01 relazione preliminare VAS_PTM

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01 relazione preliminare VAS_PTM
STUDIO TECNICO
ASSOCIATO
Comune di Castelli Calepio (Bg)
VARIANTE al Piano Regolatore Generale vigente
Nuovo Sportello Unico Attivita’ Produttiva
FRANCO ROSSI
geometra
RAPPORTO PRELIMINARE
VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA VAS (ART. 12 D. LGS 152/06)
Iscritto all’albo geometri di Bg n.2904
Iscritto all’albo Consulenti Tribunale di Bg
Coordinatore per la sicurezza e la salute
EMANUELE ROSSI
architetto
Iscritto all’albo architetti di Bg n.2188
Iscritto all’albo Consulenti Tribunale di Bg
Coordinatore per la sicurezza e la salute
Abilitato Minist. dell’Interno ex Lege n.818/95
Fire Safety Engineering
Tecnico Esp. in mat. paesistico-ambientale
Tecnico Esp. in elim. barriere architettoniche
Esperto jr. – Klima Haus – Alto Adige
Tecnico Acustico Edile
Il Progettista
Arch. Emanuele Rossi
Il Direttore dei Lavori
Geom. Franco Rossi
Ass.ne Naz. Isolamento Termico e Acustico
Via Provinciale
Valle Calepio n.3
Castelli Calepio (Bg)
______________________
tel. 035/84.88.46
fax 035/83.53.189
c.f. e p.iva 03095840165
Nell’ambito della procedura di Sportello Unico Attività Produttive [SUAP] denominato
“Progetto di ampliamento capannone produttivo esistente – P.T.M. di Pagani Roberto & C.
s.n.c.”
\\SERVER\dati\PTM di Pagani Roberto\00_SUAP AMPLIAMENTO\01 DOCUMENTO DI SCOPING\01 RELAZIONE PRELIMINARE CONSEGNATA\01 relazione preliminare VAS_PTM.doc
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INDICE
1.
PREMESSA
1.1.
RIFERIMENTI NORMATIVI
2.
2.1.
2.2.
2.3.
SCHEMA METODOLOGICO PROCEDURALE
LE FASI DEL PROCESSO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS
SOGGETTI INTERESSATI
CONTENUTI DEL RAPPORTO PRELIMINARE
3.
DESCRIZIONE SINTETICA DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO
4.
RETE SITI NATURA 2000
5.
5.1.
5.2.
5.3.
5.4.
5.5.
5.6.
5.7.
5.8.
COERENZA CON LA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA
CONFRONTO CON IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE — PTR
CONFRONTO CON IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE — PPR
CONFRONTO CON LA RETE ECOLOGICA REGIONALE — RER
CONFRONTO CON IL P. TERR.LE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE - PTCP
RETE ECOLOGICA PROVINCIALE
PIANO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO
SISTEMA INFORMATIVO BENI AMBIENTALI (SIBA)
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE DI SINTESI
6.
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
7.
ANALISI DEGLI ASPETTI AMBIENTALI
7.1.
7.2.
7.3.
7.4.
7.5.
7.6.
7.7.
7.8.
7.9.
7.10.
USO DEL SUOLO
CARATTERISTICHE GEOLOGICHE, LITOLOGICHE E GEOMORFOLOGICHE
IDROGRAFIA
IDROGEOLOGIA
STUDIO GEOLOGICO COMUNALE
CARATTERISTICHE GEOLOGICO- TECNICHE DELL’AREA
VIABILITÀ
ACQUA
ARIA
RUMORE
8.
INQUADRAMENTO URBANISTICO
9.
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
10.
RIEPILOGO E CONCLUSIONI
Si intendono qui allegati tutti i documenti richiamati e depositati unitamente alla procedura di SUAP.
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1.
PREMESSA.
La presente relazione è stata eseguita a supporto del progetto di Sportello Unico per le Attività
Produttive in comune di Castelli Calepio (BG), via Cornella n.36/38, su incarico della seguente ditta:
P.T.M. di Pagani Roberto e C. s.n.c.
con sede in Castelli Calepio (Bg) via Cornella n. 36/38 (c.f. 01959600162)
L’obiettivo proposto è la verifica della necessità di assoggettare l’intervento in esame alla procedura
di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ai sensi dell’art. 12 del D. Lgs. 152/2006.
La Valutazione Ambientale - VAS, introdotta dalla Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 27 giugno 2001, ha l'obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e
di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali durante il procedimento di adozione e di
approvazione di piani e programmi che possano avere effetti significativi sull'ambiente.
La VAS è uno strumento di valutazione delle scelte di programmazione e pianificazione. Sua finalità è
quello di perseguire obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, di
protezione della salute umana e di utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali; obiettivi da
raggiungere mediante decisioni ed azioni ispirate al principio di precauzione, in una prospettiva di
sviluppo durevole e sostenibile.
La VAS si accosta ad altri strumenti di valutazione ambientale, quale la Valutazione di Impatto
Ambientale dei progetti e la Valutazione di incidenza, riferiti ai siti di Natura 2000, costituendo un
sistema nel quale l'intero ciclo della decisione viene valutato nel suo compiersi.
La VAS quindi “permea” il piano e ne diventa elemento costruttivo, valutativo, gestionale e di
monitoraggio.
Attraverso la Verifica si deve accertare la necessità di procedere a Valutazione ambientale - VAS, in
relazione alla significatività degli effetti ambientali previsti per i piani e programmi:
 per i quali è obbligatoria la valutazione ambientale ma che determinano l'uso di piccole aree a
livello locale o per le modifiche minori;
 relativi a settori diversi da quelli per i quali è obbligatoria la VAS, ma che definiscono il quadro di
riferimento per l'autorizzazione dei progetti
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1.1.
RIFERIMENTI NORMATIVI
Di seguito si riportano i principali riferimenti normativi in materia di VAS tratti dal sito regionale “SIVAS”.
Normativa comunitaria
Decisione 871/CE del Consiglio del 20 ottobre 2008. Protocollo sulla valutazione
ambientale strategica alla convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in
Protocollo.
Direttiva 01/42/CE del Consiglio del 27 giugno 2001. Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno
2001. Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli
effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente.
Normativa statale
Decreto Legislativo 29 giugno 2010, n. 128 - Modifiche ed integrazioni al decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma
dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69
Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4. Ulteriori disposizioni correttive e
integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, recante norme in materia
ambientale.
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (ABROGATI TITOLO II, ALLEGATI I-V). Norme in
materia ambientale.
Normativa regionale
Deliberazione della Giunta Regionale 25 luglio 2012 - n. 3836 - Determinazione della
procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. 12/2005;
d.c.r.n. 351/2007) - Approvazione allegato 1u - Modello metodologico procedurale e
organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) - Variante al
piano dei servizi e piano delle regole
Legge regionale 13 marzo 2012 n° 4 - Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio
esistente e altre disposizioni in materia urbanistica - edilizia
Deliberazione della Giunta Regionale 22 dicembre 2011 - n. 2789 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS
(art. 4, l.r. n. 12/2005) - Criteri per il coordinamento delle procedure di valutazione
ambientale (VAS) a Valutazione di incidenza (VIC) - Verifica di assoggettabilità a VIA
negli accordi di programma a valenza territoriale (art. 4, comma 10, l.r. 5/2010).
Circolare regionale. L’applicazione della Valutazione ambientale di piani e programmi VAS nel contesto comunale
TESTO COORDINATO dgr 761/2010, dgr 10971/2009 e dgr 6420/2007. Modelli
metodologici e altri allegati vigenti per la VAS
Deliberazione della Giunta Regionale 10 novembre 2010, n. 761. Determinazione della
procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi - VAS- (art. 4, l.r. n. 12/2005;
d.c.r. n. 351/2007) Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010 n. 128,
con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre
2009, n. 8/10971.
Deliberazione della Giunta Regionale 30 dicembre 2009, n.10971 (parzialmente
modificata
dalla
dgr
761/2010).
Determinazione
della
procedura
di
valutazioneambientale di piani e programmi - VAS (art. 4,l.r. n. 12/2005; d.c.r. n.
351/2007) - Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 modifica,
integrazione e inclusione di nuovi modelli.
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Deliberazione della Giunta Regionale 11 febbraio 2009, n. 8950 (superata dalle
deliberazioni successive). Modalita’ per la valutazione ambientale dei piani
comprensoriali di tutela del territorio rurale e di riordino irriguo (art. 4, l.r. n. 12/2005; dcr n.
351/2007)
Deliberazione della Giunta Regionale 18 aprile 2008, n. 7110 (superata dalle
deliberazioni successive). Valutazione ambientale di piani e programmi - VAS.
Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell’art. 4 della legge regionale 11
Marzo n. 12, ’Legge per il governo del territorio’ e degli ’Indirizzi generali per la
valutazione ambientale dei piani e programmi’ approvati con deliberazione del
Consiglio Regionale 13 Marzo 2007, (Provvedimento n. 2).
Deliberazione della Giunta Regionale, 27 dicembre 2007, n. 6420 (parzialmente
superata dalla dgr
10971/2009). Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di
piani e programmi.
Deliberazione del Consiglio Regionale 13 marzo 2007, n.351. Indirizzi generali per la
valutazione di piani e programmi (Art. 4, comma 1, L.R. 11 Marzo 2005, N. 12).
Legge regionale 11 marzo 2005, n.12 (art. 4) - testo coordinato. Art. 4 - Valutazione
ambientale dei piani
VAS Principali riferimenti normativi (fonte: SIVAS Regione Lombardia).
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2.
SCHEMA METODOLOGICO PROCEDURALE
Il modello metodologico, procedurale ed organizzativo della verifica di assoggettabilità alla valutazione
ambientale dei piani e programmi relativi al SUAP è illustrato nell’allegato “1r” alla Dgr 9/761 del 10
novembre 2010 “Determinazione della procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi - VAS(art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010
n.128, con modifica ed integrazione delle d.d.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre 2009,
n.8/10971”.
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estratto Dgr 9/761- Schema generale — Verifica assoggettabilità alla VAS
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2.1.
LE FASI DEL PROCESSO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS
Di seguito si riepilogano le principali fasi del processo di verifica di assoggettabilità alla VAS per i progetti
in SUAP, tratte dall’allegato 1r alla Dgr 9/761 del 10 Novembre 2010.
