti, toccando percentuali molto alte, quella dei separati e dei divorziati? “L’atteggiamento di fondo che ci guida è
l’estrema attenzione e tanto rispetto, per loro e
per i loro figli – concordano don Bruno, don Antonio, don Roberto, don Angelo e don Giuseppe - .
Vanno poi separate le realtà. Diversa la situazione
dei separati e dei divorziati, non risposati, che possono accostarsi ai sacramenti, cosa che invece
non è possibile per coloro che convivono, per coloro che non sono sposati in chiesa e per i divorziati
risposati. Al di là di questo spingiamo molto, quando ne avvertiamo la disponibilità e senza forzare
le dinamiche personali di ognuno, per tentare di
creare una vicinanza ed un rapporto. Anche perché poi i casi umani sono molto differenziati tra di
loro, e si incontrano delle situazioni di vera sofferenza e di vera difficoltà a vivere questa realtà,
che magari si è solo subita. Questo atteggiamento
doverosamente dialogante non ci deve mai impedire però – aggiungono i sacerdoti – di evidenziare con chiarezza e forza quella che è la proposta
di vita coniugale della Chiesa, che non può essere
in alcun caso svilita. Riteniamo che solo con una
proposta forte, sempre rispettosa dell’individualità
di ciascuno, possiamo trasmettere il senso dei
grandi valori che ineriscono il sacramento del matrimonio. Non possiamo al contempo negare le difficoltà che come sacerdoti incontriamo, pur avendo ben chiaro il messaggio del Vangelo: ci sono
casi veramente difficili, che richiedono da parte
nostra e da parte della comunità grande rispetto e
apertura pur magari nella non condivisione delle
scelte. Mentre, e pure questo va segnalato, a fronte di persone che vivono grandi tribolazioni personali e morali riscontriamo in tanti una sconcertante superficialità morale nell’affrontare queste situazioni. Che ha ricadute terribili su loro stessi e
purtroppo soprattutto sui figli. Troppe volte non si
accetta di mettersi in discussione, quasi che
l’irresponsabilità morale non sia altro che una delle tante opzioni che la vita ci pone di fronte”.
E con queste parole, sofferte per come sono state
pronunciate, chiudiamo l’incontro con i nostri cinque Parroci. Un caffè, una stretta di mano e
l’appuntamento ora è a settembre per un nuovo
momento di confronto, sempre incentrato sulla vita delle nostre comunità.
La Psicologa
Divorzio, vanno considerati i cambiamenti
che hanno interessato la società
di Paola Spera
[email protected]
Capita spesso di sentir dire che “una volta non c'erano tutti questi divorzi”,
e in effetti questa affermazione è supportata dalle statistiche, sia che si
guardi il fenomeno a livello locale, sia che lo si guardi a livello nazionale:
separazioni e divorzi sono notevolmente aumentati negli ultimi anni, anche se l'Italia si mantiene ancora al di sotto della media europea. Bisogna
fare attenzione però a non considerare solo le implicazioni negative di
questo dato: per evitare di cadere nel luogo comune secondo il quale “una
volta era meglio”, il fenomeno va considerato alla luce dei cambiamenti
legislativi, sociali e culturali che lo hanno determinato. Questi cambiamenti hanno riguardato in modo particolare i rapporti tra i coniugi e il ruolo della donna, all'interno sia della coppia che della famiglia.
A livello legislativo molte cose sono cambiate da quando il diritto di famiglia, codificato nel primo libro del Codice Civile nel 1942, concepiva una
famiglia fondata sulla subordinazione della moglie al marito, sia nei rapporti personali sia in quelli patrimoniali, sia nelle relazioni di coppia sia in
quelle nei confronti dei figli.
La riforma del diritto di famiglia del 1975, infatti, tra le altre cose, riconobbe la parità giuridica dei coniugi, abrogò l'istituto della dote e sostituì la patria potestà con la potestà di entrambi i genitori. La disparità di ruoli tra
marito e moglie fino agli anni '70 è evidente anche guardando il Codice
Penale, il quale fino al 1968 prevedeva che la moglie adultera fosse punita con un periodo di reclusione che poteva durare fino ad un anno (mentre
l'adulterio maschile non era punito). Nel corso degli anni ci sono stati anche altri avvenimenti che, da un punto di vista legislativo, hanno contribuito alla modifica dell'istituzione della famiglia: basti pensare all'introduzione
del divorzio nel 1970.
Parallelamente, a livello sociale e culturale la situazione è molto cambiata rispetto ad una volta. La famiglia tradizionale, quella di alcuni decenni
fa, era agricola e patriarcale, era molto numerosa, e riuniva genitori, figli e
nipoti sotto lo stesso tetto. Gli uomini lavoravano mentre le donne si occupavano della casa e dei figli. L'Italia di oggi è invece un paese prevalentemente industriale, e la famiglia, tipicamente, è composta dai due genitori entrambi con un lavoro fuori casa - e da uno o due figli (raramente di più).
Marito e moglie oggi hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, e possiamo
affermare che questa è una delle cause dell'aumento del numero di divorzi negli ultimi decenni.
Questo dato va però letto in due modi: se da un lato, è vero, è forse aumentata la superficialità con cui ci si avvicina al matrimonio, dall'altro
non si può non considerare che la possibilità di una separazione o di un
divorzio, che la donna ha oggi e non aveva alcuni decenni fa, ha anche dei
lati positivi. Chi ha più di 50 anni si ricorderà probabilmente di come, una
volta, i problemi familiari venissero nascosti agli occhi esterni, e di come
anche le più gravi situazioni che si potevano verificare in famiglia venivano
sopportate, mascherate o nascoste: semplicemente, non c'erano soluzioni
alternative.
Oggi ci sono, quello che si deve tentare di fare è di usarle nel modo migliore.
Paola Spera, Psicologa e Dottore di ricerca
riceve privatamente a Lugagnano - tel. 3493499369
C O M U N I TA ’
Missione Giovani a Lugagnano, tutti assieme
Dal 21 al 29 maggio un paese intero si mobilita
di Giulia Favari
Lugagnano si appresta a
ospitare un evento eccezionale che si chiama Missione Giovani!
Si tratta di una settimana
speciale, che si terrà dal
21 al 29 maggio, tutta dedicata ai “Butei de Lugagnan”, ricca di occasioni
per stare insieme, happy
hour, feste, eventi sportivi
e musicali, il tutto in un
tendone riservato per
l’occasione che sarà
predisposto nella zona
antistante la Chiesa
(campo da calcio) nel
quale ci sarà anche la
possibilità di cenare insieme tutte le sere.
Perché questo Evento?
Un po’ ce lo stiamo
chiedendo anche noi
che lo stiamo organizzando… Siamo un
gruppo di ragazzi impegnati in
parrocchia, chi nell’animazione degli adolescenti,
chi negli Scout, chi nel circolo Noi, Azione Cattolica, Gruppo Primavera ecc. e siamo stati coinvolti
in questa impresa da Don Roberto, da sempre
promotore di iniziative per accrescere
il senso di comunità del nostro paese e sensi-
34
bile alle problematiche della fascia giovane.
E dove sono i Giovani di Lugagnano? Ci sono, ma
perennemente divisi, separati in base agli sport o
agli hobby che seguono… o in base al bar scelto
per l’aperitivo!!
Ecco, la Missione Giovani vuole essere un
momento di aggregazione, di condivisione, di amicizia, di incontro, un momento
per vedere chi sono questi “Butei de Lugagnan”! Sarà occasione preziosa soprattutto per riprendere in mano la propria vita di fede e per interrogarsi sull’essere cristiani di oggi, alla sequela di Gesù.
La sfida è davvero importante e speriamo
di riuscire a varcare i confini della Parrocchia, delle Associazioni Sportive e Culturali,
delle compagnie di amici, che pur essendo
realtà coese al loro interno, spesso sono
slegate dal resto del “mondo paesano”.
L’invito è rivolto a tutta la comunità, ma, in
modo specifico, ai giovani delle annate comprese tra il 1996 e il 1986; vi aspettiamo
numerosi per condividere una settimana
all'insegna dell'Amicizia, della Musica e dello Sport! L’evento di apertura sarà sabato
21 Maggio con un Musical messo in scena da
tutto il gruppo Adolescenti! Non mancate!
I Sacerdoti
“La Missione, evento straordinario
di incontro e annuncio del Vangelo”
La missione è un evento straordinario di annuncio del Vangelo
e di incontro per tutti i ragazzi,
Parroci di Lugagnano
adolescenti e giovani della parrocchia come pure per le famiglie e tutta la comunità. E’ tempo forte di formazione per chi già
frequenta la comunità ma un’occasione per avvicinare e incontrare tutti gli adolescenti e giovani. E’ la comunità che si mette in
cammino secondo il mandato di Gesù: “Andate e portate il Vangelo
ad ogni creatura”. Gli adolescenti e giovani dai 15 ai 26 anni saranno visitati personalmente a casa nei giorni precedenti la missione dai padri missionari, da un gruppo di giovani e animatori.
Dal 21 al 29 maggio ci sarà una settimana intensa di incontri: momenti di preghiera e riflessione, di aggregazione e
di festa.
di don Roberto Tortella
e don Antonio SOna
La comunità poi sarà
invitata all’adorazione nei giorni delle SS. Quarantore. Da
tempo ci stiamo preparando a vivere questo momento forte di vita
della comunità e tanti adolescenti e giovani si stanno dando da fare per preparare un recital come evento iniziale della missione. Ci
sembra che sia un bel segno per farci sentire una parrocchia viva
e per esprimere lo spirito di accoglienza verso tutti.
Con questa esperienza ci auguriamo che passi il messaggio di Gesù che va in cerca di tutti, che apre le porte perché ogni giovane
possa scoprire il significato profondo della sua vita. Lascia il segno
è lo slogan che abbiamo scelto e che indica come Dio può lasciare
un segno nel cuore di ciascuno ma è un invito a lasciare noi per
primi un segno per gli altri. Siamo convinti che una delle sfide del
nostro tempo sia quella di riscoprire l’importanza di camminare insieme, di riscoprirsi parte viva di un territorio e di una comunità,
condividendo valori importanti e con relazioni autentiche che sono
la strada necessaria per costruire una vita che diventi dono reciproco, secondo lo stile del Vangelo.
La missione sarà tenuta dai padri dell’Opera famiglia servi di Nazareth. Saranno con noi per annunciarci la presenza viva di Gesù
e per questo li ringraziamo di aver accolto il nostro invito.
C O M U N I TA ’
Missione Giovani a Lugagnano: ecco il programma
omelia per le donne e adorazione fino alle 20.30.
Ore 20.30 S. Messa con omelia (giovedi sera ci sarà l’anniversario della Comunione per i bambini di
quinta elementare.
Venerdì sera la S.
Messa animata dai
gruppi
e associazioDalle colazioni alle fermate
ni). Dopo la messa
della corriera alle cene serali.
adorazione fino alle
Dal recital ai momenti di riflessione 22.00.
Sabato 21 maggio ore 21.00
Parco Giochi inizio della Missione Giovani.
Spettacolo-recital Lascia il segno ideato e realizzato dai nostri adolescenti e giovani.
Domenica
22 maggio
Ore 7.30- 9.30 –
11.00 – 18.30
SS.Messe con Predicazione dei Padri
Missionari.
Ore 15,00 incontro formativo per i genitori e giochi
per i ragazzi elementari e medie.
Ore 19,30 happy hour… (musica gruppo Underground).
Lunedi 23 e martedi 24 maggio
SS. Messe 6.45 8.30 - 15.00
Ore 21 incontro per
sposi e genitori.
Mercoledi
25 maggio
Ore 20.30 apertura S.
Messa solenne di
apertura Quarantore.
Con la presenza dei
sacerdoti nativi o che
hanno prestato servizio
in Lugagnano.
Consegna del vangelo
alla prima media, richiesta della Cresima per la
seconda media, festa
del passaggio per la terza media.
Giovedi 26 e venerdi 27
maggio
Ore 6.45 - 8.30 S, Messa
e adorazione fino alle
12.00 (ore 8.10 lodi).
Ore 15.00 S. Messa con
Sabato 28 maggio
Ore 6.45 - 8.30 S, Messa e adorazione fino alle
12.00 (ore 8.10 lodi).
Ore 7.40 Buongiorno Gesù in chiesa per ragazzi
elementari e medie.
Ore 15 esposizione, ora media e adorazione fino
alle 18.30.
Ore 18.30 S. Messa con omelia per terza media,
adolescenti, giovani.
Appuntamenti
Ogni giorno!
Ogni giorno da lunedi 23 a venerdi 27
maggio:
- Saluto dei ragazzi alle fermate autobus
per
- Ore 7.40 Buongiorno Gesù in chiesa
ie.
med
e
ri
ragazzi elementa
- Presenza dei Padri Missionari durante
ie
l’ora di religione alle elementari e med
hi:
gioc
- Al parco
quarOre 16.30 incontro bambini di terza e
ta elementare.
Ore 17.30 incontro ragazzi di quinta elementare prima e seconda media.
ae
Ore 18,30 incontro per terza media prim
seconda superiore.
et ceOre 19.30 – 20.45 possibilità di buff
na, Bar Noi aperto.
anisOre 21.00 incontro terza superiore giov
simi e giovani.
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Lugagnano (Verona) - Via Cao Prà 39
Tel. 338 2393748
La curiosità
La Missione in numeri
Ore 20.00 pizza per adolescenti e giovani e serata
con il gruppo Underground.
Ore 23.00 Veglia di preghiera e inizio dell’adorazione notturna (per adolescenti, giovani, gruppi e
comunità).
11 gruppi adolescenti sud
divisi per annata
150 adolescenti (che pa
rtecipano in maniera cos
tante agli
incontri in parrocchia)
42 animatori coinvolti
10 persone che fanno da
aiuto animatori per la Mis
sione
10 riunioni generali per org
anizzare la settimana
Più di 6000 i manifesti e
volantini di pubblicità della
missione che verranno
distribuiti
Non quantificabile il nume
ro di sms che don Roberto
ha spedito agli organizzatori
1 il tendone allestito sul
campo da calcio della pa
rrocchia per ospitare eve
nti,
concerti e la cena ogni ser
a
9 i giorni di attività propo
sti
800 circa i giovani di Lug
agnano che verranno coi
nvolti
Domenica 29 maggio
Ore 7.30 9.30 11.00 SS.Messe con la predicazione dei Padri Missionari.
Pranzo per le famiglie – ore 15.30 festa e lotteria
per i bambini e ragazzi.
Ore 18.30 S. Messa Solenne di chiusura delle SS.
Quarantore e della Missione e riconsegna delle
Croce - sono presenti i bambini della Prima Comunione e i Bambini della Scuola dell’Infanzia – Processione eucaristica e benedizione.
Ore 20.00 momento di festa, risotto per tutti.
Ore 21.00 concerto con le band musicali del paese e testimonianze – saluto dei Padri Missionari a
conclusione della Missione.
Appuntamenti
Quattro giorni di sport
(da
La settimana precedente la Missione
so
pres
gio)
lunedi 16 a giovedì 19 mag
anizz
orga
e
gli impianti parrocchiali vien
aAnim
dell’
a
ta un'edizione straordinari
zione Estiva, ovvero
quattro serate di sport:
calcio, volley femminile e
basket... Per preparare anche con lo
ione.
sport la grande settimana della Miss
La Testimonianza
“Una proposta che abbiamo accolto con gioia ed entusiasmo”
Testimonianze di Emanuele Montresor, Mara Pezzini, Andrea Grigolini e Nicola Bertaso, alcuni dei giovanissimi che
si stanno preparando alla missione.
Siamo alcuni giovanissimi di Lugagnano, classe 1991 e
1992, e siamo qui a dirvi che abbiamo accolto con
gioia ed entusiasmo la proposta di viver una settimana di
Missione Giovani. Noi siamo
anche impegnati in parrocchia
come giovani catechisti e abbiamo maturato in questi ultimi 2
anni cosa significhi mettersi a
servizio degli altri. Siamo anche
noi in cammino per crescere nella nostra vita e per scoprire come Dio possa riempirci di significato. Non è sempre facile seguire
il vangelo ed essere aperti agli al-
tri. Talvolta ci sentiamo chiamati da tante voci o da una serie
di esperienze quotidiane che limitano molto il nostro essere
cristiani.
Ma l’essere insieme è una grande forza. Poter incontrarci,
far qualcosa per gli altri, avere la guida del don, essere aiutati nelle grandi domande che ci portiamo dentro… beh..non è una cosa da
poco.
Crediamo che la missione possa essere un’occasione per dire agli altri la
nostra esperienza. Anche noi andremo a portare l’invito ad altri adolescenti e giovanissimi dell’opportunità
di ritrovarci e di scoprire come la fede possa dare un senso alla vita.
Proprio per questo ci stiamo preparando e impegnando affinchè sia
una settimana importante per i giovani di Lugagnano.
37
C O M U N I TA ’
Intensa e partecipata la Missione Giovani a Sona
La comunità parrocchiale di Sona ha vissuto, nel
contesto dell’anno Giubilare, la Missione ai Giovani, dal 26 marzo al 3 aprile animata da don Gianmaria, don Corrado, don Diego e alcuni collaboratori. Un’esperienza che ha coinvolto i bambini delle elementari, i ragazzi delle medie, gli adolescenti
e un gruppo di giovani. Ogni giorno per loro c’era
un incontro e tutto si è concluso con una significativa celebrazione della messa domenicale, una
grande pesca, una partita a calcio, una pizza per
gli adolescenti e un video-concerto-testimonianza:
“Il mondo di Lucy”.
Le Testimonianze
“Vogliamo credere che questa semina porti frutto”
Ecco alcune riflessioni degli adolescenti che hanno partecipato alla Missione.
La Missione giovani è stata una
esperienza indimenticabile. Ci ha
colpito soprattutto la capacità dei
padri a coinvolgere noi adolescenti e
anche alcuni giovani che in genere
non frequentano la parrocchia. Un
loro gesto molto particolare è stato
quello che ogni mattina ci aspettavano alla fermata per augurarci una buona giornata e per ricordarci
dell’appuntamento
serale. Questi incontri serali hanno coinvolto giovani di
tutte le età. I temi
trattati sono stati
molto interessanti ed attuali: l’amore,
l’amicizia, la vita, la fede e il colloquio con Dio avvenuto nella
confessione e un momento significativo è quando nella veglia abbiamo parlato con Gesù.
Melania, Giulia,
Melissa,
Beatrice
Ci ha insegnato
che bisogna andare incontro a
Gesù perché ora
abbiamo bisogno di Lui e di tutte le esperienze che ci hanno
raccontato ne faremo tesoro per il nostro futuro.
Nicolò, Andrea, Fabiano
Le parole più significative: Senza amore non si vive; due persone scelgono la loro vita, il loro futuro con un “sì”;
l’esperienza di questa missione è stata bellissima, ha superato tutti gli schemi e il modo in cui è stata vissuta mi è rimasto impresso.
Silvia, Paola, Edoardo, Nicolò, Rebecca
E’ stata una bella esperienza perché abbiamo collaborato insieme, aiutandoci a riflettere su argomenti importanti (amore, felicità,conoscenza... riportando degli esempi di esperienze vissute da ragazzi) che ci serviranno per decisioni future.
Infine, siamo riusciti a legarci di più a Dio e a capire cosa
vuole da noi.
Giulia e Francesca
Lo scopo di questa missione giovani era quello di farci avvicinare di più a Dio ed imparare a conoscerlo meglio facendoci
riflettere e pensare, ponendoci la domanda: lo conosci Gesù? E raccontandoci esperienze di vita di altri ragazzi che
hanno cercato di conoscere Gesù.
Giacomo e Riccardo
Che cosa resterà di questa fantastica esperienza? Vogliamo
credere che questa semina porti frutto nella nostra famiglia
di Sona. Noi saremo i primi a coltivare i germogli affinchè diventino piante mature. Dentro di noi ci rimarrà il messaggio
di fede e di semplicità offerto dai Padri Missionari che attraverso la musica e i video, ci hanno parlato del vuoto interiore
che alberga dentro di noi, dell’amore e del perdono.
Francesco e Damiano
Il Mondo di Lucy
“Bisogna sempre trovare la speranza”
In chiusura della Missione abbiamo avuto modo di assistere
ad un video concerto dove i
cantanti erano i genitori di
Lucy, una bambina che nonostante i suoi molti problemi,
è stata lei stessa la forza per i
suoi genitori ad amare la vita.
Melania,Giulia,
Melissa,Beatrice
Il grande dono della vita:
Lucy è una bambina affetta
da varie sindromi. Il grande
messaggio è stato l’affetto
che avevano i suoi genitori, l’amore che hanno dato alla figlia e la ferrea volontà di seguirla nel suo percorso della vita.
Francis
E’ stata una grande testimonianza le scelte che hanno fatto i
loro genitori.
Giacomo e
Riccardo
Abbiamo capito che anche
nei momenti
difficili in cui
tutto sembra
andare male, si
può trovare il lato positivo o saper essere felici
comunque.
Le parole più significative: decidere per la vita; la vita è la migliore opportunità; speranza;
aiutare.
Silvia, Paola, Edoardo, Nicolò e Rebecca
da www.ilbacodaseta.org
Due mesi di notizie
Riportiamo alcune delle delle
più di 100 notizie che abbiamo pubblicato
sul nostro sito
negli ultimi due
mesi. Anche in
questi due mesi
abbiamo registrato più di
mille accessi
al giorno da
parte dei nostri
lettori. Continuate a visitarci.
Nella foto
l’Assessore ai
Lavori Pubblici
Vittorio Caliari.
Vinti cinquantamila euro!
di Federica Valbusa, 24.02.2011
Alla Grande Mela la dea bendata ha colpito ancora,
per la terza volta dall’inizio dell’anno. Dopo le due
grosse vincite di 10mila e 20mila euro «grattate» negli ultimi mesi, lunedì sera è stata la volta dei 50mila. Il fortunato vincitore è un dipendente del centro,
cliente abituale dell’edicola Troiani. La sua storia e la
sua audacia sono il sogno di quasi tutti quelli che,
una volta ogni tanto, scelgono il gratta e vinci che
preferiscono e ci provano. Lui ne ha comprato uno da
10 euro, e ne ha subito vinti 100. Convinto di avere la
sorte dalla sua parte, ha continuato a giocare fino a
quando non ha scoperto l’incredibile somma di 50mila euro. Gli edicolanti raccontano che al momento ha
reagito con tranquillità, forse per incredulità forse per
riservatezza. Oppure semplicemente perché aveva bisogno di un po’ di tempo per realizzare che tanta fortuna fosse capitata proprio a lui. Un pezzo di carta,
una monetina, e pochi minuti di suspance possono
cambiarti la vita. A volte (raramente) succede davvero!
