ITINERARIO 1
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ITINERARIO 1
ITINERARIO 1 C'era una volta il mare Da Velia a Punta del Telegrafo Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Marina di Ascea circa 2 Km (andata e ritorno) 1 ora in pianura 10 m. primavera-estate facile scarpe da trekking, acqua, torcia elettrica, costume, macchina fotografica Principali emergenze duna costiera, sito di genista cilentina, torre costiera, area archeologica di Velia. Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, S.S. 18 di partenza direzione Paestum, variante SS 18 uscita Vallo Scalo, direzione Marina di Ascea. Quando gli ultimi dinosauri stavano per scomparire, in fondo al mare iniziarono a depositarsi i primi sedimenti che avrebbero dato origine alle rocce che oggi formano la scogliera di Punta del Telegrafo, ben 65 milioni di anni fa. Per milioni di anni i sedimenti continuarono ad accumularsi e a sovrapporsi, fino a quando le immani forze tettoniche li spinsero fuori dall'acqua comprimendoli e ripiegandoli: come Venere dal mare era nato il Cilento. Dal mare arrivarono anche i Focei, fondatori di Elea che, ben presto, divenne faro di cultura e civiltà per l'intero mondo occidentale. Attratti dalla bellezza del luogo e dagli approdi naturali, i Focei si insediarono presso una sorgente che consacrarono alla ninfa Yele, da cui derivò il nome dell'antica e rinomata città di Elea. Il quartiere meridionale con i resti del porto, il pozzo sacro, le terme romane, e, più in alto, l'anfiteatro, la chiesa paleocristiana, la torre angioina e Porta Rosa ripercorrono i tanti secoli di splendore che ha vissuto questo territorio. 1 ITINERARIO 2 La Costa delle Sirene Punta Licosa e Museo del Mare Costa di Castellabate e Pollica (Ogliastro Marina e Pioppi) Lunghezza circa 2 Km Tempo di percorrenza 4 ore circa (per punta Licosa) Dislivello 10 m. Quota massima 10 m. Periodo consigliato tutto l'anno Difficoltà facile Equipaggiamento scarpe da trekking, borraccia, costume, binocolo, macchina fotografica. Principali emergenze pineta litoranea, torri costiere, palazzo marchesale del XVIII secolo, palazzo Vinciprova a Pioppi. Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione di partenza Paestum uscita Agropoli, SP per S. Maria di Castellabate, bivio per Ogliastro Marina. Area Secondo le antiche fonti il promontorio di Licosa prende il nome da quello della sirena Leucosia che qui si inabissò per amore di Ulisse. In realtà sembra che le sirene fossero due: Leucosia e Leukotea. Omero, infatti, parla esattamente del promontorio "delle due sirene", a proposito del viaggio di Ulisse. Basterebbe già questa leggenda per giustificare il fascino particolare che caratterizza questo luogo. In più, la splendida pineta che si affaccia sul mare e le numerose calette ciottolose che sembrano quasi intagliate lungo il litorale roccioso, rendono la visita particolarmente interessante e piacevole. Come un vero e proprio terrazzo il promontorio di Licosa si protende sul mare con la sua macchia mediterranea, i suoi ruderi, le sue testimonianze della costante presenza umana riscontrabile già all'epoca greca e poi continuata in epoca romana e fino ad oggi. Gli spettacolari acquari del Museo del Mare di Pioppi, infine, consentono al visitatore di gettare uno sguardo al mondo sommerso e alle forme di vita presenti nel mare a diverse profondità. 2 ITINERARIO 3 II Castello fantasma II Monte di Capaccio Vecchio Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Principali emergenze Come raggiungere il punto di partenza Capaccio e il Monte Soprano circa 4 Km (solo andata) 3 ore 200 m. 383 m. tutto l'anno (preferibilmente da primavera a ottobre) facile scarpe da trekking, acqua, binocolo, macchina fotografica. Santuario della Madonna del Granato (IX sec.), Ruderi del castello (XII sec.), ampie vedute panoramiche. Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione Paestum, SS 166 per Roccadaspide e si seguono le indicazioni per il Santuario della Madonna del granato. Seminascosto tra le rocce e la vegetazione del Monte di Capaccio Vecchio i ruderi del castello omonimo dominano ampiamente la sottostante pianura di Paestum. Salire fin quassù significa accostarsi ad un pezzo di storia cilentana che ci riporta alla congiura dei Baroni contro il potente Federico II conclusasi tragicamente nel 1246. Ma vuol dire anche fermarsi estasiati davanti ad un panorama incantevole che si apre come un immenso anfiteatro dove la natura si interseca con la presenza umana, particolarmente evidente nei campi squadrati, nei centri abitati, nelle strade e nei canali che tagliano la piana. Da qui pochi temerari si involano con i loro deltaplani per guardare il paesaggio così come lo guardano gli uccelli che abitano le rupi di queste montagne. Nota: A Paestum e possibile visitare la zona archeologica e il museo. 3 ITINERARIO 4 II Monte Cilento Monte della Stella e Rocca Cilento Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Monte della Stella 3,6 Km (andata e ritorno) 2 ore circa (per la cima del Montestella) 700 m. 1131 m. primavera-autunno medio scarpe da trekking, borraccia, binocolo, macchina fotografica. Principali emergenze culto delle pietre, cappella della Madonna della Stella, punti panoramici, ruderi di fortificazioni, centro storico di Rocca Cilento e il castello. Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione di partenza Paestum, variante SS 18 uscita Omignano Scalo poi bivio per Omignano. Il nome che oggi designa il territorio del Parco ha avuto la sua origine proprio sulla montagna che oggi è conosciuta come Monte della stella. Oggi, come in passato, è considerata un punto particolarmente favorevole per il controllo della costa cilentana e del tratto di mare antistante ad essa. Nel XII secolo le fortificazioni costruite sulla montagna perdono di importanza a beneficio di uno dei centri sorti lungo i suoi crinali: Rocca Cilento. Il castello ivi costruito è ancora ben conservato e testimonia l'epopea feudale dei Sanseverino, durata fino al 1552. Desta fascino anche il resto del paese che proprio in perfetta armonia con il castello, conserva ancora inalterata quell'antica colorazione tipica delle abitazioni cilentane. 4 ITINERARIO 5 Le Perle del Cilento Le grotte e il centro storico di Castelcivita Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Principali emergenze Comune di Castelcivita 2 Km 1 ora (all'interno della grotta) ----. 94 m. tutto l'anno facile K-way, binocolo, macchina fotografica. spettacolari concrezioni Carsiche nella grotta, risorgenza del mulino, grotta dell'Ausino, punti panoramici sulla valle del Calore, torre angioina XIII sec., Chiesa di S. Cono XV sec., chiesa di S. Nicola XVII sec. Come raggiungere il Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 uscita punto di partenza Capaccio Scalo, bivio per Roccadaspide, bivio per Castelcivita. Le grotte mostrano un incantevole paesaggio sotterraneo. La forza dell'erosione carsica sui calcari del Cretacico superiore (periodo coincidente con la scomparsa dei dinosauri) è qui documentata in tutta la sua maestosa potenza. Reperti fossili testimoniano che le grotte costituiscono un primo e sicuro rifugio per l'uomo nel Paleolitico superiore (circa 40.000 anni fa). Esse sono un susseguirsi di gallerie, saloni, strettoie e pozzi che danno vita a forme uniche nel loro genere: la sala del castello, la sala del coccodrillo, la sala degli ortaggi, la Pagoda sono solo alcuni esempi. A pochi km dalle grotte ed aggrappata ad uno sperone roccioso, Castelcivita domina la sottostante vallata del Calore. Simbolo del paese è una torre di avvistamento costruita alla fine del XIII sec., che attualmente ospita una mostra sulla civiltà contadina. Nel centro storico si possono ammirare interessanti portali in pietra, si incontrano antiche chiese e conventi e i ruderi dell'antico castello. 