Costruire con il calcestruzzo cellulare

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Costruire con il calcestruzzo cellulare
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le guide tecniche made
Costruire con il calcestruzzo cellulare
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le guide tecniche made
Costruire con il calcestruzzo cellulare
Un sistema completo per costruire
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Il processo produttivo e le tipologie
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L’impiego in zona sismica
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Gli elementi di connessione e rigidità
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Le caratteristiche tecniche
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La resistenza al fuoco
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L’isolamento termico
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La posa in opera
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Il montaggio degli elementi
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Le malte collanti
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L’alloggiamento degli impianti
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Le armature di rinforzo
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Gli elementi di integrazione strutturale
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L’impiego nei sistemi misti
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Gli accessori di ancoraggio
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La finitura a intonaco
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Gli intonaci premiscelati
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La sicurezza
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Costruire con il calcestruzzo cellulare
UN SISTEMA COMPLETO PER COSTRUIRE
I blocchi e i manufatti in calcestruzzo
cellulare costituiscono un sistema
integrato per realizzare ogni tipo di
struttura edilizia per murature portanti,
per divisori e tramezze, per sistemazioni
intere e ristrutturazioni
Leggerezza, maneggiabilità e facilità
di messa in opera sono doti che
caratterizzano da sempre molti materiali
tradizionali per la costruzione edilizia.
Nel 1924, ad affiancare gli usuali elementi
in laterizio, nasce un nuovo prodotto
completamente inorganico con cui è
possibile realizzare manufatti prefabbricati
per qualunque impiego nell’edilizia: il
calcestruzzo cellulare. Adatti alle piccole
abitazioni e agli edifici multipiano o alla
costruzione di insediamenti industriali e
commerciali, questi componenti con una
struttura a piccole bolle d’aria finemente
diffuse nella massa possiedono diverse
qualità interessanti, come la buona
resistenza alle sollecitazioni e un’ottima
risposta alle azioni sismiche, unite a un
grado elevato di isolamento termico e
acustico e alla possibilità di lavorare i blocchi
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con gli stessi attrezzi manuali utilizzati
per il legno. Al pari di questo materiale, il
calcestruzzo cellulare è facile da trasportare
e maneggiare, ma nel medesimo tempo è
incombustibile grazie alla sua composizione
esclusivamente minerale. La gamma
delle densità e delle tipologie di armature
cellulari e degli altri componenti nella
ristrutturazione, dove occorre sempre
contenere al minimo i nuovi carichi, così
da non intervenire pesantemente nella
riqualificazione delle strutture. Nelle parti in
elevazione del fabbricato, l’uso dei blocchi
rettificati e calibrati in calcestruzzo cellulare
determina più vantaggi legati all’impiego
Gli elementi in calcestruzzo
cellulare costituiscono un
sistema costruttivo completo.
integrate nei componenti permette di
impiegare questi elementi in qualunque
sottosistema dell’edificio, dalle pareti
portanti ai tramezzi, dai solai alle coperture,
dagli architravi alle tavelle. Con qualunque
tipologia di componente, il sistema
consente di ottenere un carico inferiore
sulle strutture portanti di base derivato
dal peso limitato dei blocchi e degli altri
manufatti, decisamente inferiore rispetto a
quello determinato dall’impiego dei materiali
tradizionali. Questa condizione permette di
dimensionare con una maggiore economia
la struttura di fondazione dell’edificio e
consente un’ampia applicazione dei blocchi
dei collanti cementizi a spessore sottile
adoperati nella giunzione dei componenti: un
nuovo modo di organizzare e semplificare
il cantiere, grazie alla velocità e alla
semplicità di posa, insieme a un aumento
della resa produttiva che deriva dal sistema
costruttivo quasi a secco, alla mole ridotta
dei lavori di finitura per la planarità delle
superfici e alla drastica riduzione dei ponti
termici dovuta all’assenza di giunti di malta
lungo le murature.
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Costruire con il calcestruzzo cellulare
Vista al microscopio della
struttura a celle chiuse
del calcestruzzo cellulare.
Il processo produttivo e le tipologie
La struttura a celle chiuse, finemente
diffusa nella massa dei manufatti,
deriva da una particolare lavorazione
dell’impasto di base che è composto
solo da sostanze naturali quali la sabbia
silicea, il cemento, la calce, l’acqua e una
piccola quantità di polvere di alluminio.
Quest’ultimo rappresenta il componente
espandente che, per reazione chimica con
i leganti miscelati con acqua, dà luogo alla
formazione di una miriade di microbolle che
si diffondono nella massa dell’impasto al
momento della sua immissione nei casseri
di formatura. Dopo due ore il manufatto è
già stabile e consolidato al punto da potere
essere sformato e tagliato in lastre, blocchi
o pannelli a misura, con piani rettificati e
con angoli perfettamente a squadro.
I componenti armati vengono prodotti
mediante la stessa tecnica, ma non sono
ritagliati e le facce devono essere solo
squadrate e rese planari e parallele.
A questo punto del processo tutti
i manufatti sono inviati alla fase di
maturazione in autoclave dove la pressione
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e l’alta temperatura
ra
completano le
reazioni necessarie
e
a ottenere
un materiale
dimensionalmente stabile, dotato
delle resistenze caratteristiche, leggero e
con struttura omogenea.
