Il Cimone N. 01
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Il Cimone N. 01
il cimone NOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI MODENA DEL CLUB ALPINO ITALIANO BIMESTRALE - ANNO XXX - Nuova serie N. 1 - GENNAIO/FEBBRAIO 2007 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Modena - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci di Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa. In ricordo di Angelo Testoni ha unito e animato il loro personale rapporto, assolutamente non disgiunto dall’impegno di un volontariato -per e nella- società civile. Ho chiesto alla Signora Rosy, che gentilmente ha concesso, la possibilità di pubblicare il suo intervento su “il cimone” il notiziario dove, per anni, Angelo ogni tanto interveniva per “correggere il tiro”. Sono convinto che quanto sottoscritto sia un ulteriore messaggio che vada consegnato ai nuovi soci volontari perché sia tenuto in debito conto, perché questa è la strada maestra, per il CAI di ieri, d’oggi e di sempre… Al termine dei lavori dell’Assemblea dei Delegati del Gruppo Regionale delle Sezioni del C.A.I. dell’Emilia Romagna, tenutasi a Reggio Emilia il 28 ottobre u.s., nella Sala del Palazzo del Capitano del Popolo, si è svolta una solenne cerimonia per premiare o ricordare, onorandone la memoria, quei Soci che per anni hanno rappresentato e incarnato gli ideali, le regole e lo spirito del volontariato del Club Alpino Italiano, nelle proprie Sezioni, presso Enti Pubblici e privati e più in generale nella società civile. Per la nostra Sezione è stato ricordato, a quattro anni dalla scomparsa, Angelo Testoni “il Presidente di sempre…”. La “Medaglia d’argento alla memoria” è stata consegnata alla moglie Mafalda Testoni Montoncello, che, nel ritirarla ha espresso ai presenti con toccanti, sincere e appropriate parole ciò che Molteplici sono state le interpretazioni su Angelo, espresse da molti di voi, che hanno con lui convissuto un lungo cammino in C.A.I. E convissuto con lui proprio come “comites”, come “compagni” in movimento su un cammino comune, in una simbiosi e solidarietà di vita, che è stata la vera interpretazione del termine “compagni”, nel significato etimologico “cum paris”, “con cui si divide il pane”, ovvero la sorte comune per un ideale comune – così come ebbi a dire in occasione della Inaugurazione del “Fondo bibliografico Angelo Testoni”, istituito nella Sezione di Modena nel 2005, per l’impegno prezioso e competente del prof. Antonio Rossi, del geom. Alberto Grandi, del dott. Alessandro Marchiorri – Angelo amava essere “compagno”! Continua a pag. 10 Una iniziativa culturale intitolata al Prof. MARIO BERTOLANI È stato inaugurato a Formigine, il 16 ed il 19 novembre, presso la ristrutturata Barchessa di Villa Gandini il Centro di Educazione Ambientale “il Picchio” intitolato al prof. Mario Bertolani, docente universitario, scienziato naturalista e socio della nostra Sezione per oltre cinquant’anni. Questa dedica è stato un riconoscimento importante e significativo che la locale Amministrazione comunale ha voluto dedicare a questo suo insigne concittadino, che ha lasciato alla comunità una eredità culturale, civile e politica di grande importanza. Le finalità di questo nuovo Centro, che va ad affiancarsi ad altri analoghi della nostra Provincia che da sempre si è distinta con queste iniziative, sono quelle di mettere a disposizione della cittadinanza e, in particolare, delle strutture associative e didattiche di ogni ordine e grado presenti nel territorio, una struttura che operi come centro di coordinamento, di programmazione di iniziative e di supporto operativo alle attività che riguardino l’educazione, lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale, con particolare attenzione alla valorizzazione e alla difesa delle biodiversità del territorio che ci circonda. L’intitolazione al prof. Mario Bertolani di questa nuova realtà culturale assume anche un particolare significato umano in quanto, all’interno della stessa area a parco sede del Centro, è posta la Biblioteca Comunale de- dicata alla di lui moglie, la prof. Daria Bertolani Marchetti, botanica famosa e autrice di importanti studi tematici e di preziose ricerche naturalistiche ed ambientali. L’inaugurazione del Centro è avvenuta in due diversi momenti di incontro: il giovedì sera è stato soprattutto ricordato Mario mentre la domenica successiva è stata ufficialmente inaugurata la struttura a lui intitolata. Durante l’incontro serale, a cui era presente un folto gruppo di famigliari, amici ed estimatori, Mario è stato ricordato con parole di riconoscenza e profonda amicizia dal Sindaco di Formigine, sig. Franco Richeldi, ed da alcuni dei suoi più anziani allievi che gli sono stati compagni nelle sue tante ricerche petrografiche, speleologiche e naturalistiche; non sono mancati gli interventi di molti di coloro che hanno avuto l’opportunità, durante la sua vita, di affiancarlo in molti dei suoi tanti interessi culturali, sociali ed economici quali: l’archeologia, la programmazione territoriale, il mondo delle materie prime, della Ceramica, ecc. Particolarmente toccanti sono state poi le parole affettuose con cui la figlia Maria Cristina ha ricordato la dedizione e l’amore di entrambi i suoi genitori per la conoscenza e lo studio delle Scienze Naturali tanto che tali attività in famiglia non rappresentavano un Continua a pag. 10 TESSERAMENTO 2007 E QUOTE SOCIALI Ricordiamo a tutti i soci che è iniziata la campagna di rinnovo della quota sociale per l’anno 2007. Il 31 marzo scade l’assicurazione per i soci in regola per il 2006. Onde evitare inutili rischi, è bene rinnovare la tessera per tempo ricordando, peraltro, che il mancato rinnovo nei termini previsti annulla tutti gli altri diritti del socio. DOVE RINNOVARE LE ISCRIZIONI • Direttamente in Sezione - CAI, Via 4 Novembre, 40 - Tel. 059/826914; • A mezzo bollettino postale, conto corrente n° 10270411, intestato a: “Club Alpino Italiano – Sezione di Modena, Via 4 Novembre 40; Modena” specificando nella causale il tipo di rinnovo e maggiorando la quota di Euro 1 quale rimborso spedizione bollino; • Rivolgendosi ad uno dei seguenti Punti di Rinnovo di Modena e Provincia: ➤ Modena: Agenzia Viaggi Sestante - Via Farini, 72, Tel. 059/225124; ➤ Modena: Giornale MO - Via Saliceto Panaro, 13 angolo Via Emilia Est (9-13 - 15-19 dal lunedì al venerdì); ➤ Fanano: Ida Ballerini - (previo appuntamento), Tel. 338/3378838; ➤ Lama Mocogno: Fontana Ovilio - Via Nazionale, 82 - Tel. 0536/44405; ➤ Pievepelago: Flavia Landi - Tel. 0536/72115; ➤ Pavullo: Banca Popolare Emilia Romagna - Via Giardini 19, (Rag. De Angelis Gilberto); ➤ Savignano s/P.: Fontana Sport - Via Tavoni, 981 (50 mt. oltre il ponte di Vignola), Tel. 059/762042. QUOTE SOCIALI TESSERAMENTO 2007 Ordinario Euro 40,00 Familiare Euro 20,00 Giovane Euro 15,00 GRUPPO SENIORES OVER 50 Chi siamo? • Un gruppo di soci che hanno girato la boa del mezzo secolo e i prossimi 50 anni intendono percorrerli continuando ad andar per monti, in allegra compagnia, ma un po’ più piano degli anni precedenti. Le nostre intenzioni? • Le più aperte possibili, infatti non chiudiamo la porta ai più giovani, anzi quando gli incuriosisce una nostra meta li accoglieremo con entusiasmo senile. Il programma e le difficoltà delle mete? • Piuttosto facili ma varie, purché i partecipanti siano all’altezza delle condizioni fisiche, tecniche e dell’esperienze richieste. Le giornate preferite? • le escursioni sono prevalentemente I viaggi? • Preferibilmente in pullman. • Altrimenti con pulmini. • Oppure con auto proprie. Come ricevere per tempo le informazioni? • Visitando la pagina del nostro sito www.cai.mo.it • Ricevendo il nostro notiziario “il cimone”. • Ritirando le schede informative presso la sede sociale negli orari di apertura. • Ma meglio ancora, iscrivendosi alla lista “c’è @ x te!”, riceverete in tempo utile tutte le informazioni ed eviterete a noi volontari di “lavorare di più” Si faranno solo escursioni? • Dipenderà da voi, noi abbiamo aggiunto al programma: 1. la possibilità di vedere le proprie immagini della gita nella galleria del nostro sito; oppure di riviverle insieme nelle serate in sede; 2. una mostra fotografica, con premiazione al termine del programma; 3. un’assemblea di bilancio e di proposte per l’anno futuro; 4. una cena sociale a base di brodino di gallina vecchia, carne lessata, purè e mela cotta, tutti insieme per restare in forma. Che aspetti Over ’50, carpe diem! Ps: Abbiamo voluto che il nostro distintivo fosse rappresentato dall’immagine di Dante Alighieri, di certo tutti voi conoscete le vicende umane e storiche di questo “Sommo” personaggio, costretto all’esilio dalla natia Firenze. La sua curiosità lo spinse a visitare tanti luoghi dell’Italia, salì persino “in cacume” alla Pietra di Bismantova, e per i tempi di allora, il 1300, non era cosa facile viaggiare su strade neppure tra due città. Una delle particolarità di Dante, era quella di descrivere in un diario i luoghi visitati, collocarli nei suoi racconti magari un po’ fantasiosi (è stato pure all’Inferno, Purgatorio e Paradiso ed è ritornato!), affiancandoli a Personaggi dell’epoca. Siamo convinti che l’Escursionista ante litteram Dante ci rappresenti “nel mezzo del cammin di nostra vita...”, perché anche noi, con passo più lento ed attento rileggiamo le “cose del mondo”, con maggior curiosità, attenzione e sensibilità... Giovedì 18 gennaio Domenica 28 gennaio Altopiano Passo Coe Prealpi venete-trentine Alle sorgenti dello Scoltenna - Panaro Escursione Ambiente Invernale (EAI). La prima escursione del nostro Gruppo inizia necessariamente con il nuovo anno, con la neve e con un “nuovo” accessorio ai piedi: la racchetta da neve, o ciaspola, per dirla alla trentina, o anche scarabatul, per dirla alla fananese! Questa escursione si rivolge sia chi ha già esperienza con le ciaspole, sia a quei soci che non escono in montagna d’inverno, ma che vorrebbero provare una nuova attività. Certo, tutti siete a conoscenza che le racchette da neve stanno vivendo un vero e proprio boom... Intere famiglie che tradizionalmente chiudevano le loro attività alle prime ombre dell’autunno, ora alla domenica si cimentano in bellissime escursioni alla scoperta di ambienti già frequentati in estate, ma che, innevati, si rivelano molto diversi, suggestivi e con maggior fascino. Il boom dell’escursionismo innevato ha anche portato alla riapertura nei mesi invernali di rifugi e alberghetti facilmente raggiungibili con un po’ di cammino… Noi, con il nostro programma di escursioni invernali, andremo alla riscoperta di alcuni di questi luoghi, certi di stuzzicare il vostro interesse e, speriamo, anche il vostro gradimento. Passo Coe, è la porta d’ingresso ad un altopiano sospeso tra profonde valli che lo dividono da altri altopiani: a est la Val di Posina e la pianura veneta, a sud la Val di Terragnolo e l’altopiano del Pasubio, a ovest i fondi grande e piccolo di Folgaria, e a