Peldoca inebriati dai Vini Fabiano
di Flavio Brunelli, 15.03.2011
Finalmente è arrivato, lo aspettavano dal girone di
andata, hanno passato notti insonni, si sono allenati
duramente, hanno addirittura cambiato nome alla
squadra affidandosi ad uno sponsor che sapesse garantire un mercato di riparazione degno delle regine
del calcio a 8 veronese del campionato Areasport.
Stiamo parlando dei cugini dell’Ex Olds Mancalacqua,
ora Vini Fabiano, che feriti dalla sconfitta patita nel
derby di andata contro gli storici Peldoca Lugagnano,
da mesi preparavano il derby di ritorno come se fosse
la partita della vita. Venerdì scorso, al comunale di
Via Nievo che per l’occasione ha sfiorato il tutto esau-
Salute
Torna il
“Maggio di informazione Psicologica”
Anche quest'anno nel Comune di Sona
ritorna il MIP - Maggio di
Informazione Psicologica.
Per informazioni e per saperne
di più su questa importante iniziativa vai al sito
www.psicologimip.it oppure telefona al tuo referente di zona
dott.ssa Paola Spera tel. 349
3499 369.
rito, le due compagini sono scese in campo agguerrite più che mai. Maglia nera per i Vini Fabiano, casacca Celtic per i Peldoca boys. Peldoca subito avanti di
un gol al secondo minuto del primo tempo, giusto per
far capire che la partita sarebbe stata tutto tranne
che una passeggiata. Vini Fabiano agguantavano il
pari e poi si portavano in vantaggio grazie alla vivace
regia del Milio. I butei di Mister Adamoli non si davano per vinti e ad inizio ripresa raggiungevano subito il
pari per poi sopravanzare i cugini. Purtroppo per i Peldoca boys, la panchina lunga dei Vini Fabiano garantiva agli stessi una maggiore freschezza atletica che
consentiva ai butei della “frazione” di raggiungere il
pareggio, che già per loro sarebbe stato un risultato
glorioso. La beffa si consumava ad un minuto dalla fine, quanto una “cioffeca” alla Gattuso veniva casualmente deviata dal difensore Dalla Valentina e si insaccava a fil di palo eludendo il disperato tentativo
del portiere dei Peldoca, preso in controtempo. Il più
classico degli autogol ha regalato dunque la posta
piena ai Vini Fabiano, lasciando attoniti i butei di Lugagnano. L’imprevedibilità del calcio. In ogni caso ci
sentiamo di dire che, anche solo per l‘impegno, la dedizione e la voglia di emergere che i ragazzi di Mancalacqua hanno messo in campo, i Peldoca Lugagnano hanno accettato la sconfitta, lasciando per una
volta anche ai cugini del Mancalacqua il piacere di
godersi la vittoria del Derby. L’appuntamento è per la
prossima stagione, sempre che i cugini del Mancalacqua, oltre a cambiare nome, non cambino anche
campionato… Staremo a vedere.
Suona (inutilmente) il telefono
di Mario Salvetti, 23.03.2011
Sono arrivate in Redazione in questi giorni alcune segnalazioni di cittadini del Comune di Sona che si lamentano perché, avendo provato a contattare il servizio per il ritiro dei rifiuti ingombranti, si sono sentiti ri-
spondere da una voce registrata della Telecom Italia
che “siamo spiacenti, il numero da lei selezionato è
inesistente”. Il numero verde incriminato, lo
800295260, è segnalato nel Calendario predisposto
dal Comune, Assessorato all’Ecologia, per indicare le
cadenze settimanali, le caratteristiche, le regole, gli
indirizzi e i numeri utili della raccolta dei rifiuti 2011.
In merito al ritiro dei rifiuti ingombranti sul calendario
predisposto dal Comune si legge che “su prenotazione da parte del cittadino viene effettuato il ritiro gratuito a domicilio dei rifiuti ingombranti (poltrone, divani, materassi, tapparelle, scrivanie, mobili, tavoli ecc.)
e beni durevoli (elettrodomestici, televisori grandi, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori d’aria ecc.); per
concordare il ritiro contattare il numero verde
800295260". Peccato che se poi si prova effettivamente a chiamare quel numero si viene a scoprire
che il numero proprio non esiste.
Annullata la nuova scuola materna?
di Gianmichele Bianco, 26.03.2011
Con una motivazione in autotutela, l'Amministrazione
ha deciso di annullare il bando per la costruzione della nuova scuola materna di Lugagnano. Ma veniamo
allo storia. Il progetto aveva una sua fase di inizio nel
2008, quando con deliberazione della giunta comunale veniva approvato il progetto preliminare relativo
alla “Realizzazione nuova scuola materna in Lugagnano di Sona”. Il progetto preliminare prevedeva
una spesa per la realizzazione dell’opera pari a complessivi € 2.680.000,00, finanziata parte con mezzi
propri del bilancio comunale e parte con mutuo. Nel
novembre del 2010 la stessa giunta comunale tenuto
conto delle nuove indicazioni fornite dall’Amministrazione comunale, ridetermina il quadro economico dell'opera prevedendo un importo complessivamente
quantificato in € 3.116.200,00 con la delibera di
“Realizzazione nuova scuola materna in Lugagnano
di Sona – Approvazione progetto preliminare”. Nel
Febbraio 2011 si pubblica il bando di "Gara per affidamento lavori di realizzazione scuola materna in Lugagnano di Sona in locazione finanziaria". L'iter è stato due giorni fa annullato come si evince dall'avviso
sul sito del comune.
Si è ricorso all'autotutela, ai sensi dell’art. 21 nonies
della L. 241/90, per le motivazioni esposte nella Determinazione del Responsabile del Settore LL.PP.-Urbanistica R.G. n. 253 del 21.03.2011 pubblicata sul
sito internet del Comune di Sona, nella sezione “Albo
pretorio on-line”. Ad oggi quelle motivazioni non sono
reperibili sul sito del comune. Speriamo che questo
atto così importante sia puntualmente inserito nel sito del comune, e non solo annunciato. In ogni caso, il
ricorso all'autotutela ai sensi dell'art. 21 nonies della
L. 241/90 si ha quando il provvedimento amministrativo è stato adottato, come afferma in modo letterale
lo stesso Art. 21 nonies, in violazione di legge o viziato da eccesso di potere o da incompetenza (Art. 21
octies). Il provvedimento in genere si adotta tenendo
conto degli interessi dei destinatari e dei controinteressati. Ancora più curiosità, quindi, si ha in attesa
della pubblicazione on line delle motivazioni. Tutto
ciò, quindi, si innesta nel percorso tormentato di questa opera.
Ecco le motivazioni
di Mario Salvetti, 30.03.2011
Negli scorsi giorni avevamo dato la notizia dell’annullamento da parte del Comune della gara
per la realizzazione della nuova scuola materna di Lugagnano.
Nel dare la notizia avevamo segnalato come
per le motivazioni il Comune rimandasse ad
una Determina che avrebbe dovuto essere reperibile sul sito comunale, dove invece non era
presente. Ieri finalmente la Determina è stata
pubblicata e pertanto si sono potute conoscere
le motivazioni dell’annullamento della gara in
autotutela da parte dell’Amministrazione.
Nella sostanza l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), visto il bando di gara, ha
scritto al Comune un parere con il quale vengo-
L’Elzeviro
Veneto - Europa
“Uniti nella diversità”, questo è il motto dell’Unione Europea, dove
“uniti” è il programma, “diversità” è il dato di fatto. Ipotizziamo di
essere davanti a un cartello che dispone il divieto di guadare un
corso d’acqua in caso di pioggia, per esempio il Tramigna presso
Tregnago. La maggioranza dei centroeuropei, a cominciare dagli altoatesini, in caso di pioggia, e a maggior ragione di acqua fluente in
quel corso d’acqua che per il resto è in genere asciutto, si asterrà
dall’attraversare e cercherà il ponte più vicino, per il solo fatto (si
stenta a crederlo) che un cartello dispone un divieto. La
maggioranza degli europei mediterranei, a cominciare dai
veronesi, stimerà l’altezza dell’eventuale
acqua fluente e le capacità di farvi fronte con il proprio mezzo. In caso di responso positivo (“ce la dovrei fare”) si
disporrà ad attraversare nonostante il divieto. Poi di regola rimarrà in balìa della
corrente e qualcun altro dovrà occuparsi di
salvargli la vita, con rischi e pericoli.
La diversità è lampante. Nel primo caso c’è
qualcuno che si fida a priori delle decisioni che qualcun altro ha
preso nel nome della sicurezza collettiva e in base a un calcolo sul
rischio accettabile. Nel secondo caso, il nostro, ci sono milioni di
“esperti” che presumono di saperne di più del gestore della strada.
Oppure che fanno un inversione a U, ma solo se non vengono auto
dalla parte opposta; oppure attraversano i binari della ferrovia del
Brennero, ma solo se non vedono arrivare treni: è già qualcosa,
niente manifesti kamikaze, solo inconsapevoli aspiranti suicidi.
L’atteggiamento mediterraneo, anarcoide, può però essere utile
nel caso di eventi imprevisti la cui gestione non è stata quindi pianificata. Dunque, “uniti nella diversità”, perché ognuno ha il suo…
“talento” e a volte è utile essere abituati a vivere alla giornata e
proseguire… “alla mano”…. Negli altri casi, se qualcosa
va storto ma ci si salva, multe a casa e rimborsi da migliaia di euro ai soccorritori…
Marco Spazzini
[email protected]
presente su
no “mossi rilievi in merito alla fissazione di alcuni
requisiti di natura economico finanziaria richiesti
per la partecipazione alla suddetta procedura ristretta, riscontrandoli eccessivamente restrittivi
rispetto all’entità dell’appalto”. Di fatto
l’Amministrazione aveva messo in gara un bando che prevedeva per la partecipazione che le
Imprese interessate dimostrassero di possedere dei requisiti economico-finanziari eccessivi
rispetto a quelli necessari per la soglia di importo di quel tipo di gara d’appalto. Nella Determina n. 253 del 21 marzo il Responsabile
del Settore Lavori Pubblici del Comune Architetto Vincenzi Massimo scrive che “le osservazioni espresse dalla sopra citata Associazione
(NdR ANCE) possano essere condivisibili e che i requisiti richiesti per la partecipazione alla gara siano
suscettibili di essere valutati eccessivamente limitativi per le imprese in fase di selezione tali da aver influito sulla potenziale platea dei partecipanti con conseguente possibile compressione della concorrenza”.
Quindi bando di gara annullato in autotutela e restituzione al mittente dei plichi di partecipazione già inviati dalle tre imprese partecipanti. Ora andrà rimesso in
gara un nuovo bando, con conseguente slittamento
dei tempi di aggiudicazione ed affidamento lavori.
Il derby di ritorno va al Sona
di La Redazione, 15.03.2011
Si è tenuto domenica scorsa sul campo del Sona una classica del calcio locale: il derby tra i padroni di casa del
Sona Mazza ed il Lugagnano. All'andata ad imporsi era stata la squadra
da Seta
Il 61° numero de Il Baco
gialloblu. Il Lugagnano parte forte ma
copie.
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Data di stampa: 27 aprile
vantaggio, poi il Sona prende coragica
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difficoltà la difesa granitica del So-
Questo Numero
LA CORNICE
di Elena
na. Nel secondo tempo il Lugagnano parte alla grande e tanto spingere ottiene i suoi frutti. La squadra di
Mister Gasparato perviene infatti al pareggio al 25°
con un goal del solito infallibile Meda su rimpallo del
portiere Pimazzoni, partita straordinaria la sua oggi.
La partita si accende e le due squadre giocano a viso
aperto su un campo che diventa sempre più pesante
causa la pioggia insistente. Sugli effetti di un calcio
d’angolo la palla arriva sulla testa del numero 4 del
Lugagnano Baietta che, per evitare l’arrivo di un giocatore della formazione di Mister Donadel (nella foto),
insacca la più classica delle autoreti. A questo punto
il Lugagnano si innervosisce e non riesce più a recuperare il risultato per la gioia dei ragazzi rossoblù.
Che gara!
di Giuliano Turrini, 11.04.2011
Si è corsa ieri domenica 10 aprile la 14esima edizione della gara amatoriale di mountain bike organizzata dagli Alpini del Comune di Sona. Grande successo
con oltre 500 ciclisti in gara in una giornata splendida caratterizzata da temperatura quasi estiva. Due i
tracciati, di 25 e 50 km. Quest'anno la partenza era
fissata nel capoluogo, a Sona davanti all'osteria
S.Quirico (ex Millennium). Alle 9.00 lo start libera un
fiume di rampichini, che si muove verso Lugagnano,
quindi Caselle di Sommacampagna, loc. Siberie, loc.
Mirabella, Madonna di Monte. Si entra così nel parco
delle colline moreniche, passando per loc. Montresora, (in via Calvisana c'è il bivio dei 25 km) quindi si
arriva a Guastalla, si prosegue verso Custoza e si attraversa il fiume Tione arrivando così al Serraglio. Si
prosegue per Rosolotti, Oliosi, loc. Montelupo, loc.
Corte, giungendo così a San Giorgio in Salici. Si continua per loc. Centurara, poi verso loc. Casotto, Bosco,
Girelli, collina di S. Martino. Ultimo sforzo disumano è
lo strappo di via pozza della lastre... e poi finalmente
l'arrivo a villa Romani. Ormai è inutile ripetere quanto
sia splendido questo tracciato, considerato da molti
come il più bello della provincia. Un grazie agli Alpini
del nostro Comune per la capacità organizzativa, affiancati dalla preziosa collaborazione di SOS, Protezione Civile e Vigili Urbani.
Via di Mezzo, 8 - 37060 Lugagnano
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tavolo e da parete, cornici per vassoi e orologi, composizioni di fiori pressati, proposte per nascite e per camerette
di bambini, oltre ad un’ampia e diversificata scelta di cornici di grande qualità. E’ inoltre possibile aprire presso di noi
le vostre liste nozze.
Venite a visitarci sulla nostra pagina di Facebook
A S S O C I A Z I O N I
L’AVIS di Lugagnano e la scuola
del Direttivo Avis di Lugagnano
L’Avis pone grande importanza all’attività di sensibilizzazione nel mondo della Scuola. Per questo,
anche quest’anno si sono svolti gli incontri fra i
rappresentanti dell’Associazione e gli alunni delle
prime e terze medie della scuola Anna Frank di
Lugagnano con lo scopo di promuovere la cultura
della donazione.
In quattro date nel mese di marzo, grazie alla disponibilità della dirigente Dott.ssa Piera Cattaneo
e dei docenti, in particolare del Prof. Cambioli, abbiamo potuto illustrare a circa 160 ragazzi
l’importanza del sangue e della sua funzione. Come sempre ci siamo avvalsi della competenza dell’amico Norberto Masi dell’Avis di Bussolengo
che con l’ausilio di materiale audiovisivo ma specialmente con la sua passione, ha illustrato con efficacia la storia della donazione del sangue evidenziando i grandi progressi compiuti dalla scienza
medica dai primi tentativi fino ai giorni nostri. Ai ragazzi, che hanno dimostrato notevole interesse
sull’argomento, sono state poste in risalto
l’insostituibilità del sangue, la necessità di averne
sempre a disposizione per salvare tante vite e
quindi l’importanza della Donazione. Alla fine
ognuno di loro ha ricevuto in omaggio un kit contenente materiale di cancelleria e materiale informativo sulle attività dell’Associazione.
Con questi incontri l’Avis si propone di divulgare
tramite i ragazzi il
messaggio di solidarietà nelle famiglie coinvolgendo i
genitori, potenziali
donatori da subito,
e gli stessi ragazzi
potenziali donatori di
domani. Nelle foto alcuni momenti degli
incontri presso la
scuola.
Volontariato
La situazione delle donazioni
del Gruppo AVIS di Lugagnano
Dopo un incoraggiante avvio nel
mese di gennaio 2011 con un incremento significativo di donazioni rispetto allo stesso mese del
2010, in febbraio purtroppo dobbiamo riscontrare un preoccupante calo. L’invito ai donatori è
sempre lo stesso: rechiamoci al
centro trasfusionale puntualmente per la nostra donazione anche
dovendo affrontare qualche
disagio. Il nostro gesto assumerà
ancora maggior valore e le persone bisognose di sangue ce ne
saranno maggiormente grate.
Autodesi,
servizi e qualità
In questo numero incontriamo Autodesi,
la concessionaria d'auto proprio a due
passi da Lugagnano.
Da quanto tempo Autodesi svolge la sua
attività e quando è nata?
Nasce ufficialmente nel 1997, quando i
due titolari, marito e moglie, che già lavoravano nell’azienda di famiglia, ne diventano titolari, prendendo il testimone dal
papà che aveva aperto l’Officina meccanica a Bussolengo nel lontano 1963.
Avete un target particolare di clientela?
L’Autodesi nata come Service Partner
Volkswagen e Skoda, con il 2011 apre le
porte anche alle auto di altre marche e si
dota di un Tester di ricerca guasti multi
marche.
Puntate sulla qualità e sul servizio: con
quali modalità?
Puntiamo sulla qualità e sul servizio a
360°: la qualità è ricercata attraverso la
dotazione di attrezzatura sempre all’avanguardia per poter risolvere i problemi
coadiuvata da una formazione permanente di tutto il personale. Puntiamo su: manutenzione ordinaria e piccole o grandi riparazioni. Servizio pneumatici : vendita e
sostituzione con la possibilità del deposito gratuito dei pneumatici estivi/invernali
presso il nostro magazzino. Servizio carrozzeria per grandi e piccoli interventi con
la riparazione e/o sostituzione del parabrezza, servizio revisioni e bollino blu.
Servizio clima; vendita accessori e ricambi originali o omologati. Express service
servizio di assistenza rapida e senza prenotazione. Soccorso stradale e traino.
Vettura sostitutiva o servizio gratuito di
accompagnamento cliente.
Avete offerte particolari al momento?
Proponiamo periodicamente delle offerte
che vanno da particolari sconti sulla manutenzione ordinaria alla promozione di
accessori. Adesso proponiamo il “pacchetto primavera” cioè igienizzazione dell’abitacolo e sostituzione del filtro antipolline, il tutto da € 40,00 ad € 50,00. Altre
offerte, come il vivavoce Parrott: vieni a
vederle da noi!
Tutti i lettori che che si recheranno presso
Autodesi per eseguire qualsiasi tipo di intervento, portando con sé la copia del
Baco, riceveranno un prezioso omaggio.
La Foto
Elementari
in Vaticano
2 aprile 2011, il nutrito gruppo di genitori, ragazzi e maestre della classe
quinta E della
Scuola Primaria di
Lugagnano, sosta
per la foto di gruppo
in Piazza San Pietro,
a Roma. Un ringraziamento particolare alle Maestre Sabrina e Teresa Albertini
La Foto
Arcobaleno a
Sona nell’estate
2010
Foto Matteo Musolla.
Villa Eire:
Il Baco da Seta
pizzeria e cucina
in un ambiente
da sogno
Ritaglia questo coupon e
presentalo alla cassa di Villa Eire.
Offerta riservata ai lettori del
Baco da Seta.
Mandateci
i vostri
scatti
Avete una foto particolare
che ha qualche riferimento
con le nostre Frazioni? Qualcosa di curioso ed unico?
Siete in vacanza con parenti
o amici? Fatevi uno scatto
con la nostra rivista e inviatecelo. Sarà un piacere pubblicarlo. Attendiamo vostre
foto, con una riga di descrizione, all'email
[email protected] oppure alla sede de Il Baco da
Seta, via Beccarie 48,
37060 Lugagnano (Verona).
Sopra: “Sono un abitante di Lugagnano
e da 6 anni vengo ogni anno in Kenya,
villaggio Timboni, tra Mombasa e Malindi. Da buon vecchio alpino ho adottato la mia "penna nera". Arrivederci
da Gian Antonio Morandini”.
Qui sopra “Gli Olds Mancalacqua (Vini
Fabiano) salutano tutti i loro tifosi...”.
Sotto Fabio Dolci e Sara Adamoli in
Brasile a Rio de Janeiro.
A destra il Baco al Cairo in Egitto con
un venditore di papiri (Foto Enrico
Olioso)
Amici di Sona ad Agra (india) nel gennaio 2011: Laura, Sergio, Nadia, Luisella,
Don Flavio, Stefania, Valentino, Luciana
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Bussolengo (Verona) - Via Virgilio 8 – Tel. 045 7157672 - Fax 045 7152094
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Sopra Ajaccio, Corsica gruppo con alcuni palazzolesi (davanti al monumento a Napoleone). Sotto Giuseppe, Carla, Antonia, Luigi, Edda, Renato, Mariuccia di Palazzolo visitano il Museo di Garibaldi a Caprera.
La Foto
I pulcini dell’AC Lugagnano
al Bentegodi
La squadra di calcio 2002 dell’AC Lugagnano, allenata da Marco Lavarini e Nicolò Bergamin, prima di un'esibizione nello stadio
Bentegodi, ricolmo di spettatori per una partita dell'Hellas Verona.
L A
C U R I O S I TA ’
I nostri paesi visti con occhi diversi
Prosegue la pubblicazione di fotografie scattate da Mazzi Gianluigi,
utilizzando una reflex digitale con teleobiettivo.
Il nostro percorso fotografico incontra questa volta la zona industriale di Lugagnano, celebre soprattutto per due grandi strutture,
la Grande Mela e relativo indotto e la Sun Oil con i suoi grandi contenitori. Tutto sembra differente, almeno al primo impatto: ma poi,
piano piano,
si posiziona
l’immagine
di una strada, di una
zona del nostro abitato,
in un luogo
che già conosciamo e
che è memorizzato nel nostro cervello, ma con un punto di vista
completamente diverso. Ci si accorge allora del “disordine urbanistico” della strada sul lato ovest della Grande Mela (foto sopra),
che raccoglie tutta la segnaletica posta su
questa via e termina con la grande Corte di
San Francescoo detta “del Maran”.
