Sylvie Guillem - Life in progess

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Sylvie Guillem - Life in progess
Recensioni teatrali | Teatro.Persinsala.it
Fabrizio
Migliorati
luglio 1, 2015
Sylvie Guillem, la più grande ballerina francese degli ultimi
anni, ha scelto Lione e il suo festival Les Nuits de
Fourvière come una tappa fondamentale per l’ultima
tournée della propria carriera. Il lungo addio alle scene
della più giovane étoile della storia dell’Opéra di Parigi,
passa anche dalla collina lionese dove, per quattro serate
indimenticabili, la stella della danza mondiale presenta una personale
biografia danzante : Life in progress.
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Un lungo addio, sì. Iniziato a marzo a Modena e che terminerà a Tokyo il
20 dicembre. Una tournée intensa, mondiale, che tocca i luoghi della storia
personale di una delle più grandi ballerine della storia della danza. Sylvie
Guillem, a cinquant’anni, ha preso una delle decisioni più importanti della
propria vita: arrestare, per sempre, la propria carriera di ballerina. Una
decisione sofferta, senza dubbio, e che renda ancora più necessaria la
visione di questo spettacolo. Poi, dopo la tappa di Tokyo, la storia di Sylve
diventerà per sempre parte della storia della danza, un punto di
riferimento storico e senza eguali.
Life in progress è uno spettacolo in quattro tempi, dove alle tre creazioni
di Akram Khan, di William Forsythe e di Russel Maliphant, si aggiunge la
riproposizione di Bye di Mats Ek, saluto intenso ed emozionante prima che
il sipario cali. L’apertura è appannaggio di Techné dove, tra soffi di vento,
raffiche di battito, un’atmosfera ritualistica emerge con delicatezza ed
emozione. Danze di pioggia, inni corporali alle forze ctonie e leggere danze
dedicate alle forze dell’aria. Un albero striminzito e ferreo, unico elemento
fisico ed interlocutore della danza della Guillem, assume forme femminili e
materne. Un tronco dal quale si dipartono una serie di rami che non sono
altro che lunghe gambe femminili semoventi che creano il contraltare della
danza della Nostra.
Duo 2015 è una creazione di William Forsythe che gioca sull’estenuante
equilibrio precario e che i due ballerini Brigel Gjoka e Riley Watts
interpretano con silente devozione. Una danza eseguita quasi in apnea,
mentre lunghi, ma accurati, fendenti musicali provengono dalle retrovie. I
corpi si muovono seguendo una logica a noi sconosciuta ma che, con il
passare dei minuti, palesa la concezione che si tratti di un perfetto sistema
a due, un binomio dove i corpi non si toccano ma si compenetrano, dove
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l’uno completa l’altro in maniera viscerale e, allo stesso tempo, illibata. Un
silenzio quasi agghiacciante è la carne di questa danza, suono dei corpi
che sembrano dimenticare la vita pneumatica. La collina di Fourvière tace,
tetanizzata da ciò che si sta svolgendo nelle sue viscere, in quel teatro
romano restituito ai lionesi e che accoglie questo festival fin
dall’immediato dopoguerra. Una danza essenziale, condotta da corpi
classici che si lasciano portare da un’inerzia che sembra non spegnersi
mai.
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Dopo questa pausa prettamente maschile, ecco che Sylvie Guillem ritorna
sul palcoscenico e lo fa accompagnata dalla nostra Emanuela Montanari
per Here & After di Russell Maliphant. Un duo femminile che agisce in
un’atmosfera inizialmente gotica, ma per nulla angosciante. Si tratta,
invece, di uno spazio orizzontale dove si sviluppano danze funerarie che si
volgono, poi, verso un’interrogazione personale ed intimistica. Guillem e
Montanari danzano con una perfezione straziante, sviluppando un discorso
che dai toni cupi iniziali, si apre e respira, si allarga e fa sì che questa
spazialità si riveli come luogo vitale, spazio dove la vita si svolge e si
avvolge con forme mai risolute ma sempre e costantemente aperte. E la
musica segue questo sviluppo dipingendo paesaggi inizialmente gotici, poi
meccanicistici e finalmente elettronici.
L’ultimo atto di questo spettacolo è consacrato interamente alla stessa
Sylvie Guillem che interpreta Bye di Mats Ek, un saluto che rappresenta
una sintesi, personale, intima ma offerta al mondo, della propria vita e non
solamente di quella della propria carriera. Un addio intenso ed
emozionante, declinato con una vena comica che riveste il tutto con una
delicata patina chapliniana. Sylvie Guillem lavora con la propria immagine
e con uno schermo che integra e rilascia la propria immagine, creando,
ancora una volta, un sistema a due. Ma questa volta, è un sistema
completamente “Sylvie Guillem” che la ingloba e che la protegge, offrendo
agli spettatori un ultimo ed altissimo momento di danza.
La pièce termina, Sylvie Guillem si dona al pubblico e alla storia.
Pour sa tournée d’adieu, la danseuse étoile Sylvie Guillem choisi de
passer aussi par Lyon et de présenter Life in progress, un
spectacle composé par trois créations (Techné de Akram Khan,
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Here & After de Russel Maliphant et Duo 2015 de William
Forsythe) et une reprise (Bye de Mats Ek). Une autobiographie
dansante, intense, mais qui évite le risque de tomber dans
l’autocélébration émouvante. Sylvie Guillem tire sa révérence avec
classe en donnant au festival des Nuits de Fourvière un autre
moment historique inoubliable.
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Lo spettacolo va in scena:
Grand Théâtre – Parc Archéologique de Fourvière
6 rue de l’Antiquaille – Lione (Francia)
da lunedi 29 giugno a giovedì 2 luglio 2015, ore 22.00
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Il festival Les Nuits de Fourvière presenta
Sylvie Guillem – Life in progress
http://nuitsdefourviere.com
http://sylvieguillem.com/
TECHNE
coreografia Akram Khan
musica Alies Sluiter (Mushroom Music Publishing/BMG chrysalis)
luci Lucy Carter
costumi Kimie Nakano
ripetizioi Jose Agudo
con Sylvie Guillem
musicisti Prathap Ramachandra, Grace Savage e Alies Sluiter
DUO 2015
coreografia William Forsythe
musica Thom Willems
scenografia, luci e costumi William Forsythe
prima mondiale 20 gennaio 1996, Ballett Frankfurt, Opernhaus Frankfurt,
con Brigel Gjoka e Riley Watts
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HERE & AFTER
regia e coreografia Russell Maliphant
luci Michael Hulls Musique Andy Cowton costumes Stevie Stewart
con Sylvie Guillem e Emanuela Montanari
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BYE
coreografia Mats Ek
musica Ludwig van Beethoven
(Piano Sonata op. 111, Arietta; registrazione di Ivo Pogorelich)
sceografia e costumi Katrin Brä nnströ m lumiè res Erik Berglund
video Elias Benxon
con Sylvie Guillem
coproduzione Dansens Hus Stockholm
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