nord la val d’Astico e l’altopiano di Lavarone. Tutta 2 il giovedì o la domenica, ciò nonostante le prolungheremo anche per qualche fine settimana o per più giorni. la zona di Passo Coe è un’alternarsi di grandi prati e case d’alpeggio, di boschi di abeti, di piccole e facile dorsali; questo territorio è per larga parte percorso da mulattiere della Prima Grande Guerra Mondiale. D’estate queste mulattiere sono percorse dal “Giro dei Forti”, un tour di 100 km da percorrere in mtb, che si estende anche agli altri vicini altopiani, un percorso che intende riscoprire i siti storici. Noi andremo a percorrerne una parte con le ciaspole! Vanno bene 7 o 8 km? Se vi attira, l’appuntamento è per giovedì 18 gennaio, in caso contrario saranno le immagini dei vostri amici che vi convinceranno a partecipare la prossima volta (Carpe diem)! Scheda informativa Equipaggiamento: giacca a vento con cappuccio, ghette, *salopette o copripantaloni, *tuta terinda, gilè, guanti e berretto di pile, muffole, *maglietta antisudore, occhiali da neve, burrocacao, zaino, bastoncini, racchette da neve, *copri zaino, *telo termico (*facoltativi). Occorre una borsa con il ricambio completo d’abiti, da lasciare sul mezzo di trasporto. Pranzo al sacco: si consigliano cioccolata, frutta secca, snacks, termos di tè caldo. Iscrizioni: entro venerdì 12 gennaio; Quota: 23 Euro comprensiva di noleggio pullmino, viaggio, assicurazione e organizzazione. Partenza: 0re 6.30, presso la sede sociale. NB: L’iscrizione è aperta anche ai soci che vogliono praticare lo sci di fondo presso il Centro Fondo di Passo Coe, oppure lo sci alpino presso il Comprensorio Sciistico di Folgaria: per chi fosse interessato si richiede naturalmente che venga comunicata la disciplina scelta all’atto d’iscrizione alla gita. Escursione Ambiente Invernale (EAI) Dove sono state ufficialmente ubicate le sorgenti dello Scoltenna-Panaro? Geminiani, qualcuno di voi lo sa? Domenica 28 gennaio lo scopriremo! Il nostro punto di partenza sarà il parcheggio del Lago Santo Modenese, da cui imboccheremo la mulattiera che conduce al lago Baccio (segnavia CAI 523); dopo un breve tragitto lasceremo la strada dei muli per proseguire a sx lungo un sentiero (segnavia CAI 519), che, superati i fossi che scendono prima dal lago, poi dalle rive delle due cime del monte Rondinaio, ci condurrà in prossimità dei soprastanti sproni rocciosi del Rondinaio lombardo. Qui devieremo a dx e inizieremo la salita (segnavia CAI 517) fino a giungere ad una ex conca glaciale. L’altopiano è un’alternarsi di gobbe prative, di montonati massi erratici, di piccoli serpeggianti rii ed è abitato da due ameni laghetti alpini dai toponimi contradditori, seppur così vicini, il Lago Torbido e il Lago Turchino. Fanno da corolla, ai due lati della conca, antiche morene laterali che discendono dalle dorsali: quella rivolta a sud funge da spartiacque tra l’Adriatico e il Tirreno, quella rivolta ad est divide questo piccolo altipiano dalla valle del lago Baccio. Salutata la conca e i due laghetti, il nostro cammino proseguirà lungo la rotta del sentiero Cai 517 fino a guadagnare il crinale e a ritrovare il sentiero 00, che seguiremo fino al passo “Foce a Giovo”, così chiamato perché dedicato al Dio Giovo/e. Qui incontreremo la strada del Duca, che conduce in Toscana, passando nei pressi dell’Orrido di Botri e avremo modo di ammirare la sottostante vallata toscana, la vicina dorsale del Passo di Annibale con l’Alpe Tre Potenze sullo sfondo, e la piccola cappelletta votiva. Ridiscenderemo (segnavia CAI 519) verso le gore o lamacce del nascente torrente delle Tagliole; in breve chiuderemo il giro, ritornando sui nostri passi e meditando su quale, tra i tanti rii intravisti e saltati, sia quello a cui si è soliti far risalire la nascita dello Scoltenna - Panaro. Nei pressi di un noto cafè pasticceria di Pievepelago, riveleremo la soluzione. Scheda informativa Equipaggiamento: giacca a vento con cappuccio, ghette, *salopette o copripantaloni, *tuta terinda, gilè, guanti e berretto di pile, muffole, *maglietta antisudore, occhiali da neve, burrocacao, zaino, bastoncini, racchette da neve, *copri zaino, *telo termico. * facoltativi. Occorre una borsa con il ricambio completo d’abiti, da lasciare sul mezzo di trasporto. Pranzo al sacco: si consigliano cioccolata, frutta secca, snaks, termos di tè caldo. Iscrizioni: entro martedì 23 gennaio; Quota: 17 Euro comprensiva di noleggio pullmino, viaggio, assicurazione e organizzazione. Partenza: 0re 7.00, presso la sede sociale. GRUPPO SENIORES OVER 50 Giovedì 1 febbraio Giovedì 15 febbraio Passo dei Rombicetti (Parco del Frignano) I monti della Riva (Parco del Frignano) Classica escursione con le ciaspole in ambiente appenninico su un itinerario ormai dimenticato - EAI Partendo da Cà di Gallo (1161 m), ultima borgata posta alla testa della Valle delle Tagliole, imboccheremo una piccola mulattiera, che presto si trasforma in un sentiero affiancando vecchie coltivazioni e prati. Successivamente entreremo in una faggeta alternata a qualche abete, incroceremo il sentiero CAI 515 proveniente da Rotari e lo seguiremo nel suo lieve sviluppo in salita. Giunti nei pressi del Fosso dei Bifolchi le cose cambieranno, la salita sarà più decisa; si attraverserà senza difficoltà il fosso, entrando in una zona che fino a una ventina d’anni fa era una bellissima costa prativa, intervallata a macchie di leopardo da una decina di giganteschi faggi secolari. Qui è tutto invaso da una piantagione di abeti immessi dalla forestale e trovare i faggi è come cercare un tartufo! Proseguendo in salita, in breve raggiungeremo e traverseremo la Strada Ducale della Foce a Giovo. Entrando in una valletta, supereremo gli ultimi faggi e, zigzagando lungo la costa, sopraggiungeremo sulla dorsale spartiacque con la Valle delle Pozze, altrimenti detta dal Ventennio fascista in poi “di Luce”. Eccoci alla nostra meta, il Passo dei Rombicetti (1650 m). In un quarto d’ora al massimo saremo se lo vorremo al Balzo delle Rose. Su e giù per vecchie mulattiere, percorsi di guerra e antiche vie - Escursione Ambiente Invernale Dalla piazzetta antistante la chiesa di Ospitale 930 m, si raggiunge per strada asfaltata la fabbrica delle acque minerali “Cimone”, successivamente si imbocca il sentiero CAI - Modena 407 e in leggera discesa all’interno di bosco misto, si arriva al ponte, costruito 22 anni fa dai soci della nostra Sezione, che scavalca in un’unica arcata il torrente Acquagrossa. Superato il ponte, si inizia la salita di un’antica mulattiera che conduceva gli abitanti della frazione di Ospitale ai boschi e ai pascoli di crinale. Dopo un’oretta di facile cammino, si incrocia il sentiero CAI - Modena 401, lo si segue girando a sinistra, e si attraversa l’ampia distesa prativa soprastante il Cinghio di Mezzogiorno, fino a raggiungere le rive del Lago di Pratignano 1313 m. Dal Lago si ritorna sui propri passi, risalendo però la costa erbosa, per tenue e incerto sentiero, fino a raggiungere un ameno e ormai trascurato percorso di dorsale nascosto da un tunnel di faggi, che percorre la dorsale dei Monti della Riva. Qua e là, osservando attentamente, si notano vecchi anfratti a ridosso delle rocce di arenaria e trincee dell’ex Linea Verde – Linea Gotica. Si continua verso sud e si raggiunge in rapida successione Monte Mancinello, (a passo dei Ronchi si rientra sul 407 - “sentiero della Pace”), Cinghio del Burè, Le Piagge e, la “cima Coppi” dell’escursione, Serra dei Baichetti 1510 m e infine Passo della Riva. Dal passo, si imbocca il sentiero CAI Modena 445 e, da qui, inizia la discesa. Dopo un quarto d’ora, nei pressi di un torrente, si incrocia l’antica millenaria Via Romea e si devia a destra seguendola sempre in discesa, fino a superare i borghi e le case di: la Scaffa, la Tana, di Cecchino e Palai, fino a raggiungere di nuovo Ospitale. Scheda informativa Equipaggiamento: giacca a vento con cappuccio, ghette, *salopette o copripantaloni, *tuta terinda, gilè, guanti e berretto di pile, muffole, *maglietta antisudore, occhiali da neve, burrocacao, zaino, bastoncini, racchette da neve, *copri zaino, *telo termico. * facoltativi. Occorre una borsa con il ricambio completo d’abiti, da lasciare sul mezzo di trasporto. Pranzo al sacco: si consigliano cioccolata, frutta secca, snaks, termos di tè caldo. Iscrizioni: entro venerdì 26 gennaio; Quota: 17 Euro comprensiva di noleggio pullmino, viaggio, assicurazione e organizzazione. Partenza: 0re 7.00, presso la sede sociale. il cimone Notiziario della Sezione di Modena del Club Alpino Italiano Via 4 Novembre, 40 - 41100 Modena Tel. 059/826914 - Fax 059/826978 Internet Home Page: http://www.cai.mo.it - E-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani Redazione: Rossana Orsi Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Grandi, 63/65 - 41100 Modena Autorizz. del Tribunale di Modena n. 605 del 29 settembre 1977 Il notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti, ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il Consiglio Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parzialziale. Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti. LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI MARTEDÌ E VENERDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00) E DI MERCOLEDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,00). Giovedì 1 marzo Casse di Espansione del Secchia - Diga di Castellarano Fiume Secchia al Pescale Cicloturistica naturalistica fuori porta Realizzato nel corso del 2002, il Percorso Natura del Secchia si propone come un interessante e riuscito esperimento di recupero e riqualificazione ambientale; il tracciato si sviluppa sulla riva destra del fiume da Ponte Alto di Modena, alla diga di Castellarano e infine alle gole del Pescale. Il fiume Secchia, affluente di destra del Po, nasce nella conca glaciale tra il Monte Alto e l’Alpe di Succiso nell’Alto Appennino Reggiano; ha una lunghezza di 127 km. Via di comunicazione, fonte di sostentamento e risorsa economica, il fiume costituiva in passato un mondo a se stante, di cui oggi è difficile cogliere in pieno le implicazioni,. Nel corso dei secoli l’uomo ha lentamente trasformato il paesaggio fluviale adattandolo alle proprie esigenze: lo sfruttamento esasperato delle risorse, lo scarico di inquinamenti e l’escavazione di ghiaie hanno stravolto e trasformato il corso dell’acqua. Nel secolo scorso, l’ampiezza del greto del fiume si è molto ridotta; le acque oggi scavano gli strati argillosi, non più protetti dal materasso dei detriti alluvionali, e si incanalano in solchi profondi. Restringimento ed abbassamento dell’alveo hanno amplificato gli effetti degli eventi di piena, ridotto le capacità di depurazione associate alla presenza di sabbie e ghiaie, impoverito ed esaurito le falde acquifere, prezioso serbatoio di acque depurate a disposizione dei centri urbani. La creazione di parchi fluviali e di tracciati ciclo-pedonali come quelli del Secchia e del Panaro, cercano di invertire questa tendenza e vanno nella direzione di un riassetto della fascia fluviale e di rinaturalizzazione delle sponde. Per sfatare comunque un luogo comune che “pianura” sia sinonimo di deserto naturalistico e che gli spazi per pedalare in tutta tranquillità siano pochi, basta intraprendere il cammino degli argini del fiume, solcati da uno strabello ghiaiato, creando un percorso suggestivo, panoramico e di grande interesse soprattutto se in primavera, sarà così possibile rivivere il fiume come elemento vivo, come patrimonio prezioso da salvaguardare e rispettare. Bibliografia: modena in bici - itinerari ciclabili in provincia di Modena. 