ITINERARIO 1

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ITINERARIO 1
ITINERARIO 1
C'era una volta il mare Da Velia a Punta del Telegrafo
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Marina di Ascea
circa 2 Km (andata e ritorno)
1 ora
in pianura
10 m.
primavera-estate
facile
scarpe da trekking, acqua, torcia elettrica, costume,
macchina fotografica
Principali emergenze
duna costiera, sito di genista cilentina, torre costiera,
area archeologica di Velia.
Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, S.S. 18
di partenza
direzione Paestum, variante SS 18 uscita Vallo Scalo,
direzione Marina di Ascea.
Quando gli ultimi dinosauri stavano per scomparire, in fondo al mare iniziarono a
depositarsi i primi sedimenti che avrebbero dato origine alle rocce che oggi formano
la scogliera di Punta del Telegrafo, ben 65 milioni di anni fa. Per milioni di anni i
sedimenti continuarono ad accumularsi e a sovrapporsi, fino a quando le immani
forze tettoniche li spinsero fuori dall'acqua comprimendoli e ripiegandoli: come
Venere dal mare era nato il Cilento. Dal mare arrivarono anche i Focei, fondatori di
Elea che, ben presto, divenne faro di cultura e civiltà per l'intero mondo occidentale.
Attratti dalla bellezza del luogo e dagli approdi naturali, i Focei si insediarono presso
una sorgente che consacrarono alla ninfa Yele, da cui derivò il nome dell'antica e
rinomata città di Elea. Il quartiere meridionale con i resti del porto, il pozzo sacro, le
terme romane, e, più in alto, l'anfiteatro, la chiesa paleocristiana, la torre angioina e
Porta Rosa ripercorrono i tanti secoli di splendore che ha vissuto questo territorio.
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ITINERARIO 2
La Costa delle Sirene Punta Licosa e Museo del Mare
Costa di Castellabate e Pollica (Ogliastro Marina e
Pioppi)
Lunghezza
circa 2 Km
Tempo di percorrenza
4 ore circa (per punta Licosa)
Dislivello
10 m.
Quota massima
10 m.
Periodo consigliato
tutto l'anno
Difficoltà
facile
Equipaggiamento
scarpe da trekking, borraccia, costume, binocolo,
macchina fotografica.
Principali emergenze
pineta litoranea, torri costiere, palazzo marchesale del
XVIII secolo, palazzo Vinciprova a Pioppi.
Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione
di partenza
Paestum uscita Agropoli, SP per S. Maria di Castellabate,
bivio per Ogliastro Marina.
Area
Secondo le antiche fonti il promontorio di Licosa prende il nome da quello della
sirena Leucosia che qui si inabissò per amore di Ulisse. In realtà sembra che le sirene
fossero due: Leucosia e Leukotea. Omero, infatti, parla esattamente del promontorio
"delle due sirene", a proposito del viaggio di Ulisse. Basterebbe già questa leggenda
per giustificare il fascino particolare che caratterizza questo luogo. In più, la
splendida pineta che si affaccia sul mare e le numerose calette ciottolose che
sembrano quasi intagliate lungo il litorale roccioso, rendono la visita particolarmente
interessante e piacevole. Come un vero e proprio terrazzo il promontorio di Licosa si
protende sul mare con la sua macchia mediterranea, i suoi ruderi, le sue
testimonianze della costante presenza umana riscontrabile già all'epoca greca e poi
continuata in epoca romana e fino ad oggi. Gli spettacolari acquari del Museo del
Mare di Pioppi, infine, consentono al visitatore di gettare uno sguardo al mondo
sommerso e alle forme di vita presenti nel mare a diverse profondità.
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ITINERARIO 3
II Castello fantasma II Monte di Capaccio Vecchio
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Principali emergenze
Come raggiungere il
punto di partenza
Capaccio e il Monte Soprano
circa 4 Km (solo andata)
3 ore
200 m.
383 m.
tutto l'anno (preferibilmente da primavera a ottobre)
facile
scarpe da trekking, acqua, binocolo, macchina fotografica.
Santuario della Madonna del Granato (IX sec.), Ruderi del
castello (XII sec.), ampie vedute panoramiche.
Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione
Paestum, SS 166 per Roccadaspide e si seguono le
indicazioni per il Santuario della Madonna del granato.
