Incontro auguri di Natale 2016 presidente Camera Laura Boldrini

Transcript

Incontro auguri di Natale 2016 presidente Camera Laura Boldrini
Incontro auguri di Natale 2016 presidente Camera Laura Boldrini-Associazione
stampa parlamentare.
Intervento presidente Asp
Signora presidente della Camera, segretaria generale, colleghe e colleghi, signore e
signori
Gli eventi politici che hanno contrassegnato gli ultimi giorni, ci proiettano in 2017
che si annuncia carico di incognite e di interrogativi, destinato in ogni caso ad essere
l’ultimo anno dell’attuale legislatura. Proprio per questo tutto ruota intorno agli
obiettivi e alla durata del nuovo governo, nato con l’intento di accompagnare il
Parlamento nell’esame di una nuova legge elettorale, che consenta di avere un
sistema omogeneo tra Camera e Senato, ma alle prese con una serie di questioni
delicate sul piano interno ed internazionale: le criticità del sistema bancario; le
attese delle popolazioni colpite dal terremoto; l’equilibrio dei conti pubblici e il
conseguente confronto con l’Unione europea, che riguarda anche il cruciale tema
dell’immigrazione; la presidenza del G7. Temi che si inseriscono in un contesto di
quotidianità caratterizzato dal disagio del ceto medio; dalla disoccupazione giovanile
e non solo; da flussi migratori che, a torto o a ragione, spesso vengono percepiti
come una minaccia. Insicurezze e paure che secondo alcuni osservatori avrebbero
contribuito alla vittoria dei no nel referendum del 4 dicembre scorso. E’ un quadro,
questo, di fronte al quale occorre voltare pagina e dare al più presto la parola agli
elettori per scegliere nuovamente da chi essere governati? Oppure il rischio è quello
di trovarsi in presenza di una campagna elettorale permanente, con il pericolo di
lacerare ulteriormente il tessuto politico, economico e sociale?
Chi ha votato sì o no al referendum costituzionale con molta probabilità lo ha fatto
non solo per rispondere sul merito del quesito, forse assai frettolosamente e
colpevolmente lasciato sullo sfondo. Di sicuro ha comunque dimostrato una
notevole voglia di partecipazione, che la politica non può lasciare senza risposte,
magari proprio partendo da quelli che oggi appaiono come fallimenti e sconfitte, per
riproporre valori e idee forti. Innanzi tutto per quanto riguarda le riforme. La
bocciatura del progetto di modifica costituzionale non fa venir meno l’esigenza di
costruire i pilastri di una democrazia decidente, rispettosa comunque dell’equilibrio
tra i vari poteri. Sarà inevitabilmente la prossima legislatura a valutare se e come
rimettere mano alla Costituzione, che negli anni è stata comunque rivista in
numerosi articoli, ma nel frattempo andrà in ogni caso valutata la necessità di
intervenire a breve termine sui regolamenti parlamentari e nell’immediato
occorrerà approvare una nuova legge elettorale. Sarà possibile, e come, conciliare le
esigenze della rappresentatività con quelle altrettanto cogenti della governabilità e
dell’alternanza? E come potranno essere individuate forme che consentano ai
cittadini di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, evitando vizi e
degenerazioni a cui si è assistito anche in un recente passato?
Ma scrivere o riscrivere le regole del gioco non è soltanto questione di tecnicalità più
o meno raffinate, richiede uno spirito costituente che sappia guardare con visione
lungimirante oltre i contingenti interessi di parte. In questo contesto, nel rispetto
naturalmente di forze politiche nuove che si propongono agli elettori, quanto c’è
bisogno di ricostruire, e con quali modalità, una destra liberal-popolare e una
sinistra riformista, capaci di coniugare i loro rispettivi valori con le esigenze della
società del terzo millennio? Come immaginare forze politiche che, senza riproporre
modelli che ormai appartengono al passato, sappiano comunque ritrovare sedi di
confronto, di dibattito, di elaborazione culturale, di formazione e di selezione delle
classi dirigenti, facendo convivere tutto ciò anche con la presenza di leadership
forti? Può la dialettica politica trovare spazio soltanto nei talk show o essere
affidata in modo prevalente alla rete e ai social, dove purtroppo spesso la libera
circolazione delle opinioni lascia spazio allo scambio di insulti e di invettive e
diventa il canale attraverso il quale veicolare la post-verità?
Si tratta di una serie di sfide che si pongono non solo su scala nazionale, ma anche a
livello globale e che chiamano in causa naturalmente un’Europa che tende sempre
più a chiudersi in se stessa, preoccupata di costruire muri piuttosto che di elaborare
strategie, che sappiano affrontare gli orizzonti apertisi proprio dopo la caduta di un
Muro, quello di Berlino, che l’Occidente contribuì ad abbattere anche con le armi di
quei valori etici e democratici che furono alla base della nascita dell’Unione. Nel
2017, in Italia verranno celebrati i sessant’anni dei Trattati di Roma. Sarà finalmente
l’occasione per riaccendere i motori dell’Unione europea? Oppure ancora una volta
troverà spazio soltanto la retorica delle buone intenzioni, rimanendo in attesa di
capire se negli appuntamenti elettorali previsti in vari Stati nei prossimi mesi si sarà
riusciti o meno a contenere l’ennesima avanzata delle cosiddette forze populiste?
Signora presidente della Camera, nel ringraziarLa per questa nuova occasione di
incontro e di confronto, anche a nome dell’Associazione stampa parlamentare che
mi onoro di rappresentare, Le rivolgo gli auguri di un buon Natale e di un sereno
2017, estendendoli alla segretaria generale, Lucia Pagano, al Collegio dei questori,
all’intero Ufficio di presidenza, all’Amministrazione della Camera, al capo ufficio e
agli addetti stampa che ringrazio per la collaborazione e al personale in tutte le sue
componenti.
Roma, 15 dicembre 2016