3 CALENDARIO GITE Sabato e domenica 10-11 Febbraio RSIONISMO SU CU RSIONISMO SU Alto Appennino Modenese Dolomiti Di Sennes (Monte Giovo Rondinaio) Traversata nel cuore del Parco Naturale Dolomiti di Sennes Escursione abbinata al Corso Su Neve D.G.: Enrico Pinelli Diff: EAI Dislivello: 1° giorno + - 450 - 2° giorno +- 490 Attrezzatura obbligatoria: piccozzaramponi. L’alta valle delle Tagliole si può considerare uno dei settori più alpestri del nostro Appennino caratterizzato da un crinale alto, roccioso, continuo; il paesaggio è un completo campionario di morfologie glaciali: dai depositi morenici alle conche in cui si sono formati splendidi laghetti (lago Santo, Baccio, Turchino, Torbido), dalle roccie montonate ai circhi delimitati da ripide scarpate. La vegetazione è composta prevalentemente dal faggio accompagnato da praterie di bassi arbusti, mirtillo nero, ginepro. La nostra escursione parte dal par- cheggio del Lago Santo ed il primo giorno percorreremo l’ampia conca glaciale delimitata dai contrafforti rocciosi della parete est del monte Giovo e dal monte Rondinaio di cui raggiungeremo la vetta seguendo un percorso che decideremo in base alle condizioni meteo e del manto nevoso. Scenderemo poi a rifocillarci e riposarci al Rifugio Vittoria sulle sponde del lago Santo che troveremo completamente ghiacciato e che potremo percorrere a piedi “camminando sulle acque”. Il mattino successivo raggiunto il Passo Boccaia e attraverso i Campi di Annibale raggiungeremo la vetta del Monte Giovo da cui potremo godere di un panorama, tempo permettendo, sicuramente appagante della fatica fatta per la salita. N.B.: sono ammessi gitanti che abbiano frequentato un Corso Escursionismo Invernale, Corsi Alpinismo o Scialpinismo. Domenica 18 Febbraio CAI Appennino Reggiano NEVE ES CU Sabato e domenica 10-11 Marzo NEVE CU CAI ES ES NEVE CAI RSIONISMO SU (Valle dell’Inferno - Monte La Nuda) Partenza: ore 7.30 - parcheggio C.A.I Dislivello: +- 600 Difficoltà: EAI Attrezzatura obbligatoria: piccozza e ramponi D.G.: Orsi Rossana - Zaniboni Marco Il Monte La Nuda (m.1895) raggiungibile dal bellissimo e selvaggio Vallone dell’Inferno, è uno splendido balcone naturale, dove nelle giornate più limpide si può spaziare dalle Alpi al più lontano Monte Amiata, è la meta della nostra escursione. Partendo dal Passo Del Cerreto (m. 1261) al primo tornante a quota 1269 ci si addentra sul sentiero 00, fino al Bivacco Rosario. Si raggiunge attraverso il Vallone dell’inferno il Monte La Nuda. Dopo una meritata merenda (al sacco) scenderemo in direzione lago Cerretano dalle piste da sci. N.B.: sono ammessi gitanti che abbiano frequentato un Corso Escursionismo Invernale, Corsi Alpinismo o Scialpinismo. Domenica 25 Febbraio CAI NEVE ES CU Monte CAI Tomba e Vaio dell’Ortiche RSIONISMO SU NEVE ES Prealpi Venete CU RSIONISMO SU uscita abbinata al corso di escursionismo su neve, informazioni in sede Domenica 21 Gennaio Scheda tecnica informativa 1° giorno: tempo: 4.30 - dsl: 650 m - svl: 9 km difficoltà EAI: media-facile 2° giorno: tempo: 5-6 ore - dsl: + 350 - 1000 m - svl: 10 km - difficoltà EAI: media Equipaggiamento: zaino, piccozza, ramponi, racchette, bastoncini, copri zaino, telo termico, sacco lenzuolo, ciabatte, toletta personale, asciugamano. Abbigliamento: passamontagna, occhiali da neve, giacca vento con cappuccio, pile, tuta in terinda, salopette, moffole, guanti in pile, ghette, maglietta di ricambio. Pranzo al sacco per 2 giorni: cioccolata, frutta secca, snaks, termos di tè. Partenza: ore 5.00; Quota pullman, organizzazione, assicurazione: € 30. Questo itinerario ci permette di attraversare uno dei più belli ed estesi altopiani di tutte le Dolomiti. Due giorni di panorami mozza fiato dove anche il più triste dei fotografi troverà soddisfazione. Superato il paese di S. Vigilio di Marebbe, percorsa l’intera Val Tàmersc e giunti in pullman al Rifugio Pederù a 1545 m, inizieremo la nostra escursione, con una bella salita in direzione est per una strada che, con qualche curva e una quindicina di tornanti, ci fa guadagnare in breve 350 metri di dislivello, permettendoci così di uscire dalla valle, dall’ombra e quindi finalmente al sole, ma soprattutto saremo approdati sull’altopiano che porta al Sennes. Ora gli abeti si faranno più radi, le distese prative si apriranno, permettendo di intravedere il soprastante Banch dal Sé, poi a seguire in alto al Gran Valùn vedremo il Camin e le sue crode. Infine giunti all’alpeggio di Fodara Vedla (1966 m), ecco Cima Lavinores. Abbandoneremo la stradina e proseguiremo, sempre verso est e da qui in poi il tracciato difficilmente sarà “battuto”. Quando avremo a mezzogiorno il Lavinores, ecco il Le de Rudo che certamente troveremo ghiacciato e sarà ora di cambiare la nostra direzione verso nord. Ci immergeremo in un ambiente di S CI Altopiano di CAsiago AI N.B.: sono ammessi gitanti che abbiano frequentato un Corso Escursionismo Invernale, Corsi Alpinismo o Scialpinismo. Sito informazioni del manto nevoso e sul pericolo di valanghe: www.arpa.veneto.it/nivometeo.htm Edizioni Tabacco: carta1/25.000 - foglio n° 03 D.G.: AEI Cavazzuti Giuliano Barbieri Mauro. Domenica 4 Febbraio CAI CAI collinette ed avvallamenti, con qualche conifera e tanti mughi. Davanti a noi un po’ in lontananza la Croda del Becco o Sas dla Porta, ci indicherà la direzione per non perderci, infatti dopo poco sbucheremo nei pressi della strada che sale dalla Val Salata e in breve saremo a Utia de Senes (2116 m). Domenica ci inoltreremo sulla parte dell’altopiano carsico che ci porterà vicino alla parete meridionale della Corda del Becco e seguendo la diagonale orientale della cresta rocciosa, arriveremo al Rifugio Croda del Becco a 2327 m. Ora la nostra direzione verso sud est ci porterà ad attraversare un grande altopiano, delimitato sul lato orientale dalle imponente pareti della Croda Rossa d’Ampezzo, e a raggiungere il Le Gran de Fòses, ed anche questo lo troveremo ghiacciato. Dopo una breve sosta all’amena capanna, proseguiremo nella stessa direzione, fino a raggiungere tra qualche su e giù il piccolo Le Pizo, poi il Le de Rèmeda Rosses e infine la Cròsc del Grisc, che ci segnalerà la fine dell’altopiano. Ci apparirà dunque la nostra meta successiva: la sottostante Val Salata. Stando un po’ attenti a non perdere il sentiero che taglia in diagonale la costa e i folti mughi, in breve saremo sulla stradina di fondovalle e la seguiremo fino al Rifugio Ra Stua 1668 m. Una radler media e una fetta di strudel ci permetteranno di assaporare ancor di più la conclusione di una gran bella traversata, che si concluderà al tornante di San Uberto, 1400 m, sito a pochi chilometri a nord di Cortina d’Ampezzo sulla statale d’Alemagna. E S C URSIONISTICO CAI Passo Coe CAI Sabato 17 e Domenica 18 Febbraio S CI Millegrobbe E S C URSIONISTICO E S C URSIONISTICO S CI S CI S CI E S C URSIONISTICO E S C URSIONISTICO uscite abbinate al corso di sci di fondo escursionistico, informazioni in sede 4 Corsi 2007 22° CORSO DI ESCURSIONISMO CAI E S C URSIONISTICO La Commissione Sezionale di Sci Fondo Escursionistico, organizza per i propri soci un Corso di Sci di Fondo su pista base e perfezionamento, rivolto a tutti coloro che desiderano percorrere l’ambiente innevato su itinerari escursionistici con l’uso degli sci. “Andar tra sentieri” per frequentare la montagna in sicurezza, per convivere con la natura rispettandola, per riscoprire il valore dell’amicizia Presentazione Corso 2 maggio Incontro con gli allievi 8 maggio Attrezzatura e abbigliamento Presentazione Corso 21 gennaio Altopiano di Asiago 4 febbraio Passo Coe 10 maggio Topografia 17-18 febbraio Passo Vezzena 13 maggio Abetina Reale e rif. Battisti 25 febbraio Piandelagotti 15 maggio Orientamento 4 marzo S.Anna Pelago 22 maggio Meteorologia Dolomiti di Sesto 27 maggio Lago Santo-Monte Rondinaio CU NEVE CAI ES 9° CORSO DI ESCURSIONISMO SU NEVE ........................ L’ambiente montano innevato, tenui tracce ci portano a seguire, senza l’ausilio degli impianti di risalita, percorsi non battuti alla ricerca della “nostra cima” ........................ Programma del Corso 29 maggio Alimentazione 5 giugno Pericoli in montagna - Pronto soccorso-soccorso alpino 10-11 giugno Laghi Parmensi 12 giugno Tutela Ambiente Montano 19 giugno Preparazione di un’escursione e di un trekking. Progressione su sentieri attrezzati Presentazione Corso ed inizio iscrizioni 10/01 Incontro con i corsisti e termine iscrizioni 24/01 Abbigliamento ed equipaggiamento - L.T. 30/01 Progressione con picozza e ramponi, bastoncini e racchette - L.T. 07/02 Nivologia ed analisi del manto nevoso - L.T. 23-24 giugno Denti di Terrarossa 3 luglio Revisione materiale di programmazione di un’uscita 10-luglio Il CAI e le sue attività: cosa faremo dopo? 14-15 luglio Tre Cime di Lavaredo e sentiero Bonacossa 7° CORSO AMBIENTALISTICO CU Topografia ed Orientamento in ambiente innevato - L.T. 25/02 Monte Tomba e Vaio dell’Ortiche - Prealpi Venete - Prat. 28/02 Pericoli dell’ambiente invernale montano - Uso apparecchi ARVA e sonde - L.T. 07/03 Primo intervento e chiamata del Soccorso - Alimentazione - L.T R SIONISMO Storie di montagne e uomini della Grande Guerra ‘15-’18 10-11/02 Monte Giovo e Rondinaio - Appennino Modenese Prat. Nivometereologia - L.T. CAI ES 13/12 21/02 R SIONISMO RSIONISMO SU La Commissione di Escursionismo del C.A.I. di Modena organizza il 9° corso su neve 14/02 CU Programma del Corso 18 aprile 9 gennaio 24-25 marzo CAI ES S CI CORSO SCI DI FONDO ESCURSIONISTICO Programma del Corso 10-11/03 Parco Naturale Fanes, Sennes e Braies - Dolomiti Orientali - Prat. Luglio Presentazione del corso. Obiettivi, iscrizioni 14/03 Programmazione di un’escursione - Scelta del percorso e della traccia - L.T 21/03 Cosa faremo dopo?? - Proiezioni e immagini del corso 13 settembre Come andare in montagna. Abbigliamento - preparazione di una escursione 25/03 Esplorazioni in ambiente innevato (Monte Cusna - Appennino Reggiano) - Prat. 16 settembre Il primo colpo di cannone: forti austriaci e italiani - Altopiano di Folgaria - Monte Vezzena 30/03 Cena di fine Corso 21 settembre Monte Ortigara: la verità negata . A cura del Prof. Tortato Il corso si prefigge di proporre ai soci, sia esperti che neofiti della montagna, l’approccio all’ambiente invernale: partendo dall’utilizzo delle varie attrezzature utili per la progressione, alla comprensione delle particolari conformazioni del manto nevoso e della sua stabilità, alle tecniche di orientamento e di lettura delle carte topografiche, fino all’elaborazione personale di un itinerario escursionistico. CAI 29-30 sett. Ortigara: il calvario degli alpini - Ortigara. A cura del Prof. Corà 11 ottobre Pasubio e la strategia Cadorna. A cura del Prof. Gattera 13/14 ottobre Monte Pasubio l’ultima sentinella - Monte Pasubio 52 gallerie Corno Battisti. Accompagnatore Prof. Gattera 3° CORSO DI “FERRATE E SENTIERI ATTREZZATI” ES La Commissione Escursionismo del Club Alpino Italiano di Modena organizza per il 2007, il III Corso di “Ferrate - Sentieri attrezzati”. Il Corso è rivolto a tutti i soci, sia esperti di escursionismo, sia ai neofiti della montagna. Il Corso si prefigge di insegnare le tecniche di progressione individuale su ferrate, l’utilizzo degli strumenti di sicurezza e dissipazione e le nozioni basilari della meteorologia, della topografia ed orientamento con lo scopo di rendere possibile la frequentazione in autonomia dei percorsi attrezzati. CU Programma del Corso - Lezioni teoriche R SIONISMO Programma del Corso - Lezioni pratiche 10 luglio Presentazione del corso e iscrizioni 5 settembre Attrezzatura e abbigliamento 7 settembre Uso dei materiali; progressione in ferrata 12 settembre Palestra: didattica dell’arrampicata 19 settembre Meteorologia 15 - 16 settembre PRESOLANA: Falesia “Mare in tempesta” Sentiero attrezzato “della PORTA” 26 settembre Topografia ed orientamento 3 ottobre Pericoli in montagna - Chiamata del Soccorso Alpino 22 - 23 settembre DOLOMITI: Ferrate del CATINACCIO 10 ottobre Le ferrate nella storia - Tutela Ambiente Montano 6 -7 ottobre QUEYRAS (Francia): Ferrate de CROIX DE TOULOSE PRA PREMIER - CHATEAU QUEYRAS 17 ottobre Programmazione di una escursione. 21 ottobre PRE ALPI LOMBARDE: Ferrata MONTE DUE MANI 14 novembre Proiezione immagini del corso - Cosa faremo dopo? Il CAI e le sue attività. 5 - Attività Alpinismo Giovanile 2007 - ALPINISMO GIOVANILE SCUOLA C.A.I. A G L I P O I V N A I N S I M L O E MO DENA “Il gioco dell’arrampicata” Corso base di arrampicata sportiva Junior ragazzi/e nati tra il 1995 e il 1997 - Senior ragazzi/e nati tra il 1989 e il 1994 Presentazione e inizio corso venerdì 12 gennaio - posti 20 per gruppo Si inserisce come percorso “naturale” e coerente ai corsi e alle molteplici discipline dell’Alpinismo Giovanile. Infatti l’A.G. è l’unico dei settori del C.A.I. che insegna ai ragazzi i molteplici modi per andare nell’ambiente naturale montano. La parte dinamica di questo particolare sport (arrampicata sportiva) mette “in gioco” i ragazzi, li costringe a riflettere sul modo di interpretare il proprio corpo attraverso il controllo del respiro e della postura, per trovare il modo di non perdere l’equilibrio: se si cade, non succede nulla, ma occorre ricominciare... da capo! L’arrampicata sportiva è uno sport individuale e nel contempo collettivo. I compagni di gioco, sono coinvolti e mai assenti, “da sotto” aiutano, consigliano, osservano e imparano a loro volta, riflettendo sugli errori o sulle “genialità” di chi è in parete. L’arrampicata sportiva è perciò altamente educativa e socializzante per i ragazzi, per scoprire il proprio corpo, se stessi e perché no, un sacco di amici. Un percorso formativo nell’individualità, nel gruppo, in un ambiente sicuro e vicino a casa. Regolamento Il Corso è diretto dall'Istruttore di Alpinismo Giovanile Giuliano Cavazzuti, dal Vice Direttore AAG Castagnola Matteo, coadiuvati dalla Dott.ssa Pinelli Tiziana, insegnante di Yoga ed Educazione Psicomotoria, da Istruttori Sezionali ed Esperti delle materie proposte. La quota del Corso di 40 Euro, comprende: l’affitto delle 10 serate della palestra, l'assistenza degli Istruttori, l’organizzazione, l'Assicurazione del C.A.I., l'uso del materiale comune, la T-shirt AG. La quota non comprende, l’attrezzatura individuale e le uscite in ambiente: Junior del 15 aprile alle falesie del Monte Baone (Arco - Trento) del 1920 maggio alle falesie del Monte Fumaiolo; Senior 25 aprile alla Pietra di Bismantova, di Pasqua all’ Isola dell’Elba, del 2-3 giungo in Val d’Ampezzo. I ragazzi che intendono iniziare a Corso in svolgimento, saranno ammessi solo se non si è raggiunto il numero fissato e verseranno 5 Euro per ogni rimanente lezione. Le lezioni in palestra saranno tenute tutti i venerdì e inizieranno il 12 gennaio e termineranno il 16 marzo. Avranno luogo Junior: dalle ore 18 alle ore 20; Senior dalle 20 alle 22 Slittate sulla neve Escursione sulla neve con slittino e bob Gruppo Aquilotti e Junior (anni 1995 - 2000) Domenica 25 febbraio Salve bambini e ragazzi, è finalmente arrivato il momento per rivederci, per fare la nostra prima uscita. Come l’anno scorso, organizziamo una gita con lo slittino sulla neve della Lessinia. La località prescelta è Boscochiesanuova (Verona) dove tra una discesa ed un capitombolo e tante palle di neve, trascorreremo insieme una giornata immersi nella bianca natura. Cosa ne pensate di organizzare una gara per costruire pupazzi di neve e premiare quello che risulterà il più simpatico? Cosa ne pensate di portare un vostro amichetto o amichetta alla gita? Il motivo è per far conoscere, l’Alpinismo Giovanile e le sue attività? - il corso “il piccolo escursionista”, per i Junior; - il corso naturalistico “che animale sei?!”, per gli Aquilotti e pertanto più animali…, scusate più bambini si iscrivono più ci divertiremo durante le gite!! A metà marzo, inizierà: Arrivederci a domenica 25 febbraio. Programma Gruppo Junior per ragazzi/e nati tra il 1995 e il 1997 Corso “Il Piccolo Escursionista” Un corso per orientarsi, leggere le carte dei sentieri, osservare le impronte degli animali e l’ambiente circostante. Apprendere le prime fasi dell’alpinismo sui sentieri attrezzati. Un percorso formativo nell’individualità, nel gruppo, in un ambiente naturale altamente educativo e affascinante. 21 marzo mercoledì Sede C.A.I. ore 17.30 Presentazione del Corso Abbigliamento e attrezzatura 28 marzo mercoledì Cosa mangio - Progressione su neve 1 aprile domenica MONTE GIOVO Su e giù per i pendii nevosi 11 aprile mercoledì Nodi e moschettoni 15 aprile domenica CASTEL DRENA - COLODRÌ E Sentieri attrezzati e facili arrampicate 6 25 aprile mercoledì LA VAL SCURA Piccola e selvaggia 2 maggio mercoledì Montagne di carta 6 maggio domenica VAIO DELL’ANGUILLA Escursione di orientamento cartografico 17 maggio mercoledì Non perdere la bussola 19 maggio sabato MONTE FUMAIOLO Alle sorgenti del Tevere Prove d’orientamento, tendopoli escursione notturna 20 maggio domenica FORESTE CASENTINESI Traversata tra eremi, santi, lupi e sentieri perduti, in mtb. 6 giugno mercoledì Festa di fine corso Foto, filmati e racconti sulle avventure del Corso... ...ed inoltre SOGGIORNO ESTIVO Presentazione Mercoledì 2 maggio ore 18.00 11 - 21 giugno PENISOLA DEL SALENTO (Lecce) Escursioni al mare, in grotta, mtb ed arrampicate su falesie Escursioni fuori corso 25 febbraio SCIVOLATE SULLA NEVE Escursione sulla neve con slittino, bob o... 30 agosto - 2 settembre ALPI LIGURI Escursioni naturalistiche e visita alle ex fortezze militari sul confine francese 9 settembre ISOLA DELLA PALMARIA Escursione al mare 23 settembre LA TANACCIA escursione speleologica 14 ottobre FESTA DELL’ALPINISMO GIOVANILE escursione naturalistica e festa, aperta a tutti gli amici! 28 ottobre UN SENTIERO PER AMICO 11 novembre BORGHETTO VISCONTI A SIRMIONE DEL GARDA in bici L’Alpinismo Giovanile ha lo scopo di aiutare il giovane nella crescita umana, proponendogli l’ambiente montano come modello da vivere con gioia attraverso esperienze formative nella ricerca di un’autonomia pratica e culturale. Per conoscere se stessi e gli altri... Per imparare ad osservare... Per sperimentare il rispetto delle cose e della natura Per imparare ad essere solidali e tolleranti... Per imparare a contare fino al punto giusto sulle proprie forze e sapere chiedere aiuto quando è necessario... Per ..crescere! Programma Gruppo Senior per ragazzi/e nati tra il 1989 e il 1994 2° Corso di escursionismo su neve “Un Corso per conoscere la natura invernale, imparando ad orientarsi su itinerari innevati, imparando l’uso delle racchette da neve, dei ramponi, della piccozza e interpretare tutte le informazioni che la natura traccia sulla e dentro la neve” - Attività Alpinismo Giovanile 2007 - ALPINISMO GIOVANILE SCUOLA C.A.I. A G L I P O I V N A I N S I M L O E MO DENA 20° Corso Alpinismo Giovanile primaverile Un corso per conoscere la natura sotto-sopra, imparando tecniche e discipline diverse: orientarsi, leggere le carte dei sentieri, organizzare mini trek, apprendere le prime fasi dell’alpinismo e della speleologia. Un percorso formativo nell’individualità e nel gruppo, realizzato in un ambiente naturale altamente educativo e affascinante, da percorrere in amicizia e allegra compagnia. 15 marzo giovedì Sede C.A.I. ore 17.30 Presentazione del Corso Equipaggiamento suddivisione dei ruoli 22 marzo giovedì PALESTRA D’ARRAMPICATA DI VENEZIA Dalle Valli di Comacchio, attraversando i dedali del Delta del Po, alle isole della Laguna di Venezia, in mtb e tenda 10 maggio giovedì Comportamento in grotta 25 marzo domenica PIETRA DI BISMANTOVA Primi passi sulle pareti di roccia e ferrata 13 maggio domenica GROTTA DELLA RANA Esperienze al buio 29 marzo giovedì Funzione dei nodi e manovre di corda 24 maggio giovedì Programmazione di una escursione 5 - 10 Aprile PASQUA “ISOLA D’ELBA” Escursione al mare, in bici e arrampicata su falesia 26 aprile giovedì Montagne di carta Cartografia e orientamento 29/30 aprile - 1 maggio DAL DELTA DEL PO ALLA LAGUNA 2 - 4 giugno DOLOMITI D’AMPEZZO Ferrata Strobel, arrampicate alle 5 Torri e Sass de Stria 21 giugno giovedì Festa di fine corso Bilancio del Corso, suggerimenti, foto, filmati e pizza... ...ed inoltre SOGGIORNO ESTIVO Presentazione: Giovedì 26 aprile ore 21.00 25 gennaio giovedì - Presentazione del Corso - lez. teorica: Abbigliamento - Equipaggiamento 1 febbraio giovedì - Lez. teorica: Alimentazione - Nivometeorologia 4 febbraio domenica - BALZO DELLE ROSE (Parco del Frignano) Progressione con racchette e bastoncini – Uso apparecchi di ricerca 15 febbraio giovedì - Lez. teorica: Pericoli dell’ambiente invernale Primo intervento e chiamata di Soccorso 17-18 febbraio sabato e domenica - CORNO ALLE SCALE (Appennino Bolognese) - Progressione con piccozza e ramponi 22 febbraio giovedì - Lez. teorica: Topografia e orientamento in ambiente innevato 1 marzo giovedì - Lez. teorica: Nivologia e analisi del manto nevoso 3-4 marzo sabato e domenica Traversata PARCO NATURALE DOLOMITI DI FANES - Scelta del percorso e della traccia Programma Gruppo Aquilotti per bambini/e nati tra il 1998 e il 2000 Corso “Che animale sei” Un corso dedicato ai più piccoli per imparare a riconoscere gli animali a due e quattro zampe che popolano e popolavano paludi, pianure, colline e montagne dalla preistoria ad oggi 20 marzo martedì Sede C.A.I. ore 17.30 Presentazione del Corso Cosa mi occorre, cosa mangio, come fare lo zaino?! 