Programma di sala ore 15.30 - Società del Quartetto di Milano

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Programma di sala ore 15.30 - Società del Quartetto di Milano
Progetto “Verso il futuro dal nostro passato:
i primi 150 anni della Società del Quartetto di Milano”
Giornata musicale “a porte aperte”
nel 150° anniversario del primo concerto
del Quartetto
29 giugno 2014
ore 15.30
Basilica di S. Maria
della Passione
Concerto per due organi
Maurizio Salerno
Organo “in cornu Epistolae” (destra)
Antonio Frigé
Organo “in cornu Evangelii” (sinistra)
Johann Sebastian Bach
(Eisenach 1685 - Lipsia 1750)
(Fusignano 1653 - Roma 1713)
Arcangelo Corelli
Georg Friedrich Händel
Preludio in do minore
BWV 546
Concerto grosso in do
maggiore op. 6 n. 1
Suite in re minore
Aria variata alla maniera
italiana BWV 989
Il progetto ha il patrocinio di
Hanno sponsorizzato il progetto
(Trascrizione per 2 organi
di Thomas Billington, 1782)
Il progetto è sostenuto da
(Halle 1685 - Londra 1759)
Sonata in sol maggiore
HWV 579
Sponsor istituzionali
Media partner
In collaborazione con
L’attività della Società del Quartetto è sempre stata legata, fin dagli inizi, al
Conservatorio, fondato a Milano dal viceré Eugenio de Beauharnais nel 1807.
La sede del nuovo istituto venne stabilita nell’edificio del vecchio Monastero
affiancato alla Basilica di Santa Maria della Passione, la seconda chiesa di
Milano per ampiezza dopo il Duomo. Nella prima metà del Seicento anche nella
Basilica di S. Maria della Passione, come in Duomo, si decise di costruire un
secondo organo, da affiancare al primo strumento costruito dal celebre organaro Gian Giacomo Antegnati tra il 1555 e il 1558. Di questo antico organo, sistemato a destra guardando l’altare, in cornu Epistolae, sopravvive soltanto la
magnifica cassa dipinta, al cui interno è stato costruito nel 2001 un nuovo strumento dalla ditta Mascioni. Il secondo organo, a sinistra, in cornu Evangelii, è
stato invece restaurato nel 1985, preservando le sue caratteristiche originarie
di strumento a base rinascimentale con modifiche settecentesche. Il desiderio
era di ripristinare l’idea originaria di un dialogo tra i due organi, che devono
avere caratteristiche omogenee per quanto riguarda il timbro e l’emissione.
L’ambizione dei costruttori era di soddisfare l’esigenza di un repertorio ruotante attorno alla musica di Bach, ma allo stesso tempo di sviluppare un colore di
suono che fondesse la purezza timbrica dell’antico Ripieno italiano con la densità polifonica della tradizione tedesca. Un tale e unico matrimonio si riflette nel
programma scelto per dar vita a questo dialogo organistico. Gli autori sono i
maggiori esponenti delle due grandi scuole musicali del primo Settecento, quella tedesca e quella italiana, legati tra di loro da una rete di sottili rapporti.
Bach ha potuto amare e studiare la musica degli autori italiani grazie alle ricche
biblioteche delle corti dove ha prestato servizio, in particolare a Weimar e a
Cöthen. L’Aria variata alla maniera italiana rappresenta un esempio eloquente di quanto Bach abbia imparato dalla musica italiana, senza allontanarsi mai
dalla Sassonia. Händel invece ha fatto fortuna viaggiando e conoscendo di
prima mano la produzione musicale europea. Agli inizi del Settecento soggiornò
per qualche anno in Italia e assorbì come una spugna ogni aspetto delle varie
scuole di musica strumentale e vocale. A Roma conobbe e frequentò il celebre
Arcangelo Corelli, a capo della prima orchestra d’Europa. Il termine Sonata,
per Händel, aveva un significato molto diverso da quello attuale, avvicinandosi
al concetto di forma libera e toccatistica dei grandi maestri della tastiera italiana come Pasquini e Alessandro Scarlatti.
