Donne di lingua araba a Mercato Saraceno

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Donne di lingua araba a Mercato Saraceno
Implementazione azioni di sistema per il contrasto delle iniquità (DGR 1165/2012)
Progetto Agenti di Salute nella Comunità – Ausl della Romagna, Sede territoriale di Cesena
Donne di lingua araba Mercato Saraceno
A cura dell'equipe composta da Cecilia Valdesalici e Jamila Achour
INTRODUZIONE
La linea progettuale dedicata alla popolazione di lingua araba si è rivolta in particolare alla comunità arabofona
residente nel Comune di Mercato Saraceno. Poichè questa comunità è prevalentemente costituita da marocchini, il
progetto si è rivolto sopratutto a questo gruppo di popolazione. Per il lavoro con le comunità di lingua araba è stata
composta una equipé di lavoro formata da due Agenti di salute una di origine italiana e una di origine algerina,
entrambe radicate nel territorio mercatese per esperienze di vita e di lavoro.
Pur essendo la popolazione arabofona distribuita in tutto il territorio del cesenate, la scelta di attivare il percorso a
Mercato Saraceno è nata proprio dal tentativo di ricercare una comunità per la quale le due ASC potessero essere
portatrici di quelle istanze di appartenenza che caratterizzano il profilo degli ASC in molte esperienze di letteratura.
Per l'analisi dei bisogni e delle risorse della comunità target le ASC hanno condotto una ricerca quali e quantitativa tra
ottobre e dicembre 2013. I dati quantitativi sono stati forniti dal capoufficio dell'Ufficio Anagrafe del Comune di
Mercato Saraceno e reperiti online. Per i dati qualitativi, sono state condotte interviste individuali e un Focus Group
che hanno coinvolto complessivamente 15 donne e interviste ad operatori sociosanitari del territorio (operatori dei
Servizi Sociali, Pediatri e Medici di famiglia, operatori dei consultori familiare e pediatrico, operatori del punto di primo
intervento dell'Ospedale di Comunità di Mercato Saraceno, operatori del servizio di odontoiatria).
Il risultato della ricerca è stato presentato in un seminario pubblico il 5 dicembre 2013 mentre il report prodotto al
termine della ricerca viene riportato come allegato a questa scheda sintetica.
La popolazione marocchina di Mercato Saraceno appare complessivamente inserita nel tessuto sociale della comunità.
Vengono però segnalate alcune fragilità legate alla solitudine delle donne che non lavorano ed alla scarsa capacità di
orientarsi nei servizi sanitari.
LINEA PROGETTUALE
Sulla base dell'analisi condotta è stata costruita una linea progettuale finalizzata a:
- Creare un gruppo di mutuo sostegno e quindi rafforzare la socializzazione e il legame di fiducia tra le donne di
lingua araba del territorio di Mercato Saraceno.
- Fornire informazioni su temi di salute emersi in fase di indagine (alimentazione, salute della donna, igiene orale).
- Attivare un processo di diffusione di informazioni e di rapporto con i servizi che continui dopo la fine del progetto
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ovvero far si che gli ASC siano attivatori di risorse per la comunità di Mercato Saraceno
Il progetto è stato presentato e condiviso con le donne contattate in fase di indagine a gennaio 2014.
DESCRIZIONE DELL’ESPERIENZA
Le Agenti arabofone hanno scelto di lavorare insieme con lo stesso gruppo di donne, nella zona di Mercato Saraceno di
cui una era originaria e l’altra residente. Al percorso hanno partecipato quattordici donne, di cui sei hanno seguito con
una certa costanza. Da gennaio a giugno 2014 le ASC hanno incontrato settimanalmente le donne marocchine prima
presso una sala messa a disposizione dal Comune e dalla primavera presso una sala dell’Ospedale di Comunità di
Mercato Saraceno. Gli incontri avevano l’obiettivo di essere uno spazio di socializzazione, condivisione e promozione
delle competenze e in cui temi legati alla salute o all’accesso ai servizi fungevano la stimoli per la discussione.
Inizialmente è stato affrontato il tema della corretta alimentazione della madre e del bambino, un tema per il quale le
donne avevano manifestato interesse e che al tempo stesso pareva poter rappresentare un buon punto di partenza per
la conoscenza reciproca e il lavoro del gruppo. Il clou del percorso è stato l’intervento di una Dietista del Consultorio
Pediatrico di Cesena, che ha presentato la corretta piramide alimentare ed ha risposto alle domande delle donne.