La verifica di assoggettabilità alla VAS è effettuata secondo le indicazioni di cui all’articolo 12 del d.lgs,
ed in assonanza con le indicazioni di cui al punto 5.9 degli indirizzi generali, come specificati nei punti
seguenti e declinati nello schema generale:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
avvio del procedimento Suap e Verifica di assoggettabilità;
individuazione dei soggetti interessati e definizione modalità di informazione e comunicazione;
proposta di progetto con sportello unico unitamente al Rapporto preliminare;
messa a disposizione;
istruttoria regionale se dovuta;
richiesta di parere/valutazione a Regione Lombardia se dovuta;
convocazione conferenza di verifica;
decisione in merito alla verifica di assogettamento dalla VAS;
CdSc comunale con esito positivo;
deposito e pubblicazione della variante;
deliberazione Consiglio Comunale di approvazione e controdeduzioni alle osservazioni;
invio degli atti definitivi a Regione Lombardia;
gestione e monitoraggio
Di seguito si procede ad una descrizione delle singole fasi procedurali. Fra parentesi si riporta il facsimile
da utilizzare allegato alla direttiva regionale precedentemente citata.
Avviso di avvio del procedimento
La verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale VAS è avviata a cura del responsabile
procedimento mediante pubblicazione dell’avvio del procedimento del Suap (fac simile A).
Tale avviso è reso pubblico ad opera dell’autorità procedente mediante pubblicazione su web e sul
BURL (se previsto per legge).
Individuazione dei soggetti interessati e definizione modalità di informazione e comunicazione
L’Autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente per la VAS, con specifico atto formale
individua e definisce:
 i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati, ove necessario
anche transfrontalieri, da invitare alla conferenza di verifica;
 le modalità di convocazione della conferenza di verifica;
 i singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale;
 le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico, di diffusione e pubblicizzazione
delle informazioni.
Messa a disposizione del Rapporto preliminare e avvio della verifica
L’autorità procedente deposita presso i propri uffici e pubblica su web per almeno 30 giorni il Rapporto
Preliminare della proposta di Suap e determinazione dei possibili effetti significativi. Dell’avvenuto
deposito dà notizia mediante pubblicazione all’Albo dell’Ente. (fac simile B).
L’autorità procedente in collaborazione con l’autorità competente per la VAS, trasmette ai soggetti
competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati, il Rapporto Preliminare al fine
dell’espressione del parere, che deve essere inviato, entro trenta giorni dalla messa a disposizione,
all’autorità competente per la VAS ed all’autorità procedente.
Convocazione conferenza di verifica
L’autorità procedente convoca la Conferenza di verifica alla quale partecipano l’autorità competente
per la VAS, i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati.
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L’autorità procedente predispone il verbale della Conferenza di verifica.
Decisione in merito alla verifica di assogettabilità alla VAS
L’autorità competente per la VAS, d’intesa con l’autorità procedente, esaminato il Rapporto Preliminare
della proposta di Suap e di determinazione dei possibili effetti significativi, acquisito il verbale della
conferenza di verifica, valutate le eventuali osservazioni pervenute e i pareri espressi, sulla base degli
elementi di verifica di cui all’allegato II della Direttiva, si pronuncia non oltre novanta giorni sulla
necessità di sottoporre il Suap al procedimento di VAS ovvero di escluderlo dallo stesso.
La pronuncia è effettuata con atto riconoscibile reso pubblico. (fac simile C)
In caso di non assoggettabilità alla VAS, l’autorità procedente, nella fase di elaborazione del Suap, tiene
conto delle eventuali indicazioni e condizioni contenute nel provvedimento di verifica.
L’adozione e/o approvazione del Suap dà atto del provvedimento di verifica nonché del recepimento
delle eventuali condizioni in esso contenute.
Informazione circa le conclusioni adottate
Il provvedimento di verifica viene messo a disposizione del pubblico e pubblicato sul sito web SIVAS.
L’autorità procedente ne dà notizia secondo le modalità adottate.
Il provvedimento di verifica diventa parte integrante del Suap adottato e/o approvato. (fac simile D)
2.2.
SOGGETTI INTERESSATI
Di seguito si riepilogano i soggetti interessati dal processo di valutazione.
ll proponenteè il soggetto, secondo le competenze previste dalle vigenti disposizioni, che elabora il Suap
soggetto alle disposizioni del d.lgs.
L’autorità procedente: è la pubblica amministrazione che elabora il Suap ovvero, nel caso in cui il
soggetto che predispone il Suap sia un diverso soggetto pubblico o privato, la pubblica
amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano/programma. E’ la pubblica
amministrazione cui compete l’elaborazione della dichiarazione di sintesi. Tale autorità è
individuata all’interno dell’ente tra coloro che hanno responsabilità nel procedimento di Suap.
L’autorità competente per la VAS: E’ la pubblica amministrazione cui compete l’adozione del
provvedimento di verifica di assoggettabilità e l’elaborazione del parere motivato. L’autorità
competente per la VAS è individuata all’interno dell’ente con atto formale dalla pubblica
amministrazione che procede alla formazione del Suap, nel rispetto dei principi generali stabiliti dai d.lgs
16 gennaio 2008, n.4 e 18 agosto 2000, n. 267. Essa deve possedere i seguenti requisiti: a) separazione
rispetto all’autorità procedente; b) adeguato grado di autonomia nel rispetto dei principi generali
stabiliti dal d.lgs 18 agosto 2000, n. 267, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 29, comma 4, legge n.
448/2001; c) competenze in materia di tutela, protezione e valorizzazione ambientale e di sviluppo
sostenibile. E’ possibile l’esercizio delle funzioni di autorità competente in forma associata.
Soggetti competenti in materia ambientale: L’Autorità procedente, d’intesa con l’autorità
competente per la VAS, individua i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente
interessati, ove necessario anche transfrontalieri, da invitare alla conferenza di valutazione. Di seguito
sono indicati i soggetti da consultare obbligatoriamente:
Sono soggetti competenti in materia ambientale:
 ARPA;
 ASL;
 Enti gestori aree protette;
 Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia;
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

Autorità competente in materia di SIC e ZPS (se prevista la Valutazione di incidenza);
Autorità competente in materia di VIA (se prevista la VIA o verifica di VIA)
Sono enti territorialmente interessati:
 Regione;
 Provincia;
 Comunità Montane;
 Comuni confinanti;
 Autorità di Bacino;
 Regioni, Province e Comuni di Regioni confinanti
Qualora il SUAP si raccordi con altre procedure sono soggetti interessati al procedimento, in qualità di
soggetti competenti in materia ambientale, anche:
 l’autorità competente in materia di SIC e ZPS;
 l’autorità competente in materia di VIA.
Il pubblico e il pubblico interessato.
Pubblico: una o più persone fisiche o giuridiche nonché’, ai sensi della legislazione vigente, le
associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone;
Pubblico interessato: il pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia
ambientale o che ha un interesse in tali procedure; ai fini della presente definizione le organizzazioni non
governative che promuovono la protezione dell’ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla
normativa statale vigente, nonché’ le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, sono
considerate come aventi interesse.
L’autorità procedente, nell’atto di cui al punto 3.5, d’intesa con l’autorità competente per la VAS,
provvede a:
 individuare i singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale
 definire le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico.
Relativamente alle associazioni, organizzazioni o gruppi, in relazione al SUAP, si ritiene opportuno:
 individuare tutte le realtà presenti nel territorio considerato a seconda delle loro specificità
 avviare momenti di informazione e confronto.
2.3.
CONTENUTI DEL RAPPORTO PRELIMINARE
L’autorità procedente predispone un rapporto preliminare contenente le informazioni e i dati necessari
alla verifica degli effetti significativi sull’ambiente, sulla salute umana e sul patrimonio culturale, facendo
riferimento ai criteri dell’allegato II della Direttiva:

Caratteristiche del P/P, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi:
o in quale misura il P/P stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per
quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o
attraverso la ripartizione delle risorse;
o in quale misura il P/P influenza altri P/P, inclusi quelli gerarchicamente ordinati;
o la pertinenza del P/P per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al
fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;
o problemi ambientali relativi al P/P;
o la rilevanza del P/P per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente
(ad es. P/P connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque).
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
Caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in
particolare, dei seguenti elementi:
o probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti;
o carattere cumulativo degli effetti;
o natura transfrontaliera degli effetti;
o rischi per la salute umana o per l’ambiente (ad es. in caso di incidenti);
o entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione
potenzialmente interessate);
o valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa:
o delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale,
o del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite;
o dell’utilizzo intensivo del suolo;
o effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario
o internazionale.
Per la redazione del rapporto preliminare, il quadro di riferimento conoscitivo nei vari ambiti di
applicazione della VAS è il Sistema Informativo Territoriale integrato previsto dall’art. 3 della Legge di
Governo del Territorio.
Possono essere utilizzati, se pertinenti, approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell’ambito
di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite.
Inoltre nel rapporto preliminare è necessario dare conto della verifica delle eventuali interferenze con i
Siti di Rete Natura 2000 (SIC e ZPS).
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3.
DESCRIZIONE SINTETICA DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO
Si richiamano integralmente la Relazione Urbanistica e la Relazione Paesistica a sostegno del Progetto.
La Società FINECO LEASING S.p.a. con sede in Brescia via Marsala n. 42/a è proprietaria in Comune di
Castelli Calepio dei terreni catastalmente identificati al foglio 9 con le particelle catastali n. 7338 e n.
7401, (identificati in colore verde nell’allegato estratto di mappa) giusto l’atto di vendita Rep. N. 62458
Racc. n. 6424 del 15.05.2000 a cura del Notaio Mario Vasini di Sarnico.
La società P.T.M. di Pagani Roberto & C. s.n.c., con sede in Castelli Calepio (Bg) via Cornella n. 36/38, è
proprietaria in Comune di Castelli Calepio dei terreni catastalmente identificati al foglio 9 con le
particella catastale n. 7841, (identificati in colore giallo nell’allegato estratto di mappa) giusto l’atto di
compravendita Rep. N. 98051 Racc. n. 15431 del 30.09.2008 a cura del Notaio Mario Vasini di Sarnico; e
con la particella catastali n. 7384 (identificati in colore giallo nell’allegato estratto di mappa) giusto l’atto
di compravendita Rep. N. 15335 del 08.11.1990 a cura del Notaio Mario Vasini di Sarnico.
Il compendio immobiliare de quo è interamente utilizzato dalla società di P.T.M. di Pagani Roberto & C.
s.n.c. (perimetrato in colore rosso nell’allegato estratto di mappa) e trovasi a sud dell’asse autostradale
Bergamo/Brescia all’interno del vetusto piano di lottizzazione industriale denominato “PL SUD
AUTOSTRADA”.
L’area circostante sul lato di ovest è a vocazione agricola, mentre sui lati di nord-est-sud è a vocazione
industriale.
A poca distanza è collocata l’isola ecologica comunale di Castelli Calepio.
Gli immobili esistenti sono stati realizzati in forza di:
o
Concessione Edilizia - Reg. n. 5850 Prot. n. 19882 del 21.03.2000 (e successive varianti).