E che dire dei grandi “silos” della Sun Oil: tristemente conosciuti per quanto contengono,
nelle foto invece acquisiscono un valore differente. Sembra una struttura industriale degli
Anni 50, ordinata ma dismessa, con un suo
fascino.
Nel prossimo numero andremo a scoprire San
Giorgio in Salici e le sue Colline Moreniche.
Foto di gruppo
della cena del
1974 che si è
tenuta alla pizzeria "La Cascina" vicino alla
Grande Mela
venerdi 19 novembre 2010.
La Foto
Cena della classe 1974 di Lugagnano
L ’ I N T E R V I S TA
“Guardando sempre avanti”
Matteo Cordioli, una vita in
Cina partendo da Lugagnano
di Mario Salvetti
In questi anni nei quali la globalizzazione a tutti i
livelli ha investito pienamente anche il Comune di
Sona molti sono stati i nostri concittadini che, per
motivi differenti, hanno scelto di andare a lavorare all’estero. In questo numero abbiamo voluto incontrare uno di quelli che se n’è andato a vivere
probabilmente più distante da casa, Matteo Cordioli. Grazie alle possibilità virtualmente illimitate
di internet, e di facebook, siamo riusciti a contattarlo e a farci raccontare i tanti perché e per come della sua scelta di vita.
Matteo, per iniziare raccontaci qualcosa di te, per
i nostri lettori. “Probabilmente alcuni di voi mi conosceranno già in quanto facente parte delle vecchie famiglie di Lugagnano. Sono nato a Bussolengo e ho frequentato asilo, scuole elementari e
medie a Lugagnano. Le superiori le ho passate a
Villafranca, al Medi, liceo sperimentale in lingue
estere, dove ho imparato inglese, francese e tedesco. Vista la passione per le lingue ho continuato
su questa strada anche all'Università scegliendo il
Dipartimento di Lingue Orientali, magistero Cinese, a Ca' Foscari nella meravigliosa città di Venezia”. Studiare il Cinese ci sta, ma poi come si fa a
finire a viverci in Cina? “Tutto è cominciato per
caso. Avevo appena finito l'Università, stavo attendendo di partire per il militare, che poi non ho poi
più fatto, e dovevo aspettare qualche mese prima
della chiamata. Era inverno, non avevo niente da
fare in campagna, e non avevo sufficienti soldi da
poter dire ‘parto e faccio un bel viaggio’, per cui
mi sono iscritto ad una società di lavoro interinale
e ho cominciato a lavorare come magazziniere per
un'azienda locale di abbigliamento. Cicola e ciacola sul lavoro si è sparsa tra i colleghi la notizia dei
miei studi fino ad arrivare alle orecchie del titolare
dell'azienda che mi fece un primo colloquio di lavoro... fallimentare!! Avevo appena finito
l’università ed ero a corto di esperienze lavorative.
Ero depressissimo, ho sempre avuto voti buoni e
non ero mai stato criticato in modo così aspro per
il fatto di avere un’educazione umanistica inutile
sul lavoro. Ho usato quell'energia nel cercare di
colmare le lacune che mi erano state indicate in
fase di colloquio e tornando indietro con gli anni
ammetto che quella strapazzata e’ stata molto utile. La chiamata alle armi non arrivava e sono rimasto a lavorare come magazziniere per qualche
mese in più, ci siamo conosciuti meglio e hanno
deciso di mandarmi in Cina e... here I am”. E dove
vivi adesso? “A Qingdao, una bella città sul mare
di circa 8 milioni di persone, 3 solamente nel ‘comune’ dove risiedo. E’ stata definita più volte la
città più a misura d’uomo in Cina, questo per farvi
capire che tutto è relativo, 8 milioni di persone in
Italia non verrebbero definiti come “a misura
d’uomo”. Se avete voglia e tempo guardatevi qualche news su wikipedia o foto su google. Nel 2008
ha ospitato le olimpiadi di vela e windsurf, per cui
qualche cosa di sicuro la trovate”. Facciamo un
passo indietro, come hanno vissuto i tuoi genitori
la tua scelta di andare a vivere così lontano? “Sinceramente bisognerebbe chiederlo a loro. Fin da
piccolo ho sempre avuto una vocazione verso il
fuori, verso lo straniero, ma allo stesso tempo conviveva in me un carattere tranquillo, poco avventuroso, per cui in giovane età ho viaggiato solo con
la fantasia e poco con le mie gambe. E’ cambiato
tutto quando ho cominciato a vivere a Venezia, la
mia proverbiale incapacità di arrangiarmi negli
spostamenti si è fatta da parte e finalmente alla
fantasia si è accompagnata anche la realtà. Penso che ognuno abbia una vocazione nella vita e
che i miei genitori l’abbiano capito, che in fondo
era quello che ho
sempre voluto
fare. Stare in
una comunità
composta da
gente di tutto il
mondo e poter
parlare di massimi sistemi o di
quanto è buona
la pearà mi da
una soddisfazione
del tutto particolare”. Ma in Cina ti
sei anche sposato! Come hai incontrato tua moglie? “Ci siamo conosciuti durante le
vacanze del Capodanno Cinese
2002. Il mio migliore amico cinese, Murphy (Ni
Zhenzhong) ci ha presentati e forse ci ha uniti il
fatto che sia io che lei passiamo la maggior parte
del tempo con il sorriso stampato sulla faccia. Gli
Sopra Matteo
e famiglia festeggiano il
primo compleanno di Veronica.
Sotto Matteo
con il figlio Nicola.
51
Sopra Matteo
con i colleghi
di lavoro.
Sotto con Nicola e Veronica, i
suoi figli.
opposti si attraggono, ma a volte anche i simili. Lei
si chiama Zhang Na, che si pronuncia Gian Na per
cui il suo nome italiano naturalmente è Gianna.
Abbiamo due bimbi: Nicola di quasi 6 anni e Veronica di 1 e mezzo. Noi tutti, bimbi compresi, amiamo allo stesso modo sia l’Italia che la Cina, pregi e
difetti inclusi. Nicola parla cinese ed inglese,
l’italiano lo impara solo quelle solite tre settimane
che spendiamo in vacanza in Italia, Veronica forse
capisce di più l’italiano che il cinese. E’ un discorso complicato, quando è nato Nicola spontaneamente le parole mi venivano fuori in cinese e allo
stesso modo quando è nata Veronica spontaneamente mi venivano in italiano, mia moglie si è adeguata e anche lei parlando con la bimba cerca di
usare tutto quello che sa nella nostra lingua. Dialetto zero”.
Quali ti sembra siano le maggiori differenze di vita famigliare e sociale tra Italia e Cina? “Differenze enormi, potrei parlare per una settimana. In Cina per tradizione i figli vengono affidati letteralmente ai nonni che crescono i nipotini in base alle
loro abitudini e modus vivendi, mentre i genitori
sono impegnati notte e giorno nel business, nel
guadagnare soldi, nel darsi da fare per tirare
avanti ‘la bottega’. Tutti fanno tantissimi sacrifici
per questi bambini, per farli studiare nella scuola
più esclusiva, per farli crescere nutrendoli con i
prodotti più cari, spesso importati, e altra cosa importante, facendo loro frequentare tantissime attività alternative, come pianoforte, violino, calligrafia, scacchi, corsi di matematica intensiva etc, il
tutto a partire dall’asilo!!!! Il risultato è che
questi
bambini sono spesso viziati, iperprotetti e eccessivamente seri. Ottimi scolari, per carità, il rispetto
per i professori qui è altissimo, ma stressati dagli
esami ancor prima di cominciare le elementari. La
competizione è altissima, in una società con un
numero di abitanti così alto non può essere che altrimenti”. Ti va di dirci cosa ti manca di Lugagnano e cosa ti manca dell’Italia? Cosa invece non ti
manca del nostro Paese? “Di Lugagnano mi mancano gli amici e parenti, questo è indiscutibile, e
mi manca la casa dove sono cresciuto. Dell’Italia
mi mancano tantissimo Venezia e tutte le città
d’arte, il verde delle colline e le strade strette e
tutte curve che non sai mai che cosa ti aspetta in
un paesaggio che dovremmo imparare a rispettare di più. Cosa non mi manca? L’inciviltà di chi
bomboletta alla mano sporca un edificio che magari ha 600 anni e che ci invidia tutto il mondo.
Non mi manca il battibecco per la difesa del piccolo orticello che fa sì che non si vada avanti in un
progetto più grande e non mi manca il fatto dell’italiano che vuol fare il furbo cercando di grattar
via 10 euro in più al turista straniero, non capendo
che il turista non è scemo e l’anno prossimo non
solo non tornerà più, ma ci farà una tal pubblicità
che tutti i suoi amici non avranno più voglia di
metter piede in Italia. Ultima cosa, non mi manca
per niente la televisione italiana”.
E come è vista l'Italia in Cina? “Era vista proprio
benissimo, italiani molto amati soprattutto grazie
al calcio. Negli anni Novanta Milan, Juve e Inter
hanno fatto entusiasmare un miliardo di persone,
Baggio è più famoso di Da Vinci, e nel 2006 grazie
ai Mondiali di calcio l’Italia ha avuto il suo apice. Il
marchio Kappa dopo la vittoria degli azzurri ha fatto degli affari da capogiro in Cina. Spesso collegavano l’Italianità al calcio, alle opere d’arte e alla
moda, perfino la mafia aveva un suo alone incredibilmente positivo per loro. Purtroppo da un paio
d’anni a questa parte la nomea dell’Italia è caduta
drammaticamente, causa degli exploit del nostro
capo di Governo. Non voglio fare politica e non voglio giudicare l’operato di alcuno, sto solo riportando cosa si dice del nostro paese, per cui non prendetevela con me. La credibilità del nostro paese è
stata messa a repentaglio e io lo subisco quotidianamente nei rapporti commerciali”.
Riesci a descriverci in poche parole cos’è la Cina
oggi? “Impossibile, sono dieci anni che sono qui e
non l’ho capito neanch’io. E’ un paese troppo
grande, con troppe contraddizioni e troppe cose in
divenire. Il centro di Pechino è ormai più moderno
di New York, Shanghai fa concorrenza a Milano
dal punto di vista del trend setting, ma allo stesso
tempo basta uscire di 30 km dalle metropoli per
vedere ancora mezzi di locomozione inadatti e
una grossa differenza negli stili di vita campagnacittà. Ad ogni angolo vedo spuntare infrastrutture
futuristiche tacciate dai locali con un “inadatte,
troppo piccole”, mi chiedo sempre, ma cosa volete
di più? La società cambia ormai di 5 anni in 5 anni. La nuova generazione è caratterizzata da un
pessimismo estremo che fa si che i ventenni si rinchiudono in internet e passano molto tempo ad
evadere dalla competizione quotidiana. I figli dei
nuovi ricchi sono strani, ne conosco alcuni e sinceramente non riesco a tenere il ritmo della conversazione, hanno avuto troppo, troppo presto. Lo
shopping è tutto online, tutto veloce, tutto ora, qui,
adesso. I ragazzi di campagna sono invece così retrò da farti rimanere stupito, come fa un popolo
ad essere così diverso e così omogeneo come
questo? E’ una sfida enorme
riuscire a tenere assieme un miliardo e mezzo di
persone, provvedere ad acqua, cibo, vestiti, divertimenti, offerte di lavoro adeguate, educazione… solo il pensare a tutto ciò fa venire il mal di testa.
Abito in un compound con una popolazione uguale a quella di tutto Lugagnano, come fanno a fornire il gas per tutti? E le immondizie?”.
Se guardi nel tuo futuro cosa vedi? “Domanda interessante. Per il momento qui c’è ancora lavoro,
per cui non c’è un progetto immediato di rientro,
ciononostante non escludo il fatto di tornare un
giorno in Italia. Sicuramente questi 10 anni hanno
influenzato moltissimo la visione della scuola che
ho e far studiare i bimbi in Italia sarebbe un “contro”. Un altro “contro” e’ il fatto di non poter dipendere dai suoceri così spudoratamente… ci hanno
viziato e ora facciamo fatica a rinunciarci in toto,
lo confesso. D’altra parte i miei figli e mia moglie
sono entusiasti della vita di campagna e non do
loro torto. Un punto a favore dell’Italia è sicuramente il sistema sanitario che alla fine funziona
meglio di tanti altri paesi; la densità di cose da poter vedere, di posti da visitare è un altro grossissimo punto a favore del Bel Paese. In Cina pure ce
ne sono tanti, ma le distanze sono enormi e ti passa la voglia, soprattutto quando ti trovi davanti così tante persone e devi fare ore di colonna per
ogni monumento che vuoi vedere da vicino. Il traffico cinese è un’altra di quelle cose che ti toglie
ogni energia, ma il governo sta spendendo grosse
somme per costruire tram, metro e altri sistemi alternativi e forse quello non sarà più un problema
in futuro. Almeno qualcosa si muove. Mi fa sempre paura questa immobilità italiana, sto via dieci
anni e cosa è cambiato? Un paio di rotonde in
più? Basta polemiche altrimenti vengo linciato la
prossima volta che torno in Italia”
Per chiudere, ai ragazzi del nostro Comune consigli un’esperienza, se non di vita almeno di qualche mese o anno, all’estero? “Secondo me dovrebbe essere obbligatorio. Io sono forte sostenitore di Erasmus etc, ma non sono esterofilo, non
fraintendetemi. Assolutamente non affermo che
l’erba del vicino è più verde della nostra, così come non credo che l’Italia sia il paese migliore al
mondo. So solo che confrontandomi con gente
proveniente dall’Australia, Inghilterra, Olanda, Brasile, America, Giappone, Corea, Sudan, Sudafrica,
Germania, Danimarca, Svezia, Polonia, e decine di
altri paesi, ho capito cos’è che abbiamo e che dovremmo imparare ad apprezzare e a rispettare di
più e cos’è che altri paesi hanno e che dovremmo
studiare e cercare di applicare nel nostro mondo.
Se non avessi fatto una lunga esperienza all’estero molto probabilmente non me ne sarei mai accorto”. Mandi un saluto alla comunità di Sona in
Cina
Ecco dove vive
Qingdao, meglio conosciuta in
occidente come Tsingtao, è una
città sub-provinciale nell'est della
provincia di Shandong , Cina.
Confina con Yantai a nordest,
con Weifang a est e con Rizhao
a sudovest.
Situata sulla
Penisola di
Shandong girata verso il
Mar Giallo,
Qingdao oggi
è un importante porto,
base navale e
centro industriale. È anche sede della Distilleria Tsingtao. La geografia della città è relativamente pianeggiante mentre
attorno spicca qualche rilievo. La
città ha una costa lunga 730.64
chilometri. Attraverso il mescolamento dell'architettura cinese e
tedesca (fu governata dalla Germania a cavallo del 1900), combinato con strutture moderne e
superstrade, lungo spiagge, rocciosi promontori, e pittoreschi cipressi Qingdao ha un'atmosfera
unica nel mondo.
cinese?
“亲爱的SONA, 你对我是个妈妈, 可是这个儿子
还需要走遍全世界 总有一天我们会再见面 再见
睦德友”.
Che cosa significhi proprio non sappiamo dirvelo.
Festeggiamenti
Giuseppe e Giuseppine in festa
Come ogni anno i Giuseppe e le Giuseppine di Lugagnano si sono ritrovati a ristorante Settimo Cielo per festeggiare il loro onomastico il 19
marzo (Foto Liber)
L ’ E S P E R I E N Z A
La rivoluzione vista da dentro
Breve cronaca di un “caldo” soggiorno al Cairo
di Enrico Olioso
[email protected]
Sotto manifestanti che sfilano per le vie
vicine all'istituto salesiano.
In basso Gabriele e Raffaele con i militari ed alcuni
attivisti davanti
ad un carro armato.
presente su
La distanza amplifica gli avvenimenti. Questo è il
leit-motiv di ogni persona che ho incontrato al Cairo durante un soggiorno per lavoro nei primi giorni
di aprile a poco più di un mese di distanza dal 25
gennaio, giorno della rivoluzione in Egitto e la destituzione del presidente Mubarak.
Sì, chi è lontano le informazioni le riceve dagli organi di stampa i quali devono comunque creare interesse e curiosità in modo da indurre
le persone a leggere i giornali o seguire radio e televisione. Lo sappiamo. Certo che in quei giorni di manifestazioni
violente, la paura e l’incertezza regnava tra le per-
54
sone e tuttora, nonostante la situazione sia più
tranquilla, il periodo di transizione politica è vissuto nell’incertezza di un popolo che sa cosa ha lasciato ma non ha chiaro quale futuro lo aspetta.
Ma questo breve viaggio al Cairo mi ha permesso
anche di conoscere con sorpresa numerosi italiani che vivono e lavorano in questa caotica capitale
dove il traffico e lo strombazzare delle auto è una
costante 24 ore su 24. Il luogo dove questa esperienza si è svolta è stato l’Istituto salesiano Don
Bosco, una scuola tecnica superiore di lingua italiana che si trova non molto lontano dal centro. La
specificità di essere una delle due scuole di lingua
italiana al Cairo (con tanto di programmi ministeriali italiani), la porta ad essere polo di attrazione
di insegnanti italiani che vivono con la loro famiglia in Egitto o che coniugano l’opportunità di svolgere l’attività di insegnamento con la possibilità di
fare una esperienza all’estero.
Raffaele e Gabriele sono due operatori di un progetto del VIS (Volontariato Internazionale per lo
Sviluppo), organizzazione non governativa dei salesiani per i progetti di cooperazione con i paesi in
via di sviluppo, che è finalizzato a qualificare
l’attività di formazione degli insegnanti attraverso
l’introduzione delle nuove tecnologie didattiche;
Maria e Shadia sono due insegnanti di italiano a
vario motivo legate con questo paese di lingua araba; Giorgio è un dirigente scolastico in pensione
interessato ad una nuova esperienza professionale in terra d’Egitto. Molti altri insegnanti che operano in questa scuola sono invece stabilmente residenti in Egitto in quanto legati ad un coniuge egiziano o perché figli di famiglie miste.
Insomma una piccola cittadella italiana all’interno
di una capitale con più di 20 milioni di abitanti.
Queste persone mi hanno raccontato che quando
il 25 gennaio è iniziata d’improvviso la rivoluzione,
La Scheda
Mai più come prima?
lo stato di agitazione di cui giornali e televisione
parlavano li ha portati a restare dentro le sicure
mura dell’istituto ed in pochi giorni ad organizzare
un temporaneo rimpatrio in attesa che il clima politico si stabilizzasse.
Ma per meglio capire quanto effettivamente stava
accadendo, un giorno si sono presi la libertà di fare un veloce giro in centro e scattare alcune delle foto che vedete pubblicate: carri armati e popolazione in agitazione e la consapevolezza che si
stava operando un cambio nella storia d’Egitto.
Dalle opinioni raccolte è emerso da parte di tutti il
sostegno alla rivoluzione come segnale di rifiuto
della politica di Mubarak e della prospettiva di
passare la responsabilità al figlio Gamal. Questo
ultimo elemento ha favorito il parziale sostegno alla rivolta anche da parte dell’esercito; il figlio infatti non è militare...
Ora che la situazione è più tranquilla, pur con alcuni presidi militari in luoghi strategici, la popolazione pensa alla campagna elettorale in previsione
delle elezioni presidenziali di ottobre. Stanno nascendo una miriade di partiti autonomi sostenuti
da vari leader anche se i favoriti restano il partito
del presidente uscente Mubarak ed il partito della
“Fratellanza musulmana”.
La popolazione di origine cristiana, a cui fanno riferimento gli italiani conosciuti, è poi particolarmente preoccupata nel caso di vittoria della “Fratellanza Musulmana”, per i rischi di discriminazione religiosa che questa potrebbe portare, superiore di certo a quella già latente da sempre. Camminando per le vie del centro, dalla vitalità tipicamente araba, si respira in modo intenso un senso
di precarietà non solo politica, ma anche sociale
ed economica. Infatti, ad una povertà diffusa, in
questo periodo si è aggiunto il forte rallentamento
del turismo, principale fonte economica. Abbiamo
incontrato molti giovani impiegati negli hotel sul
Mar Rosso e nelle attività turistiche legate all’antica civilità egizia che in questo periodo sono disoccupati, in attesa che i turisti tornino.
Il ruolo di Internet e dei Social Network nel favorire le comunicazioni tra i giovani, i principali attori
della rivoluzione in atto non solo in Egitto, è confermato da Pier, giovane salesiano cristiano armeno
siriano che grazie a Facebook è costantemente informato anche dell’evoluzione della situazione politica nel suo Paese. Certo, dice Pier, spesso le informazioni che vengono condivise dai vari amici
non rispecchiano l’effettiva realtà anche per
l’enfasi utilizzata nelle comunicazioni. Ma altrettanto certo, secondo alcuni insegnanti italiani resi-
denti al
Cairo, è
che una
rivoluzione così rapida non
può essere stata favorita solo
dall’attivismo dei
giovani.
L’interesse
dei militari
l’ha sicuramente so-
a
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Le culture di provenienza
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questi paesi emergenti son
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stenuta.
Uno dei maggiori problemi attuali, dice Ashfar salesiano egiziano cristiano copto, è che durante la
In alto carri armati
rivoluzione le forze governative hanno liberato dalnelle vie del cenle prigioni numerosi delinquenti che ora a piede litro del Cairo nei
bero, creano una situazione di paura che limita la
giorni della rivolulibertà delle persone.
zione. Qui sopra
Insomma, una situazione dal punto di vista della
Enrico Olioso con
vivibilità non certamente favorevole, ma che sta
dando fiducia e senso di appartenenza a tanti
il Baco davanti al
giovani che in questa occasione colgono
museo egizio.
l’occasione per essere protagonisti del futuro della
loro nazione. Situazioni che fanno
riflettere anche noi italiani rispetto
alla celebrazione dei 150 anni
dell’unità d’Italia che quest’anno
Troverete il prossimo
numero de
in numerose occasioni si celebraIl
Ba
co
da
Se
ta
in
uscita nelle edicole
no per
e nei consueti punti
rievocare lo spirito patriottico di
di distribuzione da
quei tempi.
sabato 2 luglio 2011
Prossima Uscita
C O M U N I TA ’
Sfilata da record per il Carnevale di Lugagnano
Si è tenuta domenica 27 marzo scorso la tradizionale grande sfilata del carnevale di Lugagnano.