Seminascosto tra le rocce e la vegetazione del Monte di Capaccio Vecchio i ruderi del
castello omonimo dominano ampiamente la sottostante pianura di Paestum. Salire fin
quassù significa accostarsi ad un pezzo di storia cilentana che ci riporta alla congiura
dei Baroni contro il potente Federico II conclusasi tragicamente nel 1246. Ma vuol
dire anche fermarsi estasiati davanti ad un panorama incantevole che si apre come un
immenso anfiteatro dove la natura si interseca con la presenza umana,
particolarmente evidente nei campi squadrati, nei centri abitati, nelle strade e nei
canali che tagliano la piana. Da qui pochi temerari si involano con i loro deltaplani
per guardare il paesaggio così come lo guardano gli uccelli che abitano le rupi di
queste montagne. Nota: A Paestum e possibile visitare la zona archeologica e il
museo.
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ITINERARIO 4
II Monte Cilento Monte della Stella e Rocca Cilento
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Monte della Stella
3,6 Km (andata e ritorno)
2 ore circa (per la cima del Montestella)
700 m.
1131 m.
primavera-autunno
medio
scarpe da trekking, borraccia, binocolo, macchina
fotografica.
Principali emergenze
culto delle pietre, cappella della Madonna della Stella,
punti panoramici, ruderi di fortificazioni, centro storico
di Rocca Cilento e il castello.
Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione
di partenza
Paestum, variante SS 18 uscita Omignano Scalo poi bivio
per Omignano.
Il nome che oggi designa il territorio del Parco ha avuto la sua origine proprio sulla
montagna che oggi è conosciuta come Monte della stella. Oggi, come in passato, è
considerata un punto particolarmente favorevole per il controllo della costa cilentana
e del tratto di mare antistante ad essa. Nel XII secolo le fortificazioni costruite sulla
montagna perdono di importanza a beneficio di uno dei centri sorti lungo i suoi
crinali: Rocca Cilento. Il castello ivi costruito è ancora ben conservato e testimonia
l'epopea feudale dei Sanseverino, durata fino al 1552. Desta fascino anche il resto del
paese che proprio in perfetta armonia con il castello, conserva ancora inalterata
quell'antica colorazione tipica delle abitazioni cilentane.
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ITINERARIO 5
Le Perle del Cilento Le grotte e il centro storico di Castelcivita
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Principali emergenze
Comune di Castelcivita
2 Km
1 ora (all'interno della grotta)
----.
94 m.
tutto l'anno
facile
K-way, binocolo, macchina fotografica.
spettacolari concrezioni Carsiche nella grotta, risorgenza del
mulino, grotta dell'Ausino, punti panoramici sulla valle del
Calore, torre angioina XIII sec., Chiesa di S. Cono XV sec.,
chiesa di S. Nicola XVII sec.
Come raggiungere il Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 uscita
punto di partenza
Capaccio Scalo, bivio per Roccadaspide, bivio per
Castelcivita.
Le grotte mostrano un incantevole paesaggio sotterraneo. La forza dell'erosione
carsica sui calcari del Cretacico superiore (periodo coincidente con la scomparsa dei
dinosauri) è qui documentata in tutta la sua maestosa potenza. Reperti fossili
testimoniano che le grotte costituiscono un primo e sicuro rifugio per l'uomo nel
Paleolitico superiore (circa 40.000 anni fa). Esse sono un susseguirsi di gallerie,
saloni, strettoie e pozzi che danno vita a forme uniche nel loro genere: la sala del
castello, la sala del coccodrillo, la sala degli ortaggi, la Pagoda sono solo alcuni
esempi. A pochi km dalle grotte ed aggrappata ad uno sperone roccioso, Castelcivita
domina la sottostante vallata del Calore. Simbolo del paese è una torre di
avvistamento costruita alla fine del XIII sec., che attualmente ospita una mostra sulla
civiltà contadina. Nel centro storico si possono ammirare interessanti portali in pietra,
si incontrano antiche chiese e conventi e i ruderi dell'antico castello.
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ITINERARIO 6
Nel cuore della Terra e della Memoria
La gola del torrente Sammaro e Roscigno Vecchio
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Comuni di Sacco e Roscigno
2 Km
2 ore (riferito alla sola escursione nella gola)
400 m.
