L`Atlante: chiave per aprire la porta alla salute - JPM
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L`Atlante: chiave per aprire la porta alla salute - JPM
L'Atlante: chiave per aprire la porta alla salute Atlante è il nome della prima vertebra cervicale. Si trova appena al di sotto del cranio e siede sopra all'epistrofeo, o seconda vertebra cervicale, e si articola con entrambi. Il suo nome deriva dalla mitologia greca: Atlante era infatti un gigante costretto da Zeus a sorreggere e portare su di sé la volta celeste. L' osso atlante, similmente, sorregge il nostro “Universo”, la testa. Anatomicamente, l'atlante è una vertebra anomala: si differenzia dalle altre per la sua forma a ciambella. Grazie alla sua particolare configurazione, l'atlante può articolarsi con la vertebra sottostante in maniera unica: l'epistrofeo infatti è caratterizzato dal suo “dente”, un processo verticale che agisce da asse attorno a cui l'atlante ruota, come una porta su un cardine. In virtù di queste sue proprietà, è proprio in questa articolazione che avviene circa il 40% della rotazione cervicale1 : ogni volta che giriamo la testa, dunque, quasi la metà del movimento viene effettuato tramite una sola articolazione. Si può quindi immaginare come una disfunzione articolare (sublussazione)possa influire sulla capacità di muovere il collo. Una sublussazione dell'atlante può inoltre causare dolore: numerosi sono gli studi che hanno confermato come l'origine di molti casi di cefalea, incluse emicranie e cefalee a grappolo, si trovi proprio nelle articolazioni dell'atlante 2, quando esse risultino infiammate a causa di una sublussazione. Inoltre, è stato dimostrato che episodi di sciatica e sintomatologia negli arti inferiori3, vertigine4 e svariate disfunzioni non- muscolscheletriche5 sono correlate a deficit neurologici nella area cervicale alta, ovvero a livello dell'atlante: i dolori e le disfunzioni possono essere ben lontani dalla loro zona di origine. La ricerca e l'evidenza clinica ci dimostrano che il riposizionamento dell'atlante nella sua posizione corretta è risolutivo per questi problemi. E' dunque ai livelli neurologico e biomeccanico che la corretta posizione dell'atlante si rivela di fondamentale importanza per la salute ed il benessere umani. Atlante e Sistema Nervoso Centrale Oltre a sorreggere il corpo ed a permetterne il movimento, la funzione principale della colonna vertebrale è quella di proteggere il sistema nervoso centrale. Molti conoscono la gravità delle possibili conseguenze di una compromissione del midollo spinale, per esempio in caso di frattura vertebrale: esso però può essere compromesso in maniera più sottile, con conseguenze non immediatamente debilitanti o fatali ma comunque serie, da una sublussazione vertebrale, e su questo principio la scienza della chiropratica basa il suo operato. Particolarmente importante è che non vi sia una sublussazione dell'atlante, proprio in virtù della sua posizione anatomica: essendo la prima struttura significativamente mobile immediatamente al di sotto del cervello, attraverso esso passano tutte le informazioni dirette a e dal cervello, da e a tutto il corpo, oltre ad arterie che irrorano il sistema nervoso centrale e la cui compromissione è incompatibile con la vita. Inoltre il bulbo (midollo allungato), alloggiato nel canale vertebrale dell'atlante, contiene importantissimi centri del sistema nervoso, i quali controllano numerose funzioni vitali.6 E' quindi evidente come una malposizione dell'atlante possa provocare pressione sulle strutture neurali da esso racchiuse, compromettendone la funzionalità. Il meccanismo su come ciò avvenga è di difficoltosa comprensione; le teorie spaziano dalla compressione diretta dei tratti spinocerebellari, molto sensibili alla pressione, attraverso una tensione dei legamenti denticolati7, alla compromissione di strutture vascolari che conduce ad una parziale ischemia dei tessuti neurali8, ad un afflusso di messaggi in uscita dai meccanorecettori delle articolazioni dell'atlante che risulta aberrante qualora la motilità sia compromessa9, 11. E' più probabile che tutti questi fattori combinati abbiano un ruolo nella genesi delle disfunzioni associate alla sublussazione dell'atlante. Atlante e postura La posizione dell'atlante influisce sulla postura e sull'atteggiamento biomeccanico di tutta la colonna vertebrale, nonché sulla posizione di altre articolazioni.10 Fin dagli anni '20 in chiropratica si presta un'attenzione particolare a questa struttura, e fin da allora si riesce, aggiustando l'atlante soltanto, a far sì che la vita raggiunga liberamente aree lontane da esso. L'atlante ha un ruolo fondamentale nel mantenimento di una postura adeguata. I recettori nelle sue capsule articolari partecipano in maniera preponderante nell'attivazione di alcuni riflessi. Essi permettono di muovere il capo seguendo il