Il Cimone N. 01

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Il Cimone N. 01
il cimone
NOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI MODENA DEL CLUB ALPINO ITALIANO
BIMESTRALE - ANNO XXX - Nuova serie N. 1 - GENNAIO/FEBBRAIO 2007 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Modena - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci di Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa.
In ricordo di
Angelo Testoni
ha unito e animato il loro personale
rapporto, assolutamente non disgiunto
dall’impegno di un volontariato -per e
nella- società civile. Ho chiesto alla
Signora Rosy, che gentilmente ha
concesso, la possibilità di pubblicare
il suo intervento su “il cimone” il
notiziario dove, per anni, Angelo ogni
tanto interveniva per “correggere il
tiro”. Sono convinto che quanto
sottoscritto sia un ulteriore messaggio
che vada consegnato ai nuovi soci
volontari perché sia tenuto in debito
conto, perché questa è la strada
maestra, per il CAI di ieri, d’oggi e di
sempre…
Al termine dei lavori dell’Assemblea
dei Delegati del Gruppo Regionale
delle Sezioni del C.A.I. dell’Emilia
Romagna, tenutasi a Reggio Emilia il
28 ottobre u.s., nella Sala del Palazzo
del Capitano del Popolo, si è svolta
una solenne cerimonia per premiare
o ricordare, onorandone la memoria,
quei Soci che per anni hanno
rappresentato e incarnato gli ideali, le
regole e lo spirito del volontariato del
Club Alpino Italiano, nelle proprie
Sezioni, presso Enti Pubblici e privati
e più in generale nella società civile.
Per la nostra Sezione è stato ricordato,
a quattro anni dalla scomparsa, Angelo
Testoni “il Presidente di sempre…”.
La “Medaglia d’argento alla memoria”
è stata consegnata alla moglie Mafalda
Testoni Montoncello, che, nel ritirarla
ha espresso ai presenti con toccanti,
sincere e appropriate parole ciò che
Molteplici sono state le interpretazioni
su Angelo, espresse da molti di voi,
che hanno con lui convissuto un lungo
cammino in C.A.I. E convissuto con
lui proprio come “comites”, come
“compagni” in movimento su un
cammino comune, in una simbiosi e
solidarietà di vita, che è stata la vera
interpretazione del termine “compagni”,
nel significato etimologico “cum paris”,
“con cui si divide il pane”, ovvero la
sorte comune per un ideale comune
– così come ebbi a dire in occasione
della Inaugurazione del “Fondo
bibliografico Angelo Testoni”, istituito
nella Sezione di Modena nel 2005, per
l’impegno prezioso e competente del
prof. Antonio Rossi, del geom. Alberto
Grandi, del dott. Alessandro Marchiorri
– Angelo amava essere “compagno”!
Continua a pag. 10
Una iniziativa
culturale intitolata
al Prof. MARIO BERTOLANI
È stato inaugurato a Formigine, il 16
ed il 19 novembre, presso la ristrutturata Barchessa di Villa Gandini il
Centro di Educazione Ambientale “il
Picchio” intitolato al prof. Mario Bertolani, docente universitario, scienziato naturalista e socio della nostra
Sezione per oltre cinquant’anni.
Questa dedica è stato un riconoscimento importante e significativo che
la locale Amministrazione comunale
ha voluto dedicare a questo suo
insigne concittadino, che ha lasciato
alla comunità una eredità culturale,
civile e politica di grande importanza.
Le finalità di questo nuovo Centro, che
va ad affiancarsi ad altri analoghi della
nostra Provincia che da sempre si è
distinta con queste iniziative, sono
quelle di mettere a disposizione della
cittadinanza e, in particolare, delle
strutture associative e didattiche di
ogni ordine e grado presenti nel
territorio, una struttura che operi come
centro di coordinamento, di
programmazione di iniziative e di
supporto operativo alle attività che
riguardino l’educazione, lo sviluppo
sostenibile e la tutela ambientale, con
particolare attenzione alla valorizzazione e alla difesa delle biodiversità
del territorio che ci circonda.
L’intitolazione al prof. Mario Bertolani
di questa nuova realtà culturale assume anche un particolare significato
umano in quanto, all’interno della
stessa area a parco sede del Centro,
è posta la Biblioteca Comunale de-
dicata alla di lui moglie, la prof. Daria
Bertolani Marchetti, botanica famosa
e autrice di importanti studi tematici e
di preziose ricerche naturalistiche ed
ambientali.
L’inaugurazione del Centro è avvenuta in due diversi momenti di incontro:
il giovedì sera è stato soprattutto
ricordato Mario mentre la domenica
successiva è stata ufficialmente
inaugurata la struttura a lui intitolata.
Durante l’incontro serale, a cui era
presente un folto gruppo di famigliari,
amici ed estimatori, Mario è stato
ricordato con parole di riconoscenza
e profonda amicizia dal Sindaco di
Formigine, sig. Franco Richeldi, ed da
alcuni dei suoi più anziani allievi che
gli sono stati compagni nelle sue tante
ricerche petrografiche, speleologiche
e naturalistiche; non sono mancati gli
interventi di molti di coloro che hanno
avuto l’opportunità, durante la sua vita,
di affiancarlo in molti dei suoi tanti
interessi culturali, sociali ed economici
quali: l’archeologia, la programmazione
territoriale, il mondo delle materie
prime, della Ceramica, ecc.
Particolarmente toccanti sono state
poi le parole affettuose con cui la figlia
Maria Cristina ha ricordato la dedizione
e l’amore di entrambi i suoi genitori
per la conoscenza e lo studio delle
Scienze Naturali tanto che tali attività
in famiglia non rappresentavano un
Continua a pag. 10
TESSERAMENTO 2007 E QUOTE SOCIALI
Ricordiamo a tutti i soci che è iniziata la campagna di rinnovo della quota sociale per l’anno 2007.
Il 31 marzo scade l’assicurazione per i soci in regola per il 2006. Onde evitare inutili rischi, è bene rinnovare la tessera
per tempo ricordando, peraltro, che il mancato rinnovo nei termini previsti annulla tutti gli altri diritti del socio.
DOVE RINNOVARE LE ISCRIZIONI
• Direttamente in Sezione - CAI, Via 4 Novembre, 40 - Tel. 059/826914;
• A mezzo bollettino postale, conto corrente n° 10270411, intestato a: “Club Alpino Italiano – Sezione
di Modena, Via 4 Novembre 40; Modena” specificando nella causale il tipo di rinnovo e maggiorando
la quota di Euro 1 quale rimborso spedizione bollino;
• Rivolgendosi ad uno dei seguenti Punti di Rinnovo di Modena e Provincia:
➤ Modena: Agenzia Viaggi Sestante - Via Farini, 72, Tel. 059/225124;
➤ Modena: Giornale MO - Via Saliceto Panaro, 13 angolo Via Emilia Est
(9-13 - 15-19 dal lunedì al venerdì);
➤ Fanano: Ida Ballerini - (previo appuntamento), Tel. 338/3378838;
➤ Lama Mocogno: Fontana Ovilio - Via Nazionale, 82 - Tel. 0536/44405;
➤ Pievepelago: Flavia Landi - Tel. 0536/72115;
➤ Pavullo: Banca Popolare Emilia Romagna - Via Giardini 19, (Rag. De Angelis Gilberto);
➤ Savignano s/P.: Fontana Sport - Via Tavoni, 981 (50 mt. oltre il ponte di Vignola), Tel. 059/762042.
QUOTE SOCIALI
TESSERAMENTO
2007
Ordinario Euro 40,00
Familiare Euro 20,00
Giovane
Euro 15,00
GRUPPO SENIORES OVER 50
Chi siamo?
• Un gruppo di soci che hanno girato
la boa del mezzo secolo e i prossimi
50 anni intendono percorrerli
continuando ad andar per monti, in
allegra compagnia, ma un po’ più
piano degli anni precedenti.
Le nostre intenzioni?
• Le più aperte possibili, infatti non
chiudiamo la porta ai più giovani,
anzi quando gli incuriosisce una
nostra meta li accoglieremo con
entusiasmo senile.
Il programma e le difficoltà
delle mete?
• Piuttosto facili ma varie, purché i
partecipanti siano all’altezza delle
condizioni fisiche, tecniche e
dell’esperienze richieste.
Le giornate preferite?
• le escursioni sono prevalentemente
I viaggi?
• Preferibilmente in pullman.
• Altrimenti con pulmini.
• Oppure con auto proprie.
Come ricevere
per tempo le informazioni?
• Visitando la pagina del nostro sito
www.cai.mo.it
• Ricevendo il nostro notiziario “il
cimone”.
• Ritirando le schede informative
presso la sede sociale negli orari di
apertura.
• Ma meglio ancora, iscrivendosi alla
lista “c’è @ x te!”, riceverete in tempo
utile tutte le informazioni ed eviterete
a noi volontari di “lavorare di più”
Si faranno solo escursioni?
• Dipenderà da voi, noi abbiamo
aggiunto al programma:
1. la possibilità di vedere le proprie
immagini della gita nella galleria
del nostro sito; oppure di riviverle
insieme nelle serate in sede;
2. una mostra fotografica, con
premiazione al termine del
programma;
3. un’assemblea di bilancio e di
proposte per l’anno futuro;
4. una cena sociale a base di
brodino di gallina vecchia, carne
lessata, purè e mela cotta, tutti
insieme per restare in forma.
Che aspetti Over ’50, carpe diem!
Ps: Abbiamo voluto che il nostro
distintivo fosse rappresentato dall’immagine di Dante Alighieri, di certo tutti
voi conoscete le vicende umane e
storiche di questo “Sommo” personaggio, costretto all’esilio dalla natia
Firenze. La sua curiosità lo spinse a
visitare tanti luoghi dell’Italia, salì persino “in cacume” alla Pietra di Bismantova, e per i tempi di allora, il 1300,
non era cosa facile viaggiare su strade
neppure tra due città. Una delle
particolarità di Dante, era quella di
descrivere in un diario i luoghi visitati,
collocarli nei suoi racconti magari un
po’ fantasiosi (è stato pure all’Inferno,
Purgatorio e Paradiso ed è ritornato!),
affiancandoli a Personaggi dell’epoca.
Siamo convinti che l’Escursionista ante
litteram Dante ci rappresenti “nel
mezzo del cammin di nostra vita...”,
perché anche noi, con passo più lento
ed attento rileggiamo le “cose del
mondo”, con maggior curiosità,
attenzione e sensibilità...
Giovedì 18 gennaio
Domenica 28 gennaio
Altopiano Passo Coe
Prealpi venete-trentine
Alle sorgenti dello
Scoltenna - Panaro
Escursione Ambiente Invernale (EAI).
La prima escursione del nostro Gruppo
inizia necessariamente con il nuovo
anno, con la neve e con un “nuovo”
accessorio ai piedi: la racchetta da
neve, o ciaspola, per dirla alla trentina,
o anche scarabatul, per dirla alla
fananese!
Questa escursione si rivolge sia chi
ha già esperienza con le ciaspole, sia
a quei soci che non escono in montagna d’inverno, ma che vorrebbero
provare una nuova attività. Certo, tutti
siete a conoscenza che le racchette
da neve stanno vivendo un vero e
proprio boom... Intere famiglie che
tradizionalmente chiudevano le loro
attività alle prime ombre dell’autunno,
ora alla domenica si cimentano in
bellissime escursioni alla scoperta di
ambienti già frequentati in estate, ma
che, innevati, si rivelano molto diversi,
suggestivi e con maggior fascino.
Il boom dell’escursionismo innevato
ha anche portato alla riapertura nei
mesi invernali di rifugi e alberghetti
facilmente raggiungibili con un po’ di
cammino…
Noi, con il nostro programma di escursioni invernali, andremo alla riscoperta
di alcuni di questi luoghi, certi di
stuzzicare il vostro interesse e,
speriamo, anche il vostro gradimento.
Passo Coe, è la porta d’ingresso ad
un altopiano sospeso tra profonde valli
che lo dividono da altri altopiani: a est
la Val di Posina e la pianura veneta,
a sud la Val di Terragnolo e l’altopiano
del Pasubio, a ovest i fondi grande e
piccolo di Folgaria, e a nord la val
d’Astico e l’altopiano di Lavarone. Tutta
2
il giovedì o la domenica, ciò nonostante le prolungheremo anche per
qualche fine settimana o per più
giorni.
la zona di Passo Coe è un’alternarsi
di grandi prati e case d’alpeggio, di
boschi di abeti, di piccole e facile dorsali; questo territorio è per larga parte
percorso da mulattiere della Prima
Grande Guerra Mondiale. D’estate
queste mulattiere sono percorse dal
“Giro dei Forti”, un tour di 100 km da
percorrere in mtb, che si estende
anche agli altri vicini altopiani, un percorso che intende riscoprire i siti storici.