700 m.
primavera-autunno
media
scarpe da trekking, borraccia, binocolo, macchina
fotografica, maglioncino.
Principali emergenze
gola e risorgenza del torrente Sammaro, borgo
abbandonato di Roscigno vecchio, museo etnografico.
Come raggiungere il punto di Autostrada A3 SA-RC uscita per Teggiano, poi strada
partenza
per la Sella del Corticato fino a Sacco.
Scendere nella gola del Sammaro è come entrare nelle viscere della terra da dove,
invece che fuoco, sgorga acqua limpida e fresca che leviga le rocce calcaree del
fondo rendendole candide e scivolose. Lo spettacolo è sublime nella sua selvaggia
bellezza ed offre sensazioni irripetibili. Altrettanto irripetibile è il fascino irradiato
dal borgo-fantasma di Roscigno Vecchio, abbandonato circa un secolo fa, che ora
torna ad animarsi grazie al rinnovato interesse per le radici e la cultura delle genti
cilentane, le cui memorie e testimonianze sono accuratamente e gelosamente
custodite nel piccolo Museo Etnografico allestito nel paese. La piazza antistante la
chiesa con il Bar Roma, la fontana circolare in pietra e la presenza di Zì Dorino,
unica abitante rimasta nel borgo, sembra un grande palcoscenico che attende con
impazienza chi può farlo rivivere anche solo per un'ora.
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ITINERARIO 7
L'antico sentiero dei pellegrini da Novi Velia al Monte Gelbison
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Novi Velia e il Monte Gelbison
7 Km.
8 ore
1000 m.
1706 m..
aprile-ottobre
media-alta
scarpe da trekking, maglioncino, borraccia, binocolo,
macchina fotografica.
Principali emergenze
il torrente Torna, il castagneto e la faggeta, le sorgenti di
Fiumefreddo, il Santuario della Madonna di Novi, i
"Monti di Pietà".
Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita battipaglia, SS 18
di partenza
direzione Paestum, Variante SS 18 uscita Vallo della
Lucania, bivio per Novi.
Laddove il Monte è Sacro, laddove è presente uno dei santuari più visitati di tutta la
Campania, il Santuario della Madonna di Novi, c'è la possibilità di percorrere uno dei
tanti sentieri, il più significativo, che conduce sulla vetta del Monte Gelbison. Già,
Gelbison, che in arabo significa "Montagna dell'Idolo", perché questa montagna è
sacra già prima che i Monaci Basiliani nel X sec. fondassero questo santuario sulla
vetta. La sacralità dei luoghi si avverte già all'imbocco del sentiero dove tra la folta e
suggestiva vegetazione il torrente Torna scorre saltellando qua e là tra i massi di
arenarie formando una successione di pozze e cascatelle. La si tocca anche alla
"Sorgente di Fiumefreddo" dove un'acqua sempre limpida e fresca sgorga presso
un'effigie della Vergine. Una sacralità che si percepisce, inoltre, nelle parti alte del
sentiero quando due grosse cataste di pietre con una croce sommitale, i cosiddetti
"Monti di Pietà" ci ricordano la forte devozione delle antiche genti.
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ITINERARIO 8
Nel regno della lontra - Le gole del fiume Calore
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Gole del Calore tra Felitto e Magliano Nuovo
circa 8 Km (andata e ritorno)
4-5 ore
tranne alcuni tratti, il sentiero si trova alla stessa quota.
700 m.
primavera-autunno
media
scarpe da trekking, borraccia, maglioncino, binocolo,
macchina fotografica.
Principali emergenze ponti medievali a schiena d'asino,la grotta di "Bernardo",
emergenze botaniche e geologiche.
Come raggiungere il Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione per
punto di partenza
Paestum poi SS 166 per Roccadaspide e Felitto, o SP per
Magliano Nuovo.
E' la signora dei fiumi. E' la regina incontrastata delle acque limpide. E' la lontra.