Come consuetudine perfettamente organizzata e
gestita dal Comitato Carnevale Benefico Lo Tzigano, e appuntamento finale di un ricchissimo
programma carnevalesco, la sfilata si è tenuta in
un clima di grande festa e allegria. Numerosissimi
gli spettatori letteralmente assiepati ai bordi delle
strade, dai più piccoli ai più anziani, tutti coinvolti
da questa bella festa di paese che ha colorato le
strade di Lugagnano per più di tre ore.
Nelle foto alcuni dei momenti della bella giornata.
Tutte le foto sono pubblicate sulla pagina facebook del Baco. Sul sito del baco
www.ilbacodaseta.org è inoltre visionabile un video che racconta alcuni momenti della sfilata.
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La Serata
Tutte le Associazioni assieme
Giovedì 24 marzo, all’interno dei festeggiamenti del carnevale, si è tenuta presso il palatenda di Lugagnano una bella serata dedicata a
tutte le Associazioni del Comune. Moltissimi i partecipanti. L’ottima
cena è stata allietata dalle gag di Beppe Bifido, un comico che sta incontrando grande successo in provincia di Verona e non solo.
Il ricavato della serata - promossa anche dalla Pro Loco di Sona - è
stato devoluto agli alluvionati di Soave e di Monteforte.
Immagini
Trovate le foto su Facebook
Sulla pagina facebook de Il Baco da Seta sono pubblicate tutte le foto scattate in occasione della sfilata di carnevale di Lugagnano.
Comunità
Famiglie in maschera
Il Comitato Genitori di Lugagnano ha
organizzato domenica 20 Marzo una festa di carn
evale per
le scuole dell'infanzia e primaria di Luga
gnano.
La festa - molto partecipata - si è tenu
ta presso il
Centro Ippico Sporting Club Paradiso
di Caselle.
Tutti in maschera per un pomeriggio all’in
segna
del divertimento, con tanti giochi, mus
ica, truccabimbi, premi e la fantastica lotteria fina
le!
Gemellaggi
Undici anni di amicizia con Weiler
di Federica Valbusa
Il 5, 6 e 7 marzo l’associazione Carnevale benefico “Lo Tzigano” di Lugagnano ha sfilato a Weiler, in Germania, con
il Weilerer Carnevale Verein, con cui ha
festeggiato gli 11 anni di gemellaggio.
Hanno partecipato alla visita anche alcune maschere di Mozzecane e di Mirandola, Comune con cui siamo legati
dal gemellaggio italiano. Ad animare la
“serata italiana” del sabato sera, con
cena a base di risotto al tastasàl e vino
Bardolino, c’era il gruppo degli Allegro
Vivo Bis.
Pochi, forse, sanno che questo “gemellaggio carnevalesco”, suggellato ufficialmente a Lugagnano il 24 marzo 2000
e confermato poi a Weiler il 25 febbraio
2001, ha preceduto il gemellaggio comunale, firmato dalle due parti nel
2002 e confermato definitivamente nel
2003. I festeggiamenti di quest’anno
sono stati particolarmente sentiti dagli
amici di Weiler, che attribuiscono al numero 11 un valore estremamente simbolico: il loro carnevale, infatti, si apre
sempre l’11 novembre alle 11. Va infine ricordato, come nota di merito per il nostro piccolo Comune, che quello siglato
fra Lugagnano e Weiler è stato il primo
“gemellaggio carnevalesco” in ambito
europeo.
C A R N E V A L E
Lugagnano sempre più per i ciclisti
Importate dal Basson, arrivano le bici pazze
di Gianluigi Mazzi
Per tutti le bici pazze sono quelle del Basson? Per
anni, nelle sfilate paesane del carnevale, il gruppo
folcloristico del Basson divertiva il pubblico con
delle originalissime bici e con degli show di strada
simpaticissimi. Ebbene sì, queste bici, oggi sono ritornate, dopo qualche anno di soffitta, e sono diventate le “Bici Pazze di Lugagnano”! Abbiamo
voluto incontrare Luca Pasquali, il presidente del
gruppo, e Federico Ferrari, sempre del direttivo,
che ci hanno concesso questa intervista.
Come nascono le Bici pazze di Lugagnano?
Il nostro gruppo è nato lo scorso inverno quasi per
scherzo, tra una ciacola e l'altra al bar: "Dai che
femo qualcosa per il carneval!". Subito abbiamo
pensato alle idee più strane e bizzarre, poi ci sono
venute in mente le bici pazze del Basson che erano ferme da parecchi anni. Ci siamo attivati andando a chiedere ai presidenti del vecchio gruppo
se era possibile riutilizzarle e per correttezza magari cambiare anche il nome. Dopo il loro consenso abbiamo iniziato il vero e proprio restyling! Essendo quasi tutti del paese abbiamo deciso per
"Bici Pazze di Lugagnano". Ci trovate anche su Facebook.
Siete un bel gruppo? Chi partecipa alle sfilate?
Siamo partiti tra di noi in compagnia e poi fortunatamente si sono aggregate altre persone con le
quali, sfilata dopo sfilata, abbiamo legato e si è
creato un bel rapporto d'amicizia fino ad arrivare a
formare un gruppo di una trentina di persone affiatate! Come ogni gruppo che si rispetti c'è un
presidente, un vicepresidente e pure un segretario
che si occupano di organizzare le varie uscite, ci
sono gli amici pagliacci che animano il gruppo ed
infine le persone che ci hanno aiutato a sistemare
gran parte delle bici e a inventarne qualcuna!
A quali eventi avete già partecipato?
La nostra prima mossa da gruppo è stata quella di
iscriverci al coordinamento del carnevale della provincia e come primo anno, le Bici Pazze di Lugagnano, sono riuscite a farsi conoscere in ben 15 manifestazioni carnevalesche
E alla grande sfilata di Lugagnano?
Alla tanto attesa sfilata di Lugagnano, abbiamo
raggiunto i 38 partecipanti al gruppo: 34 pagliacci in divisa e 4 meccanici "special guest" di
questa giornata. La sfilata è stata bellissima!
Qualcuno da ringraziare?
Grazie a tutti coloro che hanno collaborato con
noi, e un grazie in particolare agli sponsor che
ci hanno sostenuto fin dall'inizio di questa fantastica esperienza! Ringraziamo in particolare
lo staff delle Bici Pazze della Bassona per averci dato la possibilità di
ricreare ciò che per loro è stato motivo di orgoglio.
Le risposte fanno capire che c’è
grande entusiasmo tra questi giovani. Dobbiamo a questo punto confermare quanto già i nostri nonni dicevano di Lugagnano: un paese di burloni. Pensate che un’intera zona abitata, tra il 1930 e il 1950, era stata
battezzata Borgo Carnevale, oggi via San Francesco, proprio per la simpatia che trasmettevano ad
ogni momento
di festa. Speriamo che queDa circa un mese gira la voce di una
nuova maschera a Lusto DNA cargagnano. Oltre allo Tzigano, maschera
storica del paese, si
nevalesco, riparla sempre più della nascita di una
nuova figura carnevaspettoso ed inlesca: il Conte della Corte Beccarie!
Informazione da verifitelligente, procare e che andremo meglio a descriver
segua nei gioe nei prossimi numeri.
Ci hanno comunque riferito che si sare
vani (e meno
bbero già tenute
delle riunioni e che sarebbe già stato
giovani) di Luidentificato il Conte
per il 2012, “pescandolo” tra le figure
gagnano.
più DOC della contrada Beccarie. Staremo a vedere.
GM
Ultima Ora
Una nuova maschera a Lugagnano?
C O M U N I TA ’
Palazzolo: ecco come festeggiare la figura della donna
di Elena Catalano
L’8 Marzo 2011 al Circolo Noi di Palazzolo ben
83 donne, dopo aver partecipato alla S. Messa celebrata da Don Angelo, si sono sedute attorno ad
un tavolo. Non per discutere di quote rosa e neppure per cantare l’inno al velinismo. Semplicemente per mangiare insieme (e ahimè, tanto!) nella
giornata internazionale della donna. Non aveva
sicuramente il sapore delle altre
numerose manifestazioni culturali
che onorano
l’avanzamento
della donna, ma
a tutte noi presenti, ha ricordato la necessità
di una continua
vigilanza per assicurare
l’uguaglianza
sia ottenuta e
mantenuta in
tutti gli aspetti della nostra vita civile e sociale.
Perché lo meritiamo.
Eravamo nonne, madri, figlie, felici di confondere
insieme le tre generazioni; tutte (o quasi!) adornate con un personale cappello originale e fantasioso, intente a odorare la mimosa o ancora a leggere frasi, considerazioni, massime di Mafalda sulle
donne. La musica e il karaoke erano il soggetto
ispiratore: chi cantava con passione e sentimento,
chi ballava e guidava le altre nel linguaggio del corpo. Insomma donne insieme che si sono scambiate parole di vita quotidiana. Parole forse già utilizzate e usate nella manifestazioni di piazza un po’
di tempo fa, parole che combattono inattese
sguaiatezze maschili, parole che riflettono un mondo cambiato. La condizione femminile era ben
riassunta attorno al tavolo. Ricordava da dove siamo partite noi donne: chi ha lottato per il lavoro (e
magari lotta ancora!), chi ha lottato per il diritto di
voto, chi lotta per essere una buona madre, chi
per essere un’attenta moglie, chi lotta per la famiglia. Modestamente siamo tutti esempi semplici
che hanno cambiato la storia. E adesso cosa facciamo del nostro destino femminile? Se le donne
vanno avanti talvolta con strumenti maschili, che
rosa è? Fate come noi: unitevi e mangiateci sopra... Nel frattempo riflettiamo e combattiamo…
La mia nonna, e sicuramente anche la vostra,
diceva che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare!
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C O M U N I TA ’
Sunday Together
Un’esperienza su misura per i ragazzi a San Giorgio
di Marta Bertoncelli
[email protected]
presente su
Realizzare nel concreto una proposta formativa
che coinvolga con naturalezza e spontaneità preadolescenti, adolescenti e giovani non è facile.
Eppure è ciò che accade da tre anni a questa
parte nella parrocchia di San Giorgio in Salici,
dove - grazie all’entusiastico impegno di molte
persone - si svolge con cadenza mensile la
“Sunday Together”. Si tratta di una domenica diversa dalle altre, volta a mettere l’accento sul
carattere comunitario che dovrebbe essere proprio di ogni domenica vissuta secondo il messaggio evangelico. La volontà di sviluppare una dimensione comunitaria specifica per i ragazzi non
è altro che tentativo concreto di mostrare la vitalità insita nel concetto di “ecclesia”.
Il messaggio evangelico deve farsi stile di vita e
declinarsi attraverso modalità adatte a ciascuno,
altrimenti cade a vuoto: i ragazzi colgono il senso
dell’esperienza cristiana se messi nelle condizioni
di partecipare attivamente alla realtà parrocchiale, secondo la loro peculiare sensibilità. Come se
non bastasse, la “Sunday Together” arriva anche a
sfatare molti luoghi comuni a proposito dell’indolenza e del disimpegno giovanili: inizia alle 9 di
mattina (precisiamo: domenica mattina!), quando
un gruppo di giovani accoglie i ragazzi delle medie
per proporre loro un momento di riflessione. Attraverso la discussione e il confronto, si lavora insieme sulla comprensione del Vangelo del giorno oppure sull’approfondimento di
una particolare tematica; si cerca insomma di dare ai ragazzi alcuni strumenti perché possano
progredire con consapevolezza
nel cammino che si delinea di
fronte a loro. L’attività prosegue
con la partecipazione attiva alla
Santa Messa delle 10.30: c’è chi
anima la celebrazione suonando la
chitarra, chi canta, chi legge, chi
porta un segno all’altare…ognuno
mette a disposizione i propri talenti
per rendere la Messa significativa e
vivace, a ulteriore riprova del fatto
che adolescenti e giovani possono
dare tanto alla comunità. Lo spirito
di condivisione della giornata si concretizza poi nel pranzo, consumato
tra chiacchiere, risate e scherzi; il
momento conviviale non è certo fine a se stesso,
in quanto contribuisce ad esemplificare uno stile
di vita che possa essere gioioso nel rispetto della
sensibilità altrui. Il pomeriggio è infine dedicato ad
attività creative o a giochi, per consolidare le relazioni interpersonali e stimolare la cooperazione
tra preadolescenti, adolescenti e giovani.
L’iniziativa è aperta a chiunque desideri partecipare: più si è, meglio è!
Alcuni momenti delle attività
con i ragazzi
delle “Sunday
Together”.
61
L ’ A N G O L O
D E L
B A C A N
Riflessioni bacano-filosofiche sul bicchiere mezzo pieno
di El Bacan de Lugagnan
[email protected]
Quello del mezzo bicchiere è un pensiero che mi
ha sempre tormentato. Vederlo mezzo pieno o
mezzo vuoto stabilisce con assoluta precisione la
personalità di un individuo. Nell’immaginario collettivo il pessimista è sempre quello cui più è dato
ascolto perché considerato realista; viceversa
l’ottimista è un sognatore incallito ma con scarso
seguito, vista la poca propensione alle fiabe che
ultimamente attanaglia le persone. Com’è consigliabile comportarsi davanti alle svariate situazioni che ci piombano addosso? Non
saprei! Di sicuro in proposito saranno stati scritti innumerevoli
trattati di filosofia ma non avendone letto alcuno non ho un’idea ben precisa. Il fatto che tale
dilemma però rappresenti per
me un tormento temo mi collochi
nella schiera pessimista dei contendenti e di ciò me ne rattristo,
perché l’ottimista mi affascina, pur
non essendo mai stato capace di
seguirne le orme. Anche nel mio
mondo, quello agricolo, la globalizzazione ci ha messo sempre più in
competizione, estesa come più estese sono le frontiere del mercato.
Non parliamo della giungla di regolamenti, di burocrazia, di adempienze
e di scappatoie alle adempienze! Ce
n’è da rompersi la testa. Forse non
siamo ancora pronti a questo salto e
nel frattempo arranchiamo, alcuni arrabbiandosi, altri deprimendosi, i più
fortunati fregandosene del tutto. In futuro non escluderei la figura continua
di uno psicologo ad affiancare i bacàni
per convincerli che il loro lavoro ha ancora un
senso d’esistere. Certo è, che il bacàn che vede il
bicchiere mezzo pieno non ha bisogno di arrivare
allo strizzacervelli, vi spiego il perché con alcune
situazioni che andrò ad elencarvi e con le quali
saluto e auguro una buona primavera a tutti!
Situazione: oggi è una bella giornata di sole!
Bacàn ottimista: ohhhhh che bella giornata di sole!
Bacàn pessimista: ecco, oggi c’è il sole, magari
domani piove, dopo viene freddo, dopo caldo. Ditemi voi, come può una persona stare bene?
62
Situazione: oggi è una giornata piovosa!
Bacàn ottimista: ohhhhh ottima occasione per riposare!
Bacàn pessimista: ecco, oggi piove, magari domani c’è il sole, dopo viene caldo, dopo freddo. Ditemi voi, come può una persona star bene?
Situazione: oggi sul lavoro al bacàn è andato tutto storto!
Bacàn ottimista: ehhhh coraggio, abbiamo toccato il fondo, da domani non può che migliorare!
Bacàn pessimista: ecco, c’è qualcosa da dire? Al
peggio non c’è mai fine!
Situazione: oggi sul lavoro al bacàn è andato tutto bene!
Bacàn ottimista: eheheh…..sa tavea dito mi?
Bacàn pessimista: come mai è andato tutto bene
oggi? C’è qualcosa che non va….. prepariamoci al
peggio!
Situazione: oggi al bacàn sono arrivate le tasse
da pagare!
Bacàn ottimista: ohhhhh bene dai, credevo peggio!
Bacàn pessimista: eh no! Mi che gàa da laoràr
par i altri? Lè mejo vendar fora tuto!
Ed ora il bacàn alle prese con i grandi temi che
possono scuotere l’umanità!
Situazione: supponiamo che una guerra scoppi
vicino a noi e porti sul nostro territorio migliaia
di migranti in fuga!
Bacàn ottimista: ehhhh, avanti, c’è posto per tutti!
Ricordiamoci che anche i nostri vecchi sono stati
accolti in terre straniere!
Bacàn pessimista: bene! Facciamoli entrare tutti
e fra poco ci danno una pedata nel sedere e ci
mandano via dalle nostre terre!
Situazione: supponiamo che una o più centrali
atomiche dall’altra parte del mondo esplodano!
Bacàn ottimista: ehhhhh, è dall’altra parte del
mondo! Basta una bella pioggia e lava giù tutto là
da loro, visto che il danno l’hanno fatto loro!
Bacàn pessimista: alcune sostanze radioattive
durano per millenni nell’atmosfera! Pensate che in
qualche anno non possano raggiungerci qui? Ma
Cernobyl non vi ha insegnato niente?
Situazione: supponiamo che un bacàn legga
questo mio ultimo articolo!
Bacàn ottimista: poro can! Se vede che quei del
baco i ghe darà qualcosa….. El gà da vivar anca lu
poareto!
Bacàn pessimista: ma sto chi... elo mia mejo che
el vaga a catàr su tegoline invesse de scrivar ste
rojade?
C A R O
B A C O
T I
S C R I V O
Lettere al Baco, oppure
[email protected]
Potete inviarci le vostre lettere, i vostri commenti, le vostre critiche e le vostre osservazioni scrivendo alla Redazione del Baco in via
Beccarie, 48, a Lugagnano.
Oppure potete mandare una mail a
[email protected] o scriverci sulla
nostra pagina Facebook.
“Pericolo in centro a Lugagnano”
Siamo i dodici condomini del n. 9/a di Via E. Fermi
– Condominio “Galatea”, in centro a Lugagnano.
Vorremmo sottoporre un grosso problema, che si
protrae ormai da quattro anni, e che non
la Beyfin ha fatto il lavoro e siamo attualmente
forniti da loro, da ben 4 anni! I problemi a questo
punto non sono finiti! Ovviamente, il costo del gas
metano e il costo del gas gpl sono un attimo
diversi, diciamo pure che noi paghiamo il doppio
degli altri che sono invece collegati alla rete
comunale. In inverno, le due bollette bimestrali
arrivano tranquillamente a 500 euro l’una, e solo
perché cerchiamo di non tenere alta la
temperatura in casa! Altro grosso problema…, c’è
un bombolone di gas in bella vista, sulla strada
(nella foto), alla mercè di tutti, recintato solo di una
leggera rete, qualsiasi persona con “strane idee”,
potrebbe entrare, e non vogliamo pensare cosa
potrebbe succedere! Il bombolone occupa un
pezzo di proprietà che, potrebbe e dovrebbe,
essere adibito a parcheggio privato del
condominio, visto che attualmente ci sono solo 4
posti disponibili, diventerebbero così 8, che
comunque per 12 appartamenti, sono sempre
pochi! E considerato anche che, davanti a noi, sulla
destra, c’è un divieto di sosta, e i vigili passano più
volte al giorno a lasciare il ricordino! Dal 2007 ad
oggi, abbiamo scritto, telefonato e ci siamo anche
recati personalmente più e più volte al Comune di
Sona: una da un consigliere, una da un tecnico
Sport
Salto in alto indoor
a Lugagnano
64
riguarda solo noi, ma tutto il paese, e
sicuramente altre nuove abitazioni. Nel marzo
2007, l’impresa costruttrice chiedeva con i dovuti
oneri e autorizzazioni, al Comune di Sona,
l’allacciamento dei contatori del gas metano, alla
rete gasdotto comunale. Con nostra sgradita
sorpresa… al momento di entrare nei nostri nuovi
appartamenti, il Comune di Sona ci negava
l’allacciamento, facendoci sapere che la condotta
di Via Enrico Fermi, non aveva sufficiente portata!!
Potete immaginarvi i disagi e i problemi! Abbiamo
intanto cercato una soluzione, e cioè una ditta che
potesse fornirci, tramite un grosso bombolone
interrato… del gas gpl. E’ stato fatto tutto a norma,
L’Atletica Libertas di Lugadi Silvia Serugeri
gnano, in collaborazione con il
organizCentro Provinciale Libertas Verona, ha
zzetto
Pala
il
so
zato domenica 20 marzo pres
ifeman
una
o
di via Dora Baltea di Lugagnan
rialto
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stazione provinciale indoor
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giato 25 giovani atleti,
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degli ottimi piazzamenti
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metri, Claudia Tom
metri.
1,40
to
salta
ha
che
Alessandro Guerra
comunale, una dal Sindaco, e tutti ogni volta ci
facevano promesse, che avrebbero sistemato, e
ampliato, o almeno ci sarebbero venuti incontro
con le spese, riconoscendoci un contributo. Non
abbiamo più avuto risposte, né in un senso, né
nell’altro. Nessun contributo, nessun lavoro, e noi
sempre con il GAS GPL.. Nel 2008 il tecnico
comunale interpellato ci ha anche scritto una
lettera, avvisandoci che nel Piano Triennale delle
Opere Pubbliche 2008-2009-2010, non erano
previsti lavori di estensione della rete… siamo nel
2011… potrebbe
essere la volta
buona? L’ultima
volta che siamo
stati in Comune,
sembrava che
mancasse solo
una firma, per
autorizzare
l’AGSM a fare i
lavori… se serve
una penna per
firmare, la
possiamo
comperare noi!
Ci sarebbe anche un’altra possibilità, da quello che
ci dicevano sempre in Comune, e cioè
l’allacciamento alla via di fronte a noi, una via
privata, Via Berto Barbarani, ma sempre il tecnico
comunale, ci scriveva: “Per far fronte alle vs.
esigenze è necessario sostituire l’attuale condotta
di Via Barbarani, ma si ricorda che per tale
sostituzione, è necessaria l’autorizzazione dei
proprietari di tale via”. A questo punto, dovremmo
essere noi che chiediamo autorizzazione ai
proprietari di questa via? Penso che se venissero
fatti dei lavori di miglioramento, anche queste
persone sarebbero felici di beneficiarne… e magari
con l’occasione si vedrebbero anche asfaltare la
La Foto Curiosa
strada, che, come tutta
Lugagnano… è un formaggio con i
buchi! Adesso ci siamo veramente
stancati della situazione,
cominciamo con lo scrivere a voi del
Baco, sempre attenti ai problemi dei
cittadini, soprattutto quando ci
possono essere pericoli per
l’incolumità di tutti. Poi ci faremo
sentire anche con altri mezzi, di
certo non ci
fermiamo! Non è
giusto che noi
paghiamo così
tanto per un
disservizio del
Comune!