L’elemento base dei prefabbricati
in calcestruzzo cellulare è il blocco,
solitamente disponibile in diverse densità,
con dimensioni variabili per soddisfare tutte
le esigenze progettuali e realizzato con lati
squadrati e con dimensioni calibrate.
Talune produzioni forniscono blocchi con
fianchi a incastro maschio/femmina e
con maniglie per facilitare il trasporto
e la collocazione in opera. I blocchi
sono disponibili anche con foro per il
passaggio di un sistema di irrigidimento
in modo
odo da realizzare
ea a e pareti
pa et portanti
po ta t a
struttura intelaiata con elementi verticali
L’impiego in zona sismica
in calcestruzzo armato
integrati nella muratura e
confezionati con getto in
opera. Questi blocchi possono
essere imp
impiegati anche per realizzare
tamponamenti armati su strutture a
telaio in calcestruzzo, che evitano la
formazione di fessure e cavillature in caso
di deformazione degli elementi di cornice.
La gamma utilizzata per le pareti è
completata dalle tramezze armate e
maschiate ad alta densità, adatte anche
a foderare vecchie murature con la
funzione di rivestimento di finitura capace di
migliorare l’isolamento termico.
Tavelle, lastrine, velette e velettoni ampliano
le possibilità costruttive così come gli
architravi armati prefabbricati o i blocchi
con sezione a U da completare con getto
in opera. I pannelli armati per pareti
portanti
po ta t vengono
e go o confezionati
co e o at in genere
ge e e con
co
incastro a maschio e femmina longitudinale
e armatura singola o doppia secondo
lo spessore.
La solidità e l’omogeneità che connotano i
blocchi in calcestruzzo cellulare, ne permette
l’impiego anche in qualunque zona sismica, da
quelle a rischio minimo fino al rischio più alto,
come definito nell’Ordinanza 3431/2005.
Queste tipologie di blocchi hanno una densità
di 500 kg/m3 e oltre e sono realizzati con
forature per accogliere sistemi di armatura
concentrata resa collaborante con un getto di
calcestruzzo in opera. Il fianco liscio permette
di estendere la stesura di malta collante
anche ai giunti verticali. Le strutture realizzate
con blocchi forati per accogliere irrigidimenti
verticali e solaio in lastre sempre di
calcestruzzo cellulare con cappa in cemento
armato e cordoli perimetrali, presentano
una buona uniformità in termini di risposta
alle azioni sismiche e una discreta duttilità in
campo non lineare proprio per la presenza
della piccola percentuale di armatura
integrata con la muratura e soprattutto
concentrata negli angoli e negli spigoli.
La struttura in calcestruzzo cellulare diviene
monolitica con il cordolo di piano che realizza
un effetto cerchiante e di collegamento
orizzontale di tutte le murature verticali,
tra di loro e con il solaio.
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Il blocco di calcestruzzo cellulare
assolve sia alla funzione strutturale
che a quella di strato di isolamento.
Il calcestruzzo cellulare viene confezionato
con diverse proporzioni tra i leganti, la
sabbia silicea e l’acqua così da ricavare
elementi con una densità che può variare
da 400 a 700 kg/m3 oppure attestarsi
su un valore nominale di 300-350 kg/m3
quando occorre privilegiare l’isolamento
termico o raggiungere anche 800 kg/m3
su manufatti da utilizzare dove occorre una
forte resistenza ai carichi come avviene
per i pannelli portanti con posa in verticale.
Le versioni più leggere di blocchi,
tramezzi e pannelli sono adatti per
elementi costruttivi termoisolanti, mentre
aumentando la densità diventano sempre
più rilevanti le doti di capacità portante e
l’isolamento acustico a parità di spessore.
Il ciclo produttivo non impiega sostanze
che possono emettere composti pericolosi
durante il processo o in opera a breve o a
lungo termine. Il materiale scartato perché
inadatto a essere commercializzato e tutti i
cascami e gli sfridi delle diverse lavorazioni
sono reimpiegati e utilizzati come inerti,
soprattutto per l’alleggerimento di altri
componenti edilizi. In taluni casi questi
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scarti vengono granulati
e selezionati come
dimensioni per
diventare la frazione
inerte nella realizzazione di massetti,
di sottofondi o di malte per cappe di finitura
alleggerite e termoisolanti.
Con il calcestruzzo cellulare è possibile
ottenere pannelli di tamponamento per
strutture industriali ed elementi estesi in
lunghezza, con caratteristiche portanti
tali da permetterne l’impiego su solai e
coperture. Si tratta di prefabbricati provvisti
di armatura per resistere ai carichi di
esercizio e dotati di fianchi a incastro per
assicurare il perfetto accostamento tra i
prefabbricati con un’uniforme deformazione
alle sollecitazioni.
La densità del materiale impiegato e la
tipologia dell’armatura sono studiate
in modo da risolvere tutte le esigenze
statiche e logistiche del committente.
Gli elementi orizzontali sono in genere
collocati in opera per semplice appoggio
e connessi con getti di collegamento e di
riempimento degli interstizi longitudinali nei
quali possono trovare posto le armature di
irrigidimento da posare in opera.