Questo simpatico mustelide ha trovato una calorosa ospitalità negli ambienti fluviali
del Parco, e, in particolar modo nel fiume Calore. Questo, per la sua bellezza e per la
suggestione dei luoghi che attraversa è il "Fiume Principe" del Parco. Tra i paesi di
Felitto e Magliano Nuovo, poi, raggiunge l'apice della sua spettacolarità. Qui il
Calore va ad infiltrarsi tra pareti rocciose acclivi che ricadono direttamente nel letto
fluviale quasi volessero imprigionarlo e lo scorrere turbolento delle sue acque dopo
migliaia di anni ha scolpito nella roccia tante "opere d'arte": marmitte dei giganti,
campi carreggiati, conche laterali. E "Madre Natura", non ancora contenta di tanta
bellezza ha completato la sua opera con una folta vegetazione che durante l'anno lo
arricchisce con una molteplicità di colori. Nel corso delle epoche passate le antiche
genti locali hanno lasciato tracce indelebili della loro civiltà: i due stupendi ponti
medievali a schiena d'asino.
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ITINERARIO 9
II mistero dell'Antece e la Grotta di S. Michele Arcangelo
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Comune di S. Angelo a Fasanella e Costa Palomba
1 Km
3 ore
100 m.
1125 m.
primavera-autunno
media
scarpe da trekking, maglioncino, borraccia, binocolo,
macchina fotografica.
Principali emergenze
scultura rupestre dell'Antece, tracce di costruzioni
preistoriche, fenomeni carsici, la faggeta, grotta di S.
Michele Arcangelo.
Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita Petina, SP Transalburnia
di partenza
direzione S. Angelo a Fasanella.
Chi ha scolpito l'Antece, il misterioso guerriero di "Costa Palomba"? Sembra che
questo remoto luogo dei Monti Alburni sia stato frequentato fin dalla Preistoria. Di
certo è stato un luogo sacro per le popolazioni lucane che abitavano questi monti e
che, forse, proprio qui svolgevano i loro riti religiosi. L'enigmatica scultura sembra
posta a guardia delle bellezze naturali che rendono gli Alburni così affascinanti e
misteriosi: i faggi imponenti, le rocce a strapiombo, le grotte, gli inghiottitoi, la
presenza del lupo, i panorami mozzafiato e, più a valle, i centri abitati con la loro
storia e i loro monumenti. Uno dei più significativi è, senza dubbio, la Grotta di S.
Michele, una chiesa rupestre ancora ben conservata. Qui la stratificazione della storia
ha lasciato le sue orme nelle preziose statue di santi che adornano la cappella e che la
rendono un vero e proprio scrigno di cultura e di antiche memorie.
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ITINERARIO 10
Santuario rupestre di S. Mauro Martire
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Principali emergenze
Come raggiungere il
punto di partenza
Capizzo e monte Chianiello
3 Km
3 ore
450 m.
1100 m.
tutto l'anno
media
scarpe da trekking, acqua, torcia elettrica maglioncino,
macchina fotografica.
lecceta d'alta quota, la morfologia dei versanti montuosi:
tipico relitto dell'era quaternaria, il Santuario rupestre di
S. Mauro costruito intorno ad una grotta.
Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione
Paestum, SP Capaccio-Magliano.
Circondata dal verde intenso della lecceta, aggrappata ad una scarpata calcarea ed
elevata rispetto alla posizione del paese che sembra voler proteggere dall'alto: è il
Santuario rupestre di S. Mauro Martire. Il santuario è situato a SE della vetta di
Monte Chianello e sovrasta Capizzo, una piccolissima frazione di Magliano Vetere. Il
sentiero che porta alla cappella si snoda lungo un tracciato attraverso il quale ogni
anno, la mattina del 1 luglio, gli abitanti del luogo con una caratteristica processione
conducono la statua del Santo Protettore al santuario. Lungo l'ascesa di tanto in tanto
la lecceta lascia il posto sia a vedute panoramiche sull'alta valle del fiume Alento che
permette di osservare trasversalmente i versanti del Monte Chianello, perfettamente
rettilinei e originati nelle Ere Glaciali del Quaternario, sia vedute dal basso del
santuario aggrappato all'omonima rupe. L'itinerario può essere prolungato con una
escursione sulle favolose creste della catena montuosa e con visita alla cappella
rupestre di S. Lucia a Magliano Vetere.
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ITINERARIO 11
A guardia del Cilento : S. Severino di Centola e Roccagloriosa
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Principali emergenze
Valle del fiume Mingardo
3 Km
1 ora per S. Severino e 1 ora per Roccagloriosa
450 m.