I condomini di
Via Enrico
Fermi 9a
“Rispondo alla
lettrice che
sull’ultimo Baco
scriveva ‘Non condivido la musica
che sento in chiesa a Lugagnano’”
IL BACO DA SETA
Appuntamento di Cultura e Società
di Lugagnano, Palazzolo,
San Giorgio e Sona
Periodico in attesa di registrazione
presso il Tribunale di Verona
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Mario Salvetti, Gianluigi Mazzi,
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Redazione di Sona:
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Redazione di San Giorgio:
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Stampato presso: Grafiche Aurora srl
Via della Scienza, 21 - 37139 Verona
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Costituito a norma dell'art. 18 della
Costituzione e dell'art. 36 del Codice Civile
Carissimi amici del Baco,
sono Paola Gottardi, ora
parrocchiana di Castelnuovo d/G,
volevo dirvi che una S. Messa con
un po' di sprint è solamente
piacevole... e non riesco capire perché non si
possano usare "strumenti musicali vari" quando al
Meeting Adolescenti si balla!!! Ciao Ragazzi e
auguri per il Vostro giornale che, pur essendo
diventata Castelnovese, continuo ancora a
leggere... Ciao.
Paola Gottardi
Nella foto a centro pagina la lettera pubblicata
sull’ultimo numero del Baco.
Problemi di vicinato a Lugagnano?
Le due foto sono state scattate qualche settimana fa in
via Po a Lugagnano. Sembra
di capire che vi sia qualche
problemino tra vicini per i
parcheggi...
65
I L
Q U E S T I O N A R I O
D E L
B A C O
Rispondono Elisa, Filippo ed Emanuela
Tre giovani di Lugagnano, di età differenti, si raccontano
In questo numero abbiamo
pensato di proporre il Questionario del Baco a tre giovani ragazzi di Lugagnano,
di età differenti. Due ragazze
e un ragazzo con esperienze
diverse, ma accomunati dal
loro inserimento e dalla loro
Questionario liberamente tratto dal
partecipazione alla vita della
cosiddetto “Questionario di Proust”,
frazione.
un test sulla propria personalità. Il
A rispondere sono Elisa Sosuo nome e la sua moderna popolana, diciassette anni, frequenrità come forma di intervista è dovuta il terzo anno del Classico
ta alle risposte che diede lo scrittore
presso il Liceo Medi di VillaMarcel Proust.
franca; Filippo Boscaini,
Alla fine del Diciannovesimo secolo,
vent’anni, sempre vissuto a
quando Proust era ancora nella sua
Lugagnano, gioca a basket
adolescenza, rispose a un questionella Pallacanestro Lugagnanario in lingua inglese in un diario di
no, ha conseguito la maturità
confessioni appartenente alla sua
scientifica lo scorso anno e
amica Antoinette, figlia del futuro
ora sta frequentando il corso
Presidente Felix Faure.
di laurea in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche
dell'Università di Verona; Emanuela Recchia, ventisei anni, lavora come commerciale in un'azienda
di grafica e gioca a pallavolo.
Ecco le loro risposte.
Nelle due sequenze di foIl tratto principale del tuo carattere?
to dall’alto al
Elisa: testardaggine.
basso: Elisa
Filippo: cortesia e autoironia.
Sona, Filippo
Emanuela: la sincerità.
Boscaini ed
Emanuela
La qualità che preferisci in un uomo?
Recchia.
Elisa: fedeltà.
Filippo: la franchezza.
Emanuela: l’altruismo.
Domande
Il Questionario
del Baco
La qualità che preferisci in una donna?
Elisa: sincerità.
Filippo: la semplicità dei modi di fare.
Emanuela: l’onestà e la disponibilità.
Quel che apprezzi di più nei tuoi amici?
Elisa: la loro capacità di esserci quando ne ho bisogno.
Filippo: la loro disponibilità e il loro aiuto.
Emanuela: l’esserci sempre nel momento del bisogno.
66
Il tuo principale difetto?
Elisa: sono lunatica.
Filippo: ne ho molti, difficile dire qual è il più evidente.
Emanuela: permalosa… almeno così dicono gli altri! ;)
Il tuo sogno di felicità?
Elisa: realizzarmi professionalmente ed avere una
bella famiglia.
Filippo: per adesso direi riuscire a laurearmi.
Emanuela: casa, famiglia, lavoro, salute… non male avere tutto ciò!
Quale sarebbe, per te, la più grande disgrazia?
Elisa: vedere qualcuno di caro non realizzare i pro-
pri sogni.
Filippo: perdere tutti i miei affetti (famigliari, amici,
ecc...).
Emanuela: dovermi allontanare, per qualsiasi motivo, dalle persone che amo, ovvero famigliari e
amici.
Il paese dove vorresti vivere?
Elisa: in Italia per abitudine, oppure Stati Uniti.
Filippo: Scozia.
Emanuela: Polinesia: sole, mare, relax….
Il colore che preferisci?
Elisa: verde ottanio.
Filippo: Verde.
Emanuela: nero… smagra! ;)
La bevanda preferita?
Elisa: the alla pesca.
Filippo: visto che faccio enologia dico vino (Lugana
in primis).
Emanuela: the.
Il piatto preferito?
Elisa: pasta.
Filippo: pasticcio con radicchio e scamorza affumicata.
Emanuela: pizza.
Il tuo libro preferito?
Elisa: “L’Arte di amare” di Eric Fromm.
Filippo: “Mondo senza fine” di Ken Follett.
Emanuela: “Il codice da Vinci” di Dan Brown.
I tuoi eroi nella vita reale?
Elisa: Luciano Ligabue, Roberto Benigni… non so
se posso citare anche mio zio Massimo!
Filippo: I miei genitori. Inoltre siccome ho un debole per l'Esercito anche tutti i soldati italiani impegnati nelle missioni di pace sparsi in tutto il mondo.
Emanuela: il mio fidanzato….
Cosa non perdoni?
Elisa: il tradimento.
Filippo: tutto ciò che può recare danno a me e tutte le persone a me care.
Emanuela: la falsità, l’ipocrisia.
Cosa ti piace di più di lugagnano?
Elisa: la partecipazione dei ragazzi ai gruppi parrocchiali, come gli adolescenti
Filippo: casa mia.
Emanuela: bella domanda…… mmm… ecco!… la
Magnalonga!
Cosa ti piace meno di lugagnano?
Elisa: offre pochi spazi ai giovani
Emanuela: le “ciacole”
della gente….
Il dono di natura che vorresti avere?
Elisa: controllare il tempo.
Filippo: immortalità.
Emanuela: bhè, magari
qualche differenza fisica.
Cosa conta di più nella
tua vita?
Elisa: la felicità personale
Filippo: stare bene sia fisicamente con la salute sia
interiormente con l'animo.
Emanuela: la famiglia e la
sincerità.
Come vorresti morire?
Elisa: dormendo.
Filippo: non voglio neanche
pensare alla mia morte. Lo
sa solo il buon Dio il modo
in cui morirò.
Emanuela: improvvisamente, magari senza rendermene conto.
Stato attuale del tuo
animo?
Elisa: sono molto agitata,
devo prendere l’aereo
per l’Irlanda!
Filippo: tranquillo.
Emanuela: sereno.
Le colpe che ti ispirano
maggiore indulgenza?
Elisa: piccole bugie…
ma essenzialmente perdono poco!
Filippo: nessuna. Se
uno ha delle colpe e le
ha commesse in modo
volontario è giusto che
paghi per quello che ha
fatto.
Emanuela: forse… i vizi….
Il tuo motto?
Elisa: fidarsi è bene, non
fidarsi è meglio e carpe
diem (cogli l’attimo).
Filippo: "mai strac"
Emanuela: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso!!!
L ’ I N T E R V I S TA
“Una forte motivazione vale più di tante illusorie possibilità”
Marco Turri di Lugagnano, diacono dal 1 maggio
go ordinato Diacono”. Ecco, fermiamoci su questo
punto. Provi a spiegarci cosa significa diventare
diacono? “Il diaconato è il primo dei tre gradi del
Il traguardo è di quelli che realmente segnasacramento dell’ordine. Gli altri gradi sono il preno l’esistenza, danno significato profondo
sbiterato (prete) e l’episcopato (vescovo). Diventare
alla vita. Il primo maggio Marco Turri, 28
diacono non è un semplice momento di passaggio
anni di Lugagnano, viene ordinato diacono
per essere prete. L’ordinazione è il momento in cui
insieme ad altri nove giovani dal Vescovo
si diventa del Signore e della Chiesa per sempre.
Monsignor Giuseppe Zenti nella cattedraSi accoglie la vita da celibi e si promette
le di Verona. Marco è molto conosciuto a
l’obbedienza al vescovo. Il diacono, in particolare,
Lugagnano per il qualificato e importante
esprime il ministero del servizio: è colui che si metservizio
te al servizio della
che da
Chiesa e degli altri.
molti anPer questo è il pri“Quando avevo 21 anni ho iniziato
ni presta
mo grado, perché il
presso
ad interrogarmi su cosa il Signore
servizio sull’esemla parpio di Gesù è il premi chiamava ad essere nella vita”
rocchia,
supposto di tutti gli
soprataltri ministeri”.
tutto
Facendo un passo
con i giovani. Ci è sembrato quindi
indietro, riesci ad isolare il momento in cui è nata
importante andarlo ad incontrare
la tua vocazione? Marco riflette un attimo e poi ininel momento di questo passaggio
zia a parlare. “Mi sono diplomato geometra. Dopo
così decisivo, per approfondire con
la maturità ho iniziato il praticantato, facendo anlui le motivazioni di questa scelta.
che una breve esperienza nel nostro Comune. Da
Marco, partiamo dall’inizio. “In fondo non c’è molto
quando ero adolescente però ho sempre fatto
da dire – ci accoglie con un sorriso - nel 2005 ho
l’animatore in parrocchia. Questo impegno non mi
fatto la scelta di lasciare il lavoro e di entrare in Seha portato automaticamente alla scelta ma ha
minario per intraprendere il cammino che prepara
contribuito a maturare l’esperienza di fede. Ho coa diventare prete diocesano. Dopo un anno propeminciato perché mi piaceva fare qualcosa di utile e
deutico in cui ho avuto l’opportunità di maturare la
col tempo mi sono accorto che ero parte di qualcomia scelta ho iniziato gli studi di Teologia. Oggi sto
sa di più grande. Quando avevo 21 anni, la semplifrequentando il quinto anno, e il primo maggio vence testimonianza di un seminarista mi ha dato la
possibilità di vedere la scelta sacerdotale come
una strada possibile e affascinante. È stato allora
che ho cominciato ad interrogarmi su cosa il Signore mi chiamava ad essere nella vita. Sentivo il bisogno infatti di prendere una decisione per il mio futuro, e sentivo che questa possibilità, anche se mi
spaventava, poteva invece essere la migliore per
dedicarmi agli altri e alla Chiesa. A 23 anni ho
scelto di entrare nella Comunità San Giovanni Battista, dove i giovani in ricerca hanno l’opportunità
di fare un’esperienza comunitaria e formativa per
decidere poi se entrare nel Seminario Maggiore,
passo che ho compiuto l’anno successivo”.
E poi, com’è proseguito il tuo percorso? “Partire
con un’istruzione tecnica non è stato subito facile.
All’inizio era un dubbio fortissimo dover affrontare
ancora la scuola e lo studio. Ma non ero solo in
questo passaggio. Molti dei miei compagni di viaggio, provenienti da esperienze diverse, hanno condiviso assieme a me le difficoltà iniziali, per passare quindi allo studio della filosofia, della teologia,
della sacra scrittura e delle altre materie con
l’entusiasmo di andare alle fonti della propria fede.
La preparazione non riguarda però solo la scuola,
di Mario Salvetti
Sopra Marco
Turri.
Sotto Marco
con la sua
classe di Teologia.
ma anche la preghiera, la vita comunitaria e il servizio, messo in pratica nella mia parrocchia, in
quella di Bussolengo Cristo Risorto e in altre esperienze che sono stato chiamato a vivere”. Come
ha vissuto la tua famiglia il tuo percorso di fede?
“Ho sempre avuto libertà e sostegno in tutte le
mie scelte, compresa quella di entrare in seminario. Ho sempre i genitori e la famiglia al mio fianco in questo cammino”.
Proviamo ad alzare un attimo lo sguardo, cosa significa diventare sacerdote, per un ragazzo giovane come te, nel 2011? “Significa fare una
scelta decisiva e definitiva della propria vita.
Certamente non è facile – e qui a Marco scappa
un sorriso - ma arricchisce di significato il proprio essere tra gli altri, soprattutto in un’epoca
in cui fare delle scelte sembra tanto difficile. Quella del prete poi comporta una vita di fedeltà al Signore e a fianco delle persone, dentro e fuori la
propria comunità”. Quali sono le difficoltà più
grosse che hai dovuto superare e che affronti ogni
giorno? “Una fatica iniziale è stata quella di accettare questa strada come definitiva, rinunciando a
formare una famiglia e legandosi ad un servizio
che è per la vita, ma l’esperienza di questi anni di
seminario hanno rafforzato sempre di più la mia
scelta e la convinzione che questa è proprio la vita
per me. Sono stati importanti in questi anni anche
gli amici con i quali condivido il cammino e la fiducia nel Signore”. Permettici una domanda provocatoria: ti senti un ragazzo destinato ad una vita personale di solitudine anche se in mezzo alla gente?
“A dire il vero da quando sono in seminario non mi
sono mai sentito solo. Tuttavia la solitudine è un rischio concreto. Secondo me però non è legato alla
vita sacerdotale, ma più ad un male dei nostri tempi. La solitudine parte dal sentire gli altri lontani,
dal vivere l’incertezza del futuro e anche dal non
Nel 1928
un gruppo
di falegnami di Sona
fu incaricato di costruire dei
banchi
nuovi per la
chiesa parrocchiale.
Da sinistra:
Luciano
Bertoncelli,
Remigio
Pizzini, Severino Ridolfi, Albino
La Parola
Diaconato
Nel Cristianesimo primitivo
il diacono (dal greco διάκονος
(diákonos),
ovvero servitore) assolveva
a un servizio amministrativo e assiste
nziale ed
era subordinato al Vescov
o. Formatasi
la struttura gerarchica, i
diaconi furono
inferiori solo ai presbiter
i e al vescovo,
con funzioni di assistenza
di quest'ultimo che lo aveva ordinato:
distribuivano
l'eucarestia, leggevano i
testi sacri ed
erano dediti alla predicazi
one. Una citazione dei diaconi nelle Sa
cre Scritture
si ritrova negli Atti degli
apostoli
6:1-7, dove vengono presen
tati 7
diaconi, ordinati dagli ap
ostoli, perché
servissero alle mense. An
che per questo motivo, il numero di dia
coni posti
accanto ad un Vescovo era
tradizionalmente di sette.
Durante il Medioevo si pe
rse questa
funzione, e il diaconato div
enne per
molti secoli unicamente
un passaggio
temporaneo per raggiunge
re il sacerdozio. Con il Concilio Vatic
ano II è stato
ripristinato il diaconato pe
rmanente
nella Chiesa cattolica lat
ina.
sentire la vicinanza di Dio. Rimanere celibi ha anche il significato di ricordarci che non possiamo fare a meno del Signore, che è sempre vicino a noi.
Avere una forte motivazione per la vita vale più di
tante illusorie possibilità”. Ma non ti senti differente dai tuoi coetanei? “Conosco giovani con grandi
capacità e potenzialità, capaci di scelte importanti.
Ci sono anche modi diversi per vivere la propria fede e per mettersi al sevizio degli altri e della comunità. Io ho scelto quella per me e non sono da solo.
Ci sono altri 42 giovani nel Seminario Maggiore di
Verona. Non è quindi come si pensa una strada
fuori dal mondo”.
Per chiudere, ti va di ringraziare qualcuno in questo passaggio fondamentale della tua vita? “Ci sono molte persone che mi hanno incoraggiato, ma
un ringraziamento particolare sento di doverlo ai
sacerdoti che si sono susseguiti in parrocchia e nel
Seminario, e ai ragazzi e giovani con i quali ho condiviso molte esperienze di fede”.
La Foto Storica
Banchi nuovi per la chiesa di Sona nel 1928
A S S O C I A Z I O N I
Un calendario denso di impegni per gli Alpini di Lugagnano
di Gianfranco Dalla Valentina
[email protected]
17 marzo
2011. Alzabandiera in
Baita il giorno
dei festeggiamenti per
l’unità d’Italia.
70
E’ da poco iniziato il 2011 e gli alpini di Lugagnano
sono già stati freneticamente impegnati nelle loro
molteplici attività. Si sono già svolti alcune grandi
eventi che coinvolgono il gruppo. In primis la gara
di mountain bike organizzata in collaborazione tra
i 4 gruppi alpini comunali e che quest’anno ha visto la partenza da Sona e un percorso che si snodava tra Sona, San Giorgio e Lugagnano. Oltre a
questo, ci sono state tutte le manifestazioni legate
ai festeggiamenti per il 150° dell’unità d’Italia,
con la sfilata finale a Sona e il banco farmaceuti-
co, dove gli alpini hanno collaborato nella raccolta
di medicinali per chi ha difficoltà economiche e
non riesce autonomamente ad acquistarli.
L’appuntamento più importante prossimo è
l’Adunata nazionale di
Torino, il 7 e 8 maggio
prossimi, quando in
molti partiranno, con
camper, mezzi propri e
pullman alla volta del
capoluogo piemontese.
In giugno ci sarà la gita
in Slovenia, con visita
della zona di confine
teatro delle epiche battaglie della Grande
Guerra. Ma la motivazione principale della gita
è la visita a Buja per rinsaldare il vecchio legame con gli amici friulani,
nato sulle macerie del
terremoto del 1976. Il
12 e 13 giugno ci sarà
la tradizionale Veglia
Verde, la festa in Baita
con eventi che coinvolgeranno la cittadinanza
di Lugagnano. L’estate
poi è tradizionalmente periodo di pellegrinaggi e ritrovi. Si comincia con l’Adunata del Triveneto a
Belluno il 19 giugno, per proseguire col pellegrinaggio di Costabella, sull’Ortigara, al passo Fittanze, ai Parpari e allo Scalorbi. In occasione del pellegrinaggio alle Fittanze, il 17 luglio, sarà ospite il
presidente dell’ANA, Perona.
L’11 settembre il gruppo parteciperà all’organizzazione della Magnalonga e nella stessa giornata
una delegazione parteciperà all’Adunata Zona
Mincio a Dossobuono. Poi l’Adunata sezionale il
18 settembre a San Martino B.A. e il 9 ottobre
l’Anniversario delle Truppe Alpine. Il 16 ottobre
corsa podistica organizzata dal gruppo lungo le
strade di Lugagnano. A novembre gli appuntamenti
sono il 4 in occasione della ricorrenza della vittoria
nella Prima Guerra e festa dei pochi reduci ancora
presenti e il 13 novembre con la Marronata all’interno della baita, alla quale tutto il paese è invitato. L’anno termina con la visita agli ammalati e i
mercatini natalizi in collaborazione con la tenda
della fraternità, le ultime occasioni per esprimere
una solidarietà che ha però caratterizzato l’attività
lungo tutto l’anno.
Viaggi
Gita in Slovenia
una gita sui
Il gruppo alpini Lugagnano organizza
di soldati
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luoghi che hanno visto coin
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possono avere presso la baita di Lug
A S S O C I A Z I O N I
Due anni di grandi risultati per il SOS
di Matteo Buttini
[email protected]
Il 22 marzo scorso, presso la sala consigliare di
Sona, si è svolta l’annuale Assemblea dei Soci
SOS (nelle foto). La ricorrenza, che ogni anno porta l’Associazione ad aprire le porte a tutti i Soci e
non solo Soccorritori, ha visto un’ampia partecipazione. All’ordine del giorno la presentazione del Bilancio Consuntivo 2010 e di Previsione del 2011,
l’elezioni organi associativi per gli anni 2011 –
2013 e la relazione sui due anni d’attività del Direttivo in carica. Durante la serata si sono alternati
come relatori il presidente Alfredo Cottini e gli
Assessori Meri Pinotti e Ernesto Vantini che hanno portato i saluti dell’Amministrazione comunale.
Si è iniziato con l’esposizione dei dati di bilancio illustrati dal tesoriere Chiara Tommasini, attentamente seguiti ed apprezzati da tutti i Soci che, all’unanimità, lo hanno approvato.
I soci del Sos attivi nel 2010 risultano 124. Di
questi 35 sono i neo soccorritori e 89 sono i volontari con più di due anni di militanza nel SOS e
gli iscritti al gruppo di protezione civile risultano
33. L’associazione ha all’attivo 7 dipendenti, suddivisi tra 4 autisti, 2 segretarie e un ragazzo in
servizio civile. Durante l’anno hanno operato 8
medici e 20 infermieri professionali.
Nel corso del 2010
sono stati erogati 3.138 servizi suddivisi in: 1.401
trasporti programmati di pazienti, 1.483 servizi di
emergenza medica su allertamento della centrale del
118 di Verona, 174 assistenze sanitarie a eventi e infine
80 servizi di protezione civile.
