A003214 IL NUMERO PROIBITO stiamo parlando di quanti partner

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A003214 IL NUMERO PROIBITO stiamo parlando di quanti partner
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FONDAZIONE INSIEME onlus.
Da il corriere della sera del 25/7/2015, <<IL NUMERO
PROIBITO>> di Maria Teresa Veneziani, giornalista.
Per la lettura completa del pezzo si rinvia al quotidiano
citato.
Dirlo o saperlo è pericoloso? È più difficile da accettare se riguarda una donna?
Stiamo parlando di quanti partner sessuali abbiamo avuto.
E non è così semplice.
Qual è il numero proibito?
La domanda decisamente intima è
rilanciata dall’ultima commedia sexy-sentimentale Trainwrek, Quel
disastro di ragazza.
La bionda Amy Schumer interpreta una donna in carriera,
eterna festaiola, felicemente single, almeno fino a quando non
realizza di essersi innamorata di Bill Hader, bravo ragazzo che
resta sconvolto quando apprende il numero di uomini con cui lei è
andata a letto.
In realtà, Bill non scopre esattamente quanti, perché alla
domanda precisa, lei ribatte: «Quest’anno?».
Il film ha avuto un esordio ben superiore alle aspettative,
incassando 30,2 milioni di dollari con la rivista Slate.com che
ripropone il dibattito: «Gli uomini sono davvero interessati al
numero di partner con cui le loro fidanzate hanno dormito?».
La risposta è «no» a sentire gli intervistati, tutti tra i 18
e i 35 anni.
Posto che è quasi impossibile stabilire quale sia il concetto
di tanto, un 32enne sposato da 12 anni butta lì una ventina, forse
influenzato da Anna Paris nel film del 2011 What’s Your Number?
«20 è il numero che separa uno spirito libero dalle cause
perse».
Un 32enne fidanzato dice di preferire una donna che ha avuto
più partner rispetto a nessuno.
Niente più giudizi morali, dunque?
Ma è davvero così anche in Italia?
Sembrerebbe di sì se si interpellano amici e colleghi
milanesi.
«Non m’importa», taglia corto Stefano impiegato 40enne.
«Ma perché, c’è ancora qualcuno che soffre di gelosia
retroattiva?» ribatte un intellettuale over 50.
«Sarebbe come andare in un ristorante e voler sapere in
quanti sono stati a mangiare lì».
Tutto bene, o quasi.
Perché poi da noi vige la doppia
morale.
Ne è convinta Chiara Simonelli, docente di psicopatologia del
comportamento sessuale alla Sapienza:
«Alcuni tabù —spiega— sono caduti anche tra i 60enni. Un
40enne o un 20enne non si aspetta certo di trovare una compagna
senza esperienza».
Da qui a digerirne tante, però, la questione cambia.
«Una 16enne che ha avuto molte storie di letto è definita una
ragazza facile, brutto termine ancora in voga.
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Se si tratta di un ragazzo, invece, è uno che ci sa fare».
Un cambiamento forte c’è stato: «Il valore della verginità è
crollato. Quello che veniva considerato un punto di riferimento
condiviso anche dai i maschi -che non si azzardavano più di tanto
a insistere con la fidanzatina- non interessa più», continua
Simonelli, citando la 35enne lasciata dal fidanzato quando ha
scoperto che lei non aveva avuto rapporti <<spaventato dalla
responsabilità>>.
31 il numero medio di partner sessuali avuti da un uomo secondo una ricerca dell’Università
di Alberta, in America.
Sul comportamento, però, scatta la doppia morale.
<<La stessa ragazzina viene giudicata diversamente a seconda
che abbia avuto duo o tre relazioni serie o tante con partner
sempre differenti>>.
<<Cerco di far capire alle ragazze che non devono buttarsi
via dal punto di vista fisico e psicologico>> interviene
Alessandra Graziottin, direttrice del centro di ginecologia e
sessuologia del San Raffaele Resnati.
«C’è una promiscuità impensabile rispetto a 10 anni fa»,
prosegue.
Lo testimonia l’aumento delle malattie sessualmente
trasferibili a cui si aggiungono le patologie che passano sotto il
termine di ipersessualità dovute alla pornografia sul web.
Che cosa risponderebbe una donna alla domanda di Bill Hader?
«Oggi è facile trovare ventenni che hanno avuto anche 10/15
partner -prosegue la ginecologa-. “Ma -dicono- io sono
fedelissima”.
Il punto è che queste relazioni basate sull’attrazione fisica
non durano più di 3-6 mesi.
E spesso lei finisce a letto già la
prima sera, magari con tre selfie nel mentre».
Dire che il comportamento sessuale non pesa più fa un danno
alle giovani generazioni.
Ne è convinta Graziottin: «Quando passiamo dal gioco della
seduzione alla vita progettuale (famiglia, matrimonio e figli o
lavoro) un atteggiamento molto libertino nella donna continua a
incidere, seppure meno che in passato. La ragazza che posta 10
selfie con 10 ragazzi e poi cerca lavoro rischia perché la prima
cosa che fanno le aziende è guardare il profilo pubblico».
In Italia esiste una differenza di genere che diamo alla
promiscuità.
<<Il maschio resta cucador, la donna può essere libertina,
giudizio morale colto, altrimenti se si usa un’altra parola resta
marchiata: la lettera scarlatta>>
Dividere e moltiplicare.
La psicologa: tutti tendono a mentire.
Per gli uomini il numero va diviso a metà, per le
donne va moltiplicato per tre.
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Uno studio condotto dall’Universìty of Alberta stabiliva 31
partner in media per gli uomini e 9 scarsi per la donna, lasciando
intendere, però, che sull’argomento tutti mentono.
«Gli uomini tendono a moltiplicare per due, le donne a
dividere per tre -scherza Chiara Simonelli-.
La virilità è ancora un punto fermo per l’uomo che, va detto,
viene assalito dall’ansia di fronte a una donna troppo esperta, é
lui che giudica se stesso».
Tuttavia certi segnali non sono da sottovalutare, sottolinea
Graziottin:
«Uno stile super disinvolto oppure un’affettività più stabile
possono diventare elementi predittivi. Se una donna vive una
promiscuità gioiosa è difficile che poi possa fare a meno di quel
tipo di eccitazione fisica e mentale, il progetto di vita è molto
importante.
Per il divertissment nessuno si fa il problema di
quanti partner hai avuto, se la prospettiva è la famiglia comincia
a fare la differenza».
Ma gli americani insistono:
«Gli uomini dovrebbero smetterla di pensare al numeri e
concentrarsi sulla qualità del rapporto», si accalora Emma
Tessler, co-fondatrice di Dating Ring. E suggerisce l’uovo di
Colombo: smetterla di contabilizzare i partner e concentrarsi sul
piacere.
I dati
• Interessante il dato dal Rapporto annuale sui single americani:
75,5 per cento (cioè 1.871 su 2.478 interpellati) sostiene di non provare alcun disagio
all’idea che la donna con la quale escono abbia avuto numerosi partner sessuali.
• Secondo una ricerca fatta da una università americana le donne dichiarano di aver
frequentato in media 9 partner.