Per la connessione con le strutture
dell’edificio degli elementi verticali
portanti o di tamponamento, vengono
generalmente impiegate piastre di
ancoraggio o altri elementi di aggancio che
consentono di intervenire su qualunque
sistema di supporto in calcestruzzo oppure
in profilati di acciaio.
1. BLOCCO CON FORO VERTICALE
2. ARCHITRAVE ARMATO
3. BLOCCO CON SEZIONE A “U”
Gli elementi
di connessione
e rigidità
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Costruire con il calcestruzzo cellulare
Il calcestruzzo cellulare è
un materiale da costruzione
leggero, facile da posare,
che permette di realizzare
strutture resistenti, stabili,
e con elevate prestazioni in
termini di isolamento.
Le caratteristiche tecniche
Con il sistema costruttivo in calcestruzzo
cellulare è possibile realizzare interi edifici
senza ricorrere ad altri materiali e in
particolare senza dover utilizzare appositi
componenti per la coibentazione delle
pareti esterne o per la difesa dai rumori.
Il sistema costruttivo in calcestruzzo
cellulare è completo, possiede un ottimo
livello di inerzia termica grazie alla
struttura cellulare e non richiede costose
operazioni successive alla posa dei blocchi,
se non la stesura dell’intonaco di finitura,
per ottenere il grado di isolamento termico
e acustico richiesto dalle norme. I blocchi
e i pannelli sono monolitici e autoportanti,
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adatti a tutti gli impieghi, resistenti al
gelo e al fuoco e caratterizzati da fissaggi
tenaci e precisi, facili da eseguire grazie
ai fianchi ben squadrati e alle dimensioni
costanti degli elementi. La leggerezza è la
dote specifica dei prefabbricati e deriva
dal volume della struttura finemente
cellulare del materiale, che per il 70-80 %
è costituito da microcavità.
La porosità a celle chiuse del materiale
rende i componenti molto maneggevoli
e nel medesimo tempo influisce
positivamente sulle qualità di isolamento
termico, con una riduzione al minimo degli
effetti degli sbalzi di temperatura esterni
e una notevole capacità di accumulo del
calore.
I blocchi in calcestruzzo cellulare
presentano proprietà di isolamento
acustico che, soddisfacendo i requisiti di
legge, li rendono idonei per migliorare il
comfort degli ambienti interni.
La resistenza al fuoco
L’esigenza di isolare gli edifici dai rumori
aerei provenienti dall’esterno e da quelli
prodotti all’interno è infatti sempre più
sentita: ambienti con scarsa protezione
al rumore comportano forte disagio nelle
persone con ripercussioni sulla salute
degli abitanti. Per costruire abitazioni più
silenziose occorre quindi adottare soluzioni
progettuali appropriate che implichino
l’adozione di materiali adatti e accorgimenti
costruttivi atti a impedire la formazione
dei ponti acustici. Il calcestruzzo cellulare
è un materiale che soddisfa tali esigenze:
la struttura cellulare del calcestruzzo
autoclavato, infatti, garantisce che i rumori
vengano attenuati dalle numerose micro
bolle d’aria presenti nel materiale. I blocchi
e gli elementi in commercio possiedono in
genere un potere fonoisolante (R’w) che
soddisfa pienamente i valori imposti dal
DPCM 5/12/97 (requisiti acustici passivi
degli edifici) che classifica gli ambienti
abitativi in sette categorie per le quali
devono essere rispettati precisi livelli di
isolamento.
I blocchi, le malte e gli altri dispositivi per
la realizzazione di compartimentazioni
antincendio sono provati in condizioni reali
di impiego per valutare la loro resistenza
al fuoco. I risultati della prova sono indicati
sempre nella certificazione che il produttore
mette obbligatoriamente a disposizione del
committente. La prova consiste nel valutare
il tempo durante il quale la stabilità e la
conservazione della resistenza meccanica
(R), la capacità di non lasciare passare o
produrre fiamme, vapori o gas caldi (E) e
la riduzione della trasmissione di calore (I)
vengono mantenute. La prova è effettuata
non sul semplice materiale, ma su una o più
applicazioni reali e con le precauzioni di posa
della normale installazione.
Per definire la resistenza al fuoco su opere
di compartimentazione è utilizzata la sigla
REI sempre seguita da un numero che
rappresenta il tempo in minuti, arrotondato
per difetto, che è compreso in una delle
classi previste (15-30-45-60-90-120-180) e
durante il quale il manufatto conserva tutte le
caratteristiche sotto l’azione del fuoco.
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Come isolante acustico, il calcestruzzo
cellulare ha la proprietà di assorbire l’onda
sonora con trasformazione dell’energia
incidente in calore nelle microcavità
del materiale. Le cavità cellulari hanno
dimensioni sovracapillari quindi non
innescano fenomeni di risalita d’acqua
dalle fondazioni e, con usuali rivestimenti
di finitura sulla faccia esposta alle
intemperie, non trasmettono umidità alle
superfici interne anche quando la parete è
sottoposta a pioggia battente.
La struttura porosa possiede inoltre un
basso coefficiente di resistenza al passaggio
del vapore d’acqua, quindi la muratura
non ostacola la migrazione dell’umidità
dall’interno verso l’esterno dell’edificio
impedendo così la formazione di condense
e il proliferare di muffe anche nei locali
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usualmente molto umidi come il bagno e la
cucina.