Con tali titoli abilitativi si procedeva alla realizzazione di capannone industriale con
annessa palazzina uffici (per una superficie coperta di mq. 1617.55).
o
Con Permesso di Costruire n. 8181/1 del 03.11.2006, al fine di poter soddisfare le proprie
esigenze lavorative, la società P.T.M. venne autorizzata all’ampliamento del capannone
esistente (per una superficie coperta di mq. 176.00) ed alla realizzazione di un’area
esterna adibita a piazzale di carico e scarico dei manufatti in lavorazione, costituita da
una struttura prefabbricata (travi e pilastri) con annesso carroponte.
L’attuale progetto prevede la realizzazione della copertura e del tamponamento perimetrale dell’area
esterna descritta al precedente punto 2).
In tal modo sarebbe possibile effettuare le operazioni di carico e di scarico dei manufatti in sicurezza e
protetti dagli agenti atmosferici.
La società di P.T.M. di Pagani Roberto & C. s.n.c. infatti opera nel settore della torneria meccanica
pesante e i manufatti in lavorazione devono rimanere protetti dagli agenti atmosferici e dall’umidità
soprattutto dopo le fasi di lavorazione. Le operazioni di scarico e scarico dei manufatti in arrivo ed in
uscita dall’azienda, proprio per le loro dimensioni ed il loro peso, sono rischiose ed è richiesta un’elevata
attenzione oltreché specializzazione da parte degli addetti impiegati.
Risulta oltremodo pericoloso effettuare queste manovre – che in molti casi durano un’intera giornata
lavorativa – esponendo gli operatori agli agenti atmosferici.
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Le movimentazioni non possono nemmeno essere effettuate all’interno dell’edificio industriale per la
ristrettezza degli spazi e perché altrimenti ostacolati dalle macchine di lavorazione ivi presenti.
La formazione del piazzale esterno agevolerebbe il transito degli automezzi impiegati per il
carico/scarico. Le acque meteoriche della nuova copertura e del piazzale descritto verrebbero
convogliate in apposita vasca a ciclo chiuso e successivamente reimpiegate nel ciclo produttivo
aziendale senza l’impiego aggiuntivo di acqua potabile proveniente dall’acquedotto comunale.
L’intervento in oggetto sarà scarsamente visibile dalla pubblica via denominata via Cornella. Risulterà
invece modestamente visibile – come la rimanente parte di edifici industriali in adiacenza – dalla via
Cerche.
Si è ritenuto necessario adottare uno stile architettonico sobrio e delle tecniche costruttive stilisticamente
più ricercate rispetto a quelle impiegate nell’originario capannone cercando nel contempo di
soddisfare le esigenze lavorative della committenza. La nuova porzione di capannone sarà realizzata
con pannellature di tamponamento e di copertura metallica leggera. L’ampia dimensione delle
facciate viene mitigata a mezzo dell’inserimento dei portoni e delle fasce finestrate di forma regolare.
Nelle figure seguenti si riportano alcuni estratti della documentazione progettuale.
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estratto di mappa
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planimetria di progetto
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planimetria comparativa
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dati tecnici
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prospetti
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prospetto e sezione
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4.
RETE SITI NATURA 2000
Come evidenziato dalla figura sottostante nell’intorno del sito non sono presenti aree protette inserite
nella Rete Natura 2000 (ZPS o SIC).
Estratto aree protette Regione Lombardia (Geoportale).
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5.
COERENZA CON LA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA
Nel presente capitolo si precede all’analisi degli strumenti di pianificazione sovra-ordinata, onde
verificarne la coerenza fra l’intervento in progetto e le indicazioni contenute nei diversi Piani analizzati.
Nello specifico si è proceduto all’analisi del:




5.1.
Piano territoriale regionale - PTR;
Piano paesaggistico regionale - PPR;
Rete ecologica regionale - RER;
Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Bergamo — PTCP.
CONFRONTO CON IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE — PTR
Il Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) della Lombardia costituisce atto fondamentale di indirizzo, agli
effetti territoriali, della programmazione di settore della Regione, nonché di orientamento della
programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province.
La Regione con il PTR, sulla base dei contenuti del programma regionale di sviluppo e della propria
programmazione generale e di settore, indica gli elementi essenziali del proprio assetto territoriale e
definisce altresì, in coerenza con quest’ultimo, i criteri e gli indirizzi per la redazione degli atti di
programmazione territoriale di province e comuni.
Il PTR ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della vigente legislazione e a tal fine
individua gli obiettivi e le misure generali di tutela paesaggistica da perseguire nelle diverse parti del
territorio regionale, attivando la collaborazione pianificatoria degli enti locali.
Le prescrizioni attinenti alla tutela del paesaggio contenute nel PTR sono cogenti per gli strumenti di
pianificazione dei comuni, delle città metropolitane, delle province e delle aree protette e sono
immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti di
pianificazione.
Il PTR può, altresì, stabilire norme di salvaguardia, finalizzate all’attuazione degli indirizzi e al
raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica, applicabili sino all’adeguamento degli strumenti
di pianificazione.
Il PTR costituisce quadro di riferimento per la valutazione di compatibilità degli atti di governo del
territorio di comuni, province, comunità montane, enti gestori di parchi regionali, nonché di ogni altro
ente dotato di competenze in materia.
Le previsioni del PTR concernenti la realizzazione di prioritarie infrastrutture e di interventi di
potenziamento ed adeguamento delle linee di comunicazione e del sistema della mobilità, nonché
inerenti all’individuazione dei principali poli di sviluppo regionale e delle zone di preservazione e
salvaguardia ambientale, espressamente qualificate quali obiettivi prioritari di interesse regionale o
sovraregionale hanno, qualora ciò sia previsto dal piano, immediata prevalenza su ogni altra difforme
previsione contenuta nel PTCP ovvero nel PGT.
In tal caso la previsione del piano costituisce disciplina del territorio immediatamente vigente, ad
ogni conseguente effetto, quale vincolo conformativo della proprietà.
Detta efficacia, e il connesso vincolo, decade qualora, entro cinque anni dalla definitiva approvazione
del piano, non sia approvato il progetto preliminare dell’opera o della struttura di cui trattasi,
conservando la previsione efficacia di orientamento e di indirizzo fino al successivo aggiornamento del
piano.
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Con DGR n. 6447 in data 16 gennaio 2008, la Giunta Regionale ha approvato la proposta di Piano
Territoriale Regionale.
Il Consiglio Regionale ha approvato con deliberazione del 19 gennaio 2010, n. 951 (pubblicata sul 3° S.S.
al BURL n. 6, del 11.02.2010) il Piano Territoriale Regionale.
Il Piano acquista efficacia, ai termini del comma 6 dell’art. 21 della l.r.12/2005 “Legge per il governo del
territorio” a seguito della pubblicazione dell’avviso di approvazione sul Bollettino Ufficiale della Regione
Lombardia, avvenuta sul BURL n.7, Serie Inserzioni e Concorsi del 17.2.2010.
Dal 17 febbraio 2010 il PTR esercita gli effetti indicati all’art.20 della l.r.12/2005 “Effetti del PTR”.
I Comuni sono pertanto tenuti a trasmettere in Regione, ai termini dell’art. 13 comma 8 della l.r.12/2005, il
PGT adottato (o sua variante) qualora interessati da obiettivi prioritari di interesse regionale e
sovraregionale.
Si precisa che sono tenuti alla trasmissione del PGT i Comuni che adottano il PGT successivamente al 17
febbraio 2010, nonché i Comuni che alla stessa data, avendo già adottato il PGT, non abbiano ancora
dato inizio al relativo deposito.
Il Consiglio Regionale ha approvato con DCR n. 276 del 8 novembre 2011 la risoluzione che
accompagna il Documento Strategico Annuale (DSA) di cui l’aggiornamento del PTR è un allegato
fondamentale. L’aggiornamento 2011 al PTR ha acquistato efficacia con la pubblicazione sul BURL so n.
48 del 1 dicembre 2011.
Il PTR costituisce il quadro di riferimento per la programmazione e la pianificazione a livello regionale;
l’aggiornamento comporta anche delle ricadute sulla pianificazione locale.
Inoltre, con l’entrata in vigore del Piano, per l’effetto di Piano Paesaggistico del PTR, ai termini del D.Lgs.
42/2004 e s.m.i., tutti i Comuni sono comunque tenuti ad adeguare il proprio PGT alla disciplina
paesaggistica entro due anni dall’entrata in vigore del PTR.
Il Piano Territoriale Regionale (PTR) della Lombardia approvato dalla Giunta Regionale è lo strumento di
supporto all’attività di governance territoriale della Regione. Si propone di rendere coerente la “visione
strategica“ della programmazione generale e di settore con il contesto fisico, ambientale, economico e
sociale, di cui analizza i punti di forza e di debolezza, evidenzia potenzialità e opportunità per le realtà
locali e per i sistemi territoriali e, quindi, per l’intera regione.
Gli obiettivi proposti dal Piano derivano dalla sintesi dei principali orientamenti della programmazione
nazionale e comunitaria, dalle previsioni del Programma Regionale di Sviluppo e dal dialogo con le
pianificazioni di settore, attraverso un percorso di partecipazione e confronto con il territorio.
Il territorio sempre più è punto di convergenza di temi cruciali per il futuro della regione, che
corrispondono alle questioni di compatibilità tra crescita economica e qualità della vita nel suo
complesso, in termini di ambiente, accessibilità, sicurezza, bellezza e paesaggio.
Il PTR si configura come un “patto“ condiviso tra Regione ed Enti territoriali per contemperare le diverse
esigenze locali e verificare la compatibilità con gli obiettivi di sviluppo territoriale più generale. In questo
senso esso costituisce il punto di riferimento rispetto al quale le azioni sul territorio, da chiunque promosse,
possano trovare un efficacie coordinamento.
L’efficacia del Piano sarà tanto più evidente quanto più sarà sostenuto, con azioni dirette e concrete,
dalle istituzioni e dalle varie componenti della società (operatori economici e portatori di interesse).
Con tali presupposti, è evidente come la proposta di progetto territoriale definita dal PTR non possa
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essere semplicemente di tipo ordinatorio, cioè finalizzata a regolare le funzioni del “contenitore“ spaziale
delle attività umane, ma piuttosto di strumento che consenta di incidere su una nuova qualità
complessiva del territorio, orientando e indirizzando le condizioni di trasformazione in termini di
compatibilità e di migliore valorizzazione delle risorse, riconoscendo nel territorio stesso la risorsa primaria
da salvaguardare.