Noi andremo a percorrerne una parte
con le ciaspole! Vanno bene 7 o 8 km?
Se vi attira, l’appuntamento è per
giovedì 18 gennaio, in caso contrario
saranno le immagini dei vostri amici
che vi convinceranno a partecipare la
prossima volta (Carpe diem)!
Scheda informativa
Equipaggiamento: giacca a vento
con cappuccio, ghette, *salopette o
copripantaloni, *tuta terinda, gilè, guanti
e berretto di pile, muffole, *maglietta
antisudore, occhiali da neve, burrocacao, zaino, bastoncini, racchette da
neve, *copri zaino, *telo termico
(*facoltativi). Occorre una borsa con
il ricambio completo d’abiti, da lasciare
sul mezzo di trasporto.
Pranzo al sacco: si consigliano cioccolata, frutta secca, snacks, termos di
tè caldo.
Iscrizioni: entro venerdì 12 gennaio;
Quota: 23 Euro comprensiva di noleggio pullmino, viaggio, assicurazione e
organizzazione.
Partenza: 0re 6.30, presso la sede
sociale.
NB: L’iscrizione è aperta anche ai soci
che vogliono praticare lo sci di fondo
presso il Centro Fondo di Passo Coe,
oppure lo sci alpino presso il Comprensorio Sciistico di Folgaria: per chi fosse
interessato si richiede naturalmente
che venga comunicata la disciplina
scelta all’atto d’iscrizione alla gita.
Escursione Ambiente Invernale (EAI)
Dove sono state ufficialmente ubicate
le sorgenti dello Scoltenna-Panaro?
Geminiani, qualcuno di voi lo sa?
Domenica 28 gennaio lo scopriremo!
Il nostro punto di partenza sarà il
parcheggio del Lago Santo Modenese,
da cui imboccheremo la mulattiera che
conduce al lago Baccio (segnavia CAI
523); dopo un breve tragitto lasceremo
la strada dei muli per proseguire a sx
lungo un sentiero (segnavia CAI 519),
che, superati i fossi che scendono
prima dal lago, poi dalle rive delle due
cime del monte Rondinaio, ci condurrà
in prossimità dei soprastanti sproni
rocciosi del Rondinaio lombardo.
Qui devieremo a dx e inizieremo la
salita (segnavia CAI 517) fino a
giungere ad una ex conca glaciale.
L’altopiano è un’alternarsi di gobbe
prative, di montonati massi erratici, di
piccoli serpeggianti rii ed è abitato da
due ameni laghetti alpini dai toponimi
contradditori, seppur così vicini, il Lago
Torbido e il Lago Turchino. Fanno da
corolla, ai due lati della conca, antiche
morene laterali che discendono dalle
dorsali: quella rivolta a sud funge da
spartiacque tra l’Adriatico e il Tirreno,
quella rivolta ad est divide questo
piccolo altipiano dalla valle del lago
Baccio. Salutata la conca e i due
laghetti, il nostro cammino proseguirà
lungo la rotta del sentiero Cai 517 fino
a guadagnare il crinale e a ritrovare il
sentiero 00, che seguiremo fino al
passo “Foce a Giovo”, così chiamato
perché dedicato al Dio Giovo/e. Qui
incontreremo la strada del Duca, che
conduce in Toscana, passando nei
pressi dell’Orrido di Botri e avremo
modo di ammirare la sottostante vallata
toscana, la vicina dorsale del Passo
di Annibale con l’Alpe Tre Potenze
sullo sfondo, e la piccola cappelletta
votiva.
Ridiscenderemo (segnavia CAI 519)
verso le gore o lamacce del nascente
torrente delle Tagliole; in breve
chiuderemo il giro, ritornando sui nostri
passi e meditando su quale, tra i tanti
rii intravisti e saltati, sia quello a cui si
è soliti far risalire la nascita dello
Scoltenna - Panaro.
Nei pressi di un noto cafè pasticceria
di Pievepelago, riveleremo la
soluzione.
Scheda informativa
Equipaggiamento: giacca a vento
con cappuccio, ghette, *salopette o
copripantaloni, *tuta terinda, gilè, guanti
e berretto di pile, muffole, *maglietta
antisudore, occhiali da neve,
burrocacao, zaino, bastoncini,
racchette da neve, *copri zaino, *telo
termico. * facoltativi. Occorre una borsa
con il ricambio completo d’abiti, da
lasciare sul mezzo di trasporto.
Pranzo al sacco: si consigliano
cioccolata, frutta secca, snaks, termos
di tè caldo.
Iscrizioni: entro martedì 23 gennaio;
Quota: 17 Euro comprensiva di
noleggio pullmino, viaggio,
assicurazione e organizzazione.
Partenza: 0re 7.00, presso la sede
sociale.
GRUPPO SENIORES OVER 50
Giovedì 1 febbraio
Giovedì 15 febbraio
Passo dei Rombicetti
(Parco del Frignano)
I monti della Riva
(Parco del Frignano)
Classica escursione con le ciaspole
in ambiente appenninico su un
itinerario ormai dimenticato - EAI
Partendo da Cà di Gallo (1161 m),
ultima borgata posta alla testa della
Valle delle Tagliole, imboccheremo
una piccola mulattiera, che presto si
trasforma in un sentiero affiancando
vecchie coltivazioni e prati.
Successivamente entreremo in una
faggeta alternata a qualche abete,
incroceremo il sentiero CAI 515
proveniente da Rotari e lo seguiremo
nel suo lieve sviluppo in salita. Giunti
nei pressi del Fosso dei Bifolchi le
cose cambieranno, la salita sarà più
decisa; si attraverserà senza difficoltà
il fosso, entrando in una zona che fino
a una ventina d’anni fa era una
bellissima costa prativa, intervallata a
macchie di leopardo da una decina di
giganteschi faggi secolari.
Qui è tutto invaso da una piantagione
di abeti immessi dalla forestale e
trovare i faggi è come cercare un
tartufo! Proseguendo in salita, in breve
raggiungeremo e traverseremo la
Strada Ducale della Foce a Giovo.
Entrando in una valletta, supereremo
gli ultimi faggi e, zigzagando lungo la
costa, sopraggiungeremo sulla dorsale
spartiacque con la Valle delle Pozze,
altrimenti detta dal Ventennio fascista
in poi “di Luce”. Eccoci alla nostra meta, il Passo dei Rombicetti (1650 m).
In un quarto d’ora al massimo saremo
se lo vorremo al Balzo delle Rose.
Su e giù per vecchie mulattiere, percorsi di guerra e antiche vie - Escursione Ambiente Invernale
Dalla piazzetta antistante la chiesa di
Ospitale 930 m, si raggiunge per strada
asfaltata la fabbrica delle acque
minerali “Cimone”, successivamente
si imbocca il sentiero CAI - Modena
407 e in leggera discesa all’interno di
bosco misto, si arriva al ponte, costruito
22 anni fa dai soci della nostra Sezione, che scavalca in un’unica arcata il
torrente Acquagrossa. Superato il ponte, si inizia la salita di un’antica
mulattiera che conduceva gli abitanti
della frazione di Ospitale ai boschi e
ai pascoli di crinale. Dopo un’oretta di
facile cammino, si incrocia il sentiero
CAI - Modena 401, lo si segue girando
a sinistra, e si attraversa l’ampia distesa prativa soprastante il Cinghio di
Mezzogiorno, fino a raggiungere le
rive del Lago di Pratignano 1313 m.
Dal Lago si ritorna sui propri passi,
risalendo però la costa erbosa, per
tenue e incerto sentiero, fino a raggiungere un ameno e ormai trascurato
percorso di dorsale nascosto da un
tunnel di faggi, che percorre la dorsale
dei Monti della Riva. Qua e là, osservando attentamente, si notano vecchi
anfratti a ridosso delle rocce di arenaria
e trincee dell’ex Linea Verde – Linea
Gotica. Si continua verso sud e si
raggiunge in rapida successione Monte
Mancinello, (a passo dei Ronchi si
rientra sul 407 - “sentiero della Pace”),
Cinghio del Burè, Le Piagge e, la “cima
Coppi” dell’escursione, Serra dei
Baichetti 1510 m e infine Passo della
Riva. Dal passo, si imbocca il sentiero
CAI Modena 445 e, da qui, inizia la
discesa. Dopo un quarto d’ora, nei
pressi di un torrente, si incrocia l’antica
millenaria Via Romea e si devia a
destra seguendola sempre in discesa,
fino a superare i borghi e le case di:
la Scaffa, la Tana, di Cecchino e Palai,
fino a raggiungere di nuovo Ospitale.
Scheda informativa
Equipaggiamento: giacca a vento
con cappuccio, ghette, *salopette o
copripantaloni, *tuta terinda, gilè, guanti
e berretto di pile, muffole, *maglietta
antisudore, occhiali da neve,
burrocacao, zaino, bastoncini, racchette da neve, *copri zaino, *telo termico.
* facoltativi. Occorre una borsa con il
ricambio completo d’abiti, da lasciare
sul mezzo di trasporto.
Pranzo al sacco: si consigliano cioccolata, frutta secca, snaks, termos di
tè caldo.
Iscrizioni: entro venerdì 26 gennaio;
Quota: 17 Euro comprensiva di noleggio pullmino, viaggio, assicurazione e
organizzazione.
Partenza: 0re 7.00, presso la sede
sociale.
il cimone
Notiziario della Sezione di Modena
del Club Alpino Italiano
Via 4 Novembre, 40 - 41100 Modena
Tel. 059/826914 - Fax 059/826978
Internet Home Page: http://www.cai.mo.it - E-mail: [email protected]
Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani
Redazione: Rossana Orsi
Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Grandi, 63/65 - 41100 Modena
Autorizz. del Tribunale di Modena n. 605 del 29 settembre 1977
Il notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti,
ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il
Consiglio Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parzialziale.
Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti.
LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI MARTEDÌ E VENERDÌ
(DALLE 20,30 - ALLE 23,00) E DI MERCOLEDÌ
(DALLE 17,00 - ALLE 19,00).
Giovedì 1 marzo
Casse di Espansione del
Secchia - Diga di Castellarano
Fiume Secchia al Pescale
Cicloturistica naturalistica fuori porta
Realizzato nel corso del 2002, il
Percorso Natura del Secchia si
propone come un interessante e
riuscito esperimento di recupero e
riqualificazione ambientale; il tracciato
si sviluppa sulla riva destra del fiume
da Ponte Alto di Modena, alla diga di
Castellarano e infine alle gole del
Pescale.
Il fiume Secchia, affluente di destra
del Po, nasce nella conca glaciale tra
il Monte Alto e l’Alpe di Succiso nell’Alto
Appennino Reggiano; ha una
lunghezza di 127 km. Via di
comunicazione, fonte di sostentamento
e risorsa economica, il fiume costituiva
in passato un mondo a se stante, di
cui oggi è difficile cogliere in pieno le
implicazioni,. Nel corso dei secoli
l’uomo ha lentamente trasformato il
paesaggio fluviale adattandolo alle
proprie esigenze: lo sfruttamento
esasperato delle risorse, lo scarico di
inquinamenti e l’escavazione di ghiaie
hanno stravolto e trasformato il corso
dell’acqua. Nel secolo scorso,
l’ampiezza del greto del fiume si è
molto ridotta; le acque oggi scavano
gli strati argillosi, non più protetti dal
materasso dei detriti alluvionali, e si
incanalano in solchi profondi.
Restringimento ed abbassamento
dell’alveo hanno amplificato gli effetti
degli eventi di piena, ridotto le capacità
di depurazione associate alla presenza
di sabbie e ghiaie, impoverito ed
esaurito le falde acquifere, prezioso
serbatoio di acque depurate a
disposizione dei centri urbani. La
creazione di parchi fluviali e di tracciati
ciclo-pedonali come quelli del Secchia
e del Panaro, cercano di invertire
questa tendenza e vanno nella
direzione di un riassetto della fascia
fluviale e di rinaturalizzazione delle
sponde. Per sfatare comunque un
luogo comune che “pianura” sia
sinonimo di deserto naturalistico e che
gli spazi per pedalare in tutta tranquillità
siano pochi, basta intraprendere il
cammino degli argini del fiume, solcati
da uno strabello ghiaiato, creando un
percorso suggestivo, panoramico e di
grande interesse soprattutto se in
primavera, sarà così possibile rivivere
il fiume come elemento vivo, come
patrimonio prezioso da salvaguardare
e rispettare. Bibliografia: modena in
bici - itinerari ciclabili in provincia di
Modena.