1 aprile domenica I MUFLONI SARDI NELL’APPENNINO Storia di un inserimento riuscito 15 aprile domenica BOLCA E PICCOLE DOLOMITI Una miniera di pesci tropicali... Fossili, di 200milioni di anni fa, belli come allora, messi in mostra 25 aprile mercoledì CHIOGGIA E ISOLA DI PELLESTRINA In bici tra lagune, barche e vecchi canali di pesca 6 maggio domenica MALGA DEROCON A spasso con cervi, daini e marmotte 14 - 27 luglio - TREKKING NELLE STUBAI ALPEN Tirolo Austriaco Programma Escursioni 30 agosto - 2 settembre - ALPI LIGURI - ferrate ed escursioni alle Fortezze italiane sul fronte francese 1940-1945 23 settembre - RIMINI CASTELLO DI GRADARA in mtb 19 - 20 maggio sabato domenica FORESTE CASENTINESI Un mare d’impronte da scoprire, rilevare e riconoscere. Gesso, stecco, acqua e ciotola e il gioco è fatto: una pista di orme diverse è pronta da essere messa in bella 14 ottobre FESTA ALPINISMO GIOVANILE - escursione naturalistica e festa, aperta a tutti gli amici! 1-4 novembre AUTUNNO AL GIARDINO ESPERIA Taglialegna, cuochi e giardinieri 8 - 9 dicembre MUZZERONE E LA VIA DEL TUBO - Riviera Ligure 23 Dicembre NEVE, NOTTE E LUNA PIENA Escursione nell’algida neve notturna mostra ... in casa vostra! 6 giugno giovedì Festa di fine corso Foto, filmati e racconti sulle avventure del Corso... ...ed inoltre PROGRAMMA ESCURSIONI 9 settembre ISOLA DELLA PALMARIA Giro dell’isola con bagnetto finale 23 settembre PARCO DEL CARNE’ (Brisighella) Escursione naturalistica nelle vene di ... gesso!? 14 ottobre FESTA DELL’ALPINISMO GIOVANILE Escursione e festa, aperta a tutti gli amici! 28 ottobre PASSO DEL LUPO Giochi e disegni nel bosco 11 novembre MONDO EQUINO Alla fiera del cavallo e del somarquilotto... 7 PO EM UP CAI SPELEOLOGICO IL IA GR NO MODENA GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO “Una gita nelle grotte aiuta a conoscere il volto nascosto delle montagne. Lo speleologo ha visto cose che nessun altro escursionista può immaginare”... Calendario Comitato scientifico Ferdinando Malavolti / 2007 Convegni e incontri Domenica 25 Febbraio: Convegno di Archeologia Viva Ottobre: Rassegna del cinema archeologico di Rovereto (TN) Novembre: Simposio organizzato da Archeomisteri (Repubblica di S. Marino) Gite Domenica 4 Febbraio: Visita a un forte della 1ª Guerra mondiale Domenica 4 Marzo: Museo civico di Verucchio Domenica 18 Marzo: Ricerche speleologiche in Val Dragone Domenica 1 Aprile: Visita a un forte della 1ª Guerra mondiale Domenica 15 Aprile: Museo archeologico di Arezzo Domenica 20 Maggio: Visita a un forte della 1ª Guerra mondiale Domenica 22 Luglio: Ricerche speleologiche in Val Dragone Agosto: Campo di lavoro in Puglia Domenica 21 Ottobre: Visita a un forte della 1ª Guerra mondiale Data da stabilire: Corso di primo soccorso in grotta. Calendario Gite G. S. E Domenica 14 Gennaio: Gaibola (BO) - per tutti. A due passi da Bologna, una emozionante esplorazione nei gessi messiniani. Sabato 17 e Domenica 18 Febbraio: Punta degli Stretti (GR) - per tutti. Una grotta “calda” ai piedi dell’Argentario. Sabato 17 e Domenica 18 Marzo: Cucco (PG) - per esperti. Nel parco regionale omonimo, una calata per appassionati di cavità verticali. Domenica 15 Aprile: Rana (VC) per tutti. La classica grotta carsica si apre con un imponente ingresso nella roccia. Sabato 19 e Domenica 20 Maggio: Tassare (AN) - per esperti. La più profonda grotta delle Marche. Sabato 16 e Domenica 17 Giugno: Mezzogiorno (AN) - per esperti. Accanto alla più nota grotta di Frasassi, un’altra verticale, ma tutta in discesa! Domenica 15 Luglio: Fonte Buia (PT) - per tutti. Tra i monti della Caldana, una facile gita tra rocce e acqua. Domenica 5 Agosto: Pompeano (MO) - per tutti. La più interessante grotta dell’Appennino modenese si apre in un masso di serpentino. Sabato 15 e Domenica 16 Settembre: Baccile (LU) - per esperti. Nelle Alpi Apuane, uno degli innumerevoli abissi che si aprono nel marmo, tra ravaneti e panorami versiliani. Ottobre - Dicembre: 29° corso di introduzione alla speleologia. Domenica 14 Ottobre: Calgeron (TN) - per tutti. L’ingresso della grotta domina dall’alto la Valsugana. Sabato 17 e Domenica 18 Novembre: Arenarie (BI) - per esperti. La più estesa grotta del Piemonte settentrionale si apre in Valsesia, nei calcari dolomitici del monte Fenera. Domenica 16 Dicembre: Tanaccia (RA) - per tutti. Per grandi e (soprattutto) bambini, una facilissima escursione nei gessi romagnoli. I volti del Gruppo Speleologico Emiliano (esperienze speleo-natural-escursionistiche) Federico Bernardoni Attuale presidente, sono nato a Modena il 15 Luglio 1962. Essendo mezzo montanaro, da sempre mi piace camminare per boschi e valli e provare il piacere della fatica. Mi sono iscritto al CAI nel 1980 e ho frequentato il corso di alpinismo, ma solo negli anni ’90 ho iniziato a interessarmi alla speleologia, frequentando il corso nel 1995. Tra le prime esperienze ipogee, la voragine di Cima Spitz, l’abisso Paradiso, la grotta di Monte Cucco, l’abisso Vigant (massima “profondità” raggiunta, con -325 dall’ingresso). Nel buio delle grotte, l’abisso, anche se sappiamo che c’è, non fa 8 poi così paura, perché tanto non si vede. Vederlo è molto peggio. È per questo che le vie ferrate mi lasciano molto scettico, e preferisco evitarle. Se poi mi capita di trovarmi in pieno Luglio (2004) sulla Strada degli Alpini in Val Fiscalina a dover camminare sulla neve fresca senza ramponi e ad attraversare canaloni innevati e terribilmente ripidi, il mio scetticismo aumenta ancora di più. Ma può anche capitare (fine Agosto 2006) di dover camminare - sempre senza ramponi! - sul ghiaccio che dal rifugio Tuckett ti accompagna in salita verso l’attacco del sentiero Orsi... Panorami incredibili, senza dubbio, ma non c’è modo di ammirarli più tranquillamente? Per la cronaca, alle ore 17 di quella domenica passavamo dal rifugio Pedrotti, alle 18.30 sfioravamo il Brentei, alle 20 (quasi buio) costeggiavamo il Vallesinella e proseguivamo la discesa verso valle col tenue lumino di una frontale. E per fortuna che, laggiù in fondo (ore 21), un provvidenziale tassista ci ha risparmiato i 9 chilometri di asfalto che ancora ci separavano da Madonna di Campiglio. È però verissimo che ogni avventura, specialmente se impegnativa, si ricorda sempre con grande piacere. Come quando (Agosto 1995) con grande fatica sono asceso (questa volta con ramponi e piccozza!) alla vetta piena di sole del Gran Paradiso. Ma per tornare all’abisso Vigant, occorre sapere che trattasi di inghiottitoio dove, come dice la parola, vengono inghiottite le acque piovane di una piccola valle ai confini con la Slovenia. Di solito la valle è asciutta ma, casualmente, la seconda volta che mi è capitato di calarmi in quell’abisso (Ottobre 2000) si abbattè sulla zona un bel temporale. L’acqua non può che seguire la sua strada e, casualmente, è la stessa che i malcapitati speleologi devono seguire per risalire dall’abisso. Più che la quantità, ciò che resta impresso nella memoria è lo scroscio immane dell’acqua che precipita da altezze vertiginose sulle rocce che ti circondano, mentre tu ti stai faticosamente issando su per la corda e non vedi l’ora di uscire. La speleologia, come ogni attività sportiva che comporta impegno e fatica, diventa tanto più bella quanto più numeroso è il gruppo, perché condividere ogni momento rende l’avventura più ricca di valori e di significati. Devo però dire che l’avventura più bella che ho vissuto è stata (Agosto 2002) la pedalata in mountain bike lungo i 1100 chilometri che separano Lourdes da Santiago di Compostela, lungo il famoso Camino. Eravamo in 3, per nulla affiatati, anzi litigavamo spesso, percorrevamo intere tappe in solitudine per poi ritrovarci a sera in un qualche paesino sperduto della Navarra o della Castiglia. E arrivati a Capo Finisterre, al termine della galoppata... non ne potevamo più! Avrei volentieri gettato nell’oceano Atlantico ciò che restava della mia bicicletta, con i cavetti del cambio e dei freni ridotti ormai all’ultimo trefolo. Eppure è stata un’avventura così ricca di significati, di immagini, di sensazioni, di profumi (non scorderò mai il profumo di alloro, di lavanda e di eucalipto delle colline galiziane) da renderla unica e forse irripetibile. I deserti infiniti dell’Islanda e della Namibia, la Val Zoldana tra Pelmo e Civetta, il parco mozzafiato (in tutti i sensi) dell’Ordesa e i parchi variegati dell’ovest degli Stati Uniti completano - diciamo così - la mia educazione naturalistica ed escursionistica, senza dimenticare le infinite camminate tra Cimone, Libro aperto, Rondinaio e Giovo, e lo studio delle nostre piccole cavità modenesi. Ma siccome non poteva mancare l’esplorazione delle profondità marine, ho iniziato a dedicarmi anche alla subacquea, in una continua ricerca di nuove esperienze, sulle montagne, sotto le montagne, sotto il mare. GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO Domenica 18 Febbraio profondo circa due metri. Aggirato il lago, la grotta si divide in due rami, uno a sinistra, detto della Galleria Vecchia, e uno a destra, detto della Cortina Meravigliosa per le numerose incrostazioni calcaree che l’adornano e che spesso assumono le forme più strane, specialmente nella Sala dell’Obelisco. Al di là di questa, dopo una cinquantina di metri si arriva al lago Egiziano, abbastanza profondo e con sponde ripide, attraversabile solo con un canotto. Si prosegue poi nella Galleria Garibaldi, con una bella stalagmite a forma di busto umano, poi nella Sala delle Frane e nella Galleria del Drago Volante, al termine della quale il nostro percorso è interrotto da un sifone. Chi ha voglia di camminare, strisciare in brevi cunicoli che terminano in grandi ambienti inaspettati, superare brevi passaggi con l’aiuto di una corda, vedere piccoli laghi nel cuore sotterraneo della montagna, assistere allo spettacolo che, anche in una grotta calda al livello del mare, solo stalattiti, stalagmiti e altre concrezioni possono dare, è invitato a questa escursione. Punta degli Stretti è una grotta di facile percorribilità e con una temperatura molto piacevole anche d’inverno; chi è interessato si può rivolgere al Gruppo Speleologico Emiliano il giovedì sera, in sede, o scrivere una mail al nostro indirizzo ([email protected]). NO CAI SPELEOLOGICO IL IA IL IA EM Quando ci si avvicina al litorale tirrenico a sud di Grosseto, sembra quasi che la mole del monte Argentario sia tenuta ancorata alla Toscana solo dalle tre sottili strisce di terra che delimitano la sua laguna, larghe appena quanto basta per permettere il passaggio della strada. Se si alzasse la marea, viene da pensare che lo scenario, con le dovute proporzioni, non sarebbe molto diverso da quello di Mont Saint-Michel, il piccolo centro medievale della Bretagna che periodicamente