5 ITINERARIO 6 Nel cuore della Terra e della Memoria La gola del torrente Sammaro e Roscigno Vecchio Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Comuni di Sacco e Roscigno 2 Km 2 ore (riferito alla sola escursione nella gola) 400 m. 700 m. primavera-autunno media scarpe da trekking, borraccia, binocolo, macchina fotografica, maglioncino. Principali emergenze gola e risorgenza del torrente Sammaro, borgo abbandonato di Roscigno vecchio, museo etnografico. Come raggiungere il punto di Autostrada A3 SA-RC uscita per Teggiano, poi strada partenza per la Sella del Corticato fino a Sacco. Scendere nella gola del Sammaro è come entrare nelle viscere della terra da dove, invece che fuoco, sgorga acqua limpida e fresca che leviga le rocce calcaree del fondo rendendole candide e scivolose. Lo spettacolo è sublime nella sua selvaggia bellezza ed offre sensazioni irripetibili. Altrettanto irripetibile è il fascino irradiato dal borgo-fantasma di Roscigno Vecchio, abbandonato circa un secolo fa, che ora torna ad animarsi grazie al rinnovato interesse per le radici e la cultura delle genti cilentane, le cui memorie e testimonianze sono accuratamente e gelosamente custodite nel piccolo Museo Etnografico allestito nel paese. La piazza antistante la chiesa con il Bar Roma, la fontana circolare in pietra e la presenza di Zì Dorino, unica abitante rimasta nel borgo, sembra un grande palcoscenico che attende con impazienza chi può farlo rivivere anche solo per un'ora. 6 ITINERARIO 7 L'antico sentiero dei pellegrini da Novi Velia al Monte Gelbison Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Novi Velia e il Monte Gelbison 7 Km. 8 ore 1000 m. 1706 m.. aprile-ottobre media-alta scarpe da trekking, maglioncino, borraccia, binocolo, macchina fotografica. Principali emergenze il torrente Torna, il castagneto e la faggeta, le sorgenti di Fiumefreddo, il Santuario della Madonna di Novi, i "Monti di Pietà". Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita battipaglia, SS 18 di partenza direzione Paestum, Variante SS 18 uscita Vallo della Lucania, bivio per Novi. Laddove il Monte è Sacro, laddove è presente uno dei santuari più visitati di tutta la Campania, il Santuario della Madonna di Novi, c'è la possibilità di percorrere uno dei tanti sentieri, il più significativo, che conduce sulla vetta del Monte Gelbison. Già, Gelbison, che in arabo significa "Montagna dell'Idolo", perché questa montagna è sacra già prima che i Monaci Basiliani nel X sec. fondassero questo santuario sulla vetta. La sacralità dei luoghi si avverte già all'imbocco del sentiero dove tra la folta e suggestiva vegetazione il torrente Torna scorre saltellando qua e là tra i massi di arenarie formando una successione di pozze e cascatelle. La si tocca anche alla "Sorgente di Fiumefreddo" dove un'acqua sempre limpida e fresca sgorga presso un'effigie della Vergine. Una sacralità che si percepisce, inoltre, nelle parti alte del sentiero quando due grosse cataste di pietre con una croce sommitale, i cosiddetti "Monti di Pietà" ci ricordano la forte devozione delle antiche genti. 7 ITINERARIO 8 Nel regno della lontra - Le gole del fiume Calore Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Gole del Calore tra Felitto e Magliano Nuovo circa 8 Km (andata e ritorno) 4-5 ore tranne alcuni tratti, il sentiero si trova alla stessa quota. 700 m. primavera-autunno media scarpe da trekking, borraccia, maglioncino, binocolo, macchina fotografica. Principali emergenze ponti medievali a schiena d'asino,la grotta di "Bernardo", emergenze botaniche e geologiche. Come raggiungere il Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione per punto di partenza Paestum poi SS 166 per Roccadaspide e Felitto, o SP per Magliano Nuovo. E' la signora dei fiumi. E' la regina incontrastata delle acque limpide. E' la lontra. Questo simpatico mustelide ha trovato una calorosa ospitalità negli ambienti fluviali del Parco, e, in particolar modo nel fiume Calore. Questo, per la sua bellezza e per la suggestione dei luoghi che attraversa è il "Fiume