Progetto GRASTEPP Programma di attività scientifica di ricerca
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Progetto GRASTEPP Programma di attività scientifica di ricerca
GRASTEPP: TRA GRAVINE E STEPPE Programma di attività scientifica di ricerca Azione B.2 REGIONE PUGLIA Area Politiche per lo sviluppo rurale Assessorato Risorse Agroalimentari Servizio Caccia e Pesca Osservatorio Faunistico Regionale Progetto GRASTEPP AZIONI PER LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITA’ IN DUE AREE PROTETTE DELLA REGIONE PUGLIA Delibera Cipe 19/2004 Fondi F.A.S. 2004/2007 Azione B.2 : " Azioni per la specie prioritaria Lanario (Falco biarmicus feldeggii) ed altre specie prioritarie di rapaci, in particolare Capovaccaio (Neophron percnopterus)” Programma di attività scientifica di ricerca Riproduzione assistita per la conservazione ex situ di specie prioritarie di rapaci A cura di Vincenzo Costantini 1 GRASTEPP: TRA GRAVINE E STEPPE Programma di attività scientifica di ricerca Azione B.2 PROGRAMMA 1.1 Titolo del Progetto: GRASTEPP TRA GRAVINE E STEPPE AZIONI PER LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITA’IN DUE AREE PROTETTE DELLA REGIONE PUGLIA Delibera CIPE 19/2004 1.2 Settore di intervento: Azione B.2 1.2.1 AZIONE B AZIONI PER LA CONSERVAZIONE DELLA SPECIE PRIORITARIA LANARIO (FALCO BIARMICUS FELDEGGII) ED ALTRE SPECIE DI RAPACI, IN PARTICOLARE CAPOVACCAIO (NEOPHRON PERCNOPTERUS) 1.2.2 OBIETTIVO Conservare ed incrementare la popolazione del Lanario (Falco biarmicus feldeggii) ed altre specie prioritarie di rapaci, in particolare il Capovaccaio (Neophron percnopterus), presenti nelle aree protette “Terra delle Gravine” ed “Alta Murgia” 1.2.3 SOTTOAZIONE B.2 Costruzione e gestione voliere per la riproduzione del Lanario ed altre specie prioritarie di rapaci, in particolare Capovaccaio 1.2.4 PROCEDURE Costruzione delle voliere e gestione degli animali all’interno dell’Osservatorio Faunistico Regionale della Regione Puglia in Bitetto (Ba) 1.2.5 ATTI AMMINISTRATIVI a. Bando di gara per la costruzione delle voliere b. Convenzione con il Veterinario esperto per la riproduzione assistita di fauna selvatica protetta 1.2.6 ENTE ATTUATORE Regione Puglia Area Politiche per lo sviluppo rurale Assessorato Risorse Agroalimentari Servizio Caccia e Pesca Osservatorio Faunistico Regionale 2 GRASTEPP: TRA GRAVINE E STEPPE Programma di attività scientifica di ricerca Azione B.2 1.3.1 Azione B del Progetto 1.3.1.1 Il Lanario (note di biologia e status) II Lanario (Falco biarmicus feldeggii) è tra le specie del genere Falco meno conosciute in Europa. E’ una specie particolarmente minacciata e salvaguardata da varie convenzioni e direttive internazionali, in particolare è classificato ‘Minacciato’ in Europa ed è incluso nel livello SPEC 3 (Tucker & Heath 1994). E’ inserito come specie prioritaria nell’Annesso I nella Direttiva 79/409 Uccelli della Unione Europea e in Appendice II nella Convenzione di Bonn, in Appendice II nella Convenzione di Berna e infine in Appendice II nella CITES. In Italia la specie è classificata ‘In Pericolo’ nel Libro Rosso degli Animali d’Italia (WWF, 1998) La popolazione italiana di Lanario è rappresentata dalla sottospecie europea Falco biarmicus feldeggii. ed è particolarmente importante in Europa per la conservazione di questa specie rappresentando, con 170-200 coppie, circa il 70% dell’intera popolazione europea. Si riproduce prevalentemente su pareti rocciose in ambienti aridi di media bassa collina. 1.3.1.2 Il Capovaccaio (note di biologia e status) Il Capovaccaio (Neophron percnopterus) è un piccolo avvoltoio migratore che nidifica in Europa meridionale tra marzo ed agosto e sverna in Africa a sud del Sahara. La specie è monogama. I giovani individui effettuano la migrazione verso gli areali africani a fine estate e ritornano nei siti europei (filopatria), generalmente dopo alcuni anni, per la riproduzione (Ferguson-Lees, J. & Christie D. A., 2001) (Meyburg, B.U. et al., 2004). Attualmente il capovaccaio è considerato specie ‘prioritaria di conservazione’ SPEC 3 (Species of European Conservation Concern), con uno status sfavorevole di conservazione che merita un’attenzione particolare e specie minacciata di estinzione a livello globale (categoria endangered - IUCN Red List) (Birdlife International, 2009). I nuclei riproduttivi che raggiungono in primavera l’Europa meridionale, ad eccezione della Penisola Iberica (1.000 coppie circa), sono ormai ridotti a poche decine di individui concentrati in areali circoscritti (BirdLife International, 2004). In Italia peninsulare il capovaccaio presentava una popolazione, in base ad una analisi recente, stabilizzata attorno a 9 coppie in due aree meridionali di nidificazione (Calabria: area Ionica; Puglia-Basilicata: comprensorio Pollino-Gravine) con previsione di ulteriore declino ed estinzione della specie, nel territorio nazionale, entro il 2015 (Ceccolini G. et al., 2006). 