diventa un’isola per effetto appunto delle maree. Tra i luoghi interessanti dell’Argentario vi è anche una grotta di medie dimensioni, Punta degli Stretti, che si apre nella roccia calcarea poco oltre il bivio per il convento dei Passionisti. Detta anche Grotta del Granduca, per essere stata visitata da Leopoldo II, Granduca di Toscana, fu abitata in età neolitica, come testimoniano resti di ossa e di utensili, e fu riscoperta nel 1842 durante le operazioni per la costruzione della strada che da Porto Santo Stefano porta a Orbetello. Per raggiungerla ci si deve fare largo tra una fitta vegetazione di rovi e poco dopo l’ingresso ci si trova in una galleria ferroviaria abbandonata, tipo quelle della incompiuta ferrovia Modena Pavullo, studiate e cartografate dal G. S. E. Attraversata la galleria si incontra lo spettacolare laghetto nella sala del Granduca, di forma quasi circolare e PO PO Punta degli Stretti UP UP CAI SPELEOLOGICO MODENA GR GR NO MODENA EM PO EM UP CAI SPELEOLOGICO IL IA GR NO MODENA Sabato 17 e domenica 18 Marzo GROTTA DI MONTE CUCCO Il Monte Cucco, quasi al confine con le Marche e non lontano da Gubbio, è alto 1566 metri ed è il massiccio più elevato dell’Umbria. È un luogo simbolo della speleologia italiana, non solo per la ricchezza e la varietà delle grotte in esso racchiuse (tra le tante, la Buca di Faggeto Tondo, con le sue incredibili formazioni di gesso cristallino, e l’enorme voragine della Bocca Nera), ma anche perché la cavità che porta il suo nome, appunto la grotta di Monte Cucco meta della nostra gita, con un dislivello di 923 metri tra ingresso e sifone terminale, fu ritenuta per molti anni l’ambiente più profondo d’Italia. Il tratto iniziale di questa grotta era conosciuto e visitato già nel XVI secolo, come testimoniano alcune scritte ancora oggi leggibili sulle pareti; una prima esplorazione avvenne però solo alla fine del secolo scorso e tale fu l’interesse suscitato che si pensò di attrezzare l’accesso con una scala metallica per permettere a tutti una visita agli immensi ambienti iniziali (la Cattedrale, l’infinita sala Margherita). Ma ancora non si pensava che, oltre a questi saloni, la grotta riservasse uno sviluppo al di là di ogni immaginazione e fu solo negli anni ’60 che, superato uno stretto passaggio, si arrivò a conoscere l’intero abisso, con una serie di esplorazioni che portarono a rilevare quasi 30 chilometri di cunicoli, pozzi e gallerie. Nomi come Gitzmo, Baratro, Galleria dei Barbari, Regione Italiana sono ormai entrati nella mitologia speleologica e testimoniano il fascino che, oggi più che mai, questo monte e questa grotta esercitano su schiere di appassionati. La nostra gita sarà, tutto sommato, tranquilla perché non ci avventureremo giù per i 173 metri del pozzo Gitzmo o gli 83 metri del pozzo Miliani, ma l’itinerario che seguiremo sarà comunque sufficiente per avere un’idea di quale inimmaginabile varietà e vastità possano offrire gli ambienti che si aprono nelle rocce delle montagne. La grotta di Monte Cucco è stata la mia prima discesa in un abisso; timore reverenziale, emozione e anche molta fifa mi accompagnarono in quella mia prima esperienza della dimensione verticale. Appeso a una corda o a un frazionamento nel vuoto, ebbi poco tempo per guardarmi attorno, tutto intento come ero a non sbagliare i movimenti e a fare le cose nel modo giusto. Ma ancora oggi, dopo anni, mi rendo conto di aver vissuto un’avventura che mi ha arricchito profondamente. In grotta si entra in contatto con una dimensione così diversa dalla nostra realtà quotidiana che per un attimo si resta come disorientati e increduli di fronte allo spettacolo della natura sotterranea. Questi ambienti aspettano solo di essere conosciuti; benché antichi di milioni di anni, ci offrono aspetti, forme e prospettive sempre nuove e affascinanti, che suscitano ogni volta emozioni uniche e indimenticabili. Chi è interessato a vivere una nuova avventura dentro la montagna può rivolgersi al Gruppo Speleologico Emiliano il giovedì sera, in sede, o scrivere una mail al nostro indirizzo ([email protected]). La prima grotta... (la grotta della Spipola) Nell’ignoto e nel buio si nascondono le nostre paure più segrete, dall’ignoto e dal buio siamo attratti. E cosa c’è di più buio e di più ignoto di una grotta? Una cavità che si addentra nelle viscere della terra, della quale non conoscimo il percorso, non sappiamo misurare l’estensione, la profondità, i pericoli... un ambiente non solo buio, ma spesso anche freddo e umido, inospitale... La domanda che mi sento rivolgere da quando ho deciso di scendere in grotta è “Ma chi te lo fa fare di entrare lì dentro?” Per la maggior parte delle persone le grotte sono, appunto, anfratti bui, freddi, umidi, inospitali; pozzi senza fondo in cui si cade, acque profonde in cui si scompare, cunicoli senza fine in cui ci si perde, prigioni mortali popolate, nel migliore dei casi, da feroci pipistrelli! Eppure, vincere il timore dell’ignoto ripaga ampiamente dello sforzo e può portare ad esperienze gratificanti e divertenti, come quella che ho vissuto nella “mia prima grotta”. Premetto che in passato mi è capitato di visitare grotte attrezzate per i turisti, quali le Grotte di Castellana, di Frasassi, o la Grotta del Vento: questi ambienti permettono di ammirare le meraviglie sotterranee da vicino, ma in modo comodo: si cammina su passerelle dotate di sicure ringhiere, gli ambienti sono illuminati; spesso poi ci si trova in comitive numerose (e rumorose...), quindi, almeno per quanto mi riguarda, l’effetto è quello di trovarmi in un museo più che in una grotta. Un po’ come vedere i pesci tropicali attraverso il vetro di un acquario! Ho voluto provare finalmente a entrare in una grotta non attrezzata per i turisti: LA MIA PRIMA ESPERIENZA DA VERO SPELEOLOGO! Avevo sempre pensato che la speleologia fosse una disciplina sportiva riservata agli alpinisti esperti che, stanchi di scalare le montagne “dal di sopra”, scelgono di scalarle “dal di sotto”; la ritenevo quindi assolutamente al di fuori delle mia capacità. Con gli istruttori del Gruppo Speleologico Emiliano di Modena sto invece scoprendo che qualcuna di queste esperienze sotterranee è possibile anche per le persone come me, dotate di scarso livello atletico e (ahimè) di alto livello di... imbranataggine. Per il momento ho imparato almeno l’utilizzo della illuminazione a carburo, e teatro di questa entusiasmante performance è stata la... GROTTA della SPIPOLA! Questa grotta si trova nel Parco dei Gessi Bolognesi, precisamente nel territorio del Comune di San Lazzaro di Savena. L’ingresso, sul fondo di una enorme e suggestiva dolina, è protetto da una porta chiusa a chiave, in modo da impedire ingressi indesiderati, soprattutto da parte di persone che potrebbero compiere atti vandalici o anche non riuscire più a ritrovare l’uscita. L’ingresso attuale ha sostituito quello originario, ora non più agibile. All’entrata si scende una serie di rozzi scalini, prestando particolare attenzione al fondo argilloso e quindi scivoloso. Gli ambienti della grotta, collegati da tra loro da stretti cunicoli e scivoli argillosi, assumono spesso proporzioni molto ampie, e sulle volte è possibile notare i segni dell’opera millenaria dell’acqua che si è aperta un varco. La roccia è scura, ma colpita dalla luce dell’acetilene brilla per i cristalli di gesso, levigati e traslucidi, simili a vetro. La parte più divertente (e faticosa!): strisciare o “gattonare” nei tunnel e negli scivoli che poi si aprono in ambienti più agevoli, talvolta ingombri da enormi massi caduti dalla volta. La parte più impressionante: spegnere tutte le luci e “vedere” com’è il buio perfetto, assolutamente impenetrabile. È incredibile come si rimanga abbagliati riaccendendo la più piccola luce! Ma è uscendo dalla grotta, dopo circa tre ore, che si rimane veramente colpiti dalla luce e dai colori esterni, più luminosi che mai. E... ehm... l’unica parte un po’ sgradevole... alla fine, lavare via tutto il fango appiccicato addosso, veramente tanto, ma devo dire che ne è valsa veramente la pena!!! Adriana Sassatelli 9 In ricordo di Angelo Testoni Continua da pag. 1 E lo è stato con me, sua ultima moglie. Ci muovevamo entrambi ancora con slancio, ormai ultraquarantennale, nel mondo del volontariato: lui nel C.A.I., io crocerossina in Croce Rossa, ancora oggi. Ci intendevamo proprio perché avevamo ben chiaro il significato di “Volontariato”: “volontà”, “volontarietà”, scelta spontanea, voluta, per un’azione donata e sorretta da ideali ben coscientizzati. Ecco perché per noi è durato così gran tempo l’impegno e l’adesione sempre desta. E’ stata questa una scoperta reciproca, un ulteriore incontro durante la nostra breve unione. Ce l’eravamo imposto l’impegno, in un tempo assai lontano, in cui la dedizione al volontariato, oltre ad essere relativamente infrequente, non era “una moda”, o un riempitivo al proprio tempo libero, o peggio ancora una rivalsa sulle inevitabili frustrazioni quotidiane, o la smania più o meno palese di mettersi in luce, o infine un emblema di cui fare sfoggio: tutte motivazioni che sembrano oggi essere le più ricorrenti, ma anche le più effimere, e perciò nemiche della costanza e della coerenza, sicchè spesso portano all’abbandono del cammino! Non è sempre facile vivere una partecipazione disinteressata, con abnegazione e sacrificio solidale, così come dev’essere il volontariato! Angelo ha vissuto a lungo nel vostro C.A.I. proprio perché la sua nota dominante è stata la profonda convinzione nell’ideale da perseguire, e perseguire con slancio, con entusiasmo, impegno, nelle realizzazioni e nei rapporti con i “compagni”. Non gli mancava il sorriso – era fatto così! - Il sorriso per lui era un collante, una calamita con cui avvincere altri ad aderire ed a vivere un volontariato di generosità e di valide attualizzazioni. Ringrazio sentitamente tutti voi che ancora lo ricordate, e ringrazio in particolare coloro che si sono adoperati oggi per farlo in modo cosi degno. Acquisto tute per i soci La nostra Sezione ha deciso di far preparare da una ditta del settore un certo numero di tute in tessuto pro ness (ideale per il tempo libero e le attività sportive), con l’aquila del C.A.I. e la dicitura C.A.I. Sezione di Modena. Per potere visionare colori e taglie, alcuni capi saranno disponibili in Sede nei mesi di dicembre e gennaio. Tuttavia verranno prodotte solo le tute ordinate preventivamente tramite nostra segreteria. I soci interessati sono invitati, quindi, di contattare la segreteria entro e non oltre il 26 gennaio 2007 (sarà richiesta una piccola caparra). Mafalda Rosy Testoni Montoncello Una iniziativa culturale intitolata al Prof. MARIO BERTOLANI Continua da pag. 1 lavoro quanto piuttosto un modo normale di vivere nel quotidiano. La domenica mattina hanno presenziato alla cerimonia ufficiale di inaugurazione, oltre allo stesso Sindaco, Paolo Fontana, Assessore alle Politiche di Sostenibilità Ambientale del Comune di