La resistenza alle sollecitazioni meccaniche,
la facilità di lavorazione a piè d’opera, la
precisione nelle misure e la versatilità nelle
applicazioni si uniscono alla durata e alla
possibilità di ridurre i tempi di applicazione
grazie alla tecnica di montaggio che prevede
l’uso di collanti a strato sottile che viene
steso mediante un’apposita attrezzatura
che fa parte del sistema. Anche le armature
sono trattate con prodotti anticorrosione
in modo da resistere senza alterarsi alle
atmosfere aggressive, non sporgono
mai dal perimetro del manufatto e sono
rivestite con uno spessore di copriferro tale
da proteggerle dai composti deterioranti
presenti nell’atmosfera o veicolati
dall’acqua di pioggia. Per la composizione
completamente minerale e inorganica, il
calcestruzzo cellulare è incombustibile e
consente di realizzare pareti tagliafuoco
e di compartimentazione antincendio in
qualunque situazione costruttiva e persino
con bassi spessori di muratura. In base
a questa dimensione, la parete possiede
una resistenza al fuoco REI 180 sia per la
stabilità del sistema che per la tenuta ai
fumi e per l’isolamento dal calore sviluppato
dall’incendio.
L’isolamento termico
I blocchi progettati per
ottenere forti prestazioni
in campo termico, sono in
genere realizzati con una
densità di 300-350 kg/m3 e
possiedono una conducibilità
termica pari a 0,09 W/
mK. Con queste tipologie è
possibile costruire murature perimetrali che limitano fortemente le dispersioni termiche durante i mesi
più freddi e l’ingresso indesiderato di calore durante i mesi estivi quando si opera con apparecchiature
di climatizzazione per il raffrescamento dei locali interni. Il Decreto legislativo 311/2006 impone dei
valori limite di conducibilità termica delle pareti in funzione della zona climatica dando delle scadenze,
in particolare quella del 1/1/2010, per conformarsi a quanto indicato dalla norma (vedi tabella). Già
oggi, con il calcestruzzo cellulare è possibile intervenire ottenendo valori conformi e addirittura inferiori
all’ultima scadenza indicata dal Decreto e per qualunque situazione climatica: un blocco da 30 cm di
spessore e senza intonaci permette di realizzare una muratura con una trasmittanza termica di 0,30
W/m2K che si riduce ulteriormente per i blocchi da 36,5 cm e da 40 cm di spessore. Con questo tipo
di manufatto è possibile ottenere un potere fonoisolante Rw di 45-48 dB, mentre con elementi a densità
superiore, sui quali aumenta la trasmittanza termica, il potere fonoisolante Rw si attesta su 50-54 dB.
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Per una migliore e più veloce
posa degli elementi è consigliato
utilizare apposite attrezzature.
La posa in opera
Ogni produttore di prefabbricati in
calcestruzzo cellulare dispone della
rassegna completa di attrezzature e di
materiali per la posa che avviene sempre
con sistemi semplici e veloci che riducono le
operazioni di cantiere e fanno risparmiare
tempo. Gli attrezzi necessari sono pochi e
facilmente trasportabili come il miscelatore
della malta collante che è composto da
un secchio di adeguate dimensioni e da
un trapano con frusta per omogeneizzare
l’impasto dell’adesivo. Al posto di questa
attrezzatura di base è possibile utilizzare
un miscelatore a tazza ruotante per
adesivi cementizi, ma in ogni caso si tratta
di dispositivi facilmente trasportabili e di
ingombro ridotto. Le cazzuole normali
o dentate sono costruite a forma di
contenitore largo come i blocchi, mentre
per il taglio dei componenti si impiega una
sega manuale, disponibile anche in più
modelli per le diverse densità di calcestruzzo
cellulare, o una versione elettrica a nastro.
La serie è completata dallo squadro
metallico per tagliare i blocchi secondo piani
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rettilinei, dalla pialla livellatrice da utilizzare
per spianare la superficie superiore dei filari
e dal martello di gomma che permette di
migliorare l’assetto degli elementi senza
rompere il materiale. Per le lavorazioni di
completamento vengono utilizzati attrezzi
scanalatori a funzionamento elettrico
che consentono di realizzare facilmente
le tracce per gli impianti, mentre per la
foratura sono disponibili più tipi di punta,
per fori passanti, nel modello a spirale o per
realizzare le cavità di alloggiamento delle
scatole degli impianti elettrici.