1.3.1.3 Abstract Le azioni previste di conservazione del Lanario e del Capovaccaio sono coerenti con i Piani di Azione nazionali ed internazionali redatti da organismi di referenza come, rispettivamente, l’ISPRA ex-INFS (L’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) per il Ministero dell’Ambiente, ed il BirdLife International per la Commissione europea, finalizzati ad individuare minacce e fattori limitanti che gravano sulla popolazione italiana e a definire una serie di azioni funzionali a garantirne la conservazione. Le attività relative al ripopolamento delle specie prioritarie, in particolare del Lanario e del Capovaccaio, si prevede che vengano, pertanto, sottoposte all’attenzione ed alla valutazione da parte dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ex-INFS) organismo nazionale di riferimento per questi progetti. ll Centro per la riproduzione dei Rapaci minacciati (Lanario e Capovaccaio), attrezzato con le strutture e dotato delle professionalità necessarie (voliere, personale, veterinario, ecc), verrà realizzato presso una struttura pubblica già esistente che svolge attività similari a quella in oggetto dotandolo del personale necessario, cioè presso l’Osservatorio Faunistico Regionale in Bitetto (Ba). Nell’ambito delle azioni complementari del Progetto, saranno realizzate le attività di monitoraggio e di hacking, coordinate da un responsabile scientifico e svolte da personale con competenze 3 GRASTEPP: TRA GRAVINE E STEPPE Programma di attività scientifica di ricerca Azione B.2 specifiche ed opportunamente formato. In questo ambito si prevede particolare attenzione nel reperimento dello stock di riproduttori che devono appartenere, per il Lanario, alla sottospecie autoctona Falco biarmicus feldeggii, e provenienti dalla popolazione italiana, non esistendo in base alle attuali conoscenze scientifiche metapopolazioni di questa specie a livello nazionale, verificandone la disponibilità presso centri di recupero e/o riproduzione pubblici e/o privati. Nella scelta dei siti dove operare l’hacking si prevede inoltre la possibilità di considerare oltre che siti naturali, anche siti artificiali su adeguate strutture antropiche. L’utilizzo di strutture antropiche è infatti molto sviluppato in altre sottospecie di Lanario (F.biarmicus erlangeri e tanypterus), e può attraverso un condizionamento culturale aumentare la popolazione nidificante della specie nelle aree protette in oggetto. Un fattore limitante per l’areale di distribuzione del Lanario in Puglia è, infatti, l’assenza di adeguati siti rupicoli a fronte di numerose superfici di ambienti trofici. 1.4 Sottoazione B.2 1.4.1 Durata prevista (agg.) 2 anni (2011-2013) 1.4.2 Parole chiave Lanario, Capovaccaio, altre specie prioritarie di rapaci (diurni e notturni), voliere da riproduzione, conservazione ex situ, riproduzione assistita, GnRH, sessaggio genetico, inseminazione artificiale, assistenza pediatrica. 1.4.3 Abstract I programmi di conservazione integrata per le specie prioritarie dell’avifauna selvatica protetta, in corso in diversi paesi, prevedono azioni che mirano a realizzare una migliore tutela degli habitat e a salvaguardia delle popolazioni naturali, secondo mirati progetti scientifici (conservazione in situ). Per alcune delle specie minacciate di estinzione ad alto rischio (Extinct in the Wild, Critically Endangered, Endangered, Vulnerable della Red List IUCN), i protocolli operativi possono prevedere lo sviluppo di progetti per la riproduzione assistita in ambiente controllato (conservazione ex situ), con rilascio di individui idonei (captive-born) in habitat naturale, per l’incremento delle residue popolazioni autoctone (restocking) e/o