Il secondo argomento trattato è stato quello dell'importanza di uno stile di vita attivo. Sono state fatte due piccole
escursioni per strade poco conosciute, a partire dal paese di Mercato Saraceno.
In terzo argomento è stato la carie dentale. É intervenuta a questo proposito una infermiera del servizio di Ortodonzia
dell’Ospedale di Comunità, che ha spiegato il corretto lavaggio dei denti con l’ausilio di una mascella finta e di appositi
spazzolini. Trasversalmente a questi tre temi portanti, si è inoltre parlato di altri argomenti. Innanzitutto, del corretto
accesso al Pronto Soccorso ed alla Guardia Medica; è stata affrontata poi la questione dei regimi di esenzione e dei
ticket, con approfondimenti su casi individuali. Inoltre, si è discusso brevemente di sistemi anticoncezionali.
Contestualmente, sono stati trattati in varie occasioni temi esulanti dall’ambito strettamente sanitario ma che
comunque rientrano nel concetto di “benessere”: la questione dei permessi di soggiorno, della ricerca lavoro ed
alloggio, la necessità di costruire un corso di arabo per i bambini nati in Italia - con l’intervento su quest’ultimo tema di
operatori dei servizi comunali e di un rappresentante del Centro Islamico in costruzione a Cella di Taibo. Il gruppo ha
preso due impegni per settembre 2014: la costituzione del corso di arabo per bambini nei locali della Moschea, e
l’organizzazione dell’aperitivo di autofinanziamento del corso di Italiano al Magazzino Parallelo, a Cesena. Il percorso,
che ha compreso anche alcuni interventi individualizzati a sostegno delle necessità sanitarie di alcune partecipanti, si è
concluso ad inizio giugno 2014 con un’uscita didattica alla Fattoria “La quiete del Rio” a Rio Marano di Cesena, con la
presenza anche dei figli delle signore partecipanti, per il totale di 24 persone. Il fattore ha proposto pane con le
marmellate di sua produzione e con miele, poi ha organizzato attività relative al passaggio dal seme al prodotto finito,
alla coltivazione degli ortaggi, al biologico, alla cura degli animali da fattoria.
A febbraio 2015 il progetto e i suoi risultati sono stati presentati in un seminario pubblico presso il Municipio di
Mercato Saraceno. Al seminario hanno partecipato rappresentati dei servizi sanitari e dei servizi sociali del Comune. Ha
chiuso la giornata l'Assessore all'Istruzione e formazione - Politiche sociali e della famiglia - Politiche giovanili - Pace Gemellaggio - Rapporti col Consiglio comunale, Dott.ssa Marika Gussman.
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VALUTAZIONE
I numeri dell’esperienza:
Numero di persone contattate
20
Nazionalità
marocchina
Interventi individuali realizzati
Colloqui individuali
NRO: 10
Argomenti:
Interventi di gruppo
Gruppi di condivisione/sostegno
NRO INCONTRI: 15
Incontri Informativi con esperti
NRO INCONTRI: 2
PRESENZA MEDIA: 5-6
Argomenti trattati: alimentazione,
igiene orale
DIFFICOLTÀ E LIMITI
Le ASC hanno riscontrato diverse difficoltà nello svolgere la propria attività, difficoltà che è possibile sintetizzare in:
difficoltà logistiche legate al reperimento di una sala idonea agli incontri - inizialmente la sala è stata fornita dal
Comune e solo in primavera è stato possibile utilizzare un locale presso l'Ospedale di Comunità di Mercato Saraceno;
difficoltà legate alla durata troppo limitata del progetto che non ha permesso di innescare pienamente quel processo di
attivazione di risorse della comunità inizialmente auspicato; difficoltà legate alla mancanza di un budget per realizzare
più attività anche con i bambini; difficoltà legate alla mancanza di rete con gli operatori. Soprattutto per quanto
riguarda gli operatori sanitari, non è stata costruita adeguatamente in fase preliminare al progetto una rete all'interno
della quale si potesse inserire l'ASC. Questo ha portato le operatrici a doversi presentare e accreditare ogni volta ma
soprattutto ha impedito che gli operatori le percepissero come una risorsa a cui inviare o segnalare casi che avrebbero
beneficiato del loro intervento.