3
CALENDARIO GITE
Sabato e domenica
10-11 Febbraio
RSIONISMO SU
CU
RSIONISMO SU
Alto Appennino Modenese
Dolomiti Di Sennes
(Monte Giovo Rondinaio)
Traversata nel cuore del
Parco Naturale Dolomiti di Sennes
Escursione abbinata al Corso Su Neve
D.G.: Enrico Pinelli
Diff: EAI
Dislivello: 1° giorno + - 450 - 2° giorno
+- 490
Attrezzatura obbligatoria: piccozzaramponi.
L’alta valle delle Tagliole si può
considerare uno dei settori più alpestri
del nostro Appennino caratterizzato
da un crinale alto, roccioso, continuo;
il paesaggio è un completo campionario di morfologie glaciali: dai depositi
morenici alle conche in cui si sono
formati splendidi laghetti (lago Santo,
Baccio, Turchino, Torbido), dalle roccie
montonate ai circhi delimitati da ripide
scarpate. La vegetazione è composta
prevalentemente dal faggio accompagnato da praterie di bassi arbusti,
mirtillo nero, ginepro.
La nostra escursione parte dal par-
cheggio del Lago Santo ed il primo
giorno percorreremo l’ampia conca
glaciale delimitata dai contrafforti
rocciosi della parete est del monte
Giovo e dal monte Rondinaio di cui
raggiungeremo la vetta seguendo un
percorso che decideremo in base alle
condizioni meteo e del manto nevoso.
Scenderemo poi a rifocillarci e riposarci
al Rifugio Vittoria sulle sponde del lago
Santo che troveremo completamente
ghiacciato e che potremo percorrere
a piedi “camminando sulle acque”.
Il mattino successivo raggiunto il Passo
Boccaia e attraverso i Campi di Annibale
raggiungeremo la vetta del Monte Giovo
da cui potremo godere di un panorama,
tempo permettendo, sicuramente
appagante della fatica fatta per la salita.
N.B.: sono ammessi gitanti che abbiano frequentato un Corso Escursionismo Invernale, Corsi Alpinismo o
Scialpinismo.
Domenica 18 Febbraio
CAI
Appennino Reggiano
NEVE
ES
CU
Sabato e domenica
10-11 Marzo
NEVE
CU
CAI
ES
ES
NEVE
CAI
RSIONISMO SU
(Valle dell’Inferno - Monte La Nuda)
Partenza: ore 7.30 - parcheggio C.A.I
Dislivello: +- 600
Difficoltà: EAI
Attrezzatura obbligatoria: piccozza
e ramponi
D.G.: Orsi Rossana - Zaniboni Marco
Il Monte La Nuda (m.1895) raggiungibile dal bellissimo e selvaggio Vallone
dell’Inferno, è uno splendido balcone
naturale, dove nelle giornate più limpide si può spaziare dalle Alpi al più
lontano Monte Amiata, è la meta della
nostra escursione.
Partendo dal Passo Del Cerreto (m.
1261) al primo tornante a quota 1269
ci si addentra sul sentiero 00, fino al
Bivacco Rosario.
Si raggiunge attraverso il Vallone
dell’inferno il Monte La Nuda.
Dopo una meritata merenda (al sacco)
scenderemo in direzione lago Cerretano dalle piste da sci.
N.B.: sono ammessi gitanti che abbiano frequentato un Corso Escursionismo Invernale, Corsi Alpinismo o
Scialpinismo.
Domenica 25 Febbraio
CAI
NEVE
ES
CU
Monte
CAI Tomba e
Vaio dell’Ortiche
RSIONISMO SU
NEVE
ES
Prealpi Venete
CU
RSIONISMO
SU
uscita abbinata al corso
di escursionismo
su neve,
informazioni in sede
Domenica 21 Gennaio
Scheda tecnica informativa
1° giorno:
tempo: 4.30 - dsl: 650 m - svl: 9 km difficoltà EAI: media-facile
2° giorno:
tempo: 5-6 ore - dsl: + 350 - 1000 m
- svl: 10 km - difficoltà EAI: media
Equipaggiamento: zaino, piccozza, ramponi, racchette, bastoncini, copri zaino,
telo termico, sacco lenzuolo, ciabatte,
toletta personale, asciugamano.
Abbigliamento: passamontagna,
occhiali da neve, giacca vento con
cappuccio, pile, tuta in terinda, salopette, moffole, guanti in pile, ghette,
maglietta di ricambio.
Pranzo al sacco per 2 giorni: cioccolata, frutta secca, snaks, termos di tè.
Partenza: ore 5.00; Quota pullman,
organizzazione, assicurazione: € 30.
Questo itinerario ci permette di
attraversare uno dei più belli ed estesi
altopiani di tutte le Dolomiti. Due giorni
di panorami mozza fiato dove anche
il più triste dei fotografi troverà
soddisfazione. Superato il paese di S.
Vigilio di Marebbe, percorsa l’intera
Val Tàmersc e giunti in pullman al
Rifugio Pederù a 1545 m, inizieremo
la nostra escursione, con una bella
salita in direzione est per una strada
che, con qualche curva e una
quindicina di tornanti, ci fa guadagnare
in breve 350 metri di dislivello,
permettendoci così di uscire dalla valle,
dall’ombra e quindi finalmente al sole,
ma soprattutto saremo approdati
sull’altopiano che porta al Sennes.
Ora gli abeti si faranno più radi, le
distese prative si apriranno,
permettendo di intravedere il
soprastante Banch dal Sé, poi a
seguire in alto al Gran Valùn vedremo
il Camin e le sue crode. Infine giunti
all’alpeggio di Fodara Vedla (1966 m),
ecco Cima Lavinores. Abbandoneremo
la stradina e proseguiremo, sempre
verso est e da qui in poi il tracciato
difficilmente sarà “battuto”. Quando
avremo a mezzogiorno il Lavinores,
ecco il Le de Rudo che certamente
troveremo ghiacciato e sarà ora di
cambiare la nostra direzione verso
nord.
Ci immergeremo in un ambiente di
S CI
Altopiano di CAsiago
AI
N.B.: sono ammessi gitanti che abbiano frequentato un Corso Escursionismo Invernale, Corsi Alpinismo o
Scialpinismo.
Sito informazioni del manto nevoso e
sul pericolo di valanghe:
www.arpa.veneto.it/nivometeo.htm
Edizioni Tabacco: carta1/25.000 - foglio
n° 03
D.G.: AEI Cavazzuti Giuliano Barbieri Mauro.
Domenica 4 Febbraio
CAI
CAI
collinette ed avvallamenti, con qualche
conifera e tanti mughi. Davanti a noi
un po’ in lontananza la Croda del
Becco o Sas dla Porta, ci indicherà la
direzione per non perderci, infatti dopo
poco sbucheremo nei pressi della
strada che sale dalla Val Salata e in
breve saremo a Utia de Senes (2116
m).
Domenica ci inoltreremo sulla parte
dell’altopiano carsico che ci porterà
vicino alla parete meridionale della
Corda del Becco e seguendo la
diagonale orientale della cresta
rocciosa, arriveremo al Rifugio Croda
del Becco a 2327 m. Ora la nostra
direzione verso sud est ci porterà ad
attraversare un grande altopiano,
delimitato sul lato orientale dalle
imponente pareti della Croda Rossa
d’Ampezzo, e a raggiungere il Le Gran
de Fòses, ed anche questo lo
troveremo ghiacciato. Dopo una breve
sosta all’amena capanna,
proseguiremo nella stessa direzione,
fino a raggiungere tra qualche su e
giù il piccolo Le Pizo, poi il Le de
Rèmeda Rosses e infine la Cròsc del
Grisc, che ci segnalerà la fine
dell’altopiano. Ci apparirà dunque la
nostra meta successiva: la sottostante
Val Salata.
Stando un po’ attenti a non perdere il
sentiero che taglia in diagonale la costa
e i folti mughi, in breve saremo sulla
stradina di fondovalle e la seguiremo
fino al Rifugio Ra Stua 1668 m. Una
radler media e una fetta di strudel ci
permetteranno di assaporare ancor di
più la conclusione di una gran bella
traversata, che si concluderà al
tornante di San Uberto, 1400 m, sito
a pochi chilometri a nord di Cortina
d’Ampezzo sulla statale d’Alemagna.
E S C URSIONISTICO
CAI
Passo Coe
CAI
Sabato 17 e Domenica 18 Febbraio
S CI
Millegrobbe
E S C URSIONISTICO
E S C URSIONISTICO
S CI
S CI
S CI
E S C URSIONISTICO
E S C URSIONISTICO
uscite abbinate al corso di sci di fondo escursionistico, informazioni in sede
4
Corsi 2007
22° CORSO DI ESCURSIONISMO
CAI
E S C URSIONISTICO
La Commissione Sezionale di Sci Fondo Escursionistico, organizza per i propri
soci un Corso di Sci di Fondo su pista base e perfezionamento, rivolto a tutti
coloro che desiderano percorrere l’ambiente innevato su itinerari escursionistici
con l’uso degli sci.
“Andar tra sentieri”
per frequentare la montagna in sicurezza,
per convivere con la natura rispettandola,
per riscoprire il valore dell’amicizia
Presentazione Corso
2 maggio
Incontro con gli allievi
8 maggio
Attrezzatura e abbigliamento
Presentazione Corso
21 gennaio
Altopiano di Asiago
4 febbraio
Passo Coe
10 maggio
Topografia
17-18 febbraio
Passo Vezzena
13 maggio
Abetina Reale e rif. Battisti
25 febbraio
Piandelagotti
15 maggio
Orientamento
4 marzo
S.Anna Pelago
22 maggio
Meteorologia
Dolomiti di Sesto
27 maggio
Lago Santo-Monte Rondinaio
CU
NEVE
CAI
ES
9° CORSO DI
ESCURSIONISMO SU NEVE
........................ L’ambiente montano innevato, tenui tracce ci portano
a seguire, senza l’ausilio degli impianti di risalita, percorsi non
battuti alla ricerca della “nostra cima” ........................
Programma del Corso
29 maggio
Alimentazione
5 giugno
Pericoli in montagna - Pronto soccorso-soccorso alpino
10-11 giugno
Laghi Parmensi
12 giugno
Tutela Ambiente Montano
19 giugno
Preparazione di un’escursione e di un trekking. Progressione
su sentieri attrezzati
Presentazione Corso ed inizio iscrizioni
10/01
Incontro con i corsisti e termine iscrizioni
24/01
Abbigliamento ed equipaggiamento - L.T.
30/01
Progressione con picozza e ramponi, bastoncini e racchette - L.T.
07/02
Nivologia ed analisi del manto nevoso - L.T.
23-24 giugno Denti di Terrarossa
3 luglio
Revisione materiale di programmazione di un’uscita
10-luglio
Il CAI e le sue attività: cosa faremo dopo?
14-15 luglio
Tre Cime di Lavaredo e sentiero Bonacossa
7° CORSO AMBIENTALISTICO
CU
Topografia ed Orientamento in ambiente innevato - L.T.
25/02
Monte Tomba e Vaio dell’Ortiche - Prealpi Venete - Prat.
28/02
Pericoli dell’ambiente invernale montano - Uso apparecchi ARVA
e sonde - L.T.
07/03
Primo intervento e chiamata del Soccorso - Alimentazione - L.T
R SIONISMO
Storie
di montagne
e uomini
della
Grande Guerra
‘15-’18
10-11/02 Monte Giovo e Rondinaio - Appennino Modenese Prat.
Nivometereologia - L.T.
CAI
ES
13/12
21/02
R SIONISMO
RSIONISMO SU
La Commissione di Escursionismo
del C.A.I. di Modena organizza il 9° corso su neve
14/02
CU
Programma del Corso
18 aprile
9 gennaio
24-25 marzo
CAI
ES
S CI
CORSO SCI DI FONDO
ESCURSIONISTICO
Programma del Corso
10-11/03 Parco Naturale Fanes, Sennes e Braies - Dolomiti Orientali - Prat.
Luglio
Presentazione del corso. Obiettivi, iscrizioni
14/03
Programmazione di un’escursione - Scelta del percorso e della
traccia - L.T
21/03
Cosa faremo dopo?? - Proiezioni e immagini del corso
13 settembre Come andare in montagna. Abbigliamento - preparazione
di una escursione
25/03
Esplorazioni in ambiente innevato (Monte Cusna - Appennino
Reggiano) - Prat.
