"Stevie" Ray Vaughan

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"Stevie" Ray Vaughan
 L’artista del mese: Stevie Ray Vaughan Stephen "Stevie" Ray Vaughan (Dallas, 3 ottobre 1954 ‐ East Troy, 27 agosto 1990) È stato uno dei più grandi esponenti della chitarra blues americana. Benché durante la sua breve vita abbia pubblicato solo quattro album in studio e uno live, è noto come uno dei musicist i più dotati e influenti del suo genere. Inizia sin da piccolo a suonare la chitarra, seguendo le orme del fratello maggiore Jimmie (anche lui rinomato musicista, futuro chitarrista dei Fabulous Thunderbids). A diciassette anni abbandona la scuola per dedicarsi completamente alla musica. Vaughan è un musicista totalmente autodidatta, senza alcuna conoscenza della teoria musicale: suona, canta e compone "ad orecchio". Nel 1977 forma i Triple Threat Revue, assieme alla cantante Lou Ann Barton. Dopo i primi successi nei locali dell'area di Austin, il gruppo cambia nome in Double Trouble e Stevie Ray Vaughan ne diventa il leader. Oltre a lui, il gruppo comprende il batterista Chris Layton e il bassista Jackie Newhouse. Nel novembre del 1979 questa formazione incide un album che non verrà mai pubblicato ufficialmente. Iniziano le prime apparizioni radiofoniche importanti, una delle quali, avvenuta il 1º aprile 1980, sarà pubblicata dopo la morte del chitarrista nell'album In the Beginning, del 1992. Il 1983 è l'anno del debutto della band con il nome definitivo di Stevie Ray Vaughan & Double Trouble con l'album Texas Flood, inciso grazie al produttore John Hammond per la Columbia Records. Grazie anche all'aiuto di Jackson Browne che mette a disposizione gratuitamente i propri studi di registrazione[3], l'album viene registrato in soli tre giorni. Alcuni dei brani pubblicati sono stati interamente registrati in presa diretta, senza alcuna minima aggiunta o modifica successiva. Texas Flood ottiene presto consensi sia di crit ica, sia di pubblico, soprattutto grazie al singolo Pride and Joy, che entra nella classifica dei venti brani più venduti. È la svolta: improvvisamente i concerti per il gruppo si moltiplicano, divenendo centinaia all'anno. Il successo viene confermato e accresciuto con gli album successivi: Couldn't Stand the Weather e Soul to Soul. Il caratteristico stile di Stevie Ray Vaughan è spesso paragonato a quello di Jimi Hendrix, dal quale Vaughan ha, per sua stessa ammissione, tratto grande ispirazione, come dimostrato dalle numerose canzoni di Hendrix riproposte dall'artista. Altre influenze molto evidenti derivano dai bluesman Albert King, Freddie King, Chuck Berry, Buddy Guy e B.B. King, oltre a Kenny Burrell per i brani dalle atmosfere jazz.
Una particolarità del suono di Vaughan derivava dall'uso di corde di dimensioni molto superiori alla norma, di scalatura 0.13 e talvolta 0.14, fino ad arrivare a scalature estreme come la 0.17/0.70[4]. Renè Martinez, liutaio e tecnico di fiducia di Stevie Ray Vaughan, lo convinse ad abbandonare queste corde in favore di altre di dimensioni più convenzionali per evitare danni alle dita. Per ovviare a questi inconvenienti, Vaughan ricopriva i polpastrelli di colla Superglue, usata anche dai soldati americani in Vietnam per chiudere in emergenza le ferite in attesa di soccorsi[4]. Egli era inoltre solito accordare lo strumento un semitono sotto l'accordatura standard: questo rendeva meno dure le corde e dava alla stratocaster un suono meno aspro. L'abuso di alcol e la droga però fanno crollare il fisico di Vaughan, che durante una tappa del tour in Germania, nell'ottobre del 1986, viene colto da un collasso. Il ricovero in ospedale e il successivo periodo di disintossicazione in un centro della Georgia lo tengono lontano dalle scene per quasi due mesi. Sul finire del 1986 esce Live Alive!, il primo album live dell'artista. Nel gennaio del 1987 inizia un interminabile tour americano che durerà fino al 1988, buona parte svolto assieme al chitarrista Jeff Beck, con una breve interruzione solo per il mese di ottobre 1987. Tra giugno e luglio 1988 il tour fa tappa in Europa. Stevie Ray Vaughan torna ancora ad esibirsi in Italia: il 4 luglio è a Milano al Palatrussardi, il 6 luglio suona all'Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro, il 7 luglio è di nuovo a Milano per lo Hiotfin Festival ed infine è a Pistoia per il Pistoia Blues Festival l'8 luglio. Il ritorno in studio nel 1989 coincide con l'uscita dell'album In Step, con il quale vince un Grammy Award nella categoria Best Contemporary Blues Record, grazie anche al record raggiunto di più di un milione di copie vendute. La notte del 27 agosto 1990, dopo aver partecipato ad un grande concerto all'Alpine Valley Music Theater di Alpine Valley Resort, vicino a East Troy, nel Wisconsin, con Eric Clapton, Robert Cray, Buddy Guy e il fratello Jimmie, Stevie sale su un elicottero per tornare al suo albergo di Chicago. Come dichiarato in seguito dallo stesso Clapton, Vaughan, stanco per il concerto, chiede di prendere il posto di Clapton e partire per primo. Poco dopo il decollo però il velivolo si schianta contro una collina a causa della fitta nebbia e della poca esperienza del pilota in simili condizioni atmosferiche. Nell'impatto oltre allo stesso Stevie Ray Vaughan muoiono il pilota Jeff Brown e i membri dello staff di Eric Clapton Bobby Brooks, Nigel Browne e Colin Smythee. Nessuno si accorge dell'incidente fino alla mattina seguente, quando l'elicottero non giunge a destinazione. In seguito alla morte vengono pubblicati diversi album, tra i quali numerose raccolte e incisioni dal vivo ed un solo album di brani di studio inediti, The Sky Is Crying nel 1990, un album degno del livello dei precedenti, celebre per la formidabile interpretazione strumentale di Little Wing di Jimi Hendrix. Nel 1992 la Fender inizia la produzione della Stevie Ray Vaughan Signature Stratocaster, progettata assieme a Stevie poco tempo prima della sua morte. La chitarra è la replica commerciale della chitarra preferita da Stevie, che lui chiamava affettuosamente Number One o First Wife.