La fama internazionale di Corelli, dopo la sua scomparsa, fu assicurata soprattutto dalla sua ultima raccolta di Concerti grossi op. VI, pubblicata ad
Amsterdam nel 1714. Le numerose trascrizioni fiorite già nel ‘700 rispecchiano
la diffusione e la duratura fortuna di questo genere di composizione, basate
sulla contrapposizione di un piccolo nucleo di strumenti concertanti al ripieno
dell’intera orchestra. Una di queste fu la versione “appropriata all’organo” da
Thomas Billington, un musicista inglese citato con affetto e simpatia anche da
uno dei primi Carbonari italiani emigrato a Londra, Guido Sorelli, nelle Mie
confessioni. Il Concerto in origine era nella tonalità di re maggiore, ma in questa esecuzione viene trasportato in do maggiore per adattarlo alle tastiere dei
due organi di Santa Maria della Passione.
Oreste Bossini
Maurizio Salerno
Maurizio Salerno, nato a Milano, si è diplomato in organo e composizione organistica presso il Conservatorio della sua città, in clavicembalo presso i conservatori di Lugano e Torino sotto la guida di Ottavio Dantone e in Musica Sacra
presso il conservatorio di Roma. Si è perfezionato presso la Schola Cantorum di
Basilea con Jean-Claude Zehnder e in seguito ha studiato con Andrea Marcon.
Come solista svolge un’intensa attività concertistica in Italia e in Europa, ed
ha inoltre tenuto concerti negli Stati Uniti, Sud America, Russia e Australia.
Con il violinista Stefano Montanari ha fondato l’ensemble “L’Estravagante”,
con il quale ha registrato opere di Buxtehude, Pachelbel, Vivaldi e Bach. Come
continuista collabora con prestigiose orchestre europee, tra le quali si segnalano di recente l’Orchestra Mozart (dir. Claudio Abbado) e l’Orchestra della
Svizzera Italiana e I Barocchisti della RTSI (dir. Diego Fasolis). Nel febbraio
2012 con l’orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da Marco Guidarini ha
eseguito in prima assoluta, come solista con Maurizio Croci, il concerto “I
tempi di Dafne” per due clavicembali e orchestra di Carlo Galante. In duo con
Edoardo Bellotti ha registrato numerosi CD a due organi per la rivista
Amadeus e per Bottega Discantica.
Tiene regolarmente corsi presso importanti Accademie e Conservatori di
Musica. È organista titolare della Basilica di Santa Maria della Passione a
Milano. Insegna organo e composizione organistica presso il Conservatorio di
Darfo - Boario Terme.
È stato ospite della nostra Società nel 1999 per il 46° ciclo di Musica e poesia
a San Maurizio.
Antonio Frigé
Nato a Milano, Antonio Frigé si è diplomato in organo e composizione organistica e in clavicembalo al Conservatorio “G. Verdi” della sua città. Vincitore
di concorsi nazionali, ha intrapreso un’intensa attività concertistica che lo ha
portato a suonare, per le più prestigiose società concertistiche, in tutta Europa
e negli Stati Uniti. Particolarmente appassionato alla letteratura del Sei e
Settecento eseguita su strumenti “storici”, ha pubblicato una trentina di CD e
collabora con l’Istituto Vivaldi per le edizioni critiche delle opere del compositore veneziano. Dal 1982 suona in duo con Gabriele Cassone con il quale ha
fondato, nel 1989, l’Ensemble Pian & Forte.
Ha registrato per la RAI, RTSI, ORF, Radio Clásica (España). È docente di
basso continuo e musica d’insieme all’Istituto di Musica Antica presso l’Accademia Internazionale di Musica di Milano e organista titolare della chiesa di
S. Francesco di Paola e alla Basilica di S. Simpliciano, a Milano.
È stato molte volte ospite di Musica e poesia a San Maurizio, l’ultima nel
giugno 2010 con Gabriele Cassone e l’Ensemble Pian & Forte per la riapertura
del Coro di San Maurizio dopo i lavori di restauro.
Società del Quartetto di Milano - via Durini 24
20122 Milano - tel. 02.795.393
www.quartettomilano.it - [email protected]