Principe" del Parco. Tra i paesi di Felitto e Magliano Nuovo, poi, raggiunge l'apice della sua spettacolarità. Qui il Calore va ad infiltrarsi tra pareti rocciose acclivi che ricadono direttamente nel letto fluviale quasi volessero imprigionarlo e lo scorrere turbolento delle sue acque dopo migliaia di anni ha scolpito nella roccia tante "opere d'arte": marmitte dei giganti, campi carreggiati, conche laterali. E "Madre Natura", non ancora contenta di tanta bellezza ha completato la sua opera con una folta vegetazione che durante l'anno lo arricchisce con una molteplicità di colori. Nel corso delle epoche passate le antiche genti locali hanno lasciato tracce indelebili della loro civiltà: i due stupendi ponti medievali a schiena d'asino. 8 ITINERARIO 9 II mistero dell'Antece e la Grotta di S. Michele Arcangelo Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Comune di S. Angelo a Fasanella e Costa Palomba 1 Km 3 ore 100 m. 1125 m. primavera-autunno media scarpe da trekking, maglioncino, borraccia, binocolo, macchina fotografica. Principali emergenze scultura rupestre dell'Antece, tracce di costruzioni preistoriche, fenomeni carsici, la faggeta, grotta di S. Michele Arcangelo. Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita Petina, SP Transalburnia di partenza direzione S. Angelo a Fasanella. Chi ha scolpito l'Antece, il misterioso guerriero di "Costa Palomba"? Sembra che questo remoto luogo dei Monti Alburni sia stato frequentato fin dalla Preistoria. Di certo è stato un luogo sacro per le popolazioni lucane che abitavano questi monti e che, forse, proprio qui svolgevano i loro riti religiosi. L'enigmatica scultura sembra posta a guardia delle bellezze naturali che rendono gli Alburni così affascinanti e misteriosi: i faggi imponenti, le rocce a strapiombo, le grotte, gli inghiottitoi, la presenza del lupo, i panorami mozzafiato e, più a valle, i centri abitati con la loro storia e i loro monumenti. Uno dei più significativi è, senza dubbio, la Grotta di S. Michele, una chiesa rupestre ancora ben conservata. Qui la stratificazione della storia ha lasciato le sue orme nelle preziose statue di santi che adornano la cappella e che la rendono un vero e proprio scrigno di cultura e di antiche memorie. 9 ITINERARIO 10 Santuario rupestre di S. Mauro Martire Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Principali emergenze Come raggiungere il punto di partenza Capizzo e monte Chianiello 3 Km 3 ore 450 m. 1100 m. tutto l'anno media scarpe da trekking, acqua, torcia elettrica maglioncino, macchina fotografica. lecceta d'alta quota, la morfologia dei versanti montuosi: tipico relitto dell'era quaternaria, il Santuario rupestre di S. Mauro costruito intorno ad una grotta. Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione Paestum, SP Capaccio-Magliano. Circondata dal verde intenso della lecceta, aggrappata ad una scarpata calcarea ed elevata rispetto alla posizione del paese che sembra voler proteggere dall'alto: è il Santuario rupestre di S. Mauro Martire. Il santuario è situato a SE della vetta di Monte Chianello e sovrasta Capizzo, una piccolissima frazione di Magliano Vetere. Il sentiero che porta alla cappella si snoda lungo un tracciato attraverso il quale ogni anno, la mattina del 1 luglio, gli abitanti del luogo con una caratteristica processione conducono la statua del Santo Protettore al santuario. Lungo l'ascesa di tanto in tanto la lecceta lascia il posto sia a vedute panoramiche sull'alta valle del fiume Alento che permette di osservare trasversalmente i versanti del Monte Chianello, perfettamente rettilinei e originati nelle Ere Glaciali del Quaternario, sia vedute dal basso del santuario aggrappato all'omonima rupe. L'itinerario può essere prolungato con una escursione sulle favolose creste della catena montuosa e con visita alla cappella rupestre di S. Lucia a Magliano Vetere. 