Così inteso il Piano assume la duplice valenza di strumento di conoscenza strutturata delle
caratteristiche, potenzialità e dinamiche della Lombardia, e di mezzo di orientamento e cooperazione
finalizzato a dare corpo alle proposte maturate ai diversi livelli territoriali e a realizzare la coesione tra i
molteplici interessi in gioco.
Il PTR propone un “progetto“ da condividere per il territorio e restituisce l’immagine della regione che si
vuole costruire, la Lombardia del futuro.
Si passa ora all’analisi delle principali tavole costituenti in Piano.
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Tavola 4 — I sistemi territoriali del PTR.
Estratto Tavola 4 - “I sistemi territoriali del PTR” - Fonte: www.ptr.regione.Iombardia.it Regione Lombardia — PIANO TERRITORIALE
REGIONALE — Documento di Piano
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Il comune di Castelli Calepio rientra nei seguenti sistemi del PTR:
 Sistema territoriale dei Laghi;
 Sistema territoriale pedemontano;
 Sistema territoriale metropolitano — settore est;
 Sistema territoriale del Po e dei grandi fiumi;
 Sistema territoriale della pianura irrigua.
I Sistemi Territoriali che il PTR individua non sono ambiti e ancor meno porzioni di Lombardia perimetrate
rigidamente, bensì costituiscono sistemi di relazioni che si riconoscono e si attivano sul territorio regionale,
all’interno delle sue parti e con l’intorno.
Essi sono la chiave territoriale di lettura comune quando si discute delle potenzialità e debolezze del
territorio, quando si propongono misure per cogliere le opportunità o allontanare le minacce che
emergono per il suo sviluppo; sono la geografia condivisa con cui la Regione si propone nel contesto
sovraregionale e europeo.
Di seguito si procede ad una descrizione sintetica degli obiettivi previsti dal PTR per i sistemi sopracitati.
Sistema territoriale dei Laghi:
 Integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio
 Promuovere la qualità architettonica dei manufatti come parte integrante dell’ambiente e
del paesaggio
 Tutelare e valorizzare le risorse naturali che costituiscono una ricchezza del sistema,
incentivandone un utilizzo sostenibile anche in chiave turistica
 Ridurre i fenomeni di congestione da trasporto negli ambiti lacuali, migliorando la qualità dell’aria
 Tutelare la qualità delle acque e garantire un utilizzo razionale delle risorse idriche
 Perseguire la difesa del suolo e la gestione integrata dei rischi legati alla presenza dei bacini
lacuali
 Incentivare la creazione di una rete di centri che rafforzi la connotazione del sistema per la
vivibilità e qualità ambientale per residenti e turisti, anche in una prospettiva nazionale e
internazionale
Sistema territoriale Pedemontano:
 Tutelare i caratteri naturali diffusi attraverso la creazione di un sistema di aree verdi collegate tra
loro (reti ecologiche)
 Tutelare sicurezza e salute dei cittadini attraverso la riduzione dell’inquinamento ambientale e la
preservazione delle risorse
 Favorire uno sviluppo policentrico evitando la polverizzazione insediativa
 Promuovere la riqualificazione del territorio attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture per la
mobilità pubblica e privata
 Applicare modalità di progettazione integrata tra infrastrutture e paesaggio
 Tutelare e valorizzare il paesaggio caratteristico attraverso la promozione della fruibilità turisticoricreativa e il mantenimento dell’attività agricola
 Recuperare aree e manufatti edilizi degradati in una logica che richiami le caratteristiche del
territorio pedemontano
 Incentivare l’agricoltura e il settore turisticoricreativo per garantire la qualità dell’ ambiente e del
paesaggio caratteristico
 Valorizzare l’imprenditoria locale e le riconversioni produttive garantendole l’accessibilità alle
nuove infrastrutture evitando l’effetto “tunnel“
Sistema territoriale metropolitano — settore est:
 Tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini riducendo le diverse forme di inquinamento
ambientale.
 Riequilibrare il territorio attraverso forme di sviluppo sostenibili dal punto di vista ambientale.
 Tutelare i corsi d’acqua come risorsa scarsa migliorando la loro qualità.
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







Favorire uno sviluppo e il riassetto territoriale di tipo policentrico mantenendo il ruolo di Milano
come principale centro del nord Italia.
Favorire l’integrazione con le reti infrastrutturali europee.
Ridurre la congestione da traffico privato potenziando il trasporto pubblico e favorendo modalità
sostenibili.
Applicare modalità di progettazione integrata tra paesaggio urbano, periurbano, infrastrutture e
grandi insediamenti a tutela delle caratteristiche del territorio
Riorganizzare il sistema del trasporto merci.
Sviluppare il sistema delle imprese lombarde attraverso la cooperazione verso un sistema
produttivo di eccellenza.
Valorizzare il patrimonio culturale e paesistico del territorio.
Expo — creare le condizioni per la realizzazione ottimale dell’evento e derivare benefici di lungo
periodo per un contesto ampio.
Sistema territoriale del Po e dei grandi fiumi;
 Tutelare il territorio degli ambiti fluviali, oggetto nel tempo di continui interventi da parte
dell’uomo.
 Prevenire il rischio idraulico attraverso un’attenta pianificazione del territorio.
 Tutelare l’ambiente degli ambiti fluviali
 Garantire la tutela delle acque, migliorandone la qualità e incentivando il risparmio idrico.
 Garantire uno sviluppo del territorio compatibile con la tutela e la salvaguardia ambientale.
 Promuovere la valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico e storico-culturale del
sistema Po attorno alla presenza del fiume come elemento unificante per le comunità locali e
come opportunità per lo sviluppo del turismo fluviale.
 Perseguire una pianificazione integrata e di sistema sugli ambiti fluviali, agendo con strumenti e
relazioni di carattere sovralocale e intersettoriale.
Sistema territoriale della pianura irrigua.
 Garantire un equilibrio tra le attività agricole e zootecniche e la salvaguardia delle risorse
ambientali e paesaggistiche, promuovendo la produzione agricola e le tecniche di allevamento
a maggior compatibilità ambientale e territoriale.
 Garantire la tutela delle acque ed il sostenibile utilizzo delle risorse idriche per l’agricoltura, in
accordo con le determinazioni assunte nell’ambito del Patto per l’Acqua, perseguire la
prevenzione del rischio idraulico.
 Tutelare le aree agricole come elemento caratteristico della pianura e come presidio del
paesaggio lombardo.
 Promuovere la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale del sistema per
preservarne e trasmetterne i valori, a beneficio della qualità della vita dei cittadini e come
opportunità per l’imprenditoria turistica locale.
 Migliorare l’accessibilità e ridurre l’impatto ambientale del sistema della mobilità, agendo sulle
infrastrutture e sul sistema dei trasporti.
 Evitare lo spopolamento delle aree rurali, migliorando le condizioni di lavoro e differenziando le
opportunità lavorative
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Tavola 1 - Polarità e poli di sviluppo regionale
Estratto Tavola 1 - “Polarità e poli di sviluppo regionale” - Fonte: www.ptr.regione.lombardia.it Regione Lombardia — PIANO
TERRITORIALE REGIONALE — Documento di Piano
Il Comune di Castelli Calepio si colloca sul corridoio V Lisbona- Kiev. Il comune non è compreso in aree
individuate come “Polarità storiche” o “Polarità emergenti”. L’area dista alcune decine di chilometri dai
poli di sviluppo regionale di Bergamo (Ovest) e Brescia (Est).
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Tavola 2 - Zone di preservazione e salvaguardia ambientale
Estratto Tavola 2 - “Zone di preservazione e salvaguardia ambientale” - Fonte: www.ptr.regione.lombardia.it Regione Lombardia
— PIANO TERRITORIALE REGIONALE — Documento di Piano
Il Comune di Castelli Calepio è interessato dalla presenza del Parco Regionale dell’Oglio Nord e dalle
fasce fluviali del PAI. Il sito in esame non interferisce con tali ambiti.
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Tavola 3 - infrastrutture prioritarie per la Lombardia
Estratto Tavola 3 - “lnfrastrutture prioritarie per la Lombardia” - Fonte: www.ptr.regione.lombardia.it Regione Lombardia — PIANO
TERRITORIALE REGIONALE — Documento di Piano
Il territorio comunale è attraversato dal tracciato di “Ferrovie esistente”, che lo collega con Bergamo e
Brescia e dall’Autostrada A4 — Milano Venezia, con presenza del casello autostradale di Ponte Oglio.
L’area non è interessata da nuove infrastrutture viarie o ferroviarie d’importanza regionale.
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5.2.
CONFRONTO CON IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE — PPR
Il Piano Territoriale Regionale, in applicazione dell’art. 19 della L.R. 12/2005, ha natura ed effetti di Piano
Territoriale Paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale. Il PTR in tal senso assume, consolida e
aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale vigente (PTPR approvato nel 2001) e ne integra la
sezione normativa in linea con la “Convenzione Europea del paesaggio“ e con il D.Lgs. 42/2004.
Il Piano Paesaggistico Regionale diviene così sezione specifica del PTR, disciplina paesaggistica dello
stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità. Il PTR persegue gli obiettivi,
contiene le prescrizioni e detta gli indirizzi di cui all’art.143 del D. Lgs. 42/2004. Le prescrizioni attinenti alla
tutela del paesaggio contenute nel PTR sono cogenti per gli strumenti di pianificazione dei comuni e
sono prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti di pianificazione (art.
76 della L.R. 12/2005).
Gli aggiornamenti delle indicazioni regionali di tutela dei paesaggi di Lombardia, nel quadro del PTR,
consolidano e rafforzano le scelte già operate dal PTPR in merito all’attenzione paesaggistica estesa a
tutto il territorio e all’integrazione delle politiche per il paesaggio negli strumenti di pianificazione
urbanistica e territoriale, ricercando però nuove correlazioni anche con altre pianificazioni di settore, in
particolare con quelle di difesa del suolo, ambientali e infrastrutturali.
Le nuove misure di indirizzo e prescrittività paesaggistica si sviluppano in stretta e reciproca relazione con
le priorità del PTR al fine di salvaguardare e valorizzare gli ambiti e i sistemi di maggiore rilevanza
regionale: laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di bonifica, montagna, centri e nuclei storici, geositi, siti
UNESCO, percorsi e luoghi di valore panoramico e di fruizione del paesaggio.
L’approccio integrato e dinamico al paesaggio si coniuga con l’attenta lettura dei processi di
trasformazione dello stesso e l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la riqualificazione
paesaggistica e il contenimento dei fenomeni di degrado, anche tramite la costruzione della rete verde.
Il PTR contiene così una serie di elaborati che vanno ad integrare ed aggiornare il Piano Territoriale
Paesistico Regionale approvato nel 2001, assumendo gli aggiornamenti apportati allo stesso dalla
Giunta Regionale nel corso del 2008 e tenendo conto degli atti con i quali in questi anni la Giunta ha
definito compiti e contenuti paesaggistici di piani e progetti.