Formigine, Alberto Caldana, Assessore all’Ambiente della Provincia di Modena e l’On. Mariangela Bastico, Vice Ministro della Pubblica Istruzione. Tutti i loro interventi hanno rimarcato l’importanza, soprattutto futura, di questo Centro di Educazione Ambientale, delle finalità che esso si prefigge, e di quanto potrà favorire soprattutto nei giovani una migliore conoscenza e, quindi, un più concreto rispetto per l’ambiente che ci circonda e per le tante biodiversità che lo caratterizzano e che hanno rappresentano il filo conduttore che ha accompagnato Mario e Daria per tutta la loro vità. Il Prof. Mario Bertolani è in piedi a sinistra. Gianfranco Gibertoni Past President - sezione di Carpi Il 1° novembre scorso veniva a mancare l’ing. Gianfranco Gibertoni già Vicepresidente generale del C.A.I. dal 1991 al 1972. Era nato a Carpi l’8 marzo 1925 da una famiglia connaturata alla nostra terra emiliana e assai attiva nel commercio dei vini. Ma la vicenda cittadina di questa famiglia è legata successivamente a una impresa che li ha visti protagonisti dagli anni Venti a oggi nel settore, cinematografico, dapprima con due sale in pieno centro a cui si aggiunse un cinema all’aperto ristrutturato in un paio di riprese nell’attuale multisala seguendo lo sviluppo del settore sempre all’avanguardia nella diffusione dello spettacolo. Il cinema non è stato solo l’impegno di una vita per Gianfranco e i suoi fratelli, ma una passione che ha avuto una valenza sociale perché proiettata a livelli culturali di indubbio merito. Se questo è vero, è ancora più vero dire che il suo grande amore è stata la 10 montagna e che si deve alla sua esuberante fede nei valori alpini se questa passione nata e alimentata inizialmente nella F.U.C.I. (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) ha trovato la sua massima espressione nel C.A.I., a cui si iscrisse giovanissimo, perché individuato come luogo di elezione privilegiato per una sua piena attestazione. Ben presto è reggente della Sottosezione di Carpi che è ben presto Sezione nel 1945 a guerra finita. È nella storia quella prima gita a Bismantova di un gruppo di soci nel 1946 su un camioncino scoperto, protetti da vento e polvere da un telone svolazzante, compiendo una prima presa di possesso della montagna. In quella vecchia foto si coglie il ciuffo scapigliato e avventuroso di Gibertoni, una qual sua certa disinvoltura e schiettezza in più, una volitività e una presenza di spirito, una credibilità che lo condurranno a ricoprire gli incarichi di componente della Delegazione Emilia-Romagna, del Convegno Tosco-EmilianoRomagnolo, di Consigliere centrale e vicepresidente generale del C.A.I. Presidente per cinquant’anni della Sezione di Carpi, questo mezzo secolo ha visto la continua crescita dei soci (ormai prossimi agli 800) e dalle attività delle più tradizionali alle più innovatrici. In particolare sono da segnalare tre momenti centrali: la costruzione del Rifugio Città di Carpi ai Cadini di Misurina inaugurato nel 1970; la spedizione scientificaalpinistica all’Hoggar (nella quale salì solo una cima con passaggi di III grado); la pubblicazione del Notiziario Sezionale a partire dal 1977. Ricordiamo la sua intensa operosità, il suo generoso entusiasmo, le sue capacità critiche e riflessive, la sua rapidità decisionale, la concretezza del suo agire. Tutto questo calato in una profonda sensibilità perché dotato di particolari doti empatiche che il suo amore per la montagna evidenziava avendo anche come riferimento personaggi quali Antonio Berti da lui riconosciuto come maestro. Esemplari alcuni suoi articoli sulla R.M. su Re Alberto dei Belgi e sulle Marmarole. In uno dei suoi ultimi articoli per il Notiziario Sezionale scriveva: «Apro in soffitta un vecchio armadio... vedo rincattucciata in un angolo una mia giacca a vento compagna inseparabile delle mie escursioni... la tocco emozionato, la irrealizzabile speranza di ridarle i colori perduti e di ritrovare l’entusiasmo e le gioie provate in tanti anni vissuti insieme... Per non cedere all’emozione decido di chiudere l’armadio con tutti i miei sogni. Fuori, nella mattinata invernale, la brina ha ricoperto i prati con minutissime goccioline che, illuminate dal sole, ora brillano come fiocchi di neve». È l’addio che ci ha lasciato. Dante Colli L’ufficio C.A..I. di Fanano Un po’ d’anni fa, pensai, quale vecchio socio C.A.I., di proporre la costituzione di una sottosezione nel Frignano; ne parlai al presidente Testoni il quale mi incoraggiò nell’iniziativa dandomi l’appoggio necessario e mi segnalò che negli anni 20 del 1900 già esisteva in Fanano una sottosezione Frignano voleva dire soprattutto Pavullo e parlatone ad alcuni amici, ne fui sconsigliato. Allora pensai all’Atto Frignano e cioè a quella fascia di Appennino ai piedi del M Cimone e cioè oltre Fanano, Sestola, Montecreto, Riolunato, Pievepelago, Fiumalbo; interpellai diversi soci di questi paesi che approvarono l'iniziativa. Ho sempre precisato che la sottosezione sarebbe stata, decisamente nata solamente con l’assenso degli iscritti residenti e che la sede sarebbe stata decisa dagli stessi. Ne parlai all’allora Sindaco rag. Giancarlo Muzzarelli, sempre favorevole a proposte che potessero valorizzare la nostra montagna e non solo Fanano: anzi mi assegnò un locale a pianterreno del Collegio degli Scolopi, Sede Municipale, con luce e riscaldamento, a titolo gratuito. Nel frattempo su sollecitazione del Presidente ed altri soci venni incaricato di costituire la squadra del Soccorso Alpino facente patte della Stazione M. Cimone di Modena che aveva a capo Alberto Grandi che ebbe sede appunto nell’Ufficio C.A.I., che poi lasciai compiuti i 60 anni. Mi diedi da fare per fare nuovi soci e così dopo che avevo spiegato il motivo dell’iniziativa, iscrissi diverse persone, non solo di Fanano, ma di Sestola, Montecreto, Pavullo, Lama M., Modena, Montese, Firenze ed altri luoghi che al momento mi sfuggono: era già un buon numero e da buon “burocrate” avevo arredato l’ufficio con scrivania, poltroncine, mobili, scaffali, avuti grazie all’interessamento di soci dipendenti da banche locali; avevo compilato la rubrica degli iscritti, un piccolo archivio con le varie cartelle e come macchina da scrivere usavo la mia. La Sezione mi aveva dato diversi libri (doppioni) della biblioteca sezionale e così nelle scaffalature facevano bella mostra i libri di alpinismo, di alpini, di piante e fiori, ecc. Ebbi anche l’onore della visita dell’allora Presidente Nazionale Bramanti. Ma quando si giunse a decidere, l’iniziativa si bloccò: avevo proposto al Presidente di convocare una riunione di tutti gli iscritti interessati in unb luogo centrale per spiegare e quindi concretizzare la proposta. Ma nulla fu fatto, e non ho mai capito il perchè né alcuno mi ha dato spiegazioni e così l’iniziativa si arenò. Dirò che in zona e anche a Fanano non tutti erano favorevoli e qualcuno temeva di perdere importanza nelle sue attività promozionali e informative, anche se penso, questo non poteva essre di ostacolo. Da allora io ho continuato a gestire l’ufficio di Fanano per il tesseramento, ma diversi iscritti non essendo andato in porto la sottosezione non rinnovarono più l’iscrizione al CAI. Oggi ho ancora una quindicina-ventina di iscritti, compresi i famigliari, di Fanano ma anche di Sestola, Modena, Massa Finalese e qualche altro luogo. A partire dal prossimo tesseramento, ho rinunciato con lettera al Presidente Sezionale alla gestione dell’Ufficio: gli anni sono passati e passano in fretta e ritengo che debba proseguire un giovane, anzi una giovane, Ida Ballerini che per il suo entusiamo, amore per la montagna, continuerà la gestione dell’ufficio stesso, anzi, sono certo ne migliorerà l’attività: e allora auguri Ida.... Alfonso Resoconto della gita nel gruppo del Carega Domenica 8 ottobre, abbinata all’uscita del corso ferrate, si è effettuata una gita nel gruppo del Carega (Piccole Dolomiti Vicentine) per percorrere la ferrata Campalani, raggiungere cima Carega e ridiscendere per il sentiero attrezzato Pojesi. Questi percorsi non sono accompagnati dall’imponenza degli scenari dolomitici, hanno però un loro fascino discreto e non privo di passaggi impegnativi ed emozionanti come si sono resi conto i nove ragazzi del gruppo Senior dell’Alpinismo Giovanile e i due adulti che erano con me. L’entusiasmo e la voglia dei giovani sono stati contagiosi coinvolgendo anche i non più ragazzi Federica Tofani e James Montanari. Pensate che partiti dal rif. Boschetto ben dopo un gruppo di adulti accompagnati da Enrico Pinelli li abbiamo raggiunti e superati lungo il sentiero che conduce al rif. Scalorbi e da li all’attacco della ferrata Campalani! Questi primi metri sono la parte più impegnativa e difficile dell’intero percorso. I ragazzi volavano tra il piolo e il chiodo che aiutano a superare la breve ma non semplice e verticale paretina iniziale, e gli adulti… dietro! Dopo la cima, la discesa per il sentiero alpinistico Pojesi, panoramico ed emozionante, ha insegnato a tutti (ragazzi per primi) che le difficoltà in montagna non sono mai classificabili in senso assoluto. L’itinerario conduce dalla cresta della Costa Media al Passo Pertica attraverso un diedro e cenge attrezzate. E’ proprio questo diedro che, percorso in discesa, ha fatto capire che le difficoltà possono mutare non solo a causa di eventi atmosferici contrari ma anche in relazione al senso di percorrenza che diamo all’itinerario. Ai ragazzi più veloci ed esperti è stato quindi chiesto di attendere i compagni più lenti o in leggera difficoltà per mantenere compatto il loro gruppo, questo per promuovere la loro crescita alpinistica e umana. La montagna deve insegnare non solo l’individualismo ma anche a farsi carico di chi è in difficoltà. Alla fine, a Passo Pertica, ma solo per alcuni gitanti e corsisti, c’è stata l’emozione della ferrata Biasin adrenalinica e verticale come nessuna in quella zona! GianLuigi Cozza Escursione Alpe Devero del 18 e 19 novembre 2006 Mi insegna un saggio orientale: “Un viaggio di mille miglia inizia con un piccolo passo”. Naturalmente, non ho ancora percorso tanta strada ma già sento che l’uscita del 18 e 19 novembre nella bellissima e affascinante Alpe Devero è stato il mio piccolo passo. Un piccolo passo verso una sfida ancora non sperimentata: la neve. Per me, neofita frequentatrice delle escursioni Cai, nata all’ombra delle Dolomiti e cresciuta sotto cieli di inverni rigidi, la neve in montagna era uno scoglio, anzi una guglia, mai superata. Forse la paura di mettermi alla prova o , semplicemente, la pigrizia... Certo, la presenza della neve sul nostro cammino era stata prevista ma, non calcolavo in tale misura. La prima sorpresa, quindi, la troviamo già nel pomeriggio di sabato quando, dopo aver costeggiato il lago di Agaro, siamo risaliti verso la Corona Troggi e dopo poca risalita lungo il sentiero, gli scarponi cominciano a scivolare e le ghette, già indossate per non rischiare, cominciano