In fase di approntamento del cantiere è
necessario definire le zone di deposito dei
pallet dei materiali nei pressi delle aree
di lavoro, stabilire dove sono le aperture
della muratura, gli spessori dei muri e
l’ubicazione delle pareti divisorie rispetto alle
strutture portanti e sistemare il materiale
secondo l’ordine di impiego e le necessità
costruttive. Tutte le lavorazioni del cantiere
Le malte collanti
Per la posa dei blocchi in calcestruzzo
cellulare vengono solitamente impiegate malte
classificate M5 secondo la norma EN 998-2 con
una resistenza a compressione di 8-10 N/mm2
e una resistenza a taglio iniziale di 0,3 N/mm2
adatte anche per fabbricati posti in ogni zona
sismica. La preparazione della malta avviene nel
miscelatore a tazza o con il trapano munito di
frusta, unendo un tenore d’acqua adeguato e
lavorando l’impasto a basso numero di giri fino
a ottenere un composto di colore omogeneo
e cremoso, senza grumi e completamente
idratato. In questa fase è indispensabile non
aggiungere altri leganti, per evitare di ottenere
caratteristiche tecniche non controllabili dopo
l’indurimento. Dopo la miscelazione l’impasto va
lasciato riposare per circa 5 minuti in modo da
far disperdere completamente gli additivi, quindi
viene rimescolato brevemente ed eventualmente
corretto con l’aggiunta di acqua se
eccessivamente denso. Le malte sono utilizzabili
in genere fino a 4 ore dalla preparazione, non
possono essere reimpiegate una volta iniziata
la presa, e devono essere messe in opera in un
campo di temperatura ambiente compresa tra
+5° C e +35° C.
avvengono con gli stessi accorgimenti e le
medesime precauzioni dettate dalle regole
dell’arte per le costruzioni a struttura
discontinua realizzata a piccoli elementi.
La posa dei blocchi di calcestruzzo cellulare
viene effettuata con una malta adesiva a
base di cemento appositamente studiata
per questo tipo di impiego, fornita in genere
1. APPLICAZIONE DEL COLLANTE
2. POSIZIONAMENTO DEL BLOCCO
3. ALLINEAMENTO DI PRECISIONE
Il montaggio
degli elementi
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dal produttore dei blocchi e dotata di
proprietà plastiche, di facile lavorabilità e
di qualità di ritenzione d’acqua per evitare
la disidratazione dell’impasto prima che
questo abbia terminato le fasi di presa e
indurimento. I collanti sono forniti nel tipo
grigio per ogni impiego o nel tipo bianco
usualmente utilizzato in interni e per la loro
composizione viene impiegato cemento
Portland o cemento bianco, sabbie silicee
selezionate, resine sintetiche e additivi
specifici per migliorare le prestazioni.
Si tratta sempre di una malta a prestazione
garantita e ottenuta mediante dosaggi
automatici e predeterminati dei componenti
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Costruire con il calcestruzzo cellulare
1. stesura della malta collante
2. posa del blocco d’angolo
3. ottimizzazione dell’assetto
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e severi controlli di qualità dei componenti,
in modo da assicurare un elevato standard
qualitativo e prestazioni costanti nel tempo.
L’impiego di collanti e di componenti leggeri
anche quando possiedono grandi dimensioni
rende il cantiere più facile, veloce e pulito,
una volta organizzato in funzione della
tipologia dei blocchi, della tecnologia di posa,
dei minori quantitativi di malta da impiegare
e dei sistemi di sollevamento in quota meno
impegnativi.
Il primo corso dei blocchi va steso su uno
strato di malta di livellamento composta
da calce idraulica e cemento. Se posato in
appoggio diretto alle fondazioni o sul solaio
dello scantinato, il filare va isolato con una
striscia di materiale impermeabile per
impedire la risalita capillare di acqua dal
sottosuolo. La prima fila inizia con la posa
del blocco d’angolo, meglio se nel punto più
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alto quando esistono differenze di quota e
regolando la planarità con il livello a bolla.
Per assicurare un ottimo collegamento tra
la malta collante e il calcestruzzo cellulare,
occorre che i blocchi siano puliti, privi di
polvere, di oli, di grassi, di disarmanti e di
sporco in genere. Se i blocchi sono esposti
direttamente al sole, prima di stendere
la malta occorre raffreddare le superfici
di collegamento con un getto d’acqua
sufficiente a inumidire i fondi e senza creare
un eccesso di impregnazione che potrebbe
rallentare la presa. Per una posa corretta
occorre sempre attendere l’indurimento
della malta applicata lungo i filari sottostanti
prima di sovrapporre grosse quantità di
blocchi. Come avviene su tutte le tipologie
di materiali da muratura, bisogna sempre
proteggere le strutture dalla pioggia e dal
dilavamento, dal gelo o dal sole battente
prima che siano compiuti i processi di presa
L’alloggiamento degli impianti
e di indurimento delle malte di allettamento.
Gli elementi vanno disposti a giunti verticali
sfalsati su ogni corso, per una misura tra
1/3 e 1/2 della lunghezza, e collegati con
la malta adesiva stesa in strato sottile sui
piani orizzontali e verticali dei blocchi. Per la
posa della malta va impiegata solo l’apposita
cazzuola anche per i blocchi con incastro
maschio/femmina laterale. La planarità
dei filari, soprattutto del primo, viene
garantita battendo i blocchi con il martello
di gomma per ottenere un assetto regolare
e a giunti sottili, mentre per l’eventuale
spianatura delle superfici di allettamento
occorre procedere con la pialla livellatrice,
operazione da effettuare sul primo corso
e ogni tre o quattro filari di blocchi. Se si
verificassero dei fuori piombo, occorre
sempre livellare i blocchi con l’apposita pialla
dentata e non aumentare lo spessore della
malta. In ogni situazione occorre controllare
verticalità e planarità trasversale con il filo
a piombo e con la livella a bolla, mentre
diviene indispensabile realizzare giunti
tecnici di circa due centimetri, con schiume
poliuretaniche a elasticità permanente, nelle
zone di contatto con pilastri, travi e solai.