movimento degli occhi, e di mantenerlo in posizione ortogonale rispetto alla spinta di gravità, ovvero mantenere gli occhi in linea con l'orizzonte. Quando l'articolazione dell'atlante è compromessa da una sulbussazione, lo sono anche tali riflessi. Questo spesso genera stati vertiginosi, ma influisce anche sull'attivazione dei muscoli, risultando così in una postura non in asse.11 La correzione di problemi quali scoliosi o portamento anteriore della testa a seguito di una correzione di un atlante sublussato sono state osservate in numerosi casi. Allo stesso modo, sono state osservate le riduzioni o scomparse di dismetrie pelviche, lombalgie, nevralgie, sciatalgie, e vari altri fenomeni apparentemente correlati a disfunzioni articolari o neurologiche a livelli inferiori, ma la cui eziologia era da ricondursi ad una posizione patologica dell'atlante stesso.12 Questi casi non sorprendono affatto noi chiropratici: dagli anni '10 il chiropratico dr. MB Dejarnette intuì il ruolo delle meningi nella postura: esse rivestono il sistema nervoso centrale, proteggendolo e permettendo la circolazione del fluido cerebro-spinale, e sono saldamente ancorate al cranio, al coccige ed alle prime tre vertebre cervicali. Perciò una disfunzione pelvica può derivare dall'atlante: in presenza di una sublussazione, le meningi rimangono in torsione e “tirano” coccige e sacro, e una disfunzione pelvica ne è il risultato, accompagnata da lombalgia, dismetria degli arti inferiori, e altri disturbi, che invano si tenta di correggere se non si presta attenzione all'atlante. Negli anni '20 BJ Palmer, DC postulò che un'efficace correzione dell'atlante fosse l'unica correzione necessaria per qualsivoglia problema in pazienti sublussati: numerose tecniche, HIO e NUCCA per citarne alcune, si svilupparono in seguito, e continuano ad essere perfezionate oggi; esse consentono i più precisi accertamenti sulla posizione dell'atlante e le più efficaci correzioni di una biomeccanica aberrante. Atlante e occlusione Mentre Dejarnette investigò i meccanismi di sublussazione dell'atlante e Palmer ne studiò meccanica e correzione, fu JP Meersseman, DC che, negli anni '70, giunse a comprendere una delle principali cause di sublussazione dell'atlante,o di una sua recidivizzazione, nei pazienti di oggi. I rapporti tra atlante e ATM (Articolazione Temporo-Mandibolare, che permette apertura e chiusura delle mandibola) vengono studiati da decenni in chiropratica e kinesiologia applicata, ma è oggi che abbiamo una chiara comprensione della loro complessa interrelazione. Detto brevemente, un difetto nell'occlusione dentale causa una sublussazione compensatoria dell'atlante. I meccanismi per cui ciò avviene variano da caso a caso e richiedono una spiegazione separata, ma numerose ricerche e migliaia di casi clinici hanno dimostrato la validità di questo postulato. Ogniqualvolta deglutiamo, un complesso meccanismo si aziona per permettere questa vitale funzione ,presente dal primo minuto di vita extrauterina: è fondamentale, perchè possa avere luogo, che le arcate dentali combacino e che la lingua serri tutti gli spazi. E' ovvio che, qualora le arcate dentarie non combacino (a causa di patologie dei denti, interventi ortodontici, ecc.), o alcuni denti siano mancanti, o la mandibola non si trovi nella posizione ideale (morso profondo, incrociato, ecc.) si debba alterare la posizione della mandibola e della lingua ad ogni deglutizione per ovviare a questi difetti. E' la posizione della mandibola durante la deglutizione, unita ad altri fattori, che influisce sulla posizione dell'atlante e, se si considera che si deglutisce in media 800 volte al giorno, si intuisce la magnitudine dell'influenza che l'occlusione ha sulla funzionalità dell'atlante.13 Pertanto è essenziale determinare qualora l'eziologia di una sublussazione dell'atlante sia riconducibile o meno ad un problema occlusale: in tale caso è necessario correggere l'occlusione prima di effettuare aggiustamenti dell'atlante stesso, i cui effetti verrebbero pressochè neutralizzati alla prima deglutizione. Altre informazioni al riguardo si trovano qui http://jpmsrl.it/index.php?div=chiropratica&pag=occlusione L'aggiustamento dell'atlante Esistono numerose tecniche in chiropratica, che si sono sviluppate negli anni e secondo parametri specifici e a seconda delle priorità dei singoli dottori praticanti. Ne usiamo diverse alla JPM, poiché differenti metodi di aggiustare corrispondono a diverse caratteristiche dei pazienti. Tutte le tecniche sono state sviluppate secondo i principi della biomeccanica e sono completamente sicure ed indolori, essendo state collaudate in decenni di pratica e validate da ricerche scientifiche. Una delle più usate è la tecnica Gonstead: consiste nel contattare il processo trasverso dell'atlante, sotto all'orecchio, e condurlo in una direzione precisa mentre il paziente è seduto. Durante