la reintroduzione negli areali storici, nell’ambito di specifici Piani di Azione nazionali ed internazionali (PdA) (Gariboldi et al., 2004; Butchart et al., 2005; Andreotti & Leonardi, 2009). Sono interventi che richiedono di solito un’istruttoria tecnica complessa, sinergie di competenze ad alto profilo tecnico-scientifico, una cospicua copertura finanziaria e soprattutto tempi di realizzazione piuttosto lunghi in quanto il tasso di fertilità delle specie prioritarie è frequentemente basso e le tecniche di allevamento in ambiente controllato (captive breeding), nonostante l’adeguata gestione dell’allevamento, dell’alimentazione e dello 4 GRASTEPP: TRA GRAVINE E STEPPE Programma di attività scientifica di ricerca Azione B.2 stato sanitario, non sempre garantiscono il pieno successo riproduttivo. La possibilità di individuare e definire nuove metodiche biotecnologiche diagnostiche e terapeutiche di condizionamento e controllo della riproduzione (breeding management) degli uccelli con aumento del tasso di fertilità e nascita di pulli vivi e vitali ha portato, nell’ultimo ventennio, allo sviluppo di specifici programmi di ricerca di grande impegno. Il Progetto mira a sviluppare, nell’ambito della sottoazione B2, una serie di attività e studi sulle tecniche di allevamento in ambiente controllato e sulla biologia riproduttiva del Lanario (Falco biarmicus feldeggi) e di altri rapaci, in particolare del Capovaccaio (Neophron percnopterus), e nell’ambito di questi programmi, si prevedono attività di ricerca applicata per la individuazione e definizione specie-specifica di innovative metodiche di allevamento e tecnologie di riproduzione assistita, sia a livello diagnostico che terapeutico, efficaci e di agile applicazione in campo per il programma di conservazione ex situ delle specie prioritarie. L’azione del Progetto ha come obiettivo la definizione, nelle specie allevate, di schemi posologici specifici di originali preparazioni farmacologiche di condizionamento neuroendocrino dell’attività riproduttiva che sono risultate, in studi preliminari su specie modello, innocue ed efficaci, con risultati positivi, anche su specie di elevato pregio biologico, per l’induzione della produzione di gameti, sia nel maschio che nella femmina, con ripristino di regolare ovodeposizione, fertilizzazione e nascita di pulli vivi e vitali, nell’ambito di interventi di restocking. La definizione delle tecniche incruente di sessaggio genetico (PCR, PCR-RFLP) da DNA (piuma e/o uovomembrana testacea) su Lanario, Capovaccaio ed altri rapaci di interesse conservazionistico prioritario, in associazione alle indagini diagnostiche non invasive di riproduzione assistita (ecografia gonadica, titolazione steroidi fecali), alle tecniche di inseminazione artificiale (IA) e di crioconservazione del liquido seminale (banca del seme) fa intravedere, inoltre, la possibilità di nuovi e concreti strumenti operativi e sviluppo di professionalità di alto profilo tecnico-scientifico per ulteriori programmi nazionali e internazionali di conservazione della biodiversità a favore delle specie avifaunistiche autoctone minacciate presenti nelle aree protette della Regione Puglia. 1.4.4 Obiettivi a. attività in campo, di ricerca e cooperazione nel settore della conservazione di specie avifaunistiche prioritarie (Rapaci), in particolare Capovaccaio e Lanario, per la valorizzazione di beni ambientali della Regione Puglia; b. conservazione ex situ: progettazione e realizzazione di voliere, definizione di tecniche di allevamento (captive breeding) e biotecnologie per programmi di riproduzione assistita (Lanario, Capovaccaio ed altre specie prioritarie di rapaci diurni e notturni); c. sinergie tecnico-scientifiche di alto profilo per piani di tutela ambientale e conservazione integrata della biodiversità. 