Tutti i pezzi speciali di completamento sono
costruiti a piè d’opera tagliando i blocchi con
la sega manuale o elettrica.
I blocchi e i componenti
in calcestruzzo cellulare
sono connotati da
una lavorabilità simile
a quella del legno. In
opera possono essere
tagliati e sagomati
con attrezzi semplici
e quando occorre
realizzare tracce
per l’alloggiamento
di impianti elettrico,
telefonici, per
climatizzazione o
idraulici, è possibile
ricorrere a semplici
scanalatrici elettriche o
manuali che agiscono
come una fresa e
creano intagli a misura,
senza spreco di
materiali, velocemente
e con possibilità di
ripristinare la superfici
con malte usuali a base
cementizia o di calce idraulica. I raschietti
manuali per piccoli scavi (1) o le scanalatrici
elettriche (2) adatte per materiali abrasivi sono
disponibili presso il produttore dei blocchi, ma
è possibile sempre utilizzare altre attrezzature
commerciali come i seghetti alternativi dotati
di una particolare lama antiabrasione. Per
l’alloggiamento di scatole elettriche si impiega
solitamente una punta a fresa (3) simile a
quelle per il legno e munita di codolo per
l’attacco al trapano, mentre per lavori su pareti
sottili è sempre meglio creare fori passanti
che vengono ripristinati con malta una volta
sistemato il terminale di impianto.
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Costruire con il calcestruzzo cellulare
L’integrazione delle armature
di rinforzo nel sistema costruttivo
è indispensabile nelle costruzioni in
zone classificate come sismiche.
Le armature di rinforzo
Quando sono previsti irrigidimenti verticali
mediante pilastrini armati integrati nella
muratura e disposti in ogni angolo, questi
sono i primi elementi da cui partire per la
posa. I blocchi per tale impiego sono muniti
di foro posto in posizione asimmetrica con
un diametro variabile tra 12 e 30 cm e
vengono posati a incrocio per sovrapporre
gli alloggiamenti conservando l’assetto
sfalsato nei blocchi. In genere sono
approntati dei ferri di ripresa che salgono
in corrispondenza degli irrigidimenti dal
cordolo perimetrale del solaio o dalla
fondazione e che vengono inglobati nel getto
di calcestruzzo insieme alle armature dei
pilastrini, da inserire nella sede di questi
incatenamenti verticali una volta raggiunta
una determinata altezza di muro.
Per gli architravi di porte e finestre, le
corree e gli irrigidimenti orizzontali vengono
impiegati appositi blocchi canaletta con la
parte interna scavata in modo da accogliere
armature longitudinali legate con staffe e
realizzate con ferri ad aderenza migliorata
nei diametri stabiliti in fase progettuale.
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le guide tecniche made
Una volta sistemate le armature nella
cavità, questa viene colmata con un getto
di calcestruzzo così da realizzare un piano
sul quale è possibile proseguire con il lavoro
di innalzamento della muratura. Per gli
irrigidimenti orizzontali eseguiti con un’unica
barra di armatura ad aderenza migliorata
e inserite nelle murature a basso spessore,
da sistemare al di sotto del davanzale dei
vani finestra o come rinforzi in pareti di
tamponamento, sono utilizzati gli appositi
blocchi scanalati nei quali viene inserita
la barra sempre da bloccare e rendere
collaborante con un getto di calcestruzzo.
1. BLOCCO CON SCANALATURA A “U”
2. BLOCCO A “U” E BLOCCO FORATO
3. BLOCCO PER BARRA SEMPLICE
La posa dei solai in elementi di calcestruzzo
cellulare armato o di tipo tradizionale, sia
a lastra prefabbricata che laterocementizi,
avviene come nella pratica usuale di
cantiere dopo aver preparato tutte le
superfici di appoggio della muratura così da
regolare i livelli.
Le lastre o gli altri elementi sono posati a
secco sui muri portanti esterni e interni
in base allo schema progettuale e con
il rispetto della profondità di appoggio
richiesta dalla specifici tipologia di solaio.
In caso di impiego di lastre in calcestruzzo
cellulare armate, che sono autoportanti e
non richiedono puntelli intermedi, queste
vanno serrate tra di loro con le apposite
pinze in dotazione. Mediante una cintura di
tavelle in calcestruzzo cellulare è possibile
creare una cassaforma perimetrale con
paramento esterno termoisolato, continuo
rispetto alla restante parte della muratura,
e all’interno di questa eseguire il getto
armato per il cordolo perimetrale come
richiesto dal progetto. Al cordolo di piano,
che costituisce l’incatenamento orizzontale
del fabbricato, è possibile collegare anche
Gli elementi
di integrazione
strutturale
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3
la rete elettrosaldata di armatura della
cappa che sovrasta i pannelli o i componenti
strutturali della chiusura orizzontale.