1100 m.
tutto l'anno
facile (visita ai due centri storici)
binocolo, macchina fotografica.
Punti panoramici sulla gola del fiume Mingardo: "la Gola
del Diavolo", borgo abbandonato di S. Severino, scavi
archeologici di Roccagloriosa.
Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita battipaglia, SS 18 direzione
di partenza
Paestum, variante SS 18 uscita Futani, proseguimento per
Massicelle e stazione di Centola.
Nel corso dei secoli, man mano che il Cilento veniva preso d'assalto da continue
scorrerie di tanti popoli provenienti dal mare, gli abitanti locali provvedevano a
difendersi edificando nei luoghi più impervi ed elevati. E' così che sorse
Roccagloriosa nel IV-V sec. a.c. Ed è così che sorse anche S. Severino parecchi
secoli dopo. Ma ciò che colpisce è il fatto che questi luoghi si riuscivano ad osservare
sia l'uno con l'altro che con le torri costiere: insomma non era facile invadere questo
territorio. Oggi questi luoghi ci lasciano il segno di tanti secoli passati, di tante
avventure, di tanta civiltà, che si possono leggere nel castello, nel palazzo baronale,
nelle abitazioni di S. Severino, nelle tombe lucane di Roccagloriosa. Ieri avamposti
difensivi, oggi "avamposti paesaggistici", perché da questi luoghi si riescono a
dominare dall'alto incredibili forre, maestose montagne che si diradano fino a mare e
dolci colline, come se non avessero ancora perso quella loro antica funzione
difensiva, anzi la conservano per proteggere questo pezzo di natura cilentana.
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ITINERARIO 12
La Valle solitaria
Laurino e la Grava di Vesalo
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Principali emergenze
Come raggiungere il punto
di partenza
Laurino e la Valle Soprano
6 Km
2-3 ore (solo andata)
450 m.
580 m.
primavera-autunno
media
scarpe da trekking, K-way, borraccia, binocolo,
macchina fotografica.
Centro storico di Laurino, la chiesa di S. Elena, il fiume
Calore, le sorgenti di Gorgonero, il bosco di faggi, la
grava di Vesalo.
Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18
direzione Paestum, SP Capaccio-Magliano.
Scavalcando un bel ponte medievale ad arco, a valle del centro storico di Laurino, si
raggiunge la chiesa di S. Elena, in località Gorgonero, dove una sorgente getta le sue
acque nel fiume Calore. Ed è proprio qui che inizia la risalita della solitaria e
selvaggia valle Soprana, tra le guglie rocciose dello Scanno del Tesoro, tra vecchi
casolari e splendidi boschi di faggio. Al culmine della valle, in una piccola conca
erbosa circondata da faggi, si apre una profonda e spettacolare voragine, la Grava di
Vesalo, l'inghiottittoio entro cui si getta il torrente Milenzio. E' uno dei tanti fenomeni
carsici prodotti sulle rocce calcaree e presenti nell'intera area. In alternativa a questo
percorso, una strada al disotto dell'abitato di Laurino e sterrata sull'ultimo tratto,
permette di giungere a pochi metri dalla grava.
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ITINERARIO 13
La selvaggia bellezza della natura: la Grotta e la risorgenza dell'Auso
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Principali emergenze
Comune di Ottati
1 Km
2 ore
80 m.
280 m.
tutto l'anno
media
scarpe da Trekking, binocolo, macchina fotografica.
La grotta e la risorgenza dell'Auso, la risorgenza della
Festala, la cascata, il ponte in pietra a schiena d'asino, il
Vecchio Mulino.
Come raggiungere il punto Autostrada A3 SA-RC uscita Petina, SP Transalburnia
di partenza
direzione Ottati e S. Angelo a Fasanella.
Lungo la strada che circonda gli Alburni, tra gli abitati di Ottati e S.Angelo a
Fasanella, si costeggia sulla destra la spettacolare risorgenza carsica dell'Auso che
raccoglie e drena le acque sotterranee provenienti dall'intero settore centrale del
massiccio montuoso. Imboccando una stradina all'altezza di S. Angelo a Fasanella
che conduce all'omonimo torrente, si arriva all'inizio del percorso, dove la selvaggia
bellezza della natura è stata completata dall'opera dell'uomo. Scavalcando un
caratteristico ponte in pietra a schiena d'asino si arriva nei pressi del Vecchio Mulino,
alimentato dalle stesse acque dell'Auso, che più in alto fornivano l'energia per
mettere in rotazione la turbina della vecchia centrale idroelettrica. Entrambi tipici
esempi di archeologia industriale. Oltre alla risorgenza dell'Auso, sulla sua sinistra
orografica ed all'incirca alla stessa quota, è presente la risorgenza della Festola, che
rappresenta uno scarico di troppo pieno dell'Auso, attivandosi solo in concomitanza
di grossi eventi meteorici.