1.4.5 Strategie 1.4.5.1 Introduzione – Un’analisi recente dell’autorevole BirdLife International rivela che attualmente, delle 9895 specie viventi dell’avifauna selvatica, il 12,5% è minacciato di estinzione entro la fine di questo secolo, pari a 1240 specie, e di queste circa 190 specie sono considerate ad alto rischio di estinzione entro il prossimo decennio (Red List IUCN, 2010). Si tratta di una grave crisi ecologica a livello planetario. I mezzi a disposizione dell’Uomo per proteggere le specie minacciate possono essere molteplici, ma i programmi di conservazione della biodiversità mirano fondamentalmente a salvare l’ambiente ed a favorire la riproduzione delle popolazioni naturali. Per le specie giunte sull’orlo dell’estinzione, i progetti di riproduzione in ambiente controllato (captive breeding), nell’ambito di specifici Piani di Azione e mediante protocolli tecnico-scientifici 5 GRASTEPP: TRA GRAVINE E STEPPE Programma di attività scientifica di ricerca Azione B.2 sperimentati e finalizzati alla conservazione ex situ, si sono dimostrati efficaci e determinanti per la realizzazione di programmi di incremento delle popolazioni in natura (restocking) e di reintroduzione negli areali storici. La riproduzione in ambiente controllato, ad opera di staff tecnici ad alta specializzazione, può permettere, infatti, di realizzare, per ciascuna specie a rischio di estinzione, una “riserva biologica di sicurezza” di esemplari (captive born), con un ruolo potenziale, e talora determinante, nella conservazione integrata delle specifiche popolazioni naturali. Sono interventi che richiedono la sinergia di numerose competenze tecnico-scientifiche, notevole impegno economico e tempi di realizzazione piuttosto lunghi anche per il basso tasso di fertilità delle specie minacciate, come ad esempio, per le specie prioritarie di rapaci come il Lanario ed il Capovaccaio. 1.4.5.2 Sessaggio genetico da piuma e/o uovo-membrana testacea (DNA) - Per la conservazione delle specie minacciate, la definizione del sesso è determinante per lo studio della sex ratio delle popolazioni naturali (conservazione in situ) e per la precoce scelta dei riproduttori nell’ambito dei programmi di riproduzione in ambiente controllato (conservazione ex situ). In alternativa alla determinazione del sesso basata sulla valutazione, non sempre attendibile, di elementi morfologici e comportamentali ed alle tecniche chirurgiche, non prive di rischi per la salute dei volatili e di non pratica realizzazione in pulli ancora presenti nel nido o in specie di piccola taglia, sono stati sviluppati specifici protocolli di ricerca per la definizione di metodiche non invasive, da DNA estratto da piuma, di sessaggio genetico degli uccelli monomorfici e dimorfici immaturi, efficaci e di agile applicazione nella pratica clinica corrente. La metodica di base che prevede l’estrazione e l’amplificazione del DNA dal calamo di 2-3 piume (regione pettorale), mediante l’impiego di una PCR (Polymerase Chain Reaction) con primers universali per il gene CHD-1 (Chromobox Helicase DNA binding domain) dei cromosomi sessuali, è stata applicata in centinaia di specie dell’avifauna protetta autoctona ed alloctona di numerosi ordini, come Falconiformi, Accipitriformi, Strigiformi, Galliformi, Passeriformi e Psittaciformi. La conservazione dei campioni di piume è stata realizzata per mesi, ed in alcune specie come l’Aquila reale (Aquila chrysaetos), anche per anni, a temperatura ambiente. L’estrazione del DNA viene effettuata over night mediante una digestione tissutale propedeutica a 55°C in medium di lisi con proteinasi K (kit GenEluteTM Mammalian Genomic DNA miniprep - Sigma, Milano). Le condizioni di reazione standardizzate per l’amplificazione del DNA, mediante l’ausilio di una coppia di primers P2e P8 in un mix di buffer, nucleotidi e Taq polimerasi (Eppendorf, Milano), sono usualmente di 94°C per 120 s e 35 cicli a 94°C per 45 s (denaturazione), 48°C per 45 s (annealing) e 72°C per 45 s, con un ciclo finale a 72°C per 5 min (estensione) utilizzando il termociclatore Mastercycler Personal (Eppendorf, Milano). Nel test viene regolarmente incluso un controllo negativo per escludere contaminazioni da DNA esogeno, in quanto il gene CHD-1 è presente anche nell’uomo (Griffith et al., 1998). Il prodotto di amplificazione viene quindi analizzato, mediante elettroforesi su gel di agarosio al 3%, e l’immagine acquisita con il sistema GelDoc 2000 (Bio Rad, Milano). La determinazione del sesso viene realizzata con evidenziazione di due bande (frammenti di amplificazione), nei soggetti femminili, e di una banda, nei soggetti maschili, con dimensioni che variavano dalle 250 alle 420 paia di basi a seconda della specie (Guaricci et al., 2005; Costantini et al., 2006a; Costantini et al., 2008a). Per le specie