16 settembre Il primo colpo di cannone: forti austriaci e italiani - Altopiano
di Folgaria - Monte Vezzena
30/03
Cena di fine Corso
21 settembre Monte Ortigara: la verità negata . A cura del Prof. Tortato
Il corso si prefigge di proporre ai soci, sia esperti che neofiti della montagna,
l’approccio all’ambiente invernale: partendo dall’utilizzo delle varie attrezzature
utili per la progressione, alla comprensione delle particolari conformazioni del
manto nevoso e della sua stabilità, alle tecniche di orientamento e di lettura delle
carte topografiche, fino all’elaborazione personale di un itinerario escursionistico.
CAI
29-30 sett.
Ortigara: il calvario degli alpini - Ortigara. A cura del Prof. Corà
11 ottobre
Pasubio e la strategia Cadorna. A cura del Prof. Gattera
13/14 ottobre Monte Pasubio l’ultima sentinella - Monte Pasubio 52 gallerie
Corno Battisti. Accompagnatore Prof. Gattera
3° CORSO DI “FERRATE E SENTIERI ATTREZZATI”
ES
La Commissione Escursionismo del Club Alpino Italiano di Modena
organizza per il 2007, il III Corso di “Ferrate - Sentieri attrezzati”.
Il Corso è rivolto a tutti i soci, sia esperti di escursionismo, sia ai neofiti della
montagna. Il Corso si prefigge di insegnare le tecniche di progressione individuale
su ferrate, l’utilizzo degli strumenti di sicurezza e dissipazione e le nozioni
basilari della meteorologia, della topografia ed orientamento con lo scopo di
rendere possibile la frequentazione in autonomia dei percorsi attrezzati.
CU
Programma del Corso - Lezioni teoriche
R SIONISMO
Programma del Corso - Lezioni pratiche
10 luglio
Presentazione del corso e iscrizioni
5 settembre
Attrezzatura e abbigliamento
7 settembre
Uso dei materiali; progressione in ferrata
12 settembre Palestra: didattica dell’arrampicata
19 settembre Meteorologia
15 - 16 settembre PRESOLANA: Falesia “Mare in tempesta”
Sentiero attrezzato “della PORTA”
26 settembre Topografia ed orientamento
3 ottobre
Pericoli in montagna - Chiamata del Soccorso Alpino
22 - 23 settembre DOLOMITI: Ferrate del CATINACCIO
10 ottobre
Le ferrate nella storia - Tutela Ambiente Montano
6 -7 ottobre
QUEYRAS (Francia): Ferrate de CROIX DE TOULOSE
PRA PREMIER - CHATEAU QUEYRAS
17 ottobre
Programmazione di una escursione.
21 ottobre
PRE ALPI LOMBARDE: Ferrata MONTE DUE MANI
14 novembre Proiezione immagini del corso - Cosa faremo dopo? Il CAI
e le sue attività.
5
-
Attività Alpinismo Giovanile 2007
-
ALPINISMO GIOVANILE
SCUOLA C.A.I.
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“Il gioco dell’arrampicata”
Corso base di arrampicata sportiva
Junior ragazzi/e nati tra il 1995 e il 1997 - Senior ragazzi/e nati tra il 1989 e il 1994
Presentazione e inizio corso venerdì 12 gennaio - posti 20 per gruppo
Si inserisce come percorso “naturale”
e coerente ai corsi e alle molteplici
discipline dell’Alpinismo Giovanile.
Infatti l’A.G. è l’unico dei settori del
C.A.I. che insegna ai ragazzi i molteplici modi per andare nell’ambiente
naturale montano.
La parte dinamica di questo particolare
sport (arrampicata sportiva) mette “in
gioco” i ragazzi, li costringe a riflettere
sul modo di interpretare il proprio corpo
attraverso il controllo del respiro e
della postura, per trovare il modo di
non perdere l’equilibrio: se si cade,
non succede nulla, ma occorre
ricominciare... da capo!
L’arrampicata sportiva è uno sport
individuale e nel contempo collettivo.
I compagni di gioco, sono coinvolti e
mai assenti, “da sotto” aiutano,
consigliano, osservano e imparano a
loro volta, riflettendo sugli errori o sulle
“genialità” di chi è in parete. L’arrampicata sportiva è perciò altamente
educativa e socializzante per i ragazzi,
per scoprire il proprio corpo, se stessi
e perché no, un sacco di amici.
Un percorso formativo nell’individualità,
nel gruppo, in un ambiente sicuro e
vicino a casa.
Regolamento
Il Corso è diretto dall'Istruttore di
Alpinismo Giovanile Giuliano Cavazzuti, dal Vice Direttore AAG Castagnola
Matteo, coadiuvati dalla Dott.ssa Pinelli
Tiziana, insegnante di Yoga ed Educazione Psicomotoria, da Istruttori Sezionali ed Esperti delle materie proposte.
La quota del Corso di 40 Euro,
comprende: l’affitto delle 10 serate
della palestra, l'assistenza degli
Istruttori, l’organizzazione, l'Assicurazione del C.A.I., l'uso del materiale
comune, la T-shirt AG.
La quota non comprende, l’attrezzatura individuale e le uscite in ambiente:
Junior del 15 aprile alle falesie del
Monte Baone (Arco - Trento) del 1920 maggio alle falesie del Monte
Fumaiolo;
Senior 25 aprile alla Pietra di Bismantova, di Pasqua all’ Isola dell’Elba, del
2-3 giungo in Val d’Ampezzo.
I ragazzi che intendono iniziare a
Corso in svolgimento, saranno ammessi solo se non si è raggiunto il
numero fissato e verseranno 5 Euro
per ogni rimanente lezione.
Le lezioni in palestra saranno tenute
tutti i venerdì e inizieranno il 12 gennaio
e termineranno il 16 marzo.
Avranno luogo Junior: dalle ore 18
alle ore 20; Senior dalle 20 alle 22
Slittate sulla neve
Escursione sulla neve con slittino e bob
Gruppo Aquilotti e Junior (anni 1995 - 2000)
Domenica 25 febbraio
Salve bambini e ragazzi, è finalmente
arrivato il momento per rivederci, per
fare la nostra prima uscita. Come
l’anno scorso, organizziamo una gita
con lo slittino sulla neve della Lessinia.
La località prescelta è Boscochiesanuova (Verona) dove tra una discesa
ed un capitombolo e tante palle di
neve, trascorreremo insieme una
giornata immersi nella bianca natura.
Cosa ne pensate di organizzare una
gara per costruire pupazzi di neve e
premiare quello che risulterà il più
simpatico?
Cosa ne pensate di portare un vostro
amichetto o amichetta alla gita? Il
motivo è per far conoscere, l’Alpinismo
Giovanile e le sue attività?
- il corso “il piccolo escursionista”,
per i Junior;
- il corso naturalistico “che animale
sei?!”, per gli Aquilotti e pertanto
più animali…, scusate più bambini
si iscrivono più ci divertiremo durante
le gite!!
A metà marzo, inizierà:
Arrivederci a domenica 25 febbraio.
Programma Gruppo Junior
per ragazzi/e nati tra il 1995 e il 1997
Corso “Il Piccolo Escursionista”
Un corso per orientarsi, leggere le carte dei sentieri, osservare le impronte
degli animali e l’ambiente circostante. Apprendere le prime fasi dell’alpinismo
sui sentieri attrezzati. Un percorso formativo nell’individualità, nel gruppo, in
un ambiente naturale altamente educativo e affascinante.
21 marzo mercoledì
Sede C.A.I. ore 17.30
Presentazione del Corso
Abbigliamento e attrezzatura
28 marzo mercoledì
Cosa mangio - Progressione su neve
1 aprile domenica
MONTE GIOVO
Su e giù per i pendii nevosi
11 aprile mercoledì
Nodi e moschettoni
15 aprile domenica
CASTEL DRENA - COLODRÌ E
Sentieri attrezzati e facili arrampicate
6
25 aprile mercoledì
LA VAL SCURA
Piccola e selvaggia
2 maggio mercoledì
Montagne di carta
6 maggio domenica
VAIO DELL’ANGUILLA
Escursione di orientamento cartografico
17 maggio mercoledì
Non perdere la bussola
19 maggio sabato
MONTE FUMAIOLO
Alle sorgenti del Tevere
Prove d’orientamento, tendopoli
escursione notturna
20 maggio domenica
FORESTE CASENTINESI
Traversata tra eremi, santi, lupi e
sentieri perduti, in mtb.
6 giugno mercoledì
Festa di fine corso
Foto, filmati e racconti sulle avventure
del Corso...
...ed inoltre SOGGIORNO ESTIVO
Presentazione Mercoledì 2 maggio
ore 18.00
11 - 21 giugno
PENISOLA DEL SALENTO (Lecce)
Escursioni al mare, in grotta, mtb ed
arrampicate su falesie
Escursioni fuori corso
25 febbraio
SCIVOLATE SULLA NEVE
Escursione sulla neve con slittino, bob
o...
30 agosto - 2 settembre
ALPI LIGURI
Escursioni naturalistiche e visita alle
ex fortezze militari sul confine francese
9 settembre
ISOLA DELLA PALMARIA
Escursione al mare
23 settembre
LA TANACCIA
escursione speleologica
14 ottobre
FESTA DELL’ALPINISMO GIOVANILE
escursione naturalistica e festa, aperta
a tutti gli amici!
28 ottobre
UN SENTIERO PER AMICO
11 novembre BORGHETTO VISCONTI
A SIRMIONE DEL GARDA in bici
L’Alpinismo Giovanile
ha lo scopo di aiutare il giovane nella crescita umana, proponendogli l’ambiente
montano come modello da vivere con gioia attraverso esperienze formative nella
ricerca di un’autonomia pratica e culturale.
Per conoscere se stessi e gli altri...
Per imparare ad osservare...
Per sperimentare il rispetto delle cose e della natura
Per imparare ad essere solidali e tolleranti...
Per imparare a contare fino al punto giusto sulle proprie forze e sapere chiedere
aiuto quando è necessario...
Per ..crescere!
Programma Gruppo Senior
per ragazzi/e nati tra il 1989 e il 1994
2° Corso
di escursionismo su neve
“Un Corso per conoscere la natura invernale, imparando ad orientarsi su itinerari
innevati, imparando l’uso delle racchette da neve, dei ramponi, della piccozza
e interpretare tutte le informazioni che la natura traccia sulla e dentro la neve”
-
Attività Alpinismo Giovanile 2007
-
ALPINISMO GIOVANILE
SCUOLA C.A.I.
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20° Corso Alpinismo
Giovanile primaverile
Un corso per conoscere la natura sotto-sopra, imparando tecniche e discipline
diverse: orientarsi, leggere le carte dei sentieri, organizzare mini trek, apprendere
le prime fasi dell’alpinismo e della speleologia. Un percorso formativo
nell’individualità e nel gruppo, realizzato in un ambiente naturale altamente
educativo e affascinante, da percorrere in amicizia e allegra compagnia.
15 marzo giovedì
Sede C.A.I. ore 17.30
Presentazione del Corso
Equipaggiamento suddivisione dei ruoli
22 marzo giovedì
PALESTRA D’ARRAMPICATA
DI VENEZIA Dalle Valli di Comacchio,
attraversando i dedali del Delta del
Po, alle isole della Laguna di Venezia,
in mtb e tenda
10 maggio giovedì
Comportamento in grotta
25 marzo domenica
PIETRA DI BISMANTOVA
Primi passi sulle pareti di roccia e
ferrata
13 maggio domenica
GROTTA DELLA RANA
Esperienze al buio
29 marzo giovedì
Funzione dei nodi e
manovre di corda
24 maggio giovedì
Programmazione di una escursione
5 - 10 Aprile PASQUA
“ISOLA D’ELBA”
Escursione al mare, in bici e arrampicata
su falesia
26 aprile giovedì
Montagne di carta
Cartografia e orientamento
29/30 aprile - 1 maggio
DAL DELTA DEL PO ALLA LAGUNA
2 - 4 giugno
DOLOMITI
D’AMPEZZO
Ferrata Strobel, arrampicate alle 5
Torri e Sass de Stria
21 giugno giovedì
Festa di fine corso
Bilancio del Corso, suggerimenti, foto,
filmati e pizza...