Gli elaborati approvati sono di diversa natura:
 La Relazione Generale, che esplicita contenuti, obiettivi e processo di adeguamento del Piano
 Il Quadro di Riferimento Paesaggistico che riguardano sia l’introduzione di nuovi significativi
elaborati che l’aggiornamento dei Repertori esistenti
 La Cartografia di Piano, che aggiorna quella pre-vigente e introduce nuove tavole
 I Contenuti Dispositivi e di indirizzo, che comprendono da una parte la nuova Normativa e
dall’altra l’integrazione e l’aggiornamento dei documenti di indirizzo.
La cartografia di piano è stata rivista nel suo complesso, migliorandone anche i livelli di
georeferenziazione dei dati e rinnovandone la forma grafica, aggiornandola e integrandola alla
luce dei nuovi temi di attenzione paesaggistica regionale introdotti.
Sono inoltre state aggiunte diverse tavole in riferimento sia alle indicazioni normative, che trovano per gli
ambiti dei grandi laghi insubrici una restituzione articolata di maggiore dettaglio (Tavole D1a, b, c, d), sia
alla lettura delle situazioni regionali a maggiore potenziale presenza di particolari fenomeni di degrado o
a maggior rischio di compromissione paesaggistica (Tavole F, G, H).
La sezione delle Tavole I riporta invece un quadro sinottico delle tutele paesaggistiche di legge in essere.
Tale quadro è da considerarsi comunque in divenire, costantemente aggiornato nel tempo tramite il
Sistema Informativo Beni Ambientali (SIBA).
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La cartografia di Piano Territoriale Paesaggistico è composta dalle seguenti tavole:
 Tavola A - Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio
 Tavola B - Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico
 Tavola C - lstituzioni per la tutela della natura
 Tavola D - Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale
 Tavola D 1a, b, c, d - Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici
 Tavola E - Viabilità di rilevanza paesaggistica
 Tavola F - riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale
 Tavola G - contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed aree
di attenzione regionale
 Tavola H - contenimento dei processi di degrado paesaggistico: tematiche rilevanti
 Tavole la lb, lc, ld, le, lf, lg - Quadro sinottico tutele paesaggistiche di legge — articoli 136 e 142
del D.Lgs. 42/04
Nell’‘Abaco principali informazioni paesistico-ambientali per comuni, Volume 1: Appartenenza ad ambiti
di rilievo paesaggistico regionale’ il Comune di Castelli Calepio ricade nell’Unità Tipologica di Paesaggio
‘Fascia alta pianura — Paesaggi delle valli fluviali escavate”.
Di seguito si riporta la descrizione del Piano Paesaggistico regionale per la fascia dell’alta pianura.
Il paesaggio dell’alta pianura è stato quello più intensamente coinvolto nei processi evolutivi del territorio lombardo. È un
paesaggio costruito, edificato per larghissima misura, che si caratterizza per la ripetitività anonima degli artefatti,
peraltro molto vari e complessi. Questi si strutturano intorno alle nuove polarità del tessuto territoriale: i grandi
supermercati, le oasi sportive e di evasione, gli stabilimenti industriali, le nuove sedi terziarie, i nuovi centri residenziali
formati da blocchi di condomini o di casette a schiera e, in alcune zone più vicine alla città, vere e proprie unità
insediative tipo “new town” (come Milano 2). La visualizzazione paesistica ha, come motivo ricorrente, come iconema di
base il capannone industriale accanto al blocco edilizio residenziale, e poi lo spazio deposito, lo spazio pattumiera
richiesti dalla gigantesca attività metropolitana. Però nel vissuto locale i sub-poli, le vere centralità dopo Milano
(imperniata su Piazza del Duomo e vie adiacenti del nucleo storico di fondazione romana), sono rimasti i vecchi centri
comunali, permanenze più meno riconoscibili, affogati dentro i blocchi residenziali nuovi, del tessuto rurale ottocentesco.
Sono i riferimenti storici con la chiesa parrocchiale, le corti, le piazze paesane, le osterie trasformate in bar, della cintura
o areola milanese. L’alta pianura, benché ormai appaia come unico grande mare edilizio, impressionante quando lo si
sorvola lungo i corridoi aerei, è ancora nettamente organizzata intorno alle vecchie strutture, i centri che si snodano sulle
direttrici che portano alle città pedemontane.
Esse, in passato, soprattutto Bergamo, Brescia e Como, hanno sempre avuto una loro autonoma capacità gestionale, una
loro forza urbana capace di promuovere attività e territorializzazioni loro proprie, come rivela la stessa ricchezza
monumentale dei loro nuclei storici, nei quali appaiono consistenti i richiami al periodo della dominazione veneziana. La
geografia fisica dell’alta pianura è imperniata sui corsi fluviali che scendono dalla fascia alpina. Essi attraversano l’area
delle colline moreniche poste allo sbocco delle valli maggiori e scorrono incassati tra i terrazzi pleistocenici. I loro solchi di
approfondimento rappresentano perciò un impedimento alle comunicazioni in senso longitudinale. L’industrializzazione
della Lombardia ha dovuto fare i conti con questo accidente fisico, e proprio nella realizzazione dei ponti, all’epoca delle
costruzioni ferroviarie essa ha trovato modo di esprimere il suo “stile” nel paesaggio. I solchi fluviali, anche minori, hanno
funzionato da assi di industrializzazione ed è lungo di essi che ancora si trovano i maggiori e più vecchi addensamenti
industriali (valle dell’Olona, valle del Lambro, valle dell’Adda, valle del Serio, mentre è stato meno intenso il fenomeno
lungo il Ticino e l’Oglio). In alcuni casi permangono ancora i vecchi opifici che rimandano alla prima fase
dell’industrializzazione e che oggi si propongono come testimonianze di “archeologia industriale”. La maggiore
irradiazione industriale si ha lungo l’Olona dove, corrispondentemente, si trova anche la maggior appendice metropolitana
insieme con quella dell’area Sesto-Monza attratta dal Lambro. Il grado di urbanizzazione si attenua procedendo verso
nord, con l’ampliarsi del ventaglio di strade in partenza da Milano. Si riconosce sempre più la tessitura territoriale di un
tempo, assestata su strade prevalentemente meridiane o sub-meridiane che corrono al centro delle aree interfluviali, le
lievissime indorsature tra fiume e fiume che formano l’alta pianura, la quale nella sezione centro-orientale è movimentata
dalle formazioni collinari della Brianza.
La rete delle strade ha una maglia regolare a cui si conforma la struttura dei centri, di modo che l’impressione generale,
percepibile anche viaggiandovi dentro, è quella di una maglia di elementi quadrati o rettangolari che “cerca” Milano e il
sud attraverso le sue principali direttrici stradali. Ma il paesaggio di recente formazione, percepibile attraverso la forma
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e il colore degli edifici (il cotto sostituito al cemento, i coppi dei tetti sostituiti da coperture di fabbricazione
industriale), affoga in un’unica crosta indistinta le vecchie polarità formate dai centri rurali (che il Biasutti all’inizio
del secolo aveva definito come aggregati di corti contadine) nei quali si inseriscono spesso le vecchie ville padronali.
Indicate invariabilmente dai boschetti dei parchi, esse rappresentano l’emanazione urbana, signorile o borghese, dei
secoli passati, quindi oggetti di particolare significato storico e culturale.
Il paesaggio agrario ha conservato solo residualmente i connotati di un tempo. Persiste la piccola proprietà contadina,
risultato delle frammentazioni del passato, sia la media proprietà borghese. La ristrutturazione in senso moderno
dell’agricoltura, non vi è stata anche a causa del ruolo secondario dell’attività rispetto all’industria, che è dominante e
impone ovunque, anche tra i colli e le vallecole della Brianza, il suo elemento caratteristico, il capannone, togliendo molti
dei caratteri di amenità a questo paesaggio già dolcissimo e celebrato dall’arte e dalla letteratura. La conduzione dei
campi è fatta spesso part-time da lavoratori dell’industria che hanno rinunciato alla proprietà avita. Del resto
l”agricoltura in questa parte della regione (la Lombardia asciutta) ha scarsa redditività e ciò ha costituito un fattore non
estraneo alle sollecitazioni industriali di cui è stata scenario. L’organizzazione agricola è diversa là dove si estende il
sistema irrigatorio (come nelle zone attraversate dal canale Villoresi), basandosi su aziende di maggiori dimensioni che
operano in funzione commerciale. Un tempo il paesaggio era ben disegnato dai filari di alberi (tra cui avevano
importanza i gelsi), dalla presenza di qualche vigneto; ma l’albero non è mai stato qui una presenza importante e
comunque è stato sacrificato a causa della fame di terreno coltivabile (fondamentale era la coltivazione del grano). Oggi
le macchie boschive si estendono ai bordi dei campi, lungo i corsi d’acqua, nei valloncelli che attraversano le colline
moreniche, nei solchi fluviali e nei pianalti pedemontani, intorno ai laghi dell’ambiente morenico. Si è imposta come
pianta dominante la robinia, specie importata e di facile attecchimento, che banalizza gli scenari vegetali a danno delle
specie originarie padane, come le querce, la cui presenza eleva la qualità del paesaggio anche nel giudizio della
popolazione.
La sezione superiore dell’alta pianura movimentata dai rilievi collinari morenici rappresenta il paesaggio più caratteristico
dell’alta pianura lombarda. Esso dà luogo ad aree paesistiche con una loro spiccata individualità anche a causa della loro
distinta collocazione, intimamente legata agli sbocchi in pianura degli invasi che accolgono i laghi prealpini. Ma oggi sia
la Brianza, come le zone collinari abduane, il Varesotto, La Franciacorta e l’ampio semicerchio a sud del lago di Garda sono
state profondamente modellate dall’azione antropica, favorita dalla mobilità dei terreni, che ha modificato l’idrografia,
eliminato depressioni palustri, manomesso, spianato o terrazzato i dossi collinari a fini agricoli. Corti sparse e borghi
posti su altura (a difesa delle erosioni) rappresentano le forme di insediamento tradizionali, a cui si aggiungono le
ville signorili d”epoca veneta. Più di recente si sono imposti i blocchi residenziali intorno ai vecchi centri abitati, le ville del
successo borghese, le residenze dei pendolari che lavorano a Milano o in altri centri, i capannoni industriali, i supermercati,
le nuove strade, ecc. secondo i modi caratteristici della città diffusa. Tuttavia nell’anfiteatro morenico del Garda ampie
zone sono rimaste all”agricoltura, che trova nella viticoltura una delle sue principali risorse, ciò che vale anche per la
Franciacorta. Le aree di natura nell”alta pianura sono ormai esigue: sono rappresentate dalle aree verdi residue nelle
fasce riparie dei fiumi (dove già si sono avute diverse valorizzazioni, come il parco regale di Monza, il parco del Lambro
d”ambito metropolitano, il parco del Ticino). Altre aree di naturalità sopravvissute in parte sono le “groane”, negli
ambienti dei conoidi, che alla maniera friulana potrebbero definirsi come “magredi”, cioè terreni poveri, ciottolosi, poco
adatti all”agricoltura e perciò conservati si come tali.