Il bilancio evidenzia proventi
per le varie attività (servizi
con ambulanza, protezione
civile, partecipazione a bandi
di progetto) pari a 537.824
L’assemblea del SOS, tramite votazioEuro, mentre il totale delle
ne, ha scelto i nuovi membri del consispese sostenute per erogare
glio direttivo:
i servizi ammonta a euro
603.481 in continuo aumenPresidenza, riconfermata ad Alfredo
to a causa dei maggiori costi
Cottini con deleghe al personale dipenper carburante, materiale sadente, servizio civile e pubbliche relanitario, divise, attrezzature a
zioni;
fronte di tariffe di rimborso
Vice Presidenza con deleghe a soci, acdelle convenzioni con l’Asl
quisti materiali sanitari: Pierluigi Brig22 ferme dal 2002.
gi;
La parte relativa alla raccolta
Segreteria: Luca Apostoli;
fondi registra proventi per
Tesoreria e responsabile della Protezio58.511 euro: la raccolta del
ne Civile: Chiara Tommasini;
5x1000 pari a 27.316 euro,
Presidente onorario e consigliere con
la lotteria del ventennale
deleghe alle convenzioni: Alberto Cin19.234 euro, 3.909 euro soquetti;
no i ricavi della vendita delle
Formazione: Paolo Destro;
torte durante i banchetti di
Sede sociale e personale dipendente:
Natale. Nel corso del 2010,
Giordano Cordioli;
ci sono stati diversi avveniAutomezzi: Fabio Cristini;
menti da ricordare: i festegOrganizzazione dei Servizi: Cristiano
giamenti del ventennale
Speri;
dell’associazione e la lotteria benefica, la donazione
Alla direzione sanitaria è stato conferdell’ambulanza Fox 5,
mato il dottor Paolo Bonfante.
l’acquisto della nuova tenA queste figure si affiancheranno alcuda da adibire a posto meni soci per supportare il Direttivo.
dico avanzato e l’arrivo
della cucina da campo
Al collegio dei revisori dei conti sono
che sarà inaugurata il
stati eletti: Matteo Buttini, Andrea Furprossimo 15 maggio.
ri e Denis Bighelli.
Eletti
Ecco il nuovo Consiglio
Direttivo del SOS
S P O R T
E
C U L T U R A
“Cosa insegna lo sport”
Importante serata a Lugagnano in occasione del Secondo
Memorial “Ricordando Giancarlo Apostoli”
portato qua questa sera. E come quelli che devono aver sempre segnato il cammino di Apostoli. Se
dopo tanti anni, voi che siete stati suoi giocatori
Bella, come può esserlo una serata tra amici. Viavete ancora voglia di giocare, di divertirvi, vuol diva, come dev'essere una serata tra gente di
re che Apostoli ha seminato molto bene. Il calcio
sport. Anche commovente, quel tanto ch'è
più bello è questo, quello che io ho riscoperto
giusto, quando si parla di un amico che non
adesso, con la maglia del Sant'Anna". Applausi. La
c'è più e che tutsala era strapiena. Preti vorrebbero risenti, tra i grandi nomi
vedere. Così Lu“Lo sport ti insegna a stare con del calcio veronese, angagnano e il LuGigi Busatta, Giorgli altri, a reagire alle avversità. che
gagnano hanno rigio Majoli, Giancarlo
cordato Giancarlo
Savoia, Dario Baruffi,
Lo sport ti da forza”
Apostoli, alla presenza
Romano Mattè. E tra
di tanti ex e di grandi
gli allenatori del Luganomi del calcio veronese. Osvaldo Bagnoli su tutgnano, eredi di Apostoli, Montagnoli e Mazzi,
ti. Lui, l'allenatore dello scudetto, che aveva conoGiardini e Piuzzi, fino a Massimo Gasparato, che
sciuto Apostoli alla fine della sua avventura in pansiede oggi su quella panchina. Ha chiuso il giro dechina e che ne era divengli interventi, Michele Marcolini, centrocampista
Giovanni “Gao” Pe
tato amico.
rina, Gigi Residori
del
Chievo. "Non è un caso sia presente anche il
e Michele Marcol
ini
"Due della stesChievo" ha osservato Tomelleri presentandolo.
sa pasta" ha
"Apostoli, nella sua lunga carriera, ha indossato
detto Raffaele
anche la maglia del Chievo. E pochi giorni dopo la
Tomelleri, che
sua scomparsa, il Chievo giocò col lutto al braccio,
ha condotto la
segno di grande rispetto".
serata all'Antico
Anche Marcolini ha parlato dei valori dello sport,
Termine. "Due
come suggeriva il tema della serata. "Lo sport ti inche, a livelli disegna a stare con gli altri, a reagire alle avversità,
versi hanno interlo sport ti dà forza. Io sono andato via di casa giopretato il calcio
vanissimo e lo sport mi ha insegnato a diventare
alla stessa mauomo. A capire gli altri, ad accettare le sconfitte, a
niera". E Bagnoli
trovare dentro di te la forza per reagire. Lo sport è
ha ringraziato. "Mi
una sfida quotidiana con te stesso, ti aiuta a supefa piacere sentire
che Apostoli mi
assomigliava.
Dalla Rosa e
e
r
d
n
A
i
,
s
a
Ne sento semm
Lorenzo Meda e
m
o
T
Damiano
i
Osvaldo Bagnoli
l
pre
parlar
beo
t
s
o
p
A
Luca
ne, ogni anno
vedo che i suoi
giocatori hanno voglia di ricordarlo. Queste sono le cose più belle
per un allenatore, vedere
che ha costruito qualcosa più di
una squadra". Poi Damiano Tommasi. "Il
calcio dev'essere questo. Fatto di sentimenti e di
amicizia, di valori veri, come quelli che ci hanno
di Gianluigi Mazzi
72
ol
ore, Osvaldo Bagn
Francesco Salvat
eri
e Raffaele Tomell
rare i tuoi stessi limiti, a non arrenderti". Ancora
applausi. Mentre sullo schermo scorrevano bellissime immagini degli anni di Apostoli, preparate da
Mario Pachera, Tomelleri ne ha tratteggiato la figura. "Non è stato soltanto un allenatore, anche se
in questo senso parlano i numeri. Quasi 900 panchine, quattro campionati vinti, il Lugagnano portato dalla Seconda all'Eccellenza. Apostoli è stato
molto di più. Un fratello maggiore, per tanti anche
un secondo papà, per tutti un punto di riferimento,
non solamente tecnico. Chi ha avuto la fortuna di
averlo come allenatore lo porterà dentro per sempre. E di sicuro, anche lassù, avrà trovato una panchina e una squadra da allenare...". Applausi.
E qualche brivido. "Per me è stato come un secondo papà" è intervenuto Giovanni Forlin, colonna
del Lugagnano anni '80. "E spero che
l'Amministrazione si decida presto a intitolargli ufficialmente il campo di via Marconi...".
Poi, è cominciato il giro delle premiazioni, dopo un
ricordo di protagonisti scomparsi, tra cui quello,
sentito, di Rocco Residori, che di Apostoli fu il primo presidente. Come dirigente di oggi il riconoscimento è andato a Gigi Residori, che succede ad
Angelo Dalla Rosa. Come dirigente di una squadra avversaria, premiato l'avvocato Francesco Salvatore, l'Apostoli del Legnago. "Sono commosso ha detto Salvatore - Giancarlo è un esempio per
i
Raffaele To
melleri e
tutti quelli che
Osvaldo Bagno
li
fanno calcio".
Tra i giocatori di
ieri, il premio è
toccato a Giovanni Perina, il
leggendario
"Gao". "Ha giocato 327 partite - ha detto
Tomelleri - per
venti stagioni.
Un'autentica
bandiera".
Tra i giocatori di oggi, applausi a Lorenzo Meda,
capitano e bomber del Lugagnano, di cui Tomelleri
ha dato in anteprima una notizia. "Nel Lugagnano
ha segnato finora 93 gol, è il capocannoniere di
tutti i tempi". Applausi e in bocca al lupo a Meda,
presentatosi, purtroppo, con le stampelle (frattura
del malleolo).
Chiusura in grande, col premio a Damiano Tommasi che succede a Osvaldo Bagnoli. Tomelleri ha
letto la motivazione: "Per aver sempre interpretato
il calcio, anche ai
massimi livelli, con la
maglia della Roma e
della Nazionale e nella sua avventura all'estero, in Spagna, Inghilterra e Cina, con
lo spirito, la passione,
l'entusiasmo che oggi
è sempre più difficile
riscontrare. E per essere stato campione,
senza aver mai dimenticato i veri valori
dello sport, partecipazione, solidarietà,
semplicità, fino a
Per informazioni
presso la sede ACAT
chiudere la sua carogni venerdì dalle 19 alle 20
riera, come aveva
(tel. 045/987337)
sempre promesso,
Viale Europa 28 - 37062 Dossobuono (VR)
con la maglia del suo
paese, il Sant'Anna
Il nostro nuovo sito internet è:
d'Alfaedo". Anche
www.acatcastelscaligero.it
Apostoli, da lassù, deemail: [email protected]
ve aver applaudito.
Acat - Trattamento e
recupero degli alcolisti
73
L ’ I N T E R V I S TA
Vivere la malattia nella fede
Filippo Palmisciano da San Giorgio, una testimonianza forte
Nelle foto Filippo Palmisciano nel
corso di uno
dei suoi pellegrinaggi a
Lourdes.
quando vediamo tutto nero.”
Oltre al volontariato nella Croce Rossa Filippo ha
partecipato con l’Associazione UNITALSI (Unione
di Silvia Serugeri
Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes
e Veronica Posenato
ed altri Santuari Internazionali) a cinque viaggi a
Lourdes: il primo come pellegrino, un po’ per curiosità,
due come barelliere volontario e due come inLui la chiama la sua compagna, perché lei è fedevalido.
“Ciò che mi ha colpito di quel posto alla prile: non lo tradisce e non gli dice bugie.
ma impressione è come un paesino così piccolo riLui è Filippo Palmisciano, è nato e vissuto a Cataesca a
nia e da dieci
riunire una
anni si è tra“Affronto serenamente la mia sofferenza,
moltitudine
sferito nel nodi persone di
stro Comune,
cercando di scuotere chi non sa reagire,
etnie, idee e
a San Giorgio
culture diverricordandomi che Dio è sempre per la vita,
in Salici, per
se, ma accolavoro. Lei inmai per la morte”
munate dalla
vece è la sua
stessa gioia,
malattia. Fidalla stessa
lippo ha condotto un’esistenza all’insegna del vofede
e
dallo
stesso
amore…
insomma
dallo stesso
lontariato: 15 anni in Croce Rossa gli hanno perdesiderio:
pregare
Dio
e
la
Madonna,
non
per sé
messo di conoscere la sofferenza e la malattia,
ma non abbastanza per capirla del tutto. Dieci anni fa la Croce Rossa lo ha portato a lavorare nel
nostro Comune, dove dopo il primo anno ha scoperto di avere una grave malattia. Ci ha raccontato come ha vissuto la notizia: “I primi sei mesi sono stati atroci, il mondo mi è crollato addosso. La
vedevo come una
o Ampunizione, quanL'Unione Nazionale Italiana Trasport
do invece non è il
ionali
rnaz
Inte
malati a Lourdes e Santuari
dedicaSignore che ci puolica
catt
(UNITALSI) è un'associazione
re al
nisce, ma siamo
icola
part
in
ed
ta al servizio agli ammalati
noi che ci flagelliasani
so
pres
o
loro trasporto in pellegrinaggi
mo da soli, attacazione
tuari italiani ed internazionali. L'associ
candoci ai beni
no in
ritor
al
assi
Tom
nasce nel 1903 da G. B.
materiali e trascued
des
Italia dal Santuario di Lour
rando chi ci ha dooggi conta oltre 300.000
nato ciò che abbiaaderenti tra personale vomo. È solo grazie
lontario (dame e barelad un amico tetralieri), persone inferme
plegico a cui sono
e pellegrini. È presente
molto legato che mi
in tutto il territorio itasono risvegliato, lui
liano - molto attiva anmi ha incoraggiato a
che nel Comune di
ricominciare da capo
Sona - e si divide in
e ad affrontare il pro"Sezioni" e "Sottosezioblema vivendo verani". Oltre ai pellegrinaggi,
mente. È solo grazie
ntari,
l'associazione cura tramite i propri volo
a lui che nei momenti
iorni
attività di assistenza domiciliare, sogg
più bui riesco a fronzazioestivi ed invernali ed attività di sensibiliz
teggiarmi con lei facttua anne sulla condizione del malato ed effe
cia a faccia. Mi agdes.
che servizio civile, sia in Italia che a Lour
grappo al suo insegnaasso
Nel 1997 l'UNITALSI è stata dichiarata
mento e alla grande feioerez
ciazione pubblica di fedeli con formale
de che ho in Dio. Perale Itane da parte della Conferenza Episcop
ché è lui che ci illumina
liana.
Volontariato
Cos’è l’U.N.I.T.A.L.S.I.
Devozione
Il Santurario di Lourdes
stessi, ma per chi sta peggio! Dopo il primo incontro è scattata la scintilla, è stata una cosa indescrivibile, magica: mi sentivo chiamato da quel posto.”
La curiosità che lo aveva spinto la prima volta si è
trasformata in passione, a tal punto da offrirsi come strumento di Dio per aiutare le persone meno
agiate. Quando si accenna a queste persone gli si
illuminano gli occhi e parlando dei ragazzi gli
spunta un sorriso: “Vivere a contatto con le persone che hanno delle diversità e soffrono fa diventare ricco e fa capire quali sono le vere fortune. Ricorderò sempre la frase che mi ripeteva un mio
amico tetraplegico appena dopo la scoperta di
questa malattia: non ti puoi abbattere, perché tu
non sai cosa significa nascere e crescere su una
sedia a rotelle! Aveva ragione: credevo che fosse
la fine del mondo, ma mi sbagliavo! Io ho provato
l’emozione del correre e del camminare e mi lamentavo, ci sono persone che non sanno cosa significhi poggiare un piede a terra e vivono comunque felici. Questo mi ha insegnato anche a viverla
diversamente: non posso aiutare con le mie forze,
ma posso contribuire in modo diverso. Per esempio uno dei contributi più grandi è il trasmettere
valori: perché anche dalla sedia a rotelle ci si riesce! Purtroppo l’aiuto fisico è quello più gradito
ma quando si è debilitati risulta impossibile.”
Dopo la scoperta della malattia ha vissuto uno
scambio di ruoli: lui, che prima aiutava le persone
disagiate si è trovato a dover chiedere aiuto: “Sulle
prime è stato molto difficile, anche perché si vuol
dimostrare la propria autonomia. Ma con il passare degli anni ho imparato anche a fare quello, anche per il fatto che oltre a ricevere in quel modo si
può anche dare: al ritorno dal lavoro mi faccio accompagnare a casa a pagamento da un ragazzo
che grazie a me ha ottenuto un lavoro.”
Il suo rapporto con il pellegrinaggio adesso è cambiato, migliorato nel corso degli anni: “Nonostante
il grande cambiamento, lo spirito e la motivazione
con cui vado là sono gli stessi, anche se amplificati. Perché Lourdes ti arricchisce: stare a contatto
A Lourdes, in Francia, tra l'11 febbraio e il 16 luglio
1858, la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver
assistito a diciotto apparizioni della
Madonna, in
una grotta. La
prima apparizione desta la
curiosità degli
abitanti che ad
ogni apparizione si raccolgono
sempre più numerosi. Alla
nona apparizione
su richiesta della
Signora, Bernadette scava con le
mani nel terreno e
trova una sorgente
d'acqua. In questa
si verifica il primo
presunto miracolo:
una donna di nome
Caterina Latapie
immerge il suo braccio paralizzato nell'acqua della fonte, e riacquista la mobilità dell'arto. Il 25 marzo finalmente, dopo molteplici
apparizioni, la Signora che fino ad ora non aveva voluto
dire il proprio nome, risponde alla domanda di Bernadette: “Come ti chiami?” “Io sono l’immacolata concezione.”
Le apparizioni sono tra le più famose riconosciute dalla
Chiesa cattolica, che ha anche riconosciuto ufficialmente come miracolose 67 guarigioni, fra quelle che si sarebbero verificate tra gli ammalati recatisi a Lourdes in pellegrinaggio.
con le persone che soffrono ti rende ricco dentro.
E poi Lourdes ti insegna: i malati mi hanno insegnato a vivere la vita. Sto meglio ora, con le mie
difficoltà e con i miei problemi, che prima quando
godevo di una salute perfetta ma non sapevo cosa
fosse la vera gioia.”
Con quest’ultima frase ha voluto lanciare un’appello: “I ragazzi di oggi devono imparare ad accostarsi alle persone in difficoltà, aiutarle. Fare volontariato aiuta il prossimo ma anche chi ne è partecipe: infatti può ‘preparare’ a quello che può capitare in ogni momento; un incidente, la perdita di
una persona o una malattia. Perché i ragazzi si
sentono “invincibili” fino a quando non si trovano
di fronte alle negatività, ma come è successo a
me può capitare a chiunque altro di trovarsi di
fronte ad una situazione complicata e di poterne
uscire solo con una mentalità positiva.”
75
C U L T U R A
Musik Fest 2011, in vena di musica!
Tre giorni di musica e divertimento a San Giorgio
Nelle foto
un momento musicale
e persone al
servizio bar
durante la
scorsa edizione del
Musik Fest.
di Marta Bertoncelli
[email protected]
Provate a pensare alla particolare atmosfera conviviale che solo una festa paesana sa suscitare, in
qualità di evento enogastronomico e musicale dove per qualche ora si allentano le tensioni della
quotidianità in favore di allegria e spensieratezza,
compagnia e buonumore… Ecco, sono proprio questi gli ingredienti del Musik Fest che anche quest’anno si terrà all’inizio di giugno a San Giorgio in Salici: saranno tre giornate all’insegna
del divertimento per tutti i
bambini, giovani e adulti che
avranno il piacere di parteciparvi, contribuendo con la
loro presenza a rendere anproposto
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Scala. Secondi
etc.) con polenllo
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la, carne salà, pa
e vasto assortie
è una di quelle feste che
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i. Birra alla spist
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Divertimento
il menù
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F
ik
s
u
M
di svago senza
alcuna relazione con la realtà. Basti sapere che fin dalla sua prima
edizione del
2009 il Musik Fest si è
subito contraddistinto
per il suo
spiccato
76
carattere sociale, promuovendo
attività di volontariato e iniziative
benefiche che vanno ben al di là
del limite spazio-temporale della festa; il forte senso civico di tale manifestazione è stato riconosciuto
anche dal Bando alle Ciance, un
concorso territoriale che sovvenziona la realizzazione di progetti nei quali siano protagonisti i giovani, per esortarli ad uno stile di vita impegnato e
consapevole. Non è un caso, quindi, che tra gli organizzatori del Musik Fest figurino sia giovani del
territorio sia componenti della Fidas Verona - Sezione di San Giorgio in Salici, oltre a molte altre
persone che in vario modo collaborano alla buona
riuscita dell’evento. La speciale sinergia creatasi
tra i ragazzi e un’importante associazione di volontariato quale la Fidas permette infatti di dare vita
ad una preziosa occasione di sensibilizzazione riguardo temi sociali di primo piano, in un contesto
frizzante e gioioso che favorisca la comunicazione
di messaggi formativi. Lo sfondo concettuale del
Musik Fest 2011 sarà nientemeno che “Il volontariato come cittadinanza attiva”, il tema che
l’Unione Europea ha scelto di valorizzare quest’anno; parteciperanno quindi alla manifestazione mol-
La Mostra
“Ieri, oggi e domani”
Nel contesto del Musik Fest verrà allestita una
piccola mostra su San Giorgio in Salici, con
lo scopo di celebrare i 150 anni dell’Unità
d’Italia a partire dall’analisi della microstoria
della nostra frazione: è un’iniziativa che vuole
coinvolgere bambini e ragazzi portandoli a
considerare il loro paese in un’ottica storica,
che metta in luce la trasformazione morfologica dei luoghi a loro familiari. Verranno quindi esposte fotografie d’epoca che ritraggono
un paese inedito, vivo solo nei ricordi dei nostri nonni, per rievocare visivamente gli spazi
originari e l’atmosfera di quel passato; esse
andranno raffrontate da un lato a fotografie
odierne scattate dai ragazzi secondo la loro
peculiare sensibilità percettiva, dall’altro a disegni su possibili scenari futuri immaginati
dai bambini delle scuole elementari. Insomma, è un interessante tentativo transgenerazionale di far rivivere in maniera creativa il
passato di San Giorgio in Salici, senza dimenticare che l’oggi sta per diventare il passato
del domani.
te associazioni del territorio, con il preciso intento
di illustrare le loro attività e i loro progetti in modo
tale da sensibilizzare l’intera cittadinanza, avvicinandola a problematiche che purtroppo vengono
spesso sottovalutate o, peggio, semplicemente
ignorate. Ora che risultano più chiari gli obiettivi
del Musik Fest, non resta che dare qualche anticipazione riguardo al programma di quest’ambiziosa
manifestazione. Si svolgerà dal 2 al 4 giugno nel
campo parrocchiale di San Giorgio dove, oltre agli
stand gastronomici e al servizio bar, non verrà mai
a mancare la musica dal vivo: in agenda ci sono il
2 giugno la Banda di Sona e i Radiostar, il 3 giugno gli Arabesque e gli Spirito Divino (cover band
di Zucchero), per finire il 4 giugno con il sound
rock dei Nimb e dei
The Scrubble. È un
evento pensato per ragazzi e giovani, ma non
solo: ci saranno infatti
spazi e momenti dedicati ai bimbi, come i
palloncini gonfiabili gratuiti, il laboratorio musicale di tastiera, lo spettacolo di magia e molte
altre divertenti attività
ricreative alle quali potranno partecipare le
famiglie... provare per
credere!
Non perdetevi quindi il
Musik Fest e venite a
scoprire la vivacità e
l’energia di questa
manifestazione che
per tre giorni movimenterà la vita di San Giorgio in Salici, mostrando
appieno le potenzialità
insite nel connubio tra
giovani e volontariato,
tra sano divertimento
ed impegno sociale.
Il Commento
“L’anima chiede e la musica risponde”
di Veronica Posenato
[email protected]
Abbiamo parlato molto spesso dei giovani d’oggi, delle loro passioni e delle
loro stravaganze viste dagli adulti. Una
di queste è il solido legame con la
musica: basti entrare in un autobus alla mattina per trovare una quarantina
di ragazzi, semi-addormentati, ma con
le cuffiette.
In effetti nel periodo dell’adolescenza
un passatempo che funga anche da rilassante e da supporto emotivo è a dir
poco essenziale!
