La Vergine Maria nelle lettere “Rallegratevi” e “Scrutate”

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La Vergine Maria nelle lettere “Rallegratevi” e “Scrutate”
La Vergine Maria nelle lettere “Rallegratevi” e “Scrutate” della Congregazione per gli Istituti
di vita consacrata e le Società di vita apostolica.
La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica con le lettere
Rallegratevi e Scrutate introduce un itinerario di riflessione verso l’anno della vita consacrata. E’ il
magistero di Papa Francesco principalmente l’esortazione Evangelii Gaudium (2013), sull’annunzio
del Vangelo nel mondo attuale che viene riproposto e spezzato. Già nel EG 5 descrive la relazione
tra Vangelo, Maria e la gioia: Il Vangelo, dove risplende gloriosa la Croce di Cristo, invita con
insistenza alla gioia. Bastano alcuni esempi: «Rallegrati» è il saluto dell’angelo a Maria (Lc 1,28).
La visita di Maria a Elisabetta fa sì che Giovanni salti di gioia nel grembo di sua madre
(cfrLc 1,41). Nel suo canto Maria proclama: «Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore»
(Lc 1,47). Questa relazione tra gioia e Parola di Dio era già espressa nell’esortazione postsinodale
Verbum Domini del Papa Benedetto XVI del 2010 cfr VD 124 Madre del Verbo e Madre della
gioia: Luca ci presenta in due testi questo mistero di ascolto e di gaudio. Gesù afferma: «Mia madre
e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (8,21). E
davanti all’esclamazione di una donna dalla folla che intende esaltare il grembo che lo ha portato e
il seno che lo ha allattato, Gesù rivela il segreto della vera gioia: «Beati piuttosto coloro che
ascoltano la parola di Dio e la osservano» (11,28).
1. Il saluto a Maria, inizio della Buona Novella e esplosione della gioia
Nel “Rallegrati” troviamo in copertina la Madonna del Magnificat (1481) di Sandro Botticelli. Il
Magnificat Lc 1,46-55, cantico della Vergine nella casa di Elisabetta al termine del suo itinerario
dalla Galilea verso la regione montuosa è risposta al giubilo di Elisabetta causato dal saluto - dalle
parole- di Maria. Spirito santo, sussulto, gioia, beatitudine. Il Magnificat può essere considerato
come il segnalibro delle due lettere della Congregazione.
Il titolo della lettera “Rallegratevi”, contiene le prime parole di Isaia 66, 10-14 che è anche la prima
lettura della Messa della Madonna di Lourdes. Il titolo rinvia alle parole dell’angelo a Maria, al
“Rallegrati” della Annunciazione Lc 1,28.(ripreso al I nr.13) La gioia accompagna gli eventi e le
parole dei Vangeli dell’infanzia: Lc 1, 14 le parole dell’angelo a Zaccaria “Avrai gioia ed
esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita”. Lc 1,44 le parole di Elisabetta “ Appena il tuo
saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo”. Lc 1, 47: le
parole di Maria all’inizio del cantico del Magnificat “ il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore”.
Lc 2, 10: l’annunzio dell’ angelo ai pastori: “ Ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il
popolo”; Mt 2,10: i Magi nel loro cammino “ Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima”..
«Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28). Sono queste le parole - riportate
dall’evangelista Luca – con cui l’arcangelo Gabriele si rivolge a Maria. A prima vista il
termine chaîre, “rallegrati”, sembra un normale saluto, usuale nell’ambito greco, ma questa parola,
se letta sullo sfondo della tradizione biblica, acquista un significato molto più profondo. Questo
stesso termine è presente quattro volte nella versione greca dell’Antico Testamento e sempre come
annuncio di gioia per la venuta del Messia (cfr Sof 3,14; Gl 2,21; Zc 9,9; Lam 4,21). Il saluto
dell’angelo a Maria è quindi un invito alla gioia, ad una gioia profonda, annuncia la fine della
tristezza che c’è nel mondo di fronte al limite della vita, alla sofferenza, alla morte, alla cattiveria, al
buio del male che sembra oscurare la luce della bontà divina. E’ un saluto che segna l’inizio del
Vangelo, della Buona Novella. E’ il dono messianico per eccellenza. E’ l’atteggiamento profetico
richiesto ai consacrati (gioia, annunzio)..