Paesaggi delle valli fluviali escavate
La grande fascia urbanizzata dell’alta pianura ha le sue principali rotture di continuità in corrispondenza delle fasce
fluviali che incidono il territorio in direzione meridiana. Sono varchi (Ticino, Adda, Oglio) derivati dagli approfondimenti
relativamente più recenti dei fiumi alpini e prealpini e da ciò derivano le loro peculiarità che ne fanno ambiti a sé stanti
rispetto ai piani sopraelevati dell’alta pianura urbanizzata. Oltretutto sono sezioni di un unico organismo, la valle fluviale
che va tutelata nel suo complesso, dalle sorgenti alpine fino alla sbocco nel Po. A ciò si aggiungono i continui interventi
dell’uomo nel tentativo di portare a maggior elevazione la derivazione di queste acque per utilizzarle nel sistema irriguo
dell’alta e della bassa pianura, oppure di impiegarle come generatrici di forza motrice per impianti paleoindustriali
(molini, folle, cartiere) o idroelettrici.
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Indirizzi di tutela (paesaggi delle valli fluviali escavate).
La profondità.
Nell’omogeneità morfologica dei grandi quadri ambientali dell’alta pianura, i varchi e le profonde forre dei corsi fluviali
sono un forte elemento di connotazione paesistica. Se ne ha un’evidente dimostrazione solcando la valle dell’Adda
all’altezza di Trezzo, o quella dell’Oglio a Palazzolo. La conservazione e l’integrità delle scarpate vallive, nei loro aspetti di
naturalità e di caratteristiche geologiche (affioramenti di ceppo o puddinga), sarà l’indirizzo normativo prevalente (ci si
riferisce, in particolar modo, alle continue erosioni provocate dalle attività estrattive). A questo si aggiunge la tutela dei
terrazzi liminari laddove la sinuosità delle valli fluviali arricchisce ulteriormente il paesaggio. In altre situazioni, dove il
sistema vallivo si presenta in forme più morbide e allargate (in particolare nel tratto mediano della valle del Ticino) la
tutela deve comprendere oltre alle scarpate anche le zone boschive e agricole intercluse. Si deve peraltro sottolineare come
la prevalente destinazione a parco naturale di queste fasce garantisca già sufficientemente i caratteri paesistici sopra
evidenziati (Ticino, Lambro, Adda nord e sud, Serio, Oglio, Mincio).
L’idealizzazione, il fiume.
Basterebbe citare il passaggio dell’Adda di Renzo Tramaglino, o le suggestioni avvertite da Leonardo ai Tre Corni di
Paderno per confermare la rilevanza di questo ambiente nella memoria e nella costruzione dell’immagine regionale. Ma
anche l’importante funzione commerciale e idraulica e il fatto che la costruzione del sistema dei navigli, non solo
milanese ma anche bergamasco e bresciano, prendendo avvio dall’alveo incavato dei grandi fiumi, sono fattori storici che
sottolineano ulteriormente l’importanza di questi contesti ambientali. Il forte prelievo di acque tende però a impoverire
la loro immagine. Occorre garantire un deflusso minimo che sia in grado di conservare l’apprezzamento estetico dei
luoghi. Quasi ogni tratto fluviale presenta poi reminiscenze storiche e di cultura materiale: la tradizione navalestra degli
abitanti di Brivio e Golasecca; i romitori e gli elementi evocativi lungo i tratti più impetuosi dell’Adda; gli apparati e i
manufatti idraulici che, in più momenti della storia, furono finalizzati alla regolarizzazione dei traffici commerciali via
acqua (il naviglio di Paderno, il naviglio Grande, l’ipposidra del Ticino, i traghetti ... ) o a facilitare l’afflusso idrico alle
campagne (la Muzza, le “seriole” bresciane, i navigli minori ... ); le munitissime difese militari (a Trezzo, a Brivio, a
Valeggio) che rimandano anche al tema dei confini che questi corsi d’acqua delinearono per lunghi periodi storici; infine
le notissime, precorritrici centrali idroelettriche che si localizzarono specie sul Ticino (Vizzola ... ) e sull’Adda (Esterle,
Bertini ... ) o gli altri insediamenti produttivi diffusi lungo questi e altri fiumi ancora. La tutela e la valorizzazione di questi
elementi dovrebbe essere compendiata in programmi complessivi e integrati di recupero.
I ponti e le percorrenze.
Lungo i solchi vallivi dovrebbe essere disincentivata e preclusa la percorrenza veicolare, favorendo invece itinerari pedonali
o ciclistici (in questo senso il Piano definisce una serie di „tracciati base paesistici” alcuni dei quali ricavati proprio lungo le
valli fluviali di pianura), sempre con l’obiettivo di favorire la conservazione e la miglior fruizione di questi ambienti. Il tema
ricorrente della costruzione di nuovi viadotti sulle valli fluviali escavate impone riflessioni sull’eventuale impatto. Sarebbe
buona premessa riferirsi agli esempi notevolissimi realizzati nel passato (il ponte di Paderno, il ponte di Sesto Calende) per
avanzare ipotesi progettuali connaturate con l’apprezzamento dei valori ambientali locali, in cui il manufatto sia elemento
di integrazione, o anche di enfatizzazione della morfologia di valle. I recenti ampliamenti dei viadotti autostradali (MilanoBergamo-Brescia) non costituiscono un precedente da cui trarre buone indicazioni. Si impone anche un ripensamento sul
numero e il carattere episodico dei nuovi attraversamenti propendendo magari per soluzioni plurifunzionali
(strada+ferrovia) peraltro già efficacemente adottati in passato (vedi i ponti sopracitati).
Nello specifico si evidenzia che per il Comune di Castelli Calepio non sono segnalati “Ambiti di criticità”
(Abaco delle principali informazioni articolate per comune- PTP).
Nelle figure seguenti si riportano gli estratti della cartografia di piano.
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Estratto Tavola A - “Ambiti geografici e Unità tipologiche di paesaggio” - Fonte: www.ptr.regione.Iombardia.it
Regione Lombardia — PIANO TERRITORIALE REGIONALE — Piano Paesaggistico RegionaIe
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Estratto Tavola B - “Elementi identificativi del paesaggio” - Fonte: www.ptr.regione.lombardia.it Regione Lombardia — PIANO
TERRITORIALE REGIONALE — Piano Paesaggistico Regionale
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Dall’analisi della Tavola B — “Elementi identificativi di paesaggio” - si evince che l’area occupata dal
Comune di Castelli Calepio è interessata da elementi di particolare rilevanza , ossia da n. 2 ‘Tracciati
guida paesaggistici’ — identificata con il tratto arancio - (vedi Tavola E).
I tracciati guida paesaggistici costituiscono i grandi itinerari percettivi del paesaggio lombardo e
posseggono i seguenti fondamentali requisiti:
 risultano fruibili con mezzi e modalità altamente compatibili con l’ambiente e il paesaggio, vale a
dire con mezzi di trasporto ecologici (ferroviari, di navigazione, pedonali, cicloturistici, ippici,
canoistici ecc.);
 privilegiano, ove possibile, il recupero delle infrastrutture territoriali dismesse (ferrovie, strade
arginali, percorsi storici ecc.);
 perseguono la compatibilità e l’integrazione fra diversi utenti;
 tendono, ovunque sia possibile, alla separazione dalla rete stradale ordinaria per garantire
standard di protezione e sicurezza;
 perseguono l’integrazione con il sistema dei trasporti pubblici locali e con la rete dell’ospitalità
diffusa.
La selezione dei tracciati ha seguito i seguenti criteri:
 rilevanza regionale, interregionale o internazione del percorso;
 forte componente tematica del percorso (valenze storiche, religiose, culturali, ambientali ecc.);
 forte caratterizzazione paesaggistica e/o naturale del territorio attraversato.
(tratto da Piano Paesaggistico — voI. 2 Repertori)
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Estratto Tavola C - “Istituzione per la tutela”
Dall’analisi della Tavola C — “Istituzioni per la tutela della natura” - si evince che parte del Comune di
Castelli Calepio rientra nel Parco dell’Oglio. Il sito in esame è comunque esterno a tale perimetrazione. Il
territorio comunale non risulta interessato da SIC o ZPS.
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Estratto Tavola D - “Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale”
Dall’analisi della Tavola D - “Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale” - si evince
che l’area in esame non risulta interessata da aree di particolare interesse paesistico ambientale.
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Estratto Tavola D1C - “Quadro di riferimento della tutela dei laghi Insubrici: Lago d’Iseo”
Dall’analisi della Tavola D1C - “Quadro di riferimento della tutela dei laghi insubrici: Lago d’Iseo” - si
evince che l’area in esame non è assoggettata a vincoli.
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Estratto Tavola E - “Viabilità di rilevanza paesistica”
Dall’analisi della Tavola E – “Viabilità di rilevanza paesistica” - si evince che l’area occupata dal
Comune di Castelli Calepio è interessata da “Tracciato guida paesaggistico” n.33, disassato rispetto al
sito, e n. 46, che segue la provinciale.
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Estratto Tavola F - “riqualificazione paesaggistica: ambiti di attenzione regionale”
Dall’analisi della Tavola F – “riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale” - si
evince che il territorio del Comune di Castelli Calepio rientra nelle “Aree e ambiti di degrado paesistico
provocato da processi di urbanizzazione, infrastrutturazione, pratiche e usi urbani — Ambito del sistema
metropolitano lombardo, con forte presenza di aree di frangia destrutturate — [par. 2.1]’
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Estratto Tavola I - “Quadro sinottico tutele e paesaggistiche di legge”
Dall’analisi della Tavola I - “Quadro sinottico tutele paesaggistiche di legge — articoli 136 e 142 del D.
Lgs.42/04” - si evince che il Comune Castelli Calepio presenta i seguenti elementi di tutela paesaggistica
normati dal D.Lgs 42/04:
 Corsi d’acqua tutelati e le relative Aree di rispetto (150 m — Fiume Oglio);
 Parco Regionale Oglio Nord.
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5.3.