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IMPATTO SUI SINGOLI E SULLE COMUNITÀ/ORGANIZZAZIONI
Valutazione di Impatto (descrittiva)
Non è stata fatta una valutazione quantitativa degli apprendimenti ma è
Aumento delle conoscenze nei
possibile affermare che le partecipanti sono entrate in contatto con
destinatari
informazioni e concetti che prima non conoscevano o dei quali non avevano
informazioni corrette.
Dopo l'incontro con sull'igiene orale, due delle partecipanti si sono attivate
per diffondere le informazioni anche ad altre donne partecipanti al corso di
Attivazione delle risorse della
comunità
italiano, chiedendo in prestito i materiali didattici al servizio.
Le partecipanti al percorso si sono inoltre impegnate per la costituzione del
corso di arabo per bambini nei locali del Centro Islamico Taibo, e per
l’organizzazione dell’aperitivo di autofinanziamento del corso di Italiano.
Cambiamenti nella comunità
La durata del progetto non ha permesso di valutare questo aspetto.
Il coinvolgimento degli operatori dalla fase di raccolta dei bisogni, alla
realizzazione delle attività fino alla presentazione finale del progetto ha
Impatto sull’organizzazione
portato alcune timide riflessioni sulla necessità di tenere conto maggiormente
di una comunità presente e attiva nel territorio. Tale percorso andrebbe
tuttavia coltivato affinché non rimanga privo di risultati.
ALTRE ATTIVITÀ SVOLTE
A lato di questo percorso, una delle due ASC ha portato avanti il servizio di contatto telefonico alle donne che non si
erano presentate agli screening oncologici previsti per la loro fascia di età. Inoltre, è stato fatto un tentativo di attivare
un percorso simile in un paese limitrofo, senza successo. Infine, entrambe le ASC hanno partecipato alla raccolta di
interviste individuali presso cittadini stranieri sul tema dell’accesso al Pronto Soccorso e dell’igiene orale.
Dicembre 2015
Per Informazioni:
Dott. Mauro Palazzi, Direttore U.O. Epidemiologia e Comunicazione, Ausl della Romagna – Cesena
Dott.ssa Chiara Reali, Coordinatrice del Progetto Agenti di Salute, [email protected]
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ALLEGATO 1 RICERCA SUI BISOGNI DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE ARABOFONA
DI MERCATO SARACENO
I BISOGNI SANITARI IN AREA MATERNO INFANTILE NELLA POPOLAZIONE
ARABOFONA DI MERCATO SARACENO.
Descrizione della comunità, rilevazione dei bisogni, ipotesi di attività
Jamila Achour e Cecilia Valdesalici
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1. INTRODUZIONE
La nostra indagine ha riguardato i bisogni sanitari nell’area materno infantile della comunità arabofona residente nel
Comune di Mercato Saraceno. Poiché questa comunità è costituita principalmente da marocchini, ci siamo soffermate
soprattutto su questo gruppo nazionale.
Abbiamo utilizzato una metodologia di ricerca mista, basata su rilevazioni quantitative ma anche approfondimenti
qualitativi.
Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi, abbiamo utilizzato una serie di dati fornitici dalla Capoufficio dell’Ufficio
Anagrafe del Comune di Mercato Saraceno e reperiti online.
Per quanto invece concerne gli aspetti qualitativi, ci siamo basati innanzitutto sulla nostra esperienza personale. Cecilia
ha risieduto per 20 anni nel territorio comunale, ha lavorato dal 2007 al 2010 al Centro Stranieri del Comune di
Mercato Saraceno, e dal 2007 è volontaria al Corso di Italiano che si tiene in paese. Jamila abita dal 1996 a Mercato,
dove ha lavorato per vari anni come mediatrice nella scuola e per i servizi sociali, è sposata con un cittadino mercatese
ed ha cresciuto due figli in questo territorio.
In secondo luogo, abbiamo fatto ricorso ad una serie di interviste formali ed informali: nei servizi, abbiamo avuto
contatti con la Capoufficio dell’Ufficio Servizi Sociali del Comune; l’Assistente Sanitaria del Consultorio di Mercato
Saraceno; la Pediatra di Base di Mercato Saraceno; la responsabile del servizio di Odontoiatria; l’Ostetrica; i Medici di
Base. Rispetto alla popolazione target, abbiamo svolto tra ottobre e dicembre 2013 interviste informali ed un Focus
Group, per un pubblico totale di circa quindici donne. Il giorno 23.01.2014 abbiamo infine svolto un incontro con otto
donne, nel quale abbiamo proposto a discussione la nostra ipotesi progettuale.