10 ITINERARIO 11 A guardia del Cilento : S. Severino di Centola e Roccagloriosa Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Principali emergenze Valle del fiume Mingardo 3 Km 1 ora per S. Severino e 1 ora per Roccagloriosa 450 m. 1100 m. tutto l'anno facile (visita ai due centri storici) binocolo, macchina fotografica. Punti panoramici sulla gola del fiume Mingardo: "la Gola del Diavolo", borgo abbandonato di S. Severino, scavi archeologici di Roccagloriosa. Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita battipaglia, SS 18 direzione di partenza Paestum, variante SS 18 uscita Futani, proseguimento per Massicelle e stazione di Centola. Nel corso dei secoli, man mano che il Cilento veniva preso d'assalto da continue scorrerie di tanti popoli provenienti dal mare, gli abitanti locali provvedevano a difendersi edificando nei luoghi più impervi ed elevati. E' così che sorse Roccagloriosa nel IV-V sec. a.c. Ed è così che sorse anche S. Severino parecchi secoli dopo. Ma ciò che colpisce è il fatto che questi luoghi si riuscivano ad osservare sia l'uno con l'altro che con le torri costiere: insomma non era facile invadere questo territorio. Oggi questi luoghi ci lasciano il segno di tanti secoli passati, di tante avventure, di tanta civiltà, che si possono leggere nel castello, nel palazzo baronale, nelle abitazioni di S. Severino, nelle tombe lucane di Roccagloriosa. Ieri avamposti difensivi, oggi "avamposti paesaggistici", perché da questi luoghi si riescono a dominare dall'alto incredibili forre, maestose montagne che si diradano fino a mare e dolci colline, come se non avessero ancora perso quella loro antica funzione difensiva, anzi la conservano per proteggere questo pezzo di natura cilentana. 11 ITINERARIO 12 La Valle solitaria Laurino e la Grava di Vesalo Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Principali emergenze Come raggiungere il punto di partenza Laurino e la Valle Soprano 6 Km 2-3 ore (solo andata) 450 m. 580 m. primavera-autunno media scarpe da trekking, K-way, borraccia, binocolo, macchina fotografica. Centro storico di Laurino, la chiesa di S. Elena, il fiume Calore, le sorgenti di Gorgonero, il bosco di faggi, la grava di Vesalo. Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione Paestum, SP Capaccio-Magliano. Scavalcando un bel ponte medievale ad arco, a valle del centro storico di Laurino, si raggiunge la chiesa di S. Elena, in località Gorgonero, dove una sorgente getta le sue acque nel fiume Calore. Ed è proprio qui che inizia la risalita della solitaria e selvaggia valle Soprana, tra le guglie rocciose dello Scanno del Tesoro, tra vecchi casolari e splendidi boschi di faggio. Al culmine della valle, in una piccola conca erbosa circondata da faggi, si apre una profonda e spettacolare voragine, la Grava di Vesalo, l'inghiottittoio entro cui si getta il torrente Milenzio. E' uno dei tanti fenomeni carsici prodotti sulle rocce calcaree e presenti nell'intera area. In alternativa a questo percorso, una strada al disotto dell'abitato di Laurino e sterrata sull'ultimo tratto, permette di giungere a pochi metri dalla grava. 12 ITINERARIO 13 La selvaggia bellezza della natura: la Grotta e la risorgenza dell'Auso Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Principali emergenze Comune di Ottati 1 Km 2 ore 80 m. 280 m. tutto l'anno media scarpe da Trekking, binocolo, macchina fotografica. La grotta e la risorgenza dell'Auso, la risorgenza della Festala, la cascata, il ponte in pietra a schiena d'asino, il Vecchio Mulino. Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita Petina, SP Transalburnia di partenza direzione Ottati e S. Angelo a Fasanella. Lungo la strada che circonda gli Alburni, tra gli abitati di Ottati e S.Angelo a Fasanella, si costeggia sulla destra la spettacolare risorgenza carsica dell'Auso che raccoglie e drena le acque sotterranee provenienti dall'intero settore centrale del massiccio montuoso. Imboccando una stradina all'altezza di S. Angelo a Fasanella che conduce all'omonimo torrente, si arriva all'inizio del percorso, dove la selvaggia bellezza della natura è stata completata dall'opera dell'uomo. Scavalcando un caratteristico ponte in pietra a schiena d'asino si arriva nei pressi del Vecchio Mulino, alimentato dalle stesse acque dell'Auso, che più in alto fornivano l'energia per mettere in rotazione la turbina della vecchia centrale idroelettrica. Entrambi tipici esempi di archeologia industriale. Oltre alla risorgenza dell'Auso, sulla sua sinistra orografica ed all'incirca alla stessa quota, è presente la risorgenza della Festola, che rappresenta uno scarico di troppo pieno dell'Auso, attivandosi solo in concomitanza di grossi eventi meteorici. 13 ITINERARIO 14 La Valle dei Mulini. Un percorso tra storia e natura Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Principali emergenze Come raggiungere il punto di partenza Stio Cilento e la valle del torrente Gaudo 2 Km (solo andata) 2 ore 253 m. 675 m. primavera-autunno media scarpe da trekking, borraccia, macchina fotografica. Centro storico, la chiesa di S. Pietro e Paolo, il bosco di cerri, il torrente Gaudo, gli antichi mulini ad acqua. Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione Paestum, variante SS 18 uscita Vallo della Lucania, proseguimento per la SP per Pellare e Stio Cilento. Stio Cilento situato a circa 675m. s.l.m. ai piedi di una collina adornata dal verde dei castagneti, tra il fiume Alento ed il Calore, è famoso soprattutto per la Fiera della Croce, la più nota e antica fiera cilentana, che ogni anno il primo settembre richiama gente da ogni parte del Cilento. Al centro del paese, probabilmente fondato dai monaci benedettini, domina la Chiesa di S. Pietro e Paolo costruita nel XIII secolo che, dalla splendida facciata romanica, da inizio all'itinerario. Un percorso tra storia e natura alla scoperta dell'uomo e delle sue attività che hanno modellato il paesaggio e che dopo secoli è tornato nelle mani della natura. Numerose sono le tracce della passata civiltà contadina che si possono incontrare lungo il percorso: gli spazi urbani, le abitazioni, le case degli animali, gli orti, i terreni coltivati, i terreni a pascolo, i casolari rurali, il bosco di cerri. Inoltrandosi fuori dal paese verso le pendici della collina si arriva sul torrente Gaudo nella famosa Valle dei Mulini, caratterizzata dalla presenza di antichi mulini ad acqua. 14 ITINERARIO 15 Nelle viscere della Terra: Morigerati e la grotta del Bussento Area Lunghezza Tempo di percorrenza Dislivello Quota massima Periodo consigliato Difficoltà Equipaggiamento Comune di Morigerati 1 Km 1 ora 130 m. 272 m. primavera-autunno media scarpe da trekking, borraccia, torcia elettrica, binocolo, macchina fotografica. Principali emergenze castello baronale, Museo della Civiltà Contadina, grotta e risorgiva del Bussento, la foresta ripariale, il mulino ad acqua. Come raggiungere il punto di Autostrada A3 SA-RC uscita Padula, SP Bussentina partenza direzione Policastro uscita Caselle in Pittari, bivio per Morigerati. Il fiume Bussento che nasce dal versante meridionale del monte Cervati, in prossimità di Caselle in Pittari si inabissa in un colossale inghiottitoio per riapparire, dopo aver percorso il suo viaggio misterioso nelle viscere della terra, pochi chilometri più a sud, sotto l'abitato di Morigerati. La zona offre uno degli spettacoli più belli e di maggior richiamo naturalistico del Parco. La passeggiata inizia da Morigerati con una bellissima mulattiera in pietra ed in parte scavata nella roccia che, dopo una serie di tornanti in discesa, porta fino all'ingresso della grotta. Da qui si entra con una stretta scaletta in pietra e si oltrepassa il profondo e spettacolare canyon, scavato dal fiume, con due ponticelli in legno. All'esterno , poi, il fiume offre delle suggestive vedute lungo la gola, dove acque limpide e fresche formano scorrendo tra profonde e suggestive pozze, rapide e cascate. Tutta la zona per la sua straordinaria bellezza paesaggistica e naturalistica merita una sosta prolungata. 15