non responsive, come Rapaci diurni e notturni, ed alcuni Avvoltoi, come il Grifone (Gyps fulvus), è stata definita una metodica alternativa di sessaggio genetico, la PCR-RFLP, da DNA estratto da piuma e, nell’ambito di ricerche preliminari in specie modello, come la Quaglia giapponese (Coturnix japonica) (Costantini et al., 2008b), da membrana testacea dell’uovo (cellule ematiche della rete vascolare embrionale), dopo la schiusa. La metodica genetica alternativa prevede l’associazione della PCR di base alla tecnica dell’analisi del polimorfismo in lunghezza dei frammenti di restrizione (RFLP) con l’enzima HaeIII, che riconosce un proprio sito bersaglio 6 GRASTEPP: TRA GRAVINE E STEPPE Programma di attività scientifica di ricerca Azione B.2 soltanto sul prodotto di amplificazione derivante dal cromosoma sessuale Z, e l’enzima Asp700, che ha un sito di restrizione sul prodotto di amplificazione del cromosoma sessuale W. I prodotti di PCR, dopo preliminare lettura elettroforetica, vengono digeriti con un enzima per volta (HaeIII=5U; Asp700=2,5U) in un volume finale di 20 µl contenenti 17,5 µl di prodotto di amplificazione. Dopo 3 ore di incubazione, a 37°C, viene effettuata la lettura dei campioni, mediante elettroforesi su gel di agarosio al 2%, colorazione con Etidio Bromuro e visualizzazione in luce UV. Con la metodica PCR-RFLP la diagnosi di sesso risulta agevole in quanto, dopo separazione dei digeriti su gel di agarosio, vengono ottenuti nel caso dei soggetti di sesso femminile, con entrambi gli enzimi, tre bande con dimensioni comprese, nelle diverse specie, tra 370/400 paia di basi (bp) (banda grande), 310/340 bp (banda media) e 50/80 bp (banda piccola). Nei soggetti di sesso maschile, invece, si ottengono due bande con dimensioni comprese tra 310/340 paia di basi (bp) (banda grande) e 50/80 bp (banda piccola) nelle specie sensibili all’enzima HaeIII, ed una banda (370/400 bp), nelle specie sensibili all’enzima Asp700. Con l’enzima HaeIII possono essere sessati, mediante PCR-RFLP, ad esempio, esemplari di Aquila reale (Aquila chrysaetos), Aquila rapace (Aquila rapax rapax), Aquila di mare codabianca (Haliaeetus albicilla albicilla), Gufo reale (Bubo bubo), Gufo comune (Asio otus), Gufo della Virginia (Bubo virginianus subarticus), Poiana di Harris (Parabuteo unicinctus) e Nibbio reale (Milvus milvus), mentre con l’enzima Asp700 possono essere sessati soggetti di Civetta (Athene noctua) e di Grillaio (Falco naumanni). Nel corso dei protocolli specie-specifici di ricerca per la definizione e la validazione delle metodiche genetiche di sessaggio da piuma e/o membrana testacea, preliminari e propedeutici all’applicazione in campo, per tutti gli individui (Gruppi Controllo) c’è stata concordanza tra i risultati relativi al sesso determinato mediante l’amplificazione del DNA e le peculiarità morfofunzionali riproduttive individuali (Costantini et al., 2006b; Costantini et al., 2007; Costantini et al., 2008b; Costantini et al., 2009a, Costantini et al., 2009b, Costantini et al., 2009c). L’attivazione di una banca operativa del DNA, estratto dai campioni di piuma, è stata definita in funzione di possibili ulteriori applicazioni biotecnologiche genetiche (stima della consanguineità, analisi di paternità). In indagini preliminari di sessaggio genetico da piuma, il Capovaccaio (n=15) (Costantini et al., 2009b,c) è risultato responsivo alla metodica di base (PCR). Si prevedono pertanto nelle specie prioritarie di rapaci, in funzione degli obiettivi dell’azione B2 del Progetto, in particolare Capovaccaio e Lanario, ulteriori attività di ricerca per la definizione delle metodiche genetiche di sessaggio genetico da piuma, con comparazione dei risultati ottenuti nel Capovaccaio ed in altre specie di Avvoltoi del Vecchio Mondo, e da membrana testacea (uovo) per la determinazione neonatale del sesso nei pulli a partire dal primo giorno di vita, al fine di rendere operativo in queste specie prioritarie il nuovo strumento diagnostico in funzione della adeguata formazione delle coppie di riproduttori e della possibilità di una determinazione molto precoce del sesso, a partire dalla prima settimana di vita, per tecniche differenziate e mirate di assistenza pediatrica dei giovani esemplari (captive born). I risultati positivi ottenuti inoltre fanno