Con Maria il passato finisce, Dio vuole far brillare una luce nuova. Dio viene nel suo grembo. Nel
suo Si elabora l’alleanza nuova. E’ la Donna dell’alleanza nuova (Cfr. Scrutate pag, 101).
Facilmente ciò che viene cantato da Isaia in riguardo a Gerusalemme, Sposa e Madre viene
celebrato in Maria che esperimenta come Figlia di Sion tutte le tenerezze di Dio. Nel Magnificat
condivide la sua esperienza dell’essere amata da Dio che “ha guardata l’umiltà della sua serva”.
Con questo titolo aveva con libera adesione detto il suo Si “Ecco la serva del Signore” Lc 1, 38.
2. L’Annunciazione, storia di una vocazione
L’episodio della Annunciazione può essere letto come la storia di una vocazione, una chiamata e
una risposta, una risposta di fede. Tutta la vita di fede di Maria, come ogni vocazione, ha in se le
caratteristiche di un esodo ( II pag.15. 41ss) con i suoi elementi: la mangiatoia, la fuga in Egitto, il
pellegrinaggio verso il tempio, la ricerca del figlio a 12 anni nel tempio e la ricerca nella sua nella
vita pubblica Mt 12,46-47; un cammino di discepolato sempre assieme ai altri ( donne, famigliari),
una sequela, una vita aperta agli altri, Cana. Un discepolato, un Si costantemente ripetuto, che anche
per Lei passa attraverso la croce. (Cfr.I domande pag 64) : un discepolato che continua nella
Pasqua, nella Pentecoste, nell’evangelizzazione nelle comunità. In preghiera nel Cenacolo prima
della missione: la preghiera di Maria nasce dalla Parola di Dio diventata parola sua. (Magnificat).la
preghiera è fonte di fecondità della missione. In preghiera durante e dopo gli avvenimenti. Lc 2,9 “
Maria da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” e Lc 2,51 “ Sua madre
custodiva tutte queste cose nel suo cuore”. Maria guarda in profondità, si lascia interpellare dagli
eventi, entra in dialogo con la Parola, per capire il senso degli eventi. Ritengo questo un
discernimento, una espressione della vigilanza (cfr p.II, 98: vigilare è guardare il cuore). Maria ha
lo sguardo contemplativo: la sua lettura delle azioni di Dio nella storia e sottolineata nel magnificat.
Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ( accanto alla Croce) ed
anche in quelli che sembrano impercettibili (il vino mancante a Cana). È contemplativa del mistero
di Dio nel mondo, nella storia e nella vita quotidiana di ciascuno e di tutti. (EG 288). Lo Spirito la
accompagna dall’Annunciazione fino alla Pentecoste. Maria è la nuova nube che segnala la
presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Maria è presente in tutti i documenti concernente la vita
consacrata dalla Lumen Gentium in poi, cioè fino alla lettera del Papa sull’anno della vita
consacrata. Con Paolo poteva affermare “ Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal
2,20). Pellegrina della fede precede la chiesa. Maria è identificata con il popolo sposato da Dio, è
veramente la Figlia di Sion in persona; in lei si compie l’attesa della venuta definitiva di Dio, in lei
prende dimora il Dio vivente.
3. Maria, in missione verso Elisabetta
Segue la sezione sulla consolazione-missione dei consacrati: portare la consolazione di Dio,
testimoniare la sua misericordia, la gioia vera. Le caratteristiche di Dio delle quali Maria è stata
rivestita p.e. consolatore ritroviamo nelle litanie, nelle messe della Beata Vergine, nei santuari, nelle
congregazioni religiose. I pag.67 ss: Accanto a Maria la gioia si espande: il Figlio che porta nel
grembo è il Dio della gioia, della letizia che contagia, che coinvolge. Per questo si muove in tutta
fretta. Che cosa portano Elisabetta e Maria nell’incontro? Maria ha una missione: condividere la
sua esperienza di Dio. Nel Magnificat, Maria canta come Dio è il centro della sua vita. Maria (EG
288) è la Madre del Vangelo vivente. Maria elenca nel canto del Magnificat tutto ciò che Dio ha
fatto in risposta alle concrete necessità del suo popolo e ciò che continuerà a fare , come ha indicato
Benedetto XVI più volte come p.e. il 15-II-2006 “, abbiamo sette verbi all’aorista che indicano
altrettanto azioni che il Signore compie in modo permanente nella storia.” Questa azione di Dio non
la interrompe. Nell’abbraccio delle due donne ritroviamo tutto ciò che il Papa suggerisce alle
comunità: amicizia, gioia, festa, carità umile, umanizzare le relazioni, tenerezza, vicinanza. I Pag.49
suggerisce di compiere un esodo da noi stessi – una visitazione- in un cammino di adorazione e di
servizio: servitori della comunione, cultura della gratuità e dell’incontro. Dio si mette dalla parte
degli ultimi. Maria si mette a servire. Indica la nostra missione. Possiamo identificare Elisabetta a
causa della sua situazione come “una periferia esistenziale”, una donna in situazione di frontiera.