Noi adolescenti siamo così: con i nostri
sbalzi d’umore, con le nostre bravate e
con le nostre standardizzazioni. Ma
nell’omologazione della musica troviamo un’ampia gamma di sfumature,
ognuna diversa dall’altra, coma
d’altronde i gusti musicali, ognuno ha i
suoi: dai ragazzi del rock duro a quelli
della musica commerciale, da quelli
della musica classica a quelli che
ascoltano “un po’ di tutto” e così via..
Ogni sfumatura ha a
sua
volta altre gamme al suo interno, che dipendono dal significato che ogni persona
da. Nel periodo dell’adolescenza le letture di una canzone possono variare.
Una lettura del rock come un ribellione
dal mondo adulto per esempio, perché
crescere ha degli aspetti negativi, co-
me la scoperta di un mondo diverso
da quello rose e fiori che si aveva visto
fino ad ora. Questo spinge i ragazzi ad
isolarsi da tutto, per non sentire il frastuono dei richiami dei genitori, dei lamenti dei professori, delle litigate con
gli amici o con i partner. L’unica cosa
che impedisce di sentire il frastuono è
qualcosa a volume più alto: la musica.
C’è chi prende in mano uno strumento
e suona fino ad avere il mal di testa,
c’è chi canta a squarciagola fino a perdere la voce e c’è chi preferisce chiudersi nel silenzio assoluto di due cuffie.
Tra gli impegni e lo stress causato da
questi bisogna trovare il tempo di rilassarsi e la musica è il relax per definizione! Ci sono momenti in cui dentro
di noi sentiamo l’enorme bisogno di
staccare la spina per un secondo, ci
serve una pausa. A questo serve la
musica: l’anima chiede e la musica risponde.
77
S P O R T
Il Basson e il Tennis Tavolo
di Alessandro Ceradini
[email protected]
presente su
Nel paese del Basson la passione per il tennis tavolo ci accompagna ormai da quindici anni: il livello è parrocchiale ma il divertimento è professionale e garantito! Giovedì 3 febbraio scorso è iniziato
il campionato NOI di Tennis Tavolo, questa competizione che vedrà la sua conclusione giovedì 12
maggio è ormai arrivata alla terza edizione regalando negli anni precedenti divertimento e soddisfazione ai giovani e non, che hanno aderito all’iniziativa. Le squadre delle varie parrocchie della
provincia di Verona che sono iscritte sono ben otto, vengono giocate partite di singolo e doppio in
un campionato a quattordici giornate, con andata
e ritorno. Le parrocchie che hanno aderito sono:
Basson, Dossobuono, Parona, Pedemonte, Villa-
franca e Povegliano. Nelle passate edizioni le
squadre del nostro piccolo paese si sono sempre
fatte molto onore conquistando posizioni di rilievo
nella classifica finale. Anche quest’anno la classifica sorride agli atleti del Basson, infatti tutte e due
le squadre ad una giornata dalla conclusione del
torneo hanno la concreta possibilità di vincere la
competizione. Gli atleti impegnati in questa competizione sono per il Basson blu: Alessandro Ceradini, Andrea Pelanda, Fabio Fasoli, Diego Rinaldi e
Simone Sandri; mentre per il Basson giallo sono:
Luca e Nicola Pompermaier, Roberto Cormaci,
Paolo Molesini, Paolo Fraccaro e Lorenzo Soave.
Invitiamo tutti quindi a venire a tifare nell’ultima
importantissima e decisiva giornata di campionato che si terrà al circolo Noi del Basson (sala a
fianco alla Chiesa) il 12 maggio alle ore 21,00.
La Foto
Perbacco che donne!
Le donne e le ragazze del Perbacco Cafè di San Giorgio
alla festa dell'ultimo di carnevale organanizzata a Bar-
dolino, tutte agghindate in abiti maschili con il Baco in
bella mostra.
A S S O C I A Z I O N I
Notizie dai Negozi Associati di Lugagnano
di Il Direttivo Nal
Il dodici aprile si è svolta
l'assemblea annuale dei soci NAL,
molti gli argomenti in discussione
proposti dal Direttivo, arrivato alla
scadenza del mandato. Ci sentiamo
fieri di quanto fatto durante questi
quattro anni, consapevoli che con
qualche forza in più certi progetti
non sarebbero rimaste nel cassetto.
Di pregio comunque quelli realizzati e
che vale la pena di ricordare: dieci
anni di presepio in piazza, collaborazione con Presepiando, serata corale”Aaspettando il Natale”, partecipazione alla Magnalonga, serata di fine
estate con gruppo danzante Diversamente in danza. Ottima e proficua la
collaborazione con la Pro loco di
Sona, buoni i rapporti con gli altri
gruppi e associazioni del paese, fondamentale e solido il rapporto con
l’Amministrazione del Comune. Confi-
dando in una consistente partecipazione ricordiamo il rinnovo del tesseramento, che è rimasto invariato.
Inoltre quest’anno verrà dato in omaggio in occasione del tesseramento 2011 il libro edito dal Baco sulla storia del Comune di Sona. Vorremmo poi
elogiare il comportamento tenuto da tutti gli esercenti di vendita al dettaglio il 17 marzo che, seguendo la disposizione del Presidente della Repubblica e del Parlamento, hanno rispettato la
chiusura festiva. Amareggia il fatto che non in tutti
i Comuni siano state osservate tali disposizioni. Da
qui il plauso ai nostri Amministratori per aver onorato la memoria dei nostri primi 150 anni.
Nelle due foto 11 dicembre, serata Gospel, e 8 dicembre benedizione del presepe in piazza della
Chiesa.
79
L A
N O S T R A
S T O R I A
Gaetano Leoni, classe 1921: “Come sfuggii al lager”
di Mario Nicoli
[email protected]
Sopra Leoni
Gaetano oggi.
A destra Leoni
Gaetano (primo
da sinistra in
piedi) con dei
commilitoni conterranei: Angelo
Bellè di Sona,
Mario Granuzzo
di Palazzolo e,
accovacciati,
Molesin e Valle
di Lugagnano.
Sotto (terzo da
sinistra) con altri
militari.
Gaetano Leoni appartiene ad
una delle famiglie più antiche
del paese di Sona. I suoi genitori gestirono in affitto una trattoria in località Bosco, di proprietà dei Fiorini di Palazzolo. Nel
1914 acquistarono una campagna lì vicino, e nel 1935 costruirono una casa ad essa attigua.
Gaetano, classe 1921, forte fibra di alpino, lavora ancor oggi
quei campi e vive nella stessa
abitazione. I suoi ricordi di guerra sono molti, ce ne racconta solo alcuni, i più significativi e importanti.
“Fui chiamato alle armi il 1 gennaio 1941, arruolato nel corpo
degli alpini, artiglieria di montagna. A Rovereto ci
fu consegnato l’equipaggiamento, mentre
l’istruzione militare ci fu impartita a Merano. Dopo
una sosta a Tolmino, una notte dell’aprile 1941
fummo condotti in Slovenia. In quella terra slava
trascorremmo un periodo abbastanza tranquillo,
senza scontri con il nemico. Ricordo che partecipai ad una spettacolare parata militare a Lubiana,
città nei cui pressi eravamo accampati. A un certo
punto fummo richiamati in Italia, in Valle d’Aosta”.
Non tornò più in Iugoslavia?
Sì, ci tornai. Il 1 dicembre 1941 a Bari fummo imbarcati (era la prima volta in vita mia che mettevo
piede su una nave!), e trasferiti in Montenegro. Là
dovemmo affrontare vari scontri con i partigiani di
Tito; di solito non si trattava di grandi combattimenti perché i titini, non appena si rendevano
conto di essere in inferiorità rispetto a noi, non
cercavano inutili eroismi e si ritiravano. Una volta,
però, avvenne un vero e proprio massacro: delle
bombe sparate da mortai nemici uccisero parecchi alpini assieme ai muli che erano con loro.
Com’erano i vostri rapporti con i montenegrini?
In generale la popolazione aveva un buon rapporto con noi soldati, mentre detestava le camicie nere della milizia. Racconto qualche episodio. Alcuni
nostri soldati, giunti in una fattoria, tirarono fucilate ai maiali per mangiarli, e alle botti per far uscire
il vino; i partigiani, nascosti in lontananza, videro
tutto e spararono contro gli italiani. Anch’io, una
volta, entrai con un commilitone in una casa
per
vedere se potevamo prelevare della carne, ma la vista di due robusti giovanotti montenegrini ci intimorì, e ce ne andammo subito. Infine, ricordo l’impiccagione di
una donna; si trattava di una ragazza che adescava, si può immaginare per quali motivi, i nostri militari; questi, fatti entrare in un locale, venivano aggrediti da dei suoi complici che li immobilizzavano
e li eviravano; quella donna fu catturata e condannata a morte.
Fino a quando rimase in Montenegro?
Fino a quando giunse la notizia che gli Alleati stavano sbarcando in Sicilia. Subito fummo trasferiti
in Calabria, in attesa di partire per l’isola e affrontare il nemico. Fortunatamente ciò non avvenne,
fummo anzi mandati al Nord, a La Spezia, dove intanto giunse il fatidico 8 settembre del 1943. Sul
nostro accampamento erano puntati i cannoni dei
tedeschi, e capimmo subito che sarebbe stata una
follia ribellarci a loro. Ci procurammo, pertanto,
degli abiti borghesi e salimmo sui treni per fuggire.
Non stavamo eseguendo degli ordini, avevamo capito da soli che tutto stava andando a catafascio.
Purtroppo a Fidenza i nazisti ci bloccarono, e ci fecero prigionieri. Tuttavia, io e altri quattro commilitoni riuscimmo a eludere la loro sorveglianza e,
saliti su un altro treno, ci allontanammo. Giunti a
Piacenza, vedemmo dei soldati tedeschi avvicinarsi a noi; spaventati, io e un conterraneo (Luigi Berti di S. Giorgio in Salici), scendemmo a terra, sca-
valcammo la recinzione, salimmo su
una barca e ci facemmo portare sull’altra sponda de Po. Da lì riuscii fortunosamente, facendo la strada a piedi,
ad arrivare sano e salvo a casa.
Come trascorse il periodo successivo?
Fui assunto come manovale nell’impresa edile Mazzi di Lugagnano, che
eseguiva lavori lungo la ferrovia. Infine, mi fu dato un alloggiamento in
una garitta lungo la Strada Statale 11,
all’altezza dell’attuale vivaio Fontana
di S. Giorgio: avevo il compito di allertare i soldati tedeschi di passaggio,
agitando una paletta rossa, ogni volta
che mi arrivava la notizia di pericolo di
bombardamenti o mitragliate aeree
nemiche. Giunta finalmente la pace,
potei tornare a fare il lavoro di agricoltore nei miei campi.
Gaetano Leoni si commuove ancora
oggi quando racconta del modo fortunoso con cui riuscì a sfuggire alla cattura da parte dei tedeschi, evitando
così la prigionia in un campo di concentramento; poiché era vestito con
una semplice maglietta e un paio di
pantaloni leggeri, lo stesso viaggio in
ambienti freddi avrebbe potuto essergli fatale. “Se vede che qualche Santo
m’à agiutà”.
Il Lutto
Gino, ma per tutti era “il Zesa”
Era per Lugagnano una figura di riferimento. Per il lavoro che svolgeva, con il
suo ferro da stiro sempre in mano,
per il luogo dove aveva il negozio (al
semaforo centrale del paese), per la
simpatia con cui affrontava le tematiche paesane con i clienti: sta di fatto
che era una persona conosciutissima e il suo negozio punto di incontro
paesano.
A noi del Baco ci aiutò fin da subito:
credeva nel nostro lavoro e credeva
nel ruolo del nostro giornale nel suo
paese natale.
Amava parlare di politica e dei fatti che
avvenivano nel suo Comune. Era al
corrente di ogni avvenimento, conservava tutto e sapeva essere critico con
quanto accadeva.
Forse una figura poco presente sulla
scena pubblica ma molto presente sul
territorio, in un ruolo “dietro le quinte”
che svolgeva da buon ed onesto cittadino.
Un sabato di un mese fa il negozio era
chiuso: assente lui ed assente anche
la famiglia. Il giorno dopo arrivò la triste notizia della sua morte.
Ciao Gino, un posto nei nostri ricordi
sarà sempre occupato dalla tua figura.
Grazie per quello che hai fatto e per la
stima ed affetto che hai avuto nei nostri confronti.
Gianluigi,
assieme a tutta la banda del Baco da Seta
La Foto Storica
1913, La Schola Cantorum della Parrocchia di Lugagnano
Nella foto la Schola
Cantorum della Parrocchia di Lugagnano in posa per il fotografo nell’anno
1913.
Prima fila in alto: da
sinistra Tomelleri,
Lonardi Gino, Recchia Gaetano, Mazzi
Romualdo.
Seconda fila: da sinistra Mazzi Maurizio,
Mazzi Attilio Faiana
(nonno del Sindaco
Gualtiero Mazzi),
Mazzi Oreste, Vantini Angelo, Mazzi Giuseppe Giocarle,
Mazzi Luigi, Guglielmi, Mazzi Giuseppe.
Terza fila: da sinistra
Quanilli, Mazzi Arcadio, Zampieri Gaetano, Don Caliari, Quanilli Mandolin, Mazzi Adelino. Quarta fila in basso: Perina Ernesto.
81
L A
N O S T R A
S T O R I A
Gli orrori della guerra raccontati da un reduce di Lugagnano
Chinellato Sergio e la sua vita nell’Arma
di Gianfranco Dalla Valentina
[email protected]
L’abbiamo conosciuto fiero sull’attenti davanti al monumento dei caduti di
Lugagnano, il 4 novembre, giorno della vittoria e dei caduti di tutte le guerre, con i suoi alamari sulle spalle a ricordo del passato nell’Arma.
Adesso come allora, Chinellato Sergio
è sempre stato orgoglioso di essere un
carabiniere, sin dai lontani giorni della
Seconda Guerra Mondiale.
Ma partiamo dall’inizio, quando Sergio
nasce a Venezia, il 22 aprile 1923, figlio di un ferroviere veneziano. La sua
infanzia fu costellata da continui spostamenti al seguito del padre impiegato in
varie stazioni ferroviarie. In una di queste
a Malles Venosta in provincia di Bolzano c’erano le scuole solo
fino alla 5° elementare.
Avendo l’obbligo di frequentare la scuola sino
ai 14 anni, Sergio avrebbe dovuto frequentare la
5° più volte sino all’età
stabilita. Il padre inviò
allora una richiesta di
trasferimento al Duce
in un’altra sede, per
dare ai figli la possibilità di andare a scuola.
Il trasferimento avvenne, ma a Dolcè, dove
la scuola si fermava
alla 4° e per fare la
5° si doveva prendere il treno ed andare
sino a Tombetta, in
Borgo Roma. Nel
1934 la famiglia del
ferroviere venne trasferita a San Massimo e lì Sergio ebbe
Bendinelli
Serrande
di Bendinelli Giorgio Gregorio & C.
modo di frequentare scuola sino alla 3° superiore
industriale. Terminati gli studi, dopo qualche lavoretto, avvenne la chiamata alle armi. Era il 1941 e
a Verona tutti sceglievano di fare gli alpini. Sergio
scelse i Carabinieri Reali a Torino. Dopo il corso
venne trasferito a Fiume in una casermetta atta
ad ospitare 7/8 persone, ma dove in realtà stavano in 40. La mansione principale era fare del pattugliamento lungo la ferrovia per prevenire attentati delle bande partigiane di Tito, che già allora costituivano una spina nel fianco degli occupanti italo-tedeschi. Si percorrevano ogni giorno 40 km a
piedi, sino ad una galleria presidiata da ambo i lati
da una casermetta con 12 fanti, tutti richiamati,
gente di 40 anni con famiglia.
Una mattina arrivando alla casermetta, Sergio e i
compagni ebbero l’amara sorpresa di trovare tutti
questi 12 fanti sgozzati dai partigiani. Scontata fu
la ritorsione. Un battaglione di camicie nere passò a setaccio i paesi limitrofi, catturando tutti i maschi e deportandoli in campi di lavoro forzato in
Italia, requisendo con violenza bestiame e attrezzi.
Essendo un motociclista, Sergio venne inviato a
Zagoria San Martino, sempre in Istria, a pattugliare sopra la sua moto Guzzi 500, con un compagno e una mitragliatrice sul manubrio, le campagne istriane. Venne poi un’interpellanza per la mobilitazione, ovvero, si chiedeva chi voleva partecipare alle operazioni in zona di guerra. Col miraggio
di qualche lira in più, fondamentale nei suoi sogni
al momento del congedo al termine della guerra,
Sergio si propose e venne inviato, fortunatamente,
a Lubiana, visto che il rischio era anche quello di
finire in Russia, ma, come ci dice Sergio, a vent’anni si era anche un po’ incoscienti. A Lubiana
l’attività era quella tesa a contrastare gli attentati
dei titini, con continue pattuglie e posti di blocco.
Lì lo colse l’8 settembre.
Il primo pensiero fu quello di tornare in Italia. Abbandonate le armi, cominciarono la marcia verso
Trieste, ma dopo soli pochi chilometri vennero catturati dai partigiani che, viste le intenzioni di ritirata dei carabinieri, riservarono loro un trattamento
dignitoso ed erano intenzionati a liberarli al confine con l’Italia, se non fosse che sopravvenne un
attacco dei tedeschi e nella confusione Sergio de-
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82
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cise di fuggire per i boschi e
tornare a Lubiana, dove
venne catturato comunque
dai tedeschi e deportato in
Germania in campo di prigionia, prima a Dusserdolf
e poi in provincia di Essen,
dove vennero impiegati per
quasi un anno nello smontaggio di pezzi d’aereo per
il recupero di tutto quello
che poteva essere riutilizzabile. Ma il trattamento
degli italiani prigionieri da
parte dei tedeschi era severo e si mangiava assai poco. Dopo
l’accordo tra Mussolini ed Hitler sul trattamento
dei prigionieri, qualcosa migliorò, e si poteva anche uscire dal campo e fare qualche lavoretto nelle fattorie in cambio di qualcosa da mangiare. Con
l’avanzata degli alleati, i prigionieri venero spostati
verso Amburgo trainando tutto quello che si poteva spostare in termini di materiale bellico. Passando per Amburgo rasa al suolo vide per la prima
volta delle colonne di ebrei, vestiti con dei sacchi
di cemento, delle larve che camminavano, scortate dalle SS. Ogni qualvolta uno cadeva a terra sfinito nelle sue forze, veniva ucciso con un colpo alla testa direttamente sul posto. Alla stazione dove
dovettero caricare il materiale trasportato Sergio ci
racconta un episodio con la voce interrotta dalla
commozione: “…un treno, con dei vagoni merci
scoperti, stipati di ebrei, seguito da dei pianali ri-
Eventi e Cultura
coperti di cadaveri di ebrei caricati
alla rinfusa, con braccia e gambe
che penzolavano da ogni parte. Arrivarono le SS con un carico di rape,
radici, erba, terra e la gettarono sui
vivi, che si accanirono come bestie
per prendere qualcosa da mangiare..”. E le lacrime a distanza di 65
anni rigano ancora il volto di Sergio.
Da Amburgo venne trasferito a Lubecca, dove fortunatamente venne liberato dagli inglesi, solo pochi giorni prima che arrivassero i
russi. Dopo due mesi nelle mani
degli alleati, vennero caricati su
dei treni con destinazione l’Italia, dove arrivarono il 30 luglio 1945, a Balconi.
Lì grazie ad un passaggio su un carretto, ottenuto da un lattaio di Borgo Milano che tutti
i giorni veniva in stazione alla ricerca di notizie del figlio, Sergio arrivò sino al Chievo e
da lì a San Massimo, dove venne a sapere
che la sua casa era stata bombardata, ma i
genitori stavano bene ed erano sfollati a Lugagnano. Qui conobbe una ragazza della famiglia Mazzi Giocarle, che sarebbe diventata sua moglie e divenne lugagnanese a tutti
gli effetti, anche se la vita nell’arma lo portò
negli anni a spostarsi varie volte, a Milano,
Como, Bergamo, Sirmione e Idro, dove negli
anni ’70 si congedò come maresciallo dei
Carabinieri.
DiSergio Chinellato ieri e oggi,
con le insegne
dei Carabinieri.
Riaperta la pieve di Santa Giustina
L’associazione “La Torre” di Palazzolo ha organizzato anche per quest’anno l’apertura al pubblico della
Pieve di S. Giustina per il periodo
Aprile-Novembre. Sarà aperta ogni
domenica dalle ore 10 alle ore 12.
Inoltre ogni primo sabato del mese
alle ore 16, sarà effettuata una visita guidata con le ampie illustrazioni
della signora Armani Mariuccia in
Sartori. Possono essere prenotate visite di gruppo telefonando al parroco don Angelo Bellesini. Ecco i nomi dei volontari che a turno si presteranno alla sorveglianza durante
l’apertura, che sarà segnalata da appositi cartelli: Stefano Ambrosi, Serena Molinarelli, Domizio Bagnara,
Giovanni Zanini, Luigi Tacconi, Graziella Lorenzini, Gianluigi Bettelini.
Nella foto la Pieve di Santa Giunstina
e una visita alla Pieve tenutasi lo
scorso 5 marzo.
83
R E D A Z I O N A L E
El Frutarol: in centro a Lugagnano è tornato l’ortofrutta
Vi mancavano le
vetrine colorate
delle botteghe di
frutta e verdura
tradizionali? Quelle
che un po’ tutti
rimpiangiamo
quando ci perdiamo negli immensi
corridoi dei grandi
supermercati? In
centro a Lugagnano è tornato il tipico ortofrutta: piccolo, familiare, e con una vasta
scelta di prodotti sempre freschi e di qualità.
È El Frutarol di Roberto Bergamin e Carlo Montresor, inaugurato ad ottobre, in via Pelacane 11.
Segno distintivo, un ritratto «ortofrutticolo» dipinto
dell’artista italiano Giuseppe Arcimboldo.