intavedere la possibilità dell’inserimento in una banca specie-specifica del DNA estratto, da campioni di piume e/o membrana testacea durante la fase esecutiva della sottoazione e nel corso delle attività in campo sul sessaggio genetico, nella prospettiva di ulteriori applicazioni biotecnologiche genetiche (stima della consanguineità, analisi di paternità, filogenesi molecolare). Le tecniche chirurgiche e le indagini collaterali non invasive (ecografia gonadica, titolazione steroidi fecali), potranno trovare eventuale applicazione, nel corso del programma di allevamento e riproduzione assistita delle specie prioritarie indicate, in entrambi i sessi, per la diagnosi di infertilità o ipofertilità in base a valutazione clinica individuale. 7 GRASTEPP: TRA GRAVINE E STEPPE Programma di attività scientifica di ricerca Azione B.2 1.4.5.3 Infertilità da stress - Nell’ambito della sottoazione B.2 il Progetto prevede la possibilità di applicare in campo e definire terapie farmacologiche mirate e posologie specifiche, per le specie prioritarie in allevamento (captive brreding), della infertilità da stress con deficit neuroendocrino. Nelle specie protette dell’avifauna selvatica allevate in ambiente controllato fattori stressogeni multifattoriali possono interferire negativamente con la funzionalità riproduttiva determinando infertilità e/o ipofertilità sia maschile che femminile (impotentia generandi), con blocco della deposizione di uova o, comunque, con nascita di un numero molto ridotto di pulli,. In allevamento, dunque, pur ottimizzando la gestione dell’ambiente, dell’alimentazione e lo stato sanitario, lo stress da cattività può interferire significativamente sulla attività riproduttiva soprattutto in individui con imprinting regolare (wild born), ed il successo riproduttivo non sempre è ottenuto. Le metodiche di selezione genetica che hanno permesso, nelle specie avicole di interesse zootecnico (galline ovaiole, tacchini, anatre, oche), di aumentare la produttività con una più elevata deposizione di uova non trovano ovviamente applicazione nella riproduzione dell’avifauna selvatica protetta. Nei mammiferi domestici e nell’Uomo il condizionamento farmacologico riproduttivo è una realtà ormai ben consolidata, mentre attualmente non sono ancora registrati farmaci specifici per l’induzione, in ambiente controllato, della riproduzione dell’avifauna selvatica e/o per la terapia della infertilità da deficit ipotalamico (infertilità sine materia). Da oltre un venticinquennio, presso l’Università degli Studi di Bari, sono in corso studi sulla biologia riproduttiva di varie specie dell’avifauna selvatica protetta indigena ed esotica con la individuazione di una nuova ed originale metodica farmacologica in grado di indurre il ripristino della attività gonadica, sia nel maschio che nella femmina, quiescenti dal punto di vista riproduttivo, per stress o comunque per deficit neuroendocrino di origine ipotalamica, con ripristino della gametogenesi in entrambi i sessi, deposizione di uova e nascita di pulli vivi e vitali. Le prime ricerche realizzate a partire dagli anni ’80 evidenziarono la possibilità di ottenere, in numerose specie di Fasianidi, il ripristino della attività gonadica e la deposizione di uova con nascita di pulli vivi e vitali anche al di fuori della stagione naturale di riproduzione, durante l’intervallo di pausa fisiologica (autunno-inverno), mediante la somministrazione di analoghi del GnRH, il fattore ipotalamico di liberazione delle gonadotropine ipofisarie, in associazione all’aumento artificiale del fotoperiodo. Nei primi studi la somministrazione di GnRH esogeno (per via intramuscolare, endovenosa o endonasale) veniva ripetuta nei soggetti più volte al giorno per garantire le concentrazioni terapeutiche efficaci del farmaco ed ottenere gli effetti desiderati relativi alla attività riproduttiva. La metodica iniziale ha trovato diffusione limitata in campo in quanto di non agile applicazione, sia per gli operatori che per le specie di alto pregio biologico particolarmente sensibili allo stress da ripetuto contenimento. I programmi di ricerca hanno portato, nel decennio scorso, ad una evoluzione della metodica farmacologica con la possibilità, mediante somministrazione unica o una tantum e posologia specie-specifica, di una nuova ed