2. Mercato Saraceno
Il comune di Mercato Saraceno si estende su un territorio di circa 99 chilometri quadrati, Nonostante la sua estensione
geografica sia tra le più ampie in Italia, la popolazione totale non supera i 7005 abitanti, divisi su due vallate.
La vallata principale, dove si trova il “paese capoluogo”, è quella scavata dal fiume Savio: qui, il territorio di competenza
del comune inizia a Bora, al confine con la municipalità di Cesena, e termina d’altro canto a Montecastello, paese dopo
il quale inizia il Comune di Sarsina. Da segnalare che il territorio tra Bora e Taibo è molto frastagliato
amministrativamente: nel giro di qualche chilometro si sovrappongono le amministrazioni di Sogliano, Roncofreddo e
Mercato Saraceno.
La vallata secondaria è scavata dal torrente Borello, ed inizia laddove finisce la municipalità di Cesena, anche qui con
qualche sovrapposizione. Dall’altro lato, la competenza comunale finisce a Ranchio, sottoposto all’autorità di Sarsina.
Il territorio possiede una propria amministrazione e quindi tutti i servizi tipici di un comune, compresi i servizi sociali ed
anche quattro scuole materne, due scuole elementari ed una scuola media. Va notato che di queste sette scuole, solo
due si trovano nella valle del Borello, meno popolosa.
A Mercato c’è inoltre un Ospedale di Comunità, che comprende un servizio di accoglienza e prenotazione, un servizio
di lungodegenza, un pronto soccorso, la radiologia, il consultorio, la pediatria di comunità, l’ambulatorio dei medici di
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medicina generale e di numerosi tipi di medicina specialistica
Per quanto riguarda la Valle Savio, i cittadini hanno anche la possibilità di accedere ai servizi di tutti e tre i principali
sindacati con relativi patronati. I residenti della Valle Borello accedono invece più facilmente ai servizi della località di
Borello, anche se non in maniera esclusiva.
Sono registrate in Comune ventuno associazioni di volontariato. Tra le più importanti ed attive, la sezione locale degli
Alpini, che svolge il ruolo di protezione civile locale, ed organizza alcuni eventi molto sentiti, come l’annuale cena
pubblica con gli anziani. Importantissima anche la Caritas locale, che svolge un servizio settimanale di ascolto e
consegna di viveri a chi ne ha bisogno, in stretto contatto con i servizi sociali del Comune. La Pro Loco si occupa invece
essenzialmente di manifestazioni ricreative. In terzo luogo, gli Amici di Casa Insieme organizzano una lunga serie di
attività legate alla terza età, sia di animazione sia di informazione sulla salute degli anziani. L’associazione Dinamica si
occupa di bambini dislessici.
Ci sono poi varie società calcistiche per adulti, ed una per bambini nominata Due Emme. Quest’ultima ha svolto negli
anni un ruolo importante di integrazione nei confronti dei minori immigrate. Un ruolo simile ha svolto in passato anche
il centro aiuto compiti La Giostra, gestito dalla cooperativa Arcobaleno, ultimamente spostatosi a Gualdo. Altrettanto
importante per gli stranieri è l’azione di ARCI Ragazzi Valle Savio, che dal 2007 gestisce il corso di italiano per stranieri,
in collaborazione con ASP Cesena e con il Comune di Mercato. Molto rilevante infine l’azione di AUSER, che si occupa di
diverse attività: custodisce il verde pubblico e le palestre, svolge la vigilanza scolastica e l’accompagnamento di minori
disabili e dei bambini della scuola materna sul trasporto scolastico. In collaborazione con la coop. CISA, AUSER
accompagna anche i bambini disabili nelle sessioni presso la logopedista e la fisioterapista, e conduce i disabili adulti al
centro diurno dedicato. AUSER sostiene inoltre una linea di trasporto speciale, che il venerdì mattina accompagna
anziani e persone segnalate dai servizi sociali al mercato settimanale e li riconduce a casa.
Il tessuto economico di Mercato Saraceno non è amplissimo ma è comunque vario, anche se la crisi sta riducendo tale
varietà. L’agricoltura è diffusa, essenzialmente però a livello di imprese individuali o familiari legate agli anziani, con
qualche eccezione in vinicultura. A livello di settore secondario, nella Valle Savio c’è una prima zona industriale
all’altezza di Bora, ed una seconda più forte all’inizio del paese di Mercato, mentre nella Valle Borello c’è una lavanderia
industriale a San Romano e varie imprese edili e di scavazioni a conduzione familiare. Inoltre, ci sono due allevamenti
di pollame in località Taibo e Ciola. Non mancano bar, negozi ed attività commerciali e di ristorazione, in entrambe le
valli.