CONFRONTO CON LA RETE ECOLOGICA REGIONALE — RER
Con la deliberazione n. 8/10962 del 30 dicembre 2009, la Giunta ha approvato il disegno definitivo di
Rete Ecologica Regionale, aggiungendo l’area alpina e prealpina.
La Rete Ecologica Regionale è riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale
e costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale.
La RER, e i criteri per la sua implementazione, forniscono al Piano Territoriale Regionale:
 il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi portanti
dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e
minacce presenti sul territorio regionale;
 aiuta il P.T.R. a svolgere una funzione di indirizzo per i P.T.C.P. provinciali e i P.G.T./P.R.G. comunali;
 aiuta il P.T.R. a svolgere una funzione di coordinamento rispetto a piani e programmi regionali di
settore, e ad individuare le sensibilità prioritarie ed a fissare i target specifici in modo che
possano tener conto delle esigenze di riequilibrio ecologico;
 anche per quanto riguarda le Pianificazioni regionali di settore può fornire un quadro orientativo
di natura naturalistica ed ecosistemica, e delle opportunità per individuare azioni di piano
compatibili;
 fornire agli uffici deputati all’assegnazione di contributi per misure di tipo agroambientale e
indicazioni di priorità spaziali per un miglioramento complessivo del sistema.
I documenti ‘RER - Rete Ecologica Regionale’ e ‘Rete Ecologica Regionale - Alpi e Prealpi’ illustrano la
struttura della Rete e degli elementi che la costituiscono, rimandando ai settori in scala 1:25.000, in cui è
suddiviso il territorio regionale.
Il documento ‘Rete ecologica regionale e programmazione territoriale degli enti locali’ fornisce
indispensabili indicazioni per la composizione e la concreta salvaguardia della Rete nell’ambito
dell’attività di pianificazione e programmazione.
Il territorio del Comune di Castelli Calepio è interessato da ‘Elementi di primo e di secondo livello della
RER’.
Il sito in esame non interferisce direttamente con elementi della RER, e si colloca a considerevole
distanza dal “corridoio primario ad alta antropizzazione” individuato lungo il Fiume Oglio.
Nella figura si riportano gli estratti della RER (fonte Geoportale della Regione Lombardia).
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Estratto RER — Geoportale della Lombardia
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5.4.
CONFRONTO CON IL PIANO TERR.LE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE - PTCP
Con il piano territoriale di coordinamento provinciale la Provincia di Bergamo definisce gli obiettivi
generali relativi all’assetto e alla tutela del proprio territorio connessi ad interessi di rango provinciale o
sovracomunale o costituenti attuazione della pianificazione regionale; sono interessi di rango provinciale
e sovracomunale quelli riguardanti l’intero territorio provinciale o comunque quello di più comuni.
Estratto Tavola E2.2.m - Paesaggio e ambiente —Tutela, Riqualificazione e valorizzazione ambientale e paesistica del territorio.
L’area in esame è classificata nella Tavola E2.2m, come:
 aree con fenomeni urbanizzativi in atto o previste o prevalentemente inedificate di immediato
rapporto con i contesti urbani
In realtà tale area risulta già modificata nella sua destinazione d’uso in relazione all’estesa edificazione
sia sul lotto di terreno interessato che su quelli posti a sud. Si ritiene pertanto non coerente la zonizzazione
del PTCP rispetto allo stato di fatto.
L’adiacente area posta ad ovest è invece classificata come:
 area agricole con finalità di protezione e conservazione
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estratto Tavola E5.4.m - Ambiti ed elementi di rilevanza paesistica.
La tavola 5.4.m, che individua gli ambiti di rilevanza paesistica classifica l’area come:

paesaggio agrario in stretta connessione con la presenza di corsi d’acqua minori e/o con
elementi di natura storico culturale.
In realtà tale area risulta già modificata nella sua destinazione d’uso in relazione all’estesa edificazione
sia sul lotto di terreno interessato che su quelli posti a sud. Si ritiene pertanto non coerente la
zonizzazione del PTCP rispetto allo stato di fatto.
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estratto Tavola E1.1m- Suolo e acque. Elementi di pericolosità e di criticità. Compatibilità degli interventi di trasformazione del
territorio
L’area è classificata come “ambiti di pianura nei quali gli interventi di trasformazione territoriale devono
essere assoggettati a puntuale verifica di compatibilità geologica ed idraulica”.
Il sito in esame, ed un suo intorno significativo, non ricade nelle aree ritenute inedificabili dal PTCP.
5.5.
RETE ECOLOGICA PROVINCIALE
Il comune di Castelli Calepio è interessato da elementi di livello regionale (Parco dell’Oglio Nord) e da
elementi di 1° e 2° livello della rete ecologica provinciale.
La porzione Est del sito è classificata come “Nodi di II° livello provinciale — Aree agricole strategiche di
connessione, protezione e conservazione”.
Come già esplicitato precedentemente in realtà il sito in esame è ampiamente urbanizzato così come
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è possibile evincere anche nella documentazione fotografica allegata.
Pertanto la classificazione prevista dalla rete ecologica provinciale non risulta coerente con lo stato di
fatto dei luoghi.
estratto tavola E5.5.5 PTCP — rete ecologica provinciale a valenza paesistico ambientale
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5.6.
PIANO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO
Il comune di Castelli Calepio è interessato dalla perimetrazione delle fasce PAI:
 Fascia A
 Fascia B
 Fascia C
Il sito in esame si colloca all’esterno delle aree comprese nelle perimetrazioni PAI sopraelencate.
Di seguito si riporta un estratto del Geoportale - Regione Lombardia, applicativo studi geologici
comunali.
estratto Geoportale Regione Lombardia — Studi geologici comunali
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5.7.
SISTEMA INFORMATIVO BENI AMBIENTALI (SIBA)
estratto SIBA Regione Lombardia.
Il SIBA non evidenzia elementi vincolati interferenti con l’area in esame.
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5.8.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE DI SINTESI
In relazione al Piano Territoriale Regionale si evince che il territorio comunale rientra nei seguenti sistemi
del PTR:
 Sistema territoriale dei Laghi;
 Sistema territoriale pedemontano;
 Sistema territoriale metropolitano — settore est;
 Sistema territoriale del Po e dei grandi fiumi;
 Sistema territoriale della pianura irrigua.
Inoltre:
 si colloca sul corridoio V Lisbona- Kiev. Il comune non è compreso in aree individuate come
“Polarità storiche” o “Polarità emergenti”. L’area dista alcune decine di chilometri dai poli di
sviluppo regionale di Bergamo (Ovest) e Brescia (Est).
 è interessato dalla presenza del Parco Regionale dell’Oglio Nord e dalle fasce fluviali del PAI. Il
sito in esame non interferisce con tali ambiti.
 per quanto riguarda le infrastrutture per la mobilità di primaria importanza, il territorio del
Comune di Castelli Calepio è attraversato dal tracciato di “Ferrovie esistente”, che lo collega
con Bergamo e Brescia e dall’Autostrada A4 — Milano Venezia, con presenza del casello
autostradale di Ponte Oglio. L’area non è interessata da nuove infrastrutture viarie o ferroviarie
d’importanza regionale.
Dal raffronto con il Piano Paesaggistico Regionale emerge che il territorio del Comune di Castelli
Calepio:
 ricade nell’Unità Tipologica di Paesaggio ‘Fascia alta pianura — Paesaggi delle valli fluviali
escavate.;
 non è interessato da aree classificate come “Ambito di criticità”.
 è interessato da alcuni elementi di particolare rilevanza regionale identificativi del paesaggio
tra i quali il ‘Tracciato guida paesaggistico’ n. 33, disassato rispetto al sito, ed il n. 46, che segue
la provinciale.
 non è compreso nei “Territori contermini ai laghi tutelati — [art. 142, D.Lgs 42/2004]”;
 è interessato dalla presenza del Parco Regionale dell’Oglio Nord;
 fa parte delle ‘Aree e ambiti di degrado paesistico provocato da processi di urbanizzazione,
infrastrutturazione, pratiche e usi urbani — Ambito del sistema metropolitano lombardo, con
forte presenza di aree di frangia destrutturate —;
 presenta i seguenti elementi di tutela paesaggistica normati dal D.Lgs 42/04:
o Corsi d’acqua tutelati e le relative Aree di rispetto (150 m — Fiume Oglio);
o Parco Regionale Oglio Nord.
Il confronto con la Rete Ecologica Regionale evidenzia che il territorio del Comune di Castelli Calepio è
interessato da ‘Elementi di primo e di secondo livello della RER’. Tali elementi non ricadono
direttamente sul sito in esame.
Per i raffronti con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Bergamo, si rimanda alle
considerazioni sopra esposte.
Per quanto riguarda la Rete Ecologica Provinciale, considerando l’attuale destinazione d’uo del sito,
non si rilevano interferenze con il sito oggetto del SUAP.
L’area in esame non interferisce con zone in dissesto inserite nel Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI).
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Rimandando all’analisi dettagliata della cartografie sopra descritte si evidenzia:
1. la fattibilità dell’intervento in termini di coerenza con il contesto limitrofo e di adeguata
infrastrutturazione di sottoservizi e di accessibilità;
2. la sostenibilità paesistico ambientale dell’intervento non incidendo su alcuna componente
di caratterizzazione dei luoghi e sui visuali di percezione sensibili;
3. la coerenza dell’intervento
programmazione provinciale.
6.
con
la
vocazione
specifica
individuata
anche
dalla
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Il comune di Castelli Calepio è situato a pochi chilometri a sud del Lago d'Iseo sulla sponda
bergamasca del Fiume Oglio, nella zona chiamata Valcalepio.
Ha un’altitudine media di 233 m s.l.m.
La distanza dal capoluogo di provincia (Bergamo) è di circa 20 km.
Il suo territorio è caratterizzato a nord dalle propaggini meridionali delle alture del Sebino che
degradano verso sud nell'alta pianura fiancheggiata dal fiume Oglio.
Si estende su una superficie di 9,91 kmq ed ha una popolazione pari a 10.016 abitanti, per una densità
media di circa 1000 ab/ kmq ed è costituito da quattro frazioni:
 Tagliuno, che è la sede del municipio, nella parte nord-ovest.
 Calepio a nord-est.
 Cividino a sud-est.
 Quintano a sud-ovest.
È possibile raggiungere Castelli Calepio oltre che con le strade provinciali anche attraverso l'autostrada
A4 Milano-Venezia: l'uscita di “Ponte Oglio” si trova sul territorio del comune.
I comuni confinanti sono
 Provincia di Bergamo: Grumello del Monte, Credaro, Gandosso.
 Provincia di Brescia: Palazzolo sull'Oglio, Capriolo.
L’insediamento produttivo per il quali si richiede l’odierno ampliamento è collocato nella frazione di
Cividino, in via Cornella n.36/38.
