84. LA CANZONE DEL GHIACCIAIO ALAGNA Autore: Costantino

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84. LA CANZONE DEL GHIACCIAIO ALAGNA Autore: Costantino
84. LA CANZONE DEL GHIACCIAIO
ALAGNA
Autore: Costantino Burla
Liberamente tratto da: ‘VEGLIE ALL'ALPE’ ed Palmiro Corradini Borgosesia
Salendo alla Gnifetti dal Col d'Olen, giunti sulle pietraie dello Stolemberg si
sente, nelle sere nebbiose, una strana dolce nenia, quasi una preghiera: è il
Moos che scendendo dalla croce Casati si precipita nel ghiacciaio.
Si racconta che quella nenia sia in realtà la canzone di Neini e Franz.
Franz era un giovane alagnese, abilissimo cacciatore e ottimo alpinista, tutte
le ragazze del paese spasimavano per lui ma non ottenevano neppure uno
sguardo: il suo solo amore era la montagna e passava tutte le sue giornate
fra creste, strapiombi e morene, spingendosi fino alle cime del Tagliaferro o
del Corno Bianco stupendo i paesani per il suo coraggio.
Neini viveva con il padre sopra all'Alpe Bors dove allevavano il loro piccolo
gregge, la giovane si occupava della baita e falciava il fieno, spesso cantava
dolci canzoni. Franz, che non era poi così duro di cuore le aveva spesso
ascoltate di nascosto, la voce e l'immagine allegra della ragazza erano
rimaste impresse nella sua mente e talvolta , costretto a casa dall'inverno, vi
ripensava...eppure incontrandola sui sentieri non sapeva andare oltre un
amichevole saluto, aveva però preso l'abitudine, passando per Bors, di legare
di nascosto un mazzetto di fiori al gerlo della fanciulla che non se n'era mai
accorta.
Un giorno il padre di Neini notò la decorazione e si stupì del fatto che sua
figlia perdesse tempo decorando il gerlo, lei non seppe dare spiegazioni e
sorvegliò più attentamente il gerlo. Qualche tempo dopo, una sera di pioggia,
Franz bussò alla porta dell'alpeggio chiedendo ospitalità.
Il padre di Neini lo accolse amichevolmente offrendogli cibo caldo, vino e una
maglia asciutta che l'alpinista cortesemente rifiutò e ne estrasse una dallo
zaino...facendo ruzzolare fuori un mazzolino di rododendri e stelle alpine.
Il vecchio era stupito ma non scontento e Franz lo rassicurò subito dicendo
che quei ripetuti omaggi erano un segno di simpatia, che aveva mandato di
nascosto.
Così Neini e Franz si fidanzarono.
Dopo qualche mese di felicità un pomeriggio il giovane disse alla fanciulla che
tre giorni dopo avrebbe intrapreso la via del Rosa e sarebbe arrivato alla
Signal Cup, Neini cercò in ogni modo di dissuaderlo, ma lui la rassicurò: “Il
mio cuore è saldo come una roccia, non cederà!”. A queste parole
sopraggiunse un corvo che lanciò nell'aria il suo richiamo e Neini disperata
disse: “Non andare il corvo ha grocidato, è segno di morte!” ma Franz la
salutò e sparì nella nebbia della valle.
Passò qualche giorno e la ragazza, sempre più inquieta e preoccupata e
decise di salire sul monte. Salì veloce fino al margine del ghiacciaio e
affacciandosi ad un crepaccio riconobbe sul fondo il corpo del fidanzato con
la piuma nera sul cappello: sconvolta Neini si gettò nel ghiaccio, dove ancora
riposa assieme a Franz ed è la sua voce quella che canta nel Moos e che
sentite se vi trovate una sera di nebbia sullo Stolemberg.
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