4. Maria ci apre al domani di Dio
Maria, Madre della speranza, come atteggiamento in tempi nuovi e difficili (II pag. 62 ss:l’accidia,
spirito di tomba; alternativa è la fretta con la quale Maria si muove ); difficoltà nel cammino: c’è la
continuità delle sue parole “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola»
(Lc 1,38). Questo “avvenga” non è solo accettazione, ma anche apertura fiduciosa al futuro. Questo
“avvenga” è speranza! I pag.64 le domande di Papa Francesco: Apertura fiduciosa al futuro:
speranza
In tutti gli avvenimenti Maria è confrontata e confronta con la centralità di Cristo e della parola di
Dio. Che è da realizzare. (E’ la profezia della vita conforme al Vangelo) Questo quando i sinottici
raccontano gli episodi che riguardano i veri parenti di Gesù Cfr Mc 3,31ss; Mt 12,46ss; Lc 8,19ss.
“Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era
seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti
cercano».3Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo
su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la
volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
Ogni avvenimento/episodio biblico ,dove Maria è coinvolta, porta con se piccoli segni portatori di
futuro. Segue l’omelia presso le Monache Benedettine Camaldolese (2013) Discernimento colorato
dalla speranza.
Maria è la madre della speranza, l’icona più espressiva della speranza cristiana. Tutta la sua vita è
un insieme di atteggiamenti di speranza (… fanno parte dei piccoli segni da scoprire e comunicare) ,
a cominciare dal “sì” al momento dell’annunciazione. Maria non sapeva come potesse diventare
madre, ma si è affidata totalmente al mistero che stava per compiersi, ed è diventata la donna
dell’attesa e della speranza. Poi la vediamo a Betlemme, dove colui che le è stato annunciato come
il Salvatore d’Israele e come il Messia nasce nella povertà. In seguito, mentre si trova a
Gerusalemme per presentarlo al tempio, con la gioia degli anziani Simeone e Anna avviene anche la
promessa di una spada che le avrebbe trafitto il cuore e la profezia di un segno di contraddizione.
Lei si rende conto che la missione e la stessa identità di quel Figlio, superano il suo essere madre.
Arriviamo poi all’episodio di Gesù che si perde a Gerusalemme e viene richiamato: «Figlio, perché
ci hai fatto questo?» (Lc 2,48), e la risposta di Gesù che si sottrae alle preoccupazioni materne e si
volge alle cose del Padre celeste.
Eppure, di fronte a tutte queste difficoltà e sorprese del progetto di Dio, la speranza della Vergine
non vacilla mai! Donna di speranza. Questo ci dice che la speranza si nutre di ascolto, di
contemplazione, di pazienza perché i tempi del Signore maturino. Anche alle nozze di Cana, Maria
è la madre della speranza, che la rende attenta e sollecita alle cose umane. Con l’inizio della vita
pubblica, Gesù diventa il Maestro e il Messia: la Madonna guarda la missione del Figlio con
esultanza ma anche con apprensione, perché Gesù diventa sempre più quel segno di contraddizione
che il vecchio Simeone le aveva preannunciato. Ai piedi della croce, è donna del dolore e al
contempo della vigilante attesa di un mistero, più grande del dolore, che sta per compiersi. Tutto
sembra veramente finito; ogni speranza potrebbe dirsi spenta. Anche lei, in quel momento,
ricordando le promesse dell’annunciazione avrebbe potuto dire: non si sono avverate, sono stata
ingannata. Ma non lo ha detto. Eppure lei, beata perché ha creduto, da questa sua fede vede
sbocciare il futuro nuovo e attende con speranza il domani di Dio. A volte penso: noi sappiamo
aspettare il domani di Dio? O vogliamo l’oggi? Il domani di Dio per lei è l’alba del mattino di
Pasqua, di quel giorno primo della settimana. Ci farà bene pensare, nella contemplazione,
all’abbraccio del figlio con la madre. L’unica lampada accesa al sepolcro di Gesù è la speranza
della madre, che in quel momento è la speranza di tutta l’umanità. Domando a me e a voi: nei
Monasteri è ancora accesa questa lampada? Nei monasteri si aspetta il domani di Dio?