...ed inoltre SOGGIORNO ESTIVO
Presentazione: Giovedì 26 aprile
ore 21.00
25 gennaio giovedì - Presentazione
del Corso - lez. teorica: Abbigliamento - Equipaggiamento
1 febbraio giovedì - Lez. teorica:
Alimentazione - Nivometeorologia
4 febbraio domenica - BALZO
DELLE ROSE (Parco del Frignano) Progressione con racchette e
bastoncini – Uso apparecchi di ricerca
15 febbraio giovedì - Lez. teorica:
Pericoli dell’ambiente invernale Primo intervento e chiamata di
Soccorso
17-18 febbraio sabato e domenica
- CORNO ALLE SCALE (Appennino
Bolognese) - Progressione con
piccozza e ramponi
22 febbraio giovedì - Lez. teorica:
Topografia e orientamento in
ambiente innevato
1 marzo giovedì - Lez. teorica:
Nivologia e analisi del manto
nevoso
3-4 marzo sabato e domenica Traversata PARCO NATURALE
DOLOMITI DI FANES - Scelta del
percorso e della traccia
Programma Gruppo Aquilotti
per bambini/e nati tra il 1998 e il 2000
Corso “Che animale sei”
Un corso dedicato ai più piccoli per imparare a riconoscere gli animali a due
e quattro zampe che popolano e popolavano paludi, pianure, colline e montagne
dalla preistoria ad oggi
20 marzo martedì
Sede C.A.I. ore 17.30
Presentazione del Corso
Cosa mi occorre, cosa mangio,
come fare lo zaino?!
1 aprile domenica
I MUFLONI SARDI NELL’APPENNINO
Storia di un inserimento riuscito
15 aprile domenica
BOLCA E PICCOLE DOLOMITI
Una miniera di pesci tropicali...
Fossili, di 200milioni di anni fa, belli
come allora, messi in mostra
25 aprile mercoledì
CHIOGGIA E ISOLA DI PELLESTRINA
In bici tra lagune, barche e vecchi
canali di pesca
6 maggio domenica
MALGA DEROCON
A spasso con cervi,
daini e marmotte
14 - 27 luglio - TREKKING
NELLE STUBAI ALPEN
Tirolo Austriaco
Programma Escursioni
30 agosto - 2 settembre - ALPI
LIGURI - ferrate ed escursioni alle
Fortezze italiane sul
fronte francese 1940-1945
23 settembre - RIMINI
CASTELLO DI
GRADARA in mtb
19 - 20 maggio sabato domenica
FORESTE CASENTINESI
Un mare d’impronte da scoprire,
rilevare e riconoscere.
Gesso, stecco, acqua e ciotola e il
gioco è fatto: una pista di orme diverse
è pronta da essere messa in bella
14 ottobre FESTA ALPINISMO
GIOVANILE - escursione
naturalistica e festa,
aperta a tutti gli amici!
1-4 novembre AUTUNNO
AL GIARDINO ESPERIA
Taglialegna, cuochi
e giardinieri
8 - 9 dicembre MUZZERONE E LA
VIA DEL TUBO - Riviera Ligure
23 Dicembre NEVE,
NOTTE E
LUNA PIENA
Escursione nell’algida
neve notturna
mostra ... in casa vostra!
6 giugno giovedì
Festa di fine corso
Foto, filmati e racconti sulle avventure
del Corso...
...ed inoltre PROGRAMMA ESCURSIONI
9 settembre
ISOLA DELLA PALMARIA
Giro dell’isola con bagnetto finale
23 settembre
PARCO DEL CARNE’ (Brisighella)
Escursione naturalistica nelle vene di
... gesso!?
14 ottobre
FESTA DELL’ALPINISMO GIOVANILE
Escursione e festa,
aperta a tutti gli amici!
28 ottobre
PASSO DEL LUPO
Giochi e disegni nel bosco
11 novembre
MONDO EQUINO
Alla fiera del cavallo e del
somarquilotto...
7
PO
EM
UP
CAI
SPELEOLOGICO
IL IA
GR
NO
MODENA
GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO
“Una gita nelle grotte aiuta a conoscere
il volto nascosto delle montagne.
Lo speleologo ha visto cose che
nessun altro escursionista
può immaginare”...
Calendario Comitato scientifico
Ferdinando Malavolti / 2007
Convegni e incontri
Domenica 25 Febbraio: Convegno
di Archeologia Viva
Ottobre: Rassegna del cinema
archeologico di Rovereto (TN)
Novembre: Simposio organizzato
da Archeomisteri (Repubblica di
S. Marino)
Gite
Domenica 4 Febbraio: Visita a un
forte della 1ª Guerra mondiale
Domenica 4 Marzo: Museo civico
di Verucchio
Domenica 18 Marzo: Ricerche
speleologiche in Val Dragone
Domenica 1 Aprile: Visita a un
forte della 1ª Guerra mondiale
Domenica 15 Aprile: Museo
archeologico di Arezzo
Domenica 20 Maggio: Visita a un
forte della 1ª Guerra mondiale
Domenica 22 Luglio: Ricerche
speleologiche in Val Dragone
Agosto: Campo di lavoro in Puglia
Domenica 21 Ottobre: Visita a un
forte della 1ª Guerra mondiale
Data da stabilire: Corso di primo
soccorso in grotta.
Calendario Gite G. S. E
Domenica 14 Gennaio: Gaibola
(BO) - per tutti. A due passi da
Bologna, una emozionante
esplorazione nei gessi messiniani.
Sabato 17 e Domenica 18
Febbraio: Punta degli Stretti (GR)
- per tutti. Una grotta “calda” ai
piedi dell’Argentario.
Sabato 17 e Domenica 18 Marzo:
Cucco (PG) - per esperti. Nel parco
regionale omonimo, una calata
per appassionati di cavità verticali.
Domenica 15 Aprile: Rana (VC) per tutti. La classica grotta carsica
si apre con un imponente ingresso
nella roccia.
Sabato 19 e Domenica 20 Maggio:
Tassare (AN) - per esperti. La più
profonda grotta delle Marche.
Sabato 16 e Domenica 17 Giugno:
Mezzogiorno (AN) - per esperti.
Accanto alla più nota grotta di
Frasassi, un’altra verticale, ma
tutta in discesa!
Domenica 15 Luglio: Fonte Buia
(PT) - per tutti. Tra i monti della
Caldana, una facile gita tra rocce
e acqua.
Domenica 5 Agosto: Pompeano
(MO) - per tutti. La più interessante
grotta dell’Appennino modenese
si apre in un masso di serpentino.
Sabato 15 e Domenica 16
Settembre: Baccile (LU) - per
esperti. Nelle Alpi Apuane, uno
degli innumerevoli abissi che si
aprono nel marmo, tra ravaneti e
panorami versiliani.
Ottobre - Dicembre: 29° corso di
introduzione alla speleologia.
Domenica 14 Ottobre: Calgeron
(TN) - per tutti. L’ingresso della
grotta domina dall’alto la
Valsugana.
Sabato 17 e Domenica 18
Novembre: Arenarie (BI) - per
esperti. La più estesa grotta del
Piemonte settentrionale si apre in
Valsesia, nei calcari dolomitici del
monte Fenera.
Domenica 16 Dicembre: Tanaccia
(RA) - per tutti. Per grandi e
(soprattutto) bambini, una
facilissima escursione nei gessi
romagnoli.
I volti del Gruppo Speleologico Emiliano
(esperienze speleo-natural-escursionistiche)
Federico Bernardoni
Attuale presidente, sono nato a
Modena il 15 Luglio 1962.
Essendo mezzo montanaro, da sempre mi piace camminare per boschi e
valli e provare il piacere della fatica.
Mi sono iscritto al CAI nel 1980 e ho
frequentato il corso di alpinismo, ma
solo negli anni ’90 ho iniziato a interessarmi alla speleologia, frequentando
il corso nel 1995. Tra le prime esperienze ipogee, la voragine di Cima Spitz,
l’abisso Paradiso, la grotta di Monte
Cucco, l’abisso Vigant (massima
“profondità” raggiunta, con -325 dall’ingresso). Nel buio delle grotte, l’abisso,
anche se sappiamo che c’è, non fa
8
poi così paura, perché tanto non si
vede. Vederlo è molto peggio. È per
questo che le vie ferrate mi lasciano
molto scettico, e preferisco evitarle.
Se poi mi capita di trovarmi in pieno
Luglio (2004) sulla Strada degli Alpini
in Val Fiscalina a dover camminare
sulla neve fresca senza ramponi e ad
attraversare canaloni innevati e terribilmente ripidi, il mio scetticismo aumenta
ancora di più. Ma può anche capitare
(fine Agosto 2006) di dover camminare
- sempre senza ramponi! - sul ghiaccio
che dal rifugio Tuckett ti accompagna
in salita verso l’attacco del sentiero
Orsi... Panorami incredibili, senza
dubbio, ma non c’è modo di ammirarli
più tranquillamente? Per la cronaca,
alle ore 17 di quella domenica passavamo dal rifugio Pedrotti, alle 18.30
sfioravamo il Brentei, alle 20 (quasi
buio) costeggiavamo il Vallesinella e
proseguivamo la discesa verso valle
col tenue lumino di una frontale. E per
fortuna che, laggiù in fondo (ore 21),
un provvidenziale tassista ci ha
risparmiato i 9 chilometri di asfalto che
ancora ci separavano da Madonna di
Campiglio.
È però verissimo che ogni avventura,
specialmente se impegnativa, si ricorda sempre con grande piacere. Come
quando (Agosto 1995) con grande
fatica sono asceso (questa volta con
ramponi e piccozza!) alla vetta piena
di sole del Gran Paradiso. Ma per
tornare all’abisso Vigant, occorre
sapere che trattasi di inghiottitoio dove,
come dice la parola, vengono inghiottite le acque piovane di una piccola
valle ai confini con la Slovenia. Di solito
la valle è asciutta ma, casualmente,
la seconda volta che mi è capitato di
calarmi in quell’abisso (Ottobre 2000)
si abbattè sulla zona un bel temporale.
L’acqua non può che seguire la sua
strada e, casualmente, è la stessa che
i malcapitati speleologi devono seguire
per risalire dall’abisso. Più che la quantità, ciò che resta impresso nella memoria è lo scroscio immane dell’acqua
che precipita da altezze vertiginose
sulle rocce che ti circondano, mentre
tu ti stai faticosamente issando su per
la corda e non vedi l’ora di uscire.
La speleologia, come ogni attività
sportiva che comporta impegno e
fatica, diventa tanto più bella quanto
più numeroso è il gruppo, perché
condividere ogni momento rende
l’avventura più ricca di valori e di
significati. Devo però dire che l’avventura più bella che ho vissuto è stata
(Agosto 2002) la pedalata in mountain
bike lungo i 1100 chilometri che separano Lourdes da Santiago di Compostela, lungo il famoso Camino. Eravamo in 3, per nulla affiatati, anzi litigavamo spesso, percorrevamo intere
tappe in solitudine per poi ritrovarci a
sera in un qualche paesino sperduto
della Navarra o della Castiglia. E
arrivati a Capo Finisterre, al termine
della galoppata... non ne potevamo
più! Avrei volentieri gettato nell’oceano
Atlantico ciò che restava della mia
bicicletta, con i cavetti del cambio e
dei freni ridotti ormai all’ultimo trefolo.
Eppure è stata un’avventura così ricca
di significati, di immagini, di sensazioni,
di profumi (non scorderò mai il profumo
di alloro, di lavanda e di eucalipto delle
colline galiziane) da renderla unica e
forse irripetibile.
I deserti infiniti dell’Islanda e della
Namibia, la Val Zoldana tra Pelmo e
Civetta, il parco mozzafiato (in tutti i
sensi) dell’Ordesa e i parchi variegati
dell’ovest degli Stati Uniti completano
- diciamo così - la mia educazione
naturalistica ed escursionistica, senza
dimenticare le infinite camminate tra
Cimone, Libro aperto, Rondinaio e
Giovo, e lo studio delle nostre piccole
cavità modenesi. Ma siccome non
poteva mancare l’esplorazione delle
profondità marine, ho iniziato a
dedicarmi anche alla subacquea, in
una continua ricerca di nuove esperienze, sulle montagne, sotto le montagne, sotto il mare.
GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO
Domenica 18 Febbraio
profondo circa due metri. Aggirato il
lago, la grotta si divide in due rami,
uno a sinistra, detto della Galleria
Vecchia, e uno a destra, detto della
Cortina Meravigliosa per le numerose
incrostazioni calcaree che l’adornano
e che spesso assumono le forme più
strane, specialmente nella Sala
dell’Obelisco. Al di là di questa, dopo
una cinquantina di metri si arriva al
lago Egiziano, abbastanza profondo
e con sponde ripide, attraversabile
solo con un canotto. Si prosegue poi
nella Galleria Garibaldi, con una bella
stalagmite a forma di busto umano,
poi nella Sala delle Frane e nella
Galleria del Drago Volante, al termine
della quale il nostro percorso è interrotto da un sifone.