La popolazione immigrata a Mercato è di 810 unità ad ottobre 2013, con una presenza nelle scuole di circa un 10-13%
di alunni stranieri, a seconda dell’anno. Le nazionalità più presenti sono quella albanese e marocchina: infatti, solo gli
uomini di queste comunità hanno portato in maniera costante le proprie famiglie.
La stragrande maggioranza dei marocchini presenti nel Comune di Mercato risiede in Valle Savio, con una
concentrazione tra Mercato Saraceno e Montecastello.
3. La popolazione immigrata dal Marocco a Mercato Saraceno
La migrazione arabofona a Mercato fa parte di quell’ondata migratoria che è giunta in Italia nel corso degli anni ’90, e
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che è stata strutturalmente diversa da quella degli anni ’80.
Negli anni ’80 la migrazione dal Marocco riguardava in generale uomini giovani di provenienza rurale che, non avendo
le competenze e gli agganci per accedere a paese più attraenti dal punto di vista di opportunità lavorative, si vedevano
costretti a fermarsi in Italia. Trattandosi di persone sovente analfabete, avevano spesso problemi nell’apprendimento
della lingua: spesso, nemmeno consideravano importante impararla, poiché si trattava di progetti di migrazione
stagionali senza intenzione di trasformarsi in una permanenza stabile .Si trattava per lo più di contadini dell’entroterra,
impoveriti dai lunghi anni di siccità: senza nessun passaggio iniziatico e formativo nella città prendevano il volo per
l’Italia e sbarcavano in una realtà completamente diversa da quella a cui erano abituati.
Negli anni ’90, invece, la composizione del flusso migratorio è stata più varia, ed ha compreso tanto ragazzi provenienti
della periferia delle grande città della costa atlantica, quanto giovani della pianura ai piedi del Massiccio dell’Atlante.
Inoltre, l’immigrazione degli anni ’80 concerneva essenzialmente individui soli: moglie e figli rimanevano a casa, in
attesa delle rimesse e poi del rientro del capofamiglia.
Gli immigrati degli anni ’90, invece, si sono resi conto velocemente di non poter rientrare in tempi brevi al loro paese,
ed hanno cominciato a portare in Italia le famiglie attraverso lo strumento del ricongiungimento.
In entrambe le ondate, i migranti fuggivano dal crollo del sistema agricolo tradizionale, da un lato, e dalla mancanza di
lavoro nelle città, dall’altro. Il tasso di disoccupazione in Marocco era altissimo, mentre i prezzi dei beni di consumo
salivano senza sosta. Un ruolo particolare ha svolto, nell’immigrazione la zona di Khouribga, nota per le sue miniere di
fosfati: non a caso il boom immobiliare e lo sviluppo dell’area in questi anni hanno dipeso in larga misura dalle rimesse
dei migranti e dagli investimenti che essi hanno fatto in patria.
I dati anagrafici dimostrano la corrispondenza tra realtà nazionale e locale. I primi immigrati dal Maghreb, e dal
Marocco in particolare, sono arrivati a Mercato a partire dagli anni ‘90.
I dati, che non comprendono né i naturalizzati, né gli emigrati, né gli immigrati da altro comune italiano, registrano 15
nordafricani immigrati tra il 1990 ed il 2000. Dal 2001 al 2005, sono arrivate 34 arabofoni; nel quinquennio successivo,
69. Dal 2011 ad oggi, 50, il dato più alto. Al 21.11.2013, si registravano: 15 algerini; 5 tunisini; 230 marocchini, di cui
122 uomini e 113 donne (i dati non corrispondo esattamente perché non comprendono i nati in Italia).
Nella fascia di età tra 0 e 6 anni, ci sono 44 marocchini; tra 7 e 14, 23; tra 15 e 24, 41; tra 36-45, 37; 46-55, 31. Tra 56 e
65, 14, e over 65, 6. Possiamo quindi calcolare, approssimativamente, 70 uomini circa in età lavorativa ed un numero
appena più basso di donne.
