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foto Federico Riva
vagità. Tanto che alla fine non lo si odia.
Anche perché gli altri non sono meglio di
lui, non sono più puliti, onesti, generosi o
più buoni e meno aridi. Il vero delitto, lì, è
il vuoto di umanità generale.
Anna Bandettini
La Repubblica, 3 marzo 2013
Per approfondire
venerdì 28 febbraio, ore 17
Sala Teatrale
INCONTRO CON ALESSANDRO
GASSMANN E LA COMPAGNIA
sabato 1 marzo, ore 11
Sala Teatrale
DIETRO LE QUINTE: PERCORSO
ALLA SCOPERTA DELLE SCENE
a cura di Lorenzo Cutuli
Ingresso libero su prenotazione
T. 0532 218331
[email protected]
sabato 1 marzo, ore 16
Sala Boldini
ESSERE RICCARDO...E GLI ALTRI
un film di Giancarlo Scarchilli
introduce Alessandro Gassmann
Il prossimo spettacolo
8 e 9 marzo
JOURNAL D’UN CORPS
di e con Daniel Pennac
INFO E VENDITA
Biglietteria T 0532 202675 [email protected]
www.teatrocomunaleferrara.it
we associates
Riccardo III una novella cupa e visionaria,
una macchina della paura, delle tenebre interiori (le belle scene-proiezioni di
Gianluca Amodio) e con slancio alla Tim
Burton gioca con le mode, i tempi, gli stili, esagerando i personaggi nel trucco, nei
costumi (di Mariano Tufano) come fossero
fumetti, mescola antico e moderno e infatti ci si seduce al suono di Got a woman
di Ray Charles e ci si ammazza sulle note
di Brothers in arms dei Dire Straits come
nella bella scena finale. Gli dà man forte l’adattamento di Vitaliano Trevisan. Lo
scrittore veneto ha operato non solo una
modernizzazione linguistica ma anche
una semplificazione dell’originale per farne un dramma corale che la regia restituisce con caratterizzazioni volutamente
sopra le righe. […] Del tutto particolare
il discorso per Gassmann-Riccardo: col
corpo fuori misura, grazie a una zeppa
interna agli scarponi che rende la sua
camminata goffa, impacciata, vestito con
un lungo pastrano militare come i soldati
espressionisti di Grosz, il viso stravolto da
un trucco pesante, è un gigante frastornato il cui meccanico desiderio di uccidere
è più una forma di sofferenza che di mal-
dal 27 febbraio al 2 marzo
RIII
RICCARDO TERZO
prosa
stagione 2013-2014
ALESSANDRO GASSMANN
RIII - RICCARDO TERZO
foto Federico Riva
di William Shakespeare
traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan
con
(in ordine di apparizione)
Alessandro Gassmann Riccardo
Manrico Gammarota Tyrrel
Mauro Marino Edoardo, Stanley, Margherita
Marta Richeldi Elisabetta
Giacomo Rosselli Rivers, Catesby
Marco Cavicchioli Clarence, Hastings
Sabrina Knaflitz Anna
Sergio Meogrossi Buckingham
Emanuele Maria Basso Richmond, Vescovo
e con la partecipazione di
Paila Pavese Duchessa di York
ideazione scenica e regia
Alessandro Gassmann
scene Gianluca Amodio
costumi Mariano Tufano
musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
light design Marco Palmieri
videografia Marco Schiavoni
durata dello spettacolo 155 minuti
compreso un intervallo
Il LAVORO DEL DRAMMATURGO
Prima di tutto un’equazione molto complicata, piena di variabili, ovvero ritradurre e adattare “Riccardo III” per dieci attori
(a fronte di un originale che conta più
di quaranta personaggi, e tenendo conto
del fatto che almeno sei degli attori non
potranno avere doppie parti) fratto due
atti (durata massima due ore e mezza, ma
due ore sarebbe meglio; e il primo atto
più lungo del secondo). Niente di strano,
la drammaturgia è matematica applicata.
L’incognita, ovvero il testo, deve sempre
fare i conti con la contingenza della scena, altrimenti, anziché andare a teatro, dovremmo accontentarci di leggere. Così è
sempre stato, e così era anche al tempo in
cui Shakespeare scrisse il suo “Riccardo
III”. [...] In fondo, anche il nostro incontro, intendo tra Alessandro Gassmann e
chi scrive, è in un certo senso la variabile
decisiva dell’equazione.
Una lingua asciutta, secca, dice AG nel
corso di quel primo incontro, che arrivi
dritta, rendendo la trama chiara e coinvolgente. E un Riccardo gigantesco, aggiunge, fuori scala rispetto agli altri attori e
alla scena, costretto a chinarsi per potersi
specchiare, per passare da una porta, o
per guardare qualcuno negli occhi. Ho già
le scarpe adatte, dice sorridendo.
L’idea mi intriga da subito. In fondo, la
statura scenica di Riccardo, a cui Shakespeare affida la parte più estesa che abbia
mai scritto per un attore, superata solo da
quella di Amleto, è decisamente gigantesca, fuori scala. Egli è insieme eroe e antieroe, manipolatore del destino altrui e del
proprio; cattivo assoluto, senza attenuanti,
ma dotato di fascino e humour irresistibili; autore, regista e attore dell’evento
teatrale, e insieme sintesi ed emblema di
tale evento cioè, in una parola, del Teatro. E quelle gigantesche ombre familiari,
evocate da Gassmann, sono anche ombre
teatrali assolute, per così dire, nel senso
che riguardano una tradizione - non solo
italiana - con cui chiunque, trattandosi di
“Riccardo III”, si trova a fare i conti.
E poi, naturalmente, il testo per sé, quella materia viva e instabile con cui avremo
l’occasione di confrontarci. Il potere, e la
responsabilità, di tagliare, di contrarre, di
modellare, di riscrivere Shakespeare! La
prospettiva ci esalta e ci sgomenta insieme. Dovremo fare affidamento su tutta la
nostra incoscienza, questo è certo. E infatti: sì, dico ad AG accettando l’incarico,
credo che la cosa sia possibile. Ed è qui,
dalla condivisione immediata di un’idea e
di un atteggiamento, che nasce il “nostro”
Riccardo. Ora, dopo altri incontri, e scambi di idee e opinioni, il lavoro del drammaturgo è finito.
È tempo di andare in scena. Tutto torna
in gioco.
Vitaliano Trevisan
L’ESERCIZIO DELL’ODIO
I capolavori di Shakespeare sono eterni
anche perché sono dei veri e appassionanti manuali del contorto animo umano.
[…]Alessandro Gassmann, al suo primo
Shakespeare da regista e interprete, sembra affascinato dalla magia e dalla morte
che c’è nel genio inglese, tanto da fare di