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ITINERARIO 14
La Valle dei Mulini. Un percorso tra storia e natura
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Principali emergenze
Come raggiungere il
punto di partenza
Stio Cilento e la valle del torrente Gaudo
2 Km (solo andata)
2 ore
253 m.
675 m.
primavera-autunno
media
scarpe da trekking, borraccia, macchina fotografica.
Centro storico, la chiesa di S. Pietro e Paolo, il bosco di
cerri, il torrente Gaudo, gli antichi mulini ad acqua.
Autostrada A3 SA-RC uscita Battipaglia, SS 18 direzione
Paestum, variante SS 18 uscita Vallo della Lucania,
proseguimento per la SP per Pellare e Stio Cilento.
Stio Cilento situato a circa 675m. s.l.m. ai piedi di una collina adornata dal verde dei
castagneti, tra il fiume Alento ed il Calore, è famoso soprattutto per la Fiera della
Croce, la più nota e antica fiera cilentana, che ogni anno il primo settembre richiama
gente da ogni parte del Cilento. Al centro del paese, probabilmente fondato dai
monaci benedettini, domina la Chiesa di S. Pietro e Paolo costruita nel XIII secolo
che, dalla splendida facciata romanica, da inizio all'itinerario. Un percorso tra storia e
natura alla scoperta dell'uomo e delle sue attività che hanno modellato il paesaggio e
che dopo secoli è tornato nelle mani della natura. Numerose sono le tracce della
passata civiltà contadina che si possono incontrare lungo il percorso: gli spazi urbani,
le abitazioni, le case degli animali, gli orti, i terreni coltivati, i terreni a pascolo, i
casolari rurali, il bosco di cerri. Inoltrandosi fuori dal paese verso le pendici della
collina si arriva sul torrente Gaudo nella famosa Valle dei Mulini, caratterizzata dalla
presenza di antichi mulini ad acqua.
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ITINERARIO 15
Nelle viscere della Terra: Morigerati e la grotta del Bussento
Area
Lunghezza
Tempo di percorrenza
Dislivello
Quota massima
Periodo consigliato
Difficoltà
Equipaggiamento
Comune di Morigerati
1 Km
1 ora
130 m.
272 m.
primavera-autunno
media
scarpe da trekking, borraccia, torcia elettrica, binocolo,
macchina fotografica.
Principali emergenze
castello baronale, Museo della Civiltà Contadina, grotta
e risorgiva del Bussento, la foresta ripariale, il mulino
ad acqua.
Come raggiungere il punto di Autostrada A3 SA-RC uscita Padula, SP Bussentina
partenza
direzione Policastro uscita Caselle in Pittari, bivio per
Morigerati.
Il fiume Bussento che nasce dal versante meridionale del monte Cervati, in
prossimità di Caselle in Pittari si inabissa in un colossale inghiottitoio per riapparire,
dopo aver percorso il suo viaggio misterioso nelle viscere della terra, pochi
chilometri più a sud, sotto l'abitato di Morigerati. La zona offre uno degli spettacoli
più belli e di maggior richiamo naturalistico del Parco. La passeggiata inizia da
Morigerati con una bellissima mulattiera in pietra ed in parte scavata nella roccia che,
dopo una serie di tornanti in discesa, porta fino all'ingresso della grotta. Da qui si
entra con una stretta scaletta in pietra e si oltrepassa il profondo e spettacolare
canyon, scavato dal fiume, con due ponticelli in legno. All'esterno , poi, il fiume offre
delle suggestive vedute lungo la gola, dove acque limpide e fresche formano
scorrendo tra profonde e suggestive pozze, rapide e cascate. Tutta la zona per la sua
straordinaria bellezza paesaggistica e naturalistica merita una sosta prolungata.
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