Si può dire allo stato attuale che l’immigrazione marocchina è composta da una base stabile di circa dieci famiglie di
vecchia immigrazione abbastanza ben inserite a livello sociale ed economico, ed un numero molto maggiore di nuclei
arrivati più di recente, ancora alla ricerca del proprio posto tanto a livello sociale quanto a livello economico.
I dati sull’acquisizione della cittadinanza italiana forniscono un spunto di riflessione rispetto all’inserimento di questi
migranti nel territorio mercatese. Nel 2013, sono stati naturalizzati sei algerini e quattro marocchini. Nel 2012, 4
marocchini, così come nel 2011 e nel 2010, anno in cui è stato naturalizzato anche un algerino. Nel 2009, sei
marocchini, nel 2007 un algerino, nel 2006 due marocchini. In precedenza, è stata naturalizzata una sola persona, nel
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2001.
Dai dati anagrafici emerge che la maggioranza dei residenti marocchini a Mercato proviene dalla regione di ChaouiaOuardigha, una zona pianeggiante che si trova a Sud Est di Casablanca, ai piedi dell’Atlante. La regione è suddivisa in
diverse provincie, e i residenti di Mercato provengono in massima parte dalla provincia di Khouribga e zone limitrofe, o
dalla provincia di Settat, sulla direttrice tra Casablanca e Beni Mellal.
Una seconda regione molto presente è quella di Doukkala Abda, a Sud della Chaouia. Di particolare rilevanza in questa
regione la provincia di Beni Mellal, che è ad appena 45 km da Khouribga. La seconda città di provenienza in assoluto,
dopo Casablanca, è Fqih Ben Saleh, a 30 km da Beni Mellal.
Le provincie di Chaouia e Doukkala sono essenzialmente agricole, e ruotano intorno al fiume Umm al-Rabi’, pur avendo
due importanti distretti industriali: quello di Khouribga, nota per le miniere di fosfati, e quello tra Settat e Casablanca,
nella zona di Berrechid, dove si concentrano fabbriche di varia natura. Beni Mellal ha un modesto risvolto turistico per
la presenza di belle cascate e delle pendici dell’Atlante.
Infine, alcune famiglie provengono da Casablanca e dintorni, ed altre, in numero minore, dalla zona tra Marrakesh ed
Agadir.
Per quanto riguarda il livello di istruzione, possiamo basarci solo sulla conoscenza nostra e di altri operatori della
popolazione target, perché i titoli di studio esteri non vengono né riconosciuti né registrati dalle amministrazioni
italiane. La nostra percezione è che il livello scolastico degli uomini sia più elevato di quello delle donne. Pochissimi
uomini sono analfabeti, molti hanno seguito otto anni di scuola, non mancano diplomati ed anche qualche laureato.
Tra le donne, la base di analfabete è più ampia, specie tra le donne ricongiunte e non migrate per lavoro. Molte hanno
qualche anno di scolarità; ci sono svariate diplomate e ci pare una sola laureata. Questo dato è avvalorato anche
dall’analisi delle schede di iscrizione al corso di italiano, nelle quali è richiesto il numero di anni di scolarità. D’altro
canto, gli uomini presenti lavorano o sono alla ricerca di un lavoro mentre delle donne, poche lavorano fuori casa, forse
neanche una decina.
Lo scarso impiego fuori casa delle donne si riflette anche sulle loro competenze linguistiche, che sono in generale più
scarse di quelle degli uomini, anche se non mancano, ovviamente, le eccezioni. Si può dire che la vita di molte madri
marocchine ruota intorno alle esigenze dei figli. Le donne sono inoltre particolarmente segnate dalla frammentazione
del territorio comunale: per lo più non hanno mezzi propri e dipendono in tutto dal trasporto pubblico. Per questo,
tendono a muoversi all’interno della propria frazione o, al massimo, delle frazioni limitrofe raggiungibili anche a piedi.
Non è un caso se i gruppi amicali si costruiscono spesso intorno alla vicinanza geografica. Ciò non toglie che alcune
amicizie superino la relativa distanza, facilitate anche dalla presenza dei figli nelle stesse scuole. Inoltre, un gruppo di
10-15 donne si è raccolto nel corso degli anni intorno alla scuola di italiano, partecipando in alcuni casi a tutte le
annualità, ininterrottamente, dal 2007. Non è un caso che il corso sia forse l’unico della zona ad avere una volontaria
marocchina che si occupa dei bambini.