Chi ha voglia di camminare, strisciare
in brevi cunicoli che terminano in grandi
ambienti inaspettati, superare brevi
passaggi con l’aiuto di una corda, vedere piccoli laghi nel cuore sotterraneo
della montagna, assistere allo spettacolo che, anche in una grotta calda
al livello del mare, solo stalattiti,
stalagmiti e altre concrezioni possono
dare, è invitato a questa escursione.
Punta degli Stretti è una grotta di facile
percorribilità e con una temperatura
molto piacevole anche d’inverno; chi
è interessato si può rivolgere al Gruppo
Speleologico Emiliano il giovedì sera,
in sede, o scrivere una mail al nostro
indirizzo ([email protected]).
NO
CAI
SPELEOLOGICO
IL IA
IL IA
EM
Quando ci si avvicina al litorale tirrenico
a sud di Grosseto, sembra quasi che
la mole del monte Argentario sia tenuta
ancorata alla Toscana solo dalle tre
sottili strisce di terra che delimitano la
sua laguna, larghe appena quanto
basta per permettere il passaggio della
strada. Se si alzasse la marea, viene
da pensare che lo scenario, con le
dovute proporzioni, non sarebbe molto
diverso da quello di Mont Saint-Michel,
il piccolo centro medievale della
Bretagna che periodicamente diventa
un’isola per effetto appunto delle
maree.
Tra i luoghi interessanti dell’Argentario
vi è anche una grotta di medie
dimensioni, Punta degli Stretti, che si
apre nella roccia calcarea poco oltre
il bivio per il convento dei Passionisti.
Detta anche Grotta del Granduca, per
essere stata visitata da Leopoldo II,
Granduca di Toscana, fu abitata in età
neolitica, come testimoniano resti di
ossa e di utensili, e fu riscoperta nel
1842 durante le operazioni per la
costruzione della strada che da Porto
Santo Stefano porta a Orbetello. Per
raggiungerla ci si deve fare largo tra
una fitta vegetazione di rovi e poco
dopo l’ingresso ci si trova in una galleria ferroviaria abbandonata, tipo quelle
della incompiuta ferrovia Modena Pavullo, studiate e cartografate dal G.
S. E. Attraversata la galleria si incontra
lo spettacolare laghetto nella sala del
Granduca, di forma quasi circolare e
PO
PO
Punta degli Stretti
UP
UP
CAI
SPELEOLOGICO
MODENA
GR
GR
NO
MODENA
EM
PO
EM
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CAI
SPELEOLOGICO
IL IA
GR
NO
MODENA
Sabato 17 e domenica 18 Marzo
GROTTA DI MONTE CUCCO
Il Monte Cucco, quasi al confine con
le Marche e non lontano da Gubbio,
è alto 1566 metri ed è il massiccio più
elevato dell’Umbria. È un luogo
simbolo della speleologia italiana, non
solo per la ricchezza e la varietà delle
grotte in esso racchiuse (tra le tante,
la Buca di Faggeto Tondo, con le sue
incredibili formazioni di gesso
cristallino, e l’enorme voragine della
Bocca Nera), ma anche perché la
cavità che porta il suo nome, appunto
la grotta di Monte Cucco meta della
nostra gita, con un dislivello di 923
metri tra ingresso e sifone terminale,
fu ritenuta per molti anni l’ambiente
più profondo d’Italia.
Il tratto iniziale di questa grotta era
conosciuto e visitato già nel XVI secolo,
come testimoniano alcune scritte
ancora oggi leggibili sulle pareti; una
prima esplorazione avvenne però solo
alla fine del secolo scorso e tale fu
l’interesse suscitato che si pensò di
attrezzare l’accesso con una scala
metallica per permettere a tutti una
visita agli immensi ambienti iniziali (la
Cattedrale, l’infinita sala Margherita).
Ma ancora non si pensava che, oltre
a questi saloni, la grotta riservasse
uno sviluppo al di là di ogni
immaginazione e fu solo negli anni ’60
che, superato uno stretto passaggio,
si arrivò a conoscere l’intero abisso,
con una serie di esplorazioni che
portarono a rilevare quasi 30 chilometri
di cunicoli, pozzi e gallerie. Nomi come
Gitzmo, Baratro, Galleria dei Barbari,
Regione Italiana sono ormai entrati
nella mitologia speleologica e
testimoniano il fascino che, oggi più
che mai, questo monte e questa grotta
esercitano su schiere di appassionati.
La nostra gita sarà, tutto sommato,
tranquilla perché non ci avventureremo
giù per i 173 metri del pozzo Gitzmo
o gli 83 metri del pozzo Miliani, ma
l’itinerario che seguiremo sarà
comunque sufficiente per avere un’idea
di quale inimmaginabile varietà e
vastità possano offrire gli ambienti che
si aprono nelle rocce delle montagne.
La grotta di Monte Cucco è stata la
mia prima discesa in un abisso; timore
reverenziale, emozione e anche molta
fifa mi accompagnarono in quella mia
prima esperienza della dimensione
verticale. Appeso a una corda o a un
frazionamento nel vuoto, ebbi poco
tempo per guardarmi attorno, tutto
intento come ero a non sbagliare i
movimenti e a fare le cose nel modo
giusto. Ma ancora oggi, dopo anni, mi
rendo conto di aver vissuto
un’avventura che mi ha arricchito
profondamente. In grotta si entra in
contatto con una dimensione così
diversa dalla nostra realtà quotidiana
che per un attimo si resta come
disorientati e increduli di fronte allo
spettacolo della natura sotterranea.
Questi ambienti aspettano solo di
essere conosciuti; benché antichi di
milioni di anni, ci offrono aspetti, forme
e prospettive sempre nuove e
affascinanti, che suscitano ogni volta
emozioni uniche e indimenticabili.
Chi è interessato a vivere una nuova
avventura dentro la montagna può
rivolgersi al Gruppo Speleologico
Emiliano il giovedì sera, in sede, o
scrivere una mail al nostro indirizzo
([email protected]).
La prima grotta... (la grotta della Spipola)
Nell’ignoto e nel buio si nascondono
le nostre paure più segrete, dall’ignoto
e dal buio siamo attratti. E cosa c’è di
più buio e di più ignoto di una grotta?
Una cavità che si addentra nelle viscere della terra, della quale non conoscimo il percorso, non sappiamo misurare
l’estensione, la profondità, i pericoli...
un ambiente non solo buio, ma spesso
anche freddo e umido, inospitale...
La domanda che mi sento rivolgere
da quando ho deciso di scendere in
grotta è “Ma chi te lo fa fare di entrare
lì dentro?” Per la maggior parte delle
persone le grotte sono, appunto,
anfratti bui, freddi, umidi, inospitali;
pozzi senza fondo in cui si cade, acque
profonde in cui si scompare, cunicoli
senza fine in cui ci si perde, prigioni
mortali popolate, nel migliore dei casi,
da feroci pipistrelli!
Eppure, vincere il timore dell’ignoto
ripaga ampiamente dello sforzo e può
portare ad esperienze gratificanti e
divertenti, come quella che ho vissuto
nella “mia prima grotta”.
Premetto che in passato mi è capitato
di visitare grotte attrezzate per i turisti,
quali le Grotte di Castellana, di
Frasassi, o la Grotta del Vento: questi
ambienti permettono di ammirare le
meraviglie sotterranee da vicino, ma
in modo comodo: si cammina su
passerelle dotate di sicure ringhiere,
gli ambienti sono illuminati; spesso poi
ci si trova in comitive numerose (e rumorose...), quindi, almeno per quanto
mi riguarda, l’effetto è quello di trovarmi
in un museo più che in una grotta. Un
po’ come vedere i pesci tropicali
attraverso il vetro di un acquario!
Ho voluto provare finalmente a entrare
in una grotta non attrezzata per i turisti:
LA MIA PRIMA ESPERIENZA DA
VERO SPELEOLOGO! Avevo sempre
pensato che la speleologia fosse una
disciplina sportiva riservata agli alpinisti
esperti che, stanchi di scalare le
montagne “dal di sopra”, scelgono di
scalarle “dal di sotto”; la ritenevo quindi
assolutamente al di fuori delle mia
capacità.
Con gli istruttori del Gruppo Speleologico Emiliano di Modena sto invece
scoprendo che qualcuna di queste
esperienze sotterranee è possibile
anche per le persone come me, dotate
di scarso livello atletico e (ahimè) di
alto livello di... imbranataggine. Per il
momento ho imparato almeno l’utilizzo
della illuminazione a carburo, e teatro
di questa entusiasmante performance
è stata la...
GROTTA della SPIPOLA!
Questa grotta si trova nel Parco dei
Gessi Bolognesi, precisamente nel
territorio del Comune di San Lazzaro
di Savena.
L’ingresso, sul fondo di una enorme e
suggestiva dolina, è protetto da una
porta chiusa a chiave, in modo da
impedire ingressi indesiderati,
soprattutto da parte di persone che
potrebbero compiere atti vandalici o
anche non riuscire più a ritrovare
l’uscita.
L’ingresso attuale ha sostituito quello
originario, ora non più agibile.
All’entrata si scende una serie di rozzi
scalini, prestando particolare
attenzione al fondo argilloso e quindi
scivoloso. Gli ambienti della grotta,
collegati da tra loro da stretti cunicoli
e scivoli argillosi, assumono spesso
proporzioni molto ampie, e sulle volte
è possibile notare i segni dell’opera
millenaria dell’acqua che si è aperta
un varco. La roccia è scura, ma colpita
dalla luce dell’acetilene brilla per i
cristalli di gesso, levigati e traslucidi,
simili a vetro.
La parte più divertente (e faticosa!):
strisciare o “gattonare” nei tunnel e
negli scivoli che poi si aprono in
ambienti più agevoli, talvolta ingombri
da enormi massi caduti dalla volta. La
parte più impressionante: spegnere
tutte le luci e “vedere” com’è il buio
perfetto, assolutamente impenetrabile.
È incredibile come si rimanga abbagliati riaccendendo la più piccola luce! Ma
è uscendo dalla grotta, dopo circa tre
ore, che si rimane veramente colpiti
dalla luce e dai colori esterni, più
luminosi che mai. E... ehm... l’unica
parte un po’ sgradevole... alla fine,
lavare via tutto il fango appiccicato
addosso, veramente tanto, ma devo
dire che ne è valsa veramente la
pena!!!
Adriana Sassatelli
9
In ricordo di
Angelo Testoni
Continua da pag. 1
E lo è stato con me, sua ultima moglie.
Ci muovevamo entrambi ancora con
slancio, ormai ultraquarantennale, nel
mondo del volontariato: lui nel C.A.I.,
io crocerossina in Croce Rossa, ancora
oggi. Ci intendevamo proprio perché
avevamo ben chiaro il significato di
“Volontariato”: “volontà”, “volontarietà”,
scelta spontanea, voluta, per un’azione
donata e sorretta da ideali ben
coscientizzati. Ecco perché per noi è
durato così gran tempo l’impegno e
l’adesione sempre desta. E’ stata
questa una scoperta reciproca, un
ulteriore incontro durante la nostra
breve unione. Ce l’eravamo imposto
l’impegno, in un tempo assai lontano,
in cui la dedizione al volontariato, oltre
ad essere relativamente infrequente,
non era “una moda”, o un riempitivo
al proprio tempo libero, o peggio
ancora una rivalsa sulle inevitabili
frustrazioni quotidiane, o la smania
più o meno palese di mettersi in luce,
o infine un emblema di cui fare sfoggio:
tutte motivazioni che sembrano oggi
essere le più ricorrenti, ma anche le
più effimere, e perciò nemiche della
costanza e della coerenza, sicchè
spesso portano all’abbandono del
cammino! Non è sempre facile vivere
una partecipazione disinteressata, con
abnegazione e sacrificio solidale, così
come dev’essere il volontariato! Angelo
ha vissuto a lungo nel vostro C.A.I.
proprio perché la sua nota dominante
è stata la profonda convinzione
nell’ideale da perseguire, e perseguire
con slancio, con entusiasmo, impegno,
nelle realizzazioni e nei rapporti con
i “compagni”. Non gli mancava il sorriso
– era fatto così! - Il sorriso per lui era
un collante, una calamita con cui
avvincere altri ad aderire ed a vivere
un volontariato di generosità e di valide
attualizzazioni. Ringrazio sentitamente
tutti voi che ancora lo ricordate, e
ringrazio in particolare coloro che si
sono adoperati oggi per farlo in modo
cosi degno.
Acquisto tute per i soci
La nostra Sezione ha deciso di far preparare da una ditta del settore
un certo numero di tute in tessuto pro ness (ideale per il tempo
libero e le attività sportive), con l’aquila del C.A.I. e la dicitura
C.A.I. Sezione di Modena. Per potere visionare colori e taglie, alcuni
capi saranno disponibili in Sede nei mesi di dicembre e gennaio.