un toggle recoil invece, il paziente è sdraiato su un fianco e un impulso viene esercitato dalle mani del chiropratico sull'atlante: il lettino mobile amplia la forza dell'impulso abbassandosi, cosicchè il paziente avverte solo una leggera pressione. Vi sono inoltre strumenti, concepiti recentemente grazie alla moderna tecnologia, che trasmettono leggeri impulsi controllati a frequenze specifiche che influenzano i recettori dell'articolazione: il loro uso permette una notevole precisione mentre il paziente avverte poco più di una vibrazione. In taluni casi, esami radiografici sono necessari per poter valutare accuratamente la posizione dell'atlante e delle strutture adiacenti (cranio ed epistrofeo) e determinare con la massima precisione la direzione dell'impulso correttivo. A seconda del caso, l'aggiustamento dell'atlante può essere la sola correzione necessaria, o può essere un'aggiunta ad aggiustamenti in altre aree dello scheletro. Di norma, bastano alcune sedute perchè la posizione dell'atlante si normalizzi. Questo dipende da molti fattori, come spiegato in http://jpmsrl.it/index.php?div=chiropratica&pag=aggiustamento_2 Atlante e salute Una posizione normale dell'atlante è dunque essenziale per una normale comunicazione tra cervello e corpo attraverso il sistema nervoso. Le ripercussioni di una sublussazione dell'atlante possono essere svariate: le più comuni, e oggetto di ricerca scientifica, sono state presentate nel primo paragrafo, ma la pratica clinica quotidiana ci mostra che le implicazioni possono coinvolgere tutti i sistemi del corpo umano. Difatti, sono stati osservati miglioramenti in svariati distretti della fisiologia umana: dalla funzione visiva alla sintomatologia degli asmatici, dalla fisiologia cardiaca al comportamento di bambini iperattivi, per citarne alcuni.12 Recentemente, si è parlato di “disautonomia”, intesa come mancata funzionalità organizzata del sistema nervoso autonomo, come principale effetto di una sublussazione dell'atlante. Poiché il sistema nervoso controlla e regola tutte le funzioni della fisiologia umana, le ramificazioni di questa denominazione sono enormi. La ricerca più recente riguarda uno degli stati patologici attribuibili alla disautonomia: l'ipertensione (pressione sanguigna alta). In “Atlas vertebra realignment and achievement of arterial pressure goal in hypertensive patients: a pilot study”, apparso nel prestigioso Journal of Human Hypertension del maggio 2007,i ricercatori dell'Università di Chicago hanno investigato gli effetti di un aggiustamento dell'atlante somministrato da un chiropratico in pazienti affetti da ipertensione benigna, nei quali il dottore in chiropratica aveva determinato la presenza di una sublussazione dell'atlante. I risultati: la riduzione, in media, di 14mmHg della pressione sistolica e di 8mmHg di quella diastolica, gli stessi effetti di una combinazione di due medicinali anti-ipertensivi assunti in contemporanea, secondo il responsabile dello studio, il dr. Bakris, primario del centro di ipertensione presso l'ospedale dell'Università di Chicago. Lo studio è da considerarsi preliminare poiché si basa su circa 40 pazienti, e verrà rimpiazzato da una ricerca simile ma su larga scala non appena il governo americano sbloccherà i fondi necessari per effetturalo, ma dimostra comunque i benefici che la correzione di una sublussazione dell'atlante può procurare in soggetti affetti da problemi anche di natura non neuro-muscolo-scheletrica. Questo non significa che la chiropratica “ curi” l'ipertensione, o altre patologie: semplicemente conferma che, normalizzando la posizione dell'atlante, si normalizza anche la funzione del sistema nervoso autonomo e ciò, in questo caso, riportava in equilibrio i sistemi simpatico e parasimpatico, risultando in una normalizzazione della pressione arteriosa. Si è già parlato del ruolo che l'atlante, quando sublussato, può avere nel determinare stati di cefalea o vertigine, o nel provocare disturbi funzionali, quali ad esempio una scoliosi, nei primi paragrafi. Le implicazioni sono molteplici e si attende solo che la ricerca continui a confermare, come ha fatto finora, ciò che osserviamo quotidianamente nella pratica clinica: una sublussazione dell'atlante è sempre presente, sia come causa primaria che come compensazione, in tutti i casi di disfunzione del sistema muscoloscheletrico, influendo significativamente sul funzionamento del sistema nervoso centrale e quindi su tutti i sistemi dell'organismo umano da esso controllati, e la correzione di tale sublussazione è il primo passo verso un futuro di salute e benessere. Gabriele Malinverno, DC Bibliografia: 1 White AA, Punjabi MM, Clinical Biomechanics of the Spine, Philadelphia: JB Lippincott 1978 2 Lord SM, Bogduk N, The cervical synovial joints as sources of post-traumatic headache. 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