Nel corso degli anni, l’immigrazione arabofona ha generato due associazioni: la prima, dal 2008 al 2011, fondata dalle
algerine dott.ssa Fadila Bakadour e Jamila Achour, rivolta essenzialmente alle donne con attività di insegnamento della
lingua italiana alle madri e dell’arabo ai figli oltre che iniziative culturali. La seconda, iniziata nel 2013, è stata fondata
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da Khaline Abdelilah con lo scopo precipuo di costituire un luogo per la preghiera dei fedeli musulmani.
I cittadini marocchini accedono ai servizi con frequenza e per ragioni diverse. Nell’anno 2013, su 29 pratiche di richiesta
per casa popolare presentate al Comune, 18 erano di stranieri, e 17 di marocchini. Di 4 contributi straordinari
all’alloggio erogati nell’anno passato, 3 erano per stranieri, ed almeno uno per una famiglia marocchina. Le famiglie
prese in carico dal servizio sociale sono diverse.
L’accesso al servizio sanitario è regolare. Per quanto riguarda i minori, la Pediatra di base rileva che le madri hanno
ormai imparato il funzionamento del sistema e portano puntualmente i figli ai richiami vaccinali ed ai bilanci di salute
periodici. L’Assistente sanitaria afferma di visitare per lo più le primipare in case confortevoli e ben tenute, a differenza
del passato.
4. BISOGNI, CRITICITÀ, VALUTAZIONE
Abbiamo rilevato una percezione dei bisogni di salute della popolazione target abbastanza differenziata a seconda
della persona e dell’ente intervistato, ma con alcuni elementi comuni.
Gli operatori degli Uffici Comunali ci hanno segnalato la necessità di percorsi legati alla gestione della vita e delle
responsabilità di coppia, alla contraccezione, alla gravidanza ed al post-parto, ed infine all’economia domestica. Hanno
messo l’accento sulla solitudine delle donne nella cura dei figli, da un lato, e sulla difficile comprensione delle necessità
ambientali ed economiche legate al gestire una casa in Italia, dall’altro. Così pure la Caritas ci ha segnalato l’importanza
di spiegare alle donne come ridurre i consumi domestici, soprattutto in relazione alle utenze.
Gli operatori sanitari di Pediatria, invece, hanno sottolineato il cambiamento positivo avvenuto nel corso degli anni,
indicando il crescente inserimento socio-economico delle famiglie nordafricane nella realtà della zona, la loro migliore
conoscenza dei servizi ed il loro apprezzamento di tali servizi. Hanno inoltre fatto notare la buona capacità dei genitori
marocchini nel curare i neonati e nel valutare lo stato di salute dei propri figli, nonché nel fare rete tra connazionali per
ogni necessità.
L’ostetrica ha rilevato invece da parte delle donne in gravidanza una certa difficoltà a comprendere quale sia il corretto
regime alimentare da tenere, e l’importanza di non “mangiare per due”. Ha sottolineato la necessità di incoraggiare le
donne a fare moto per non cadere nel diabete gestazionale, che ci ha detto essere molto frequente. Inoltre, ha
affermato che in molti casi le donne stentano a capire lo scopo delle indagini prenatali.
Tutte le operatrici hanno affermato che la maggioranza delle donne hanno difficoltà ad esprimersi in italiano, e si fanno
accompagnare dai mariti o da amiche quando devono comunicare con i servizi. L’assenza di comunicazione diretta, così
come le incomprensioni linguistiche e soprattutto culturali che talora emergono, fanno sì che il dialogo tra le donne ed
il Servizio Sanitario sia frammentato, discontinuo, a tratti segnato dal fastidio e dall’insoddisfazione – quando le ragioni
del Servizio, o quelle del paziente, non vengono capite – a tratti dall’imbarazzo – laddove le richieste del Servizio
collidono con gli imperativi culturali o religiosi.
Le donne marocchine intervistate hanno invece segnalato innanzitutto bisogni legati a questioni economiche. Il ticket
per un’operazione, il pagamento dell’ambulanza o del ricovero, il costo di alcune analisi particolari in gravidanza, il
prezzo delle cure dentistiche, ecc … In qualche caso, ci sono state segnalate incomprensioni con gli operatori del Pronto
Soccorso o dei servizi. In qualche altro, la necessità di seguire una dieta più adeguata per la conservazione della salute
fisica dei figli o delle donne stesse.