Tuttavia verranno prodotte solo le tute ordinate preventivamente
tramite nostra segreteria. I soci interessati sono invitati, quindi,
di contattare la segreteria entro e non oltre il 26 gennaio 2007
(sarà richiesta una piccola caparra).
Mafalda Rosy Testoni Montoncello
Una iniziativa
culturale intitolata
al Prof. MARIO BERTOLANI
Continua da pag. 1
lavoro quanto piuttosto un modo
normale di vivere nel quotidiano.
La domenica mattina hanno presenziato alla cerimonia ufficiale di inaugurazione, oltre allo stesso Sindaco,
Paolo Fontana, Assessore alle Politiche di Sostenibilità Ambientale del
Comune di Formigine, Alberto Caldana, Assessore all’Ambiente della Provincia di Modena e l’On. Mariangela
Bastico, Vice Ministro della Pubblica
Istruzione.
Tutti i loro interventi hanno rimarcato
l’importanza, soprattutto futura, di
questo Centro di Educazione Ambientale, delle finalità che esso si
prefigge, e di quanto potrà favorire
soprattutto nei giovani una migliore
conoscenza e, quindi, un più concreto rispetto per l’ambiente che ci circonda e per le tante biodiversità che
lo caratterizzano e che hanno rappresentano il filo conduttore che ha
accompagnato Mario e Daria per tutta
la loro vità.
Il Prof. Mario Bertolani è in piedi a sinistra.
Gianfranco Gibertoni Past President - sezione di Carpi
Il 1° novembre scorso veniva a
mancare l’ing. Gianfranco Gibertoni
già Vicepresidente generale del C.A.I.
dal 1991 al 1972. Era nato a Carpi
l’8 marzo 1925 da una famiglia
connaturata alla nostra terra emiliana
e assai attiva nel commercio dei vini.
Ma la vicenda cittadina di questa
famiglia è legata successivamente a
una impresa che li ha visti protagonisti
dagli anni Venti a oggi nel settore,
cinematografico, dapprima con due
sale in pieno centro a cui si aggiunse
un cinema all’aperto ristrutturato in
un paio di riprese nell’attuale multisala
seguendo lo sviluppo del settore
sempre all’avanguardia nella
diffusione dello spettacolo. Il cinema
non è stato solo l’impegno di una vita
per Gianfranco e i suoi fratelli, ma
una passione che ha avuto una
valenza sociale perché proiettata a
livelli culturali di indubbio merito. Se
questo è vero, è ancora più vero dire
che il suo grande amore è stata la
10
montagna e che si deve alla sua
esuberante fede nei valori alpini se
questa passione nata e alimentata
inizialmente nella F.U.C.I. (Federazione Universitaria Cattolica Italiana)
ha trovato la sua massima espressione nel C.A.I., a cui si iscrisse giovanissimo, perché individuato come luogo
di elezione privilegiato per una sua
piena attestazione. Ben presto è reggente della Sottosezione di Carpi che
è ben presto Sezione nel 1945 a
guerra finita. È nella storia quella prima gita a Bismantova di un gruppo
di soci nel 1946 su un camioncino
scoperto, protetti da vento e polvere
da un telone svolazzante, compiendo
una prima presa di possesso della
montagna. In quella vecchia foto si
coglie il ciuffo scapigliato e avventuroso di Gibertoni, una qual sua certa
disinvoltura e schiettezza in più, una
volitività e una presenza di spirito,
una credibilità che lo condurranno a
ricoprire gli incarichi di componente
della Delegazione Emilia-Romagna,
del Convegno Tosco-EmilianoRomagnolo, di Consigliere centrale
e vicepresidente generale del C.A.I.
Presidente per cinquant’anni della
Sezione di Carpi, questo mezzo
secolo ha visto la continua crescita
dei soci (ormai prossimi agli 800) e
dalle attività delle più tradizionali alle
più innovatrici. In particolare sono da
segnalare tre momenti centrali: la
costruzione del Rifugio Città di Carpi
ai Cadini di Misurina inaugurato nel
1970; la spedizione scientificaalpinistica all’Hoggar (nella quale salì
solo una cima con passaggi di III
grado); la pubblicazione del Notiziario
Sezionale a partire dal 1977. Ricordiamo la sua intensa operosità, il suo
generoso entusiasmo, le sue capacità
critiche e riflessive, la sua rapidità
decisionale, la concretezza del suo
agire. Tutto questo calato in una
profonda sensibilità perché dotato di
particolari doti empatiche che il suo
amore per la montagna evidenziava
avendo anche come riferimento
personaggi quali Antonio Berti da lui
riconosciuto come maestro. Esemplari
alcuni suoi articoli sulla R.M. su Re
Alberto dei Belgi e sulle Marmarole.
In uno dei suoi ultimi articoli per il
Notiziario Sezionale scriveva: «Apro
in soffitta un vecchio armadio... vedo
rincattucciata in un angolo una mia
giacca a vento compagna inseparabile delle mie escursioni... la tocco
emozionato, la irrealizzabile speranza
di ridarle i colori perduti e di ritrovare
l’entusiasmo e le gioie provate in tanti
anni vissuti insieme... Per non cedere
all’emozione decido di chiudere l’armadio con tutti i miei sogni. Fuori,
nella mattinata invernale, la brina ha
ricoperto i prati con minutissime goccioline che, illuminate dal sole, ora
brillano come fiocchi di neve». È
l’addio che ci ha lasciato.
Dante Colli
L’ufficio C.A..I. di Fanano
Un po’ d’anni fa, pensai, quale vecchio
socio C.A.I., di proporre la costituzione
di una sottosezione nel Frignano; ne
parlai al presidente Testoni il quale mi
incoraggiò nell’iniziativa dandomi
l’appoggio necessario e mi segnalò
che negli anni 20 del 1900 già esisteva
in Fanano una sottosezione Frignano
voleva dire soprattutto Pavullo e
parlatone ad alcuni amici, ne fui
sconsigliato.
Allora pensai all’Atto Frignano e cioè
a quella fascia di Appennino ai piedi
del M Cimone e cioè oltre Fanano,
Sestola, Montecreto, Riolunato,
Pievepelago, Fiumalbo; interpellai
diversi soci di questi paesi che
approvarono l'iniziativa.
Ho sempre precisato che la
sottosezione sarebbe stata,
decisamente nata solamente con
l’assenso degli iscritti residenti e che
la sede sarebbe stata decisa dagli
stessi.
Ne parlai all’allora Sindaco rag.
Giancarlo Muzzarelli, sempre favorevole a proposte che potessero
valorizzare la nostra montagna e non
solo Fanano: anzi mi assegnò un
locale a pianterreno del Collegio degli
Scolopi, Sede Municipale, con luce e
riscaldamento, a titolo gratuito. Nel
frattempo su sollecitazione del Presidente ed altri soci venni incaricato
di costituire la squadra del Soccorso
Alpino facente patte della Stazione M.
Cimone di Modena che aveva a capo
Alberto Grandi che ebbe sede appunto
nell’Ufficio C.A.I., che poi lasciai
compiuti i 60 anni.
Mi diedi da fare per fare nuovi soci e
così dopo che avevo spiegato il motivo
dell’iniziativa, iscrissi diverse persone,
non solo di Fanano, ma di Sestola,
Montecreto, Pavullo, Lama M.,
Modena, Montese, Firenze ed altri
luoghi che al momento mi sfuggono:
era già un buon numero e da buon
“burocrate” avevo arredato l’ufficio con
scrivania, poltroncine, mobili, scaffali,
avuti grazie all’interessamento di soci
dipendenti da banche locali; avevo
compilato la rubrica degli iscritti, un
piccolo archivio con le varie cartelle e
come macchina da scrivere usavo la
mia. La Sezione mi aveva dato diversi
libri (doppioni) della biblioteca
sezionale e così nelle scaffalature facevano bella mostra i libri di alpinismo,
di alpini, di piante e fiori, ecc. Ebbi
anche l’onore della visita dell’allora
Presidente Nazionale Bramanti.
Ma quando si giunse a decidere,
l’iniziativa si bloccò: avevo proposto
al Presidente di convocare una
riunione di tutti gli iscritti interessati in
unb luogo centrale per spiegare e
quindi concretizzare la proposta. Ma
nulla fu fatto, e non ho mai capito il
perchè né alcuno mi ha dato
spiegazioni e così l’iniziativa si arenò.
Dirò che in zona e anche a Fanano
non tutti erano favorevoli e qualcuno
temeva di perdere importanza nelle
sue attività promozionali e informative,
anche se penso, questo non poteva
essre di ostacolo.
Da allora io ho continuato a gestire
l’ufficio di Fanano per il tesseramento,
ma diversi iscritti non essendo andato
in porto la sottosezione non rinnovarono più l’iscrizione al CAI.
Oggi ho ancora una quindicina-ventina
di iscritti, compresi i famigliari, di
Fanano ma anche di Sestola, Modena,
Massa Finalese e qualche altro luogo.
A partire dal prossimo tesseramento,
ho rinunciato con lettera al Presidente
Sezionale alla gestione dell’Ufficio: gli
anni sono passati e passano in fretta
e ritengo che debba proseguire un
giovane, anzi una giovane, Ida Ballerini
che per il suo entusiamo, amore per
la montagna, continuerà la gestione
dell’ufficio stesso, anzi, sono certo ne
migliorerà l’attività: e allora auguri
Ida....
Alfonso
Resoconto della gita nel gruppo del Carega
Domenica 8 ottobre, abbinata all’uscita
del corso ferrate, si è effettuata una
gita nel gruppo del Carega (Piccole
Dolomiti Vicentine) per percorrere la
ferrata Campalani, raggiungere cima
Carega e ridiscendere per il sentiero
attrezzato Pojesi. Questi percorsi non
sono accompagnati dall’imponenza
degli scenari dolomitici, hanno però
un loro fascino discreto e non privo di
passaggi impegnativi ed emozionanti
come si sono resi conto i nove ragazzi
del gruppo Senior dell’Alpinismo
Giovanile e i due adulti che erano con
me. L’entusiasmo e la voglia dei
giovani sono stati contagiosi
coinvolgendo anche i non più ragazzi
Federica Tofani e James Montanari.
Pensate che partiti dal rif. Boschetto
ben dopo un gruppo di adulti
accompagnati da Enrico Pinelli li
abbiamo raggiunti e superati lungo il
sentiero che conduce al rif. Scalorbi
e da li all’attacco della ferrata
Campalani! Questi primi metri sono la
parte più impegnativa e difficile
dell’intero percorso. I ragazzi volavano
tra il piolo e il chiodo che aiutano a
superare la breve ma non semplice e
verticale paretina iniziale, e gli adulti…
dietro! Dopo la cima, la discesa per il
sentiero alpinistico Pojesi, panoramico
ed emozionante, ha insegnato a tutti
(ragazzi per primi) che le difficoltà in
montagna non sono mai classificabili
in senso assoluto. L’itinerario conduce
dalla cresta della Costa Media al Passo
Pertica attraverso un diedro e cenge
attrezzate. E’ proprio questo diedro
che, percorso in discesa, ha fatto
capire che le difficoltà possono mutare
non solo a causa di eventi atmosferici
contrari ma anche in relazione al senso
di percorrenza che diamo all’itinerario.
Ai ragazzi più veloci ed esperti è stato
quindi chiesto di attendere i compagni
più lenti o in leggera difficoltà per
mantenere compatto il loro gruppo,
questo per promuovere la loro crescita
alpinistica e umana. La montagna deve
insegnare non solo l’individualismo
ma anche a farsi carico di chi è in
difficoltà. Alla fine, a Passo Pertica,
ma solo per alcuni gitanti e corsisti,
c’è stata l’emozione della ferrata Biasin
adrenalinica e verticale come nessuna
in quella zona!
GianLuigi Cozza
Escursione Alpe Devero del 18 e 19 novembre 2006
Mi insegna un saggio orientale: “Un
viaggio di mille miglia inizia con un
piccolo passo”.
Naturalmente, non ho ancora percorso
tanta strada ma già sento che l’uscita
del 18 e 19 novembre nella bellissima
e affascinante Alpe Devero è stato il
mio piccolo passo. Un piccolo passo
verso una sfida ancora non
sperimentata: la neve. Per me, neofita
frequentatrice delle escursioni Cai,
nata all’ombra delle Dolomiti e
cresciuta sotto cieli di inverni rigidi, la
neve in montagna era uno scoglio,
anzi una guglia, mai superata. Forse
la paura di mettermi alla prova o ,
semplicemente, la pigrizia...