originale preparazione farmacologica di GnRH a lento rilascio (GnRH slow-release) in grado di indurre, in ambiente controllato, il ripristino della attività gonadica in soggetti in quiescenza riproduttiva, fisiologica o patologica, con regolare deposizione di uova, nascita di pulli vivi e vitali e cure parentali tipiche di specie. I risultati relativi ad innocuità ed efficacia sono stati ottenuti, mediante la nuova preparazione farmacologica, in soggetti in pausa riproduttiva nel corso di programmi di ricerca realizzati, in fase preliminare, su specie modello come il Pappagallino ondulato (Melopsittacus undulatus), presso il Dipartimento di Produzione Animale dell’Università deglu Studi di Bari, e il Fagiano colchico (Phasianus colchicus), presso l’Osservatorio Faunistico Regionale a Bitetto della Regione Puglia. Le esperienze sono state estese successivamente presso ulteriori Centri di riproduzione pubblici e privati anche in specie prioritarie di Falconiformi, Psittaciformi e Passeriformi con risultati positivi e ripristino della normale gametogenesi in soggetti, sia maschi che femmine, in quiescenza riproduttiva patologica diagnosticata da preliminari indagini non invasive (ecografia gonadica). 8 GRASTEPP: TRA GRAVINE E STEPPE Programma di attività scientifica di ricerca Azione B.2 Il Progetto prevede, in fase esecutiva nell’ambito della sottoazione B.2, la possibilità di interventi di condizionamento farmacologico con la nuova ed originale preparazione farmacologica di GnRH in individui di specie ‘modello’ mirate, in pausa riproduttiva, in funzione di test di innocuità ed efficacia delle specie prioritarie ‘target’ (Lanario, Capovaccaio ed altri Rapaci), in eventuale condizione di infertilità persistente sine materia nonostante la ottimizzazione dell’ambiente (voliere), dell’alimentazione e dello stato sanitario, per la definizione di schemi posologici speciespecifici. La formulazione di GnRH a lento rilascio (GnRH slow-release) messa a punto e preparata fa intravedere, pertanto, nell’ambito delle attività progettuali previste di conservazione ex situ e di riproduzione assistita delle specie avifaunistiche protette, rilevanti prospettive e possibilità applicative per la terapia di forme di infertilità da deficit ipotalamico sia nella femmina che nel maschio (impotentia generandi). 1.4.5.4 Infertilità da assenza di accoppiamento – Il Progetto prevede, nell’ambito della sottoazione B.2, attività clinica e di ricerca sulla definizione specie-specifica di metodiche diagnostiche e terapeutiche innovative per alcune forme di infertilità della coppia caratterizzate da impossibilità o incapacità di accoppiamento, nonostante la presenza, in entrambi i sessi, di una regolare attività gametogenetica con produzione adeguata di gameti (spermatozoi, uova). La impotentia coeundi di soggetti adulti di specie dell’avifauna selvatica nati in cattività è multifattoriale e spesso legata a patologie comportamentali causate da una non idonea gestione del processo di imprinting, durante lo svezzamento, nelle prime settimane dopo la nascita, mentre le gravi patologie biomeccaniche (ali, zampe) possono interferire negativamente sul successo dell’accoppiamento negli esemplari wild-born. In questi casi la riproduzione assistita mediante tecniche di inseminazione artificiale (AI) può essere risolutoria. Da tempo sono in corso programmi di ricerca ed attività in campo per uno studio della biologia riproduttiva del maschio in specie avifaunistiche modello e prioritarie (Rapaci), in funzione della definizione di efficaci tecniche di inseminazione artificiale e crioconservazione del liquido seminale, a temperatura di refrigerazione e di congelamento. In collaborazione con Enti pubblici e privati recenti ricerche hanno permesso di ottenere risultati positivi con la nascita di pulli vivi e vitali mediante tecniche di raccolta, valutazione del liquido seminale e inseminazione artificiale nel Fagiano colchico (Phasianus colchicus) e nel Colombo viaggiatore (Columba livia). Le esperienze maturate e consolidate nell’ambito delle ricerche su queste specie modello hanno reso possibile, mediante le tecniche di riproduzione assistita, la nascita di pulli vivi e vitali anche in specie di maggiore pregio biologico come la Maina (Gracula religiosa), nota ai pochi allevatori