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Provincia di Bergamo
Identificazione dell’area
Ortofotogrammetria
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7.
ANALISI DEGLI ASPETTI AMBIENTALI
7.1.
USO DEL SUOLO
Si fa riferimento alla banca dati Dusaf 2007 della Regione Lombardia in quanto la banca dati Dusaf
2009 risulta disponibile per le sole Provincie di: Brescia, Sondrio, Cremona, Milano e Monza e Brianza.
Come riportato in carta, l’area in esame è identificata come “Insediamenti industriali, artigianali e
commerciali”. Le aree limitrofe hanno medesima destinazione d’uso ma si segnalano anche aree
adibite a seminativi.
Uso del suolo (Dusaf 2007).
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7.2.
CARATTERISTICHE GEOLOGICHE, LITOLOGICHE E GEOMORFOLOGICHE
Come precedentemente illustrato gli immobili esistenti sono stati realizzati in forza di:

Concessione Edilizia - Reg. n. 5850 Prot. n. 19882 del 21.03.2000 (e successive varianti). Con tali
titoli abilitativi si procedeva alla realizzazione di capannone industriale con annessa palazzina
uffici (per una superficie coperta di mq. 1617.55).

Con Permesso di Costruire n. 8181/1 del 03.11.2006, al fine di poter soddisfare le proprie esigenze
lavorative, la società P.T.M. venne autorizzata all’ampliamento del capannone esistente (per una
superficie coperta di mq. 176.00) ed alla realizzazione di un’area esterna adibita a piazzale di
carico e scarico dei manufatti in lavorazione, costituita da una struttura prefabbricata (travi e
pilastri) con annesso carroponte.
L’attuale progetto prevede la realizzazione di ampliamento del piazzale esistente, la copertura e il
tamponamento perimetrale dell’area esterna (travi e pilastri esistenti) descritta al precedente punto 2)
per il quale era stato redatto lo studio geotecnico del capannone industriale - a cura del dott. geol.
Alberto Manella – a cui si rimanda.
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7.3.
IDROGRAFIA
Dal punto di vista idrografico l’area in esame è caratterizzata dalla presenza del Fiume Oglio e della
Roggia Castrina (canale irriguo appartenente al comprensorio del Consorzio di Bonifica della
Media Pianura Bergamasca).
Per quanto riguarda il fiume Oglio, esso scorre a circa 700 metri ad Est del sito, ribassato di circa 40 m.
L’Oglio rientra nel reticolo idrico Principale così come definito nell’allegato A alla DGR 25/1/2002 n°
7/7868 modificata dalla DGR 16/10/2008 n° 8/8127.
Considerando la morfologia dell’area si escludono interazioni fra il fiume e l’area in esame.
La Roggia Castrina scorre a Sud dell’area interessata direttamente dall’intervento. La roggia Castrina
rientra nel reticolo idrico del Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca. Per tale corso
d’acqua è prevista una fascia di rispetto di 5 m, esterna pertanto dall’area in oggetto.
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Di seguito è stata invece analizzata la cartografia comunale relativa al corso d’acqua coperto
(Torrente Gambone) per il quale viene definita la fascia di rispetto di 4 mt. Esterna pertanto all’area
interessata dal progetto.
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7.4.
IDROGEOLOGIA
L’area interessata risulta esterna ai 200 metri di raggio dal pozzo comunale “Badia” così come riportato
nel vigente Piano Regolatore Generale del comune di Castelli Calepio (Bg).
Estratto PRG vigente
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7.5.
STUDIO GEOLOGICO COMUNALE
Lo Studio geologico del comune di Castelli Calepio, redatto nel novembre 2003, classifica l’area in
esame in classe di fattibilità geologica 1: fattibilità geologica senza particolari limitazioni.
Le NTA geologiche non prescrivono per tali ambiti indagini geomorfologiche o idrogeologiche
specifiche, preventive all’edificazione:
In sintesi lo studio geologico comunale non evidenzia particolari
geologica, geomorfologica o idrogeologica gravanti sull’area in esame.
criticità
di
natura
estratto Carta della fattibilità geologica dello studio geologico comunale (2003)
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7.6.
CARATTERISTICHE GEOLOGICO- TECNICHE DELL’AREA
Sul sito in esame, nell’anno 2007 è stata eseguita un’indagine geologico-geotecnica da parte del dott.
geol. Alberto Manella alla quale si rimanda per ulteriori approfondimenti specifici.
7.7.
VIABILITÀ
Dal sito è facilmente raggiungibile la via Cornella dalla quale ha accesso l’intero compendio
industriale.
Proseguendo per la via Molinaretti, si raggiunge la S.P. 84 che consente il collegamento con il casello
autostradale di Ponte Oglio (A4 Milano – Venezia).
Per quanto riguarda il traffico indotto dal nuovo intervento in ampliamento verosimilmente non si
stimano ulteriori incrementi rispetto al traffico veicolare pesante già ivi presente in quanto l’area è già
impiegata per le operazioni di carico/scarico.
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7.8.
ACQUA
L’area è servita dalla pubblica fognatura e dall’acquedotto. Le attività oggetto del SUAP non daranno
origine all’attivazione di scarichi industriali. Non si prevedono pertanto impatti negativi sulla
componente acqua.
Come si evince dall’allegato progetto le acque meteoriche provenienti dalla nuova copertura e dal
nuovo piazzale verrebbero convogliate in apposita vasca a ciclo chiuso e successivamente
reimpiegate nel ciclo produttivo aziendale senza l’impiego aggiuntivo di acqua proveniente
dall’acquedotto comunale.
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7.9.
ARIA
È prevista l’installazione di un impianto aspiro-filtrante a presidio delle operazioni di lavorazione
descritte nel ciclo produttivo a cui si fa rimando.
Per tale impianto la società P.T.M. di Pagani Roberto & C. s.n.c. dovrà acquisire apposita autorizzazione
dalla Provincia di Bergamo.
Prevendendo quindi che l’emissione sarà comunque presidiata dal sistema di abbattimento citato e
sottoposta periodicamente a controllo analitico da parte della società P.T.M. di Pagani Roberto & C.
s.n.c., verosimilmente non si prevedono impatti negativi significativi sulla componente aria.
7.10. RUMORE
Per quanto riguarda la componente rumore si rimanda alla Previsione di impatto acustico allegata a
cura del tecnico competente Mariano Monbelli della Mandy s.r.l.
8.
INQUADRAMENTO URBANISTICO
Per quanto riguarda la componente urbanistica si rimanda alla Relazione Urbanistica datata 16.10.2012
a cura del progettista dell’intervento.
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9.
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Estratti dagli allegati “Documentazione Fotografica” e “Relazione Paesistica a sostegno del progetto”
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10.
RIEPILOGO E CONCLUSIONI
Il SUAP in oggetto - essendo un ampliamento di edificio industriale esistente con annessa formazione di
piazzale - interessa un’area già ampiamente edificata e con vocazione produttiva.
La società P.T.M. di Pagani Roberto & C. s.n.c. nasce nel 1989 a Castelli Calepio (Bg) nell’attiguo
capannone a quello ora oggetto di ampliamento. Si tratta di una realtà produttiva perfettamente
inserita nella storia e nel panorama tecnologico della Pianura Padana e della sua vicenda industriale.
Trova nel sig. Roberto Pagani il proprio artefice principale e titolare che ha iniziato con la lavorazione in
conto terzi di pezzi (anelli, valvole, sfere, etc.) di dimensioni medio-grandi, principalmente per i settori
petrolifero, petrolchimico ed eolico.
Un'attività che nel corso degli anni ha portato ad una crescita costante delle dimensioni del parco
macchine istallato che, avviato nel 1989 con macchine di dimensioni tradizionali, è cresciuto
numericamente e dimensionalmente seguendo le richieste che venivano dal mercato.
Oggi il settore di maggiore impegno per la P.T.M. trova applicazione su pezzi di dimensioni medio
grandi (diametri compresi fra 3.000 e 6.000 mm) ed essi principalmente sono componenti per centrali
eoliche, turbine a gas, turbine a vapore, compressori.
La quasi totalità della produzione di P.T.M. – che già avviene entro i confini comunali di Castelli Calepio
– è destinata a clienti finali esteri (Europa, Nord America, Canada, Giappone e Cina).
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Il parco dei torni verticali parte da un diametro minimo di 1.500 mm e raggiunge i 6.400 mm, per un
totale di sei unità.
Come si evince inoltre dall’anagrafica aziendale, il personale impiegato proviene principalmente dal
territorio comunale di Castelli Calepio.
L’intervento proposto, come si evince dalla Relazione Paesistica a sostegno del progetto, renderebbe
possibile effettuare le operazioni di carico e di scarico dei manufatti in sicurezza e protetti dagli agenti
atmosferici.
Esemplificazione delle dimensioni dei manufatti in lavorazione
I manufatti (anelli, valvole e sfere delle dimensioni poc’anzi descritte) devono rimanere infatti protetti
dagli agenti atmosferici e dall’umidità soprattutto dopo le fasi di lavorazione.
Le operazioni di scarico e scarico, proprio per le dimensioni ed il peso dei manufatti, sono spesso
rischiose ed è richiesta un’elevata attenzione oltreché specializzazione da parte degli operatori
impiegati.
Risulta oltremodo pericoloso effettuare queste manovre – che in molti casi durano un’intera giornata
lavorativa – esponendo gli addetti agli agenti atmosferici.
Le movimentazioni non possono nemmeno essere effettuate all’interno dell’edificio industriale per la
ristrettezza degli spazi e perché altrimenti ostacolati dalle macchine di lavorazione ivi presenti.
L’eventuale diniego causerebbe quindi un forte danno economico alla ditta proponente che da
alcuni anni ha iniziato un percorso di riassetto aziendale. La ditta sarebbe costretta a cercare altrove
spazi adeguati alla propria attività con, seppur ridotti ma non trascurabili, ripercussioni sull’assetto socio
economico locale. Va ricordato infatti che buona parte degli addetti sono residenti nel comune di
Castelli Calepio(Bg) e quindi abitano a poca distanza dal luogo di lavoro.
Non vi è altresì da trascurare che l’Amministrazione Comunale – e quindi il comune di Castelli Calepio –
otterrebbe dalla realizzazione di quanto richiesto un vantaggio economico derivante – in primo luogo dal versamento di una cospicua somma a titolo di standard aggiuntivo così come riportato nella bozza
unilaterale d’obbligo allegata al SUAP.
Considerando tutto quanto precedentemente illustrato si ritiene che il progetto in oggetto possa essere
escluso dal processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
Castelli Calepio, ottobre 2012.
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(geometra Franco Rossi)
(architetto Emanuele Rossi)
P.T.M. di Pagani Roberto & C. s.n.c.
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