Certo, la presenza della neve sul
nostro cammino era stata prevista ma,
non calcolavo in tale misura. La prima
sorpresa, quindi, la troviamo già nel
pomeriggio di sabato quando, dopo
aver costeggiato il lago di Agaro, siamo
risaliti verso la Corona Troggi e dopo
poca risalita lungo il sentiero, gli
scarponi cominciano a scivolare e le
ghette, già indossate per non rischiare,
cominciano a compiere il loro lavoro
di isolanti.
La magia arriva qualche metro più su,
quando la salita finisce e l’altopiano si
apre davanti a noi coperto di neve
fresca e pesante. Osservo e ascolto.
Solo i nostri passi, solo le nostre
impronte su quella che sembra la
traccia di un sentiero. Dentro al bianco
si stagliano le malghe , nella loro
decorosa e bella ristrutturazione, le
cime più alte, l’ombra di un laghetto,
nuvoloni neri... è ora di tornare.
La domenica la magia ritorna con più
intensità. La nostra meta è il Passo
della Rossa (m.2460). È certo che di
neve ne troveremo anche di più.
Difatti... la salita è impegnativa quasi
da subito. Ma ciò che ci circonda è
davvero straordinario. Le poche case
e gli alberi sotto di noi diventano
sempre più piccoli, lasciando il posto
ad una visione sempre più ampia e
vertiginosa di ciò che ci circonda. Dove
posare gli occhi? Cosa ascoltare?
Vicino e lontano il panorama è
mozzafiato, non mi basta mai.
Incamero dentro di me le forme degli
ometti di pietra che la neve e il vento
hanno modellato, i laghi sotto di noi
quando svalichiamo, il silenzio di una
foto fatta insieme, il suono dei passi
quando sprofondano nella neve, i
ghiacciai lontani... che posto magnifico!
Mentre torniamo, lasciando il vento
gelido del passo, l’attraversamento
impegnativo delle morene, la visione
romantica di Crampiolo e del lavo di
Devero, c’è ancora posto per una
considerazione: ma se non ci fosse
stata la neve? Avrei potuto gioire di
simili emozioni? Decisamente bisogna
dare una risposta a questi interrogativi.
Ho deciso: tornerò anche in estate!
Tiziana
11
NOVITÀ IN BIBLIOTECA
di Alessandro Marchiorri
“Spegniamo
il televisore
e apriamo
un libro!”
M. Rigoni Stern
S. Marazzi “Atlante geografico
delle Alpi - Soiusa”
Ed. Friuli & Verlucca
Soiusa è l’acronimo di “Suddivisione
Geografica Internazionale Unificata del
Sistema Alpino”. Auspice il Club Alpino
Italiano, l’Autore ci prospetta una
ripartizione più completa e aggiornata
della tradizionale “Partizione delle Alpi”
in auge nel nostro Paese dall’ormai
lontano 1926 e che aveva prodotto
come facile scioglilingua da rimandare
a memoria fin dalla geografia delle
scuole elementari, il po’ surreale “ma
con gran pena le re ca giu” che
elencava, in ordine progressivo, da
sud-ovest a nord-est le Alpi Marittime
Cozie, Graie, Leontine, Retiche,
Carniche, Giulie. Eh sì, era un po’
poco: non venivano contemplate le
Liguri e le Dolomitiche: inoltre i settori
non confinanti con lo spartiacque
principale, in territorio francese,
svizzero, austro-tedesco e sloveno
venivano liquidati in maniera approssimativa e disomogenea... La vecchia
impostazione era il frutto della
concezione delle Alpi come frontiera,
come barriera tra i popoli e tra gli stati
nazionali. Oggi, rivisitando la storia del
Medioevo e dell’attuale nuova Europa, le Alpi non son più barriera/frontiera, bensì cerniera che apre le porte,
salvo qualche eccezione, alla libera
circolazione di persone e merci al di
qua e al di la dello spartiacque alpino.
La nuova ripartizione geografica, che sta
riscuotendo ampi consensi anche all’estero, presenta novità ragguardevoli: abolisce la tripartizione tra Alpi occidentali,
centrali e orientali e introduce, con confine
al Passo dello Spluga, una bipartizione
tra occidentali e orientali: identificate da
un codice internazionale alfa-numerico,
le due grandi Parti (occidentali e Orientali)
si suddividono poi in Settori, Sezioni, Sottosezioni, Supergruppi e Gruppi. E allora?
Tutto ciò ci cambierà la vita? Beh, forse
no... meno che a quei tapini di bibliotecari
se dovranno o vorranno procedere
all’aggiornamento della classificazione
dei libri-guida affidati alle loro cure.
AA.VV. “Le Alpi venete Primavera-estate 2006”
Ed. Cai sezioni Trivenete
Ci piace sempre recensire “Le Alpi
venete”, rivista di montagna edita dalle
sezioni trivenete del Club Alpino Italiano, ricca di contenuti, gradevolissima
per l’impostazione grafica e per la
maneggevolezza: un classico 17x24
come era la Rivista del CAI fino a 15
anni fa... Segnaliamo in questo numero
alcuni articoli particolarmente curati e
stimolanti per la nostra cultura alpina:
di A. Masucci: “Civetta: le vie dei
pionieri sulla parete nord-ovest”; di M.
Trevisan, Presidente dell’Associazione
Dino Buzzati “L’idea e l’immagine della
montagna”; di S. Rovis “Cino Boccazzi,
il nomade delle rocce” una ricca rubrica
di recensioni librarie e una di relazioni
di nuove recensioni sulle alpi orientali
chiudono il numero di questa bella
rivista.
C. Mazzolini “Escursionismo
all’Abetone”
Ed. La grande selva
Beh, francamente ci si poteva
aspettare qualcosa (o molto) di più da
una opera del genere vuoi per la
limitatezza del territorio, peraltro
artificiosamente allargato al modenese
e al lucchese, vuoi per la lunga
permanenza in loco dell’Autore, vuoi
per il suo non indifferente “pedigree”
professionale da ex-sottufficiale del
Corpo Forestale dello Stato e, poi di
Operatore naturalistico. Accattivante
è il contenitore: una bella copertina,
tante foto a colori... ma si sa, non è la
veste esterna che qualifica e determina
lo spessore di un libro, di una rivista,
di una qualsivoglia pubblicazione:
Occorre la sostanza e in questo libroguida la sostanza non è tanta (e si
perdoni l’assonanza...).
Non si possono liquidare le escursioni
proposte in quattr’otto senza un briciolo
di descrizione del territorio attraversato
limitandosi a specificare donde si parte
e dove si arriva percorrendo, magari,
una pista da sci... (sai che bellezza e
che gusto: provare per credere...).
Non si può tacere sugli scempi edilizi
e ambientali che si vanno perpetrando
nell’alta Valle delle Pozze (Val di Luce).
Come non sapere che il sentiero 499
del Cai Modena non esiste più da
almeno 15 anni? Come è possibile
allegare al libro una cartina dei sentieri
che è la stessa a corredo di analoga
opera dell’Autore di 21 anni fa’? Poi,
via!, un po’ più di cura nella grammatica
italiana: un sentiero in forte salita non
può definirsi “irto” (non è un refuso di
stampa: è ripetuto almeno 10 volte),
ma correttamente “erto” e c’è una bella
differenza
Tracce nella neve
Ormai fuori è buio già da parecchie
ore.
Fisso dalla finestra quella oscurità e
mi perdo tra la fitta rete dei miei
pensieri.
Come era tutto più semplice un tempo:
il lavoro aveva impegni ben più
contenuti e concludenti in un lasso di
tempo assai più breve, poi si scappava
in palestra e li si iniziava a sognare
grandi progetti d’alpinismo. Naturalmente “grandi” per noi che li desideravamo intensamente.
Spesso si arrivava al venerdì sera con
zaino pronto e relazione in tasca, pronti
a partire come in una missione di guerra.
Sì, forse, senza averci pensato profondamente ho scelto la parola giusta!
12
Una “guerra” contro le nostre paure,
contro i nostri limiti che in quegli anni
erano misurabili con la “montagna”,
con l’affrontare vie dure e sconosciute
dove l’ambiente che ti circonda
potrebbe anche scegliere di “tirarti”
brutti scherzi.
Questo era ciò che avevamo nel cuore
ed è stato bello poterlo fare...
Ora però la malinconia di quegli anni
riattiva a volte quel meccanismo che
mi esonera momentaneamente dal
quotidiano: mi fa caricare lo zaino in
macchina e la relazione è sempre in
tasca, pronta a trovare concretezza.
In queste rapide fughe verso la
montagna, il compagno di cordata è
quasi sempre virtuale...
Per questo oggi mi trovo qui, su nelle
nevi del nord, ad aprire le tracce fino
alla prossima nevicata.
Un po’ curva sotto al peso del mio
amico zaino, procedo con passo lento
ed inesorabile verso quella che
secondo me è la meta.
Ormai il giorno si ritira nell’abbraccio
dell’orizzonte: come sempre i colori
assumono quelle dominanti magiche
e tipiche dell’inverno che si
aggrappano ai ricordi rendendoli
indelebili.
Sul crinale di fronte intravedo il profilo
di un camoscio: strano così alto in
questa stagione....forse è venuto a
godersi lo spettacolo della natura.
Arrivo al bivacco: accogliente, comodo
e ben fornito....ma questo è un posto
che conosco, so che chi vi passa è
gente educata e chi si occupa della
manutenzione è scrupoloso e volenteroso.
Il tepore del locale rilassa i miei muscoli
stanchi e sudati per le ore di marcia
nella neve.
Vorrei un te ma non posso farmi
sfuggire ciò che sta avvenendo fuori,
quindi rimando e mi preparo a fare la
spettatrice di un momento della
giornata che mi appassiona sempre
moltissimo.
Scatto gli immancabili ricordi.
Guardo un attimo il cielo nel tentativo
di sottrargli qualche informazione per
domani: credo che sarà una buona
giornata.
Poi mi ritiro in bivacco a consumare i
consueti riti della situazione.
Solitaria come una animale selvatico
e silenziosa altrettanto, prima dell’alba,
parto. La luna mi aiuta ad indicarmi il
cammino: ridiscendo prima un po’ di
quota per poi risalire una non ripida
rampa di neve, arrivo al colle. Il sole
inizia lentamente a colorare e
riscaldate quella valle posseduta dal
gelo.
Ora vedo la mia meta: candida come
mai si stacca dal piano glaciale per
circa trecentocinquanta metri di
dislivello. È stregante, nessuna traccia
di bipede - e tanto meno quadrupede
- solo un uniforme mantello bianco
che mi ispira la salita.
Vedo di non perdere tempo: le giornate
in inverno sono corte e so già che
questo giretto lo concluderò col buio.
Ripongo i bastoncini e sfilo le picche,
poi vado.
Finalmente sono qua, faccio parte di
questo mondo invernale che tanto mi
attrae e appaga. Questa montagna mi
è “sfuggita” varie volte, ma ora fin qua
sono arrivata e andrò fin su e oltre.
Il ghiaccio è perfetto e gli attrezzi mi
trasmettono la massima fiducia. La
giornata è frizzante e sicura.
Concentrata sul gesto, mi accorgo che
sto andando un po’ troppo di fretta ed
è un peccato sprecare questi momenti,
consumandoli come se stessi gareggiando in chissà quale competizione....
Quindi rallento, mi guardo intorno e
mi lascio trasportare dalla mia
passione per ciò che sto facendo.
Dopo poco sono in vetta.
Mi fermo un attimo per uno spuntino.
Mi guardo bene intorno concentrata a
catturare quello che è possibile con la
mente. Conosco questi posti, ma ogni
salita che si fa ha sempre da darti
qualcosa di nuovo e di visivo, ha il
punto di vista.
Sgranocchio qualcosa rapidamente e
poi giù per la cresta, certo non meno
bella della salita di questa mattina.
Credo che gli alpinisti, almeno una
parte, siano persone molto fortunate.
Poter godere di questi spettacoli lo
considero un grande privilegio.
Non ho incontrato e non sto incontrando nessuno, ma non mi meraviglio,
anzi l’avrei fatto col contrario.
È difficile persino d’estate trovare
compagnia qui, figuriamoci d’inverno!
Ma sono venuta qua anche per
quello......
Quando voglio “staccare” mi viene
meglio così....
Ormai sono al bivacco; ho ancora
qualche ora di luce... Cha faccio vado
in giù con almeno dieci ore di cammino
oppure rimango e pernotto qua?
Che fretta ho...posso restare, così mi
godo un altro “sceneggiato sul
tramonto”.
...Tanto a casa so che stanno
tranquilli....
Barbara