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Allo stato attuale della ricerca, si può dire che la popolazione femminile ed i minori arabofoni residente nel Comune di
Mercato Saraceno vive una situazione sanitaria accettabile. Pur non avendo grandi competenze specifiche in ambito
sanitario, le madri sanno prendersi cura dei propri figli nel migliore dei modi e, salvo eccezioni, sono in grado di gestire
efficacemente il proprio ambiente domestico. Inoltre, pur non godendo di grosse risorse economiche, le donne
possono fare affidamento, almeno in parte, sulle reti parentali ed amicali, Poca cura è tuttavia dedicata al benessere
psicofisico delle madri stesse, sia per questioni di tempo che per problemi logistici. Tutti gli operatori rilevano il
continuo rimando alla rete parentale ed amicale per spiegare in italiano i propri bisogni o per raggiungere i propri
obiettivi. Questo dato è avvalorato anche dalla forte presenza di donne marocchine al corso di italiano. Inoltre, le
donne soffrono di forte nostalgia nei confronti della famiglia di origine, di solitudine, della fatica di gestire i figli senza il
sostegno della parentela. Tutti bisogni però che non sono sentiti da loro stesse come necessità legate alla salute.
5. IDEA PROGETTUALE
Nell’incontro svoltosi il 23.01.2014, abbiamo proposto alle donne intervenute una serie di incontri ad argomento
pertinente con i bisogni rilevati, ma anche “leggero”, con lo scopo di attrarle e creare un clima di fiducia nel quale poi
sia possibile affrontare in futuro temi più compositi (come la riduzione dei consumi domestici o la necessità di
sostegno nel pre e nel post parto).
Nel proporre questi incontri, vorremmo creare anche uno tempo ed uno spazio in cui sia possibile farci canale per una
maggior comunicazione tra il Servizio Sanitario e le donne marocchine di Mercato, raccogliendo le segnalazioni e le
richieste estemporanee che ci verranno portante per informarne il Servizio e riportare alle donne dati e chiarimenti.
Questi momenti informali serviranno anche ad accogliere e sostenere le donne nell’esternare la rabbia e le frustrazioni
che abbiamo percepito forte parlando con loro, aiutandole, laddove possibile, a far chiarezza su eventuali
incomprensioni sorte tra loro ed il Servizio.
Visto che sia le donne intervistate che l’ostetrica ci hanno fatto notare l’importanza di approfondire il tema di una sana
alimentazione della madre e del bambino, abbiamo proposto alle madri intervenute il 23 gennaio di partire da questo
argomento.
Inizieremmo quindi l’attività con due incontri sui temi “la donna ed il cibo: quale cibo mi piace e quale mi fa bene?” e
“i bambini ed il cibo: cosa fa bene a loro e cosa al dentista?”. Il punto di partenza sarà l’esperienza delle donne: cosa
amano mangiare, come suddividono l’assunzione di cibo nel corso della giornata, che cibi tendono a consumare in
maggior quantità. Da qui, passeremo a classificare gli alimenti in base alle sostanze contenute (carboidrati, proteine,
grassi, vitamine …) ed all’apporto calorico, ed a spiegare in maniera semplice e deduttiva la miglior collocazione di ogni
sostanza nella giornata e nell’arco della settimana. Ci soffermeremo in particolare sui cibi che stimolano l’insorgenza
del diabete, vista la segnalazione dell’ostetrica, e poi, nel secondo incontro, su quelli che determinano la carie nei
bambini.
Proseguiremo con due incontri sul moto, dove si ragionerà innanzitutto sul ruolo del moto nella riduzione dello stress e
nella creazione del benessere psicofisico e su quanto moto sia necessario per ottenere tali risultati. Per farlo, partiremo
dalle forme di moto che le donne già praticano, sia in casa che fuori, e su quelle che potremmo praticare insieme.
Stiamo cercando un’insegnante di ginnastica disposta a fornirci qualche elemento di base sulla ginnastica dolce, ed
abbiamo proposto di “formalizzare” l’attività di marcia che le donne già fanno spontaneamente.
Infine, abbiamo proposto due incontri sulla lingua della medicina: “perché il pediatra/il medico di base parla una lingua
Implementazione azioni di sistema per il contrasto delle iniquità (DGR 1165/2012)
Progetto Agenti di Salute nella Comunità – Ausl della Romagna, Sede territoriale di Cesena
incomprensibile?”. Se verranno fatti, potrebbero essere un’occasione per approfondire le proprie conoscenze
dell’italiano, ma anche per incontrare in un contesto neutro il proprio medico, o un esperto del settore, e comprendere
meglio il funzionamento del sistema sanitario.