specializzati presenti a livello internazionale, per i frequenti problemi di infertilità e ipofertilità che la specie presenta in ambiente controllato. Si prevede, nel corso del Progetto in fase esecutiva, l’applicazione di tecniche di prelievo e valutazione quali-quantitativa di liquido seminale, anche eventualmente di tipo computerizzato (Computer Aided Sperm Analyzer), e la possibilità di metodiche di di crioconservazione (refrigerazione, congelamento) ed inseminazione artificiale, con extenders innovativi, in specie ‘modello’ funzionali rispetto a specie ‘prioritarie’ in allevamento ((Lanario, Capovaccaio ed altri Rapaci) nella prospettiva di realizzare una banca del seme specie-specifica per ulteriori programmi di conservazione ex situ in collaborazione con Centri di Specie Minacciate nazionali e internazionali. 1.4.5.6 Tecniche di incubazione artificiale e di assistenza pediatrica (pulli) Nei piani di conservazione integrata dell’avifauna selvatica protetta le metodiche di incubazione artificiale delle uova, assistenza pediatrica dei pulli e rilascio in natura (hacking, direct fostering, cross fostering) di giovani individui nati in ambiente controllato sono risultate efficaci per alcune specie ‘prioritarie’ di Falconiformi (Frey & Walter, 1989) Ceccolini et al., 2007). Nell’ambito di indagini preliminari di ricerca sulle tecniche di assistenza neonatale e rilascio del Grillaio (Falco 9 GRASTEPP: TRA GRAVINE E STEPPE Programma di attività scientifica di ricerca Azione B.2 naumanni) in Puglia, pulli nati mediante incubazione artificiale di uova raccolte da nidi naturali privi di cure parentali (Osservatorio Faunistico in Bitetto - Ba, Regione Puglia), sono stati adottati da coppie adulte naturali (direct fostering), in nidi artificiali. Allevati da operatori (hand-rearing), sin dalla schiusa, in Unità di Terapia Intensiva, i pulli, sono stati trasferiti, all’età di 13-15 giorni, muniti di anelli di identificazione, nei siti di rilascio dell’areale storico della Murgia barese (Gravina in Puglia, Altamura), in nidi artificiali (LIPU) con nidiate compatibili per numero, peso ed età dei pulli. Gli interventi di rilascio, monitorati anche mediante videocontrollo, hanno avuto esito positivo con attività comportamentali ed involo dei pulli, all’età di 34-35 giorni, tipici degli Grillai selvatici. La sensibilizzazione delle popolazioni locali alle tematiche di conservazione delle specie prioritarie, ha contribuito in Puglia, nel periodo 2007-2008, al recupero ed alla riabilitazione di pulli (n=376) di Grillaio, nati nei centri urbani in ambiente naturale (wild-hatched) e di età compresa tra i 15-20 giorni, in difficoltà in quanto privi di cure parentali e in diversificato stato di iponutrizione, presumibilmente per ridotta disponibilità trofica ambientale. I giovani sono stati allevati ed alimentati (captive-reared), presso l’Osservatorio Faunistico Regionale, evitando ripetuti contatti diretti con gli operatori e nel rispetto delle peculiarità sanitarie e bioetologiche specie-specifiche, con rilascio all’età di 45-60 giorni in areali storici della specie, ad autonomia alimentare ed attitudine all’involo acquisiti, per l’incremento di nuclei di popolazione naturale a bassa densità (Costantini & Lacalandra, 2009). In base ai risultati preliminari degli interventi di rilascio del Grillaio in Puglia ad esito positivo si prevedono, nell’ambito della sottoazione B.2 del Progetto, ulteriori attività di ricerca applicata di incubazione artificiale ed assistenza pediatrica in specie modello e specie prioritarie di rapaci diurni e notturni per la validazione delle metodiche speciespecifiche di riproduzione assistita (parent rearing, hand rearing, puppet rearing) in funzione del rilascio in ambiente naturale (hacking, fostering) e monitoraggio mirato degli esemplari liberati per lo sviluppo di studi sull’autonomia alimentare post-involo, sull’attitudine alla migrazione verso gli areali di svernamento e di ritorno nei siti di rilascio, ed eventualmte sulla performance riproduttiva degli esemplari captive-born in ambiente naturale. Bibliografia Andreotti A. & Leonardi G. (eds.). Piano d’azione nazionale per il Capovaccaio (Neophron percnopterus), Quad. Cons. Natura, 30, Min. Ambiente – ISPRA (2009). 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