Dobbiamo molto a questa Madre! In lei, presente in ogni momento della storia della salvezza,
vediamo una testimonianza solida di speranza. Lei, madre di speranza, ci sostiene nei momenti di
buio, di difficoltà, di sconforto, di apparente sconfitta o di vere sconfitte umane. Maria, speranza
nostra, ci aiuti a fare della nostra vita un’offerta gradita al Padre celeste, e un dono gioioso per i
nostri fratelli, un atteggiamento che guarda sempre al domani.
Speranza (cfr II pag 64) La speranza non è edificata sulle nostre forze e sui nostri numeri, ma sui
doni dello Spirito: la fede, la comunione, la missione.
5. Maria , un esistenza totalmente modellata dalla Parola
C’è uno specifico riferimento alla Parola di Dio e Maria nel II nr.9 :” La Parola, fonte genuina di
spiritualità da cui attingere la sublimità della conoscenza di Cristo Gesù (Fil 3,8), deve abitare il
quotidiano della nostra vita. Solo così la sua potenza (cfr 1Ts 1,5) potrà incunearsi nelle fragilità
dell’umano, fermentare ed edificare i luoghi del vivere comune, rettificare i pensieri, gli affetti, le
decisioni, i dialoghi intessuti negli spazi fraterni. Sull’esempio di Maria, l'ascolto della Parola deve
diventare respiro di vita in ogni istante dell'esistenza. La nostra vita in questo modo converge
nell'unità di pensiero, si ravviva nell'ispirazione per un rinnovamento costante, fruttifica nella
creatività apostolica. Questo legame Maria-Parola di Dio viene tratto nella esortazione apostolica
Verbum Domini nr.27-28 del 2010
6. Maria, segno della Chiesa; comunità, segno della Chiesa (I pag 68)
In Maria è la Chiesa tutta che cammina insieme: nella carità di chi si muove verso chi è più fragile;
nella speranza di chi sa che sarà accompagnato in questo suo andare e nella fede di chi ha un dono
speciale da condividere ( I pag.68). In Maria ognuno di noi, sospinto dal vento dello Spirito vive la
propria vocazione ad andare! Ognuno dall’incontro con Maria, presente in mezzo al suo popolo e
beata perché ha creduto, sa come lei riconoscere le orme dello Spirito nei grandi avvenimenti ed
anche in quelli che sembrano impercettibili. L’incontro con Maria porta all’ispirandoci (vedi
elementi EG 288)
Nei paragrafi mariani della Evangelii Gaudium 284-288 “Maria, madre dell’evangelizzazione” Papa
Francesco sottolinea la presenza di Maria in mezzo al popolo. Tale presenza è conseguenza del
dono che Gesù ha fatto dalla croce e della speciale missione salvifica di Maria. Maria, Madre,
raduna i discepoli, nella preghiera intercede per la Pentecoste e per la nuova tappa
dell’evangelizzazione, genera Cristo. Il Papa descrive il modo con il quale Maria è stato presente a
Gesù, è presente a noi, è presente nei santuari. Descrive come lo Spirito l’ha condotta attraverso un
itinerario di fede verso un destino di servizio e fecondità, passando attraverso fasi di aridità e di
nascondimento. Stile mariano nell’attività evangelizzatrice? Fede nella forza della tenerezza,
dell’affetto, dell’umiltà, del calore domestico, della premura. Questa dinamica di giustizia e di
tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di lei un modello ecclesiale
per l’evangelizzazione. L’evangelizzazione degli altri presuppone tra i fedeli: testimonianza: della
comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia, dell’amore per i poveri.