Il cliente può scegliere tra un’ampia varietà di verdure, a cominciare dall’insalata, che sulle nostre
tavole non manca mai: c’è la gentile, la gentile rossa, la lattuga, la riccia, la scarola e la canasta. Ci
sono inoltre le patate da
gnocchi, le Novelle e le Bologna. E ancora, radicchio, carciofi, cavolfiori, melanzane, bruscansi,
zucche, zucchine, cetrioli, pomodori... Qualsiasi
prodotto dell’orto si cerchi, da El Frutarol lo si trova. Ci sono addirittura le verdure cotte confezionate. Anche gli amanti della frutta saranno soddisfatti. Nell’ortofrutta di Lugagnano potranno scegliere infatti fra otto tipi di mele, o provare i gusti
tropicali di ananas, cocco, papaya, avocado, mango e frutto della passione. Non mancano poi meloni, melograni, albicocche, pesche, fragole, mandarini, arance, pompelmi… C’è addirittura il platano,
una banana un po’ particolare, che i sudamericani
mangiano, dopo averla tagliata a fette, fritta o lessata. Ad attirare l’attenzione di chiunque entri, c’è
un vassoio di datteri freschi e dolcissimi. C’è poi il
banco della frutta secca e dei legumi. Si può trovare anche la carruba, un frutto ormai assai difficile da reperire in commercio, dal sapore dolciastro,
che anni fa veniva sgranocchiato al cinema, al posto degli attuali popcorn. Molto suggestivo è
l’angolo del gusto, in cui vengono esposti succhi
di frutta, marmellate, conserve, sughi e verdure
sott’olio. El Frutarol vende anche mozzarelle e ricotta di bufala, e su richiesta si può ordinare anche la burrata. In stagione, si possono trovare perfino finferli e porcini freschi. Infatti, oltre alla frutta e alla verdura, Bergamin e Montresor vendono
una vasta gamma di prodotti confezionati di qualità. Ci sono addirittura uova e aringhe.
El Frutarol è l’unico ortofrutta in centro a Lugagnano, ed è nato per offrire un servizio al paese e per
ristabilire un contatto con la gente nella vendita di
frutta e verdura. I titolari, che si recano ogni giorno
al mercato ortofrutticolo, sono felici di soddisfare
qualsiasi richiesta della clientela e di consigliarla
nella scelta e nell’acquisto dei diversi prodotti
esposti.
A N N I V E R S A R I
Festa della classe 1939 a
Palazzolo, ricordi di una vita
di Luigi Tacconi
[email protected]
scono quasi annualmente per festeggiare e ricordare. Fino alla sua scomparsa nel 2003 con loro c’era anche
Andrea Fiorini, maestro della classe
1939 in terza, quarta e quinta elementare. La maestra Rosanna ha la
vena poetica ed ancora la voglia di
scrivere: alcune sue poesie sono state lette insieme ad altre del poeta
dialettale Angelo Lotto di Pastrengo.
La serata è terminata con
l’immancabile foto ricordo e l’augurio
di rivedersi tutti l’anno prossimo.
Settembre 1945. Il primo giorno di scuola in prima elementare una cinquantina di bambini e bambine con i loro grembiuli neri si trovarono riuniti
nella scuola di via 4 Novembre a Palazzolo con la
nuova maestra; erano delle classi 1939 e 1938.
Questi ultimi avevano perso l’anno precedente perché le scuole erano diventate un magazzino di generi alimentari per l’esercito tedesco accampato
sulla linea gotica. Anche l’asilo l’anno antecedente
non era frequentato dai bambini, bensì dai tedeschi che l’avevano trasformato in magazzino di
stoffe.
Proprio all’Asilo il 25 gennaio 1945 un tedesco
era stato ucciso in un tentativo di furto e per questo il paese corse il pericolo di gravi ritorsioni. La
maestrina aveva appena vent’anni ed anche lei
era emozionata per il suo primo giorno di scuola
da maestra: veniva in bicicletta da Sona e si chiamava Rosanna Antonello.
Dopo 65 anni da quel primo incontro alcuni di quei
bambinetti, ormai diventati nonni, si sono ritrovati
lo scorso 27 novembre per festeggiare insieme alla loro maestra Rosanna, fresca bisnonna di due
gemelli, accompagnata dai suoi due figli. Dopo la
Messa si sono riuniti con mogli o mariti assieme a
tutta la classe del 1939 di Palazzolo alla trattoria
“Ai Portici” per una cena con menù tradizionale.
Da dieci anni ormai, ex-alunni e maestra si riuni-
Qui sopra la classe 1939
con la maestra Rosanna Antonello nel 65° anno dal primo incontro nel 2010. A sinistra Fontanafredda di Valeggio, anno 2002, la classe
1939 con la maestra Rosanna Antonello il marito Bonifacio De Battisti ed il maestro
Andrea Fiorini. Sotto: Anno
1945-1946, classe prima
nati 1938 e 1939 di Palazzolo con la maestra Antonello Rosanna. In basso anno
1957, Palazzolo i coscritti
della classe 1939.
85
C O M U N I TA ’
Giornata ecologica a San Giorgio:
raccolti 20 quintali di rifiuti
di Federica Valbusa
Sabato 19 marzo, come è ormai di consuetudine
da oltre dieci anni, i cacciatori di San Giorgio in
Salici, in collaborazione con l’assessorato all’ecologia del Comune di Sona, hanno organizzato la
giornata ecologica, per ripulire la frazione dai rifiuti
abbandonati nei campi o ai bordi delle strade.
Ci sono voluti un ca-
86
mion,
due rimorchi e 35 volontari per raccogliere
circa venti quintali di immondizia. C’erano oggetti
di ogni genere: barattoli, latte di ferro, bottiglie di
vetro e di plastica, giocattoli, borse, pneumatici,
cerchioni, pezzi di computer, reti da letto… Sono
state trovate addirittura una televisione e una lastra di amianto. L’attività è iniziata alle 13 ed è
proseguita per tutto il pomeriggio. I rifiuti sono poi
stati depositati nella piazzola ecologica di Sona. Le
zone più sporche della frazione si sono rivelate essere località Ferrari, località Monte Oliveto e via
Betulla.
Era presente anche Maurizio Moletta, cacciatore
e consigliere di maggioranza dell’attuale amministrazione di Sona, che ha affermato: «Sono orgoglioso di questa attività svolta da volontari, si tratta di un servizio alla comunità. Lasciare le immondizie nell’ambiente è sintomo di grande inciviltà.
Le persone, residenti e non, dovrebbero avere più
rispetto del territorio. Vorrei ricordare a tutti che
nel nostro Comune ci sono ben tre piazzole ecologiche in cui portare i materiali ingombranti.
L’ufficio ecologia, inoltre, è sempre disponibile ad
incontrare le esigenze dei cittadini, che vi si possono rivolgere in caso di dubbi o difficoltà».
Fra i volontari c’era anche Egidio Roviaro, presidente del Gruppo cacciatori di San Giorgio e dell’Ambito territoriale di caccia 1 del Garda. Roviaro, con l’approvazione di tutti i presenti, ha precisato che i cacciatori hanno un particolare rispetto
per l’ambiente, proprio perché sono fra coloro che
lo vivono di più. Inoltre ha ringraziato
l’amministrazione per il contributo annuale che
viene destinato ai cacciatori come rimborso spese
per la giornata ecologica. Anche Roviaro si è detto
«orgoglioso» dell’attività svolta: «Come presidente»,
ha concluso, «spero che iniziative di questo genere
si ripetano anche in altri Comuni».
Il lavoro dei volontari non può che meritare il nostro plauso. Ma occorre anche riflettere sull’enorme quantità dei rifiuti raccolti, specchio dell’inciviltà di certe persone. La giornata ecologica si è rivelata ancora una volta un’iniziativa molto importante… L’auspicio, però, è che in futuro ce ne sia
sempre meno bisogno!
G I O V A N I
Ladies from hell
Le cornamuse arrivano a Sona
di Enrico Olioso
Da qualche mese, tutti coloro che hanno avuto
modo di partecipare ad un concerto del corpo
bandistico di Sona hanno potuto notare una novità particolare. Alle novità la nostra banda ci ha
abituato ormai da tempo, ma questa è proprio
particolare. Infatti ad un certo punto del concerto
alla banda si aggiungono tre giovani con le cornamuse e quando iniziano a suonare gli spettatori
assaporano un’esperienza nuova ed emozionante.
Ma chi sono e da dove vengono questi tre giovani
con tanto di abbigliamento in stile scozzese? Li
abbiamo avvicinati ed abbiamo posto loro alcune
domande.
“Ladies from hell”, chi siete?
Siamo tre amici, Nicola, Luca e Michele che hanno deciso di suonare la cornamusa scozzese formando un trio musicale. Ladies from Hell (Signore
dall’Inferno) è il nome con cui i soldati tedeschi
chiamavano i combattenti scozzesi nella Prima
Guerra Mondiale, riferendosi alla loro tradizionale
gonnella (il kilt, da cui le signore) e alla loro ferocia
in battaglia (e quindi l’inferno).
Quando ha avuto origine questo vostro gruppo?
In un caldissimo pomeriggio estivo del 2009, complice forse anche una birra bevuta in compagnia
sotto il sole! L’idea è nata come una battuta, ma
dal giorno successivo non abbiamo mollato un attimo, impegnandoci con assoluta costanza.
E' strano che un trio di giovani intraprenda un
percorso musicale di questo tipo. Qual è stato
l'elemento ispiratore?
Ci siamo accorti di avere in comune un forte desiderio di fare qualcosa di importante, di nuovo,
qualcosa che ci permettesse di esprimerci e allo
stesso tempo di sottrarci alla noia e alla banalità
che spesso riempiono le giornate.
La cornamusa è uno strumento non usuale. Come si suona? Dove vi trovate per provare?
Nell’imparare a suonare uno strumento ciò che
più conta sono la costanza e la passione. Nel caso
della cornamusa a queste si deve aggiungere una
bella dose di pazienza, perché spesso è lei a dirti
quando devi smettere. Per suonarla servono buoni
polmoni e sincronia tra il soffio e il movimento del
braccio, che preme la sacca per mantenere il flusso d’aria costante mentre si prende fiato. E’ uno
strumento antico e nobile, necessita di cure e costante manutenzione, l’intonazione richiede tempo
e si perde facilmente. Nonostante tutto la sua unicità ci regala emozioni così grandi da compensare
ogni sforzo. Per le prove ci troviamo a casa di Nicola, a Lugagnano, che fortunatamente dispone di
una sala prove così in disordine da essere degna
di veri barbari!
Cosa pensate riguardo ciò che gli
adulti dicono dei
giovani e che di norma
non è tanto positivo?
Non abbiamo un’opinione
in merito, facilmente da
“grandi” anche noi avremo
dei pregiudizi nei confronti delle nuove generazioni, è una cosa naturale. Per ora non ci pensiamo,
noi abbiamo un progetto, abbiamo un sogno, e
tutta la nostra attenzione è focalizzata sulla sua riuscita. Ciò che ci interessa è divertirci divertendo,
fare in modo che grandi e piccoli possano trovare
piacevole assistere a un nostro concerto. Siamo
disponibili per suonare a feste, sagre o in locali.
Venite a trovarci sulla nostra pagina ufficiale di Facebook e scriveteci alla nostra mail che è [email protected]. Non vediamo l’ora di suonare
per voi!
Ladies from Hell.. e questo è tutto.
Sopra il logo del
trio, sotto i tre
musicisti durante un concerto.
C O M U N I TA ’
In ricordo di don Pietro Fattori
A Palazzolo si è celebrato il ricordo
del sacerdote tanto amato
di Domizio Bagnara
Nella foto in alto Don Pietro
Fattori.
Sotto la targa in
marmo inaugurata il 27 febbraio scorso,
con i nomi dei
Parroci che si
sono succeduti
alla guida dlella
Parrocchia di
Palazzolo.
Nella parrocchia di S. Giacomo e S. Giustina in
Palazzolo, è stato commemorato domenica 27
febbraio scorso il 50° Anniversario della scomparsa del parroco don Pietro Fattori avvenuta il
22 febbraio 1961.
Don Pietro Fattori è ancora ricordato ed amato
dai parrocchiani per la sua bontà d’animo e
l’opera svolta nei 28 anni della sua guida come
Pastore delle anime.
La Messa delle 10,30 è stata presieduta dal parroco don Angelo Bellesini, e concelebrata dai
suoi predecessori mons. Guglielmo Corbioli e
don Paolo Silvestrini e dai preti nati a Palazzolo:
don Mariano Ambrosi parroco di S. Paolo Campo
Marzio e direttore del Centro Diocesano Pastorale
Universitaria, don Andrea Mascalzoni parroco di
Dossobuono, don Lino Ambrosi, già parroco di
Madonna di Dossobuono ed ora aiuto a Lugagnano.
Questi ha rievocato la figura di don Pietro con
una commovente omelia, seguita da un lungo applauso dei parrocchiani che gremivano la chiesa.
Erano presenti il cugino Romeo Fattori con moglie e figlia ed altri parenti provenienti da Bonavigo suo paese d’origine, inoltre alcune suore di
Palazzolo che
hanno conosciuto
don Pietro: suor
Chiarilda Franchini, suor Giacinta Mignolli,
suor Josè Giacomelli e suor Luciana Bertoli oltre alle suore
della scuola materna “Cav. Girelli” di Palazzolo.
E’ stato distribuito un libro
curato da Luigi
Tacconi che
ha raccolto i
rari documenti
riportanti la vita di don Pietro ed il suo
operato ed
una quarantina di fotografie: da quella
che lo ritrae nel 1937 con il vescovo Mons. Girolamo Cardinale con un gruppo di parrocchiani, a
quelle dei pellegrinaggi ai molti santuari, a quelle
del 24 ottobre 1958 per i festeggiamenti delle
nozze d’argento parrocchiali, fino alle Prime comunioni e Cresime.
Nel libro viene riportato il resoconto della visita
pastorale del vescovo Mons. Girolamo Cardinale
avvenuta nel 1934, che traccia un quadro della
religiosità e delle devozioni del tempo.
Sono inoltre raccolte le testimonianze scritte dei
preti nati a Palazzolo che lo hanno conosciuto:
don Lino Ambrosi, don Andrea Mascalzoni, don
Mariano Ambrosi, mons. Giuseppe Pernigotti parroco di Faleri in diocesi di Civita Castellana e direttore della Federazione Italiana Assistenza Sacerdoti e don Giovanni Granuzzo, Superiore della
Casa di Missione di La Plata in Argentina; questi
ultimi due pure lontani fisicamente hanno sentito
il desiderio di riandare con la memoria al tempo
di don Pietro ed esprimere la riconoscenza per il
buon prete che in vari modi li ha aiutati all’inizio
della loro vocazione.
Inoltre hanno portato la loro testimonianza Mariuccia Armani, Clara Fiorini Recchi e Luigi Tacconi, che in gioventù hanno conosciuto il parroco
ed apprezzato le sue doti. Nel libro viene ricostruito un periodo storico a cavallo della seconda
guerra mondiale, vissuto e ricordato dalle persone che hanno superato la sessantina; si spera
possa servire anche ai giovani per conoscere com’era la comunità nella quale vivevano i loro genitori e nonni, dove affondano le loro radici culturali e così trarre qualche piccolo insegnamento.
Al termine della Messa è stata scoperta e benedetta una targa in marmo (foto accanto) che riporta i nomi della lunga serie dei parroci che si
sono succeduti alla guida della parrocchia, dal
primo conosciuto, Ventura nel 1217, a Marco nel
1436 che inizia la lunga lista di 33 nomi, ininterrotta fino ad oggi.
I parrocchiani avranno così modo di conoscere e
ricordare i nomi dei Pastori d’anime che nel tempo, con la loro opera hanno forgiato la comunità
di Palazzolo così come noi la conosciamo oggi.
PA R R O C C H I A
Azione Cattolica di Lugagnano: cantiere sempre aperto
Ne parliamo con il Presidente Ernesto Perina
di Renato Salvetti
Siamo stati invitati dal Presidente dell’Azione Cattolica di Lugagnano a partecipare all’incontro del
quale forniamo un resoconto nel box accanto. Il
Presidente ci aveva scritto dell’esperienza associativa come servizio educativo–formativo nella Comunità parrocchiale e nel territorio ed abbiamo ritenuto interessante approfondire quel concetto
con lui, dopo qualche giorno.
Ernesto Perina, 53 anni (nella foto sotto), sposato
con tre figlie, è Presidente dell’Associazione cattolica di Lugagnano dal
1995, dopo essere stato anche Coordinatore di quella Vicariale (gruppo di
Parrocchie in cui è divisa la Diocesi) e
membro del Consiglio Diocesano.
L’Associazione a Lugagnano comprende il Gruppo Ragazzi (A.C.R) maschi
e femmine, il gruppo Giovani-Educatori ed il Gruppo Adulti (vi sono molte
coppie di sposi) per un totale di 100
iscritti. Gli Educatori Marco Turri e
Sabrina Zerpellon, responsabili del
Gruppo Ragazzi, Mario Nichele e Maria Teresa Venturini sono tutti quattro
Vicepresidenti ed assieme a Ivan
Marchi, Segretario ed all’Assistente
Don Roberto Tortella, come guida ecclesiale, fanno parte del Consiglio Parrocchiale
A.C. L’Associazione prende spunto per il proprio
operare da linee guida che per il periodo sono: il
documento 2010-2020 dei Vescovi italiani “Educare al Bene Comune”, le Linee Triennali 2011-2014
della Diocesi di Verona “Vivere la fede, amare la vita”, la Guida annuale nazionale.
I ragazzi dell’ACR si incontrano settimanalmente
con gli Educatori mentre il gruppo adulti si trova
mensilmente per discutere, dopo la preghiera avviata dall’Assistente, sui vari temi proposti a livello
nazionale.
Non si tratta di incontri “di catechismo”, ci tiene a
precisare il Presidente, bensì “di incontri per condividere esperienze personali su temi specifici”.
Gli iscritti partecipano anche ad incontri a livello
diocesano e sono previsti annualmente incontri
particolari. In estate i Campi scuola per ragazzi ed
incontri formativi per Educatori completano il percorso. E’ prevista anche una gita-pellegrinaggio annuale (quest’anno in Piemonte il prossimo 2-3-4giugno) che aiuta “a consolidare i rapporti interpersonali fra gli iscritti” con la vita comunitaria di
adulti, giovani, ragazzi e bambini. Contemplazione,
Comunione, Missione: sono questi i principali
obiettivi dell’Azione Cattolica Italiana, indicati da
Papa Giovanni Paolo II nell’incontro nazionale di
Loreto del 2004.
Il Convegno
“Educare al Bene Comune”
Lo scorso 10 marzo L’Azione Cattolica di Lugagnano ha organizzato un incontro sul tema “Educare al Bene Comune”.
L’oratore, il Presidente Provin-
ciale dell’A. C. Roberto Marella,
ha esordito dicendo che in molti
incontri si era già discusso su cosa si dovrebbe intendere per
“bene comune” e quindi nella
serata intendeva proporre alcuni
comportamenti personali, utili
al fine di operare in quella direzione. Tre gli atteggiamenti indicati a questo fine. Innanzitutto
usare coraggio nei comportamenti “aprendo le porte” della
propria personalità senza riserve, al prossimo. Citando più volte
l’Enciclica Spe Salvi di Papa
Benedetto XVI ha poi proposto
di rapportarsi con gli altri “navigando” piuttosto che procedendo su rotaie, più sicure, ma che
non consentono gli aggiustamenti richiesti dai cambiamenti in divenire nella Società civile. Ha
concluso questa prima parte citando “le Beatitudini” e, spiegandone alcune, ha dimostrato come non siano indicazioni di
obiettivi statici, bensì scelte di
coraggio. La seconda modalità
proposta per i propri comportamenti è quella del dinamismo.
Concludendo ha citato la vicenda di fonte biblica, “Giona e la
balena”, proponendo di ascoltare le sollecitazioni che ci vengono fornite dall’essere cristiani,
operando quindi secondo principi evangelici. L’azione, come terzo aspetto delle modalità nei
comportamenti personali, se attuata con impegno deve portarci
ad essere disponibili all’accoglienza e capaci di formulare proposte cristiane, cercando di rendere chi avviciniamo “consapevoli” e quindi di portare loro stessi ad agire secondo il “bene comune”. La riunione iniziata con
una preghiera comunitaria avviata dall’Assistente ecclesiale,
Don Roberto, si è conclusa con
un aggiornamento sull’andamento dei lavori che l’ A.C. diocesana
ha avviato, di restauro con ampliamento, di un immobile a S.
Giovanni in Loffa che sarà utilizzato per campi scuola (nella foto
una pubblicazione che descrive
l’intervento).
L’immobile
per un’accoglienza di
100 persone sarà disponibile a
partire dall’aprile
2012. All’oratore è
stata consegnata
un busta
contenente offerte per 1200 euro, raccolte nella
nostra Comunità, a sostegno dell’iniziativa.
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R E D A Z I O N A L E
26 Avenue: l’abbigliamento a Lugagnano
Il 12 marzo scorso ha aperto i
battenti un negozio di abbigliamento a Lugagnano. Il caso
ha voluto che
l’immobile prescelto sia lo
stesso dove 25
anni fa aveva
aperto un negozio di abbigliamento moda, in centro
al paese, in
via 26 Aprile. A lanciarsi nell’avventura sono Michela e Pamela Zanuso ed Egidio Rudari, lugagnanesi doc, che dopo anni di lavoro in un negozio
del centro di Verona, hanno deciso di puntare tutto
sul loro paese natio, con la speranza di creare un
vero e proprio punto di riferimento per
l’abbigliamento per chi vive a Lugagnano, ora costretto a migrare altrove alla ricerca di qualche capo di abbigliamento alla moda.
La volontà di Michela e Pamela è quella di far rivivere il negozio del paese, dove si può creare un
rapporto di fiducia tra commesse e cliente, cosa
del tutto impossibile nei grandi centri commerciali
dove vi è una continua rotazione di personale, come pure di negozi.
Il negozio può soddisfare ogni esigenza di abbigliamento sia casual che elegante, anche le più ricercate, offrendo borse, cinture, pantaloni, t-shirt,
maglie, per la donna e l’uomo, come pure per i ragazzi più giovani con i marchi di maggior tendenza.
Nel negozio possiamo trovare marchi quali Rinascimento, Please, Pois, Kontatto per la donna,
mentre per l’uomo Imperial e Absolut.
Il negozio offre anche un servizio di sartoria su
tutti i capi del negozio.
Michela e Pamela vi attendono per una visita al
negozio, dove con simpatia e cordialità vi guideranno alla ricerca del capo più adatto alle vostre
esigenze.
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