a compiere il loro lavoro di isolanti. La magia arriva qualche metro più su, quando la salita finisce e l’altopiano si apre davanti a noi coperto di neve fresca e pesante. Osservo e ascolto. Solo i nostri passi, solo le nostre impronte su quella che sembra la traccia di un sentiero. Dentro al bianco si stagliano le malghe , nella loro decorosa e bella ristrutturazione, le cime più alte, l’ombra di un laghetto, nuvoloni neri... è ora di tornare. La domenica la magia ritorna con più intensità. La nostra meta è il Passo della Rossa (m.2460). È certo che di neve ne troveremo anche di più. Difatti... la salita è impegnativa quasi da subito. Ma ciò che ci circonda è davvero straordinario. Le poche case e gli alberi sotto di noi diventano sempre più piccoli, lasciando il posto ad una visione sempre più ampia e vertiginosa di ciò che ci circonda. Dove posare gli occhi? Cosa ascoltare? Vicino e lontano il panorama è mozzafiato, non mi basta mai. Incamero dentro di me le forme degli ometti di pietra che la neve e il vento hanno modellato, i laghi sotto di noi quando svalichiamo, il silenzio di una foto fatta insieme, il suono dei passi quando sprofondano nella neve, i ghiacciai lontani... che posto magnifico! Mentre torniamo, lasciando il vento gelido del passo, l’attraversamento impegnativo delle morene, la visione romantica di Crampiolo e del lavo di Devero, c’è ancora posto per una considerazione: ma se non ci fosse stata la neve? Avrei potuto gioire di simili emozioni? Decisamente bisogna dare una risposta a questi interrogativi. Ho deciso: tornerò anche in estate! Tiziana 11 NOVITÀ IN BIBLIOTECA di Alessandro Marchiorri “Spegniamo il televisore e apriamo un libro!” M. Rigoni Stern S. Marazzi “Atlante geografico delle Alpi - Soiusa” Ed. Friuli & Verlucca Soiusa è l’acronimo di “Suddivisione Geografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino”. Auspice il Club Alpino Italiano, l’Autore ci prospetta una ripartizione più completa e aggiornata della tradizionale “Partizione delle Alpi” in auge nel nostro Paese dall’ormai lontano 1926 e che aveva prodotto come facile scioglilingua da rimandare a memoria fin dalla geografia delle scuole elementari, il po’ surreale “ma con gran pena le re ca giu” che elencava, in ordine progressivo, da sud-ovest a nord-est le Alpi Marittime Cozie, Graie, Leontine, Retiche, Carniche, Giulie. Eh sì, era un po’ poco: non venivano contemplate le Liguri e le Dolomitiche: inoltre i settori non confinanti con lo spartiacque principale, in territorio francese, svizzero, austro-tedesco e sloveno venivano liquidati in maniera approssimativa e disomogenea... La vecchia impostazione era il frutto della concezione delle Alpi come frontiera, come barriera tra i popoli e tra gli stati nazionali. Oggi, rivisitando la storia del Medioevo e dell’attuale nuova Europa, le Alpi non son più barriera/frontiera, bensì cerniera che apre le porte, salvo qualche eccezione, alla libera circolazione di persone e merci al di qua e al di la dello spartiacque alpino. La nuova ripartizione geografica, che sta riscuotendo ampi consensi anche all’estero, presenta novità ragguardevoli: abolisce la tripartizione tra Alpi occidentali, centrali e orientali e introduce, con confine al Passo dello Spluga, una bipartizione tra occidentali e orientali: identificate da un codice internazionale alfa-numerico, le due grandi Parti (occidentali e Orientali) si suddividono poi in Settori, Sezioni, Sottosezioni, Supergruppi e Gruppi. E allora? Tutto ciò ci cambierà la vita? Beh, forse no... meno che a quei tapini di bibliotecari se dovranno o vorranno procedere all’aggiornamento della classificazione dei libri-guida affidati alle loro cure. AA.VV. “Le Alpi venete Primavera-estate 2006” Ed. Cai sezioni Trivenete Ci piace sempre recensire “Le Alpi venete”, rivista di montagna edita dalle sezioni trivenete del Club Alpino Italiano, ricca di contenuti, gradevolissima per l’impostazione grafica e per la maneggevolezza: un classico 17x24 come era la Rivista del CAI fino a 15 anni fa... Segnaliamo in questo numero alcuni articoli particolarmente curati e stimolanti per la nostra cultura alpina: di A. Masucci: “Civetta: le vie dei pionieri sulla parete nord-ovest”; di M. Trevisan, Presidente dell’Associazione Dino Buzzati “L’idea e l’immagine della montagna”; di S. Rovis “Cino Boccazzi, il nomade delle rocce” una ricca rubrica di recensioni librarie e una di relazioni di nuove recensioni sulle alpi orientali chiudono il numero di questa bella rivista. C. Mazzolini “Escursionismo all’Abetone” Ed. La grande selva Beh, francamente ci si poteva aspettare qualcosa (o molto) di più da una opera del genere vuoi per la limitatezza del territorio, peraltro artificiosamente allargato al modenese e al lucchese, vuoi per la lunga permanenza in loco dell’Autore, vuoi per il suo non indifferente “pedigree” professionale da ex-sottufficiale del Corpo Forestale dello Stato e, poi di Operatore naturalistico. Accattivante è il contenitore: una bella copertina, tante foto a colori... ma si sa, non è la veste esterna che qualifica e determina lo spessore di un libro, di una rivista, di una qualsivoglia pubblicazione: Occorre la sostanza e in questo libroguida la sostanza non è tanta (e si perdoni l’assonanza...). Non si possono liquidare le escursioni proposte in quattr’otto senza un briciolo di descrizione del territorio attraversato limitandosi a specificare donde si parte e dove si arriva percorrendo, magari, una pista da sci... (sai che bellezza e che gusto: provare per credere...). Non si può tacere sugli scempi edilizi e ambientali che si vanno perpetrando nell’alta Valle delle Pozze (Val di Luce). Come non sapere che il sentiero 499 del Cai Modena non esiste più da almeno 15 anni? Come è possibile allegare al libro una cartina dei sentieri che è la stessa a corredo di analoga opera dell’Autore di 21 anni fa’? Poi, via!, un po’ più di cura nella grammatica italiana: un sentiero in forte salita non può definirsi “irto” (non è un refuso di stampa: è ripetuto almeno 10 volte), ma correttamente “erto” e c’è una bella differenza Tracce nella neve Ormai fuori è buio già da parecchie ore. Fisso dalla finestra quella oscurità e mi perdo tra la fitta rete dei miei pensieri. Come era tutto più semplice un tempo: il lavoro aveva impegni ben più contenuti e concludenti in un lasso di tempo assai più breve, poi si scappava in palestra e li si iniziava a sognare grandi progetti d’alpinismo. Naturalmente “grandi” per noi che li desideravamo intensamente. Spesso si arrivava al venerdì sera con zaino pronto e relazione in tasca, pronti a partire come in una missione di guerra. Sì, forse, senza averci pensato profondamente ho scelto la parola giusta! 12 Una “guerra” contro le nostre paure, contro i nostri limiti che in quegli anni erano misurabili con la “montagna”, con l’affrontare vie dure e sconosciute dove l’ambiente che ti circonda potrebbe anche scegliere di “tirarti” brutti scherzi. Questo era ciò che avevamo nel cuore ed è stato bello poterlo fare... Ora però la malinconia di quegli anni riattiva a volte quel meccanismo che mi esonera momentaneamente dal quotidiano: mi fa caricare lo zaino in macchina e la relazione è sempre in tasca, pronta a trovare concretezza. In queste rapide fughe verso la montagna, il compagno di cordata è quasi sempre virtuale... Per questo oggi mi trovo qui, su nelle nevi del nord, ad aprire le tracce fino alla prossima nevicata. Un po’ curva sotto al peso del mio amico zaino, procedo con passo lento ed inesorabile verso quella che secondo me è la meta. Ormai il giorno si ritira nell’abbraccio dell’orizzonte: come sempre i colori assumono quelle dominanti magiche e tipiche dell’inverno che si aggrappano ai ricordi rendendoli indelebili. Sul crinale di fronte intravedo il profilo di un camoscio: strano così alto in questa stagione....forse è venuto a godersi lo spettacolo della natura. Arrivo al bivacco: accogliente, comodo e ben fornito....ma questo è un posto che conosco, so che chi vi passa è gente educata e chi si occupa della manutenzione è scrupoloso e volenteroso. Il tepore del locale rilassa i miei muscoli stanchi e sudati per le ore di marcia nella neve. Vorrei un te ma non posso farmi sfuggire ciò che sta avvenendo fuori, quindi rimando e mi preparo a fare la spettatrice di un momento della giornata che mi appassiona sempre moltissimo. Scatto gli immancabili ricordi. Guardo un attimo il cielo nel tentativo di sottrargli qualche informazione per domani: credo che sarà una buona giornata. Poi mi ritiro in bivacco a consumare i consueti riti della situazione. Solitaria come una animale selvatico e silenziosa altrettanto, prima dell’alba, parto. La luna mi aiuta ad indicarmi il cammino: ridiscendo prima un po’ di quota per poi risalire una non ripida rampa di neve, arrivo al colle. Il sole inizia lentamente a colorare e riscaldate quella valle posseduta dal gelo. Ora vedo la mia meta: candida come mai si stacca dal piano glaciale per circa trecentocinquanta metri di dislivello. È stregante, nessuna traccia di bipede - e tanto meno quadrupede - solo un uniforme mantello bianco che mi ispira la salita. Vedo di non perdere tempo: le giornate in inverno sono corte e so già che questo giretto lo concluderò col buio. Ripongo i bastoncini e sfilo le picche, poi vado. Finalmente sono qua, faccio parte di questo mondo invernale che tanto mi attrae e appaga. Questa montagna mi è “sfuggita” varie volte, ma ora fin qua sono arrivata e andrò fin su e oltre. Il ghiaccio è perfetto e gli attrezzi mi trasmettono la massima fiducia. La giornata è frizzante e sicura. Concentrata sul gesto, mi accorgo che sto andando un po’ troppo di fretta ed è un peccato sprecare questi momenti, consumandoli come se stessi gareggiando in chissà quale competizione.... Quindi rallento, mi guardo intorno e mi lascio trasportare dalla mia passione per ciò che sto facendo. Dopo poco sono in vetta. Mi fermo un attimo per uno spuntino. Mi guardo bene intorno concentrata a catturare quello che è possibile con la mente. Conosco questi posti, ma ogni salita che si fa ha sempre da darti qualcosa di nuovo e di visivo, ha il punto di vista. Sgranocchio qualcosa rapidamente e poi giù per la cresta, certo non meno bella della salita di questa mattina. Credo che gli alpinisti, almeno una parte, siano persone molto fortunate. Poter godere di questi spettacoli lo considero un grande privilegio. Non ho incontrato e non sto incontrando nessuno, ma non mi meraviglio, anzi l’avrei fatto col contrario. È difficile persino d’estate trovare compagnia qui, figuriamoci d’inverno! Ma sono venuta qua anche per quello...... Quando voglio “staccare” mi viene meglio così.... Ormai sono al bivacco; ho ancora qualche ora di luce... Cha faccio vado in giù con almeno dieci ore di cammino oppure rimango e pernotto qua? Che fretta ho...posso restare, così mi godo un altro “sceneggiato sul tramonto”. ...Tanto a casa so che stanno tranquilli.... Barbara