Come avviene di norma, nel cordolo
perimetrale vengono inglobati anche i
ferri di armatura longitudinali del solaio e
tutte le eventuali armature provenienti dai
pilastrini di irrigidimento verticali inserite
nelle murature portanti. Questa precauzione
è indispensabile nelle costruzioni in
zona a rischio sismico per ottenere un
comportamento a diaframma orizzontale
del solaio, capace di trasmettere e
distribuire le forze tra i diversi elementi a
sviluppo verticale.
le guide tecniche made
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Costruire con il calcestruzzo cellulare
L’impiego nei sistemi misti
La posa dei blocchi e degli elementi di
calcestruzzo cellulare come elementi
di tamponamento su strutture a travi e
pilastri procede nel medesimo modo e
con una stesura di malta anche lungo
il fianco del pilastro se la struttura è
sufficientemente rigida, mentre per
strutture deformabili è preferibile formare
dei giunti verticali con la posa di un
materassino elastico nell’interfaccia tra il
pilastro e i blocchi, collegare la muratura
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le guide tecniche made
con elementi metallici nascosti all’interno
del giunto e sigillare con apposite malte
elastiche o con schiuma poliuretanica la
discontinuità.
Nel collegamento tra la muratura e la
trave o il solaio superiore occorre evitare
sempre bloccaggi rigidi e si impiegano
malte o prodotti sigillanti per assicurare
una completa continuità di posa.
Nei divisori interni in blocchi di calcestruzzo
cellulare viene inserita sempre alla base
una striscia di guaina morbida posta tra
Gli accessori di ancoraggio
due strati di malta per ridurre l’effetto delle
deformazioni statiche e la trasmissione
dei rumori. In ogni caso le pareti divisorie
vanno preferibilmente eseguite a partire
dall’ultimo piano e devono essere di norma
ammorsate tra loro negli incroci e negli
angoli per aumentare la stabilità.
I collegamenti tra divisori interni e pareti
portanti possono essere realizzati
mediante staffe o tondini metallici per
aumentare la rigidità della connessione.
Nei divisori interni i vani delle aperture
sono chiusi superiormente con architravi
armati disponibili nel medesimo spessore
di blocchi, mentre per sagome arcuate
oppure vani rotondi si ricorre al taglio con
la sega a nastro o a mano.
Considerata la diffusione dei blocchi in
calcestruzzo cellulare, le maggiori case
produttrici di ancoranti dispongono di una
serie di tasselli meccanici e chimici realizzati
proprio per questa tipologia di componenti e
per integrare il sistema. Oltre alle zanche, ai
chiodi elicoidali e ai chiodi a sezione quadrata
per carichi leggeri prevalentemente a taglio,
la gamma dei fissaggi si estende alle varianti
in materiale plastico o metallici a espansione
adatti per ancoraggi pesanti anche di tipo
distanziato e sottoposti a carichi misti, a taglio
e trazione, o a sola trazione.
Gli ancoranti chimici non sottopongono il
materiale a tensione e sono realizzati in
cartucce a due componenti senza composti
pericolosi per chi impiega i prodotti.
La gamma degli ancoranti si estende alle
versioni per sostenere arredi leggeri e pesanti
e per il supporto di radiatori grazie al gancio
sagomato che sporge dalla muratura una
volta inserito il tassello.
le guide tecniche made
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1. pulitura della superficie
2. posa della rete portaintonaco
3. applicazione dell’intonaco
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La finitura a intonaco
La planarità dei blocchi e il basso spessore
dei giunti riducono i tempi per le operazioni
di finitura a intonaco che non richiedono
l’applicazione di un rinzaffo preliminare per
uniformare le superfici. Le irregolarità e le
imperfezioni di posa sono eliminate con la
pialla dentata o con un frattazzo abrasivo,
attrezzi che permettono di livellare i
piani con rapidità e senza proiezione
incontrollata di detriti.
L’applicazione dell’intonaco viene effettuata
in due strati come da tradizione e solo
dopo aver pulito i piani dai residui polverosi
o in fase di distacco e dopo aver inumidito
le superfici per raffreddarle se esposte al
sole battente. In questa fase la muratura
deve risultare abbastanza asciutta (tenore
di acqua impregnante non superiore
al 15 %) in funzione della capacità di
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le guide tecniche made
ritenzione d’acqua della malta di intonaco.
Con temperature inferiori a +5° C o con
pericolo di gelo nelle 24 ore successive
all’applicazione è meglio non intervenire
con la finitura, mentre in caso di insolazione
diretta del paramento o in presenza di
vento è opportuno proteggere le superfici di
posa e l’intonaco appena steso per evitare
una troppa rapida essiccazione della coltre
prima che vengono completati i processi di
presa e indurimento.
La posa dell’impasto di finitura avviene
mediante macchina intonacatrice o con
spatola di acciaio in strati di spessore non
superiore a 10 mm intervallati tra loro da
un periodo di tempo di 24 ore.
Per gli esterni è consigliato uno spessore
minimo complessivo di 15 mm, mentre
in interni è possibile procedere con uno
spessore minimo di 10 mm.
Gli intonaci premiscelati
Per evitare cavillature successive alla posa
dell’intonaco, nei punti di congiunzione tra
materiali diversi, come al collegamento
tra i blocchi e i pilastri o le travi di
calcestruzzo, va annegata nell’impasto
una rete portaintonaco in fibra di vetro
alcali resistente, così come negli angoli di
finestre o di porte e dove le sollecitazioni
meccaniche si manifestano in maniera
differenziata. Una volta asciutti, i piani
intonacati possono essere tinteggiati o
rivestiti con rasanti colorati a spessore
sottile, sempre di tipo traspirante e persino
composti con materiali tradizionali.
Per la posa delle piastrelle di ceramica
sulle pareti in calcestruzzo cellulare,
non è necessario procedere con la
stesura di un intonaco di livellamento,
ma considerata la planarità della parete
ottenibile mediante la pialla dentata e la
stabilità dell’assestamento dei blocchi si
può utilizzare direttamente l’adesivo per
l’incollaggio a strato sottile delle piastrelle.
L’intonaco utilizzato per la finitura dei blocchi
in calcestruzzo cellulare è di tipo premiscelato
a base di calce idraulica e cemento e
già miscelato con inerti di granulometria
adatta alla stesura negli interni o lungo
le superfici esterne. Nei prodotti specifici
l’aggiunta di additivi garantisce buone
prestazioni di traspirabilità, di elasticità, di
adesione al supporto e di ritenzione d’acqua,
caratteristica che impedisce la bruciatura
dell’intonaco causata da una troppo veloce
disidratazione dell’impasto.
Gli intonaci dedicati al sistema sono formulati
per ottenere un basso modulo elastico,
paragonabile a quello dei blocchi, e una
resistenza a compressione non superiore
a 2,5-3 N/mm2 per ottenere una totale
compatibilità con le strutture murarie anche
in caso di movimenti differenziali.
Questi prodotti, formulati secondo le regole
tradizionali, ma con componenti migliorativi
delle prestazioni, sono in genere idrorepellenti
con un assorbimento capillare ridotto nel
tempo e possiedono un’alta permeabilità
al vapore in modo da smaltire facilmente
eventuali condense derivate dall’umidità
interna dell’edificio. Su murature con forti
dispersioni energetiche, è possibile intervenire
con intonaci termoisolanti o con sistemi a
cappotto termico.
le guide tecniche made
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Costruire con il calcestruzzo cellulare
La sicurezza
I blocchi e gli altri manufatti in calcestruzzo
cellulare sono prodotti inorganici composti
da derivati dell’idratazione del cemento
e della calce. Gli scarti possono essere
conferiti a una normale discarica controllata
come materiali da costruzione e tutte le
usuali lavorazioni non richiedono particolari
precauzioni per la salute e la sicurezza dei
lavoratori.
Le polveri sono alcaline e contengono silice
libera, anche se in misura ampiamente al di
sotto dei limiti ammessi dalle norme, quindi
possono risultare irritanti per gli occhi e per
le vie respiratorio, mentre in rarissimi casi si
sono osservate allergie cutanee, ma solo su
soggetti predisposti. I blocchi in calcestruzzo
cellulare sono facilmente maneggiabili
e leggeri, ma trattandosi sempre di
lavorazioni di cantiere l’operatore deve
essere munito di robusti guanti protettivi, di
scarpe con puntale antischiacciamento e
suola antiperforazione e di un abbigliamento
che impedisce il più possibile alla polvere di
entrare in contatto con la pelle.
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le guide tecniche made
Come avviene sui normali cantieri, è
indispensabile disporre di elmetto anche
nel tipo con visiera, di occhiali di protezione
durante i tagli dei materiali e di eventuale
mascherina contro l’inalazione della polvere.
Quando vengono effettuati tagli a macchina
sui blocchi, occorre adottare sistemi per
la protezione dell’udito, mentre per tutte
le lavorazioni in quota in assenza di
ponteggio valgono le usuali regole
di sicurezza che prevedono l’uso di
imbragature con dispositivi anticaduta.
Anche le malte collanti e gli intonaci dedicati
al sistema vanno miscelati evitando il
contatto o l’inalazione di polveri, utilizzando
occhiali da lavoro e con mani protette da
guanti di gomma.
Per completare il quadro della sicurezza
individuale, bisogna evitare di mangiare
o bere vicino ai punti dove vengono
effettuate lavorazioni a taglio dei blocchi
o la preparazione delle malte per evitare
l’ingestione accidentale di polvere sollevata
dal vento o dal passaggio delle persone o dei
mezzi di cantiere.
Appunti e progetti
le guide tecniche made
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le guide tecniche made
1 Costruire con il calcestruzzo cellulare
di prossima pubblicazione
Il recupero delle strutture in cemento armato
La realizzazione di massetti e sottofondi
L’isolamento termico degli edifici
L’impermeabilizzazione delle coperture
L’isolamento acustico degli edifici
Le murature faccia a vista
Il rifacimento di balconi e terrazzi
Il rifacimento dei tetti in laterizio
La sicurezza in cantiere
Le Guide Tecniche del Gruppo Made sono realizzate dalla
Direzione Marketing e Comunicazione di Casa In S.p.A.
Si ringraziano le Aziende RDB e Xella Italia Ytong
per la cortese disponibilità e concessione delle immagini
e dei disegni pubblicati all’interno della Guida
Gruppo Made è un Marchio registrato di Casa In S.p.A.
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